6 Gen 2013 | Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
«Ciao, sono Jolanta, una gen ortodossa della Lituania. Partecipo al Movimento dei Focolari da poco tempo, ma ho sempre creduto in Dio e fin da piccola ho sempre vissuto con la comunità della mia Chiesa. Tutto ciò almeno fino al periodo “tempestoso” della mia adolescenza, quando, anche per il fatto che non c’erano altri giovani nel gruppo, mi sono scoraggiata, ho smesso di essere attiva, allontanandomi. In Lituania la maggioranza della popolazione è cattolica, mentre io sono ortodossa e russa. Un amico, sapendo che volevo donarmi agli altri per Dio, mi invitò a conoscere dei “suoi amici cattolici che mi sarebbero dovuti piacere”. Con loro mi sono immediatamente sentita in famiglia e questa sensazione è cresciuta quando ho partecipato alla Mariapoli, un convegno di più giorni con persone di varie età, dove ho trovato un’atmosfera speciale di unità e amore reciproco. Comunicando questa mia gioia qualcuno mi ha detto: “Questa realtà dovresti viverla anche nella tua chiesa”. Ho sorriso, però mi sembrava impossibile. Con altre ragazze che condividono la spiritualità dell’unità, le gen, abbiamo organizzato il “Caffè dei giovani”, un luogo dove si organizzano serate a tema, progetti e attività di svago alternative, dove si promuovono l’occupazione, la creatività e la socialità dei giovani. In una di queste serate abbiamo invitato i giovani della Comunità Ortodossa e così ho ricominciato a riprendere il rapporto con loro e tutto è andato così bene che un loro gruppo ha partecipato anche a Run4Unity. Dopo tutto questo ho ricevuto una lettera dal responsabile della Comunità Ortodossa che mi invitava a partecipare alle loro attività e a condividere con loro l’esperienza fatta con i giovani del Movimento dei Focolari, perché questo tipo di esperienza gli mancava. Questa lettera mi ha davvero commossa, e subito ho aderito.
Ho cominciato a partecipare agli incontri dei giovani e mi è stato chiesto di dare una mano al campeggio estivo dei bambini. Per poter accettare ho smesso di cercare lavoro, anzi ho dovuto persino rifiutare diverse offerte che mi sono arrivate. Sono partita con alcuni timori, perché non avevo esperienza di organizzazione, ma mi era chiaro l’obiettivo: costruire ponti di unità. Adesso posso solo ringraziare Dio perché con gli altri organizzatori alla fine eravamo proprio una famiglia. In questo momento ho addirittura tre “famiglie”: la mia naturale, la mia Chiesa e il Movimento dei Focolari. Sono figlia unica e mi sono sentita sempre un po’ sola, mentre ora ho tantissimi veri fratelli e sorelle. Dopo il campeggio sono entrata ancora di più nella vita della Comunità Ortodossa, ora partecipo a tante attività, che io stessa aiuto a organizzare. Vi rivelo un segreto: abbiamo in programma di organizzare una festa di Natale, che dovrebbe tenersi a metà gennaio (perché noi ortodossi festeggiamo il Natale il 7 gennaio). Questa sarà una bella opportunità per i giovani ortodossi e per quelli del Movimento dei Focolari per unire le forze e realizzare una bella festa insieme. Aver conosciuto questa spiritualità mi ha ridato la fiducia nella Volontà di Dio e quando hai questa fiducia, i miracoli avvengono davvero ogni giorno. Chiara Lubich diceva: “La vita è fatta di attimi presenti, e solo questi hanno valore per chi vuole realizzare qualcosa”». (altro…)
5 Dic 2012 | Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Una giornata di festa, quella vissuta il 30 novembre nella Basilica patriarcale del Fanar, ad Istanbul, per la celebrazione della solennità di Sant’Andrea apostolo, Patrono del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli. «Lo scambio di Delegazioni tra la Chiesa di Roma e la Chiesa di Costantinopoli, […] testimonia in modo concreto il legame di vicinanza fraterna che ci unisce. È una comunione profonda e reale, sebbene ancora imperfetta, che si fonda non su ragioni umane di cortesia e di convenienza, ma sulla fede comune nel Signore Gesù Cristo». Ecco quanto scriveva Benedetto XVI nel messaggio a Sua Santità Bartolomeo I, sottolineando come la comunione piena sia un dono di Dio e assicurando al Patriarca la sua unità di preghiera e quella di tutti i fedeli cattolici. Il Cardinale Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, ha guidato quest’anno la Delegazione della Santa Sede. Il Patriarca, nel suo discorso, ha evidenziato l’importanza di andare avanti come fratelli verso Cristo, delineando così lo stile del cammino ecumenico oggi. Il suo messaggio non è né semplicistico né si limita ad essere ottimista, ma invita a guardare la via da intraprendere nel presente, leggendo con realismo il passato e di trovare sinceramente i mezzi per ravvicinarsi. In questa impresa indica come via principale da percorrere il dialogo che definisce il mezzo per eccellenza, per far sparire le paure, i sospetti, i pregiudizi e che ha come fine «la comunione eucaristica alla quale aspiriamo tutti». Un dialogo che faciliti la comprensione reciproca così da “accedere alla verità tutta intera” (Gv 16,13). Non manca un appello ad essere «samaritani», prossimi all’ umanità che soffre oggi in vari modi a causa delle tante «crisi». Un essere prossimi assieme per portare uniti l’annuncio della potenza e della misericordia del Signore. Dopo aver ricordato l’emozione ancora viva della sua partecipazione alle celebrazioni per il 50° del Concilio Vaticano II che ha aperto nuove vie, e la prossima ricorrenza dei 1700 anni dell’Editto di Milano, ha annunciato con gioia che i lavori per la preparazione del Concilio Panortodosso volgono al termine.
Sabato mattina, 1° dicembre, il Cardinale Koch, insieme al Metropolita Gennadios di Sassima, hanno incontrato alcuni rappresentanti della comunità cattolica locale intrattenendosi sul cammino ecumenico tra le due Chiese sorelle, tracciando sfide e prospettive nel percorso verso la piena unità, a 50 anni dal Concilio Vaticano II. Nel dialogo che ne é seguito, il Metropolita Gennadios faceva notare come le priorità sociali, conseguenza della crisi, abbiano messo in secondo piano l’importanza del dialogo ecumenico. La sua esperienza ventennale nella commissione teologica mista invece, gli fa intravedere un impulso rinnovato per trovare assieme soluzioni e dare così una comune testimonianza di vita. Il Cardinale Koch, ha richiamato l’immagine di un quadro raffigurante l’abbraccio tra Pietro e Andrea, che campeggia nel Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, sottolineando che l’abbraccio tra i due è segno della Sua presenza. Ha concluso invitando a pregare per l’unità, ricordando che Gesù non l’ha comandata, ma l’ha chiesta al Padre come dono. (altro…)
27 Nov 2012 | Chiesa, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
A sei mesi dal grande evento di Insieme per l’Europa (Bruxelles 12 maggio) è giunto il momento di fare una valutazione sull’effettiva incidenza del messaggio lanciato in quel momento a 152 città di 22 nazioni europee. Questo il motivo che ha portato gli Amici di Insieme per l’Europa a riunirsi a Monaco, presso la sede del YMCA (9/10 novembre). Ogni anno, infatti, l’incontro si svolge in una sede diversa per permettere ai diversi movimenti di ospitare a turno la riunione. Erano presenti 43 movimenti e comunità cristiani, rappresentati da 103 responsabili e per la prima volta si contavano tra i partecipanti anche degli ortodossi dell’Europa dell’Est. Tra tutti i presenti era evidente la gratitudine e la soddisfazione per aver contribuito a stendere una rete di valori positivi su un’Europa attualmente malata di crisi economica e di tendenze separatiste. Il programma prevedeva, tra l’altro, l’approfondimento dei valori proposti nei 7 Sì lanciati nell’edizione di Stoccarda 2007. Uno di questi, di grande attualità che può dare spunti positivi e nuovi metodi di approccio al pensare e all’affrontare la crisi attuale, è quello che riguarda l’economia equa. I vari movimenti hanno presentato le loro esperienze in campo economico, sottolineando soprattutto, la visione cristiana che le anima. Luigino Bruni, dei Focolari, ha presentato l’Economia di Comunione ed ha invitato gli economisti presenti all’Università Sophia di Loppiano – dipartimento di economia- per una ricerca specifica e propositiva. Dalla riunione di Monaco si delineano anche delle strategie comuni per affrontare ulteriori sfide, con la coscienza di lavorare sostenuti dalla fede nell’intervento di un Dio che è Amore e guida la storia. In particolare si vuole continuare insieme nelle varie città, impegnandosi secondo i carismi specifici di ogni Comunità. E di dare, con la vita, la comunione tra tutti e l’approfondimento teorico, maggior spessore a ogni singolo SI, quale risposta alle domande di senso e di valore dell’Europa di oggi, contribuendo sempre più anche all’unità tra le varie Chiese. Infine, si cercherà di essere più presenti a livello socio-politico, per diventare partner di dialogo. L’incontro degli Amici di Insieme per l’Europa si è concluso con una preghiera ecumenica nella storica chiesa di St. Matthäus, testimone del ‘Patto’ stretto nel 2001 tra persone di Comunità e Movimenti di varie Chiese. L’atto è terminato solennemente con la lettura del Testamento di Gesù sull’unità (Gv 17,21). (altro…)
12 Nov 2012 | Centro internazionale, Chiesa, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Si conclude con uno sguardo al futuro che si costruisce nel presente il viaggio in Svizzera della presidente dei Focolari, Maria Voce, e del copresidente, Giancarlo Faletti. L’ultimo appuntamento, infatti, del calendario – che nei nove giorni di permanenza in terra elvetica (2-11 novembre) ha visto incontri con persone di età diverse, appartenenti a vario titolo al Movimento dei Focolari, personalità ecumeniche del Paese ed incontri a carattere più privato, è stato con un gruppo di 120 gen 3, i ragazzi del Movimento. La vivacità, in questi casi, è d’obbligo; ma qui si sperimenta anche la vitalità di un’esperienza che coinvolge numerosi ragazzi in tutta la Svizzera. Ed anche la concretezza di talune iniziative che hanno portato ad esempio un gruppetto a vivere una settimana in Croazia dove, il contatto con famiglie più disagiate di quelle svizzere, ma felici, insegna da sé a valorizzare quello che si ha, “a fare attenzione a mangiare tutto, anche il pane più vecchio”, racconta una di loro. “Che forte vedere che la domenica tutti i ragazzi andavano in chiesa come se questa fosse la cosa più bella, e le chiese erano sempre pienissime”, sottolinea un’altra. Ed anche al Centro Mariapoli di Baar, che ospita l’incontro, non mancano iniziative di solidarietà nel corso dell’anno, per sviluppare quella cultura del dare tipica dei Ragazzi per l’unità.
Per Maria Voce e Giancarlo Faletti le risposte alle domande dei ragazzi sono un’occasione per mettere in comune tante esperienze personali, con qualche “trucco” per diventare ‘grandi nell’amore’. “Quando ci troviamo davanti a persone difficili da amare, quella è l’occasione di far crescere la vita di Gesù dentro di noi; è lì che Gesù ci fa amare col suo cuore. Il mio amore è diventato più forte non quando gli altri mi hanno fatto i complimenti, ma quando mi sono sentito ferito dentro e ho continuato ad amare”, racconta il copresidente. E Maria Voce raccomanda di “prendere sempre l’iniziativa, senza aspettarsi niente in cambio”. E spiega anche che non basta dire ad un ragazzo che ha sbagliato, ad esempio rubando, che così non si fa, ma occorre spiegargli che col suo gesto ha “fatto diminuire la comunione fra tutti, innescato nei rapporti la paura, il sospetto” . Stessa intensità di dialogo con i giovani il giorno prima, 10 novembre, ai quali Maria Voce e Giancarlo Faletti lasciano la consegna di lanciarsi a vivere per il mondo unito con un amore infuocato per essere una generazione nuova, non appiattita, ma sempre pronta a dare al mondo quel supplemento d’anima di cui ha bisogno. Se giovani e ragazzi, insieme ai bambini, anche loro coinvolti a portare avanti la “rivoluzione dell’amore” si impegnano a costruire la fraternità, non di meno gli adulti. “Un giorno, passando davanti ad un chiosco – racconta una di loro – ho notato che fra i giocattoli vi erano dei dvd a contenuto pornografico. Ho preso coraggio ed ho parlato con la venditrice, poi col direttore e infine col titolare del chiosco. Non è stato facile perché il mio comportamento risultava, come mi hanno fatto notare, una goccia nell’oceano. Però qualche giorno dopo, quando sono ripassata dal chiosco, la venditrice mi è venuta incontro per dirmi che il responsabile le aveva detto di togliere quei dvd dagli scaffali”. L’Ideale dell’unità è arrivato in Svizzera negli anni Cinquanta e dunque ha qui una lunga storia; tanti sono i pionieri della fraternità e non solo all’interno della Chiesa cattolica. Anzi, la prima persona che ha conosciuto i focolarini in Italia, era un architetto riformato. Nel corso di questi anni numerose sono state le iniziative di carattere ecumenico, con protagonista diretta Chiara Lubich che amava definire la Svizzera, dove trascorreva le estati ed altri periodi dell’anno, la sua seconda patria.
Il Paese, e quindi la comunità del Movimento, vive non solo la dimensione ecumenica, ma anche quella interreligiosa ed internazionale: tra chi è stato raggiunto dalla spiritualità dell’unità vi sono persone di diverse fedi e altre arrivate qui da Paesi in difficoltà, testimoni di quanto l’ideale dell’unità abbia favorito un’integrazione nient’affatto scontata. Nel dialogo che Maria Voce e Giancarlo Faletti hanno vissuto con una sala di mille persone convenute da tutta la Svizzera, sono risuonate in maniera particolare alcune proposte: far crescere la corrente di amore nel mondo; rimanere nel proprio gruppo rende il mondo unito un’utopia, quindi se vogliamo costruirlo occorre oltrepassare i confini, andare oltre; rispondere alla spinta di Dio che chiede di fare qualcosa di più di quanto si è fatto finora; impegnarsi con passione per l’unità fra le Chiese; essere tutti attivi nella costruzione di una società migliore, con dinamismo; puntare a cose grandi perché con Dio in mezzo a noi tutto è possibile. Di Aurora Nicosia (altro…)
9 Nov 2012 | Centro internazionale, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Dalla chiesa riformata e dalle chiese libere, metodisti e cattolici, personalità del mondo ecumenico, pastori e pastoresse, parroci, assistenti pastorali, membri di diversi movimenti da tutte le regioni linguistiche della Svizzera. 250 persone, al di là di ogni previsione, affollano la sala dell’Hotel Kreuz a Berna dove, l’8 novembre, si è svolto un simposio ecumenico organizzato dal Movimento dei Focolari dal titolo “Ecumenismo: dove sta andando?”. Al tavolo dei relatori tre ospiti di riguardo: un cardinale, una donna laica, un pastore riformato. Da Roma sono venuti infatti il card. Koch, svizzero, ora presidente del Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani e la presidente del Movimento dei Focolari, Maria Voce; a fare gli onori di casa, Gottfried Locher, presidente della Federazione delle chiese evangeliche della Svizzera (Fces) . Le loro relazioni indagano vari aspetti dell’impegno ecumenico con approcci diversi e una convinzione comune forte: il cammino ecumenico è irreversibile ed irrinunciabile, nonostante i segnali di stanchezza che a volte lo caratterizzano, facendolo apparire talora una missione impossibile. “Finché lotteremo per l’unità – afferma la presidente della Comunità di lavoro delle chiese cristiane in Svizzera (Clcc), Rita Famos – siamo sulla via giusta, vuol dire che non abbiamo deposto le armi. Oggi vogliamo stimolare il dialogo fra chi spera sognando, con chi lotta per l’unità”. In effetti uno dei “pericoli” nel cammino ecumenico è quello di “abituarsi alle differenze pensando di stare bene senza l’altra Chiesa”, sostiene Locher. Forse “ci siamo messi comodi”, non troviamo più che “questa divisione è scandalosa”. Da qui il suo invito a “costruire più unità lì dove per ora è possibile”, a partire dalle chiese riformate cantonali spesso tanto indipendenti fra di loro, per trovare più comunione e una voce, un messaggio comune in quanto chiesa riformata Svizzera nei temi importanti. Forte il suo richiamo costante alla forza trasformante della Parola.
Tanti sono i protagonisti di questo percorso che vive ora momenti di entusiasmo, ora fasi di stallo. Fra questi i papi, come ricorda il card. Koch citando la passione ecumenica che ha portato ad esempio Giovanni XXIII ad istituire nel 1960 il segretariato per la promozione dell’unità dei cristiani – l’attuale Pontificio consiglio da lui presieduto -; che ha visto Paolo VI molto vicino al mondo dell’ortodossia di Costantinopoli con la cancellazione, tra l’altro degli anatemi reciproci che hanno “espulso il veleno della scomunica” dopo 900 anni, e lo hanno portato ad incontrare il primate anglicano Ramsey. E poi Giovanni Paolo II coi suoi tanti gesti concreti per l’ecumenismo, fino a Benedetto XVI, che nel suo primo messaggio ha affermato di voler lavorare con tutte le forze per l’unità dei cristiani. Non solo l’ecumenismo promosso dai responsabili delle Chiese, né solo quello portato avanti dai teologi; c’è, ed è vitale, un ecumenismo della base, un ecumenismo della vita, un ecumenismo di popolo. Ed è quello di cui parla Maria Voce che racconta – citando esperienze concrete di bambini e di adulti in diversi paesi – quanto l’accento posto sulla vita della Parola, la fede nella promessa di Gesù di essere presente “dove due o più sono uniti” nel Suo nome (Mt 18,20), l’amore a Gesù crocifisso e abbandonato simbolo di ogni disunità, punti forti della spiritualità dei Focolari, si siano rivelati “ecumenici” attraverso la vita; quanto abbiano aperto, cioè, campi di dialogo fra cristiani di diverse chiese (attualmente 350) che ritrovano ora in un punto, ora nell’altro, aspetti fondamentali del loro credo. Un “ecumenismo dal basso che non si oppone a quello dall’alto. È un tipo di dialogo che può servire come humus, sul quale gli altri possono fiorire e svilupparsi”, sostiene la presidente dei Focolari.
Tanti sono i dialoghi esistenti fra le Chiese, tanti i tipi di dialogo, diversi i livelli raggiunti. E le difficoltà, che non mancano, spesso fanno vedere lontana la meta del testamento di Gesù realizzato. A volte si perde di vista la strada da intraprendere, ci si allontana più che avvicinarsi. In sala viene ricordato che Gesù, nella sua preghiera, non ha comandato l’unità: l’ha chiesta al Padre. Quello a cui noi cristiani siamo dunque chiamati è collaborare con passione e pazienza; ma l’unità è un dono di Dio da invocare insieme. Così come insieme dobbiamo sentire il dolore della divisione, insieme riconoscere la colpa della disunità, insieme lavorare perché “tutti siano uno”. Una società sempre più scristianizzata esige la testimonianza e l’impegno di cristiani uniti. Anche questa è convinzione comune. di Aurora Nicosia, inviata (Fonte: Città Nuova online) (altro…)
31 Ott 2012 | Chiara Lubich, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Il 31 ottobre i cristiani evangelici tedeschi e i protestanti in tutto il mondo celebrano il ‘Giorno della Riforma’. Si ricorda l’inizio della Riforma di Lutero che, nel 1517, secondo una tradizione, affisse 95 tesi sul portone della chiesa del castello di Wittenberg (Germania). Molte sono le celebrazioni liturgiche, letture bibliche, concerti musicali che si svolgono in questo giorno. In Svizzera, invece, lo si festeggia la prima domenica di novembre. Il 27 ottobre del 2002, Chiara Lubich è invitata a parlare nella cattedrale riformata di S. Pierre a Ginevra, culla della Riforma protestante di Calvino, introdotta dall’allora presidente della Chiesa protestante di Ginevra, il pastore Joël Stroudinsk: «Tra alcuni giorni il protestantesimo nella sua diversità festeggerà la Riforma. All’infuori di ciò che costituisce la sua specificità, essa è oggi condivisa da altre confessioni cristiane, rappresentate qui, questa mattina, nella loro diversità. È la passione del Vangelo. La volontà di iscrivere la forza di una parola che trasforma il mondo nella propria esistenza e nel quotidiano, nei suoi molteplici aspetti sociali, economici, politici. È la sfida che la signora Chiara Lubich… ha messo in rilievo. È con spirito di riconoscenza e di comunione che l’accogliamo stamane in questo luogo».

Chiara Lubich a Ginevra nella cattedrale riformata di S.Pierre (27.10.2002)
Davanti alla cattedrale gremita da più di 1500 persone, Chiara inizia il suo discorso con queste parole: «Il 3 novembre prossimo si celebrerà qui a Ginevra l’anniversario della Riforma, una festa religiosa che auguro ricca dei migliori doni spirituali a tutti i cristiani delle Chiese Riformate, miei amatissimi fratelli e sorelle. In quel giorno risuonerà quindi forte una parola: “riforma”, appunto. Riforma, espressione che dice desiderio di rinnovamento, cambiamento, rinascita quasi. Parola speciale, attraente, che significa vita, più vita. Parola che può suscitare anche una domanda: il sostantivo “riforma”, l’aggettivo “riformata”, valgono unicamente per la Chiesa che ha in Ginevra il suo centro? O non sono parole applicabili in qualche modo a tutte le Chiese? Anzi non erano forse tipiche della Chiesa da sempre?». «Dice – continua Chiara – il decreto sull’ecumenismo del Concilio Vaticano II: “La Chiesa peregrinante è chiamata da Cristo a questa continua riforma di cui, in quanto istituzione umana e terrena, ha sempre bisogno”([1]). E, se osserviamo bene la storia della Chiesa, e in particolare gli anni in cui noi cristiani eravamo ancora uniti, vediamo che Gesù, con lo Spirito Santo, ha sempre pensato, voluto, orientato la sua Sposa verso una continua riforma, sollecitandone un costante rinnovamento. Per questo ha mandato sulla terra, di tempo in tempo, doni, carismi dello Spirito Santo che hanno suscitato correnti spirituali nuove o nuove Famiglie religiose. E con esse ha riofferto lo spettacolo, in uomini e donne, di una vita evangelica totalitaria e radicale». E conclude: «Carissimi fratelli e sorelle, l’abbiamo capito: il tempo presente domanda a ciascuno di noi amore, domanda unità, comunione, solidarietà. E chiama anche le Chiese a ricomporre l’unità lacerata da secoli. E’ questa la riforma delle riforme che il Cielo ci chiede; è il primo e necessario passo verso la fraternità universale con tutti gli altri: uomini e donne del mondo. Il mondo infatti crederà se noi saremo uniti. Lo ha detto Gesù: “Che tutti siano uno (…) affinché il mondo creda” (cf Gv 17,21). Dio questo vuole! Credetemi! E lo ripete e lo grida con le presenti circostanze che permette. Che egli ci dia la grazia, se non di veder realizzato tutto questo, almeno di prepararlo[2]».
[1] Unitatis Redintegratio
6.
[2] Chiara Lubich, Il dialogo è vita, Città Nuova Editrice, R
oma, 2007, p.37, 43-44
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