Mar 2, 2016 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
L
a pace come prerequisito a qualsiasi altra azione in favore della Siria: è questo il pensiero di mons. Samir Nassar, arcivescovo maronita di Damasco, presente al convegno dei Vescovi amici dei Focolari dal 23 al 26 febbraio a Castelgandolfo, alla vigilia del cessate il fuoco nel Paese. Per mons. Nassar è la seconda volta sui colli romani per questo appuntamento: e «la prima mi ha dato così tanto che ho deciso di tornare – ha raccontato -. Vengo da Damasco, luogo tormentato dalla violenza e dalla guerra: e questo è un soggiorno che mi permette, con i miei fratelli vescovi e l’attenzione dei Focolari, di vedere più lontano, avere una visione più globale sull’avvenire del mondo, della Chiesa, dei cristiani in Medio Oriente. Quindi è un sostegno fraterno che questo soggiorno mi dà per la vita della mia diocesi». Di fronte alla situazione di guerra che il suo Paese vive, mons. Nassar ribadisce con forza che «la Chiesa di Siria si rifiuta di morire e si aggrappa alla speranza, fatta di segni concreti. Nel 2015 ad esempio abbiamo iniziato a costruire tre cappelle proprio nel momento in cui la gente se ne andava, per dare fiducia ai fedeli nei quartieri periferici in cui la gente non viene più fino alla cattedrale per questioni di sicurezza. Manteniamo la speranza anche attraverso le vocazioni: ci sono giovani preti e seminaristi che arrivano, ed anche questo è un segno di vitalità e speranza per l’avvenire».
L’arcivescovo ha avuto parole di ringraziamento anche per l’opera del Movimento dei Focolari, che continua ad essere presente in Siria nonostante il conflitto: «Davvero il Movimento, in particolare per quel che io vedo a Damasco, fa un lavoro eccellente con giovani, famiglie e bambini – ha affermato – . Incoraggia la gente a vedere il futuro con fede e speranza: e questo è un sostegno per tutte le comunità, un segno dello Spirito che ci aiuta a proseguire su questa strada». A questo proposito, l’arrivo annunciato di una nuova focolarina a Damasco «è un altro segno che in Siria c’è una Chiesa che guarda al futuro e non ha paura di morire. La vostra presenza è un segno di speranza e di rinnovamento e ve ne ringrazio molto». Un segno tanto più importante in un paese in cui «la gente è stanca, vive la guerra, la sofferenza, l’indigenza, e le notizie non sono incoraggianti. La nostra missione come Chiesa e come Focolari è dare coraggio». Riguardo alla comunità internazionale, infine, mons. Nassar constata con rammarico come «il mondo dice di interessarsi molto alla Siria, ma ciascuno lo fa a suo modo: tanto che alla fine nessuno fa veramente gli interessi del Paese». E lancia un appello: «Fermate la guerra. Se la guerra non si ferma, tutto ciò che facciamo è inutile. Riportiamo la pace e poi ricostruiamo tutto il Paese, cristiani e non: tutti i cittadini hanno perso e sofferto molto, e meritano la carità e l’amore della Chiesa. Come papa Francesco stesso dice: i poveri non hanno religione, importa solo l’uomo. Attendiamo prima di tutto dei passi verso la pace, il resto è secondario». (altro…)
Mar 1, 2016 | Chiara Lubich, Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«Quando la Segreteria ci ha comunicato che si trattava della laurea n. 100, ho pensato che non poteva che andare così. Ogni laurea ha segnato un momento importante del nostro percorso, ma il fatto che la centesima tesi fosse proprio quella di Akie Otomo, ci ha colpito molto!». A parlare è Judith Povilus, vice-preside dell’Istituto Universitario Sophia (IUS), che ha accompagnato il percorso di Akie Otomo e di Yukie Ohi, due studentesse del movimento buddhista Rissho Kosei-kai che hanno portato a termine il corso di laurea in Fondamenti e Prospettive di una Cultura dell’Unità. Yukie Ohi si è laureata nella sessione estiva, mentre lo scorso 11 febbraio è stata la volta di Akie Otomo. Il successo della sua ricerca è stato salutato da un applauso tra i più calorosi, a sottolineare l’apprezzamento della comunità accademica per il risultato della ricerca. Il soggetto della tesi, una comparazione tra “La Hoza nella Rissho Kosei-kai e la vita di unità nella spiritualità del Movimento dei Focolari”, è andato maturando in un clima di reciproco ascolto e accoglienza con l’attivo coinvolgimento delle due docenti che hanno seguito la candidata in qualità di relatrice e correlatrice, Anna Pelli, docente di Filosofia, e Antonella Deponte, docente di Psicologia. «Il punto focale è di grande interesse: si trattava di indagare come all’interno di realtà aggregative diverse, come la Rissho Kosei-kai e il Movimento dei Focolari, pulsi un analogo ritmo di vita: la comunione. E ciò ponendo in atto due singolari pratiche: da una parte la Hoza, caratteristico “circolo di compassione”, costituito da un gruppo di persone che si ritrovano per condividere i loro problemi personali e trovare aiuto reciproco alla luce degli insegnamenti di Buddha; e dall’altro, la “comunione spirituale” guidata dalle Parole del Vangelo, in cui si rende possibile la condivisione delle esperienze vissute, per camminare insieme verso Dio». Man mano che il lavoro procedeva, si è fatto sempre più chiaro che esso poteva essere compreso solo se collocato nell’alveo di quella profetica esperienza di dialogo scaturita dall’incontro tra Nikkyo Niwano e Chiara Lubich, figure eminenti del XX secolo: il primo, leader buddhista, fondatore della Rissho Kosei-kai, unico osservatore non cristiano al Concilio Vaticano II; e la seconda, personalità del mondo cattolico che ha ispirato un movimento mondiale di rinnovamento spirituale che ha saputo parlare a uomini e donne di fedi e culture diverse. Lungo gli anni, numerose similarità li hanno condotti a collaborare fattivamente a favore della pace e della comprensione reciproca tra gli uomini e i popoli, giungendo a farsi dono della propria peculiare esperienza di fede. Tra l’altro, la tesi documenta la corrispondenza epistolare intercorsa tra loro, riportandone alcuni brani che hanno permesso alla studentessa giapponese di soffermarsi in maniera sorprendente su alcuni capisaldi della cultura dell’unità, che, a suo avviso, aprono profondi spazi di dialogo e di condivisione.
«È su questa radice – commenta la prof. Pelli – che ha preso forma l’intuizione da cui Akie è stata guidata nella sua ricerca. Lungo il percorso, ciascuno ha visto incontrarsi il vero che abita in sé con il vero che abita nell’altro: abbiamo scoperto che tale incontro era qualcosa che in certo modo già ci apparteneva e che, allo stesso tempo, si apriva su prospettive più vaste. Sono convinta che tale esperienza è stata resa possibile grazie a quel luogo privilegiato che è Sophia, nel suo quotidiano tendere a far sì che vita e pensiero, ricerca intellettuale e approccio esistenziale si traducano in un sostanziale convergere verso il bene, attraverso il dono reciproco della nostra diversità». «Sono molto grata per il tempo che ho vissuto a Sophia – Akie ha concluso con queste parole la sua presentazione –. Non solo ho avuto modo di avvicinarmi di più al pensiero di Chiara Lubich che apprezzo molto, ma anche di conoscere più in profondità la vita e il messaggio di Nikkyo Niwano. Ora porterò avanti la ricerca. Vorrei impegnarmi sempre di più nella vita quotidiana affinché con il contributo di tutte le religioni possiamo portare al mondo armonia, unità e pace». Fonte: IUS online (altro…)
Feb 29, 2016 | Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
«Reinhard, un 55enne austriaco, ci racconta la sua esperienza: «Alcuni anni fa – durante il turno di lavoro alle poste –, vengo accoltellato da un giovane con disturbi psichici: sono 27 i colpi con cui mi ferisce. Il giovane ha smesso solo quando guardandolo negli occhi ormai certo di morire gli ho detto: “Io ti perdono”. Solo allora il giovane ha lasciato cadere il coltello che aveva tra le mani. Gli psicologi sostengono che non ho subito alcun trauma. Mi hanno dovuto operare, ho perso un polmone e cammino grazie alle stampelle, ma sono miracolosamente vivo. Sono in molti oggi che mi invitano a raccontare l’accaduto e il perché ho perdonato: insegnanti, sacerdoti, giovani, cristiani, musulmani e atei. Ho incontrato circa duemila persone finora. E ogni volta non posso non parlare dell’arte di Amare, perché da anni, compreso quel fatidico giorno, ogni mattina lancio il dado dell’amore. Tanti giovani, dopo gli incontri, mi chiedono di approfondire questo modo di vivere. Ogni volta che mi invitano è un’occasione meravigliosa per diffondere l’ideale della fraternità, la Regola d’oro, nella regione del Vorarlberg in cui vivo. Un giovane ateo, qualche tempo fa, mi disse: “Sai, a me la religione non interessa. Ma il tuo modo di vivere mi interessa moltissimo!”». (Feldkirch, Austria) «Una sera, al telefono, abbiamo sentito Lina, una nostra amica che abita a Damasco (Siria). Ci raccontava la difficoltà di vivere in un contesto di guerra: i rischi per i frequenti colpi di mortaio; le difficoltà dovute a carenza di cibo, acqua e vestiti; la continua mancanza di energia e di riscaldamento… insomma, lei non ci chiedeva nulla. Ma ascoltando le sue parole, sentivamo in cuore che quel grido di dolore non poteva rimanere inascoltato… anche se lontani, dovevamo fare qualcosa! Abbiamo subito condiviso questa idea con altri amici… Sin da subito, ci ha sorpreso la quantità di contributi che arrivavano… ciascuno contribuiva come poteva! Famiglie, giovani coppie, adolescenti, bambini, comunità, parrocchie, altre associazioni… Senza accorgercene, era partita una gara d’amore. Ad esempio, una signora ha venduto alcuni oggetti d’oro e ha condiviso l’equivalente in denaro; un ragazzo ha festeggiato il suo compleanno e al posto dei regali ha chiesto un contributo per i suoi fratelli siriani; una famiglia ha condiviso i risparmi di una vita perché “li conservavamo per una occasione speciale! Aiutare qualcuno, lo è!”… Insomma, in poco tempo, abbiamo raccolto €20.000! Grazie a questa cifra, abbiamo potuto aiutare tante famiglie siriane in difficoltà portando loro cibo, vestiti, beni di prima necessità… ma, soprattutto, abbiamo portato loro un abbraccio grande quanto il mondo facendoli sentire non abbandonati a sé stessi, ma parte di una grande famiglia!». (Rossana ed Emanuele, Italia) Fonte: United World Project (altro…)
Feb 28, 2016 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Dopo aver tratteggiato alcune sfide del mondo attuale – minaccia alla pace e ricerca dell’affermazione della propria identità – Maria Voce offre alcune riflessioni a partire dall’esperienza carismatica di dialogo proposta da Chiara Lubich. È il 26 gennaio, presso l’India International Centre di New Delhi. «Se cerchiamo di cogliere quali sono le caratteristiche specifiche che il dialogo del Movimento dei Focolari propone, la prima ci appare il suo fondamento. Chiara [Lubich] ci ha sempre insegnato a guardare Dio come Padre di tutti e, di conseguenza, a guardare ogni uomo e donna che incontriamo come figlio o figlia sua, e dunque come fratello o sorella nostra. Lei stessa lo rivelava, scrivendo alle sue compagne già nel 1947: “Puntare sempre lo sguardo sull’ unico padre di tanti figli. Poi, guardare le creature tutte come figli dell’unico Padre. Oltrepassare sempre col pensiero e con l’affetto del cuore ogni limite posto dalla natura umana e tendere costantemente, per abitudine presa, alla fratellanza universale in un solo Padre: Dio”[i]. Ricordo con quale gioia Chiara ci ha riferito il commento della nostra carissima sorella, la prof. Kala Acharya, dopo il loro incontro in India nel 2001: “Ognuno era cresciuto chiuso fra le proprie mura ad ammirare il proprio giardino, senza sapere che dall’altra parte di queste mura altissime, ci sono bellissimi giardini da contemplare. È l’ora di buttare giù queste mura e scoprire il giardino dell’altro”. Se questo è il fondamento, il metodo del dialogo che Chiara ci insegna non può essere che l’amore! È un dialogo tra fratelli, quindi un dialogo tra persone, non tra ideologie o sistemi di pensiero. È un dialogo che deve necessariamente essere sostenuto e sostanziato dalla misericordia, dalla compassione, dalla carità, così com’è sintetizzata nella Regola d’Oro [Fai agli altri tutto quello che vorresti gli altri facessesro a te]. L’amore e la misericordia, messe alla base del dialogo, non solo ci permettono di vedere chi ci sta accanto in una nuova luce, ma ci fanno scoprire la diversità, qualsiasi essa sia, come un dono. “Chi mi sta vicino – diceva Chiara – è stato creato in dono per me ed io sono stata creata in dono per chi mi sta vicino. Sulla terra tutto è in rapporto d’amore con tutto: ogni cosa con ogni cosa. Occorre però essere l’Amore per trovare il filo d’oro fra gli esseri”[ii]. Attualmente i contatti, in virtù delle grandissime possibilità offerte dai mezzi di comunicazione, si moltiplicano, ma divengono brevi, effimeri, privi di senso, mentre si frantumano o diminuiscono le relazioni. Solo quando si inserisce nel rapporto io-tu un amore che supera la dimensione puramente naturale, i contatti si possono trasformare in relazioni, cioè possiamo costruire reti di fraternità vera. Ed in questo la religione è chiamata in causa per dare un senso, un’anima, delle risposte vere e soddisfacenti all’umanità confusa, traumatizzata e smarrita di oggi. Ed abbiamo costatato in questi anni il ruolo insostituibile delle religioni per portare i loro seguaci a riconoscersi reciprocamente, a rispettarsi, a collaborare e a diventare protagonisti nel costruire un mondo di pace, dove regnino la giustizia ed il rispetto per la persona umana. Anche Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, ha vissuto ed ha contagiato quanti a lei si ispirano in questa straordinaria avventura, nella quale non basta un amore qualunque, ma è necessario imparare un’arte, come lei stessa l’ha definita: l“arte di amare”. (…) Se tutti viviamo questa “arte”, attueremo anche alcuni principi indispensabili nel dialogo fra le religioni. Ne cito alcuni: Unità nella diversità. È necessario che ogni religione sia accolta in pieno rispetto di tutto ciò che essa considera sacro, secondo la sua tradizione. Proselitismo e sincretismo sono incompatibili con la pace. (…) Reciprocità nei rapporti. Nella condivisione della spiritualità vissuta ciascuno è arricchito non solo senza pericolo di compromettere la propria fede, ma con la possibilità di approfondirla.(…) Uguaglianza nella comune dignità umana. È la chiave per qualsiasi rapporto armonioso di collaborazione nel costruire società democratiche fondate sulla pace. Molti sanno come il carisma di Chiara, può essere riassunto in una sola parola: unità. È la vocazione specifica dell’intero Movimento che s’impegna a viverla quest’anno, nel mondo intero, con particolare intensità: lavorare, impegnarsi su tutti i fronti per contribuire a costruire un mondo unito, a portare l’unità, la pace e la reciprocità in ogni ambiente. Lo esige la fedeltà al nostro Carisma, a quella prima intuizione che Chiara così esprimeva fin dal 1946: “Nel nostro cuore una cosa è chiara: l’unità è ciò che Dio vuole da noi. Noi viviamo per essere uno con Lui e uno fra noi e con tutti. Questa splendida vocazione ci lega al Cielo e ci immerge nella fraternità universale. Niente di più grande. Per noi, nessun ideale supera questo”[iii]». New Delhi, 20 gennaio 2016 [i] C. LUBICH, L’arte di amare, Città Nuova, Roma 2005, p. 29 [ii] C. LUBICH, Scritti Spirituali 1, “L’attrattiva del tempo moderno”, Città Nuova, Roma 1978, 140. [iii] C. Lubich, L’unità e Gesù Abbandonato, Città Nuova, Roma 1984, p. 28. (altro…)
Feb 27, 2016 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«Con il cessate il fuoco, una notte di calma avvolge tutta la città di Aleppo». Scrive Pascal Bedros, focolarino di Aleppo. «Fino all’ultimo momento nessuno si aspettava che andasse in porto. È un primo mattone per costruire la Pace con il dialogo. Grazie a Dio e agli uomini di buona volontà per questo dono. Un bel dono a tutti i bambini che hanno dormito una notte tranquilla tra le braccia dei loro genitori. Questo week end ci riuniremo ad Aleppo, dopo parecchio tempo in cui non è stato possibile farlo, per un convegno di approfondimento della spiritualità dell’unità dei Focolari, che ci ha tenuto vivi in questi lunghi anni e che illumina anche il nostro impegno sociale». Il cessate il fuoco in Siria, il primo dall’inizio del conflitto nel 2011, negoziato da Russia e Stati Uniti, è entrato in vigore dalla mezzanotte del 26 febbraio. I colloqui di pace potrebbero riprendere il 7 marzo, se la tregua tiene, come annunciato dall’inviato speciale delle Nazioni Unite Staffan De Mistura. Testimonianza della comunità dei Focolari in Siria (maggio 2015) https://vimeo.com/126724992 (altro…)
Feb 26, 2016 | Focolari nel Mondo
Scarica il call for papers Nel 1996 Chiara Lubich veniva insignita del dottorato h.c. in Scienze Sociali per aver offerto un forte impulso alla comprensione del dialogo come fattore-chiave per la costruzione e il mantenimento della pace e dell’unità della famiglia umana. Oggi, alla luce di questa esperienza, la teoria e la prassi del dialogo – nota specifica del “carisma dell’unità” di Chiara Lubich – sono un cardine della vita di molte persone di culture e religioni diverse. In un mondo dove le differenze etniche e religiose spesso conducono a conflitti violenti, la diffusione del carisma di Chiara Lubich ha contribuito al dialogo costruttivo tra persone, generazioni, classi sociali e nazioni. Da qui l’idea, promossa dall’Università Cattolica di Lublino, l’Istituto Universitario Sophia di Loppiano insieme al Centro per il dialogo con la cultura del Movimento dei Focolari, di un convegno a partire dall’analisi dei significati di dialogo. Si svolgerà il 3 e 4 giugno prossimi a Lublino, a partire dal call for papers diffuso in questi giorni, e al quale rispondere entro il 30 marzo. I promotori invitano tutti gli interessati a proporre contributi originali che esplorino, da diverse prospettive e pratiche, i percorsi verso il rispetto, la gestione delle differenze, la comprensione reciproca, la risoluzione dei conflitti e la costruzione della pace. Sono state identificate 5 aree di interesse. Sarà data preferenza a quei contributi che offrono un approccio multidisciplinare, provenienti da psicologia, economia, pedagogia, politologia, sociologia e scienze della comunicazione. Le proposte di intervento dovranno avere la caratteristica di colmare il divario tra teoria e pratica. Saranno selezionati solo papers inediti, che portino un valore aggiunto alla comprensione teorica e pratica di conflitto e dialogo. Per registrarsi e per proporre un paper, scrivere a: congresslublin2016@gmail.com AREE TEMATICHE:
- Il dialogo nelle comunità: tra carisma e istituzione
- La risoluzione dei conflitti attraverso il dialogo
- Gli attori del cambiamento politico e i processi di partecipazione
- I processi individuali, interpersonali e intergruppo nella gestione e nella prevenzione dei conflitti
- Il dialogo tra le discipline e la transdisciplinarietà
È possibile intervenire al convegno con un proprio contributo, rispondendo al seguente call for papers entro il 30 marzo. Tra i relatori principali al convegno:
- Adam Biela, prof. di psicologia e sociologia (Università Cattolica di Lublino Giovanni Paolo II, Polonia)
- Catherine Belzung, neurobiologa (Università François Rabelais di Tours, Francia)
- Mauro Magatti, sociologo (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano, Italia)
- Katarzyna Olbrycht, pedagogista (Universita di Silesia, Katowice, Polonia)
- John Raven, prof. di psicologia (Università diManchester, Scozia Università Cattolica di Lublino Giovanni Paolo II, Polonia)
- Marina Santi, pedagogista (Università di Padova, Italia)
- Bogusław Śliwerski, pedagogista (Presidente del Comitato di Scienze Pedagogoche PAN, Polonia)
- Krzysztof Wielecki, sociologo (Università Cardinal Stefan Wyszynski, Varsavia, Polonia)
- Stefano Zamagni, economista (Università di Bologna, Italia)
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