Lug 12, 2014 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Una scia nel cielo. È il titolo della docu-fiction che racconta l’appassionante storia di Vincenzo “Eletto” Folonari, giovane rampollo di una ricca famiglia italiana, che lascia tutto per seguire Gesù. “Ho scelto Dio e nessunissima altra cosa” è una delle sue frasi celebri. http://vimeo.com/100491503 Dalla presentazione:
«Era giovane. Ricco. Bello. Aveva tutto quello che alla sua età si può desiderare. Ma Vincenzo guardava lontano, voleva di più dalla sua vita. Conobbe lo spirito dei Focolari, lasciò ogni cosa per un ideale: la fraternità universale. Sparì in un giorno d’estate, tra le onde del lago di Bracciano. Ma la sua morte non fu vana. Fu la spinta per la nascita del Movimento Gen. Giovani, ragazzi, bambini presenti oggi in 182 Paesi del mondo. Era quello il suo sogno. Si chiamava Vincenzo. Ma per tutti era Eletto». Per l’acquisto del dvd (disponibile in varie lingue): http://editrice.cittanuova.it/s/38125/Una_scia_nel_cielo.html (altro…)
Lug 11, 2014 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Avviare l’attività produttiva non è stato facile. Difficoltà economiche che non permettono di lasciare un reddito sicuro, finché arriva il momento giusto, e Donatella Paolini Baldi ce la fa: «Il numero delle famiglie di api e il quantitativo di miele prodotto è aumentato – racconta – al punto da permettermi di chiedere la partita Iva, fare le varie iscrizioni, costituire una vera e propria aziendina, lasciare l’altro lavoro e avere un piccolo reddito come apicoltrice». “Miele di spiaggia” profumato e aromatico è il prodotto forte della sua piccola impresa, realizzato con l’aiuto dell’Ente di un parco naturale regionale toscano: una qualità particolare che ha anche ricevuto dei premi. Inserita nei Gruppi di acquisto come fornitore di miele, fa parte anche del “distretto di economia solidale”: un patto tra organizzazioni, gruppi di acquisto, produttori e cittadini (consumatori) che mira a rendere sostenibile produzione e consumo. Si tratta di una rete di aziende con finalità simili, che guardano sempre più alle produzioni locali con pochi intermediari, alle energie rinnovabili, alle coltivazioni biologiche, e propone una serie di servizi e prodotti ad alto contenuto sociale ed etico.
Lo stile dell’Economia di Comunione permea tutta l’attività della piccola azienda produttrice di miele: autotassandosi quando – nonostante la buona produzione – non è stato possibile pagare entrambi gli stipendi (il proprio e quello di Pietro, un giovane collaboratore). O resistendo al “canto delle sirene” quando alle porte di un bando regionale per i contributi all’apicoltura, le viene proposto un escamotage per ottenere maggiori vantaggi. «Ho molto sofferto pensando al materiale che potevo avere gratis – racconta Donatella – o meglio a spese della comunità e immaginato la derisione dei miei colleghi, ma ho detto un no sofferto, ma no! Parlare di correttezza è facile, ma andare contro-corrente è “duretta”. L’azienda è poi risultata idonea al contributo ed è stata interamente finanziata, contenta che questo mio comportamento abbia reso finanziabili apicoltori (ignari) inseriti dopo di me in graduatoria». Nella “mieleria” di cui si avvale per l’estrazione del miele, l’imprenditrice viene a contatto con G., un operaio che sta finendo di scontare lì la sua pena. «Pur rassicurata dal responsabile della struttura, dall’assistente sociale e dall’avvocato, mi era molto difficile accettare di passare insieme a lui da sola molte ore di lavoro. Prima di conoscerlo mi avevano infatti raccontato con dovizia di particolari i suoi trascorsi di pluriomicida… Quando me lo sono trovato davanti, alto e robusto, gentile e servizievole, questo muro continuava ad essere presente tra me e lui». Finché un giorno G. ascolta una telefonata. «Stavo parlando con un amica che si sfogava con me cercando comprensione e aiuto. Cercando di sostenere in lei alcuni comportamenti: vederci nuovi tutte le mattine, vedere il positivo l’uno nell’altro. G. aveva afferrato bene il senso delle mie parole tanto che mi ha ringraziata. Il suo grazie mi è stato di luce…». E ancora, puntuali interventi provvidenziali, letti come azione del “socio nascosto”, Dio, al quale Donatella e il suo collaboratore Pietro si affidano continuamente. «Un anno particolarmente difficile per il freddo e l’intensa pioggia ha compromesso le fioriture e quindi la produzione di miele. Tra gli apicoltori c’è un tam tam di telefonate. In questo clima, S. apicoltore che con il suo lavoro mantiene la famiglia, mi telefona piangendo. Non sa cosa fare, è disperato. Cerca una fioritura importante come quella del girasole, ma non sa dove poterla trovare. Gli dico di stare tranquillo e di avere fiducia. Sfido la ritrosia, cerco e trovo dei campi che… confinano con 10 ettari di girasole. Possiamo mettere le casette delle api nel suo terreno poi loro voleranno sul girasole del vicino, contento di collaborare. Non so se avremo abbondante produzione di miele, ma il chiedere e il dare hanno proprio la stessa valenza». (altro…)
Lug 9, 2014 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
http://vimeo.com/album/2915095/video/98153073 L’imprenditore è uno che insegue un’idea produttiva. Quella di John Mundell, di Indianapolis (USA), è piuttosto originale. L’azienda di questo ingegnere civile, nella quale lavorano 19 collaboratori, aderisce al progetto dell’Economia di Comunione (EdC). Nel mondo ci sono circa un migliaio di aziende che aderiscono a questo modo di agire evangelico nell’ambito economico, con una forte presenza in Europa e con una notevole crescita nelle regioni dell’America Latina e dell’Africa. La semplice ma vincente idea lanciata da Mundell si chiama “The Company Cube” (Dado per le aziende). Si tratta di un simpatico strumento che aiuta a vivere in modo pratico lo stile di vita proprio dell’Economia di Comunione. The Company Cube, è un modo pratico per ricordare i valori che creano un ambiente di lavoro fondato sul mutuo rispetto, sull’impegno e la responsabilità condivisa. Non solo, punta più in alto, e cioè si propone come un quotidiano “modus operandi” per attuare dei cambiamenti sociali mediante decisioni centrate sulla persona. E come funziona? “Prendi il dado e… gettalo – spiega John Mundell –. Leggi la faccia che esce e prova a viverlo nel tuo posto di lavoro. A fine giornata pensa a come è cambiato il tuo agire e condividi la tua esperienza: Gettalo, Leggilo, Vivilo, Condividilo. Sperimenta i risultati sorprendenti!”. Ma cosa c’è scritto sulle facce del dado? Costruisci (rapporti ogni giorno!), Aiuta (con azioni, non solo parole!), Condividi (conoscenze, tempo, te stesso!), Valorizza (ogni persona, ogni idea!), Sii Primo (ad aiutare gli altri!), Controcorrente (possono essere amici!). A proposito di “Controcorrente”, una collega racconta: “Quando ho scoperto che una mia concorrente aveva vinto un progetto per il quale tutti e due avevamo mandato una proposta, l’ho chiamata per complimentarmi con lei. È stata molto sorpresa della telefonata. Durante la conversazione mi ha spiegato quello che aveva preparato, fornendomi così un utile suggerimento per un mio nuovo progetto”. Nell’agosto del 2013, durante un congresso internazionale dell’EdC svolto a Città del Messico, dal titolo “Persona e comunione, per una rifondazione dell’Economia”, John Mundell ha lanciato “The Company Cube” nella sua versione in spagnolo: “El cubo de la Compañía”. Per saperne di più: The Company Cube (altro…)
Lug 8, 2014 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«La solitudine, nel silenzio, non spaventi: essa è fatta per proteggere, non per spaurire. Comunque, si sfrutti anche un tal soffrire. La grandezza massima del Cristo è la croce. Mai fu tanto vicino al Padre e tanto vicino ai fratelli come quando nudo, ferito, gridò dal patibolo: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Con quella sofferenza redense: in quella frattura ricongiunse gli uomini con Dio. Quindi non si pensi che le sofferenze, immancabili anche in questa fase di sosta, siano d’intralcio: sono di stimolo. Quindi […] ascolta quella Voce, per avviarti a colloquiare: una Voce che sale dal profondo della tua anima e cala dall’altezza dei cieli. Non sei assuefatto ad ascoltarla e perciò, nei primi incontri, ti parrà che sfugga, quasi vi s’interponga una parete spessa o una lontananza cosmica. Ed è che viene dall’intimo tuo e tu sei abituato ai rumori che vengono dal di fuori. Viene dai pianeti, dal sole, dalla natura […] e trasporta una voce profonda: quella dell’autore del cielo e della terra. […] Mettiti ad ascoltare. Mettiti a contemplare, dentro il silenzio nel quale Dio parla. È questa, nella giornata della vita, l’ora serale della contemplazione, quando le creature si raccolgono a fare il bilancio del lavoro compiuto e predispongono l’azione del domani: un domani affondato nell’eternità. […] Distacco dal mondo, dunque, e attacco a Dio: non separazione perciò dagli uomini, in quanto fratelli, componenti della stessa famiglia divina e umana. Ad essi giova il tesoro d’esperienze di chi ha passato l’esame della vita: ma sopra tutto giova quella saggezza, che in religione si chiama santità. Il mistico immette per le arterie del Corpo mistico le virtù della contemplazione: germi di divino, che si espandono per il corpo sociale. Questo ne ha bisogno come non mai. […] Allora ci […] si distacca dalle creature per ritrovarle in Dio, dove non si separano più. Messo il Signore – la Trinità – a vivere in te, col suo amore ami le creature: e amarle è unirsi a loro. […] E siccome Dio è nella quiete, questa si raggiunge più facilmente nella distensione di spirito e possibilmente di corpo di questo periodo, cercando la distensione nello stabilir pace con tutte le creature, perdonando e dimenticando, sì che il pensiero su nessuna si fermi turbandosi, ma tutte aduni nella casa del Signore comunicandosi. […] In questa stazione ci s’incontra con animosi compagni di viaggio, i quali, messi di fronte al dilemma: l’Eterno o il mondo?, scelsero, con sbalordimento di parenti e scandalo di conoscenti, l’Eterno. Essi fecero dell’opera assegnata loro nel tempo una marcia d’appressamento – quasi d’assalto – all’Eterno e strapparono brani di cielo: così diedero alle generazioni una idea dell’Infinito. Paolo, Agostino, Bernardo, Francesco. Tommaso, Dante, Caterina… E poi Giovanni della Croce e Teresa e Pascal e Newman e Manzoni…[…] La meditazione dei loro scritti – sino all’assimilazione – avvia l’anima alla divinità. Si scala la vetta con loro, che sanno la strada, e forniscono strumenti. E la vetta è il soggiorno della pace e anche della gioia, perché sfiora il paradiso». (Stralci da “Città Nuova” XXIII/13 10 luglio 1979, pp.32-33) (altro…)
Lug 7, 2014 | Chiara Lubich, Chiesa, Cultura, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
“La Bibbia che il mondo più legge è quella che vede in noi”. Con queste parole, il vincitore del Premio “Luminosa per l’Unità 2014”, il Rev. John Armstrong, ha sfidato il pubblico nel corso di una tavola rotonda il 21 giugno presso la Mariapoli Luminosa (Hyde Park, NY). “Come si può capire la Bibbia quando i cristiani sono divisi tra loro? – ha insistito –. Se la gente potesse leggere in noi cristiani, il messaggio fondamentale del Vangelo, “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi” (Gv 13,34), ne capirebbe la sua essenza”. Il Rev. John Armstrong è il fondatore della ACT3network (Advancing the Christian Tradition in the Third Millennium). Il suo ministero ha avuto inizio con un focus sul rinnovamento spirituale, ma poi si è aperto a ciò che egli chiama “ecumenismo missionario”, soprattutto tra i cristiani evangelici. Nel discorso di accettazione del premio, ha citato la fondatrice dei Focolari, Chiara Lubich: “Nel cristianesimo, l’amore è tutto”. E ha aggiunto che “Se i cristiani credono veramente a questo amore puro, la conseguenza è la presenza di Gesù in mezzo a loro (Mt 18,20)”. Secondo lui è in questa ottica che si può sperare nel rinnovamento non solo della teologia e dell’ecumenismo, ma anche dei vari ambiti dell’attività umana. “Il nostro business – ha affermato – è quello di vivere il Vangelo in comunità; di essere uniti dallo Spirito per mezzo del vincolo della pace”. Nella tavola rotonda, “Come possiamo testimoniare il comandamento nuovo?”, i quattro relatori hanno condiviso le loro storie personali nel campo ecumenico. Padre John Crossin, direttore del Segretariato per gli affari ecumenici e interreligiosi della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti, ha invitato a concentrarsi sulla missione che accomuna i cristiani, piuttosto che guardare alle cose che ci dividono. La Rev. Elizabeth Nordbeck, ministro della Chiesa Unita di Cristo e docente della “Andover Newton Theological School” (Massachusetts), ha condiviso quattro storie ecumeniche. Tutti sottolineavano che l’amicizia e la fiducia precedono il dialogo ecumenico e che molto spesso questi rapporti fraterni aiutano a “portare avanti insieme delle iniziative condivise”. “Tendiamo spesso a rifiutare le cose che non conosciamo o ci suscitano paura – ha affermato Nordbeck –. Invece, abbiamo bisogno dell’altro per imparare ad aprire la mente”. Il Rev. Bud Heckman, direttore della Fondazione El Hibri ed ex direttore esecutivo delle Religioni per la Pace degli USA, ha evidenziato la necessità di sapere dialogare con chi non si identifica con una chiesa particolare. I tempi sono cambiati: “Quando sono cresciuto in una piccola cittadina dell’Ohio, eravamo tutti cristiani – ha ricordato -. Un ragazzo dall’altra parte della strada non è venuto alla mia chiesa: ‘Sei cristiano?’, gli chiesi. ‘No, io sono cattolico’, è stata la sua risposta”. Avere un cattolico come amico era un’eccezione. Nel 1990, l’86% della popolazione degli Stati Uniti si diceva cristiana; nel 2001, questo numero è sceso al 76%. Entro il 2050, meno della metà della popolazione sarà cristiana. Il gruppo di chi non ha una fede particolare è, invece, in crescita. “C’è bisogno della testimonianza dell’amore reciproco anche tra le religioni, con i fatti, e non solo a parole – ha incalzato –, perché sono l’esperienze vissute quelle che incidono su di noi”. Ha ricordato, poi, il congresso nel 2004 del Parlamento delle Religioni per la Pace in Spagna, quando la comunità Sikh ha offerto ai presenti dei piatti vegetariani: “Alla fine ognuno ricordava l’ospitalità, la costruzione di relazioni, anziché i discorsi fatti”. Le diversità di opinioni e convinzioni, secondo Armstrong, non dovrebbero impedire il dialogo: “Non pretendo che l’altro sia d’accordo con me, altrimenti non sarebbe dialogo. Si tratta, invece, di tenere le porte aperte all’altro e allo Spirito che lavora”. Con il Premio Luminosa per l’Unità, dal 1988 i Focolari mettono in evidenza persone o associazioni che hanno dato un contributo significativo all’unità tra le chiese cristiane, tra le grandi religioni e con le persone di buona volontà. Fonte: Living City (altro…)
Lug 6, 2014 | Centro internazionale, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Dio mi ama immensamente», «Dio ci ama immensamente». Dirlo, predicarlo negli anni ’60 del secolo scorso aveva sapore di novità, perfino un po’ sovversiva. Lo si sapeva in certo modo, ma non era più così presente nella vita personale e comunitaria dei “buoni” cristiani. Questa scoperta che caratterizza gli inizi della spiritualità dell’unità e dell’esperienza di Chiara Lubich e delle prime compagne viene riproposta dall’autore come il fondamento stesso della vita cristiana, anche nelle sue espressioni più tipiche della preghiera e del seguire Gesù nella vocazione alla quale si è chiamati. Non solo: è una verità che nutre e permea anche i rapporti sociali, come il lavoro. E ci fa capaci di portare Dio al mondo, a tutti coloro che incontriamo. «Ricordo l’impressione profonda che anche in me ha suscitato questo annuncio: ne ho percepito l’importanza fondamentale, la novità, direi, per me assoluta. Nondimeno, a distanza di anni, viene da chiedersi: quanto ne sono stato realmente cosciente? Quanto ne ho compreso pienamente la portata? La nostra comprensione di Dio e del suo agire si lega infatti spesso a determinate nostre prospettive, si misura sul nostro limitato sentire, si esprime attraverso nostre particolari categorie di pensiero. Può accadere allora che, sentendoci talvolta imperfetti e quindi tanto poco degni dell’amore di Dio, trasferiamo, in certo modo, questa nostra percezione in Dio e finiamo per credere che egli non può amarci, o, al più, può amarci solo parzialmente. In realtà non è così. Dio ci ama sempre, infinitamente, e il suo amore ci è vicino e ci sorregge in ogni istante del nostro cammino. Se vogliamo tratteggiare per immagini le caratteristiche dell’amore di Dio, la prima che balza in evidenza è un’immagine familiare alla Sacra Scrittura e presente in molti autori spirituali: Dio ci ama come lo sposo ama la sua sposa. Egli, simile a colui che è perdutamente innamorato, ama al di là del valore stesso della persona amata; la ama cioè a tal punto da vedere che in lei tutto è bello, tutto è positivo, tutto comprensibile, perfino le sue deficienze che, seppur viste, vengono tuttavia trascese e sublimate dall’amore. Ma vi è un’immagine che, in maniera altrettanto efficace, dice l’amore di Dio verso di noi. È l’immagine dell’amore di una madre la quale, qualunque sia la situazione in cui il figlio si trova, fosse anche la più dolorosa e riprovevole, è sempre pronta ad aspettarlo, ad accoglierlo, dimentica di tutto. Perché così è l’amore materno: inestinguibile, essenziale. […] Quando si giunge ad attingere, anche solo per un istante, la realtà di un simile amore, allora tutto si trasforma: la vita che ci è data, il mondo che ci circonda, ogni circostanza lieta o triste: tutto acquista il timbro di un dono personale di Dio per me che mi vuole santo come lui è santo (cf. 1Pt 1, 16). Questo è il fondamento di tutta la vita cristiana: questo amore di Dio per ciascuno, di Dio al quale dobbiamo ridonarci rispondendogli in maniera totale». Pasquale Foresi, Luce che si incarna. Commento ai 12 punti della spiritualità dell’unità, Città Nuova editrice, 2014 pp. 29-30 (altro…)