Apr 2, 2014 | Chiara Lubich, Chiesa, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo

Il Patriarca Zakka I Iwas. Incontro ecumenico Vescovi 2008
«Ho avuto la grande fortuna di salutare questo grande Patriarca varie volte, sopratutto ultimamente quando ero in Libano. Andavo alla Divina Liturgia ad Atsciane dove si trovava in quel tempo Sua Santità. Sempre ci dava la sua benedizione e varie volte ci ha detto: «Chiara Lubich è una grande donna, un grande dono di Dio». Era una gioia per lui poter salutare tutti i partecipanti alla Divina Liturgia e ci accoglieva nel salone della Chiesa.
L’ultima volta ho accompagnato il vescovo Armando Bortolaso dal Patriarca per invitarlo al convegno dei Vescovi amici del Movimento dei Focolari del Medio Oriente. Il Patriarca stava molto male, ma ha voluto accoglierci ugualmente. Con fatica ha aperto gli occhi e ha detto: «Salutami tanto il Santo Padre, prego per lui». Ci è tornato alla mente quel settembre 2008, quando 30 vescovi di 13 Chiese, amici del Movimento, si erano radunati per il loro 27° convegno ecumenico in Libano. Erano andati a visitarlo, e lui li aveva accolti con squisita ospitalità. Aveva espresso il suo amore per il Focolare e per Chiara Lubich dicendo: «Noi diciamo beata questa donna. Vediamo che il suo lavoro è proprio benedetto dallo stesso Spirito Santo».

Il Patriarca Zakka I Iwas nel focolare di Córdoba (Argentina)
Nei suoi viaggi nel mondo, il Patriarca Zakka I Iwas si è incontrato varie volte con persone del Movimento dei Focolari. Nel 1984 quando è venuto per firmare la Dichiarazione comune con Giovanni Paolo II l’ha salutato anche i componenti del “Centro Uno”, la segreteria dei Focolari per il dialogo ecumenico. Nel 1992, durante un viaggio in Argentina, ha desiderato visitare il focolare di Córdoba .
Tra i fedeli della nostra Chiesa era molto amato e stimato, conosciuto per la sua sapienza. Con la sua mitezza e amore ha lavorato instancabilmente per costruire la Chiesa nel vero senso della parola. Ha scritto più di 30 libri sui Padri della Chiesa, sui dogmi della Chiesa e sulla liturgia. In 8 tomi sono raccolti i suoi più celebri insegnamenti e omelie dette in varie occasioni. Era davvero un grande apostolo e maestro.
Nato a Mussul nel 1933 è entrato nel 1946 nel convento di Mar Afram, per poi diventare sacerdote nel 1954. Con un’anima accesa per l’ecumenismo ha partecipato al Concilio Vaticano II nel 1962 come osservatore.
È stato eletto Patriarca all’unanimità dal Santo Sinodo nel 1980. Aveva tanto a cuore la Chiesa. Quando ha incontro Papa Giovanni Paolo II nel 1984, sono stati fatti passi storici, in particolare sulla cristologia.
Il suo corpo è stato accompagnato per l’ultimo saluto il 28 marzo 2014 a Damasco.
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Apr 1, 2014 | Centro internazionale, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Situata in una zona dove sono evidenti i segni della povertà, pur dignitosa e in fase di sviluppo, la Cittadella ha una caratteristica a sfondo sociale che viene in rilievo soprattutto con la scuola per bambini e adolescenti e con il Polo imprenditoriale ispirato all’Economia di Comunione. Sempre più attuale si rivela la funzione delle cittadelle, bozzetti di città, sognati da Chiara Lubich sin dai primi anni Sessanta, per mostrare che un mondo migliore, un mondo unito è possibile. Tra le oltre 20 sorte nel mondo, c’è proprio la Mariapoli Santa Maria, il cui terreno Chiara aveva visto durante il suo terzo viaggio in Brasile, nel 1965. La Scuola, che porta lo stesso nome, Santa Maria, è attiva da quasi 50 anni. Ha formato ormai molte generazioni. Attualmente 10 dei suoi insegnanti e operatori sono ex-allievi. Altri hanno intrapreso le più varie professioni e raggiunto anche posizioni di responsabilità. Ma più di tutto sono restati in loro i valori trasmessi che costituiscono un progetto di vita: la cultura della condivisione, l’arte di amare, i fondamenti dell’educazione alla pace. È quanto il corpo docente presenta a Maria Voce e a Giancarlo Faletti, in visita alla Scuola dopo la festosa accoglienza dei più piccoli che si esibiscono nell’orchestra “Talenti a servizio della pace”.
La maggioranza delle famiglie degli alunni, circa 300 su 500 studenti, ha un reddito basso. Economicamente la scuola si regge sulla solidarietà nazionale e internazionale, attraverso i progetti di Azione per Famiglie Nuove e AMU. Le prime lezioni per imparare a leggere e scrivere sono state offerte agli operai che lavoravano alla costruzione della Mariapoli, poi la richiesta per i loro figli…Ora il metodo pedagogico di questa scuola si sta diffondendo anche in altre scuole della regione e in altri ambiti educativi. A pochi chilometri di distanza, su un ampio terreno, sorge il Polo Imprenditoriale Ginetta. Ad attendere Maria Voce e Giancarlo Faletti il gruppo di gestione del Polo, imprenditori, azionisti, e studiosi dell’Economia di comunione, che si sono avventurati a realizzare i vari aspetti del progetto di Economia di Comunione nel Pernambuco. Presentano successi e sconfitte. Giancarlo Faletti richiama l’ispirazione iniziale di Chiara, avvenuta proprio qui in Brasile nel 1991. Maria Voce esprime gratitudine per l’impegno assunto in spirito di gratuità. Poi la visita ai capannoni dove sorgono due imprese, la prima dedita alla fabbricazione di borse e accessori, l’altra di mobili, nate da poco con tutti i rischi per la grande concorrenza. Storie sorprendenti: la passione per questo progetto a sfondo sociale fa superare ogni difficoltà. Per l’apporto dato dalla Mariapoli e in modo speciale dalla Scuola e dal Polo, il sindaco di Igarassu, che l’aveva definita “un punto di riferimento” per la città, ha voluto recarvisi personalmente per consegnare a Maria Voce e a Giancarlo Faletti le chiavi della città. Esse vogliono essere un segno di riconoscenza da parte della cittadinanza e di un ancor più stretto legame. Leggi gli approfondimenti delle varie tappe del viaggio su Area Riservata – Notiziario Mariapoli Website: www.focolares.org.br/sitenacional (altro…)
Mar 31, 2014 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Erano 57 i partecipanti appartenenti a 24 realtà ecclesiali laicali, arrivati da diversi luoghi del Brasile. Tema centrale dell’incontro:“come lavorare insieme” per promuovere la fraternità umana. Per prima cosa, è stata svolta una breve relazione introduttiva dell’argomento principale della prossima Assemblea Generale dei Vescovi in Brasile, che si terrà ad Aparecida (SP), in maggio, il cui titolo provvisorio è: “Laici cristiani una vita per la Chiesa in Brasile”. Il tema è stato presentato da mons. Severino Clasen, Vescovo di Caçador (PR) e Presidente della Commissione Episcopale Pastorale per il Laicato (Settore Laici della CNBB), che ha tratteggiato il quadro dell’Organizzazione del Laicato in Brasile, nella dimensione storica e teologica, basata sui Documenti del Concilio Vaticano II. Il prof. Antonio Geraldo Aguiar (Responsabile del Settore Laici della CNBB), ha delineato la storia del Consiglio Nazionale del Laicato del Brasile (CNLB), mentre l’attuale presidente del CNLB, Marilza José Lopes Schuina, ha presentato l’organizzazione e le associazioni dei laici aderenti al Consiglio. Nella relazione conclusiva Maria Rosa Moralla ha comunicato un’esperienza di adesione e appartenenza della sua associazione, l’Istituzione Teresiana (i laici dell’opera di Santa Tereza d’Ávila) alla CNLB. I rappresentanti dei movimenti, associazioni e servizi hanno avviato un fecondo dialogo sul processo storico e attuale dell’attività del laicato nei diversi ambiti e sulle azioni intraprese. Nella preghiera di apertura, la riflessione, incentrata sul Comandamento nuovo di Gesù, è stata presentata dalla delegata del Movimento dei Focolari, Gehilda Cavalcanti, e commentata brevemente con parole piene di sapienza, come una “reazione di comunione”, dal vescovo emerito di Catanduva (SP), mons Celso Queiroz, un assiduo sostenitore e partecipante di questi convegni annuali. “Stiamo preparando gradualmente nella vita del mondo il ‘circuito dell’amore’ – ha spiegato -, riflesso della vita di Dio, uno e trino, il cui amore è stato riversato nei nostri cuori perché così noi potessimo vivere”. Da qui l’esperienza di quei due giorni: vivere insieme come fratelli. Positivamente sorprendente è stato il constatare come i movimenti e associazioni realizzano, seppur timidamente, ma generosamente, azioni congiunte tra due o più, o con pastorali e istituzioni, che vanno dalla CNLB alle ONG e con istituzioni pubbliche e private. Sono iniziative di evangelizzazione, servizio concreto. Riguardano la formazione di giovani, bambini e coppie, di dirigenti della società, in settori che vanno dalla catechesi alla politica. La gioia e la serenità vissuta dai presenti conferma che gli obiettivi della condivisione e della prospettiva di azioni congiunte e programmate tra i movimenti sono stati raggiunti. È sembrato un concreto inizio per muoversi in comunione. E sviluppare la “cultura della fraternità”. Ciascun movimento o associazione si coordinerà con la CNBB e con le altre organizzazioni della società civile in vista in particolare: della Campagna della Fraternità 2014; della Celebrazione della giornata del Laico; ma soprattutto dell’impegno nella campagna per una riforma politica in Brasile, con la raccolta di firme, già in corso, per raggiungere il traguardo del milione e mezzo. Queste saranno inviate alla Camera Federale con un disegno di legge di iniziativa popolare per richiedere ed esigere comportamenti conformi all’etica civica e cristiana dei politici, modalità coerenti sul governo della nazione inteso come un servizio alla comunità. Altra importante decisione: la pubblicazione di un libro con una sintesi storica del processo di formazione in ciascuna di queste realtà ecclesiali. L’opera si propone di evidenziare la comunione tra gli attori stessi di queste realtà, di come ogni associazione o movimento incoraggi i suoi membri, in base al proprio carisma ad evidenziare quel “qualcosa” che hanno in comune, per andare verso le “periferie esistenziali”, come chiede Papa Francesco portando Gesù vivo. Il libro mostrerà al mondo la forma di attuazione di questo progetto di trasformazione della realtà contemporanea, a partire dalla vita e dal modo di relazionarsi nel mondo, secondo la proposta di Gesù, con le relazioni trinitarie.
I prossimi impegni urgenti: comunicare questa esperienza di comunione a tutti i membri dei rispettivi movimenti e associazioni per accrescere la coscienza di vivere gli uni per gli altri: “tutti per tutti”, e la necessità di partecipare al Sesto Incontro Nazionale dei Laici promosso dalla CNLB, che si terrà sempre nella Mariapoli Ginetta, durante la festa del Corpus Christi del 2015. Per questa occasione sono previsti circa 500 rappresentanti dei laici, compresi i movimenti e le associazioni, già pronti per allargare la comunione e l’azione dei laici cattolici in Brasile. “Questa comunione può essere sempre più visibile se uniamo le mani. Mani di tutti i cristiani nella loro diversità”, così simbolicamente ha illustrato la preghiera di ringraziamento e di missione al termine della riunione. Mani unite per lavorare al disegno di comunione della famiglia umana, corrispondente al sogno di Gesù che è lo scopo specifico di tutte le comunità presenti e la meta programmatica di tutta la Chiesa di Cristo: “che tutti siano uno” (Gv 17,21) Mons. Severino ha concluso: “Notevole questo nuovo vigore che prorompe, una nuova speranza, una luce. Percepiamo una grande unità. I presenti sembrano “una cosa sola”. Ognuno nel suo carisma, nella sua identità, ma una sola Chiesa”. Di Euclides Lins (traduzione nostra) Pubblicato in sito ufficiale brasiliano (altro…)
Mar 31, 2014 | Cultura, Focolari nel Mondo, Senza categoria, Spiritualità
Venuta meno la necessità di correre per cacciare o di scalare per conquistare nuovi territori, o di remare per attraversare un fiume, l’uomo ha iniziato a correre, scalare, remare per divertimento e per misurarsi e confrontarsi. La competizione è la ragione ultima di quella appassionante, ma per tanti ingiustificata, attività dell’essere umano chiamata sport che è , oggi più che mai, metafora della vita. È per questo che Sportmeet, espressione del dialogo del Movimento dei Focolari con il mondo dello sport, ha deciso di puntare i riflettori del prossimo congresso internazionale in programma a Pisa dal 3 al 6 aprile proprio su questo tema. Live your challenge, vivi la tua sfida, è il titolo dell’evento. Ma esiste ancora la sana competizione? «Vogliamo confrontarci, con l’aiuto di esperti internazionali e testimoni sportivi – spiega Paolo Cipolli, presidente di Sportmeet – sul valore e sulla criticità della competizione. Essa trova nello sport una modalità d’espressione regolamentata, sana eppure spesso esasperata, coinvolgente e aggregante, educativa e salutare. Ogni giorno abbiamo sfide da affrontare, ciascuno la propria, e il premio non è una medaglia, ma il gusto di essere riusciti a dare il meglio di sé: è questo il senso dell’asticella obliqua del logo del congresso, un ostacolo a misura della nostra diversa e specifica capacità».
Interpellati in vista dell’appuntamento di Sportmeet, gli esperti e i testimoni che ne saranno protagonisti lasciano presagire che il congresso offrirà spunti di riflessione ed esperienze di vita vissuta estremamente interessanti. «La competizione sportiva – spiega Bart Vanreusel dell’Università di Lovanio – è una preoccupazione, ma anche una chance, è idealizzata e disprezzata, ma di certo è un’espressione estremamente interessante, oggi, dell’essere umano». È certamente il calcio la disciplina dove, a tutti i livelli, lo spirito competitivo mostra il suo lato migliore e quello più deteriore, come afferma Michel D’Hooghe, membro del board internazionale della Fifa, massimo organismo mondiale del calcio. A tracciare un parallelo fra sport ed economia è Benedetto Gui, docente di economia politica all’università di Padova:«La competizione è un meccanismo sociale indispensabile, sia nell’economia che nella crescita della persona, ma vale il principio che dosi eccessive possono essere nocive. Nello sport si impara a misurarsi con gli altri, ma anche a condividere, e se si mette troppo l’accento sul risultato si perde l’opportunità di godere di quei “beni relazionali” per i quali l’esperienza sportiva è un luogo privilegiato». Lucia Castelli, psicopedagogista di Bergamo, tutor delle giovani promesse dell’Atalanta, da anni è impegnata a promuovere il valore educativo dello sport. E Roberto Nicolis, educatore sportivo sociale presso il C.S.I. di Verona offre un approccio originale alla competizione: «Il termine competizione ha la sua etimologia nel latino cum petere, che significa volere insieme la stessa cosa, e cum petizio vuol dire chiamarsi reciprocamente insieme alla stessa meta. Cum petere è quanto desidera il bambino che chiede: “Posso giocare con voi?”, disponibile a mettersi in gioco, ad accettare le regole, a confrontarsi con se stesso, con gli altri, con la natura, sapendo, responsabilmente, di poter vincere, ma anche perdere». Info su sportmeet.org Programma Congresso Scheda iscrizione (altro…)
Mar 30, 2014 | Chiara Lubich, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Un modo indubbiamente originale di spiegare i punti più importanti della spiritualità dei Focolari e del pensiero della sua fondatrice, Chiara Lubich, è stato quello scelto dal giornalista e critico d’arte Mario Dal Bello. Nel «Dialogo su armonia e bellezza» con una carrellata di «capolavori della storia dell’arte europea» descrive l’ideale dell’unità, dato che «il legame tra questa e l’arte è molto stretto – ha affermato –, non a caso Chiara Lubich, davanti alla Pietà vaticana di Michelangelo, pregava Dio di mandare artisti che fossero anche santi. Perché che cos’è la santità se non la perfezione nell’amore, e quindi trasmissione della bellezza di quel Dio che è amore?». Un omaggio reso così dalla città di Udine a Chiara Lubich a 70 anni dalla nascita dei Focolari, e nel 6° anniversario della sua nascita al cielo, ricordando una frase che lei amava ripetere: «Il bello è armonia. Armonia vuol dire altissima unità». Necessaria, però, una premessa: «Tanti cercano di spiegare l’arte, ma è impossibile – ha ammesso colui che, si direbbe, lo fa per mestiere –: è ineffabile, come lo Spirito, affascina senza un perché come quando ci si innamora». Per questo Dal Bello ha iniziato con il ritratto di Gesù di El Greco, «dallo sguardo come quello che si prova per la persona amata, nella quale cogliamo appunto il volto di Dio». Un vedere Dio nell’altro e coglierne l’amore che è, appunto, uno degli aspetti chiave della spiritualità di Chiara Lubich.
E se Gesù Buon Pastore, anzi, «bel pastore – ha puntualizzato – ama le sue pecore, anche noi dobbiamo amare il prossimo»: impegno illustrato dallo splendido mosaico del Mausoleo di Galla Placidia a Ravenna, in cui Cristo è rappresentato attorniato dal gregge «vestito di luce e Risorto: lo indica la croce gemmata che porta, simbolo della resurrezione». In virtù di questo amore reciproco poi, Gesù è presente là dove due o più sono uniti nel suo nome: come si può vedere nella Cena in Emmaus di Rembrandt, in cui «Gesù entra nella quotidianità, tanto che i personaggi sembrano non accorgersi nemmeno che lui spezza il pane». Ed è una presenza che fa la differenza nella comunità come si vede nella Trasfigurazione di Raffaello, in cui c’è un forte contrasto tra «il livello superiore, in cui è presente Gesù con Mosè ed Elia, dai colori chiari; e quello inferiore, dove rimangono gli apostoli confusi, in cui prevale il buio». Ad illustrare un altro aspetto della spiritualità di Chiara, l’amore per Gesù abbandonato sulla croce, è il crocifisso di Dalì: «Un Cristo visto dall’alto che sembra chinarsi sull’umanità e attirare tutti a sé. E significativamente non ne vediamo il volto: perché tutti noi siamo nel suo volto». Un’altra figura centrale, poi, emerge – ma solo ad un occhio esperto – dal Giudizio universale di Michelangelo: «Se osservate bene – ha fatto notare Dal Bello – Maria sta guardando un angelo, che solleva i salvati con un Rosario. Maria appare quindi come colei che porta in cielo i cristiani: e infatti il Movimento dei focolari si chiama anche Opera di Maria». Da ultimo, il polittico di Gand opera dei fratelli Hubert e Jan van Eyck , in cui la Gerusalemme celeste dell’Apocalisse attorno a cui è riunita tutta la Chiesa, è rappresentata da una città contemporanea: richiama l’impegno che i Focolari sono chiamati a portare nelle comunità in cui vivono. (altro…)
Mar 29, 2014 | Centro internazionale, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
“Ciò che più mi ha impressionata è stato vedere quel muro. Ma la povertà è al di là del muro, la ricchezza al di qua. Perché la ricchezza è l’amore, la capacità di donare, di condividere. Mentre al di là c’è interesse, competizione…”. Così Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari in questi giorni in Brasile, al momento di lasciare l’Isola di S.Terezinha, un quartiere di Recife, lo scorso 25 marzo. E il copresidente Giancarlo Faletti: “Oggi siamo stati a scuola, voi siete stati i nostri insegnanti. È stato un dono di Dio che ci spinge a dire: Grazie!”. Il muro a cui Maria Voce si riferisce è stato costruito alcuni anni or sono per non “turbare” con la visione della povertà del quartiere, i clienti dell’imponente shopping costruito dall’altro lato della strada. Quel muro è lì come simbolo della segregazione sociale.

Maria Voce è accolta da Johnson, uno dei rappresentanti della comunità dell’Isola di Santa Terezinha
Ma quali sono i segni della ricchezza di cui parla Maria Voce? Il nome di questo quartiere era “Isola dell’Inferno”, per il grave degrado in cui viveva la popolazione. «Il messaggio del Vangelo, vissuto da persone dei Focolari che da 50 anni hanno condiviso tutto con noi e insieme hanno cercato per noi i mezzi di sostentamento, è diventato qualcosa che ci ha liberati dentro – ha detto Johnson che ha guidato la visita al quartiere – e ci ha aperto un nuovo orizzonte, ci ha resi “soggetti” della trasformazione del nostro ambiente sociale». Nel 1968 infatti un gruppo di persone del Movimento aveva aderito all’invito dell’Arcivescovo di Recife, Dom Helder Câmara,di cercare di trasformare la realtà locale. All’Isola erano giunti così studenti e professori, avvocati e medici, operai e casalinghe che desideravano partecipare alla vita degli abitanti per trovare insieme una soluzione. Gradualmente si forma una comunità, con una profonda coscienza civile. Si costituisce l’associazione degli abitanti dell’Isola che diventano protagonisti del proprio sviluppo. Con l’apertura democratica del Paese sorgono nuovi sistemi di partecipazione per discutere col Comune l’impiego delle risorse finanziarie pubbliche. Molte le conquiste: l’elettrificazione dell’area, la pavimentazione di molte strade; la scuola e il centro sanitario, sorti in collaborazione con insegnanti, medici e infermieri del Movimento, sono assunti dal comune. Lungo sarebbe l’elenco delle conquiste. Johnson con orgoglio ripete più volte: “Abbiamo tutto ottenuto con la forza del dialogo, con la forza della comunità, senza venderci a nessun politico”. Ultima tappa della visita: il Centro per bambini e adolescenti che li accoglie nelle ore extra scolastiche, togliendoli così dalla strada, a rischio di violenza e droga. Ricevono una solida formazione umana e spirituale, con le più diverse attività musicali, sportive. Il Centro è gestito dall’AACA, associazione sostenuta dalla solidarietà di molti, prima di tutto da famiglie brasiliane dei Focolari, e di altri Paesi. Accoglie i due ospiti un canto dei più piccoli, che ben esprime le ricchezze di questo popolo: “O mio Dio, so che la vita dovrebbe essere ben migliore e lo sarà, ma questo non impedisce che ripeta: è bella, è bella, è bella!”. “In questo posto si vede come il seme del Vangelo ha prodotto molti frutti” – aveva ancora detto Maria Voce rivolgendosi agli operatori del Centro. “Partendo da qui non solo portiamo voi nel nostro cuore, ma come esempio e stimolo per tutto il Movimento nel mondo”. Leggi gli approfondimenti delle varie tappe del viaggio su Area Riservata – Notiziario Mariapoli Website: www.focolares.org.br/sitenacional (altro…)