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Si chiama SEC, Scuola di economia civile; tra i suoi soggetti fondatori troviamo alcune importanti realtà della società italiana: Acli, Banca Popolare Etica, Cooperazione Trentina, Economia di Comunione (EdC), Federcasse (la Federazione delle Banche di credito cooperativo), che insieme all’Istituto Universitario Sophia e al Polo Lionello Bonfanti, l’hanno ufficialmente costituita lo scorso 19 maggio a Loppiano. Silvia Vacca, giovane imprenditrice torinese che in questi mesi ha rivestito un ruolo di primo piano nella realizzazione esecutiva di SEC e si prepara ad esserne presidente del Consiglio di Amministrazione, in un’intervista sul sito EdC, ne definisce così le prospettive: «Si tratta di una scuola che è anche un progetto di ricerca che intende promuovere la realizzazione di un mercato civile e civilizzante che ponga al centro dell’agire economico la persona, i suoi bisogni, le sue aspirazioni e la sua fioritura; un mercato in cui gli agenti interagiscono per mutuo vantaggio e nell’interesse del bene comune, in contrapposizione con le logiche utilitaristiche e di sola massimizzazione del profitto che si sono andate affermando su scala mondiale e che ci hanno condotto a questi tempi di crisi». Un centro di studi dunque, dove si dà corpo alla ricerca di una strada innovativa, ridefinendo il rapporto dell’uomo con il mercato, sulle ceneri del capitalismo individualista i cui segnali di crisi sono usciti dagli ambiti universitari per farsi vissuto quotidiano di tanti. L’indirizzo culturale è affidato a Stefano Zamagni, Luigino Bruni e Renato Ruffini, che dell’Economia Civile sono da anni promotori, coadiuvati da una Comunità docente che accoglie nomi noti nelle maggiori università italiane: Alessandra Smerilli, Pierluigi Porta, Leonardo Becchetti, Mauro Magatti, Stefano Bartolini, Vera Negri, Vittorio Pelligra e Nicolò Bellanca.
La proposta della SEC nasce dalla necessità di creare una consapevolezza su alcuni principi economici – in particolare quelli riferiti alla centralità della persona e al bene comune – in quegli ambienti che per loro forma giuridica o per loro sensibilità a questi principi sono affini, promuovendo una formazione destinata innanzitutto alla classe dirigente di istituzioni, associazioni, imprese che già ricoprono questi ruoli o che ambiscono a ricoprirli; SEC punterà anche al mondo delle scuole, pensando a corsi che vadano a formare dirigenti scolastici e professori. I corsi partiranno nell’autunno del 2013, dopo il lancio ufficiale di SEC che avverrà il prossimo 20 settembre nell’ambito di LoppianoLab e si terranno a Loppiano presso il Polo Lionello, dove verrà costituita la sede della Scuola. Leggi anche: articolo su Avvenire del 17 maggio 2013 Entra nel sito del Scuola di Economia Civile (altro…)
«Prima di iniziare la lunga tournée (16 maggio-27 luglio) in Brasile – scrivono gli amici del Gen Rosso – c’è stato l’atteso incontro con i fondatori della Fazenda da Esperança, comunità in cui vivono giovani in difficoltà fondata su uno stile di vita evangelico: il francescano tedesco Frate Hans Stapel e il brasiliano Nelson Giovaneli, nella loro sede centrale di Guaratinguetá, nei pressi di San Paolo. Avevamo, infatti, la percezione che per questo impegnativo viaggio, ci volesse un momento di “intimità” con Dio e con chi, insieme a noi, ha deciso di intraprendere un’avventura così radicata nel Vangelo». La visita alla “Fazenda” inizia dalla piccola cappella dove si ricorda Chiara Lubich; la sua spiritualità, infatti, ha ispirato la vita della “Fazenda da Esperança” sin dalla nascita. Quando nel 2010 c’è stato il riconoscimento ufficiale da parte del Pontificio Consiglio per i Laici, Frei Hans e i suoi si sono voluti recare presso la sede internazionale dei Focolari, per “ringraziare” Chiara, rendendole omaggio nella cappella dove riposa. Gli amici del Gen Rosso chiedono a Frate Hans cosa ha in cuore, come augurio per questi mesi in Brasile: «Guardiamo gli inizi del Movimento dei Focolari a Trento – risponde: attorno al tavolo del primo focolare c’erano una focolarina e un povero, una focolarina e un povero… C’era la realtà spirituale congiunta alla realtà sociale. Questa è la nostra sfida, soprattutto qui in America del Sud, ma penso anche in tutto il mondo. Quando c’è la dimensione spirituale senza l’incarnazione nel sociale, manca qualcosa. Quando, viceversa, c’è l’impegno sociale ma senza le radici in Dio, lo sforzo è vano. La sfida sta nell’unità delle due dimensioni».
Così è pensato anche il tour del Gen Rosso, che si è aperto il 16 maggio con il Musical Streetlight insieme ai 200 ragazzi della Fazenda da Esperança e si concluderà con la partecipazione alla Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro il 27 luglio. Nei primi 3 spettacoli sono già 5.000 le persone raggiunte. «Cerchiamo di affondare ogni giorno le radici in Dio – scrivono ancora dal Gen Rosso – attraverso la riflessione e la vita della Parola e dell’amore scambievole fra tutti, che genera la presenza spirituale di Gesù in mezzo a noi (Mt 18,20). Con questa sua forza cercheremo di amare tutti ragazzi e le ragazze con i quali porteremo avanti il progetto “Forti senza violenza”». Ragazzi che spesso vengono da esperienze di abbandono e dolori indicibili, che trovano nella droga un rifugio: «Vorremmo dare loro una gioia che non passa – scrivono – perché Gesù apre le porte all’Eterno, pur in mezzo ai tanti dolori nostri e del mondo». E ancora: «Questo è il messaggio che vogliamo gridare alla società qui in Brasile, attraverso gli spettacoli e i moltiplicatori dei media: Esiste qualcosa che non passa, Dio, che ci ama immensamente. È Lui che ci può rendere “forti senza violenza”!».
“Forti Senza Violenza” – Video su YouTube Durata: 11’30” http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=xz6N7Wznj58
Si sono conosciuti svolgendo il servizio di cappellani nel carcere di Viterbo, Padre Vasile Bobita e padre Gianfrancesco Bagnulo, portando conforto l’uno ai detenuti ortodossi, l’altro ai cattolici. Tra loro è scattato nel tempo un rapporto molto fraterno, che ha coinvolto poi i membri delle due comunità di appartenenza e che li ha portati a collaborare nell’organizzare un evento locale del cammino di “Insieme per l’Europa” ( Maggio 2012) di cui il Movimento dei Focolari è tra i promotori. Nasce così nei due cappellani l’idea di visitare insieme la cittadella di testimonianza di Loppiano (Firenze), estendendo l’iniziativa alla comunità rumeno-ortodossa di padre Vasile e a due monaci ortodossi del monastero di San Giovanni Therestis, a Bivongi, in provincia di Reggio Calabria. Il 15 maggio scorso, tra le dolci colline toscane, dopo la presentazione della storia di Chiara Lubich e della cittadella, in questo gruppo variegato si è aperto un vivace dialogo su “evangelizzazione e dialogo”, sulla spiritualità dell’unità del Movimento, sui rapporti con la Chiesa ortodossa fin dagli anni ’60, sul testamento di Gesù: «Che tutti siano uno» (Gv 17,21). Ciò ha permesso di approfondire la conoscenza reciproca e di condividere speranze, sfide, dolori e gioie cui ha contribuito l’aggiungersi di una focolarina ortodossa rumena che vive nella cittadella.. Breve ma significativo il commento di Padre Vasile: “Ora capisco perché mi sono sentito sempre accolto da padre Gianfrancesco: perché voi vivete la realtà dell’unità”. Tutti insieme hanno infine desiderato di partecipare con tutta la cittadella alla Santa Messa nella chiesa dedicata a Maria Theotokos che, dice padre Gianfrancesco, “ci ha colpito tantissimo perché è il luogo dell’incontro, dei rapporti vissuti nella loro concretezza alla luce del vangelo”. Questa visita riveste di un particolare significato, perché ha coinciso con il 10° anniversario della posa della prima pietra del santuario (2003-2013) quando, alla presenza di Chiara Lubich, di personalità religiose e civili, i rappresentanti del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli hanno donato alcune piccole pietre colorate, provenienti da importanti santuari mariani ortodossi nel mondo, da porre insieme alla prima pietra come segno del cammino di comunione che ci unisce. (altro…)
«È stato bello poter dare a papa Francesco la certezza che c’è forza vitale nella chiesa, anche oggi nonostante tante difficoltà», afferma Maria Voce, che ai microfoni di Radio Vaticana spiega quali conferme e quali novità ha tratto da questo incontro speciale. «Confermati sicuramente nell’impegno a vivere il nostro carisma, perché si sentiva forte quanto la comunione è la nota essenziale della chiesa oggi, e quindi il nostro carisma di comunione mi sembra che ci veniva messo in rilievo come una necessità di servizio alla chiesa. Questo era anche confermato nel vedere con che festa ci ritrovavamo, ci domandavamo l’uno dell’altro, ci assicuravamo le preghiere…». «Rinnovati forse nel coraggio di affrontare il mondo, perché sicuramente ogni movimento ha questa spinta interiore che papa Francesco sta sottolineando forte, di andare verso gli altri, di mettersi a disposizione della Chiesa, di servire gli ultimi. Sentirselo dire con tale forza dal papa, era come darci il coraggio di dire: siamo piccoli, siamo deboli, però nonostante tutto Gesù ci guida, Gesù è con noi, il papa ci manda, possiamo andare…». Guardando avanti questo cammino che aspetta i diversi carismi e movimenti, il Papa ha messo in guardia sia dal particolarismo sia dall’omologazione, e ha consegnato tre parole: armonia, novità, missione. Cosa significa per lei in concreto? «A me ha fatto una grande impressione la parola “novità”, perché saremmo tutti tentati di appoggiarci a delle sicurezze per il cammino già fatto, per l’esperienza accumulata, e invece il Papa ci ha sfidati ad accogliere le sorprese dello Spirito, ad ascoltare bene quello che Egli ci chiede e a seguirlo per le vie del mondo». Fonte: Radio Vaticana – Radio Giornale del 21.05.2013, edizione delle 19.30 http://media.vaticanradiowebcast.org/mp3_od/rg_italiano_4_1.mp3 (audio) (altro…)
Il dott. Gianni Caso (a destra) riceve l’onorificenza