Apr 20, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
LIVE STREAMING EVENT 1 maggio: http://live.focolare.org/uww2013/

Guarda il video del 1° maggio a Loppiano
È un richiamo esplicito al Genfest di Budapest “Let’s Bridge” dello scorso settembre il titolo che i giovani del Movimento dei Focolari hanno scelto per la Settimana Mondo Unito 2013. Evento centrale è il 1° maggio, con 4 punti forti di aggregazione: Gerusalemme, simbolo di pace; Loppiano, da sempre legata alla storia dei Giovani per un Mondo Unito; Mumbai, sulle vie del dialogo interreligioso; Budapest, la capitale che ha ospitato i 12mila giovani del Genfest. A rendere visibile questa rete mondiale già in atto, saranno i collegamenti live durante la giornata del 1° maggio, tra queste 4 città. Essere ponti, dunque, gettare ponti di fraternità sulla linea dello United World Project (Progetto Mondo unito) che proprio al Genfest ha mosso i suoi primi passi. In questi mesi in diversi punti del pianeta, molti giovani hanno proseguito il cammino, cogliendo la “fraternità in atto” nel vissuto proprio e circostante, intensificando attività ed iniziative per sensibilizzare la pubblica opinione nei propri paesi, contribuendo come cittadini attivi a realizzare una cultura di pace e dialogo, dove la diversità e multiculturalità siano benvenute. Come a Chicago, dove i Giovani per un Mondo Unito insieme all’associazione Mosque Cares si sono trovati al centro culturale Ephraim Bahar per preparare 150 pasti, ‘kit di sopravvivenza’ e una selezione di abiti per uomo/donna da distribuire ai senza tetto del quartiere. O come a Montevideo, dove una delegazione di Giovani per un Mondo Unito dell’Uruguay, insieme ad alcuni professionisti impegnati nel settore dell’educazione, è stata ricevuta da María Paz Echeverriarza, la responsabile per l’area educazione della Rappresentanza dell’Unesco presso i governi di Argentina, Uruguay e Paraguay. Un’occasione per presentare lo UWP e raccontare della rete esistente attorno all’opera sociale Nueva Vida, da dove – pur in un contesto di emarginazione – sono partite, con successo, piccole aziende. E ancora la “Settimana della buona volontà”, in Serbia: in un centro culturale alternativo i giovani hanno realizzato forum di attivismo sociale, proiezioni di film, azioni per aiutare persone in difficoltà, fra cui – oltre la raccolta di viveri – anche la donazione del sangue. La Settimana Mondo Unito sarà l’occasione per fare il punto della situazione, e numerose sono le attività che contemporaneamente si svolgeranno in quei giorni in varie zone del mondo. In Terra Santa 120 giovani, rappresentanti di molti Paesi saranno insieme dal 24 aprile al 2 maggio, con un fitto programma che va dal ‘Forum sulla fraternità universale’ all’Università di Betlemme con relatori musulmani e cristiani, all’incontro con il sindaco Vera Baboun; da una serata interreligiosa ad una escursione nel deserto, ai workshop di canto, musica, danza e percussioni con il Gen Rosso e il Gen Verde presenti in Terra Santa per l’occasione, che convergeranno, poi, in un concerto in programma il 29 aprile ad Haifa. Per finire, il 1° maggio, con un flashmob alla Porta di Giaffa (Gerusalemme), un punto dove si incrociano ebrei, cristiani e musulmani. Ma il progetto continua, e i passi successivi si muoveranno in Africa, e per l’esattezza a Nairobi, dove a maggio prenderà via il cantiere Sharing with Africa, nel corso della “scuola di inculturazione” sul valore della persona nelle tradizioni africane.
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Apr 19, 2013 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
«A scuola tanti miei compagni mi chiedono il temperino in prestito perché è un bel temperino che fa bene le punte alle matite. Io lo presto sempre, ma una mattina me lo avevano già chiesto tante volte e quando un mio compagno me lo ha chiesto di nuovo io ho risposto “NO!”, molto forte. Lui è tornato al suo posto un po’ triste e in quel momento mi sono ricordata: “Ma anche in lui c’è Gesù. Non posso dirgli di no!” L’ho richiamato e gli ho dato il mio temperino e gli ho fatto un bel sorriso. Ho visto che era contento, e anch’io ho sentito la gioia dentro. Una sera io, papà e mio fratello stavamo sul divano a vedere una partita di calcio. È entrata la mamma ed ha detto: “Ma nessuno pensa a me che sono tornata stanca dal lavoro e devo pure preparare la cena? Chi mi aiuta ad apparecchiare???”. Io volevo vedere la partita, ma ho pensato: ‘Anche nella mamma c’è Gesù da amare!’. Mi sono alzata e sono andata in cucina ad apparecchiare. Ho fatto felice la mamma e poi la nostra squadra ha vinto 4 a 0!!!». (E.M. 8 anni, Italia)
«A noi bambini piace collezionare e giocare con le carte dei Pokemon, di Yu-gi-oh e le figurine dei calciatori. Ce le portiamo sempre a scuola. Io ne ho 83 e alcune sono rare. Un giorno stavo tornando a casa con lo scuolabus e ho tirato fuori le carte di Yu-gi-oh. Un bambino che è mio amico e si chiama Lorenzo, mi ha chiesto se potevo regalargli una carta fortissima che si chiama falena brancoacciaio. All’inizio non volevo perché ci tenevo molto a quella carta, ma poi per fare un atto d’amore gliela ho regalata e lui era molto contento». (V.F. – 8 anni, Italia) «Un giorno sono tornato dalla piscina ed ero stanco. La mamma mi ha chiesto di mettere in ordine la mia stanza e a me non andava perché volevo riposarmi. Poi ho pensato che anche nella mamma c’è Gesù. Sono andato a sistemare e poi avevo nel cuore tanta gioia e non mi sono nemmeno stancato di più». (L.A. – 7 anni, Italia) (altro…)
Apr 17, 2013 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Il giovane pakistano raggiunto da una pallottola vagante durante gli scontri a Karachi. “Andate avanti, decisi più che mai a vivere con radicalità il nostro grande Ideale, per offrire alla società che vi circonda l’amore che splende nei vostri cuori e che anche Muneeb avrebbe voluto donare a molti. Lui dal cielo continuerà senz’altro a vivere e a lavorare con voi e con tutto il Movimento per costruire, giorno dopo giorno, un popolo nuovo, unito, pacifico, solidale”. Con queste parole la presidente Maria Voce, incoraggiava i gen (giovani dei Focolari) del Pakistan a proseguire la corsa di Muneeb Sohail che il 17 gennaio scorso, mentre tornava da una lezione di inglese insieme ad un altro gen, è stato colpito a morte da una pallottola durante i gravi e violenti scontri, purtroppo frequenti a Karachi, metropoli del sud del Paese. Avrebbe compiuto vent’anni il prossimo maggio, Muneeb, che in famiglia aveva cominciato fin da piccolo a vivere ed apprezzare la spiritualità dell’unità. Aveva perduto il papà quando era ancora bambino, e, più grande, si prendeva cura lui stesso di trasmettere a giovani, ma anche a bambini più piccoli lo stile di vita che aveva scoperto. Per “approfondirlo e comprenderlo meglio” – diceva – era andato ad abitare, nella primavera del 2012 insieme ad altri gen, nei quali ha lasciato una traccia indelebile. Dicono di lui: “per me è stato un angelo, mi ha insegnato a vivere con Dio. Era un vero amico per noi ragazzi”; “quando l’ho incontrato per la prima volta subito ha condiviso con me le sue esperienze e la sua vita, e non perdeva occasione di amare concretamente”. Lo scorso 7 ottobre – un mese dopo la grande manifestazione internazionale a Budapest– nonostante le gravi tensioni che si respirano in città, si svolge anche a Karachi il Genfest, e Muneeb partecipa in prima persona alla preparazione ed al programma, aderendo e diffondendo l’ideale del Mondo Unito. Il 17 gennaio, salutando la mamma, Muneeb le dice: “Sono felice di dare la mia vita a Gesù”. Ora il testimone passa a tutti i gen del mondo, a tutti coloro che sostengono l’United World Project – UWP (Progetto Mondo Unito), e a chiunque si senta chiamato a costruire ponti di pace e fraternità ovunque (altro…)
Apr 17, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità

Joanna
A due giorni dall’esplosione delle bombe vicino al traguardo della Maratona di Boston, la città è ancora traumatizzata, in parte paralizzata. Gli abitanti, sebbene scossi e distrutti dalla violenza, vogliono reagire alla paura: “Decidiamo noi quando terminare la maratona”, afferma Joanna, 19 anni, studente in un college di Boston. Hanno organizzato un evento per venerdì sera: marciare per le ultime5 miglia della maratona, sul luogo dove la polizia li ha costretti a fermarsi. La marcia vuole essere un segno contro la rassegnazione, un segno di speranza per mostrare al mondo che nella città di Boston il bene supera il male. Joanna era lì a fare il tifo per gli amici che correvano: era a 5 miglia dal traguardo. “All’improvviso c’è stato un caos, poliziotti che correvano dappertutto dicendo alle persone che la gara era finita”. Joanna era spaventata e nessuno sapeva spiegare cosa fosse successo, anche i cellulari non funzionavano. Si è sparsa la voce delle due esplosioni, poi ha sentito due poliziotti parlare di attentato: “Mi sono resa conto che i miei amici erano proprio lì in mezzo, e mi chiedevo se stessero bene”. Sentendosi senza difese, è entrata in un bar, dove poco dopo è arrivato uno degli amici che partecipavano alla maratona. “Gli ho comprato qualcosa da mangiare e mi sono messa ad ascoltarlo”. Nel compiere questi semplici atti d’amore, si è resa conto che non si può rimanere nella paura che ci paralizza.
Tutti i suoi amici stanno bene, anche se una ragazza era molto vicina alle bombe: “Purtroppo molte famiglie e tanti altri studenti, non possono dire lo stesso. Prego per loro”. Ogni sera Joanna va alla Messa delle 10 e questa volta ha invitato tutti i suoi amici ad andare con lei. Con sua sorpresa c’erano tutti. La messa, frequentata di solito da pochissima gente, era piena di persone: non c’erano solo cristiani, ma molti che hanno sentito il bisogno di pregare. Oltre 12mila persone hanno già aderito alla marcia di venerdì. Joanna, nonostante la sofferenza e la strana atmosfera che si respira, è sicura: “Dobbiamo mostrare al mondo che l’amore è più forte. Credere ancora di più nella possibilità di un mondo unito, e fare la nostra piccola parte”. A cura di Susanne Janssen (Living City Magazine, NY – USA) (altro…)
Apr 16, 2013 | Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
“Abbiamo una chance… possiamo parlare di temi comuni della teologia cristiana”. Esorta così il prof. Stanciu, decano di Teologia Ortodossa dell’Università di Babes-Bolyai, a puntare su ciò che unisce piuttosto che su ciò che divide: “Tutti sappiamo che c’è bisogno di amore e non ci sono elementi di discordia quando si parla dell’amore. Perché non approfittare di questa chance?”. Nella sede della facoltà, in un clima di armonia di pensiero e di vita si è svolto questo secondo incontro il 6 aprile scorso con il titolo: “Chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui” (1Gv 4,16).
Si sono alternati ortodossi e cattolici con discorsi di tenore accademico ed esperienze di vita, in un’atmosfera di fecondità intellettuale e spirituale, frutto dell’intenzione condivisa da tutti di vivere questo momento alla luce delle parole di Gesù: “Dove due o più sono uniti nel mio nome, ivi sono io in mezzo ad essi” (Mt 18,20). “Dai discorsi mi è sembrato che tra i relatori sia stato proprio non solo un dialogo dei concetti, ma anche dei cuori – commenta una professoressa ortodossa – non si è solo parlato, ma si è vissuto”. Il rapporto amichevole e fruttuoso tra alcuni cattolici e ortodossi va avanti, infatti, da parecchi anni.

ll vescovo Vasile
Il convegno, iniziato con il saluto rivolto dal Metropolita di Cluj Andrei ai circa settanta partecipanti, si è concluso con l’intervento del Vescovo Vasile, vicario del Metropolita. Questi ha voluto paragonare la nascita dei Focolari all’attività di San Basilio o al messaggio di Assisi “perché nei momenti difficili che attraversava il mondo – ha affermato – hanno saputo dare testimonianza del tutto eccezionale di Cristo coalizzando le forze con le quali portavano avanti la società, mettendo in moto tutte le energie della Chiesa perché essa rispecchi quel dover essere per il quale Cristo l’ha fondata”. Ha auspicato inoltre che questi incontri di reciproco arricchimento, conoscenza e scambio fruttuoso, possano continuare e ripetersi regolarmente. A sancire l’importanza dell’evento la radio della Metropolia ha dedicato un programma con varie interviste. (altro…)