Movimento dei Focolari
Olanda, una catena di sms

È in gestazione un mondo nuovo

Globe«Viviamo in un tempo di “svolta epocale”, di gestazione sofferta di un mondo nuovo. Ma c’è bisogno di un’anima: l’amore. (…) L’amore – lo constato sempre più a contatto di singoli e gruppi di religioni, etnie e culture diverse – è iscritto nel DNA di ogni uomo. È la forza più potente, feconda e sicura che può legare l’intera umanità. Ma esige un capovolgimento totale di cuori, di mentalità, di scelte. Del resto è ormai parte del sentire comune della vita internazionale la necessità di rileggere il senso della reciprocità, uno dei cardini dei rapporti internazionali. Sono questi i tempi in cui ogni popolo deve oltrepassare il proprio confine e guardare al di là, fino ad amare la patria altrui come la propria. Reciprocità tra i popoli significherà allora superamento di antiche e nuove logiche di schieramento e di profitto, stabilendo invece relazioni con tutti ispirate all’iniziativa senza condizioni e interessi, perché si guarda all’altro come ad un altro se stesso, parte della stessa umanità, e in questa linea si progetta: disarmo, sviluppo, cooperazione. Nascerà una reciprocità in grado di rendere ogni popolo, anche il più povero, protagonista della vita internazionale, nella condivisione di povertà e ricchezze. Non soltanto nelle emergenze, ma nella quotidianità. Identità e potenzialità saranno sviluppate proprio col metterle a disposizione degli altri popoli, nel rispetto e nello scambio reciproco. Allora sì, se singoli e governanti faremo la nostra parte, potremo sognare di comporre un’unica comunità planetaria. Utopia? Il primo a lanciare la globalizzazione è stato Gesù quando ha detto: “Che tutti siano uno”. Non solo: ci ha fatto capaci di quell’amore che ha la forza di ricomporre la famiglia umana nell’unità e nella diversità. Basta poi aprire gli occhi: sono disseminati nel mondo molti “laboratori” di questa “umanità nuova”. Che sia giunta l’ora di proiettarli su scala mondiale?» Chiara Lubich (Tratto da “Il pianeta al bivio”, pubblicato su Città Nuova il 13 luglio 2001) (altro…)

Olanda, una catena di sms

Siria e Cuba: siamo con voi

Dalla Siria (Aleppo): «…Continua a mancare il gasolio o lo si trova a prezzi esorbitanti, così come le bombole di gas (5.500 LS contro le 400 del mese di marzo), l’elettricità è tagliata per giorni e giorni e questo, fra il resto, fa sì che la città dopo il tramonto piombi in un buio minaccioso. Il pane scarseggia e lo possiamo acquistare – dopo ore di coda ai forni – pagandolo 250 LS al pacchetto (a marzo il prezzo era di 20 LS). L’esercito sta cercando di fornirlo, ma non basta per il fabbisogno della gente. Le scuole non destinate ad accogliere i rifugiati continuano le lezioni, ma la mancanza di elettricità rende difficile e molto faticoso lo studio (anche le candele ormai scarseggiano). Alcuni di noi cominciano ad ammalarsi per il freddo senza poter sempre contare sulle medicine (circa il 70% delle industrie farmaceutiche sono concentrate nella periferia della città e procurarle da altre parti del Paese è molto difficile a causa dei blocchi sulle strade). Negli ospedali si teme di non poter continuare a prestare i servizi dovuti e comincia a venir meno l’ossigeno. Anche le comunicazioni telefoniche sono spesso interrotte. Nonostante ciò, la gente sta dando prova di grande solidarietà. Continuiamo – con la comunità dei Focolari ed altri –  a portare avanti le azioni di sostegno; la piccola scuola per sordomuti ha ripreso il lavoro in un quartiere più sicuro, in locali messi a disposizione dai Padri Francescani. Le famiglie da noi visitate una ad una, prima di accettare un aiuto ci chiedevano: “Ma non c’è una famiglia che ne ha più bisogno di noi?”. Rim, che ha un bambino di due anni, era molto preoccupata perché col freddo incipiente il rischio di malattia si aggrava. Quando ha ricevuto l’aiuto, si è commossa! Era esattamente il corrispondente della cifra che col marito avevano offerto poche settimane prima ad un collega che ne aveva estremo bisogno. L’avevano risparmiata con fatica ma si erano detti, nel dargliela: “Dio penserà a noi!”». Da Cuba (Santiago): «La distruzione causata dall’uragano Sandy ha causato innumerevoli danni, soprattutto a Santiago. La ricostruzione ancora non è cominciata anche perché il Governo è stato colto alla sprovvista. Infatti, per la conformazione geografica di Santiago che è circondata dalle montagne, generalmente gli uragani arrivano dal mare e, trovandosi la barriera naturale delle montagne, passano senza fare danni. In questo caso, l’uragano è riuscito ad entrare ed è rimasto all’interno per 3 ore (un lasso di tempo lunghissimo) girando come un frullatore. I danni subiti dalle 16 famiglie colpite a noi vicine, ammontano a circa € 42.000. I soldi finora raccolti attraverso il progetto dell’AMU, per quanto ancora insufficienti, sono stati loro consegnati. I tempi di ricostruzione sono difficilmente stimabili perché legati al difficile reperimento del materiale a causa dell’embargo che da anni affligge l’isola. In genere sono disponibili solo per un breve periodo e non tutti insieme: arriva solo cemento, o solo legno, ferro, etc. Quando si trova ciò che serve bisogna avere la disponibilità economica per poter comprare prima che tutto finisca. Ringraziamo per gli aiuti pervenuti e continuiamo a contare sulla solidarietà di tutti». Per saperne di più o per sostenere i progetti: Associazione Azione per un Mondo Unito presso Banca Popolare Etica, filiale di Roma. Codice IBAN: IT16G0501803200000000120434 Codice SWIFT/BIC CCRTIT2184D Causale: Progetto La mia casa è la tua casa Causale: Emergenza Siria (altro…)

Olanda, una catena di sms

Riparte il “Time Out” per la pace

È la proposta di Maria Voce ai 350 giovani dei Focolari provenienti da vari Paesi, riuniti a Castel Gandolfo, per esserne primi portatori in tutto il mondo. Sollecitata dalle notizie giunte attraverso alcune lettere dei membri dei Focolari in Medio Oriente, Maria Voce, esprime alla platea un desiderio. Di fronte “a queste guerre assurde, solamente Dio può venire incontro al bisogno di pace che c’è nell’umanità. Ci vorrebbe veramente una preghiera forte, potente”, “con una fede rinnovata che Dio può farlo, che se si chiede in unità Dio viene incontro”. Allora la proposta: “Perché non ripristinare a mezzogiorno, il time-out?”, in gergo sportivo una sospensione temporanea del gioco. “Chiara Lubich lo aveva lanciato – continua Maria Voce – durante la guerra del Golfo nel 1991, e in quel momento Dio ha ascoltato le preghiere di tutti”. Riprendiamo la pratica del Time Out, dunque, con i giovani in prima linea. “Gesù è chiamato il Principe della Pace”, conclude Maria Voce, chiedendo che faccia dono all’umanità di “quella pace giusta, che permetta a tutti, di qualsiasi fede, condizione, Paese, di vivere serenamente la vita; che condivida questo dono della Pace con tutti gli uomini”. Con un tam-tam sui Social Network i giovani hanno già cominciato a diffondere la notizia creando su Facebook l’evento Time Out for peace. Appuntamento per tutti a mezzogiorno, nelle nostre città, per chiedere, uniti, il dono della pace. (altro…)

Olanda, una catena di sms

Nigeria, non solo conflitti…

NigeriaSulla costa ad Ovest dell’Africa, la Nigeria è un paese vasto, con clima tropicale, ricco di risorse naturali, come gas naturale e petrolio, quest’ultimo la pone tra i sei più grandi esportatori del mondo. Tra i primati, anche il numero degli abitanti: circa 170 milioni, di cui metà sotto i 15 anni. Straordinaria la varietà di etnie e culture: 250 le lingue parlate. Persone profonde, piene di gioia di vivere, con un’altrettanta capacità di ascolto dalla spiccata interiorità e fede profonda e vivissima. Più del 60 % della popolazione vive in povertà, con meno di un dollaro al giorno. Altissima la disoccupazione; l’aspettativa di vita media oggi di 48 anni è destinata a diminuire a causa dell’AIDS. La corruzione diffusa paralizza lo sviluppo dello Stato e del bene comune. La molteplicità delle etnie è una grande sfida considerata spesso una minaccia. Per il rapido aumento della popolazione la lotta alla sopravvivenza diventa sempre più acuta. Eppure colpisce, nella gente, la capacità di non arrendersi mai, di accettare la sofferenza senza perdere la speranza, credere in un futuro migliore cercando con creatività strategie per il futuro. La religiosità naturale che permea l’essere di questo popolo africano, viene a volte strumentalizzata per interessi politici o religiosi. Correnti estremiste e gruppi terroristici, mossi da motivi socio-economici, storici e politici, trasmettono al mondo un’ immagine falsata di scontri fra cristiani e musulmani. All’Islam, più diffuso al Nord, confluisce il 50% della popolazione, mentre i cristiani sono circa il 45%. Venticinque anni fa, per impulso del Cardinale Arinze, il Movimento dei Focolari è arrivato in Nigeria, diffondendosi in varie regioni; oggi conta 5.490 membri, in una rete di 28 comunità locali nel Paese. Si contraddistingue per un forte impegno teso alla testimonianza di valori spirituali, umani e etici. Infatti, cogliendo le profonde radici spirituali dei nigeriani, è a loro fianco perché la fede si traduca in vita concreta dappertutto: a scuola, al lavoro, al mercato. Un impegno, questo, che contribuisce al benessere sociale e della salute. L’orizzonte naturale, in questa terra variegata di etnie, classi sociali, diverse religioni è quello della fraternità universale praticata percorrendo vie di dialogo, testimoniando la possibilità di rapporti fraterni, ma specialmente incoraggiando, sostenendo questo popolo ad essere costruttore di ponti. Non poche volte si è scoperta nella diversità e nella varietà una ricchezza con rivolti positivi anche per la vita pubblica, creando coscienza civica e opinione pubblica. Per esempio, nel centro del Paese, particolarmente esposto a violenti scontri fra musulmani e cristiani, è impressionante ascoltare storie di “messa a punto” della fraternità universale, arrivando a rischiare la propria vita per salvare membri dell’altra religione. Volendo dare corpo alla cultura della fraternità, sta nascendo nel villaggio di Igbariam un luogo di formazione ed un centro di testimonianza. Anche altri progetti sociali lo affiancano: una scuola materna e primaria, un piccolo ambulatorio, dei laboratori per i giovani. Tutto questo in collaborazione con la popolazione locale del villaggio che vi contribuisce attivamente. (altro…)