Lug 5, 2016 | Centro internazionale, Spiritualità

Pasquale Foresi (5 luglio 1929 – 14 giugno 2015)
«Per quelli che si sono già donati a Dio con tutta la mente, con tutto il cuore, con tutte le forze e anche al di sopra delle proprie forze, ad un certo momento Dio richiede un’altra scelta di Lui. La prima volta abbiamo capito che Dio andava amato al di sopra di tutto. Ma se si potesse sezionare questa nostra scelta, troveremmo che in realtà contiene un 30% di amore di Dio, un 30% di nausea verso la mediocrità e vacuità in cui vivevamo, un 15% di gioia ed entusiasmo per il fatto di donarci ad una causa così bella e santa, per qualcuno magari un 10% di rimorso dei peccati commessi in passato… (…) Infatti è praticamente impossibile che la prima volta che abbiamo seriamente scelto Dio, ci sia stato un amore per lui totale e pieno. Dal momento però che la perfezione è solo nella carità, tutti quei motivi secondari che all’inizio ci hanno aiutato perché venivano avvolti dalla nostra buona volontà e dal nostro slancio di amare Dio, pian piano riemergono e ci disturbano. È logico che vengano a galla, perché c’erano già prima, come zizzania che è cresciuta insieme con il buon grano, come dice il Vangelo di Matteo. Si tratta di piccoli attaccamenti, di difetti, di atteggiamenti che non sono proprio santità autentica, per cui non costruiscono Regno di Dio ma disturbano noi e gli altri. Magari non sono nemmeno dei peccati veniali, ma non sono neanche puro amore. Che cosa dobbiamo fare a questo punto? Una nuova scelta di Dio. Volere, cioè, che il motivo di tutta la nostra vita sia solamente l’amore di Dio, l’amore puro, e nessunissima altra cosa. (…) È un salto qualitativo che si deve fare: scelgo di amare Dio per Dio, non per ciò che provo, non per i frutti che ciò produce; ma di amarlo per se stesso, per rispondere col mio amore personale all’Amore personale che Lui ha per me. Devo trovare in questa unione con Dio il motivo del mio esistere, del mio vivere quotidiano. Quando si arriva a questo rapporto con Dio, si diventa persone libere, non condizionate. Qualunque cosa succeda, qualunque calunnia, difficoltà, preoccupazione, motivo di amarezza, niente altera la pace, perché si vive innestati in Dio. E si trova in Dio quella unità, quella gioia, quella serenità, che solo l’amore di Dio può dare. (…) Una cosa certa è che la scelta di Dio è sempre da rinnovare. Magari saremo chiamati ad una terza scelta e poi ad altre ancora, perché la vita in Dio è sempre nuova, inesauribile e piena di sorprese». Pasquale Foresi Fonte: Pasquale Foresi, Colloqui, Città Nuova Editrice, 2009 (altro…)
Lug 5, 2016 | Centro internazionale, Chiesa, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità

(c) MfE, Foto: Grill
«“L’unità è possibile” è un’affermazione assurda oggi in una Europa segnata dal terrorismo globale, dal moltiplicarsi di guerre, da migrazioni di dimensioni bibliche, da crescente intolleranza? Parliamo di un sogno, di un’utopia? No. Parliamo di un’esperienza che vari Movimenti e comunità cristiane d’Europa vivono già da oltre 15 anni, testimoniando che l’unità è possibile. Abbiamo fatto l’esperienza che c’è qualcosa di intramontabile, indistruttibile, che ci lega: è l’Amore, è Dio Amore. Quest’Amore ha spalancato i nostri occhi e il nostro cuore per abbracciare le paure, le lacrime, le speranze di questo continente. In tutto il negativo, che sembra sovrastarci, riconosciamo il dolore che Dio, fatto uomo, ha sofferto sulla croce, dimostrandoci così il suo amore senza misura e aprendoci la speranza della risurrezione.
Tre parole-chiave caratterizzano questa nostra manifestazione: incontro – riconciliazione – futuro. Possiamo incontrarci perché Dio è venuto incontro a noi incarnandosi. Possiamo riconciliarci perché Gesù sulla croce ci ha riconciliati con Dio e tra noi. Possiamo camminare sicuri verso il futuro perché Lui, che ha vinto la morte, cammina in mezzo a noi e ci conduce verso l’unità dell’Europa e del mondo, fino alla realizzazione della sua preghiera “Che tutti siano uno” (Gv 17, 21). Per un fine così alto vale senz’altro la pena di impegnare la propria esistenza. Vogliamo insieme chiedere perdono delle divisioni del passato che hanno innescato guerre e morte in Europa. Vogliamo insieme testimoniare oggi la nostra unità nel rispetto e nella bellezza delle diversità delle nostre Chiese e comunità. Vogliamo insieme metterci a servizio di una novità che oggi serve per poter riprendere il cammino europeo. Ciò che noi possiamo offrire – impegnando la nostra vita – è la novità del Vangelo. Gesù prima di morire ha pregato: “Padre, che tutti siano uno”. Ha mostrato che tutti siamo fratelli, che un’unica “famiglia umana” è possibile, che l’unità è possibile, che l’unità è il nostro destino. Oggi noi qui ci impegniamo ad essere strumenti di questa svolta, strumenti di una nuova visione dell’Europa, strumenti di una accelerazione nel cammino verso l’unità, aprendo con tutti e per tutti gli uomini e donne del nostro pianeta un dialogo profondo. Dialogo possibile per la cosiddetta “regola d’oro”, che dice: “Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te” (cfr. Lc 6,31). In fondo vuol dire: ama. E, se l’amore diventa reciproco, fa fiorire fra tutti la fraternità. È precisamente nella fraternità universale che l’Europa può riscoprire la propria vocazione. Scriveva Chiara Lubich ancora negli anni ’50: “Se un giorno i popoli sapranno posporre loro stessi, l’idea che essi hanno della propria patria (…), per quell’amore reciproco fra gli Stati che Dio domanda come domanda l’amore reciproco fra i fratelli, quel giorno sarà l’inizio di una nuova era”. Viviamo dunque per questa nuova era! L’unità è possibile!». Maria Voce Manifestazione Insieme per l’Europa Monaco di Baviera, 2 luglio 2016 (altro…)
Lug 1, 2016 | Centro internazionale, Chiesa, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«È paradossale che la nuova Europa, nata con l’abbattimento del muro di Berlino, sia tentata, preda della paura, di rinchiudersi entro nuovi recinti, costruendo altri muri, nell’illusione di poter fermare la storia che bussa ancora una volta alle sue porte», afferma la presidente dei Focolari, Maria Voce, nel corso del congresso con 1700 rappresentanti di Movimenti e Comunità, che precede la grande manifestazione pubblica del 2 luglio al centro di Monaco. E porta due esempi che mostrano quanto gli ideali di unione politica, identità, solidarietà e condivisione siano lontani: «da una parte i gravi ritardi e i dibattiti accesi che hanno fatto seguito alla crisi del debito in Grecia e che hanno fortemente minato le basi della solidarietà tra i Paesi membri dell’Unione, arrivando persino a ipotizzare l’uscita della Grecia dall’Euro; dall’altra la questione del Brexit e simili tendenze separatiste che pure mettono in crisi la solidarietà, perché l’uscita dall’Unione non è come lasciare un club, ma equivale, ben più radicalmente, ad abbandonare dei partner con cui non si condivide più la stessa motivazione dell’essere insieme, il patto fondativo». «L’Europa attraversa la notte dei suoi principi, la notte del suo ruolo nel mondo, la notte dei suoi sogni», afferma, nel disorientamento legato al manifestarsi contemporaneo della crisi migratoria, economica e demografica. Quali le ragioni più profonde della situazione di debolezza dell’Europa di oggi? Maria Voce le ravvisa «nella negazione di Dio e del trascendente, frutto del progressivo affermarsi e diffondersi della cultura laicista che vuole prescindere da ogni legame con il soprannaturale. L’Europa, nella ricerca di una totale libertà, dimentica che la propria cultura si è formata attraverso 2000 anni di tradizione cristiana; rinnegarlo significa tagliare le proprie radici e ritrovarsi come un albero senza vita». «Tutto crolla dunque? Il sogno di unità del continente si sta frantumando?» si chiede, ma la speranza viene proprio dall’essere «qui insieme, movimenti e comunità cristiane d’Europa, perché crediamo che c’è qualcosa che non crolla. È l’Amore. È Dio Amore». «Tutti noi – continua – possiamo testimoniare, insieme, che un giorno abbiamo incontrato Cristo e ci siamo lasciati affascinare e coinvolgere dal suo Vangelo. Vivere le sue parole ci ha spinti a cambiare noi stessi e ad andare verso gli altri, costruendo rapporti di amore evangelico e dando vita così a comunità che diventano lievito in qualsiasi punto operano. Abbiamo riscoperto una nuova disponibilità all’apertura verso tutti, oltrepassando i confini fra le Chiese, fra le religioni, fra le razze e le culture, in un dialogo a 360 gradi fino a riscoprire tutti fratelli. Abbiamo così ritrovato la radice della nostra cultura europea e, su questa base, abbiamo provato ad interpretare il tempo presente che riguarda, come mai prima, l’intero pianeta e l’intera umanità, in una prospettiva che tenda al mondo unito. Infatti, attualizzare oggi gli ideali di pace, di giustizia, di libertà, di uguaglianza, significa avere una dimensione universale che rende possibile la fraternità. Occorre coltivare la visione consapevole e responsabile di un futuro di integrazione creativa, in cui le identità non si cancellano ma insieme crescono, si arricchiscono, agiscono per un mondo più giusto e più equo. Occorre oltrepassare il paradigma della sicurezza intesa come arroccamento e rifiuto, di una sicurezza solo illusoria, per entrare in quello più ampio della “sicurezza umana”, vale a dire una sicurezza che considera prioritarie le persone e il loro destino, la preservazione della vita, la prospettiva della speranza». Un’integrazione creativa, conclude, che «può essere anche vista nella rete dei nostri Movimenti, come in un bozzetto: tutti figli di Dio, uniti e distinti, legati dall’amore reciproco che genera la presenza di Dio fra noi (“Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” Mt 18, 20). È Lui il dono più grande che questa rete di movimenti e comunità può fare all’Europa. È questa la nostra risposta: il Risorto tra noi che, attraverso i nostri carismi, consola, rianima, rinnova. L’Insieme per l’Europa ci sembra proprio il soggetto capace di ispirare persone singole o associate nel loro impegno per una Europa libera, riconciliata, democratica, solidale e fraterna: non un “vecchio” continente, ma un continente vivo e vivace, che scopre di avere un progetto da realizzare e che può essere dono per il resto dell’umanità». Congresso Insieme per l’Europa – Monaco di Baviera, 1º luglio 2016 Intervento di Maria Voce (testo integrale) (altro…)
Lug 1, 2016 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Martin Wagner, CVJM München (l) e Gabriele Deutschmann, CVJM Esslingen intervistano il Vescovo evangelico luterano Heinrich Bedford-Strohm, e il Card.Reinhard Marx, presidente della Conferenza Episcopale Tedesca (C) IPE, Foto: Haaf
«Movimenti e Comunità cristiane possono ricomporre l’Europa che si sta polarizzando sempre più. Queste le parole del Vescovo evangelico-luterano Heinrich Bedford-Strohm nella prima mattinata del Congresso per partecipanti impegnati nella rete ecumenica di Insieme per l’Europa a Monaco», si legge nella nota stampa di Insieme per l’Europa a conclusione della prima giornata di lavori. Sono 1700 le persone da 200 Movimenti e Comunità di 40 Paesi riunite a questo scopo nel Circus Krone il 30 giugno e 1° luglio. «“Se non chiariamo le questioni urgenti dell’Europa, esse ci travolgeranno” – ha dichiarato in apertura Gerhard Pross del Comitato d’Orientamento internazionale – “l’Europa deve imparare a condividere!”. L’esperienza quindicennale delle Comunità e dei Movimenti nel “processo profondo della riconciliazione verso una comunione, in cui la diversità è sperimentata come arricchimento” rende le Comunità capaci di contrapporre alle forze centrifughe in Europa un cammino verso un nuovo Insieme», dichiara ancora Insieme per l’Europa. «Una comunione a servizio», l’ha definita la presidente dei Focolari Maria Voce nella conferenza stampa di apertura della manifestazione, il 30 giugno a Monaco. «E per questo», ha ribadito ricordando i 7 Sì del 2007, «si prendono degli impegni concreti», a sostegno della vita, della famiglia, del creato, per un’economia solidale, la pace, la responsabilità personale e collettiva. «In questo periodo ci siamo esercitati», spiega Maria Voce «e abbiamo scoperto che c’è più forza e incisività se queste cose le facciamo insieme. Superando le nostre differenze, superando i confini, superando qualsiasi ostacolo. E abbiamo scoperto che anche le istituzioni ne hanno bisogno, perché troppo spesso si trovano da sole ad affrontare problemi gravi». 
Conferenza stampa del 30 giugno
Il Cardinale Reinhard Marx e il Vescovo Heinrich Bedford-Strohm, riportano gli organizzatori, «hanno dato un esempio convincente della loro amicizia e del loro cammino insieme. L’ecumenismo del cuore promette molto più per il futuro delle Chiese di quanto si pensi, ha detto il presidente del consiglio della Chiesa Evangelica in Germania. La meta dell’unità si raggiunge solo se ci si riconcilia fino in fondo, ha sottolineato il Card. Marx. La forza per fare ciò, proviene dall’incontro: “l’altro ci fa forte e ci aiuta sul cammino della riconciliazione”». 19 i Forum con tematiche diverse che si sono svolti nel pomeriggio: l’occasione per i partecipanti di entrare in dialogo. Progetti e iniziative di singole Comunità, ma anche personali testimonianze di fede. Molto partecipato il forum su “Gli ostacoli all’ecumenismo”, presente il Cardinale Kasper, presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. “In quanto ad esperienze d’apprendimento ed esperienze sulla riconciliazione siete una postazione avanzata importante!” ha detto l’esperto di ecumenismo. E ha lasciato intravedere che nel prossimo futuro potrebbe esserci una dichiarazione congiunta sulle dottrine concordanti tra la Chiesa evangelica-luterana e la Chiesa cattolica su Chiesa, ministero ed Eucarestia. Sulla questione, infine, delle tendenze che sembrano disgregare il continente, argomento emerso durante la conferenza stampa, interviene ancora Maria Voce, affermando che le «tendenze nazionaliste, separatiste, che percorrono l’Europa, sono il frutto del fatto che l’Europa ha dimenticato i suoi valori. Non bastano le dichiarazioni dei rappresentanti delle chiese, ci vuole la vita dei cristiani, ed è in questo che ci sentiamo particolarmente impegnati a dare il nostro contributo». Comunicato stampa di Insieme per l’Europa Leggi anche: L’Europa nel presente – 2ª giornata del Congresso di Insieme per l’Europa Intervista al card. Kasper (da Città Nuova online) (altro…)
Giu 30, 2016 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
Appello per la Natura e l’Umanità «Sollecitati dalle prese di posizione dei nostri leader – ricordiamo, ad esempio, l’istituzione della Giornata di Preghiera per la Protezione del Creato (Patriarca Demetrio, 1989), l’Evangelical Climate Initiative (2006) e l’enciclica Laudato si’ (Papa Francesco, 2015); Riconoscendo il debito che noi, popoli di antica tradizione cristiana, abbiamo contratto con i poveri della Terra e le generazioni future a causa dell’inquinamento della Biosfera, frutto innanzitutto del nostro progresso irresponsabile nei recenti secoli passati; Consapevoli che l’allarme per il cambiamento climatico può diventare un’opportunità di nuovo sviluppo integrale per tutti i popoli; Noi cristiani, aperti al contributo di tutte le persone di qualsiasi convinzione, ci impegniamo nella preghiera e nell’azione per evitare la distruzione della natura e una nuova guerra mondiale, aderendo alle seguenti dieci sfide:
- Convertire in progetti di pace le armi disseminate intorno a noi, soprattutto le atomiche
- Incrementare la ricerca nelle scienze della Biosfera e relative applicazioni, affinché possano diventare più sicure
- Differenziare e riciclare i rifiuti domestici e industriali
- Intensificare l’uso di fonti di energia rinnovabile
- Realizzare programmi di riforestazione e politiche forestali a tutti i livelli (dal locale all’internazionale)
- Potenziare trasporti ecologici, come le auto elettriche e a idrogeno, e iniziative di trasporto pubblico locale
- Destinare sempre più gli idrocarburi alla produzione di sostanze e materiali utili all’umanità, piuttosto che usarli per la combustione
- Evitare lo spreco di preziosi beni comuni come l’acqua e il cibo, assicurando una più equa distribuzione
- Rispettare gli altri esseri viventi, riconoscendo che ogni cosa è in relazione con il pianeta
- Trasformare le nostre case, i nostri quartieri e le nostre città, orientandoli a divenire luoghi di bellezza, armonia e fraternità
Come?
- Aderendo alle prese di posizione dei nostri leader e promuovendo leggi in sintonia con esse, come l’Accordo di Parigi;
- Prendendo iniziative secondo la “Regola d’Oro” e andando incontro alle iniziative degli altri, di qualsiasi convinzione;
- Chiedendo consiglio alle nostre comunità e cooperando con esse per promuovere azioni per salvare natura e umanità.
Possiamo raggiungere questi obiettivi se cominciamo ora, prima che sia troppo tardi. In particolare, potremo contribuire a far sì che i gas serra non superino valori pericolosi, come previsto dall’Accordo di Parigi e raccomandato dalla comunità scientifica». EcoOne (www.ecoone.org/) Civiltà dell’amore (www.civiltadellamore.org/) (altro…)