Dic 30, 2015 | Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità
El libro que presentamos al lector recoge el pensamiento y la experiencia de Chiara Lubich acerca de “la unidad”. La unidad presenta dos características esenciales: la primera es que la palabra “unidad”, para muchos, no tiene necesariamente una connotación religiosa o cristiana. Estrechamente unida a realidades humanas que expresamos con términos como amistad, amor, reconciliación, evoca además armonía, paz con nosotros mismos y con los demás. Por lo tanto es una anhelo, un profundo deseo presente en el ser humano. Pero en el curso de la historia de la humanidad la palabra “unidad” también tomó significados de lucha, de “unidad contra” y no “para”, tanto para los individuos como para los pueblos. Pero ella es, también, una palabra clave de la cristiandad que en la edad contemporánea ha descubierto el anhelo de volver a los tiempos en los cuales éramos “un solo corazón y un alma sola”, hermanos en Cristo. Es el anhelo ecuménico al cual el Espíritu Santo empuja a las Iglesias y a las comunidades eclesiales cristianas. La segunda característica de este punto fundamental del carisma ligado a la experiencia y al pensamiento de Chiara Lubich es que da el nombre a toda su espiritualidad, llamada también “espiritualidad de la unidad”. Unidad que es necesario abrir “en abanico” para ofrecer al lector lo que podemos considerar una “llave de acceso” a todo el Evangelio.
Edición Ciudad Nueva – Buenos Aires Edición Ciudad Nueva – Madrid
Dic 30, 2015 | Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Los dones carismáticos que Dios, en todas las épocas, dona a su pueblo y que, a menudo, toman la forma de nuevas espiritualidades, como luces sobre los contenidos de la Revelación para que ésta se encarne de manera más profunda, siempre están ligados a circunstancias y a personas concretas que son como mediadores de esos dones al servicio de la humanidad. La historia del carisma de la unidad no escapa de esta dinámica humano-divina. De hecho, junto a Chiara Lubich, además de sus primeras compañeras y compañeros, encontramos ya desde el inicio de la fundación a otras figuras de relieve que han sido fundamentales para que ese don pudiera explicitarse plenamente. Una de estas figuras es Pascual Foresi, primer focolarino sacerdote de la Obra de María y primer co-presidente, personalidad riquísima en la cual Chiara Lubich siempre entrevió un “designio” particular en la Obra naciente, el de la encarnación, es decir, la función de ayudar a materializar en obras completas las intuiciones, los impulsos que el Espíritu Santo iba suscitando en ella. De este modo, la historia del Movimiento de los Focolares, gracias a esta singular y paradigmática unidad entre Chiara Lubich y Pascual Foresi, tomaron forma dimensiones fundamentales del carisma de la unidad en el campo del pensamiento de la cultura, en su ordenamiento jurídico, en sus estructuras de formación, en sus actividades de difusión y editorial, entre otros. Si el encuentro Igino Giordani —conocido político y escritor católico— marca el inicio, además de la apertura del movimiento a la humanidad a 360 grados, de esa experiencia de luz conocida como el Paraíso del 49, el encuentro con Pascual Foresi hizo que las iluminaciones encontraran estructuras adecuadas e instrumentos idóneos de mediación y encarnación. En estos textos se despliegan los doce puntos de la espiritualidad de la unidad que surgen de esa oración. Quién haya leído los libros de Chiara Lubich en los que se exponen estos mismos puntos podrá captar, al mismo tiempo, la unidad de inspiración y la diversidad de aproximación: no se trata de algo que los completa, sino de extraer de esa inspiración originaria las implicancias prácticas de naturaleza teológica, entre otras. Por lo tanto, ellos nos presentan a Pascual Foresi en su característico rol junto a Chiara Lubich: rol que él ha sabido desarrollar con un amor infinito, como infinito es nuestro gracias a él por su ejemplar donación. Grupo Editorial Ciudad Nueva – Buenos Aires
Dic 28, 2015 | Cultura, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Il metropolita di Cluj-Napoca, Andrei Andreicut
Conoscersi, dialogare, approfondire la comunione. Era questa l’esigenza che già nel lontano 2004 aveva spinto la facoltà di Teologia Ortodossa dell’Università Babeş – Bolyai di Cluj-Napoca e i membri del Movimento dei Focolari ad iniziare un fruttuoso scambio spirituale e di esperienze di vita. Nel tempo questa comunione si è arricchita di un corso di ecumenismo, per sfociare poi, negli ultimi anni, in un dialogo anche sul piano teologico. Nel comune desiderio di far incontrare la teologia ortodossa e il carisma dell’unità, di Chiara Lubich. E giungere – quest’anno – dopo l’accordo di collaborazione siglato tra la Facoltà rumena e l’Istituto Universitario Sophia (IUS) di Loppiano (Firenze), ad un Simposio tra le due istituzioni accademiche, tenutosi a Cluj-Napoca il 26-28 novembre. Il simposio è stato aperto dal metropolita di Cluj-Napoca, Andrei Andreicut, con parole di incoraggiamento per il prezioso cammino di comunione in atto. Anche il vescovo Vasile Somesanul, da anni protagonista di questa comunione, ha voluto essere presente. Le relazioni erano affidate, per la parte del Movimento, a professori dello IUS fra cui il preside Piero Coda. Per la parte ortodossa il decano Padre Vasile Stanciu con qualificati docenti da tre facoltà di teologia ortodossa nella Romania, quella di Cluj, Sibiu e Alba Iulia. Alcune lezioni si sono svolte a due voci, come quelle di ecumenismo e di sacra scrittura tenute insieme.
Le varie conferenze vertevano sul tema dello Spirito Santo, così espresso nel titolo del Simposio: La grande dossologia dello Spirito Santo nella teologia di San Basilio il Grande. L’operare dello Spirito Santo nella Chiesa e nella creazione A detta dei partecipanti «quella dello Spirito Santo è stata una presenza tangibile, sia per la luminosità delle esposizioni che per la comunione in Dio sperimentata». «Abbiamo toccato con mano che quando c’è l’intenzione di essere dono, l’incontro è possibile», diceva qualcuno. Mentre un altro sottolineava «la grande sintonia fra tutti e la gioia di poter condividere le ricchezze di ciascuno». Molti i partecipanti alle lezioni tenuti da Piero Coda alla Facoltà di Teologia ortodossa, specialmente studenti della Facoltà stessa, ma anche da altre tre Facoltà di teologia dell’Università: la romano-cattolica, la greco-cattolica e quella evangelica. Importante il dibattito sul futuro dell’Europa organizzato dal Centro ecumenico di Sibiu con relatori principali il prof. Piero Coda e lo scrittore Andrei Pleşu, intellettuale rumeno di spicco. Il Simposio è stato anche l’occasione per progettare il futuro, nel quale la collaborazione è destinata a infittirsi. Per il prossimo anno accademico si prevede uno scambio di professori tra la Facoltà ortodossa e lo IUS. Si è anche prospettato un seminario comune a Sophia nella prima metà 2017. (altro…)
Dic 26, 2015 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Anche nel piccolo Paese centramericano, con una forte ascendenza indigena e quindi sensibile ai contrasti sociali, sono nove gli imprenditori guatemaltechi che dal giugno scorso si sono iscritti ad un corso EdC. A cadenza mensile stanno così approfondendo i fondamenti del progetto, confrontandosi anche con esperienze già in atto in altre parti del mondo. «Il testo base – spiega Sandra Macario, coordinatrice del corso – è il libro di Bruni “Il prezzo della gratuità”, ma spesso facciamo anche collegamenti Skype con altri imprenditori EdC di Città del Messico e di altre parti dell’America Latina». Il 26 novembre il corso ha tenuto un open day invitando quanti potevano esserne interessati ad una ‘colazione di fine anno’, tipica di questi Paesi, con dei sapori caratteristici di mais e fagioli. Vi hanno partecipato 40 persone. L’ospite d’onore era Maria Luisa Altamirano del Messico, che ha condiviso la sua esperienza di imprenditrice suscitando domande e approcci tra i partecipanti. Oltre ai corsisti, ha preso la parola anche l’imprenditore brasiliano Ismael Yos, che aveva fatto il medesimo corso in Brasile. Fra le testimonianze, toccante il racconto dell’architetto guatemalteco Jorge Mario Contreras. Egli non sempre può contare su lavori continuativi, per cui ha un pool di lavoratori cui rivolgersi di volta in volta. Loro sanno che il lavoro è scarso e capiscono che quando non operano per lui devono guardare altrove cercando lavoro dove si può. A volte i lavori sono richiesti con molta urgenza. Come quella volta che si doveva ristrutturare e riallestire un Centro Dialisi. Per la cancellazione di un contratto con un’altra impresa e la conseguente sospensione del servizio, il suo avvio era oltremodo urgente. C’era bisogno di muratori per adattare i locali, di tecnici per la messa in opera dei macchinari. Contreras ha presentato la sua offerta, le cui condizioni sono state ritenute tutte favorevoli, tranne i tempi di consegna che la committenza chiedeva venissero ridotti della metà. Pena la non assegnazione del lavoro.
Un problema impossibile da risolvere. L’ultima carta da giocare era il dialogo con i lavoratori. Un concetto, questo del dialogo, che Contreras aveva da tempo recepito e introdotto come uno dei pilastri della sua attività lavorativa. Uno stile di vita che in questo momento di criticità ha dimostrato tutta la sua efficacia. La proposta ai lavoratori di fare i doppi turni è stata unanimemente accettata, non solo per non lasciar andare un lavoro, ma perché avevano fiducia in lui e fra loro. Contro tutte le previsioni tecniche, il lavoro è stato fatto nei tempi, e i pazienti in attesa hanno ricevuto il trattamento al momento concordato. In un’altra occasione Contreras ha ricevuto una telefonata da uno dei suoi dipendenti. Era il mattino presto, un orario in cui normalmente non si dovrebbe disturbare il boss. Ma la cosa era grave: la figlia piccola stava male e aveva bisogno urgentemente di una medicina costosa e l’operaio non aveva i soldi per comprarla. Contreras lo ha ascoltato come un fratello: “Ora comincio a pregare per tua figlia. – gli ha detto – Appena aprono le banche farò il versamento del denaro necessario”. Contreras racconta di aver sentito che la sua azienda “era diventata una famiglia”. (altro…)
Dic 24, 2015 | Chiara Lubich, Focolari nel Mondo, Spiritualità
https://vimeo.com/33913534 «Se oggi dovessi lasciare questa terra e mi si chiedesse una parola, come ultima che dice il nostro Ideale, vi direi – sicura d’esser capita nel senso più esatto –: “Siate una famiglia”. Vi sono fra voi coloro che soffrono per prove spirituali o morali? Comprendeteli come e più di una madre, illuminateli con la parola o con l’esempio. Non lasciate mancar loro, anzi accrescete attorno ad essi, il calore della famiglia. Vi sono tra voi coloro che soffrono fisicamente? Siano i fratelli prediletti. Patite con loro. Cercate di comprendere fino in fondo i loro dolori. Fateli partecipi dei frutti della vostra vita apostolica affinché sappiano che essi più che altri vi hanno contribuito. Vi sono coloro che muoiono? Immaginate di essere voi al loro posto e fate quanto desiderereste fosse fatto a voi fino all’ultimo istante. C’è qualcuno che gode per una conquista o per un qualsiasi motivo? Godete con lui, perché la sua consolazione non sia contristata e l’animo non si chiuda, ma la gioia sia di tutti.
C’è qualcuno che parte? Lasciatelo andare non senza avergli riempito il cuore di una sola eredità: il senso della famiglia, perché lo porti dov’è destinato. Non anteponete mai qualsiasi attività di qualsiasi genere, né spirituale, né apostolica, allo spirito di famiglia con quei fratelli con i quali vivete. E dove andate per portare l’ideale di Cristo […], niente farete di meglio che cercare di creare con discrezione, con prudenza, ma decisione, lo spirito di famiglia. Esso è uno spirito umile, vuole il bene degli altri, non si gonfia… è, insomma, la carità vera, completa. Insomma, se io dovessi partire da voi, in pratica lascerei che Gesù in me vi ripetesse: “Amatevi a vicenda… affinché tutti siano uno”». Chiara Lubich (La dottrina spirituale – Città Nuova Ed. pp.92-93) (altro…)
Dic 22, 2015 | Centro internazionale, Chiesa, Spiritualità
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«Auguro a tutti un Natale di condivisione, ricordando le parole di papa Francesco: giustizia, solidarietà e sobrietà.
Giustizia: cioè guardare a chi soffre, a chi manca del necessario, non come una categoria sociale da aiutare, ma come fratelli da amare.
Solidarietà: non aver paura di aprire il cuore, le tasche, i portafogli, per vivere come una sola famiglia.
Sobrietà: non sciupare quello che va messo a disposizione di tutti, a cominciare dalle cose belle del creato.
Lo spero, spero nella grazia del Natale!
È un tempo di misericordia che tutti possono vivere. Dio crede in noi e mette nel cuore di ognuno una scintilla del Suo amore. Allora il Natale può essere bellissimo per tutti: sarà bello se sarà un Natale d’amore».
Maria Voce
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