Mag 28, 2013 | Chiesa, Nuove Generazioni, Sociale, Spiritualità
La beatificazione di don Pino Puglisi il 25 maggio 2013 diventa simbolo della lotta contro tutte le mafie e le schiavitù di oggi. Il percorso dei giovani dei Focolari sulle vie della legalità. «Non possono fare questo! Non possono fare di noi, fratelli, schiavi!». Tuonano le parole di papa Francesco all’Angelus del 26 maggio, facendo eco all’anatema che Giovanni Paolo II lanciò ai mafiosi dalla Valle dei Templi ad Agrigento nel ’93, pochi mesi prima dell’assassinio di don Puglisi. E a distanza di 20 anni dalla sua morte, don Pino Puglisi è stato proclamato beato a Palermo (Italia). Era stato ucciso il 15 settembre 1993 dai killer della famiglia mafiosa che dominava nel quartiere Brancaccio in cui don Puglisi viveva e operava incessantemente come parroco nella chiesa di S. Gaetano, “educando i ragazzi secondo il Vangelo” e sottraendoli così alla malavita, come ha ricordato ancora papa Francesco. Tra gli 80.000 partecipanti alla cerimonia di beatificazione, anche tante persone del Movimento dei Focolari hanno voluto essere presenti, soprattutto giovani e ragazzi provenienti da diverse città siciliane. L’appuntamento a Palermo per la beatificazione di don Puglisi era stato fissato da tempo. Infatti i Giovani per un Mondo Unito da alcuni mesi sono coinvolti nel cantiere legalità del Progetto Italia e volevano ritrovarsi in occasione di questa celebrazione per vivere un’ulteriore esperienza di condivisione con quanti a Palermo, e altrove, sono impegnati per la legalità. E mentre padre Puglisi diventava beato in Sicilia, a Milano un centinaio di giovani del “Cantiere legalità”, si sono trovati per parlare del fenomeno mafioso, discuterne le radici e i comportamenti e studiare insieme le strategie per combatterne lo sviluppo.
Il prossimo appuntamento per i giovani italiani del Movimento dei Focolari sarà a Caserta (29 luglio – 2 agosto 2013): qui si ritroveranno per condividere le esperienze e gli approfondimenti che in questi mesi loro stessi stanno maturando su tre tematiche connesse alla legalità: l’accoglienza degli immigrati, la difesa dell’ambiente e il lavoro. L’impegno per la legalità in Sicilia da parte dei Focolari ha radici ben lontane. Anche Chiara Lubich nel 1998 a Palermo aveva avuto modo di esprimersi su questo punto, a seguito di una esplicita domanda di alcune persone. Da lei era venuta la spinta a unire tutti coloro che sono sinceramente impegnati per il bene comune, a cominciare da associazioni e movimenti cattolici, per costruire la “civiltà dell’amore” e dare sempre maggiore consapevolezza e consistenza a quanti si impegnano giorno per giorno per contrastare la distruttiva presenza mafiosa. Il percorso compiuto in questi anni ha certamente portato i suoi risultati: insieme ai Giovani per un Mondo Unito e ai Ragazzi per l’Unità, sugli stessi pullman viaggiavano ragazzi di altri gruppi e associazioni che condividono il medesimo desiderio di un mondo più unito e fraterno.
Inoltre – anche a testimonianza della rete costruita proprio a Palermo in questi anni – i giovani ed i ragazzi hanno avuto nel pomeriggio due bellissimi appuntamenti: il primo presso la sede dell’associazione Libera per conoscere meglio l’attività di chi lavora nei terreni confiscati alla mafia, il secondo presso la sede della Comunità di Sant’Egidio che li ha ospitati per un momento di dialogo con alcuni testimoni della vita di don Puglisi. In questa occasione i Ragazzi per l’Unità di Palermo hanno anche spiegato ciò che stanno facendo nella loro città e in particolare nel quartiere di Brancaccio in cui hanno dipinto un bellissimo murales – proprio nella piazzetta in cui p. Puglisi è stato ucciso – che a distanza di mesi non è stato toccato. A chiare lettere hanno scritto: “La regola d’oro: fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te”. (altro…)
Mag 24, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Si chiama SEC, Scuola di economia civile; tra i suoi soggetti fondatori troviamo alcune importanti realtà della società italiana: Acli, Banca Popolare Etica, Cooperazione Trentina, Economia di Comunione (EdC), Federcasse (la Federazione delle Banche di credito cooperativo), che insieme all’Istituto Universitario Sophia e al Polo Lionello Bonfanti, l’hanno ufficialmente costituita lo scorso 19 maggio a Loppiano. Silvia Vacca, giovane imprenditrice torinese che in questi mesi ha rivestito un ruolo di primo piano nella realizzazione esecutiva di SEC e si prepara ad esserne presidente del Consiglio di Amministrazione, in un’intervista sul sito EdC, ne definisce così le prospettive: «Si tratta di una scuola che è anche un progetto di ricerca che intende promuovere la realizzazione di un mercato civile e civilizzante che ponga al centro dell’agire economico la persona, i suoi bisogni, le sue aspirazioni e la sua fioritura; un mercato in cui gli agenti interagiscono per mutuo vantaggio e nell’interesse del bene comune, in contrapposizione con le logiche utilitaristiche e di sola massimizzazione del profitto che si sono andate affermando su scala mondiale e che ci hanno condotto a questi tempi di crisi». Un centro di studi dunque, dove si dà corpo alla ricerca di una strada innovativa, ridefinendo il rapporto dell’uomo con il mercato, sulle ceneri del capitalismo individualista i cui segnali di crisi sono usciti dagli ambiti universitari per farsi vissuto quotidiano di tanti. L’indirizzo culturale è affidato a Stefano Zamagni, Luigino Bruni e Renato Ruffini, che dell’Economia Civile sono da anni promotori, coadiuvati da una Comunità docente che accoglie nomi noti nelle maggiori università italiane: Alessandra Smerilli, Pierluigi Porta, Leonardo Becchetti, Mauro Magatti, Stefano Bartolini, Vera Negri, Vittorio Pelligra e Nicolò Bellanca.
La proposta della SEC nasce dalla necessità di creare una consapevolezza su alcuni principi economici – in particolare quelli riferiti alla centralità della persona e al bene comune – in quegli ambienti che per loro forma giuridica o per loro sensibilità a questi principi sono affini, promuovendo una formazione destinata innanzitutto alla classe dirigente di istituzioni, associazioni, imprese che già ricoprono questi ruoli o che ambiscono a ricoprirli; SEC punterà anche al mondo delle scuole, pensando a corsi che vadano a formare dirigenti scolastici e professori. I corsi partiranno nell’autunno del 2013, dopo il lancio ufficiale di SEC che avverrà il prossimo 20 settembre nell’ambito di LoppianoLab e si terranno a Loppiano presso il Polo Lionello, dove verrà costituita la sede della Scuola. Leggi anche: articolo su Avvenire del 17 maggio 2013 Entra nel sito del Scuola di Economia Civile (altro…)
Mag 23, 2013 | Chiara Lubich, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Prima di iniziare la lunga tournée (16 maggio-27 luglio) in Brasile – scrivono gli amici del Gen Rosso – c’è stato l’atteso incontro con i fondatori della Fazenda da Esperança, comunità in cui vivono giovani in difficoltà fondata su uno stile di vita evangelico: il francescano tedesco Frate Hans Stapel e il brasiliano Nelson Giovaneli, nella loro sede centrale di Guaratinguetá, nei pressi di San Paolo. Avevamo, infatti, la percezione che per questo impegnativo viaggio, ci volesse un momento di “intimità” con Dio e con chi, insieme a noi, ha deciso di intraprendere un’avventura così radicata nel Vangelo». La visita alla “Fazenda” inizia dalla piccola cappella dove si ricorda Chiara Lubich; la sua spiritualità, infatti, ha ispirato la vita della “Fazenda da Esperança” sin dalla nascita. Quando nel 2010 c’è stato il riconoscimento ufficiale da parte del Pontificio Consiglio per i Laici, Frei Hans e i suoi si sono voluti recare presso la sede internazionale dei Focolari, per “ringraziare” Chiara, rendendole omaggio nella cappella dove riposa. Gli amici del Gen Rosso chiedono a Frate Hans cosa ha in cuore, come augurio per questi mesi in Brasile: «Guardiamo gli inizi del Movimento dei Focolari a Trento – risponde: attorno al tavolo del primo focolare c’erano una focolarina e un povero, una focolarina e un povero… C’era la realtà spirituale congiunta alla realtà sociale. Questa è la nostra sfida, soprattutto qui in America del Sud, ma penso anche in tutto il mondo. Quando c’è la dimensione spirituale senza l’incarnazione nel sociale, manca qualcosa. Quando, viceversa, c’è l’impegno sociale ma senza le radici in Dio, lo sforzo è vano. La sfida sta nell’unità delle due dimensioni».
Così è pensato anche il tour del Gen Rosso, che si è aperto il 16 maggio con il Musical Streetlight insieme ai 200 ragazzi della Fazenda da Esperança e si concluderà con la partecipazione alla Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro il 27 luglio. Nei primi 3 spettacoli sono già 5.000 le persone raggiunte. «Cerchiamo di affondare ogni giorno le radici in Dio – scrivono ancora dal Gen Rosso – attraverso la riflessione e la vita della Parola e dell’amore scambievole fra tutti, che genera la presenza spirituale di Gesù in mezzo a noi (Mt 18,20). Con questa sua forza cercheremo di amare tutti ragazzi e le ragazze con i quali porteremo avanti il progetto “Forti senza violenza”». Ragazzi che spesso vengono da esperienze di abbandono e dolori indicibili, che trovano nella droga un rifugio: «Vorremmo dare loro una gioia che non passa – scrivono – perché Gesù apre le porte all’Eterno, pur in mezzo ai tanti dolori nostri e del mondo». E ancora: «Questo è il messaggio che vogliamo gridare alla società qui in Brasile, attraverso gli spettacoli e i moltiplicatori dei media: Esiste qualcosa che non passa, Dio, che ci ama immensamente. È Lui che ci può rendere “forti senza violenza”!».
“Forti Senza Violenza” – Video su YouTube Durata: 11’30” http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=xz6N7Wznj58
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Mag 21, 2013 | Centro internazionale, Chiesa, Spiritualità
«Momento di profonda commozione, intimo e sereno». Con queste parole Maria Voce descrive il clima sperimentato stamattina alla S. Messa celebrata da Papa Francesco nella cappella di Casa Santa Marta, alla quale è stata invitata a partecipare assieme al copresidente dei Focolari Giancarlo Faletti. Particolarmente toccanti risuonano le parole del Papa all’omelia – in riferimento al Vangelo del giorno (Mc 9,30-37) – in cui ribadisce che per il cristiano, progredire significa abbassarsi, e che il potere nella Chiesa è servizio: «Il vero potere è il servizio. Come lo ha fatto Lui, che è venuto non a farsi servire, ma a servire, e il suo servizio è stato proprio un servizio della Croce. Lui si è abbassato fino alla morte, alla morte di Croce, per noi, per servire noi, per salvare noi. E non c’è nella Chiesa nessun’altra strada per andare avanti. Per il cristiano, andare avanti, progredire significa abbassarsi. Se noi non impariamo questa regola cristiana, mai, mai potremo capire il vero messaggio di Gesù sul potere». Nel saluto al termine della Messa Maria Voce esprime al Santo Padre le preghiere e la gratitudine di tutto il Movimento dei Focolari: «Siamo tutti impegnati a vivere alla lettera quello che lei dice, in particolare a uscire incontro agli uomini perché gli uomini incontrino Cristo». «Quello che ci vuole – risponde il Santo Padre – la cultura dell’incontro!».
Servizio CTV 21.5.2013 http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=HquzYPDPGq0
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Mag 21, 2013 | Centro internazionale, Chiesa, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«È stato bello poter dare a papa Francesco la certezza che c’è forza vitale nella chiesa, anche oggi nonostante tante difficoltà», afferma Maria Voce, che ai microfoni di Radio Vaticana spiega quali conferme e quali novità ha tratto da questo incontro speciale. «Confermati sicuramente nell’impegno a vivere il nostro carisma, perché si sentiva forte quanto la comunione è la nota essenziale della chiesa oggi, e quindi il nostro carisma di comunione mi sembra che ci veniva messo in rilievo come una necessità di servizio alla chiesa. Questo era anche confermato nel vedere con che festa ci ritrovavamo, ci domandavamo l’uno dell’altro, ci assicuravamo le preghiere…». «Rinnovati forse nel coraggio di affrontare il mondo, perché sicuramente ogni movimento ha questa spinta interiore che papa Francesco sta sottolineando forte, di andare verso gli altri, di mettersi a disposizione della Chiesa, di servire gli ultimi. Sentirselo dire con tale forza dal papa, era come darci il coraggio di dire: siamo piccoli, siamo deboli, però nonostante tutto Gesù ci guida, Gesù è con noi, il papa ci manda, possiamo andare…». Guardando avanti questo cammino che aspetta i diversi carismi e movimenti, il Papa ha messo in guardia sia dal particolarismo sia dall’omologazione, e ha consegnato tre parole: armonia, novità, missione. Cosa significa per lei in concreto? «A me ha fatto una grande impressione la parola “novità”, perché saremmo tutti tentati di appoggiarci a delle sicurezze per il cammino già fatto, per l’esperienza accumulata, e invece il Papa ci ha sfidati ad accogliere le sorprese dello Spirito, ad ascoltare bene quello che Egli ci chiede e a seguirlo per le vie del mondo». Fonte: Radio Vaticana – Radio Giornale del 21.05.2013, edizione delle 19.30 http://media.vaticanradiowebcast.org/mp3_od/rg_italiano_4_1.mp3 (audio) (altro…)
Mag 19, 2013 | Chiesa, Spiritualità
4 domande e 4 risposte a braccio. Le parole del Papa sono il momento più toccante della veglia di Pentecoste del 18 maggio 2013, che ha radunato in Piazza San Pietro 200mila fedeli di numerose realtà ecclesiali. «Conoscevo le vostre domande…, è la verità!». Ma le risposte sono spontanee, e coinvolgono i presenti in un ascolto attento e silenzioso. Come ha raggiunto la certezza della fede e come vincere la propria fragilità? è la prima. Risponde raccontando la sua storia: «Io ho avuto la grazia di crescere in una famiglia dove la fede si viveva in modo semplice e concreto. Soprattutto è stata mia nonna che ha segnato il mio cammino di fede». «Ci parlava di Gesù ci insegnava il catechismo, il venerdì santo ci portava alla processione delle candele, alla fine arrivava il Cristo giacente, la nonna ci faceva inginocchiare e diceva: è morto, ma domani resuscita! Ho ricevuto il primo annuncio cristiano dalla mia nonna!». E il suo invito è ad abbandonare la paura: «Siamo fragili, lo sappiamo, ma Lui è più forte. Col Signore siamo sicuri, la fede cresce col Signore…». Qual è la cosa più importante a cui dobbiamo guardare? «Qual è la cosa più importante? Gesù. Se andiamo avanti con l’organizzazione, ma senza Gesù, non andiamo». E invita a vivere in “sinergia con lo Spirito Santo”. Non tanto parlare, ma testimoniare con la coerenza di vita. Come vivere una chiesa povera e per i poveri? Quale contributo dare alla chiesa e alla società in questa crisi che tocca l’etica pubblica? “Vivere il Vangelo è il principale contributo che possiamo dare. La chiesa non è un movimento politico, né una struttura ben organizzata. Non siamo una ONG, e quando la chiesa diventa una ONG perde il sale, non ha sapore, è soltanto una vuota organizzazioni”.
Indica tra i pericoli più grandi quello dell’efficientismo e della chiusura in se stessi. Una chiusura che porta ad ammalarsi: “La chiesa deve uscire da se stessa verso le periferie esistenziali”. Certo quando si esce può succedere un incidente, ma: “Preferisco mille volte una chiesa incidentata che una chiesa malata per chiusura. Uscite fuori, uscite!”. È l’invito del Papa per uscire dalla cultura dello scontro e della frammentazione, dalla “cultura dello scarto”, per vivere invece la cultura dell’incontro con l’altro: con Gesù e con tutti i fratelli, a partire dai più poveri, guardandoli negli occhi e toccandoli per mano, per “toccare la carne di Cristo, prendere su di noi il dolore dei poveri”. Come confessare la fede? “Per annunziare il vangelo sono necessarie 2 virtù: il coraggio e la pazienza”, come ha ricordato anche la testimonianza del fratello di Shabhaz Bhatti, il ministro pachistano ucciso nel 2011. In cammino per il martirio siamo tutti: chi dà la vita testimoniando Gesù, e chi vive i piccoli martiri quotidiani. “Un cristiano deve sempre saper rispondere al male con il bene”. “Cerchiamo di far sentire a questi fratelli e sorelle che siamo profondamente uniti a questa situazione”. “Pregate per questi fratelli e sorelle nella preghiera di tutti i giorni?”
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Nel saluto sul sagrato a Papa Francesco dei vari responsabili dei Movimenti e comunità ecclesiali, Maria Voce esprime al Santo Padre il ringraziamento e l’impegno dei Focolari a “dare questa testimonianza di cristianesimo coraggioso e gioioso”. Tra le prime impressioni, Maria Voce confida che “il suo discorso ha fatto bene al cuore”, in particolare l’insistenza sull’incontro con Gesù e sulla preghiera, ripresa in tutte le risposte, sottolineando “la dimensione spirituale del cristiano: la preghiera, l’incontro con Gesù che avviene attraverso le persone, nelle periferie, fuori. Ha bocciato i ragionamenti, le strategie a tavolino, senza ignorare le sfide. Bisogna guardare a Gesù e tutto il resto è conseguenza». La presidente dei Focolari ha voluto sottolineare anche l’atmosfera di amicizia e di gioia tra i vari fondatori e rappresentati di comunità e movimenti: “Credo che il Papa, arrivando, abbia sentito questo cuore gioioso della Chiesa”. Mentre Giancarlo Faletti, copresidente del Movimento, ha sottolineato che il papa ha indicato nell’amore a Gesù e al prossimo la dinamica di vita di chi sa guardare fuori: “Ci ha guardati non come un particolare della chiesa ma come cristiani, aveva davanti a sé la cristianità”. Rivedi la diretta (CTV) (altro…)