Movimento dei Focolari
Don Giuseppe Puglisi (padre Pino Puglisi)

Don Giuseppe Puglisi (padre Pino Puglisi)

La beatificazione di don Pino Puglisi il 25 maggio 2013 diventa simbolo della lotta contro tutte le mafie e le schiavitù di oggi. Il percorso dei giovani dei Focolari sulle vie della legalità. «Non possono fare questo! Non possono fare di noi, fratelli, schiavi!». Tuonano le parole di papa Francesco all’Angelus del 26 maggio, facendo eco all’anatema che Giovanni Paolo II lanciò  ai mafiosi dalla Valle dei Templi ad Agrigento nel ’93, pochi mesi prima dell’assassinio di don Puglisi. E a distanza di 20 anni dalla sua morte, don Pino Puglisi è stato proclamato beato a Palermo (Italia). Era stato ucciso il 15 settembre 1993 dai killer della famiglia mafiosa che dominava nel quartiere Brancaccio in cui don Puglisi viveva e operava incessantemente come parroco nella chiesa di S. Gaetano, “educando i ragazzi secondo il Vangelo” e sottraendoli così alla malavita, come ha ricordato ancora papa Francesco. Tra gli 80.000 partecipanti alla cerimonia di beatificazione, anche tante persone del Movimento dei Focolari hanno voluto essere presenti, soprattutto giovani e ragazzi provenienti da diverse città siciliane. L’appuntamento a Palermo per la beatificazione di don Puglisi era stato fissato da tempo. Infatti i Giovani per un Mondo Unito da alcuni mesi sono coinvolti nel cantiere legalità del Progetto Italia e volevano ritrovarsi in occasione di questa celebrazione per vivere un’ulteriore esperienza di condivisione con quanti a Palermo, e altrove, sono impegnati per la legalità.  E mentre padre Puglisi diventava beato in Sicilia, a Milano un centinaio di giovani del “Cantiere legalità”, si sono trovati per parlare del fenomeno mafioso, discuterne le radici e i comportamenti  e studiare insieme le strategie per combatterne lo sviluppo. Il prossimo appuntamento per i giovani italiani del Movimento dei Focolari sarà a Caserta (29 luglio – 2 agosto 2013): qui si ritroveranno per condividere le esperienze e gli approfondimenti che in questi mesi loro stessi stanno maturando su tre tematiche connesse alla legalità: l’accoglienza degli immigrati, la difesa dell’ambiente e il lavoro. L’impegno per la legalità in Sicilia da parte dei Focolari ha radici ben lontane. Anche Chiara Lubich nel 1998 a Palermo aveva avuto modo di esprimersi su questo punto, a seguito di una esplicita domanda di alcune persone. Da lei era venuta la spinta a unire tutti coloro che sono sinceramente impegnati per il bene comune, a cominciare da associazioni e movimenti cattolici, per costruire la “civiltà dell’amore” e dare sempre maggiore consapevolezza e consistenza a quanti si impegnano giorno per giorno per contrastare la distruttiva presenza mafiosa. Il percorso compiuto in questi anni ha certamente portato i suoi risultati: insieme ai Giovani per un Mondo Unito e ai Ragazzi per l’Unità, sugli stessi pullman viaggiavano ragazzi di altri gruppi e associazioni che condividono il medesimo desiderio di un mondo più unito e fraterno. Inoltre – anche a testimonianza della rete costruita proprio a Palermo in questi anni – i giovani ed i ragazzi hanno avuto nel pomeriggio due bellissimi appuntamenti: il primo presso la sede dell’associazione Libera per conoscere meglio l’attività di chi lavora nei terreni confiscati alla mafia, il secondo presso la sede della Comunità di Sant’Egidio che li ha ospitati per un momento di dialogo con alcuni testimoni della vita di don Puglisi. In questa occasione i Ragazzi per l’Unità di Palermo hanno anche spiegato ciò che stanno facendo nella loro città e in particolare nel quartiere di Brancaccio in cui hanno dipinto un bellissimo murales – proprio nella piazzetta in cui p. Puglisi è stato ucciso – che a distanza di mesi non è stato toccato. A chiare lettere hanno scritto: “La regola d’oro: fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te”. (altro…)

Don Giuseppe Puglisi (padre Pino Puglisi)

Gen Rosso in Brasile, si parte dalla Fazenda da Esperança

«Prima di iniziare la lunga tournée (16 maggio-27 luglio) in Brasile – scrivono gli amici del Gen Rosso – c’è stato l’atteso incontro con i fondatori della Fazenda da Esperança, comunità in cui vivono giovani in difficoltà fondata su uno stile di vita evangelico:  il francescano tedesco Frate Hans Stapel e il brasiliano Nelson Giovaneli, nella loro sede centrale di Guaratinguetá, nei pressi di San Paolo. Avevamo, infatti, la percezione che per questo impegnativo viaggio, ci volesse un momento di “intimità” con Dio e con chi, insieme a noi, ha deciso di intraprendere un’avventura così radicata nel Vangelo». La visita alla “Fazenda” inizia dalla piccola cappella dove si ricorda Chiara Lubich; la sua spiritualità, infatti, ha ispirato la vita della “Fazenda da Esperança” sin dalla nascita. Quando nel 2010 c’è stato il riconoscimento ufficiale da parte del Pontificio Consiglio per i Laici, Frei Hans e i suoi si sono voluti recare presso la sede internazionale dei Focolari, per “ringraziare” Chiara, rendendole omaggio nella cappella dove riposa. Gli amici del Gen Rosso chiedono a Frate Hans cosa ha in cuore, come augurio per questi mesi in Brasile: «Guardiamo gli inizi del Movimento dei Focolari a Trento – risponde: attorno al tavolo del primo focolare c’erano una focolarina e un povero, una focolarina e un povero… C’era la realtà spirituale congiunta alla realtà sociale. Questa è la nostra sfida, soprattutto qui in America del Sud, ma penso anche in tutto il mondo. Quando c’è la dimensione spirituale senza l’incarnazione nel sociale, manca qualcosa. Quando, viceversa, c’è l’impegno sociale ma senza le radici in Dio, lo sforzo è vano. La sfida sta nell’unità delle due dimensioni». Così è pensato anche il tour del Gen Rosso, che si è aperto il 16 maggio con il Musical Streetlight insieme ai 200 ragazzi della Fazenda da Esperança e si concluderà con la partecipazione alla Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro il 27 luglio. Nei primi 3 spettacoli sono già 5.000 le persone raggiunte. «Cerchiamo di affondare ogni giorno le radici in Dio – scrivono ancora dal Gen Rosso –  attraverso la riflessione e la vita della Parola e dell’amore scambievole fra tutti, che genera la presenza spirituale di Gesù in mezzo a noi (Mt 18,20). Con questa sua forza cercheremo di amare tutti ragazzi e le ragazze con i quali porteremo avanti il progetto “Forti senza violenza”». Ragazzi che spesso vengono da  esperienze di abbandono e dolori indicibili, che trovano nella droga un rifugio: «Vorremmo dare loro una gioia che non passa – scrivono – perché Gesù apre le porte all’Eterno, pur in mezzo ai tanti dolori nostri e del mondo». E ancora: «Questo è il messaggio che vogliamo gridare alla società qui in Brasile, attraverso gli spettacoli e i moltiplicatori dei media: Esiste qualcosa che non passa, Dio, che ci ama immensamente. È Lui che ci può rendere “forti senza violenza”!».


“Forti Senza Violenza” – Video su YouTube Durata: 11’30” http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=xz6N7Wznj58


(altro…)