Dic 15, 2012 | Cultura, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
«Nella situazione che la Siria sta vivendo – lacerata in un conflitto nutrito dall’ignoranza, dalla divisione e dal settarismo confessionale -, come padre e marito ho dovuto decidere se rimanere nel Paese che amo o emigrare per il bene della mia famiglia. Alcuni mesi fa avevo comprato i biglietti aerei e cominciato le pratiche necessarie per la partenza, ma, in fondo al cuore, non ero tranquillo, anche se avevo un’opportunità di lavoro a Beirut. Sentivo di avere una missione da offrire alla mia gente e al mio Paese. In quel momento la situazione ad Aleppo, la mia città, non era così grave ma tutti sentivamo che il peggio stava per arrivare. E, infatti, la situazione è precipitata rapidamente. Inizialmente, ho deciso che sarebbero partiti per Beirut mia moglie e i miei figli e io sarei rimasto da solo ad Aleppo. Ma mia moglie non era d’accordo: «O ce ne andiamo tutti o rimaniamo tutti insieme!». Così, invece di lasciare il Paese per proteggerci dal caos e dalla morte, abbiamo scelto insieme come famiglia, di rimanere. Non sono una persona abituata a pregare, ma ho sentito in quel momento che Dio mi chiedeva qualcosa. Sono andato in Chiesa ed ho offerto a Lui la mia vita e la vita della mia famiglia: « Il nostro futuro è nelle Tue mani». Mi ha invaso una grande pace interiore, nonostante la tensione che si respirava.
Con degli amici cristiani abbiamo cercato di capire i bisogni della nostra comunità provando a rispondervi attraverso aiuti, anche semplici. Un giorno, mentre lavoravo al restauro della Chiesa, mi sono trovato a parlare con il parroco delle difficili condizioni di vita di tante famiglie e del problema di trovare il latte per i bambini. Subito ci siamo messi alla ricerca di questo nutrimento di base, ma sui mercati non ce n’era più. Alla fine, siamo riusciti ad averne soltanto quattro scatole. Come fare per assicurare il latte ai bambini di quelle famiglie che appartenevano alla classe media ma che ora non avevano più alcuna entrata? Senza programmi in testa abbiamo iniziato ad annotare le necessità. All’inizio, nella lista figuravano ben 300 famiglie! Abbiamo chiesto a tanti delle donazioni, ricevendo soltanto 300 L.S. (pari a quattro dollari). Era impossibile fare qualcosa con una somma così irrisoria, ma è stato proprio in quel momento che una persona, venuta a conoscenza di questa situazione, è intervenuta coprendo tutti i bisogni immediati tramite la Caritas della Siria! Un giorno ho preparato un cesto di alimenti, come fosse per la mia famiglia. Poi l’ho portato ad una persona che, sorpresa, non lo voleva. Ma quando le ho detto: «Questo cesto l’ho preparato per me e quel che è mio è tuo», commossa lo ha accettato. Nel frattempo, le famiglie bisognose erano aumentate, passando da 300 a 1.500, per cui non riuscivamo ad assicurare nemmeno i prodotti di prima necessità. Abbiamo pensato, allora, di chiedere aiuto all’Organizzazione umanitaria “Mezzaluna Rossa”. Quando ci hanno chiesto se offrivamo il sostegno a gente di tutte le confessioni, era presente, per caso, una persona che conosceva il Centro per i bambini sordomuti che gestisco con mia moglie e sapeva che ci occupiamo di musulmani e cristiani allo stesso modo. Ha fatto, così, un cenno di assenso al responsabile della Associazione che ci ha consentito di aver accesso ai loro magazzini. Grande è stata la sorpresa per la grande quantità di aiuti ricevuti!» Jean (Aleppo) Fonte: Città Nuova online (altro…)
Dic 14, 2012 | Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Quando ci prendono in giro – «Un giorno ho avuto zero in matematica, e le mie amiche mi hanno preso in giro. Il maestro mi ha punito ed io ho pianto. Un altro giorno le mie amiche hanno avuto zero in geografia ed io ho avuto 10. Mi sono avvicinata a loro per consolarle, ho cominciato a giocare con loro e così si sono consolate». (Rita – 9 anni, Repubblica Centrafricana) Chiedete e vi sarà dato – «Una domenica a Messa, il parroco chiedeva dei soldi per qualcosa. Tornando a casa ho chiesto alla mamma, perché non avevo capito bene. Mi ha spiegato che chiedeva un contributo da parte di tutti per poter ingrandire la chiesa, troppo piccola per tutti i fedeli. Io non avevo soldi, ma avrei voluto aiutare. Ho chiesto a Gesù. Un po’ di tempo dopo ho ricevuto la mia pagella. Ero la prima della classe. Mio papà era molto contento perché ero stata brava. Mi ha dato 2000 frs ed io li ho messi in una busta per dare il mio contributo per la chiesa». (Raissa -9 anni, Repubblica Centrafricana) Se Dio è amore, anche noi dobbiamo amarci – «Nella mia classe c’è una bambina che non condivide mai niente con gli altri anche quando potrebbe. In questi giorni veniva a scuola con un libro rotto. Ha chiesto ai compagni: «Qualcuno ha dello scotch per riparare il mio libro?» I miei compagni le hanno risposto: «Lo scotch ce l’abbiamo, ma non te lo diamo, perché tu non ci dai mai niente!» Ma io ho detto: «Io glielo do lo stesso il mio scotch perché Dio è Amore. Ci ama. Anche noi dobbiamo amarci». E ho detto alla compagna:«Ecco lo scotch. Posso aiutarti ad aggiustare il tuo libro, ed ho sentito la gioia nel mio cuore». (Rainatou – 8 anni, Repubblica Centrafricana) Non devi avere paura – «Trascorriamo giorni penosi tra gli scontri in strada e la pace minacciata. Alcune delle famiglie si sono organizzate per diffondere segni di concordia, e anche i bambini partecipano. Magda, 8 anni, ha cominciato a mettere da parte alcune delle sue cose per donarle ai rifugiati. Un’amica ha voluto fare lo stesso. Hanno preparato insieme un bel pacco, da distribuire insieme agli adulti. Arrivato il momento della consegna, la situazione in città si era aggravata. La famiglia di Magda non è fuggita proprio perché la bimba voleva portare a termine la sua iniziativa. C’erano degli scontri sotto casa loro, e Magda ha detto alla mamma: “Tu non devi avere paura. Forse Dio ci fa vivere questo per farci vedere un miracolo”». Come i primi cristiani – «Viviamo momenti pericolosi, ma nonostante questo, un gruppo di bambine, che hanno in cuore i bambini della Siria, hanno voluto fare qualcosa per aiutarli. Un’idea è stata: fare biscotti e torte da vendere. Il parroco, venendone a conoscenza ha detto: “Voi che siete piccoline siete quasi come i primi cristiani, che si aiutavano tra di loro quando erano in necessità”. Il giorno della vendita hanno conquistato il cuore di tutti: dalla signora, che ha preparato una torta di alta pasticceria con la bandiera della Siria, alla coppia che ha fatto arrivare una busta con €1.000 , anche se non aveva potuto comprare la torta, perché, dopo la prima Messa, erano già state tutte vendute. In Egitto i bambini sono stati i pionieri della comunità dei Focolari nell’aiuto alla Siria». Voi siete mie sorelle – «In spiaggia abbiamo incontrato un signore che portava tante borse. Era stanco. Lo abbiamo fatto sedere sulla nostra sdraio. Aveva sete e ci ha chiesto dell’acqua naturale. Mamma aveva solo quella gassata, allora io l’ho chiesta ad una vicina di ombrellone. Quel signore ci ha ringraziato: “Grazie di tutto, voi siete mie sorelle!”. Io ho guardato la mia mamma e le ho detto: “Mamma ti ricordi di quella canzoncina? Chi ci passa accanto è Gesù… che un giorno mi dirà ‘Grazie per quando mi hai sorriso e ti sei preso cura di me!’” Allora mi sono ricordata che nel cuore di quel signore c’era Gesù». (Benedetta – Italia) (altro…)
Dic 8, 2012 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Per gli antichi Cristo voleva dire re. Ma Cristo fu un re fuori dallo schema accettato: ché nacque in una stalla da una figlia di contadini, tra bestiame e pastori. Dove gli altri sovrani incombevano dall’alto, calando da troni per dominare, Egli venne dal basso, dallo strato ultimo, per servire: sotto a tutti, per essere il servo universale. E in questo servizio fece consistere la sua regalità. Tutto è semplice e incantevole, come un idillio in questa nascita d’un bambino nel cuore della notte ventosa – nel cuore della notte dei tempi -; un bambino inviato a salvamento. Ché il mondo aveva bisogno d’esser salvato. Era carico di male, come intriso d’una malattia, una febbre in cui l’umanità si disfaceva. E Gesù portò la salute, e ripristinò la vita, e debellò la morte. Quando apparve il Salvatore, una grande luce rischiarò la notte. Resta la notte, ma resta anche la luce; e nel cristianesimo è sempre Natale. Non si cede alla morte: si ricomincia sempre. E Natale porta, tra le lagrime, la gioia, perfino oggi. Disceso Dio tra noi, noi risaliamo a Dio; Egli si umanizza e noi ci divinizziamo; il punto d’incontro è il Cuore di Lui. Dalla sua nascita nacque un popolo nuovo. Come annunziò l’angelo ai pastori sbigottiti: – Non temete; ecco vi reco l’annunzio di una grande allegrezza che sarà per tutto il popolo. Per tutto il popolo, allegrezza: nessuno è escluso, di nessuna classe o razza o lingua o colore; ché dove avvengono discriminazioni, lì incide la morte. La Chiesa ci sta per Cristo; perché Cristo, come è nato per tutti una notte a Betlemme, rinasca ogni giorno per ciascuno; e ci chiede che non lo respingiamo, ma gli apriamo l’ospitalità del cuore: fosse pure squallido, come una stalla. Penserà Lui a trasformarlo in un tempio gremito di angeli. (altro…)
Dic 8, 2012 | Chiara Lubich, Spiritualità

VIDEO: Chiara Lubich su “Maria nell’esperienza del Movimento dei focolari”
«Signori cardinali e Signori vescovi, il punto cardine della nostra spiritualità che sono stata invitata a presentare quest’anno è Maria. Non mi accingerò certamente a parlare di Lei come converrebbe per la creatura più eccelsa del mondo: questo è compito così vasto e così impegnativo che solo la Chiesa può svolgere attraverso i secoli. Dovrò solo esporre brevemente quel tanto che, con lo spirito del Movimento, noi abbiamo compreso di Maria, delle sue ricchezze venute maggiormente in evidenza durante la nostra storia. Tratterò perciò il tema: “Maria nell’esperienza del Movimento dei Focolari“. Maria è stata presente a noi fin dagli albori del Movimento e anche prima che esso iniziasse ufficialmente ad esistere. Molti di loro sanno come la prima intuizione di ciò che doveva nascere – era allora il lontano 1939 – si ebbe nella casa della Madonna, a Loreto in Italia. È stato lì che compresi come il Signore aveva preparato una via nuova – quella da noi chiamata la “quarta strada” – per una nuova famiglia spirituale nella Chiesa: i focolarini. È stato in quel luogo che ebbi l’intuizione che una schiera di vergini avrebbe seguito questa strada. Sì, Maria era lì fin da Loreto con la sua silenziosa presenza ad attendere tutti quelli che l’avrebbero seguita nell’Opera sua. (leggi tutto) (altro…)
Dic 6, 2012 | Famiglie, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Questa testimonianza di accoglienza è stata raccontata a Brescia lo scorso 25 novembre, nella giornata “Percorsi comuni per la famiglia che ha visto un migliaio di famiglie musulmane e cristiane del Nord Italia. Marisa:«Avevo intenzione di riprendere il lavoro appena i bambini (1 e 3 anni) me lo avrebbero permesso, quando mia mamma, una donna dolce, attivissima, a 60 anni, si ammala di Alzheimer. E, molto presto, non è più autosufficiente. Con il papà decidiamo di curarla a casa, senza sapere a cosa si va incontro. Anche Francesco, mio marito, non si tira indietro. Ma, da subito, i risvolti della malattia mettono a dura prova il nostro rapporto e tutto l’equilibrio familiare». Francesco:«Da ragazzo ho dovuto dividere l’affetto della mamma con il suo lavoro e i nonni che vivevano con noi. Così, quando mi sono sposato con Marisa, mi sembrava logico che lei sarebbe stata tutta per me e che mi avrebbe coperto di attenzioni. In realtà mi sono ritrovato con molti problemi da affrontare. Quando poi, ha iniziato a prendersi cura anche della sua famiglia, il nostro matrimonio è entrato in una crisi profonda. Avevo voglia di scappare e, visto che, per lavoro, dovevo andare da clienti lontani, dormivo spesso fuori casa, lasciando a Marisa tutto il peso di due famiglie». Marisa:«Non è stato facile accettare di vedere cambiare così velocemente la persona che era il tuo punto fermo; vedere che in alcuni momenti non ti riconosce più e anche tu fai fatica a riconoscerla. Quando il papà è crollato psicologicamente e fisicamente, anche il rapporto con Francesco è sembrato vacillare. Ho trovato aiuto nel Vangelo: “A quanti l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio” (Gv 1,12). Ma dovevo continuamente superarmi. Proprio in quel periodo una coppia di amici ci ha invitati ad una giornata organizzata dai Focolari. Restiamo conquistati dall’amore che vediamo vissuto e intraprendiamo un cammino insieme ad altre famiglie impegnate a viverne la Spiritualità».
Francesco:«Improvvisamente vengo ricoverato per una grave malattia. Ce l’avevo con il mondo intero! Poi, mi sono tornate alla mente queste parole di Chiara Lubich: “La nostra salute, “essere una sola famiglia”… Vi sono tra voi coloro che soffrono fisicamente? … Patite con loro”. Provo a metterle in pratica con il vicino di letto, con quella signora anziana che tutti trascurano… Pian piano comprendo il modo di amare di Marisa che, nonostante i bambini e la mamma da accudire, trovava il tempo di venirmi a trovare due volte al giorno. Mi rappacifico con lei e con la mia vita. E da allora condivido con lei ogni scelta, soprattutto quelle che più costano. Ora, la malattia non mi faceva più paura ma ero sereno. Dopo sei mesi la malattia scompare». Marisa:«Sentiamo che ogni malattia è un’occasione che ci viene data per crescere come persone, crescendo nell’amore. Amavo mia madre, ma ora occorreva amarla in modo nuovo: saper dare significato e dignità ad ogni gesto, ad ogni parola. Farla sentire amata da Dio. E l’amore risana. Anche quando a tutti appariva quasi un vegetale incapace di interagire, un gesto d’amore di maggiore intensità suscitava in lei sguardi di presenza, parole di riconoscenza, lacrime liberatorie che diventavano anche le mie. E questo mi dava una tale forza e gioia che nulla e nessuno può cancellare. Così per 10 anni». Francesco:«Questo impegno non ci ha impedito di aprirci agli altri come, per esempio, dare ospitalità a un parente di un ammalato, condividendone le ansie e il dolore. Così anche aprire la nostra casa a gruppi familiari o di fidanzati per una formazione di coppia. Da tre anni, ospitiamo a casa nostra il papà di Marisa che quest’anno compie 93 anni. A volte ci sfiora l’idea di trovare soluzioni differenti per una nostra maggiore autonomia ma sappiamo che lui ne soffrirebbe molto e siamo convinti che la sua vita e la sua dignità siano più importanti». (altro…)
Dic 5, 2012 | Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Una giornata di festa, quella vissuta il 30 novembre nella Basilica patriarcale del Fanar, ad Istanbul, per la celebrazione della solennità di Sant’Andrea apostolo, Patrono del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli. «Lo scambio di Delegazioni tra la Chiesa di Roma e la Chiesa di Costantinopoli, […] testimonia in modo concreto il legame di vicinanza fraterna che ci unisce. È una comunione profonda e reale, sebbene ancora imperfetta, che si fonda non su ragioni umane di cortesia e di convenienza, ma sulla fede comune nel Signore Gesù Cristo». Ecco quanto scriveva Benedetto XVI nel messaggio a Sua Santità Bartolomeo I, sottolineando come la comunione piena sia un dono di Dio e assicurando al Patriarca la sua unità di preghiera e quella di tutti i fedeli cattolici. Il Cardinale Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, ha guidato quest’anno la Delegazione della Santa Sede. Il Patriarca, nel suo discorso, ha evidenziato l’importanza di andare avanti come fratelli verso Cristo, delineando così lo stile del cammino ecumenico oggi. Il suo messaggio non è né semplicistico né si limita ad essere ottimista, ma invita a guardare la via da intraprendere nel presente, leggendo con realismo il passato e di trovare sinceramente i mezzi per ravvicinarsi. In questa impresa indica come via principale da percorrere il dialogo che definisce il mezzo per eccellenza, per far sparire le paure, i sospetti, i pregiudizi e che ha come fine «la comunione eucaristica alla quale aspiriamo tutti». Un dialogo che faciliti la comprensione reciproca così da “accedere alla verità tutta intera” (Gv 16,13). Non manca un appello ad essere «samaritani», prossimi all’ umanità che soffre oggi in vari modi a causa delle tante «crisi». Un essere prossimi assieme per portare uniti l’annuncio della potenza e della misericordia del Signore. Dopo aver ricordato l’emozione ancora viva della sua partecipazione alle celebrazioni per il 50° del Concilio Vaticano II che ha aperto nuove vie, e la prossima ricorrenza dei 1700 anni dell’Editto di Milano, ha annunciato con gioia che i lavori per la preparazione del Concilio Panortodosso volgono al termine.
Sabato mattina, 1° dicembre, il Cardinale Koch, insieme al Metropolita Gennadios di Sassima, hanno incontrato alcuni rappresentanti della comunità cattolica locale intrattenendosi sul cammino ecumenico tra le due Chiese sorelle, tracciando sfide e prospettive nel percorso verso la piena unità, a 50 anni dal Concilio Vaticano II. Nel dialogo che ne é seguito, il Metropolita Gennadios faceva notare come le priorità sociali, conseguenza della crisi, abbiano messo in secondo piano l’importanza del dialogo ecumenico. La sua esperienza ventennale nella commissione teologica mista invece, gli fa intravedere un impulso rinnovato per trovare assieme soluzioni e dare così una comune testimonianza di vita. Il Cardinale Koch, ha richiamato l’immagine di un quadro raffigurante l’abbraccio tra Pietro e Andrea, che campeggia nel Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, sottolineando che l’abbraccio tra i due è segno della Sua presenza. Ha concluso invitando a pregare per l’unità, ricordando che Gesù non l’ha comandata, ma l’ha chiesta al Padre come dono. (altro…)