Movimento dei Focolari
Costa Rica: “Cultura dell’alterità”

Costa Rica: “Cultura dell’alterità”

«L’Istituto Tecnologico del Costa Rica è l’unica università specializzata nell’insegnamento della tecnologia nel nostro paese. Nel 2003 mi è stato chiesto di preparare un corso per la formazione umanistica degli studenti a cui ho dato come titolo: “La cultura dell’alterità: una speranza per il mondo di oggi”. La metodologia del corso vede l’educazione come un processo di trasformazione nella convivenza. L’alterità produce libertà, con la possibilità di ricominciare sempre, sviluppa il senso della vita, l’interrelazionalità e la solidarietà. Ci si basa sulla capacità dell’essere umano di sviluppare “l’intelligenza dell’amore” che fa capire e promuovere iniziative concrete in favore degli altri: prendersi cura di qualcuno, la tenerezza, la simpatia, la comprensione, il servizio. Per raggiungere questo scopo si usano tecniche tradizionali come la lezione magistrale, il teatro, il cineforum, la lettura guidata in gruppo, dove i giovani riflettono sull’attualità e su come possono realizzare azioni positive per gli altri. Il corso si compone di 4 moduli settimanali di 3 ore. Lo hanno già frequentato più di mille alunni. Fuori dall’Istituto gli alunni mettono in pratica quanto apprendono e nella lezione seguente raccontano agli altri come è andata. Mettendo in pratica l’alterità una studentessa ha iniziato a dedicare il suo tempo alla sorella minore affetta da sindrome di Down: hanno parlato, sono state al cinema, a ballare, a mangiare fuori e lei ha scoperto una persona intelligente, con gusti simili ai suoi, con cui era bello stare insieme. img_3041Un’altra: “Ero in autobus, seduta, quando entra una signora piena di borse. All’inizio non volevo cederle il posto perché ero stanca, poi mi sono ricordata che avevo deciso di mettere in pratica quanto imparato a lezione e l’ho fatta sedere. Siamo scese alla stessa fermata e visto che pioveva l’ho accompagnata con l’ombrello fino a casa sua, aiutandola con le borse. Ero felice ed anche lei, tanto che mi ha fatto entrare, invitandomi a prendere il caffè. Da allora siamo diventate amiche”. Con uno dei gruppi andiamo in un ospizio. Ricordo un ragazzo che la settimana dopo questa esperienza ci ha detto: “Non volevo andare perchè non mi trovo bene con gli anziani, ma sono andato per accettare la sfida di vivere l’alterità dove più mi costava. All’inizio è stato difficile, ma vedendo i miei compagni ho preso coraggio. È stato così bello ed ho sentito una pienezza e una felicità cosi grandi che quel giorno non ho sentito la necessità di tirarmi su con la droga come, a volte, faccio”. Questa proposta educativa vuol dare anche, una risposta alla crisi che vivono attualmente i nostri paesi, in tutte le sue dimensioni: economica, politica, sociale, culturale e ambientale; perciò approfondiamo il progetto dell’Economia di Comunione, l’esperienza della politica dell’unità, l’arte in comunione e  la protezione dell’ambiente. » (Testimonianza raccontata nel Simposio internazionale sulla fraternità il 4 aprile 2012, presso l’Università Manuela Beltrán di Bogotá, presente Giancarlo Faletti, copresidente del Movimento dei focolari). Paulina Segura è laureata in Antropologia ed ha un dottorato in Mediazione Pedagogica. Ha una formazione attienente a diverse aree del turismo e della pedagogia, ha sviluppato diversi progetti di Ricerca Sociale. Ha tenuto lezione nei seminari diocesani e in diverse università del Costa Rica. (altro…)

Costa Rica: “Cultura dell’alterità”

Maria, esperienza di Paradiso

«La grandezza di Maria è riflesso della grandezza di Dio: immagine e somiglianza, com’era da attendersi da una creatura che voleva essere solo volontà di Dio in atto. Una grandezza che è tutt’uno con la sempli­cità. Nulla si riscontra di complicato in lei: tutto è rettilineo e limpido e piano. Non occorrono giri di parole e gesti studiati per accedere a lei. Basta dire il proprio pensiero, che ella dice il suo pensiero, in tutta verità e totalità. Per questo è libera. Libera già delle innumerevoli precauzioni e attenzioni con cui l’uomo si avvicina al suo simile, con dentro un carico di paure e calcoli, di fantasmi e desideri. Maria ama: ed è libera. Ama in Dio, per Iddio: e perciò non ha paure: è libera dalla paura. Non paventa neppure Erode, neppure le guardie del pretorio, neppure la massa scatenata: ella fa la volontà del Padre, e il resto che conta? Se Dio è con lei, chi contro di lei? È così una creatura, la quale ha capito la vita e l’ha vissuta: non ha passato gli anni a coltivare illusioni e ad aspettare occasioni, e a gemere su delusioni, svegliandosi ogni mattina con un’angoscia nuova per addormentarsi la sera con una sconfitta di più. Ella ha colto dall’esistenza quanto di più bello l’esistenza può dare: la fede nell’Eterno; la decisione di vivere minuto per minuto l’unione con l’Eterno; e in quell’unione, in quella convivenza, le persone e le cose si presentano in una luce limpida, e amate perdono la complica­zione spettroscopica. Nel suo tratto non si colse alcun segno di compiacenza personale, di amore di sé, di orgoglio o di noia: riceveva da Dio e da Gesù in terra e da Giu­seppe il più grande amore e lo ridistribuiva attorno a sé. Per definire la sua condotta, sarebbe bastato dire che amava tutti, amava ciascuno, amava sempre: serva di Dio in persona dei figli di Dio. Fuori di Nazareth, ben pochi la conoscevano; e dentro Nazareth di lei ben pochi parlavano. La sua gior­nata era fasciata di silenzio. Ma, solitamente, di chi vive nel lavoro, nella castità, nell’adempimento normale del dovere, non si parla: i giornali ridondano delle cro­nache di scassinatori e killers, di gente, che viola le leggi del pudore, dell’ordine, della libertà. Nelle cronache hanno un posto immensamente maggiore dive e demagoghi, anormali e criminali, — due o trecento nomi più ripetuti — che milioni di madri e di lavora­tori, di suore e missionari, la massa umile di cui la società vive. E Maria fu il prototipo di questa vita piena, reale: se per la passione di Gesù sofferse le pene più atroci, per la missione di Gesù, alla quale aveva legato la propria esistenza in terra, ella godè le gioie più elet­te. Il suo amore per Iddio e per gli uomini la nutrì di estasi: e fu tra quanti ravvicinarono in terra, così come poi tra quanti la ricercarono in cielo, una distributrice di letizia: causa nostrae laetitiae. La gioia era Dio in lei: Dio che dava senso e valore a quanto avveniva a lei: anche alla sofferenza. E questo è il bello: che in Maria e con Maria, la quale mette nel circuito Gesù, e dunque Dio Onnipotente, l’esistenza può divenire un anticipo di para­diso: un’esperienza beatificata dal divino, che vale la pena, anzi la gioia, di vivere.» da: Maria modello perfetto, Città Nuova, 20017, pp.214-219. (altro…)

Costa Rica: “Cultura dell’alterità”

Africa: 120 bambine alla scoperta del Vangelo

Si è svolto in Kenya, nella “cittadella Piero” (Nairobi), durante i giorni di Pasqua, il primo congresso internazionale in Africa per le bambine dei Focolari: le gen 4, provenienti dal Rwanda, Uganda, Tanzania, Burundi e Kenya. Come è stato possibile radunare bambine di paesi che fino a poco tempo fa erano in guerra fra loro? Come vincere le distanze con la mancanza di collegamenti? Come trovare i mezzi economici per affrontare le spese? Solo una grande motivazione poteva superare ogni difficoltà: la scoperta del Vangelo fatta da queste bambine e il loro desiderio di ritrovarsi insieme per condividere le esperienze nel metterlo in pratica e la gioia che esso produce.

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‘Il Vangelo, il più bello dei libri’, è stato scelto come focus del congresso, perché frutto di un’esperienza già fatta prima di venire. Infatti, le gen 4 sono abituate a vivere “l’arte d’amare” e cioè tutte le frasi della Scrittura che sottolineano l’amore: ama il prossimo come te stesso, amatevi a vicenda, ama perfino il nemico… Tante gen 4 hanno scritto delle letterine che hanno voluto rivolgere a Gesù: “È stato un grande successo!”; “Sono molto contenta di essere a questo congresso. Gesù aiutami a capire quello che tu aspetti da me”; “Caro Gesù, grazie per tutto quanto hai fatto per me. Ti do tutti i miei atti di amore. Voglio essere come te, aiutami a fare le cose come te”; “Caro Gesù, ho imparato che dobbiamo amare gli altri come noi stessi, che dobbiamo condividere le nostre cose con chi non ha”; “Ho aiutato mia sorella a sistemare i suoi vestiti. Ed io sono stata aiutata dalla mia amica keniana a sistemare i miei vestiti. Così ti ringrazio”; “Grazie di averci dato la vita. Ti amo come non ho amato mai nessuno…” . E si potrebbe continuare a non finire. La settimana Santa, trascorsa così intensamente nell’amore reciproco, è stata un vero incontro con Gesù: dal Venerdì Santo vissuto con l’atteggiamento di consolarlo in chi soffre, in chi è povero, emarginato… fino al giorno di Pasqua in cui hanno organizzato una grande festa. Alla presenza degli abitanti della cittadella Piero e alcuni genitori di Nairobi, in un clima incandescente di gioia, le Gen4 hanno espresso con danze e canzoni, l’immensa gioia procurata dalla presenza del Risorto in mezzo a loro. Maria Voce, presidente dei Focolari, aveva loro scritto, fra l’altro: “Saranno certamente giorni bellissimi in cui potrete conoscere meglio Gesù e i momenti importanti della Sua vita. Aprite a Lui i vostri cuori, gen 4, e diteGli: ‘Ti voglio bene, Gesù. Grazie di tutto ciò che fai per me e per ognuno. Insegnami ad amare sempre più come fai Tu’. Egli vi aiuterà di sicuro e tornerete a casa felici e pronte a portare ovunque il Suo amore ela Suagioia.” E così è stato. (altro…)

Costa Rica: “Cultura dell’alterità”

Una luce nella malattia

«Quando circa 4 anni fa, a Fernando era stata diagnosticata la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), un brivido aveva attraversato tutta la mia persona – racconta Maria . Ero sgomenta e piena di paura. Lui intuendo il mio stato d’animo, mi ha sussurrato: “Io sono pronto, vedrai che Dio ci darà la grazia per questo momento prezioso”. Mi sono sentita rinascere: anch’io voglio aderire al disegno d’amore che Dio ha preparato per noi.  Così iniziamo quest’avventura. Dopo qualche tempo Fernando viene ricoverato in rianimazione per una crisi respiratoria ma, il nostro modo sereno di affrontare la malattia e l’atteggiamento d’amore che lui aveva verso medici e infermieri, ha fatto si che l’approccio rigidamente professionale divenisse familiare e amorevole. Tutta la famiglia del Movimento dei Focolari e le persone conosciute nell’arco della nostra vita ci stanno vicino. Intorno a noi si sviluppa un’autentica gara d’amore: non ho mai preso un mezzo pubblico, viene organizzato un turno per accompagnarmi in ospedale e per sbrigare le tante pratiche necessarie per attivare l’assistenza domiciliare. Tornati a casa, ho affrontato le difficoltà della vita quotidiana per assistere Fernando giorno e notte, ed ho imparato ad usare gli strumenti necessari a garantire la sua vita. La notte il mio orecchio è sempre vigile e il mio sonno spesso interrotto. Ma, se qualche volta sono un po’ tesa, lo sguardo amoroso di Fernando mi sostiene sempre. In questi quattro anni ho sperimentato continuamente che Dio è Padre e si fa presente ogni giorno nei modi più inaspettati soprattutto attraverso i fratelli: una mattina la dottoressa venuta per l’assistenza mi trova a letto perché stavo male. Allora lei, dopo aver svolto i suoi compiti, prepara il minestrone, carica la lavatrice e imbocca Fernando. Di piccoli fatti così ne accadono ogni giorno. Una domenica avevo finito la scorta dei guanti necessari per i servizi di assistenza, in quel momento arriva la vicina di casa che senza saper nulla mi porta una scatola con cento guanti. Anche le piccole pratiche di ogni giorno trovano una soluzione perché c’è chi suona il campanello e dice: “Hai delle bollette da pagare?”. Fernando non fa mai l’ammalato: con i suoi 87 anni, in lui predominano la gioia e lo slancio verso tutti. Si mantiene aggiornato, e continua a seguire in modo particolare la politica e soprattutto la scuola del Movimento politico per l’unità. Lui che è stato sindaco di Ghilarza (Oristano) per tre mandati e direttore del CED – Centro elaborazione dati della Regione Sardegna -, ha in cuore in modo particolare i giovani ai quali suggerisce di impegnarsi in politica e raccomanda: “Occorre fare la purificazione del pensiero”. Intanto la malattia si evolve e impedisce le azioni più semplici ed elementari ma lui vive questa realtà in una dimensione di cielo, cercando di fare la volontà di Dio con semplicità così come quando sta bene e la sua fede sostiene tutti noi che stiamo attorno. Se qualcuno viene a fargli visita e lo commisera, lui poi mi dice: “Loro parlano di morte, io sento la vita che trabocca!” e non esita a comunicare a credenti e non, la sua esperienza e filosofia di vita: “Mi consegno completamente a Dio come Gesù. Quando ho paura non temo, la paura distrugge la vita”». (altro…)

Da Napoli: i beni non si muovono da soli

«“La moltitudine di coloro venuti alla fede aveva un cuor solo e un’anima sola e nessuno diceva di sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune”: questa frase del Vangelo ispira noi gen nel vivere la comunione dei beni. Nel nostro gruppo abbiamo  cominciato a fare una specie di inventario di tutti i nostri beni, per poterli mettere a disposizione degli altri. Ognuno di noi ha una situazione economica diversa. C’è chi è studente con un’entrata fissa mensile, insieme e liberamente decidiamo come spendere e destinare quei soldi. Ad esempio con Federico abbiamo capito che avrebbe potuto spendere meno nell’acquistare dei giochi per il pc, mentre, potevamo spendere quella cifra per fare ad Andrea un abbonamento ad una rivista di fotografia, per il suo lavoro. In un caso o nell’altro non è mai il “quanto”, ma il “come” che decidiamo dialogando apertamente e sinceramente. Ed è straordinario costatare come la coscienza parla a ciascuno di noi, facendoci capire quello che è importante. Gabriele, laureato in geologia con borsa post-dottorato, a causa dei forti tagli dell’università italiana, non riceveva lo stipendio da parecchi mesi. In quel periodo aveva delle scadenze impellenti: doveva partecipare ad un corso di aggiornamento a Cagliari e pagare il bollo dell’auto. Era un po’ imbarazzante per lui comunicarci di essere rimasto senza soldi! L’amore scambievole, però, e quell’essere ‘un cuor ed un’anima sola’ gli hanno fatto superare l’incertezza e il timore. Fra noi è scoppiata una bomba di generosità: “Io ho un libretto di risparmio con qualcosa da parte… “. “Io ho dei risparmi”. Abbiamo quindi potuto anticipare quanto occorreva, mentre Gabriele ha avvertito la bellezza e la responsabilità di usare quel piccolo capitale. Questo fatto ci ha reso più fratelli. Uno di noi, appena laureato, inizia la pratica forense per diventare avvocato e riceve un piccolo rimborso spese, insufficiente per “metter su” famiglia. Un giorno incontra un amico che gli propone di guadagnare tanto e subito, attraverso delle pratiche di risarcimento danni causati da incidenti stradali. Deve solo apporre delle firme senza indagare troppo, né chiedersi se l’incidente sia o meno falso. Il dubbio è forte, ma, svegliandosi durante la notte, gli viene in cuore la frase del Vangelo: “Il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate”. La mattina chiama il suo amico comunicandogli che non avrebbe accettato  la proposta. Dopo qualche mese, riceve una telefonata imprevista da una Compagnia di Assicurazioni per un colloquio di lavoro. Alle domande riesce a rispondere grazie all’esperienza della  pratica forense non retribuita. E..viene assunto come ispettore liquidatore di sinistri, proprio dalla Compagnia di assicurazioni con cui in precedenza aveva rifiutato di lavorare per rimanere coerente e onesto». I gen di Napoli (altro…)