Il 51° Congresso Eucaristico Internazionale si è svolto a Cebu, nelle Filippine, dal 24 al 31 gennaio scorsi. La squadra dei social media è andata a scoprire le storie più significative per raccontarle attraverso la pagina Facebook (IEC2016SocialMedia). Tra queste, l’esperienza di Marinova, focolarina a Cebu. «Avevo solo undici anni quando nella nostra casa è entrato un grande dolore. Mio padre è stato ucciso da un gruppo di persone molto influenti e non si è fatta giustizia perché eravamo poveri. I nostri nonni ci hanno ricordato che la vera giustizia si trova solo in Dio! Grazie al loro aiuto sono riuscita a terminare l’università e subito ho trovato un lavoro. Mantenevo la famiglia lavorando sodo per aiutare mia madre. Ho fatto molti debiti con usurai per portare avanti la famiglia. Per tutte queste difficoltà è nato nel mio cuore un profondo odio verso le persone che hanno ucciso mio padre. Erano la causa di tutte le sofferenze nella nostra vita. Poi ho studiato giurisprudenza desiderosa di ottenere giustizia per la morte di mio padre. Dio però aveva un altro piano per me. Una delle mie colleghe, una giovane dei Focolari, mi ha invitato ad un incontro organizzato da questo movimento ecclesiale che ha lo scopo di portare a compimento la preghiera che Gesù ha rivolto al Padre: “Che tutti siano uno” e di contribuire all’unità della famiglia umana traducendo in vita il Vangelo. Una nuova avventura stava per cominciare nella mia vita. Anch’io ho iniziato a mettere in pratica le parole di Gesù. Lui ha detto: “A chi mi ama, mi manifesterò”; “Qualunque cosa hai fatto al più piccolo, l’hai fatto a me”. Sono diventata dipendente da questa nuova droga: l’AMORE… Ho trovato l’essenza e il vero significato della mia vita e per la prima volta ho sentito che Gesù nell’Eucaristia era la fonte di tutto questo. Un giorno ho chiesto a Gesù di insegnarmi a vivere concretamente la Sua parola: “Amate i vostri nemici” perché sentivo che l’odio per le persone che avevano ucciso mio padre mi avvolgeva ancora. Ed ecco che il giorno dopo, al lavoro, ho incontrato, per puro caso, il capo del gruppo. Spontaneamente l’ho salutato con un sorriso e gli ho chiesto come stavano tutti nella sua famiglia. Ho visto che questo saluto l’ha lasciato sconcertato. Ed io lo ero ancora di più per quello che avevo fatto. Poco a poco ho sentito che l’odio dentro di me si stava sciogliendo trasformandosi in amore. Quello però era soltanto il primo passo: l’amore è creativo! Sentivo che ogni membro del gruppo doveva sentire il nostro perdono. Con uno dei miei fratelli siamo andati a trovarli cercando di ristabilire il nostro rapporto e di far loro capire che Dio li ama! Fino al punto che uno di loro ha chiesto perdono per quello che ha fatto e chiedeva preghiere per la sua famiglia e la sua salute. Sapevo con certezza che questa esperienza di perdono e di guarigione si fondava nel potere trasformante di Gesù nell’Eucaristia».
Ascoltare attentamente, parlare consapevolmente
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