
31 ottobre 1999 – Firma della Dichiarazione congiunta
15 anni fa la Federazione Luterana Mondiale e la Chiesa cattolica firmavano la “Dichiarazione Congiunta sulla Giustificazione”. Che ricordi ha di quel giorno in cui lei ha apportato da parte luterana la firma su questo importante documento? «Era il 31 ottobre 1999: siamo riusciti a firmare prima di entrare nel 21° secolo, grazie anche a Giovanni Paolo II. Non è stato fatto facile arrivarci, c’era una forte discussione anche all’interno della Chiesa evangelica, soprattutto in Germania. Ho preso coscienza dell’importanza di questo atto quando ho visto alla Chiesa di S.Anna (Augsburg) persone venute da tutto il mondo. Ho provato un grande senso di gratitudine, di libertà e di speranza. Nel pomeriggio dello stesso giorno si sono incontrati, per la prima volta, un gruppo di fondatori e responsabili di movimenti e comunità, evangelici e cattolici. Si è svolto alla cittadella di Ottmaring, assieme a
Chiara Lubich ed altri. Quello che ne è nato lo considero “un miracolo”: il cammino di “
Insieme per l’Europa”, che ha generato una comunione sentita e sperimentata tra movimenti e comunità molto diversi tra loro».
Cosa è cambiato in questi 15 anni? «Si è messo fine alle condanne reciproche del 16° secolo, e sono caduti pregiudizi. Questa mi sembra la cosa più importante. Ora ci si può incontrare come fratelli e sorelle. Il fatto che lo stesso documento sia stato firmato nel 2006 anche dalle Chiese metodiste mette in luce la sua importanza. Purtroppo da allora le Chiese non hanno fatto passi ulteriori, ma in tante questioni possiamo dire che siamo insieme in cammino; nelle parrocchie e nelle comunità si vive di questa speranza».
Qual è il significato del documento “Dal conflitto alla comunione”, firmato ancora una volta da entrambe le Chiese, in vista dell’anniversario della Riforma? «È un “inventario” del dialogo cattolico-luterano a livello mondiale. Questo documento è potuto nascere sulla base della Dichiarazione congiunta sulla Giustificazione. È un resoconto della situazione attuale in cui si sottolinea quello che ci unisce, senza tacere i punti che ancora ci dividono. Sono molto grato di questo documento perché ci mette in una dimensione globale e dà una apertura importante proprio in vista del giubileo del 2017, che desideriamo che cristiani luterani e cattolici commemorino congiuntamente».
Un augurio per il 2017? «Far vedere al mondo che come cristiani andiamo insieme verso Cristo, questo dovrebbe emergere. Non si tratta di fare diventare Lutero un eroe, ma di concentrarci sul contenuto della Riforma: come possiamo oggi annunciare al mondo il Vangelo della grazia, che Dio è con noi? Sarebbe bello se nel 2017 arrivassimo ad una comune e pubblica “confessione di Cristo, e a vivere su molti piani una vera unità in Lui ».
Che significato hanno per lei gli incontri dei vescovi di varie Chiese a cui partecipa da diversi anni? «È stato il vescovo
Klaus Hemmerle che mi ha messo in contatto con il Movimento dei Focolari. Questi incontri sono come dei ‘segnali stradali’ che ci indicano una via. È molto arricchente potersi incontrare con fratelli di altre nazioni e Chiese. Per esempio mi colpisce cosa stanno vivendo i fratelli vescovi nel Medio Oriente. Nel nostro dialogo – lontano dai riflettori della stampa e dei mass-media – posso conoscere e condividere le loro sofferenze, ma anche la loro vitalità. Viviamo una comunione profonda e preghiamo insieme. Certamente c’è sempre questo dolore di non poter ancora celebrare insieme la Santa Cena – ma è sempre un’immensa gioia rivedere i fratelli. È un livello di comunione spirituale profondo, unico direi, come è unico che un Movimento laicale convochi dei vescovi ad incontrarsi. È meraviglioso che ci venga donata dai Focolari questa possibilità ogni anno. È una comunione sperimentata, e questa ha un grandissimo significato. Ed insieme siamo in cammino». Vedi anche:
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