Apucarana, PR
Borrazópolis, PR
Cianorte, PR
Cornélio Procópio, PR
Cruzeiro do Oeste, PR
Goioerê, PR
Ibiporã, PR
Jandaia do Sul, PR
Arapongas , PR
Londrina, PR
Nova Londrina, PR
Sta. Cruz do Monte Castelo, PR
Sto. Antonio da Platina, PR
Sertanópolis, PR
Bandeirantes, PR
Peabiru, PR
São Leopoldo, RS
AFASO – Curitiba
Associação Famílias em Solidariedade Rua Humberto Zanoto, 104, Bairro Pinheirinho, 81870250 Curitiba, PR (41) 3227-7803 (altro…)
Afasovel – Cascavel
Associação Famílias em Solidariedade – Cascavel Rua Castro Alves, 2275 85810-100 Cascavel, PR (altro…)
AFASO – Porto Alegre
Associação Famílias em Solidariedade Vila Rua A nº 377, Nossa Senhora de Fátima – Bairro Bom Jesus, 91420-570 Porto Alegre, RS (51) 3381-3258 (altro…)
AFASO – Vila Verde-Guaporé
Associação Famílias em Solidariedade Rua Carvaggio, 2002, Vila Verde, 99200-000 Guaporé, RS (54) 3443-6918 (altro…)
In Algeria, a casa
«La venuta di Maria Voce è stata per noi come una pioggerella fresca, adesso qui tutto rifiorisce». È un giovane algerino, che riassume in queste poche parole la visita della presidente del Movimento dei focolari, agli algerini che ne condividono lo spirito. Negli anni ‘90, quando cominciava a formarsi la comunità, Chiara Lubich rispondendo alla domanda di qualcuno che la invitava a visitarla, aveva risposto: “Bisogna lavorare a questo”. Un cammino di dialogo durato anni e tuttora in corso. La visita di Maria Voce – dal 9 al 14 febbraio – è stata quindi un avvenimento molto importante per la comunità dei Focolari in Algeria, e non solo. Il dialogo con i musulmani è, infatti, in questo Paese, una punta avanzata, riconosciuto dalla Chiesa locale e ben al di là: la visita a Mons. Ghaleb Bader, arcivescovo di Algeri, lo ha confermato.
L’Algeria non è più una destinazione turistica, l’immagine dell’Islam ai nostri giorni è offuscata da molti avvenimenti che spesso non hanno nulla a che vedere con la religione. La visita di Maria Voce va al di là di tutto questo. Come Chiara ricordava spesso, il dialogo è un’“autostrada” per avanzare verso il mondo unito, e questa piccola comunità di musulmani, che ha fatto sua la spiritualità dei Focolari, suscita interrogativi. Come è possibile? “Bisogna viverlo per capire”, dirà Maria Voce ad un certo punto. In questo freddo siberiano che attraversa l’Europa, l’Africa del Nord non è risparmiata: Tlemcen, arroccata a 900 metri di altitudine, è abituata al freddo, che quest’anno è comunque eccezionale. Una città dal passato culturale e religioso molto ricco ed è qui – dove nel 1966 si è aperto il primo focolare in Algeria – che, nel tardo pomeriggio del 10 febbraio, arriva la presidente dei Focolari.
L’attende un’accoglienza alla tlemceniana, con due stupendi cavalli arabi e i loro cavalieri, che fanno la guardia d’onore, i bambini in abito tradizionale che offrono latte e datteri, secondo l’usanza di queste regioni prossime al deserto; Maria Voce si presta volentieri al rito e abbraccia tutti. I colpi di fucile la fanno sussultare, l’emozione è molto grande. Non è minore l’indomani, quando entra nella piccola sala del Centro Mariapoli con i 130 invitati, tutti musulmani, ad eccezione dei membri del focolare, quattro studenti africani, due vescovi e due religiosi domenicani di Tlemcen, invitati per l’occasione. Sono presenti anche alcuni dal Marocco e dalla Tunisia. Dopo una breve storia dell’arrivo dell’ideale dei Focolari nel Maghreb, inizia il dialogo e si vive un momento di ‘primavera’: “I veri protagonisti di questa ora sono stati i giovani”, commenta al suo rientro in Italia. Cominciano per primi, raccontando le loro esperienze e ponendo alcune domande, alle quali Maria Voce risponde in francese con una grande semplicità. Negli adulti presenti, una profonda commozione, nata dalla certezza che il futuro è assicurato. E le risposte sono valide per tutti, “anche per i vescovi”, come afferma Mons. Henri Teissier, arcivescovo emerito di Algeri, che si è ritirato nel “Centro Mariapoli Ulisse” dei Focolari a Tlemcen, e che partecipa all’incontro. Il tono delle domande, mette in luce la difficoltà di far conoscere quest’ideale nella vita di tutti i giorni, in Algeria come in altre parti del mondo; l’impegno necessario per andare contro corrente.
Nelle risposte di Maria Voce è spesso presente la parola “amore”, sintesi della spiritualità focolarina: “Se si è nell’Amore verso l’altro, non c’è più niente che ci separa”. Sottolinea quindi l’importanza della relazione fra le persone: “La crisi nel mondo di oggi, prima che economica e politica, è una crisi dei rapporti”. Da qui l’importanza di “un amore gratuito, che non aspetta niente in cambio, totalmente disinteressato, totalmente Amore per Dio attraverso il fratello”. La gioia è al culmine. Musica algerina, Andalusa, molto popolare a Tlemcen, e abiti tradizionali ornano il pomeriggio di festa. Le parole di numerosi canti sono anche lodi a Dio che mostrano tutta la profonda religiosità di questo popolo. Come è tradizione in Algeria tutto si conclude danzando.
Tlemcen, capitale internazionale della cultura islamica per l’anno 2011-2012, ospite di numerose manifestazioni culturali e religiose, si mostra in tutta la sua bellezza. Il sole si affaccia quando è il momento di visitarla per completare il viaggio. Fouad, l’accompagnatore – originario di Tlemcen – ne è innamorato. La fa scoprire, con tutti i suoi santi musulmani, parte del patrimonio della città, di cui il più famoso è Sidi Boumediene, molto conosciuto in tutto il mondo islamico. Sulla sua tomba Maria Voce prega perché tutti i musulmani della comunità algerina possano seguire l’esempio di questi santi. Fouad, all’uscita, intona qualche verso di un canto che riporta un insegnamento del santo: “Lascia la tua tristezza, lascia la tua vita e donati a Me”. E uno scambio di battute conclude la visita. Fouad: «Tutto è di Dio, noi siamo niente». Maria Voce: «Sì, ma apparteniamo a Dio». Fouad: «Ecco, questa è la parola: “appartenere”». (altro…)
Centro Mariapoli “Santa Maria dei Focolarini”
Avvertenza: tutte le informazioni geocodificate presenti in questo sito sono puramente indicative. Gli oggetti rappresentati (ad es. luoghi d’incontro e quant’altro) e i servizi di localizzazione o navigazione, possono essere imprecisi o errati nello stabilire indirizzi, posizioni, prossimità, distanze, indicazioni e orientamento. (altro…)
Il Vangelo non assicura riposo
«Il Vangelo piace a leggersi; ma a metterlo in pratica provoca scandalo tra la gente per bene. Il Vangelo non tollera stasi, non assicura riposo. Egli, il “segno di contraddizione”, non promette sinecure: “sono venuto a portar fuoco sulla terra e che altro desidero se non che divampi?” La storia di Cristo in terra, in venti secoli, è un filare di patiboli, fra galere e gogne: e non sempre si vede l’onda di lacrime piante nel nascondimento. E tuttavia, su quel silenzio desolato e buio, vale la fede. Vale il credere anche senza vedere. Il ricordare il monito di Lui: – Non temete, gente di poca fede. Io ho vinto il mondo. Per un poco Egli sparisce e noi peniamo, fatti soli, ma poi torna. Nella mistica questa notte oscura termina in una fiammante irruzione di sole. E’ la prova: e chi la sostiene con forza ha vittoria. Si tratta di un soffrire che produce vita: d’un grano che muore nella zolla per fruttificare nel sole. “Giacché come abbondano sopra di noi i patimenti di Cristo, così per Cristo sovrabbonda la nostra consolazione e salvezza nostra” (I Cor 1, 50). Chi accoglie Gesù crocifisso, accoglie il dolore per amore: e in quello stesso farne un atto d’amore, trova gioia. Occorre un allenamento di Spirito Santo per questo. E dunque la esistenza appare un dramma crudo, con apparenti sconfitte e atroci delusioni: ma resistere bisogna. Nulla va sciupato di quello che si dà in dolore: il frutto d’una resistenza nella razionalità e nella fede, con virilità e carità, giova sia nell’ordine civile che nell’ordine spirituale, in cui il popolo diventa anche con questi mezzi Corpo sociale di Cristo mistico. Si semina nelle lacrime, si raccoglie nell’esultazione». (altro…)
Marisa Baù, il grazie della famiglia
“Il notevole numero di persone che con ogni mezzo hanno desiderato esprimere i loro sentimenti di partecipazione per la scomparsa della nostra amata Marisa ci pone nell’impossibilità di ringraziare personalmente tutti. Lo facciamo in questo modo esprimendo, oltre il ringraziamento, il nostro profondo senso di gratitudine per tanto affetto per la nostra Marisa e noi stessi. Famiglia Baù” (altro…)
L’Economia di Comunione all’ONU
Lotta alla povertà ed Economia di Comunione. Un binomio che nella giornata del 3 Febbraio, presso le Nazioni Unite, è stato presentato sotto varie angolature. Un evento atteso, per il quale è stata riservata una sala riunioni, spaziosa e provvista di due schermi per le proiezioni video. Presenza internazionale dei relatori, come si addice a una sede ONU: Burundi, Brasile, Filippine e alcuni stati degli USA (Boston, Indianapolis e New York City). Una cinquantina i presenti, tra cui rappresentanti di ONG e delegati ONU di vari Paesi dell’Africa, Europa, Caraibi e Nord America. L’evento è stato organizzato da New Humanity (Ong del Movimento dei Focolari, riconosciuta con lo Status Consultivo Generale presso il Consiglio Economico e Sociale dell’ONU (l’ECOSOC), e dalla Missione dell’Osservatore permanente della Santa Sede presso l’ONU. Nella sua introduzione, il Nunzio apostolico Mons. Chullikatt, traendo spunto dall’enciclica Caritas in Veritate, ha sottolineato l’importanza che ha oggi la promozione integrale dell’uomo.
L’Economia di Comunione (EdC) può offrire elementi innovativi nel contesto dell’attuale crisi economica, come ha evidenziato nel suo intervento John Mundell, presidente della Mundell & Associates e membro della Commissione EdC/USA. Insieme a Elizabeth Garlow, di Boston, hanno illustrato lo stile che caratterizza la gestione di un’impresa EdC, presentando alcune testimonianze di aziende che vi aderiscono in diverse parti del mondo. Emergeva, in particolare, la rete di relazioni virtuose che si generano fra le varie aziende. Futuro e radici: sono proprio alcuni dei giovani presenti – Cláudia Herrero Martins Menegassi e John Paul Dominic Flores Yumul, provenienti rispettivamente da Brasile e Filippine – a focalizzare il contesto in cui l’EdC è nata: Brasile, 1991, da un’ispirazione di Chiara Lubich. Hanno sottolineato la necessità di sviluppare la “cultura del dare” in contrapposizione a quella del “possedere” e del ruolo attivo di chi è nel bisogno, tipico del progetto. Questo punto è stato l’argomento principale della 50ª sessione della Commissione per lo Sviluppo Sociale, con focus sullo sradicamento della povertà, di cui la presentazione dell’EdC costituiva un evento parallelo. Alexis Nsabimana, giovane burundese, ha offerto l’esperienza che si porta avanti in tante parti dell’Africa dove l’Economia di Comunione, incontrandosi con i forti valori comunitari propri di questo continente, trova un terreno fertile.
Significativa la lettura del “Messaggio dei Giovani da San Paolo al mondo”, presentato in occasione dei 20 anni dell’EdC in Brasile (maggio 2011). Il messaggio, insieme all’esperienza dell’Economia di comunione su come “Sradicare la povertà attraverso la fraternità”, e ad alcune proposte sulla tassazione delle transazioni finanziarie, si trova nel documento preparatorio, disponibile sul sito delle Nazioni Unite in varie lingue. Hugh Timothy Duggan, consulente della rappresentanza degli Stati Uniti all’Onu, ha chiesto l’adesione dell’EdC al programma delle Nazioni Unite “Global compact” (con i suoi 8.700 aderenti da 130 nazioni, è la più grande iniziativa a carattere volontario circa la responsabilità sociale delle imprese). In conclusione, il dialogo con i partecipanti ha sottolineato l’accoglienza positiva da parte di chi è intervenuto. Fonte: EdC online (altro…)
Bioetica e reciprocità
La bioetica è una nuova disciplina o piuttosto un conoscere interdisciplinare, che costituisce il luogo di incontro di altri settori culturali quali il diritto, la medicina, la filosofia, la psicologia e la teologia? La bioetica si pone forse come un’etica dei tempi nuovi, più idonea dell’etica tradizionale a rispondere ai pressanti interrogativi posti dallo sviluppo della tecnica moderna? Sono solo alcuni degli interrogativi attorno ai quali il libro svolge la sua riflessione, nel tentativo di chiarire i contorni di un sapere che è ancora alla ricerca del suo statuto epistemologico. L’autore si avvale di una accurata analisi delle questioni che maggiormente alimentano il dibattito bioetico di questi ultimi anni: l’ingegneria genetica, la clonazione, i trapianti d’organo, la procreazione assistita, l’eutanasia, l’aborto, la sperimentazione sugli embrioni, l’ecologia e l’animalismo, mantenendo sempre come unico filo conduttore il tema delle relazioni intersoggettive. È in questo la maggiore novità del libro: l’idea che l’elemento moralmente regolativo, in campo etico e bioetico, sia il principio di intersoggettività come reciproco riconoscimento. L’autore – Fabrizio Turoldo insegna Bioetica ed Etica sociale presso l’Università “Ca’ Foscari” di Venezia e coordina il progetto “Etica e Medicina” della Fondazione Lanza di Padova. Ha pubblicato, nel campo della bioetica, i volumi Bioetica ed etica della responsabilità. Dai fondamenti teorici alle applicazioni pratiche, Cittadella, Assisi 2009 (20112); L’etica di fine vita, Città Nuova, Roma 2010 (20112), oltre ad alcuni saggi comparsi in varie riviste, tra cui «Cambridge Quarterly of Healthcare Ethics», «Perspectives in Biology and Medicine», «American Journal of Public Health».
Basta perder tempo, cambierò direzione
«Mia sorella Maria Assunta, per una leucemia fulminante, non c’era più. Un senso d’impotenza mi investì. Che senso ha la vita – mi chiedevo – se la morte porta via con sé sogni, desideri, conquiste…? Tutto perse senso. Non volevo più vivere. Mi tornarono in mente gli ultimi istanti di vita di Maria Assunta. Le forze l’avevano abbandonata. Anche alzare le palpebre degli occhi era una fatica immane che poteva costarle la vita. Tuttavia, mentre la riportavano a casa, uscendo dall’ambulanza in barella, alle voci dei parenti e degli amici venuti a darle l’ultimo saluto, ebbe un sussulto. Vidi un cambiamento improvviso sul suo volto. Non solo aprì gli occhi ma alzò la testa e sorrise ad ognuno. E non smise di sorridere fin quando non salutò tutti. Solo quando sentì chiudersi le porte di casa alle sue spalle, lasciò cadere la testa sul cuscino e… subito entrò in coma.
Perché l’aveva fatto? Mentre riflettevo su quest’assurdità, mi sembrò di capirne il perché. Quell’amore che la spingeva a preoccuparsi di tutti meno che di lei, le aveva permesso, in un certo senso, di vincere la morte e i suoi occhi ne erano la testimonianza più palese: non traspariva la paura di morire ma una serenità che sembrava volesse consolare le persone vicine, quasi a dire: “State tranquilli perché io sono felice”. Come un lampo un pensiero attraversò la mia mente: “Antò quello morto sei tu, Assunta è viva!”. Allora mi dissi: “Basta perder tempo! L’unica direzione che la mia vita può prendere è l’amore”. Iniziai nelle piccole cose, ad amare le persone che mi erano accanto, con molta semplicità. Ma con il tempo questa fiammella si andava spegnendo, perché amare sempre, era molto impegnativo e non sempre c’era risposta al mio modo di fare, anzi, a volte, incontravo la derisione. In quel periodo ebbi occasione di ascoltare una videoregistrazione in cui Chiara Lubich parla del dolore di Gesù in croce, quando grida “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Mi sono sentito come liberato. Chiara in pochi minuti aveva sciolto ogni nodo. Nonostante non sapesse nulla di me, era lì a spiegarmi la vita. Mi ha fatto capire che nessun dolore doveva essere disprezzato ma bensì amato, perché contenuto nel dolore di Gesù. La parola “assurdo” poteva descrivere perfettamente il mio stato d’animo alla morte di mia sorella. È assurdo morire a 20 anni! Ma, quando ho accettato quell’assurdo, ho ritrovato il senso della mia esistenza e ho capito, come ha fatto mia sorella, che si può vincere la morte. Antonio (Teramo) (altro…)
Focolare Mariapoli Ginetta
Rua José Ernesto Tozzi, 195 Mariápolis 06730-000 Vargem Grande Paulista, SP Tel.: (11) 4158-1215 (altro…)
Centro Mariapoli “Ginetta”
Rua José Coelho Casas, 55 Vargem Grande Paulista, SP (11) 4158-3583 (altro…)
Centro Mariapoli “Gloria”
Av. Augusto Meira Filho, 1000 Benevides, PA (91) 3724-1358 (altro…)
Centro Mariapoli “Arnold”
Av. Theodomiro da Fonseca, 3555 – 93020-080 São Leopoldo (RS) (51) 3592-7011 (altro…)
Centro Mariapoli “Marie Claire”
Mariápolis Santa Maria, Igarassu. PE, 53610-350, Brazil (81) 3543-0315 (altro…)
Centro Mariapoli “Maria di Loreto”
Rodovia AM 010, km 26 (Estrada Manaus – Itacoatiara), Manaus (AM) (92) 3245-1175 (altro…)
“…venimmo a sapere che l’isola si chiamava Malta”
La Repubblica di Malta è costituita da tre isole principali: Malta, Gozo e Comino. La sua posizione strategica nel Mediterraneo tra Europa ed Africa l’ha resa una roccaforte perfetta per molti: fenici, romani, arabi, aragonesi, i Cavalieri di San Giovanni, francesi e inglesi … Le prime testimonianze di stanziamenti umani nell’isola risalgono al 5200 a.C. Con una estensione di 316km2, Malta è uno degli stati più piccoli e popolati al mondo. La popolazione ha raggiunto i 400,000 abitanti. Il settore turistico è un elemento fondamentale dell’economia maltese. Malta fu una delle prime colonie romane che abbracciò il cristianesimo portato da San Paolo attorno al 60 d.C. come si legge negli Atti degli Apostoli. I maltesi sono per la stragrande maggioranza cattolici e vi sono più di 360 chiese fra Malta, Gozo e Comino. Sono presenti anche altre denominazioni cristiane, tra cui anglicani, ortodossi, luterani, chiesa di Scozia, metodisti, altri religioni come ebrei e musulmani. Dal 2004 Malta fa parte dell’Unione Europea. I primi semi della spiritualità dell’unità sono stati gettati già negli anni sessanta. Nel 1975 c’erano circa 70 persone che vi aderivano, cominciava a formarsi la prima comunità, si affacciavano le prime vocazioni al focolare e si faceva avanti il desiderio di avere un Focolare sull’isola e di realizzare una Mariapoli a Malta. Nel 1979, finalmente, la prima mariapoli, vede affluire 1000 partecipanti. E agli inizi degli anni ‘80 si stabiliscono due centri dei Focolari.
La vita è continuata a crescere e a mettere radici: l’anno 1999 è stata una tappa fondamentale di questo cammino. Chiara Lubich è venuta nell’isola per ricevere dall’Università di Malta la laurea Honoris Causa in “Letteratura (Psicologia)”, motivata dal contributo dato dal suo carisma nel “coltivare una visione integrale della persona umana nel campo della psicologia”. In questa prospettiva di riflessione è nato poi in ambito internazionale “Psicologia e comunione”, rete di operatori col compito di approfondire questo originale approccio psicologico. A 10 anni dal conferimento della laurea a Chiara, a Malta si è tenuto un seminario specialistico sul significato psicologico del paradigma relazionale che emerge dalla spiritualità dell’unità. E anche oggi la comunità focolarina maltese è fiorente, e sono qualche migliaio le persone che in vario modo sono state raggiunte dalla spiritualità: vivaci i rapporti costruiti nel seno della Chiesa locale e con altri Movimenti e comunità ecclesiali. Frutto concreto è il lavoro che si sta facendo attualmente nel cammino verso ‘Insieme per l’Europa 2012’.
Si lavora a stretto contatto con persone di altre denominazioni cristiane, nel consiglio ecumenico maltese e anche con la chiesa locale maltese nella commissione ecumenica diocesana. Frequenti e molto amichevoli i contatti con la comunità musulmana in particolare in alcuni eventi dove si è collaborato lavorando insieme con i ragazzi. Uno dei più recenti sviluppi è nell’ambito culturale, in particolare nel campo medico, pedagogico, sportivo e anche in quello politico-giuridico: membri dei Focolari appartenenti ai due partiti politici principali, cercano di dare la loro testimonianza di fraternità. Fra le diverse iniziative maltesi per aderire all’Economia di Comunione, nel 1992 è nata la scuola di inglese “The Voice”, molto apprezzata anche dal Ministero dell’Educazione per il clima cordiale ed accogliente e per la professionalità dell’insegnamento. Un’accoglienza che anche San Paolo aveva sperimentato, naufrago sull’isola (At 27,26) dove poi sostò per tre mesi, lasciando – come ha ricordato Benedetto XVI nel suo viaggio del 2010 – “un segno indelebile nella storia del vostro Paese”. E in quell’occasione aveva ricordato ancora come, grazie alla presenza di Paolo tra i maltesi, il Vangelo di Gesù si sia radicato saldamente e abbia portato “molto frutto non soltanto nella vita degli individui, delle famiglie e delle comunità, ma anche nella formazione dell’identità nazionale di Malta, come pure nella sua vibrante e particolare cultura”. (altro…)
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Focolari Italia: nuovo impegno per il Paese
La morsa del freddo che ha attanagliato tutta l’Italia già nel fine settimana scorso potrebbe essere la metafora del livello e della complessità della crisi in cui si trova l’Italia. C’è piena avvertenza che l’accantonata litigiosità tra i partiti e la discesa dello spread (il differenziale tra titoli tedeschi e italiani) non sono elementi sufficienti per sentirsi avviati sulla buona strada. Con questa consapevolezza era stato fissato da tempo per il 3-5 febbraio a Castel Gandolfo un appuntamento tra i responsabili di ogni livello del Movimento dei focolari in Italia. Un numero così ampio di persone coinvolte (400), due giorni e mezzo di analisi, dialogo ed elaborazione, un obbiettivo preciso: cosa fare di più e meglio per l’Italia di oggi? Tutti questi ingredienti hanno reso questo convegno un unicum, perché mai si era svolto in passato qualcosa di analogo.
I risultati indicano prima di tutto un rinnovato impegno comunitario nei confronti del Paese, che si vuole manifestare attraverso alcune priorità maturate e condivise. Ed ecco che, sul versante della politica, i Focolari italiani hanno deciso di far proprio l’impegno già avviato dal Movimento politico per l’unità, quello di sollecitare la riforma della legge elettorale vigente, attraverso un primo appuntamento alla Camera dei deputati e un lavoro di sensibilizzazione, regione per regione, dei parlamentari di tutti i partiti. Sul fronte dell’economia e del lavoro, verrà potenziata e resa più capillare la rete esistente tra domanda ed offerta di lavoro tra tutte le aree del Paese, mentre pensando ai giovani e alla necessità di creare lavoro, l’incubatore di nuove aziende che funziona su scala regionale nel Polo imprenditoriale di Loppiano, alle porte di Firenze, acquisirà una dimensione nazionale per offrire servizi dovunque si intenda creare lavoro.
Riguardo all’emergenza educativa e alla legalità si apriranno nuovi cantieri e si potenzieranno quelli in funzione in modo da coordinare con maggiore efficacia le iniziative intraprese, facendo diventare i due temi il filo rosso che unirà varie operazioni dei Focolari svolte nei diversi territori del Paese. Sul fronte dell’immigrazione, dell’integrazione e del dialogo interreligioso s’è resa necessaria un’aggiornata mappatura delle varie attività (dall’assistenza alla formazione culturale) presenti da Lampedusa a Varese a favore di chi arriva in Italia.
Analoga fotografia dovrà essere scattata per la presenza attuale dei membri del Focolare in tutti gli organismi di partecipazione della Chiesa cattolica, dalla parrocchia sino agli organismi Cei. Rinnovato e ancor più convinto sostegno è stato manifestato con molta passione per due significative frontiere: il profondo rapporto con le comunità islamiche in varie regioni e le scuole di partecipazione per giovani del Movimento politico per l’unità. Da novembre scorso sono state aperte le ultime dieci. Risultati molto concreti a favore del futuro del Paese. 08-02-2012 di Paolo Lòriga Fonte: Città Nuova (altro…)
Logo Focolari: come lo vorresti?
Per anni abbiamo visto la stella gialla a quattro punte su sfondo azzurro. È stata anche la base grafica di www.focolare.org fino al 22 gennaio 2011. Ma la stessa Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari, aveva visto questo simbolo piuttosto come la bandiera delle Cittadelle del Movimento. Nel 2000 invece precisava: “Ho capito proprio dal di dentro, che il logo del Movimento dei focolari non è la stella, è quella Madonna con sotto tutte le vocazioni. [= varie scelte di vita] Questo è il nostro (logo). E allora dobbiamo studiare… dobbiamo cercare una persona artista che ce lo stilizzi…”. Chiara si riferiva alla rappresentazione della Madre di Dio raffigurata nell’arte sacra con un manto che raccoglie i vari popoli, le varie professioni, fedi, culture, convinzioni… che con le sue braccia accoglie tutti e allo stesso tempo è aperta a tutti.
Queste linee guida hanno ispirato anche il lavoro per la grafica dell’attuale sito ufficiale internazionale, coscienti però che il lavoro per la ricerca di un logo in cui i Focolari a livello internazionale si potessero identificare, è ben più lungo e complesso. Per questa ragione è stato indetto un concorso per la realizzazione del logo del Movimento dei focolari. Tutti sono invitati a mandare le loro idee o bozzetti a: azzurro.co@focolare.org
Per ulteriori informazioni:
Un manto di neve per salutare Marisa
Lunedì 6 febbraio, nella località di Cugy, 350 persone hanno preso parte alla cerimonia funebre per dare l’ultimo saluto a Marisa Baù in terra elvetica. La S. Messa è stata concelebrata da 8 sacerdoti. Il vescovo del luogo mons. Charles Morerod e mons. Jean-Claude Périsset, nunzio apostolico a Berlino, originario di Estavayer-le-Lac, vicino Montet, hanno espresso nei loro messaggi la loro partecipazione, vicinanza e sostegno ai familiari e ai focolarini di Montet. Marithé Vuigner, co-responsabile del Centro di Montet, ha ripercorso in un breve discorso i 40 giorni, dalla scomparsa del 20 dicembre al ritrovamento del cadavere, e un breve profilo di Marisa Baù. Dopo la cerimonia la salma è stata trasportata in Italia, accompagnata da alcuni parenti che erano presenti a Montet e da un gruppo di focolarini.
Grande folla ad attendere Marisa alla chiesa della frazione Sasso di Asiago, l’indomani martedì 7 febbraio, per darle l’estremo saluto alle esequie celebrate dal parroco di Gallio, don Lauderio Dal Bianco. A nome dei familiari una nipote ha espresso il saluto a Marisa, mettendo in luce il suo amore per la famiglia e per la vita. I referti dell’autopsia che dovrebbero accertare le cause della morte potrebbero arrivare nel giro di un mese. “Ci troviamo di fronte ad una situazione tragica, dolorosa, in cui vediamo il Movimento più identificato che mai con i drammi dell’umanità di oggi”, ha scritto in questi giorni Maria Voce alle comunità del Movimento. E continua: “Ci rimane come conforto la testimonianza della generosità con cui Marisa si è data a Dio, con cui ha vissuto tutti questi anni, in piena donazione nei confronti delle altre focolarine, del lavoro che le era affidato e che portava avanti con responsabilità e impegno. Credendo più che mai nell’amore di Dio per Marisa, continuiamo a pregare per lei e per tutti i suoi familiari”. Leggi l’articolo integrale su Città Nuova: http://www.cittanuova.it/contenuto.php?TipoContenuto=web&idContenuto=333590 Per info: area stampa: https://www.focolare.org/area-press-focus/it/news/2012/02/01/marisa-bau-1963-2011/ (altro…)
Acinsk
Avvertenza: tutte le informazioni geocodificate presenti in questo sito sono puramente indicative. Gli oggetti rappresentati (ad es. luoghi d’incontro e quant’altro) e i servizi di localizzazione o navigazione, possono essere imprecisi o errati nello stabilire indirizzi, posizioni, prossimità, distanze, indicazioni e orientamento.
Novosibirsk
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Krasnojarsk
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Celiabinsk
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Settimana di preghiera per l’unità 2012
Approfondire conoscenze reciproche, allacciare rapporti nuovi tra cristiani di varie Chiese e proporre lo stile di vita ecumenico caratterizzato dal “dialogo della vita” insito nella spiritualità dell’unità: molte le occasioni per vivere tutto questo durante la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Motto di quest’anno: “Tutti sarete trasformati dalla vittoria di Gesù Cristo, nostro Signore” (1 Cor 15,51-58). Di seguito qualche flash. Italia – Da parte di tanti la Parola di vita del mese di gennaio che suggerisce come vivere il motto della Settimana, è considerata un prezioso strumento di sensibilizzazione ecumenica. A Modena è stata distribuita a tutti i presenti ad una celebrazione, suscitando vivi scambi immediati. A Biella ad un convegno che ha concluso la Settimana è stata accolta con entusiasmo la proposta di mettere a disposizione per i battesimi delle diverse Chiese presenti sul territorio – Valdese, Rumeno-Ortodossa e Russa-Ortodossa – l’antico Battistero che si trova accanto alla cattedrale cattolica, monumento del X
secolo, eretto prima di tante divisioni. L’augurio è che l’utilizzo del Battistero da parte di tutte le chiese moltiplichi le occasioni di incontro e la reciproca conoscenza tra le diverse comunità. A Bari il gruppo Ecumenico, attivo durante tutto l’anno, per la Settimana ha organizzato una serie di momenti di preghiera in varie Chiese cattoliche ed evangeliche e, per la prima volta, in una Comunità Pentecostale – la Christ Victory Church – formata soprattutto da fedeli di origine africana. Con loro si sono stabiliti rapporti che vanno al di là della preghiera, nella carità vissuta concretamente con aiuti per visite mediche, raccolta di indumenti, e altro. Francia – La celebrazione ecumenica di Lione – preparata dal Comitato diocesano per l’ecumenismo e dal Comitato dei responsabili di Chiese di Lione – è stata trasmessa da France 2 e in diretta dalla Radio francese. Le parole del Cardinale Barbarin confermavano il desiderio di lavorare per l’unità: “Non perdiamo più tempo a lamentarci sulle divisioni del passato o del presente e facciamo del tutto per evitarne delle nuove… Lanciamoci con forza nell’opera di trasformazione che la Resurrezione rende possibile”».
Ecuador – Da Quito ci raccontano l’esperienza di un coro ecumenico, diretto da un sacerdote anglicano: «Un’esperienza di fraternità che, grazie alla comune passione per il canto e per il dialogo, ha fatto nascere rapporti profondi e si è ben presto trasformata in una forte testimonianza di unità. Oltre ai Focolari, ne fanno parte membri della Chiesa Episcopale, del Movimento Giovanni XXIII, della famiglia salesiana, ed altri. Il coro accompagna tutti gli anni le celebrazioni della Settimana di preghiera e altre iniziative ecumeniche. Proprio in questi giorni i membri del coro hanno deciso di partecipare al concorso “Gruppo musicale del 50° anniversario della Cooperazione Fraterna Monaco di Baviera – Ecuador”. Speriamo quindi che arrivi a tanti, anche fuori dei confini nazionali, la certezza nella piena e visibile unità». A conclusione della Settimana di preghiera, Benedetto XVI ha affermato: “Non mancano i segni positivi di una ritrovata fraternità e di un condiviso senso di responsabilità di fronte alle grandi problematiche che affliggono il nostro mondo”. Ha ricordato inoltre come “la presenza di Cristo risorto chiama tutti noi cristiani ad agire insieme nella causa del bene. Uniti in Cristo siamo chiamati a condividere la sua missione”. Le notizie internazionali di ritrovata fraternità e di gioia lo confermano. (altro…)
San Jose, CA
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San Francisco, CA
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Tucson, AZ
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Honolulu, HI
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Madera, CA
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