Mag 11, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Avvertenza: tutte le informazioni geocodificate presenti in questo sito sono puramente indicative. Gli oggetti rappresentati (ad es. luoghi d’incontro e quant’altro) e i servizi di localizzazione o navigazione, possono essere imprecisi o errati nello stabilire indirizzi, posizioni, prossimità, distanze, indicazioni e orientamento.
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Mag 11, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
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Mag 11, 2011 | Focolari nel Mondo
The Mariapolis experience impacts me so much that I am more aware of my actions and how I live. It has transformed me into becoming more respectful, loving, healthier, happier and hundreds of good other things. It feels more right and pure when you have the intention of loving everyone. For example, holding the elevator door for a lady with her kids or sharing what you have even though its your last piece of candy or really anything that feels right, just do it. I am proud to say that I have no enemies simply because the Focolare Movement has taught me that there is Jesus in each and everyone of us. So I thought to my self, if I am an enemy to someone I am an enemy to Jesus and thats not cool. That to me has proven that the Mariapolis, all of us in unity with others can simply strengthen our relationships with strangers, family members and friends, no doubt about it. You could just feel the good vibes once you accomplish good things even making others smile. It means a lot.
With that kind of habit, it is vital to show others what we have learned in the past.
Something particular about the Mariapolis is the beautiful location we gratefully have every summer. The games, food, and meeting new people from a variety of different cultures living together is an amazing thing. I love sharing and learning experiences from others. So I hope you all share yours!
AM
Mag 10, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Ottmaring, dove il dialogo è vitale
140 gli abitanti oggi. L’esperienza quarantennale di dialogo, tra luterani e cattolici di diverse nazionalità, nella cittadella del Movimento dei focolari e le iniziative per la Settimana dell’unità.

Riferendosi al dialogo ecumenico,
Chiara Lubich era solita parlare di
dialogo della vita, di popolo. Insomma, di qualcosa che nascesse non solo dalla riflessione teologica, ma dallo stare gomito a gomito, dal frequentarsi ogni giorno, e che sul banco di prova della vita stesse a mettere in pratica gli insegnamenti del Vangelo, comune a tutti i cristiani, sull’amore al prossimo; un amore che non conosce confini ecclesiali, né di nessun tipo. Riferendosi al consenso popolare che nasce in un contesto del genere, Chiara Lubich ebbe a dire:
«Sappiamo come nella storia altre imprese ecumeniche siano fallite, perché mancava questo consenso, essenziale all’unità». 
Quando il Movimento dei focolari prese a espandersi in
Germania, i contatti con membri di altre chiese furono immediati. E più tardi quando addirittura parve possibile costruire lì una cittadella sul modello di Loppiano, sorta in Italia, ma abitata da luterani e cattolici l’idea sembrava rispondesse a quel sogno di una convivenza segnata, appunto, dall’amore cristiano. Nel 1968 questa idea prese forma ad
Ottmaring, nei pressi di Augsburg. La cittadella ospita una trentina di costruzioni ed un centro di spiritualità al servizio dei tanti visitatori che vengono a constatare in loco questa originale convivenza ecumenica. Quel che caratterizza la vita nel Centro ecumenico è l’unità in Cristo e la diversità di appartenenze ecclesiali, in uno spirito di riconciliazione. Vivono ad Ottmaring circa 140 abitanti, appartenenti al
Movimento dei focolari e alla
Fraternità di vita comunitaria (Bruderschaft von gemeinsamen Leben) che ha le sue origini nel mondo evangelico. In entrambi i gruppi vi sono, giovani, adulti, famiglie e comunità. Tutti provengono da esperienze di fede e da tradizioni ecclesiali profondamente diverse. Vi sono rappresentate anche numerose nazionalità, una diversità che arricchisce. Domenica 22 gennaio si è svolta, presso la cittadella, l’abituale appuntamento della
Settimana per l’unità dei cristiani denominato “pomeriggio ecumenico”. Il vescovo luterano Johannesdotter ha presentato una relazione, alla presenza di membri delle comunità evangeliche e cattoliche.
Fonte: Città Nuova online
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Mag 10, 2011 | Chiara Lubich, Chiesa, Spiritualità
Il 14 marzo 2009 ricorreva il primo anniversario della morte di Chiara Lubich. Con un live event dal titolo “Con Chiara. Un dialogo che continua” si è ripercorsa la sua vita. Una delle testimonianze più importanti è stata proprio quella di Mons. Dziwisz, colui che ha seguito da vicino, passo passo Giovanni Paolo II. Ordinato sacerdote da Wojtyla nel 1963, è stato al suo fianco per quasi 40 anni come segretario. Oggi è vescovo e cardinale di Cracovia, ruolo che fu già del suo amico Karol.

Intervista con il Cardinale di Cracovia. Video su Vimeo.
Ecco cosa ci ha detto. «Il Santo Padre ha incontrato prima i focolarini qui in Polonia, anche in questa casa; venivano anche in modo clandestino. Il Papa cercava di leggere i segni dei tempi, e ha visto che Chiara aveva la stessa lettura, lettura della Chiesa e anche del mondo. Aveva sempre grande rispetto verso di lei, anche parlando privatamente e io ho visto una grande sintonia, sintonia spirituale e anche impegno ecclesiale. E si è creata una grande unione tra queste due persone. Non ci volevano tante parole, loro si capivano molto bene. Penso che il santo Padre ha trovato in lei e anche nel Movimento dei Focolari la conferma a tutto quello che lui pensava, come lui ha visto la Chiesa; la sua apertura verso il mondo, anche verso le religioni cristiane e non cristiane. Chiara con i suoi più stretti collaboratori veniva dal santo Padre, non solamente ufficialmente anche privatamente, per i cosiddetti pranzi di lavoro. Erano sempre pranzi familiari, non c’era ufficialità nessuna, come in famiglia. Il Papa come sappiamo aveva anche questo spirito artistico, allora penso che lo stesso spirito aveva Chiara. Anche in questo campo erano molto vicini. Il Papa dava grande importanza ai laici perché non tutti capivano l’importanza dei Movimenti nella vita della Chiesa. Anche della donna. Lui parlava del genio della donna. Chiara era questo genio della donna, incredibile che ha potuto fare quello che io penso che lo Spirito Santo ha fatto tramite lei. Chiara non faceva discorsi di filosofia, ma questi discorsi semplici ma pieni di amore, questo attirava la gente. Tanta gente prega tramite il Servo di Dio e ottiene le grazie. Io posso confermare anche io stesso, penso che anche lo stesso capita ai focolarini, che quando hanno qualche problema chiedono o cercano ispirazione a Chiara. Forse anche l’aiuto di lei, anche la protezione forse adesso è più efficace che prima. Questo vedremo in futuro. Io penso che loro due ci guardano, ci seguono, ci aiutano». (altro…)
Mag 10, 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Siamo negli anni ’60, Liliana Cosi, giovane ballerina, è agli esordi della sua carriera. Con un’intervista ripercorriamo quel periodo a Mosca.
Mi trovavo a Mosca per il secondo anno di stage al Teatro Bolscioi, si erano aperti da poco gli storici scambi culturali tra la Scala di Milano e il Bolscioi di Mosca ed io studiavo sotto la guida di Irina Tichomirnova. A lei venne l’idea di insegnarmi la parte della prima ballerina del Lago dei Cigni. Per me fu un’esperienza nuovissima e durissima – era molto esigente, letteralmente ‘scolpiva’ ogni mio passo, ogni mio gesto – ma ci sono stata! Avvicinandosi il debutto (credo che lei fosse più emozionata di me) mi disse queste parole: “Ora dimentica tutto quello che ti ho detto e balla con la tua anima italiana!”. Pochi minuti prima di entrare in scena ancora in camerino mi prese la testa fra le mani e mi fece tre segni di croce sulla fronte … lei non sapeva se io ero credente, non portavo nessun segno che lo indicasse.

Liliana Cosi e Rudolf Nureyev
L’Ideale di Chiara Lubich – che avevo appena conosciuto – mi aveva insegnato che l’amore per Dio andava vissuto, non esposto. Il giorno dopo sul quotidiano sovietico Isvietzia, recensendo l’evento si scriveva che il mio modo di ballare era pieno di ‘spiritualità’. Mi dissero che quella parola non era mai stata stampata su quel giornale! Quel debutto segnò l’inizio della mia carriera. In quell’epoca si trovava da sola a Mosca? No. Oltre al gruppetto di ballerine italiane che vivevano nell’internato della Scuola del Bolscioi del quale ero capogruppo, c’era con me Valeria Ronchetti – Vale -, una delle prime compagne di Chiara, venuta a Mosca proprio per accompagnarmi. È difficile dire a parole cosa furono quei mesi per me: un radicale cambiamento di mentalità che influì su tutta la mia vita, professionale, spirituale, umana, fino ad oggi. 
A Mosca con Valeria Ronchetti
Forse può dire qualcosa una frase di Vale che ho trascritto su un diario di allora: “Non devi ballare per Gesù, ma deve essere Gesù in te, che balla”. È più tornata in Russia da allora? Sono tornata regolarmente fino al 1989, invitata dal governo sovietico per molte tournée non solo in Russia, ma nelle capitali di tutta l’Unione Sovietica, con oltre 130 spettacoli, e tre volte come membro della giuria nei concorsi internazionali di balletto a Mosca. L’esperienza in Russia cosa le ha lasciato? Da un punto di vista strettamente professionale mi ha dato molto. A quell’epoca c’erano maestri e artisti di altissimo livello, ancora adesso quando insegno, quando correggo i ballerini della nostra Compagnia o della Scuola, ho davanti i loro esempi. Per la mia vita mi ha insegnato che ovunque si può vivere il Vangelo, e che questa vita affascina anche chi non lo conosce. (altro…)
Mag 9, 2011 | Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Di più! Coinvolgendo con le sue iniziative e progetti migliaia di giovani di qualsiasi cultura e tradizione, ha saputo mostrare quel mondo unito che è l’obiettivo fondamentale dei Giovani per un Mondo Unito (Gmu), e che durante questa Settimana – dal ’95 in poi – vuole uscire maggiormente allo scoperto. Descrivere, anche solo brevemente, ogni iniziativa sarebbe come fare un giro virtuale di tutto il mondo. Appassionante sicuramente, ma troppo lungo da riassumere in un articolo. Le centinaia di eventi sono rimbalzate da un social network all’altro, moltiplicando la visibilità e le persone coinvolte. Ci limitiamo qui a qualche accenno, rimandando al blog www.mondounito.net per un approfondimento. Iniziamo dalle tante SMU che si sono svolte in Medio Oriente, proprio dove si sta vivendo un momento di particolare risveglio e desiderio di cambiamento, a partire dai giovani. Ricco di significati, dunque, il titolo del video che i Gmu dell’Egitto hanno preparato riprendendo il titolo del recente meeting che si è svolto nei giorni scorsi e ha dato il via alla Settimana Mondo Unito: “Make visible change”.
I giovani del Libano hanno invece animato l’intera Settimana con un progetto ecologico, un cineforum interreligioso, una giornata di sport ed una di attività nel sociale. E sul sociale si è puntato anche in tutta l’America Latina. Per esempio a l’Avana, durante la SMU, i giovani di Cuba hanno visitato i bambini di una baraccopoli che è nata sotto un ponte della città.
In Guatemala, invece, ogni giorno aveva una sfumatura diversa e un’attività correlata: Dare, Amare per primo, Pace, Morire per la propria gente, Perdonare, Ecologia e Intessere rapporti, i titoli delle varie giornate. Un ultimo esempio da questo continente: Rosario, in Argentina. Qui, divisi in due gruppi di 25 giovani ciascuno, i Gmu hanno rappresentato vari sketch sul Mondo Unito…ai passaggi pedonali davanti alle persone in attesa ai semafori! In varie parti del mondo ci si è impegnati per il Giappone, colpito nel mese di marzo dalla grave catastrofe naturale. A Los Angeles, negli USA, durante la SMU è stata lanciata la campagna “Hike a thon!”, una camminata per raccogliere fondi in favore della popolazione di Fukushima. A Firenze si è svolta una maratona di ballo e la piazza principale di Frascati (RM) è stata animata da un open workshop alla scoperta della cultura nipponica.
A Goa, nella parte sud- occidentale dell’India, un’intera giornata è stata dedicata a Chiara Luce Badano. Per presentare la giovane dei focolari beatificata lo scorso 25 settembre, i Gmu dell’India hanno preparato canti, coreografie, danze tipiche indiane, esperienze e video sulla vita della giovane. E proprio a Sassello, infine, paese natale di Chiara Luce, davanti a 1200 giovani, e con una diretta internet, si è conclusa ufficialmente la sedicesima Settimana Mondo Unito. Un musical, Living the dream, realizzato da un gruppo di ragazzi di Genova dopo l’entusiasmante esperienza vissuta nel workshop col Gen Rosso, e ispirati dall’esempio di due giovani genovesi, anche loro avviati verso la beatificazione: Alberto Michelotti e Carlo Grisolia. E un tour speciale, con Ruggero e Maria Teresa Badano, i genitori di Chiara Luce, a visitare la sua casa. Per ascoltare cosa loro stessi hanno raccontato, il replay della diretta è disponibile su: http://media.focolare.org/ClSMU2011.wmv. In conclusione il grande annuncio: Genfest 2012 – 1 e 2 Settembre a Budapest. Ma di questo vi parleremo la prossima volta. (altro…)
Mag 7, 2011 | Focolari nel Mondo
Mag 5, 2011 | Chiara Lubich, Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità

(da sinistra) Anna Fratta e Barbara Schejbal con Giovanni Paolo II
«Ricordo il primo incontro, negli anni settanta, con l’allora cardinale Wojtyla, quando andammo a presentarci. Il Movimento dei focolari in Polonia era agli inizi. Mi colpì la sua umanità, la capacità di ascolto, il rispetto verso ognuno, che ti metteva subito a tuo agio. Ci ascoltò con grande interesse, raccolto in un silenzio profondo. Si intuiva che era colpito dalla grandezza del carisma alla base del Movimento. Ci incoraggiò ad andare avanti: “La grazia per portare avanti il Movimento l’avete voi, il carisma è stato trasmesso a voi, non vi metto accanto un sacerdote. Noi potremmo rovinare tutto. Fate, vivete e poi mi riferite…”. Per capire il significato di queste parole che esprimevano la sua fiducia nel carisma di Chiara Lubich, bisogna pensare che in Polonia, allora, era tutto guidato dalla Chiesa istituzionale: a capo di ogni gruppo c’era sempre un sacerdote. E questa fiducia non è mai venuta a mancare. Ci ha seguito sempre con stima, rispetto e amore. Ho ancora vivo l’ultimo incontro con lui, nel settembre del 1978, poco prima che fosse eletto Papa. Venne da noi la sera tardi. Avevamo un incontro con alcune famiglie, in un convento di suore. Erano i tempi del regime comunista e il Movimento doveva muoversi con prudenza nella “clandestinità”. Il Cardinale era visibilmente stanco, ma voleva essere tra noi. Fu colpito dall’atmosfera, dalle esperienze che alcune coppie gli raccontarono, tanto che, ad un certo punto, disse, tra l’altro: “Voi avete messo al centro l’uomo con la sua dignità. Il vostro carisma affonda le sue radici nel Vangelo. Qui si sente che lo Spirito Santo è in atto…”.
Quando era ancora a Cracovia, Karol Wojtyla conosceva Chiara Lubich solo attraverso i suoi scritti. Subito dopo la sua elezione volle incontrarla. In quei giorni mi trovavo in Italia e ricevo una telefonata: era il segretario del Papa, Stanislao Dziwisz, che io conoscevo molto bene. Mi dice che il S. Padre ci invita alla sua messa, Chiara e me, il giorno seguente alle ore 7. Partimmo quella mattina prestissimo, Chiara, Eli Folonari e io, emozionate, si capisce. Quando arrivammo c’erano ancora tutte le impalcature per il Conclave, e dovemmo fare un lungo giro per arrivare all’appartamento del Papa. Ho ancora nell’animo quella Messa, nella piccola cappella privata del Papa. C’era un raccoglimento, un’atmosfera particolare, una presenza di Dio. C’eravamo noi tre, il Papa con don Stanislao e due o tre suore polacche.
Dopo la Messa, il S. Padre salutò Chiara. Ricordo ancora con quanto rispetto, con quanta stima e amore si rivolse verso di lei. Le chiese di fargli avere una “mappa” in cui fossero segnati i posti dove eravamo. “Così, – disse – so dove appoggiarmi!” Fu l’inizio di un’amicizia, di un’unità sempre più forte tra due persone chiamate da Dio a fare opere grandi, due persone a cui Dio dette due doni per la Chiesa e per l’umanità tutta».
di Anna Fratta
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Mag 4, 2011 | Non categorizzato
Mag 4, 2011 | Non categorizzato
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Mag 4, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Mag 4, 2011 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
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Mag 4, 2011 | Centro internazionale, Chiesa, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Alla vigilia della Pentecoste del 1998 Giovanni Paolo II chiamò a raccolta in Piazza San Pietro i movimenti, i gruppi e le nuove associazioni ecclesiali. Tra gli altri era presente anche il Movimento dei Focolari rappresentato dalla fondatrice, Chiara Lubich. In quell’occasione Papa Wojtyla riconobbe pubblicamente il ruolo di queste realtà nella Chiesa, come mai era stato fatto prima. E in quell’occasione Chiara si impegnò di fronte a lui per la crescita del rapporto di comunione tra i movimenti stessi.
Audio È stato veramente il protettore dei movimenti, perché ha riconosciuto in essi il soffio dello Spirito Santo per la Chiesa. Però proprio in quell’occasione ha anche chiesto ai movimenti di uscire da una specie d’infanzia e di produrre frutti maturi di comunione e di impegno. Papa Wojtyla ha seguito da vicino il Movimento dei Focolari lungo tutto il suo Pontificato… Possiamo dire veramente che abbiamo sentito molto spesso il suo amore di predilezione: nei suoi sguardi, nei suoi saluti, ma anche in tanti gesti concreti. E’ stato lui – per esempio – che ha voluto mettere a disposizione del Movimento l’ex Sala delle Udienze di Castel Gandolfo, che è diventato il nostro Centro Mariapoli dove si susseguono incontri tutto l’anno; e poi come non ricordare la visita fatta al Centro del Movimento dei Focolari: in quell’occasione è stato bellissimo come lui ha ricordato proprio il radicalismo dell’amore, che indicava come una caratteristica del Movimento dei Focolari. Giovanni Paolo II aveva anche un’intesa personale molto profonda con Chiara Lubich: su che cosa si fondava questa sintonia spirituale? Io credo che ci fosse, intanto, proprio questa spiritualità di comunione che lui sentiva presente per un carisma in Chiara, vissuta da tutto il Movimento e che lui agognava per tutta la Chiesa. Poi credo anche l’apertura che trovava in Chiara e nel Movimento verso tutti gli uomini, senza differenza di classi sociali, di religioni, di nazionalità e che corrispondeva al suo sguardo sull’uomo, a questa sua fede nel valore dell’uomo al di là di qualsiasi cosa.
Maria Voce, dal suo punto di vista personale, chi è stato Giovanni Paolo II e che cosa in particolare – pensa – che voglia ricordare oggi alla Chiesa e a tutta l’umanità? E’ stato un grande, in tutti i sensi e sotto tutti gli aspetti. Quello che mi sembra molto importante è stato questo riconoscere in qualunque uomo il Figlio di Dio e, quindi, questa altissima dignità che lui riconosceva negli uomini a tutte le latitudini e che lo portava a privilegiare i rapporti con chiunque e che ha dato anche un grandissimo impulso a tutti i dialoghi nella Chiesa: io ero ad Istanbul quando è venuto nel ’79 in visita al Patriarca Demetrio e ricordo la sua gioia nell’incontrare questo Patriarca ecumenico. Penso inoltre che la sua figura possa dare alla Chiesa e al mondo questa speranza e questa fiducia nell’azione dello Spirito Santo, che nei momenti più bui torna sempre a riprendere in mano le sorti della Chiesa. Questo lui lo ha detto e testimoniato soprattutto con la sua apertura nei confronti dei giovani che sono accorsi sempre numerosissimi ai suoi inviti, perché sentivano in lui la Chiesa-giovane. Quindi addita anche all’umanità, la Chiesa come una Chiesa giovane, bella, capace di dare le sue risposte alle esigenze dell’uomo di oggi. Dal Radio Giornale di Radio Vaticana del 30 aprile 2011 Papa Wojtyla: le testimonianze di Kiko Argüello, Marco Impagliazzo, Maria Voce e Andrea Olivero (altro…)
Mag 4, 2011 | Non categorizzato
Mag 3, 2011 | Non categorizzato
Mag 3, 2011 | Non categorizzato
Mag 3, 2011 | Non categorizzato
Mag 3, 2011 | Non categorizzato
Mag 3, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
“أحبب الرب إلهك من كل قلبك، وكل نفسك وكل ذهنك”
كان النقاش في زمن يسوع حول ما هي الوصيّة الأهمّ بين الوصايا العديدة في الكتاب المقدّس من المواضيع المألوفة التي تطرحها مدارس الحاخامين. وعندما طُرح السؤال على يسوع الذي كان يُعتبر معلّماً: “ما هي أكبر وصيّة في الشريعة؟” لم يتجنّبه بل أجاب بطريقة مميّزة وفريدة، جامعاً ما بين محبّة الله ومحبّة القريب. فالفصل بين هاتين الوصيّتَيْن بات مستحيلاً على مَن يريد اتّباع يسوع، تماماً كما يستحيل فصل الشجرة عن جذورها. فكلّما زادت محبّة التلاميذ لله، كبُرََت محبّتهم لإخوتهم. وكلّما أحبّوا إخوتهم وأخواتهم تعمّقت فيهم محبّة الله.
ويسوع هو أكثر مَن يعرف مَن هو الله الذي ينبغي أن نحبّه ويعرف كيف يجب أن نحبّه. هو الآب بالنسبة إليه وإلينا، هو إلهه وإلهنا (يوحنا 20 ، 17). هو إله يخصّ بمحبّته كلّ فردٍ منّا: يحبّني ويحبّك. إنّه إلهي وإلهك. (“أحبب الربّ إلهك“)
ونحن نستطيع أن نحبّه لأنّه بادرَ بمحبّتنا. والمحبّة المطلوبة منّا، هي إذاً جواب على محبّة الله لنا. فلنتوجّه إليه بثقة يسوع نفسها الذي كان يناديه: “أبّا”. نحن أيضاً كما فعل يسوع نستطيع أن نتحدّث غالباً إلى الآب طارحين حاجاتنا وقراراتنا ومشاريعنا أمامه، معبّرين عن حبّنا المطلق له. نحن أيضاً نريد أن ننتظر مثل يسوع بفارغ الصبر الأوقات التي تجمعنا بالآب بشكل عميق، من خلال الصلاة التي هي حوار ومشاركة وعلاقة صداقة عميقة معه. بالصلاة نستطيع أن نعبّر عن محبّتنا ونسجد لله الكائن ما وراء الخليقة، ونمجّده هو الحاضر في كلّ الكون، ونعبده ساكناً في أعماق قلوبنا، أو حيّاً في بيت القربان، ونفكّر به أينما وجِدنا، في البيت أو في المكتب، سواء كنّا بمفردنا أو مع آخرين.
“أحبب الرب إلهك من كل قلبك، وكل نفسك وكل ذهنك”
يعلّمنا يسوع أيضاً طريقة أخرى لمحبّة الله. فالمحبّة بالنسبة إليه هي أن نعمل بإرادة الله الآب، ونضع في تصّرفه فكرنا وقلبنا وطاقاتنا وحياتنا بكلّيّتها. لقد بذل يسوع كلّ شيء، حتّى حياته، من أجل أن يتحقّق مخطّط الآب عليه. يظهره لنا الإنجيل متّجهاً دائماً بكليّته نحو الآب (يوحنا 1، 18)، هو دوماً في الآب، معلّماً إيّانا دائماً ما سمعه من الآب ومحقّقاً ما طلبه منه، لا غير.
ويطلب منّا نحن أيضاً، الأمر ذاته: أن نحبّ يعني أن نعمل بمشيئة الله الذي نحبه دون تردّد وبكلّ كياننا. احبب الله: “بكلّ قلبك، وكلّ روحك، وكلّ ذهنك”. والمحبّة بنظر يسوع لا تقتصر على العاطفة وحسب، فهو يقول لمن يحبّ بالكلام فقط: “لماذا تدعونني: ياربّ، ياربّ، ولا تعملون بما أقول؟” (لوقا 6، 46)
“أحبب الرب إلهك من كل قلبك، وكل نفسك وكل ذهنك”
كيف نعيش وصيّة يسوع هذه؟
بالمحافظة على علاقة بنوّة وصداقة مع الله وخاصّة بالعمل بمشيئته. وستكون علاقتنا بالله كعلاقة يسوع به، بأن نتوجّه دوماً نحو الآب، نصغي إليه، نطيعه ونتمّم مشيئته دون سواها.
من أجل ذلك، مطلوب منّا حياة جذريّة حقّاً، إذ لا يمكن ألاّ نهب كلّ شيء لله. ” كلّ قلبك، كلّ روحك، كلّ ذهنك”. معنى ذلك أن نقوم بما يطلبه منّا على أكمل وجه.
كي نعيش إرادة الله ونتطابق معها، غالباً ما يتطلّب ذلك أن نحرق إرادتنا، ونتخلّى عن كل ما يشغل قلوبنا وعقولنا، إن لم تكن هذه مشيئته باللحظة الحاضرة. وقد يعني ذلك التضحية بفكرة أو عاطفة أو رغبة، أو ذكرى أو علاقة مع شخص ما…
يجب ان نكون جميعنا حاضرين بكليّتنا في ما يُطلب منّا في اللحظة الحاضرة. أن نتكلّم، ونتّصل بالهاتف، أن نصغي، ونساعد، وندرس، ونصلّي، ونأكل، وننام، ونتمّم إرادته دون أن يشرد ذهننا. ولتكن أعمالنا كاملة نظيفة، من كلّ قلوبنا وأرواحنا وعقولنا. ولتكن المحبّة دافعنا الأساسيّ في كلّ عمل نقوم به، كي نتمكّن في كلّ دقيقة من نهارنا من القول: “نعم ياربّ في تلك اللحظة وفي ذلك العمل، أحببتك من كلّ قلبي وكلّ ذاتي”. هكذا فقط يمكننا أن نقول أنّنا نحبّ الله حقاً، ونبادله محبّته لنا.
“أحبب الرب إلهك من كل قلبك، وكل نفسك وكل ذهنك”
كي نعيش هذه الكلمة، لا بدّ من فحص ضمير متكرّر بهدف التأكد من كون الله حقّاً في المرتبة الأولى في حياتنا.
وفي الختام، ما الذي نستطيع القيام به خلال هذا الشهر؟ أن نعيد اختيار الله ليصبح مثالنا الأوحد وكلّ شيء في حياتنا، ونضعه من جديد في المرتبة الأولى بعيشنا إرادته بشكل كامل، في اللحظة الحاضرة. فيمكننا أن نرددّ، بصدق: “أنت إلهي وكلّ شيء بالنسبة ليّ”. “أحبك”، “إنّني لك بكليّتي”. “أنت إلهي، أنت إلهنا، أنتَ المحبّة اللامتناهية”.
كيـارا لوبيك
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كلمة الحياة هذه كُتبت في أكتوبر 2002.
هذه النشرة مجانيةً. نشكر كل من يريد المساهمة في مصاريف طبعها وتوزيعها.
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Mag 3, 2011 | Non categorizzato
Focolare maschile: focmcz@gmail.com Focolare femminile: focfcz@alice.it
Mag 3, 2011 | Non categorizzato
Catania Focolare maschile: focctm@iol.it Focolare femminile: focfcatania@gmail.com
Mag 3, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Sono le dieci e mezzo quando scendo la scala mobile nella metropolitana alla Stazione Centrale. Non è l’ora di punta, eppure siamo in tanti. Sotto le scale c’è un uomo che sta sventolando un pezzo di carta. Ma tutti hanno fretta e non gli danno retta. Mi fermo. Gli faccio cenno di seguirmi. Andiamo alla piattaforma. Scopro che va nella mia stessa direzione. Con lui sono la moglie, due figlie e un figlio. Non sono abituati ai tappeti mobili e la donna quasi cade per terra. Quando scopro che solo Sabri, il figlio di 10 anni, parla lo svedese, decido di andare con loro fino alla meta. Ma non è così facile, perché quando scendiamo al capolinea ci sono altri fogli di carta… Il primo con la scritta della fermata era pensato per la metropolitana, ora c’è un foglio di carta con l’indirizzo del Consiglio per l’immigrazione che si trova…cinque stazioni indietro. Si torna lì. Nella stazione della metropolitana, chiedo se possono pagare l’autobus. Ancora fogli di carta, una lettera e un biglietto elettronico per il treno. Niente soldi. La lettera dimostra che il loro obiettivo non è il servizio immigrazione, ma uno studio legale che si trova in un’altra parte della città. Sono già in ritardo di mezz’ora per la riunione. Chiamo lo studio legale. Decidiamo che devono prendere un taxi. Mi chiedono se posso prestar loro il denaro per il taxi perché poi certamente l’ufficio legale mi avrebbe rimborsato l’importo. Il taxi è troppo piccolo per portare tutti noi, così mi congedo. Cinque persone grate mi salutano cordialmente. Sono sorpreso, quando alcuni amici poi mi hanno detto che ero stato molto gentile. Perfino pagare il taxi… Certo, ho dovuto superarmi per andare tutto il viaggio con loro, ho perso gran parte della lezione che avrei avuto, e non sono sicuro se davvero rivedrò il denaro. Ma non sarei stato felice di essere aiutato se mi fosse accaduto qualcosa di simile in un paese straniero? La gioia che ho sentito dopo, e ogni volta che ne parlo, è solo un dono in più. Patrick – Svezia Fonte: www.focolare.se (altro…)
Mag 3, 2011 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
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Mag 1, 2011 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
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Mag 1, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
https://youtu.be/sVoZNdSnZZ0 (altro…)
Mag 1, 2011 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
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Mag 1, 2011 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
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Mag 1, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
كان النقاش في زمن يسوع حول ما هي الوصيّة الأهمّ بين الوصايا العديدة في الكتاب المقدّس من المواضيع المألوفة التي تطرحها مدارس الحاخامين. وعندما طُرح السؤال على يسوع الذي كان يُعتبر معلّماً:”ما هي أكبر وصيّة في الشريعة؟” لم يتجنّبه بل أجاب بطريقة مميّزة وفريدة، جامعًا ما بين محبّة الله ومحبّة القريب. فالفصل بين هاتين الوصيّتَيْن بات مستحيلاً على مَن يريد اتّباع يسوع، تمامًا كما يستحيل فصل الشجرة عن جذورها. فكلّما زادت محبّة التلاميذ لله، كبُرََت محبّتهم لإخوتهم. وكلّما أحبّوا إخوتهم وأخواتهم تعمّقت فيهم محبّة الله.
ويسوع هو أكثر مَن يعرف مَن هو الله الذي ينبغي أن نحبّه ويعرف كيف يجب أن نحبّه. هو الآب بالنسبة إليه وإلينا، هو إلهه وإلهنا ( يوحنا 20 / 17 ). هو إله يخصّ بمحبّته كلّ فردٍ منّا: يحبّني ويحبّك. إنّه إلهي وإلهك. (“أحبب الربّ إلهك“)
ونحن نستطيع أن نحبّه لأنّه بادرَ بمحبّتنا. والمحبّة المطلوبة منّا، هي إذًاً جواب على محبّة الله لنا. فلنتوجّه إليه بثقة يسوع نفسها الذي كان يناديه: “أبّا”. نحن أيضًا كما يسوع نستطيع أن نتحدّث غالباً إلى الآب طارحين حاجاتنا وقراراتنا ومشاريعنا أمامه، معبّرين عن حبّنا المطلق له. نحن أيضاً نريد أن ننتظر مثل يسوع بفارغ الصبر الأوقات التي تجمعنا بالآب بشكل عميق، من خلال الصلاة التي هي حوار ومشاركة وعلاقة صداقة عميقة معه. بالصلاة نستطيع أن نعبّر عن محبّتنا ونسجد لله ما وراء الخليقة، ونمجّده هو الحاضر في كلّ الكون، ونعبده ساكنًا في أعماق قلوبنا، أو حيًّا في بيت القربان، ونفكّر به أينما وجِدنا، في البيت أو في المكتب، وحيدين كنّا أو مع آخرين.
” أحبب الربّ إلهك من كلّ قلبك، وكلّ نفسك وكلّ ذهنك “.
يعلّمنا يسوع أيضاً سبيلاً آخر لمحبّة الله. فالمحبّة بالنسبة إليه هي أن نعمل بإرادة الله الآب، ونضع في تصّرفه فكرنا وقلبنا وطاقاتنا وحياتنا بكلّيّتها. لقد بذل يسوع كلّ شيء، حتّى حياته، من أجل أن يتحقّق مخطّط الآب عليه. يظهره لنا الإنجيل متّجهًا دائماً بكليّته نحو الآب ( يوحنا 1/18)، هو دومًا في الآب، معلّمًا إيّانا دائماً ما سمعه منه ومحقّقًا ما طلبه الآب منه، لا غير.
ويطلب منّا نحن أيضًا، الأمر ذاته: أن نحبّ يعني أن نعمل بمشيئة الشخص المحبوب، بالمقياس الكامل وبكلّ كياننا: “بكلّ قلبك، وكلّ روحك، وكلّ ذهنك”. والمحبّة بنظر يسوع لا تقتصر على العاطفة وحسب، فهو يسأل من يحبّ بالكلام فقط: “لماذا تدعونني: يا ربّ، يا ربّ، ولا تعملون بما أقول؟” (لوقا 6، 46)
” أحبب الربّ إلهك من كلّ قلبك، وكلّ نفسك وكلّ ذهنك “.
كيف نعيش وصيّة يسوع هذه؟
بالمحافظة على علاقة بنوّة وصداقة مع الله وبخاصّة بالعمل بمشيئته. وستكون علاقتنا بالله كعلاقة يسوع به، بأن نتوجّه دومًا نحو الآب، نصغي إليه ونطيعه ونتمّم مشيئته من دون سواها.
من أجل ذلك، مطلوب منّا جذريّة قصوى، إذ يستحيل علينا ألاّ نهب الله كلّ شيء. “كلّ قلبك، كلّ روحك، كلّ ذهنك”. معنى ذلك أن نقوم بما يطلبه منّا على أكمل وجه.
كي نعيش إرادة الله ونتطابق معها، لا بدّ غالباً من حرق إرادتنا، و التضحية بكلّ ما يشغل قلوبنا وعقولنا، ولا يتعلّق باللحظة الحاضرة. وقد يكون هذا يعني التضحية بفكرة أو عاطفة أو رغبة، أو ذكرى أو علاقة مع شخص ما..
وها أنّنا جميعنا هنا في ما يُطلب منّا في اللحظة الحاضرة. أن نتكلّم، ونتّصل بالهاتف، أن نصغي، ونساعد، وندرس، ونصلّي، ونأكل، وننام، ونتمّم إرادته من دون أن نتلهّى…. ولتكن أعمالنا كاملة نظيفة، من كلّ قلوبنا وأرواحنا وعقولنا. ولتكن المحبّة دافعنا الأساسيّ في كلّ عمل نقوم به، كي نتمكّن في كلّ دقيقة من نهارنا من القول: “نعم يا ربّ في تلك اللحظة وفي ذلك العمل، أحببتك من كلّ قلبي وكلّ ذاتي”. هكذا فقط يمكننا أن نقول أنّنا نحبّ الله حقًا، ونبادله كونه محبّة لنا.
” أحبب الربّ إلهك من كلّ قلبك، وكلّ نفسك وكلّ ذهنك “.
كي نعيش هذه الكلمة، لا بدّ من فحص ضمير متكرّر بغية التأكد من كون الله حقّاً في المرتبة الأولى في حياتنا.
وفي الختام، ما الذي نستطيع القيام به خلال هذا الشهر؟ أن نعيد اختيار الله مثالاً أوحد وككلّ شيء في حياتنا، ونضعه من جديد في المرتبة الأولى بعيشنا إرادته بشكل كامل، في اللحظة الحاضرة. فيمكننا أن نرددّ، بصدق: “أنت إلهي وكلّ شيء بالنسبة إلي”. “أحبك”، “إنّني لك بكليّتي”. “أنت إلهي، أنت إلهنا، أنتَ المحبّة اللامتناهية”.
كيارا لوبيك ( تشرين الأوّل 2002)
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Mag 1, 2011 | Chiara Lubich, Parola di Vita, Spiritualità
“Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.” [1] Gesù ci insegna anche un altro modo d’amare il Signore Dio. Per Gesù amare ha significato compiere la volontà del Padre, mettendo a disposizione la mente, il cuore, le energie, la vita stessa: si è dato tutto al progetto che il Padre aveva su di Lui. Il Vangelo ce lo mostra sempre e totalmente rivolto verso il Padre (cf Gv 1,18), sempre nel Padre, sempre intento a dire solo quello che aveva udito dal Padre, a compiere solo quanto il Padre gli aveva detto di fare. Anche a noi chiede lo stesso: amare significa fare la volontà dell’Amato, senza mezze misure, con tutto il nostro essere: “con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Perché l’amore non è un sentimento soltanto. “Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico?” (Lc 6,46), domanda Gesù a chi ama soltanto a parole. “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.” Come vivere allora questo comando di Gesù? Intrattenendo senz’altro con Dio un rapporto filiale e di amicizia, ma soprattutto facendo quello che Lui vuole. Il nostro atteggiamento verso Dio, come quello di Gesù, sarà essere sempre rivolti verso il Padre, in ascolto di Lui, in obbedienza, per compiere la sua opera, solo quella e non altro. Ci è chiesta, in questo, la più grande radicalità, perché a Dio non si può dare meno di tutto: tutto il cuore, tutta l’anima, tutta la mente. E ciò significa fare bene, per intero, quell’azione che Lui ci chiede. Per vivere la sua volontà e uniformarsi ad essa, spesso occorrerà bruciare la nostra, sacrificando tutto ciò che abbiamo in cuore o nella mente, che non riguarda il presente. Può essere un’idea, un sentimento, un pensiero, un desiderio, un ricordo, una cosa, una persona… E così eccoci tutti lì in quanto ci viene domandato nell’attimo presente. Parlare, telefonare, ascoltare, aiutare, studiare, pregare, mangiare, dormire, vivere la sua volontà senza divagare; fare azioni intere, pulite, perfette, con tutto il cuore, l’anima, la mente; avere come unico movente di ogni nostra azione l’amore, così da poter dire, in ogni momento della giornata: “Sì, mio Dio, in quest’attimo, in quest’azione t’ho amato con tutto il cuore, con tutta me stessa”. Solo così potremo dire che amiamo Dio, che contraccambiamo il suo essere Amore nei nostri confronti. “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.” Per vivere questa Parola di vita sarà utile, di tempo in tempo, analizzare noi stessi per vedere se Dio è veramente al primo posto nella nostra anima. E allora, per concludere, cosa dobbiamo fare in questo mese? Scegliere nuovamente Dio come unico ideale, come il tutto della nostra vita, rimettendolo al primo posto, vivendo con perfezione la sua volontà nell’attimo presente. Dobbiamo potergli dire con sincerità: “Mio Dio e mio tutto”, “Ti amo”, “Sono tutta tua”, “Sei Dio, sei il mio Dio, il nostro Dio d’amore infinito!”. Chiara Lubich
[1] Parola di vita, ottobre 2002, pubblicata in Città Nuova, 2002/18, p.7.
Mag 1, 2011 | Non categorizzato
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Apr 30, 2011 | Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
“Solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo lo cambiano davvero”. L’impressione conclusiva di uno dei 500 GMU presenti al meeting 2011 è chiara: i Giovani per un Mondo Unito non ci stanno a credere alle utopie, piuttosto in un Ideale per il quale vale la pena di spendere la propria vita! Una gioia generale e esplosiva. «Ci vuole un grande cuore per credere in questo ideale e mi ci avete fatto credere anche a me!», «Basta guardarci in faccia: tutta gente che ora è davvero felice!», «Non vedo l’ora di irraggiare il mondo intero di questa luce, torno a casa solo per questo!»;…solo alcune, queste, delle tantissime impressioni raccolte. L’ultima mattina di programma, prima che la festa continuasse a Roma con la veglia serale al Circo Massimo e la cerimonia di domenica a S. Pietro per la beatificazione di papa Wojtyla, è stata l’occasione per sperimentare la natura propria dei Giovani per un Mondo Unito, e cioè puntare lo sguardo al mondo intero. Piero Coda, preside dell’Istituto Universitario Sophia (a Loppiano, Firenze), assieme a due dei suoi studenti, ha guidato la riflessione sull’importanza dialogo in ogni situazione, specie oggi che le civiltà – dopo essersi sviluppate per secoli isolatamente – sono chiamate dalla storia ad un confronto continuo, ad uno scambio, ad una interdipendenza. Emblematiche alcune sue parole: «La storia è fatta di alcune figure profetiche che sanno illuminare l’agire umano sempre verso nuovi orizzonti, ma è allo stesso modo fondamentale che vi siano quotidianamente anche tanti costruttori di ponti, come potete essere voi, che insegnino con la loro vita l’arte del dialogo ». Presente anche una delegazione di giovani del movimento buddista giapponese Rissho Kosei-kai che hanno presentato la loro associazione, – da anni in dialogo e stretta amicizia con il Movimento dei focolari – (con l’azione Arms Down) e le attività svolte l’anno scorso in favore del disarmo nucleare e recentemente delle vittime del terribile terremoto che ha sconvolto il nord del Giappone l’11 marzo scorso. Limpida testimonianza la loro, di come quel ‘costruire ponti’ tra movimenti, culture ed esperienze differenti porti i frutti più inattesi. Dicevano i giovani della Rissho Kosei-kai al termine del meeting: «Da questo momento di confronto con i GMU ci portiamo dietro soprattutto una cosa, la certezza che ognuno di noi è diverso dall’altro, ma allo stesso tempo che è bellissimo giocare con queste differenze fino ad arrivare all’unità tra tutti!». Sul Meeting dei Giovani per un Mondo Unito leggi anche:
Fino all’8 maggio 2011 segui la Settimana Mondo Unito su: www.mondounito.net [nggallery id=35] (altro…)
Apr 30, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
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