Movimento dei Focolari

Lichtenegg

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Wr. Neustadt

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Felixdorf/ Sollenau

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Baden

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Enzersdorf a.d.Fischa

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Wr. Neudorf

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Mödling

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Obersdorf

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Leobendorf

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Mariapolis Experience

The Mariapolis experience impacts me so much that I am more aware of my actions and how I live.  It has transformed me into becoming more respectful, loving, healthier, happier and hundreds of good other things.  It feels more right and pure when you have the intention of loving everyone.  For example, holding the elevator door for a lady with her kids or sharing what you have even though its your last piece of candy or really anything that feels right, just do it.  I am proud to say that I have no enemies simply because the Focolare Movement has taught me that there is Jesus in each and everyone of us.  So I thought to my self, if I am an enemy to someone I am an enemy to Jesus and thats not cool.  That to me has proven that the Mariapolis, all of us in unity with others can simply strengthen our relationships with strangers, family members and friends, no doubt about it.  You could just feel the good vibes once you accomplish good things even making others smile.  It means a lot.

With that kind of habit, it is vital to show others what we have learned in the past.

Something particular about the Mariapolis is the beautiful location we gratefully have every summer.  The games, food, and meeting new people from a variety of different cultures living together is an amazing thing.  I love sharing and learning experiences from others.  So I hope you all share yours!

AM

Ottmaring – Cittadella ecumenica

Ottmaring – Cittadella ecumenica

Ottmaring, dove il dialogo è vitale
140 gli abitanti oggi. L’esperienza quarantennale di dialogo, tra luterani e cattolici di diverse nazionalità, nella cittadella del Movimento dei focolari e le iniziative per la Settimana dell’unità.
Riferendosi al dialogo ecumenico, Chiara Lubich era solita parlare di dialogo della vita, di popolo. Insomma, di qualcosa che nascesse non solo dalla riflessione teologica, ma dallo stare gomito a gomito, dal frequentarsi ogni giorno, e che sul banco di prova della vita stesse a mettere in pratica gli insegnamenti del Vangelo, comune a tutti i cristiani, sull’amore al prossimo; un amore che non conosce confini ecclesiali, né di nessun tipo. Riferendosi al consenso popolare che nasce in un contesto del genere, Chiara Lubich ebbe a dire: «Sappiamo come nella storia altre imprese ecumeniche siano fallite, perché mancava questo consenso, essenziale all’unità». Quando il Movimento dei focolari prese a espandersi in Germania, i contatti con membri di altre chiese furono immediati. E più tardi quando addirittura parve possibile costruire lì una cittadella sul modello di Loppiano, sorta in Italia, ma abitata da luterani e cattolici l’idea sembrava rispondesse a quel sogno di una convivenza segnata, appunto, dall’amore cristiano. Nel 1968 questa idea prese forma ad Ottmaring, nei pressi di Augsburg. La cittadella ospita una trentina di costruzioni ed un centro di spiritualità al servizio dei tanti visitatori che vengono a constatare in loco questa originale convivenza ecumenica. Quel che caratterizza la vita nel Centro ecumenico è l’unità in Cristo e la diversità di appartenenze ecclesiali, in uno spirito di riconciliazione. Vivono ad Ottmaring circa 140 abitanti, appartenenti al Movimento dei focolari e alla Fraternità di vita comunitaria (Bruderschaft von gemeinsamen Leben) che ha le sue origini nel mondo evangelico. In entrambi i gruppi vi sono, giovani, adulti, famiglie e comunità. Tutti provengono da esperienze di fede e da tradizioni ecclesiali profondamente diverse. Vi sono rappresentate anche numerose nazionalità, una diversità che arricchisce. Domenica 22 gennaio si è svolta, presso la cittadella, l’abituale appuntamento della Settimana per l’unità dei cristiani denominato “pomeriggio ecumenico”. Il vescovo luterano Johannesdotter ha presentato una relazione, alla presenza di membri delle comunità evangeliche e cattoliche. Fonte: Città Nuova online

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Ottmaring – Cittadella ecumenica

Settimana Mondo Unito 2011: bilancio di un cambiamento visibile

Di più! Coinvolgendo con le sue iniziative e progetti migliaia di giovani di qualsiasi cultura e tradizione, ha saputo mostrare quel mondo unito che è l’obiettivo fondamentale dei Giovani per un Mondo Unito (Gmu), e che durante questa Settimana – dal ’95 in poi – vuole uscire maggiormente allo scoperto. Descrivere, anche solo brevemente, ogni iniziativa sarebbe come fare un giro virtuale di tutto il mondo. Appassionante sicuramente, ma troppo lungo da riassumere in un articolo. Le centinaia di eventi sono rimbalzate da un social network all’altro, moltiplicando la visibilità e le persone coinvolte. Ci limitiamo qui a qualche accenno, rimandando al blog www.mondounito.net per un approfondimento. Iniziamo dalle tante SMU che si sono svolte in Medio Oriente, proprio dove si sta vivendo un momento di particolare risveglio e desiderio di cambiamento, a partire dai giovani. Ricco di significati, dunque, il titolo del video che i Gmu dell’Egitto hanno preparato riprendendo il titolo del recente meeting che si è svolto nei giorni scorsi e ha dato il via alla Settimana Mondo Unito: “Make visible change”. I giovani del Libano hanno invece animato l’intera Settimana con un progetto ecologico, un cineforum interreligioso, una giornata di sport ed una di attività nel sociale. E sul sociale si è puntato anche in tutta l’America Latina. Per esempio a l’Avana, durante la SMU, i giovani di Cuba hanno visitato i bambini di una baraccopoli che è nata sotto un ponte della città. In Guatemala, invece, ogni giorno aveva una sfumatura diversa e un’attività correlata: Dare, Amare per primo, Pace, Morire per la propria gente, Perdonare, Ecologia e Intessere rapporti, i titoli delle varie giornate. Un ultimo esempio da questo continente: Rosario, in Argentina. Qui, divisi in due gruppi di 25 giovani ciascuno, i Gmu hanno rappresentato vari sketch sul Mondo Unito…ai passaggi pedonali davanti alle persone in attesa ai semafori! In varie parti del mondo ci si è impegnati per il Giappone, colpito nel mese di marzo dalla grave catastrofe naturale. A Los Angeles, negli USA, durante la SMU è stata lanciata la campagna “Hike a thon!”, una camminata per raccogliere fondi in favore della popolazione di Fukushima. A Firenze si è svolta una maratona di ballo e la piazza principale di Frascati (RM) è stata animata da un open workshop alla scoperta della cultura nipponica. A Goa, nella parte sud- occidentale dell’India, un’intera giornata è stata dedicata a Chiara Luce Badano. Per presentare la giovane dei focolari beatificata lo scorso 25 settembre, i Gmu dell’India hanno preparato canti, coreografie, danze tipiche indiane, esperienze e video sulla vita della giovane. E proprio a Sassello, infine, paese natale di Chiara Luce, davanti a 1200 giovani, e con una diretta internet, si è conclusa ufficialmente la sedicesima Settimana Mondo Unito. Un musical, Living the dream, realizzato da un gruppo di ragazzi di Genova dopo l’entusiasmante esperienza vissuta nel workshop col Gen Rosso, e ispirati dall’esempio di due giovani genovesi, anche loro avviati verso la beatificazione: Alberto Michelotti e Carlo Grisolia. E un tour speciale, con Ruggero e Maria Teresa Badano, i genitori di Chiara Luce, a visitare la sua casa. Per ascoltare cosa loro stessi hanno raccontato, il replay della diretta è disponibile su: http://media.focolare.org/ClSMU2011.wmv. In conclusione il grande annuncio: Genfest 2012 – 1 e 2 Settembre a Budapest. Ma di questo vi parleremo la prossima volta. (altro…)

“أحبب الرب إلهك من كل قلبك، وكل نفسك وكل ذهنك”

مايو 2011

 

“أحبب الرب إلهك من كل قلبك، وكل نفسك وكل ذهنك”

متى 22، 37

كان النقاش في زمن يسوع حول ما هي الوصيّة الأهمّ بين الوصايا العديدة في الكتاب المقدّس من المواضيع المألوفة التي تطرحها مدارس الحاخامين. وعندما طُرح السؤال على يسوع الذي كان يُعتبر معلّماً: “ما هي أكبر وصيّة في الشريعة؟” لم يتجنّبه بل أجاب بطريقة مميّزة وفريدة، جامعاً ما بين محبّة الله ومحبّة القريب. فالفصل بين هاتين الوصيّتَيْن بات مستحيلاً على مَن يريد اتّباع يسوع، تماماً كما يستحيل فصل الشجرة عن جذورها. فكلّما زادت محبّة التلاميذ لله، كبُرََت محبّتهم لإخوتهم. وكلّما أحبّوا إخوتهم وأخواتهم تعمّقت فيهم محبّة الله.

ويسوع هو أكثر مَن يعرف مَن هو الله الذي ينبغي أن نحبّه ويعرف كيف يجب أن نحبّه. هو الآب بالنسبة إليه وإلينا، هو إلهه وإلهنا (يوحنا 20 ، 17). هو إله يخصّ بمحبّته كلّ فردٍ منّا: يحبّني ويحبّك. إنّه إلهي وإلهك. (“أحبب الربّ إلهك“)

ونحن نستطيع أن نحبّه لأنّه بادرَ بمحبّتنا. والمحبّة المطلوبة منّا، هي إذاً جواب على محبّة الله لنا. فلنتوجّه إليه بثقة يسوع نفسها الذي كان يناديه: “أبّا”. نحن أيضاً كما فعل يسوع نستطيع أن نتحدّث غالباً إلى الآب طارحين حاجاتنا وقراراتنا ومشاريعنا أمامه، معبّرين عن حبّنا المطلق له. نحن أيضاً نريد أن ننتظر مثل يسوع بفارغ الصبر الأوقات التي تجمعنا بالآب بشكل عميق، من خلال الصلاة التي هي حوار ومشاركة وعلاقة صداقة عميقة معه. بالصلاة نستطيع أن نعبّر عن محبّتنا ونسجد لله الكائن ما وراء الخليقة، ونمجّده هو الحاضر في كلّ الكون، ونعبده ساكناً في أعماق قلوبنا، أو حيّاً في بيت القربان، ونفكّر به أينما وجِدنا، في البيت أو في المكتب، سواء كنّا بمفردنا أو مع آخرين.

 

“أحبب الرب إلهك من كل قلبك، وكل نفسك وكل ذهنك”

يعلّمنا يسوع أيضاً طريقة أخرى لمحبّة الله. فالمحبّة بالنسبة إليه هي أن نعمل بإرادة الله الآب، ونضع في تصّرفه فكرنا وقلبنا وطاقاتنا وحياتنا بكلّيّتها. لقد بذل يسوع كلّ شيء، حتّى حياته، من أجل أن يتحقّق مخطّط الآب عليه. يظهره لنا الإنجيل متّجهاً دائماً بكليّته نحو الآب (يوحنا 1، 18)، هو دوماً في الآب، معلّماً إيّانا دائماً ما سمعه من الآب ومحقّقاً ما طلبه منه، لا غير.

 

 

ويطلب منّا نحن أيضاً، الأمر ذاته: أن نحبّ يعني أن نعمل بمشيئة الله الذي نحبه دون تردّد وبكلّ كياننا. احبب الله: “بكلّ قلبك، وكلّ روحك، وكلّ ذهنك”. والمحبّة بنظر يسوع لا تقتصر على العاطفة وحسب، فهو يقول لمن يحبّ بالكلام فقط: “لماذا تدعونني: ياربّ، ياربّ، ولا تعملون بما أقول؟” (لوقا 6، 46)

 

“أحبب الرب إلهك من كل قلبك، وكل نفسك وكل ذهنك”

كيف نعيش وصيّة يسوع هذه؟

بالمحافظة على علاقة بنوّة وصداقة مع الله وخاصّة بالعمل بمشيئته. وستكون علاقتنا بالله كعلاقة يسوع به، بأن نتوجّه دوماً نحو الآب، نصغي إليه،  نطيعه ونتمّم مشيئته دون سواها.

من أجل ذلك، مطلوب منّا حياة جذريّة حقّاً، إذ لا يمكن ألاّ نهب كلّ شيء لله. ” كلّ قلبك، كلّ روحك، كلّ ذهنك”. معنى ذلك أن نقوم بما يطلبه منّا على أكمل وجه.

كي نعيش إرادة الله ونتطابق معها، غالباً ما يتطلّب ذلك أن نحرق إرادتنا، ونتخلّى عن كل ما يشغل قلوبنا وعقولنا، إن لم تكن هذه مشيئته باللحظة الحاضرة. وقد يعني ذلك التضحية بفكرة أو عاطفة أو رغبة، أو ذكرى أو علاقة مع شخص ما…

يجب ان نكون جميعنا حاضرين بكليّتنا في ما يُطلب منّا في اللحظة الحاضرة. أن نتكلّم، ونتّصل بالهاتف، أن نصغي، ونساعد، وندرس، ونصلّي، ونأكل، وننام، ونتمّم إرادته دون أن يشرد ذهننا. ولتكن أعمالنا كاملة نظيفة، من كلّ قلوبنا وأرواحنا وعقولنا. ولتكن المحبّة دافعنا الأساسيّ في كلّ عمل نقوم به، كي نتمكّن في كلّ دقيقة من نهارنا من القول: “نعم ياربّ في تلك اللحظة وفي ذلك العمل، أحببتك من كلّ قلبي وكلّ ذاتي”. هكذا فقط يمكننا أن نقول أنّنا نحبّ الله حقاً، ونبادله محبّته لنا.

 

“أحبب الرب إلهك من كل قلبك، وكل نفسك وكل ذهنك”

كي نعيش هذه الكلمة، لا بدّ من فحص ضمير متكرّر بهدف التأكد من كون الله حقّاً في المرتبة الأولى في حياتنا.

وفي الختام، ما الذي نستطيع القيام به خلال هذا الشهر؟ أن نعيد اختيار الله ليصبح مثالنا الأوحد وكلّ شيء في حياتنا، ونضعه من جديد في المرتبة الأولى بعيشنا إرادته بشكل كامل، في اللحظة الحاضرة. فيمكننا أن نرددّ، بصدق: “أنت إلهي وكلّ شيء بالنسبة ليّ”. “أحبك”، “إنّني لك بكليّتي”. “أنت إلهي، أنت إلهنا، أنتَ المحبّة اللامتناهية”.

كيـارا لوبيك

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كلمة الحياة هذه كُتبت في أكتوبر 2002.

هذه النشرة مجانيةً. نشكر كل من يريد المساهمة في مصاريف طبعها وتوزيعها.

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Nella metropolitana

Sono le dieci e mezzo quando scendo la scala mobile nella metropolitana alla Stazione Centrale. Non è l’ora di punta, eppure siamo in tanti. Sotto le scale c’è un uomo che sta sventolando un pezzo di carta. Ma tutti hanno fretta e non gli danno retta. Mi fermo. Gli faccio cenno di seguirmi. Andiamo alla piattaforma. Scopro che va nella mia stessa direzione. Con lui sono la moglie, due figlie e un figlio. Non sono abituati ai tappeti mobili e la donna quasi cade per terra. Quando scopro che solo Sabri, il figlio di 10 anni, parla lo svedese, decido di andare con loro fino alla meta. Ma non è così facile, perché quando scendiamo al capolinea ci sono altri fogli di carta… Il primo con la scritta della fermata era pensato per la metropolitana, ora c’è un foglio di carta con l’indirizzo del Consiglio per l’immigrazione che si trova…cinque stazioni indietro. Si torna lì. Nella stazione della metropolitana, chiedo se possono pagare l’autobus. Ancora fogli di carta, una lettera e un biglietto elettronico per il treno. Niente soldi. La lettera dimostra che il loro obiettivo non è il servizio immigrazione, ma uno studio legale che si trova in un’altra parte della città. Sono già in ritardo di mezz’ora per la riunione. Chiamo lo studio legale. Decidiamo che devono prendere un taxi. Mi chiedono se posso prestar loro il denaro per il taxi perché poi certamente l’ufficio legale mi avrebbe rimborsato l’importo. Il taxi è troppo piccolo per portare tutti noi, così mi congedo. Cinque persone grate mi salutano cordialmente. Sono sorpreso, quando alcuni amici poi mi hanno detto che ero stato molto gentile. Perfino pagare il taxi… Certo, ho dovuto superarmi per andare tutto il viaggio con loro, ho perso gran parte della lezione che avrei avuto, e non sono sicuro se davvero rivedrò il denaro. Ma non sarei stato felice di essere aiutato se mi fosse accaduto qualcosa di simile in un paese straniero? La gioia che ho sentito dopo, e ogni volta che ne parlo, è solo un dono in più. Patrick – Svezia Fonte: www.focolare.se (altro…)

كلمة حياة شهر أيار 2011

كان النقاش في زمن يسوع حول ما هي الوصيّة الأهمّ بين الوصايا العديدة في الكتاب المقدّس من المواضيع المألوفة التي تطرحها مدارس الحاخامين. وعندما طُرح السؤال على يسوع الذي كان يُعتبر معلّماً:”ما هي أكبر وصيّة في الشريعة؟” لم يتجنّبه بل أجاب بطريقة مميّزة وفريدة، جامعًا ما بين محبّة الله ومحبّة القريب. فالفصل بين هاتين الوصيّتَيْن بات مستحيلاً على مَن يريد اتّباع يسوع، تمامًا كما يستحيل فصل الشجرة عن جذورها. فكلّما زادت محبّة التلاميذ لله، كبُرََت محبّتهم لإخوتهم. وكلّما أحبّوا إخوتهم وأخواتهم تعمّقت فيهم محبّة الله.

ويسوع هو أكثر مَن يعرف مَن هو الله  الذي ينبغي أن نحبّه ويعرف كيف يجب أن نحبّه. هو الآب بالنسبة إليه وإلينا، هو إلهه وإلهنا ( يوحنا 20 / 17 ). هو إله يخصّ بمحبّته كلّ فردٍ منّا: يحبّني ويحبّك. إنّه إلهي وإلهك. (“أحبب الربّ إلهك“)

ونحن نستطيع أن نحبّه لأنّه بادرَ بمحبّتنا. والمحبّة المطلوبة منّا، هي إذًاً جواب على محبّة الله لنا. فلنتوجّه إليه بثقة يسوع نفسها الذي كان يناديه: “أبّا”. نحن أيضًا كما يسوع نستطيع أن نتحدّث غالباً إلى الآب طارحين حاجاتنا وقراراتنا ومشاريعنا أمامه، معبّرين عن حبّنا المطلق له. نحن أيضاً نريد أن ننتظر مثل يسوع بفارغ الصبر الأوقات التي تجمعنا بالآب بشكل عميق، من خلال الصلاة التي هي حوار ومشاركة وعلاقة صداقة عميقة معه. بالصلاة نستطيع أن نعبّر عن محبّتنا ونسجد لله ما وراء الخليقة، ونمجّده هو الحاضر في كلّ الكون، ونعبده ساكنًا في أعماق قلوبنا، أو حيًّا في بيت القربان، ونفكّر به أينما وجِدنا، في البيت أو في المكتب، وحيدين كنّا أو مع آخرين.

” أحبب الربّ إلهك من كلّ قلبك، وكلّ نفسك وكلّ ذهنك “.

يعلّمنا يسوع أيضاً سبيلاً آخر لمحبّة الله. فالمحبّة بالنسبة إليه هي أن نعمل بإرادة الله الآب، ونضع في تصّرفه فكرنا وقلبنا وطاقاتنا وحياتنا بكلّيّتها. لقد بذل يسوع كلّ شيء، حتّى حياته، من أجل أن يتحقّق مخطّط الآب عليه. يظهره لنا الإنجيل متّجهًا دائماً بكليّته نحو الآب ( يوحنا 1/18)، هو دومًا في الآب، معلّمًا إيّانا دائماً ما سمعه منه ومحقّقًا ما طلبه الآب منه، لا غير.

ويطلب منّا نحن أيضًا، الأمر ذاته: أن نحبّ يعني أن نعمل بمشيئة الشخص المحبوب، بالمقياس الكامل وبكلّ كياننا: “بكلّ قلبك، وكلّ روحك، وكلّ ذهنك”. والمحبّة بنظر يسوع لا تقتصر على العاطفة وحسب، فهو يسأل من يحبّ بالكلام فقط: “لماذا تدعونني: يا ربّ، يا  ربّ، ولا تعملون بما أقول؟” (لوقا 6، 46)

” أحبب الربّ إلهك من كلّ قلبك، وكلّ نفسك وكلّ ذهنك “.

كيف نعيش وصيّة يسوع هذه؟

بالمحافظة على علاقة بنوّة وصداقة مع الله وبخاصّة بالعمل بمشيئته. وستكون علاقتنا بالله كعلاقة يسوع به، بأن نتوجّه دومًا نحو الآب، نصغي إليه ونطيعه ونتمّم مشيئته من دون سواها.

من أجل ذلك، مطلوب منّا جذريّة قصوى، إذ يستحيل علينا ألاّ نهب الله كلّ شيء. “كلّ قلبك، كلّ روحك، كلّ ذهنك”. معنى ذلك أن نقوم بما يطلبه منّا على أكمل وجه.

كي نعيش إرادة الله ونتطابق معها، لا بدّ غالباً من حرق إرادتنا، و التضحية بكلّ ما يشغل قلوبنا وعقولنا، ولا يتعلّق باللحظة الحاضرة. وقد يكون هذا يعني التضحية بفكرة أو عاطفة أو رغبة، أو ذكرى أو علاقة مع شخص ما..

وها أنّنا جميعنا هنا في ما يُطلب منّا في اللحظة الحاضرة. أن نتكلّم، ونتّصل بالهاتف، أن نصغي، ونساعد، وندرس، ونصلّي، ونأكل، وننام، ونتمّم إرادته من دون أن نتلهّى…. ولتكن أعمالنا كاملة نظيفة، من كلّ قلوبنا وأرواحنا وعقولنا. ولتكن المحبّة دافعنا الأساسيّ في كلّ عمل نقوم به، كي نتمكّن في كلّ دقيقة من نهارنا من القول: “نعم يا ربّ في تلك اللحظة وفي ذلك العمل، أحببتك من كلّ قلبي وكلّ ذاتي”. هكذا فقط يمكننا أن نقول أنّنا نحبّ الله حقًا، ونبادله كونه محبّة لنا.

” أحبب الربّ إلهك من كلّ قلبك، وكلّ نفسك وكلّ ذهنك “.

كي نعيش هذه الكلمة، لا بدّ من فحص ضمير متكرّر بغية التأكد من كون الله حقّاً في المرتبة الأولى في حياتنا.

وفي الختام، ما الذي نستطيع القيام به خلال هذا الشهر؟ أن نعيد اختيار الله مثالاً أوحد وككلّ شيء في حياتنا، ونضعه من جديد في المرتبة الأولى بعيشنا إرادته بشكل كامل، في اللحظة الحاضرة. فيمكننا أن نرددّ، بصدق: “أنت إلهي وكلّ شيء بالنسبة إلي”. “أحبك”، “إنّني لك بكليّتي”. “أنت إلهي، أنت إلهنا، أنتَ المحبّة اللامتناهية”.

كيارا لوبيك ( تشرين الأوّل 2002)

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Maggio 2011

“Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.” [1] Gesù ci insegna anche un altro modo d’amare il Signore Dio. Per Gesù amare ha significato compiere la volontà del Padre, mettendo a disposizione la mente, il cuore, le energie, la vita stessa: si è dato tutto al progetto che il Padre aveva su di Lui. Il Vangelo ce lo mostra sempre e totalmente rivolto verso il Padre (cf Gv 1,18), sempre nel Padre, sempre intento a dire solo quello che aveva udito dal Padre, a compiere solo quanto il Padre gli aveva detto di fare. Anche a noi chiede lo stesso: amare significa fare la volontà dell’Amato, senza mezze misure, con tutto il nostro essere: “con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Perché l’amore non è un sentimento soltanto. “Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico?” (Lc 6,46), domanda Gesù a chi ama soltanto a parole. “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.” Come vivere allora questo comando di Gesù? Intrattenendo senz’altro con Dio un rapporto filiale e di amicizia, ma soprattutto facendo quello che Lui vuole. Il nostro atteggiamento verso Dio, come quello di Gesù, sarà essere sempre rivolti verso il Padre, in ascolto di Lui, in obbedienza, per compiere la sua opera, solo quella e non altro. Ci è chiesta, in questo, la più grande radicalità, perché a Dio non si può dare meno di tutto: tutto il cuore, tutta l’anima, tutta la mente. E ciò significa fare bene, per intero, quell’azione che Lui ci chiede. Per vivere la sua volontà e uniformarsi ad essa, spesso occorrerà bruciare la nostra, sacrificando tutto ciò che abbiamo in cuore o nella mente, che non riguarda il presente. Può essere un’idea, un sentimento, un pensiero, un desiderio, un ricordo, una cosa, una persona… E così eccoci tutti lì in quanto ci viene domandato nell’attimo presente. Parlare, telefonare, ascoltare, aiutare, studiare, pregare, mangiare, dormire, vivere la sua volontà senza divagare; fare azioni intere, pulite, perfette, con tutto il cuore, l’anima, la mente; avere come unico movente di ogni nostra azione l’amore, così da poter dire, in ogni momento della giornata: “Sì, mio Dio, in quest’attimo, in quest’azione t’ho amato con tutto il cuore, con tutta me stessa”. Solo così potremo dire che amiamo Dio, che contraccambiamo il suo essere Amore nei nostri confronti.   “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.” Per vivere questa Parola di vita sarà utile, di tempo in tempo, analizzare noi stessi per vedere se Dio è veramente al primo posto nella nostra anima. E allora, per concludere, cosa dobbiamo fare in questo mese? Scegliere nuovamente Dio come unico ideale, come il tutto della nostra vita, rimettendolo al primo posto, vivendo con perfezione la sua volontà nell’attimo presente. Dobbiamo potergli dire con sincerità: “Mio Dio e mio tutto”, “Ti amo”, “Sono tutta tua”, “Sei Dio, sei il mio Dio, il nostro Dio d’amore infinito!”. Chiara Lubich


[1] Parola di vita, ottobre 2002, pubblicata in Città Nuova, 2002/18, p.7.

Ottmaring – Cittadella ecumenica

Meeting Giovani per un Mondo Unito: si riparte!

“Solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo lo cambiano davvero”. L’impressione conclusiva di uno dei 500 GMU presenti al meeting 2011 è chiara: i Giovani per un Mondo Unito non ci stanno a credere alle utopie, piuttosto in un Ideale per il quale vale la pena di spendere la propria vita! Una gioia generale e esplosiva. «Ci vuole un grande cuore per credere in questo ideale e mi ci avete fatto credere anche a me!», «Basta guardarci in faccia: tutta gente che ora è davvero felice!», «Non vedo l’ora di irraggiare il mondo intero di questa luce, torno a casa solo per questo!»;…solo alcune, queste, delle tantissime impressioni raccolte. L’ultima mattina di programma, prima che la festa continuasse a Roma con la veglia serale al Circo Massimo e la cerimonia di domenica a S. Pietro per la beatificazione di papa Wojtyla, è stata l’occasione per sperimentare la natura propria dei Giovani per un Mondo Unito, e cioè puntare lo sguardo al mondo intero. Piero Coda, preside dell’Istituto Universitario Sophia (a Loppiano, Firenze), assieme a due dei suoi studenti, ha guidato la riflessione sull’importanza dialogo in ogni situazione, specie oggi che le civiltà – dopo essersi sviluppate per secoli isolatamente – sono chiamate dalla storia ad un confronto continuo, ad uno scambio, ad una interdipendenza. Emblematiche alcune sue parole: «La storia è fatta di alcune figure profetiche che sanno illuminare l’agire umano sempre verso nuovi orizzonti, ma è allo stesso modo fondamentale che vi siano quotidianamente anche tanti costruttori di ponti, come potete essere voi, che insegnino con la loro vita l’arte del dialogo ». Presente anche una delegazione di giovani del movimento buddista giapponese Rissho Kosei-kai che hanno presentato la loro associazione, – da anni in dialogo e stretta amicizia con il Movimento dei focolari – (con l’azione Arms Down) e le attività svolte l’anno scorso in favore del disarmo nucleare e recentemente delle vittime del terribile terremoto che ha sconvolto il nord del Giappone l’11 marzo scorso. Limpida testimonianza la loro, di come quel ‘costruire ponti’ tra movimenti, culture ed esperienze differenti porti i frutti più inattesi. Dicevano i giovani della Rissho Kosei-kai al termine del meeting: «Da questo momento di confronto con i GMU ci portiamo dietro soprattutto una cosa, la certezza che ognuno di noi è diverso dall’altro, ma allo stesso tempo che è bellissimo giocare con queste differenze fino ad arrivare all’unità tra tutti!». Sul Meeting dei Giovani per un Mondo Unito leggi anche:

Fino all’8 maggio 2011 segui la Settimana Mondo Unito su: www.mondounito.net   [nggallery id=35] (altro…)

Chacabuco (Buenos Aires)

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San Nicolás (Buenos Aires)

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Mercedes (Buenos Aires)

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Luján (Buenos Aires)

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Nueve de Julio (Buenos Aires)

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San Miguel del Monte (Buenos Aires)

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La Plata (Buenos Aires)

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Tandil (Buenos Aires)

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General Lamadrid (Buenos Aires)

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Punta Alta (Buenos Aires)

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