Movimento dei Focolari

Papa Wojtyla: la testimonianza di Maria Voce

Mag 4, 2011

In un’intervista di Radio Vaticana, insieme ai rappresentanti di altri movimenti ecclesiali.

Alla vigilia della Pentecoste del 1998 Giovanni Paolo II chiamò a raccolta in Piazza San Pietro i movimenti, i gruppi e le nuove associazioni ecclesiali. Tra gli altri era presente anche il Movimento dei Focolari rappresentato dalla fondatrice, Chiara Lubich. In quell’occasione Papa Wojtyla riconobbe pubblicamente il ruolo di queste realtà nella Chiesa, come mai era stato fatto prima. E in quell’occasione Chiara si impegnò di fronte a lui per la crescita del rapporto di comunione tra i movimenti stessi.   Audio   È stato veramente il protettore dei movimenti, perché ha riconosciuto in essi il soffio dello Spirito Santo per la Chiesa. Però proprio in quell’occasione ha anche chiesto ai movimenti di uscire da una specie d’infanzia e di produrre frutti maturi di comunione e di impegno. Papa Wojtyla ha seguito da vicino il Movimento dei Focolari lungo tutto il suo Pontificato… Possiamo dire veramente che abbiamo sentito molto spesso il suo amore di predilezione: nei suoi sguardi, nei suoi saluti, ma anche in tanti gesti concreti. E’ stato lui – per esempio – che ha voluto mettere a disposizione del Movimento l’ex Sala delle Udienze di Castel Gandolfo, che è diventato il nostro Centro Mariapoli dove si susseguono incontri tutto l’anno; e poi come non ricordare la visita fatta al Centro del Movimento dei Focolari: in quell’occasione è stato bellissimo come lui ha ricordato proprio il radicalismo dell’amore, che indicava come una caratteristica del Movimento dei Focolari. Giovanni Paolo II aveva anche un’intesa personale molto profonda con Chiara Lubich: su che cosa si fondava questa sintonia spirituale? Io credo che ci fosse, intanto, proprio questa spiritualità di comunione che lui sentiva presente per un carisma in Chiara, vissuta da tutto il Movimento e che lui agognava per tutta la Chiesa. Poi credo anche l’apertura che trovava in Chiara e nel Movimento verso tutti gli uomini, senza differenza di classi sociali, di religioni, di nazionalità e che corrispondeva al suo sguardo sull’uomo, a questa sua fede nel valore dell’uomo al di là di qualsiasi cosa. Maria Voce, dal suo punto di vista personale, chi è stato Giovanni Paolo II e che cosa in particolare – pensa – che voglia ricordare oggi alla Chiesa e a tutta l’umanità? E’ stato un grande, in tutti i sensi e sotto tutti gli aspetti. Quello che mi sembra molto importante è stato questo riconoscere in qualunque uomo il Figlio di Dio e, quindi, questa altissima dignità che lui riconosceva negli uomini a tutte le latitudini e che lo portava a privilegiare i rapporti con chiunque e che ha dato anche un grandissimo impulso a tutti i dialoghi nella Chiesa: io ero ad Istanbul quando è venuto nel ’79 in visita al Patriarca Demetrio e ricordo la sua gioia nell’incontrare questo Patriarca ecumenico. Penso inoltre che la sua figura possa dare alla Chiesa e al mondo questa speranza e questa fiducia nell’azione dello Spirito Santo, che nei momenti più bui torna sempre a riprendere in mano le sorti della Chiesa. Questo lui lo ha detto e testimoniato soprattutto con la sua apertura nei confronti dei giovani che sono accorsi sempre numerosissimi ai suoi inviti, perché sentivano in lui la Chiesa-giovane. Quindi addita anche all’umanità, la Chiesa come una Chiesa giovane, bella, capace di dare le sue risposte alle esigenze dell’uomo di oggi. Dal Radio Giornale di Radio Vaticana del 30 aprile 2011 Papa Wojtyla: le testimonianze di Kiko Argüello, Marco Impagliazzo, Maria Voce e Andrea Olivero

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