Apr 2, 2018 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
Sfratto Avevamo ricevuto lo sfratto e dovevamo lasciare l’appartamento entro un mese. Nel quartiere gli affitti erano molto alti. Non rimaneva che cercare fuori città, sperando di trovare un alloggio adeguato alle nostre possibilità. Abbiamo cominciato a coinvolgere nella ricerca amici e conoscenti, ma niente! Ci siamo messi a pregare, come facevamo anche prima, ma con molta fiducia in Dio. Proprio verso la fine del mese abbiamo saputo che una famiglia del secondo piano stava lasciando l’appartamento. Rintracciato per telefono il proprietario, che abita in un’altra città, abbiamo spiegato la nostra situazione. Lui ha accettato sulla parola la nostra proposta, dicendo: “Entrate pure, e quando verrò stipuleremo il nuovo contratto”. Sembrava impensabile trovare casa nello stesso palazzo, senza nemmeno dover fare un trasloco. Ci siamo ricordati le parole di Gesù: “Per chi ha fede, nulla è impossibile”. G. – Italia Ottimismo Ho un carattere difficile e per questo mi ritrovo solo, a una certa età, dopo tentativi di matrimonio o di vivere in comunità. Un sacerdote mi ha consigliato di accompagnare un ragazzo spastico per permettere alla madre, vedova, di sbrigare qualche faccenda. Ho cominciato a frequentarli e ho visto che, nonostante la situazione difficile, erano sempre contenti e facevano festa a chiunque li andasse a trovare. Lentamente è entrato in me un ottimismo nuovo. Ho scoperto che la radice della serenità di quella famiglia era una vita basata sul vangelo. E mi hanno contagiato! K. – Slovacchia L’arbusto A causa di un arbusto che, secondo me, mio marito aveva piantato nel posto sbagliato, tra noi era venuta a mancare l’armonia. Mentre cucinavo, con l’animo in subbuglio, ho provato a confidarmi con Dio e pian piano in me è tornata la calma. Ho pensato così di proporre a mio marito di piantare l’arbusto in un vaso, per poi trovargli un posto adatto, e a lui è sembrata una buona idea. Ci siamo scusati reciprocamente e siamo andati insieme a comprare un vaso. In seguito abbiamo anche trovato una sistemazione adatta. Ora, guardando il nostro arbusto, è diventato per noi un segno che ci ricorda sempre ciò che conta nel nostro rapporto: amarci, essere pronti a perdere le proprie idee per far contento l’altro, affinché Dio possa risplendere tra noi. B. – Svizzera Non solo la salute fisica Dopo il trapianto del midollo osseo, ero stata bene per un lungo periodo, finché ho avuto una ricaduta ed è stato necessario un secondo trapianto. Nei momenti di angoscia, ripetevo a me stessa che dovevo donare a Maria tutte le mie preoccupazioni. Quando lo facevo con tutto il cuore, avvertivo una pace profonda. Prima pregavo sempre di guarire. Ma ora ho capito che Dio mi vuole attrarre a sé proprio con la malattia. Così, invece di pregare solo per la mia salute fisica, ho incominciato a chiedergli la grazia di potermi avvicinare di più a lui. S. – Usa (altro…)
Apr 1, 2018 | Chiesa, Spiritualità
Ti lodiamo, Padre, con tutte le tue creature, che sono uscite dalla tua mano potente. Sono tue, e sono colme della tua presenza e della tua tenerezza. Laudato si’! Figlio di Dio, Gesù, da te sono state create tutte le cose. Hai preso forma nel seno materno di Maria, ti sei fatto parte di questa terra, e hai guardato questo mondo con occhi umani. Oggi sei vivo in ogni creatura con la tua gloria di risorto. Laudato si’! Spirito Santo, che con la tua luce orienti questo mondo verso l’amore del Padre e accompagni il gemito della creazione, tu pure vivi nei nostri cuori per spingerci al bene. Laudato si’! Fonte: Papa Francesco, Lettera enciclica Laudato Si’ sulla cura della casa comune (Preghiera cristiana per il creato, 246) (altro…)
Mar 31, 2018 | Centro internazionale, Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Spiritualità
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Oggi più che mai, mentre si accendono nuovi fuochi di guerra in varie parti del mondo, e tragedie di ogni genere sembrano vanificare le aspettative di pace, vogliamo affermare la nostra fede nell’Uomo-Dio, morto e risorto per tutti gli uomini e per portare il mondo al suo destino di unità. È Lui la nostra speranza e la nostra gioia. Rivolgo a tutti i miei auguri personali e a nome del Movimento dei Focolari: che lo spirito del Risorto nasca e rinasca ogni giorno, in noi e tra noi, secondo la promessa di Gesù “dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20). Restiamo quindi riuniti nel suo nome, cioè nel suo amore, diffondendolo tra le persone e i popoli. Buona Pasqua a tutti!
Maria Voce
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Mar 31, 2018 | Chiara Lubich, Ecumenismo, Spiritualità
È il trionfo di Gesù risorto che riviviamo anche in noi, nel nostro piccolo, personalmente, dopo aver abbracciato l’abbandono, o quando uniti veramente nel suo nome sperimentiamo gli effetti della sua vita, i frutti del suo Spirito. Il Risorto deve essere sempre presente e vivo in noi [in questo anno 2000], in cui il mondo attende non solo persone che credono e Lo amano in qualche maniera, ma testimoni autentici che possano dire in tutta verità, come già la Maddalena agli apostoli dopo averlo incontrato nei pressi della tomba, quelle parole che conosciamo, eppure sono sempre nuove: “L’abbiamo visto!”. Sì, noi l’abbiamo scoperto nella luce con cui ci ha illuminato; l’abbiamo toccato nella pace che ci ha infuso; l’abbiamo sentito nella sua voce in fondo al cuore; abbiamo gustato la sua gioia senza confronto. [Perciò] continuare a vivere … nello sforzo di non privarci mai di Lui in noi e in mezzo a noi: il Risorto. Fonte: Chiara Lubich in collegamento telefonico. Castel Gandolfo, Roma, 20 aprile 2000. (altro…)
Mar 31, 2018 | Cultura
La Iglesia de las mujeres
¿Tiene la Iglesia una visión machista de la mujer? ¿Cómo ha evolucionado la relación entre la institución eclesial y las mujeres? ¿Son las santas tan dóciles y sumisas, tan alejadas de nuestro día a día como las pinta la iconografía cristiana? ¿Las mujeres de los países católicos se han emancipado más tarde (si es que lo han hecho realmente)? ¿Cuál es la auténtica novedad que produjo la revolución sexual? Lucetta Scaraffia participó en el feminismo de los años 60 y hoy es una de las voces femeninas más autorizadas en la Iglesia. En diálogo con Giulia Galeotti, responde con franqueza y lucidez a muchas cuestiones de sumo interés para comprender el papel de la mujer en la institución eclesial a lo largo de la historia y en la sociedad occidental contemporánea. Editorial Ciudad Nueva
Mar 30, 2018 | Chiara Lubich, Ecumenismo, Spiritualità
«Maria è sola. Sola col suo figlio-Dio morto. Un abisso incolmabile di angoscia, uno strazio infinito? Sì, ma Ella sta ritta in piedi, divenendo un esempio eccelso, un monumento di tutte le virtù. Lei spera, lei crede: le parole di Gesù che durante la vita annunziavano la sua morte, ma anche la sua risurrezione, se altri le hanno scordate, Lei non le ha mai dimenticate: conservava queste, con altre, nel suo cuore e le meditava (cf Lc 2, 51). Perciò non soccombe al dolore: attende». Fonte: Chiara Lubich in collegamento telefonico. Castel Gandolfo, Roma, 20 aprile 2000. (altro…)
Mar 30, 2018 | Focolari nel Mondo
Decorrerá de 6 a 8 de Abril de 2018 na
Cidadela Arco-Íris, Abrigada, Alenquer, o Bootcamp de Empreendedorismo de Comunhão, baseado nos princípios da
Economia de Comunhão. Mais informações e inscrições
aqui
Mar 30, 2018 | Focolari nel Mondo
A comunidade de Lisboa do
Movimento dos Focolares convida para o encontro
Palavra de Vida de abril.
Mar 30, 2018 | Chiesa, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
“Pace, amore, fiducia, equità, libertà e giustizia”. Ma anche sicurezza, ascolto, considerazione e partecipazione. È ciò che desiderano i giovani di tutto il mondo, a tutte le latitudini, di tutte le fedi e convinzioni, di qualunque condizione sociale, economica e culturale. Giovani che anche laddove “non si riconoscono più nelle religioni tradizionali e non si definirebbero come religiosi”, tuttavia “sono aperti alla spiritualità”, desiderosi di spendersi per gli altri e per il bene comune, e in cerca di guide che li aiutino a scoprire la propria vocazione e a dare senso alla propria vita. Lo hanno raccontato loro stessi in occasione dell’incontro che si è svolto a Roma dal 19 al 24 marzo, inteso come momento preparatorio al XV Sinodo ordinario dei Vescovi voluto da Papa Francesco sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” che si terrà in ottobre. Oltre 300 fisicamente presenti e altri 15mila collegati via web, hanno raccontato alla Chiesa – che per la prima volta li ha accolti per ascoltarli in un incontro del genere – dei loro sogni e delle loro sfide, e hanno detto cosa si aspettano dai ministri di Dio e cosa chiedono alla società più ampia, hanno offerto le loro testimonianze e le loro proposte perché l’annuncio del Vangelo raggiunga un numero crescente di giovani con un linguaggio adatto e un atteggiamento umile e dialogante. Seguendo l’indicazione di Papa Francesco, che ha chiesto loro di parlare liberamente, avendo la “faccia tosta” di dire anche cose scomode, i ragazzi hanno detto con forza di volere “modelli attraenti, coerenti e autentici”, “testimoni vivi, in grado di evangelizzare attraverso le loro vite”, “uomini e donne in grado di esprimere con passione la loro fede e la loro relazione con Gesù, e nello stesso tempo di incoraggiare altri ad avvicinarsi”. Alla Chiesa chiedono di essere accogliente e misericordiosa, umile e umana, inclusiva, coerente e credibile, capace “di entrare in empatia con tutti i giovani del mondo” e di esprimere “tenerezza” anche verso coloro “che non seguono quelli che crediamo essere gli standard”. E si aspettano “spiegazioni razionali e critiche a questioni complesse”, come i temi della sessualità, “le dipendenze, i matrimoni falliti, le famiglie disgregate”, e “i grandi problemi sociali, come la criminalità organizzata e la tratta di esseri umani, la violenza, la corruzione, lo sfruttamento, il femminicidio, ogni forma di persecuzione e il degrado dell’ambiente naturale”. Ammettono di non avere una visione unitaria su temi complessi come l’accoglienza dei migranti e dei rifugiati, pur riconoscendo “il dovere universale alla cura per la dignità di ogni persona umana”, e affermano che “c’è spesso grande disaccordo tra i giovani, sia nella Chiesa che nel mondo, riguardo a quegli insegnamenti che oggi sono particolarmente dibattuti”, fra cui “contraccezione, aborto, omosessualità, convivenza, matrimonio e anche come viene percepito il sacerdozio”. Nonostante questo, anche coloro che non condividono pienamente gli insegnamenti ufficiali “desiderano comunque essere parte della Chiesa”. E ancora, sono spaventati dall’“instabilità sociale, politica ed economica” e alla Chiesa chiedono che sia “solidale e protesa verso coloro che lottano nelle periferie”. Vogliono una guida sicura, perché “le risposte semplicistiche non sono sufficienti”. E si aspettano che la Chiesa riconosca i propri errori, le mancanze e le piaghe più dolorose: solo così potrà essere credibile e affidabile. I giovani chiedono di essere coinvolti maggiormente negli organismi ecclesiali, di poter partecipare anche con ruoli di responsabilità e di leadership nei contesti più ampi come nei piccoli gruppi parrocchiali, e sottolineano l’esigenza di dare più spazio alle donne, ai loro talenti e alla loro sensibilità. Vogliono essere cercati, e trovati, dalla Chiesa nei luoghi che frequentano, reali e virtuali, dai bar alle palestre, ai social network. E vogliono saperne di più sui Sacramenti e partecipare ad eventi su larga scala come le GMG ma anche a piccoli gruppi diocesani o di parrocchia. Cercano inclusione: “anche piccoli gruppi locali dove possiamo esprimere i nostri interrogativi e condividere la fraternità cristiana sono di primaria importanza nel conservare la fede”. Sono giovani in ricerca, dunque, della propria vocazione nel mondo e di un senso più profondo da dare alla vita, custodiscono e coltivano una propria spiritualità e riconoscono – quasi sempre – nella Chiesa un interlocutore importante. Adesso la parola passa proprio alla Chiesa, che nel suo annuncio, d’ora in poi, non potrà non tener conto della loro voce. L’appuntamento è per l’Assemblea sinodale di ottobre, ma intanto il Papa ha assicurato “sarete presi sul serio”. Claudia Di Lorenzi Leggi il documento finale (altro…)
Mar 29, 2018 | Chiara Lubich, Ecumenismo, Spiritualità
«Ho scritto un libro su di Lui in questi giorni intitolato Il grido (1). L’ho dedicato a Lui con l’intenzione di scriverlo anche a nome vostro, a nome di tutta l’Opera di Maria “come – questa è la dedica – una lettera d’amore a Gesù abbandonato“. In esso si parla di Lui che, nell’unica vita data a noi da Dio, un giorno, un preciso giorno, diverso per ciascuno di noi, ci ha chiamati a seguirlo, a donarci a Lui. E si capisce – lo dichiaro lì – come tutto ciò che voglio dire in quelle pagine, non può essere un tema, pur familiare, caldo, intimo, sentito; ma vuol essere un canto, un inno di gioia e soprattutto di gratitudine verso di Lui. Aveva dato tutto: una vita accanto a Maria nei disagi e nell’obbedienza. Tre anni di predicazione, tre ore di croce, dalla quale invoca il perdono per i carnefici, apre il Paradiso al ladrone, dona a noi la Madre. Gli rimaneva la divinità. La sua unione col Padre, la dolcissima e ineffabile unione con Lui, che l’aveva fatto tanto potente in terra, quale figlio di Dio, e tanto regale in croce, questo sentimento della presenza di Dio doveva scendere nel fondo della sua anima, non farsi più sentire, disunirlo in qualche modo da Colui col quale Egli aveva detto di essere uno, e grida: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Mt 27, 46)». Fonte: Chiara Lubich in collegamento telefonico. Castel Gandolfo, Roma, 20 aprile 2000. (1) C.LUBICH, Il grido, Roma 20036. (altro…)