Dic 1, 2017 | Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Era un “graphic artist”, Noel, dal segno inconfondibile. Una predilezione per Michelangelo, Van Gogh, Gaudì. Un talento precoce per il disegno a mano libera. La creazione di uno stile moderno, personale, basato sulla conoscenza dei grandi maestri del passato. Emmanuel, per tutti Noel, lavorava fianco a fianco con i giovani della sua città, prestando la solarità, inventiva e creatività di cui era dotato alla preparazione del Genfest 2018 che radunerà a Manila 10.000 giovani da ogni parte del mondo. Il 2 settembre scorso, per una improvvisa complicanza delle apnee notturne di cui soffriva, si è addormentato e non si è più risvegliato. Più che un adulto, era considerato un coetaneo dai ragazzi e dai giovani del Movimento dei Focolari nelle Filippine, che ora, raccogliendone l’eredità, contano sul suo aiuto per continuare. Grace, Paul, Lela, Paula, Edith e altri suoi amici ci hanno scritto, raccontando chi era, per tutti, Noel. «Donava se stesso senza risparmiarsi e senza aspettarsi niente in cambio. In moto fin da piccolo: a due anni, arrivato per la prima volta in Mariapoli, correva e si arrampicava sulle pareti anche durante gli incontri. Di indole generosa, a sei anni aveva regalato un paio di scarpette appena acquistate per una raccolta di indumenti, organizzata dopo che un terribile incendio aveva devastato la zona. Alla richiesta di spiegazioni: “Ho visto Gesù in quelle persone”, risponde. Durante i primi anni di scuola, Noel incontra parecchie difficoltà. Quando un medico ne scopre la causa, un problema alla vista, confessa candidamente che non ne aveva mai parlato prima ai genitori per non farli preoccupare. La famiglia, in seguito, si trasferisce in un altro paese, e Noel con suo fratello attacca un cartello sulla porta principale, “Amici cercasi”, e comincia a bussare ai vicini, senza tuttavia costringere nessuno. Divenuto adulto, Noel è molto apprezzato dai suoi colleghi e datori di lavoro. Spontaneo e socievole, ma anche affidabile e preciso, rispettoso dei tempi di consegna. Gli viene perdonato se, a causa del disturbo di cui soffre nelle ore notturne, si addormenta talvolta all’improvviso, rovesciando il caffè sulla tastiera del pc. Condivide sui social le sue opere e una di queste è esposta al Cafè Mediterranean di Manila. Per le iniziative dei giovani dei Focolari è sempre disponibile. Tutte le volte che serve un disegno o un progetto, mette il suo talento a disposizione. Fin da ragazzo è il batterista di un complesso gen. Non certo il miglior batterista sulla piazza, ma quando c’è lui la band non si preoccupa troppo di raggiungere la perfezione, ma di suonare con il cuore. Agnes, una componente della band, ricorda che per lui era importante “l’insieme”, non tanto mettersi in mostra. La stessa attenzione pone anche nei rapporti con le persone. Nel 2004 Noel arriva a Loppiano (Italia) per una scuola gen. È uno dei pochi ad avere la patente e si mette alla guida per tutti, in caso di necessità, anche la sera, dopo una giornata di lavoro. Per molti giovani, ritornato nel suo Paese, diventa un punto di riferimento, una famiglia. Consapevolmente o no, è per loro uno stimolo a non mollare, a perseverare, a sperare, a seguire solo Dio. “Nell’amore occorre dare tutto, specie quando ti viene data la possibilità di farlo”, afferma spesso. Noel è sempre accanto alla mamma, protettivo con le sorelle, vicino al fratello anche quando si trasferisce all’estero. Non vuole che ci siano persone infelici intorno a lui. Un amico, un maestro, un gigante gentile. Una persona che ha lasciato il segno. Questo è Noel per noi. Aveva 38 anni, ma non voleva invecchiare. Ora sarà giovane per sempre». (altro…)
Nov 30, 2017 | Focolari nel Mondo
Nella capitale austriaca si sono riuniti, il 9 novembre scorso, per il loro Congresso annuale, 130 appartenenti a 44 Movimenti, Comunità e Associazioni appartenenti alla rete ecumenica Insieme per l’Europa (IpE). Interventi e intensi scambi di idee, con momenti di preghiera, hanno caratterizzato il programma del Congresso. P. Heinrich Walter (Schönstatt), Gérard Testard (Comunità Efesia, Francia), Gerhard Pross (CVJM/YMCA, Esslingen) hanno parlato della storia di Insieme per l’Europa, della situazione attuale e delle prossime sfide: “Noi diciamo SÌ ad un’Europa alla quale, nel corso della storia, Dio ha affidato una vocazione: l’insieme di cielo e terra, l’insieme di fede e progetto sul mondo, perché nel Crocifisso il cielo e la terra si incontrano”. Pál Toth (Movimento dei Focolari, Ungheria), esperto in scienze della comunicazione, ha evidenziato alcune differenze tra i Paesi dell’Est e dell’Ovest, lanciando a conclusione una sfida: “Insieme per l’Europa potrebbe svilupparsi sempre più come una piattaforma di dialogo e persino come una scuola di dialogo intraeuropeo”. Tra le proposte, quella di evidenziare il 9 maggio, considerato in molti Paesi come la Giornata dell’Europa, per diffondere con azioni locali il messaggio di Insieme. www.together4europe.org twitter.com/together4europe (altro…)
Nov 30, 2017 | Chiesa, Cultura, Dialogo Interreligioso, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
Giunge inattesa la benedizione di papa Francesco agli abitanti della Mariapoli Victoria, una piccola oasi di pace nella città di Man, in Costa d’Avorio, che nei giorni scorsi ha celebrato il Giubileo d’argento. Con un “grazie per l’opera di Evangelizzazione compiuta in questo luogo” Francesco invita a “perseverare coraggiosamente nel servizio dell’unità e della concordia tra gli uomini”, e a proseguire “sul cammino di una fraternità sempre più universale”. Di episodi di fraternità, questo luogo è costellato, a partire dai giorni – passati alla storia – della guerra civile (2002-2003) quando gli abitanti – anche bianchi ed europei, gente di cui si poteva diffidare – hanno deciso di restare, nonostante le autorità invitassero gli stranieri a lasciare il Paese. La testimonianza è stata quella di amare fino alla fine, di aprire le porte per proteggere le persone – 3500 ne sono passate in quei mesi – senza guardare se fossero musulmani o cristiani. Gente che ha rischiato la vita, come Salvatore, Rino, Charles, messi al muro, pronti ad essere uccisi: “Non vi resta che pregare!”, gli hanno detto. Ma se la sono cavata. Adesso la città e il Paese hanno voltato pagina, anche se non c’è una piena riconciliazione politica.
Ma la Mariapoli Victoria non è soltanto l’oasi di pace nel tempo della guerra. È un laboratorio sociale. Con i tre giorni di festa (17-19 novembre) per celebrare i 25 anni, si è voluto dar spazio non solo ai discorsi – e lì il rito è imprescindibile – ma ai fatti. La visita alle attività della cittadella è stato infatti il primo degli appuntamenti in programma: a gruppi gli ospiti hanno visitato il Centro Medico Sociale – nato come un dispensario e negli anni progressivamente rinnovato e ingrandito, con servizi ambulatoriali in day hospital, un dentista, un fisioterapista -, il centro nutrizionale – dove si contrasta la piaga della malnutrizione infantile e si insegnano alle mamme i principi della corretta alimentazione -, il centro informatico – che da semplice internet point è diventato punto di alfabetizzazione informatica e di corsi sempre più specializzanti nell’ambito della comunicazione – e ancora le altre attività imprenditoriali come la falegnameria e la tipografia. In preparazione al 25°, e per coinvolgere la fascia dei teen agers, si è svolto nei mesi precedenti un torneo di calcio – sport molto amato anche da quelle parti – all’insegna della fraternità e del fair play. Non è scontato: infatti due squadre sono state eliminate nel corso della gara. Domenica 19 finalmente la premiazione della squadra vincitrice, non solo per i gol segnati, ma per i punti fair-play acquisiti.
Simbolica a riguardo, l’inaugurazione di una stele nella “Piazza della Fraternità Universale” con un grande dado della pace ben visibile anche da lontano e che riassume l’identità della cittadella, dove la dimensione del rispetto e dell’amore per l’altro vuole trasferirsi in tutti gli aspetti del vivere: dal lavoro allo sport, dalla religione alla famiglia. Celebrazioni ufficiali poi alla parrocchia di S. Maria di Doyagouiné – Maria Regina dell’Africa – affidata ai Focolari fin dagli anni ‘70, molto prima della nascita della cittadella. Presenti, oltre al nunzio apostolico in Costa d’Avorio mons. Joseph Spiteri e al vescovo di Man, Gaspar Bebi Gneba, anche numerose autorità civili: il viceprefetto di Man, madame Djerehe Claude e l’ex ministro Mabri Toikeusse, che è anche presidente della camera regionale e il Re dei Capi tradizionali del Tonpki, Gué Pascal. Hanno espresso la riconoscenza della autorità ivoriane per l’assistenza alla popolazione durante la crisi e in generale per l’azione dei Focolari verso le popolazioni vulnerabili. E anche l’ambasciatore italiano Stefano Lo Savio ha voluto essere presente con un caloroso messaggio. Adesso si guarda avanti. Tre sono le parole chiave a fare da guida nel percorso: accoglienza, formazione, attenzione ai poveri. E alcune piste sono tracciate: con i giovani la musica e lo sport; il rilancio dell’accoglienza per gruppi, insegnanti, famiglie, persone di passaggio che possano fare un’esperienza in loco di una o più settimane; le attività di formazione spirituale e professionale con i vari seminari per imprenditori, giornalisti. Mentre la cittadella si avvia a diventare un centro di formazione globale. Maria Chiara De Lorenzo (altro…)
Nov 29, 2017 | Parola di Vita, Spiritualità
Una giovane donna, nella sua casa della Palestina, in una anonima periferia del potente impero romano, riceve una visita inaspettata e sconvolgente: un messaggero di Dio le porta un invito e aspetta una sua risposta. “Rallegrati!” le dice l’Angelo salutandola; poi le rivela l’amore gratuito di Dio per lei e le chiede di collaborare al compimento del Suo disegno sull’umanità. Maria accoglie, nello stupore e nella gioia, il dono di questo incontro personale con il Signore e si dona totalmente a sua volta a questo progetto ancora sconosciuto, per la piena fiducia che ripone nell’amore di Dio. Con il suo “Eccomi!” generoso e totale, Maria si mette con decisione al servizio di Lui e degli uomini indicando a tutti, col suo esempio, un modo luminoso di adesione alla volontà di Dio. “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola” Meditando su questa frase del Vangelo, Chiara Lubich ha scritto: “Per adempiere i suoi disegni Dio ha bisogno solo di persone che si consegnino a Lui con tutta l’umiltà e la disponibilità d’una serva. Maria – vera rappresentante dell’umanità di cui assume il destino – con questo atteggiamento lascia a Dio tutto lo spazio per la sua attività creatrice. Ma, siccome «servo del Signore» oltre che un’espressione d’umiltà, era anche un titolo di nobiltà, che veniva attribuito ai grandi servitori della storia della salvezza, come Abramo, Mosè, Davide e i Profeti, Maria con queste parole afferma tutta la sua grandezza”.[1] “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola” Anche noi possiamo scoprire la presenza di Dio nella nostra vita ed ascoltare quella “parola” che rivolge a noi, per invitarci a realizzare nella storia, qui e adesso, un tassello del Suo disegno d’amore. La nostra fragilità ed un senso di inadeguatezza potrebbero bloccarci. Facciamo nostra, allora, la parola dell’Angelo: “Nulla è impossibile a Dio”[2] e diamo fiducia alla Sua potenza più che alle nostre forze. E’ un’esperienza che ci libera dai condizionamenti e dalla presunzione di bastare a noi stessi, fa emergere le nostre migliori energie e le risorse che non pensavamo di avere e ci rende finalmente capaci di amare a nostra volta. Racconta una coppia di sposi: “Fin dall’inizio del nostro matrimonio, abbiamo aperto la nostra casa ai familiari dei bambini ricoverati negli ospedali della nostra città. Sono passate da casa nostra oltre cento famiglie, ma abbiamo sempre cercato di essere famiglia per loro. Spesso la Provvidenza ci ha aiutato a sostenere anche economicamente questa accoglienza, ma doveva arrivare prima la nostra disponibilità; ultimamente abbiamo ricevuto una somma di denaro ed abbiamo pensato di tenerla da parte, sicuri che sarebbe stata utile per qualcuno. Infatti, poco dopo è arrivata un’altra richiesta. E’ tutto un gioco d’amore con Dio e noi dobbiamo solo essere docili e stare al gioco”. “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola” Per vivere questa frase del Vangelo, può aiutarci il suggerimento di Chiara di accogliere la Parola di Dio come ha fatto Maria: “ … con totale disponibilità, sapendo che non è parola d’uomo. Essendo Parola di Dio, contiene in sé una presenza di Cristo. Accogli dunque Cristo in te nella sua Parola. E con attivissima prontezza mettila in pratica, momento per momento. Se così farai, il mondo rivedrà Cristo passare per le vie delle nostre moderne città, Cristo in te, vestito come tutti, che lavora negli uffici, nelle scuole, nei più vari ambienti, in mezzo a tutti.”[3] In questo periodo di preparazione al Natale, cerchiamo anche noi, come ha fatto Maria, un po’ di tempo per stare a “tu per tu” con il Signore, magari leggendo una pagina del Vangelo. Proviamo a riconoscere la Sua voce nella nostra coscienza, illuminata così dalla Parola e resa sensibile alle necessità dei fratelli che incontriamo. Chiediamoci: in che modo posso essere una presenza di Gesù oggi, per contribuire, lì dove vivo, a fare della convivenza umana una famiglia? L’ “eccomi” con cui risponderemo permetterà a Dio di seminare pace intorno a noi e di far crescere la gioia nel nostro cuore. Letizia Magri ______________________________________________ [1] Cfr. Chiara Lubich , Non perdere l’occasione, Citta Nuova, 25, [1981], 22, p. 40. [2] Cfr. Lc 1,37 [3] Cfr. Chiara Lubich , Non perdere l’occasione, Citta Nuova, 25, [1981], 22, pp. 40-41. (altro…)
Nov 29, 2017 | Chiara Lubich, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
https://vimeo.com/243121307 (altro…)
Nov 28, 2017 | Cultura
C’è un limite alla manipolazione genetica? Con le recenti tecniche di manipolazione genetica si annuncia una rivoluzione copernicana nella lotta alle malattie genetiche. Si potrà scoprire la predisposizione di un embrione ad alcune malattie ed evitare che insorgano con interventi prima della nascita. Ma le sfide etiche sono enormi: chi decide quali vite sono degne di essere vissute e quali no? Si potrà anche modificare l’evoluzione umana. C’è un limite al potenziamento (enhancement) fisico e cognitivo dell’uomo?
LA COLLANA – Dossier di approfondimento e dialogo su temi di attualità, per conoscere l’argomento e le diverse posizioni in campo. Un accessibile strumento di informazione per non scivolare nelle secche dello scontro ingenuo e demagogico. GLI AUTORI – Piero Greco, giornalista scientifico e scrittore, è stato conduttore di Radio3 Scienza e consigliere del Ministro dell’Università e della Ricerca Fabio Mussi (2006-2008). Umberto Galimberti, filosofo e sociologo ha insegnato filosofia della storia all’università Ca Foscari di Venezia. Collabora con «La Repubblica» e «Il Sole 24 ore». Mario De Caro, professore di filosofia morale presso l’Università di Roma Tre, collabora con «Il sole 24 ore», ha scritto per «The Times», «La Repubblica», «il manifesto». Laura Palazzani, vicepresidente del Comitato Nazionale di bioetica e componente del Comitato internazionale di bioetica dell’Unesco, insegna filosofia del diritto e biogiuridica alla Libera Università Maria SS. Assunta. Giuseppe Noia, esperto di medicina dell’età prenatale e chirurgia fetale invasiva, è direttore del day hospital di ginecologia e medicina fetale del Policlinico Agostino Gemelli di Roma. Paolo Benanti, francescano del Terzo ordine regolare, ingegnere, è docente di bioetica all’Università Gregoriana.
Città Nuova Editrice
Nov 28, 2017 | Centro internazionale, Cultura, Ecumenismo, Spiritualità
La parola chiave è cammino. Perché «la verità si cerca camminando». Si entusiasma Emmaus, come la chiamano i suoi compagni di movimento, quando descrive la visione di Papa Bergoglio sull’ecumenismo. Le brillano gli occhi di fronte ad una realtà ecclesiale la cui vocazione è proprio l’unità. Nei percorsi tracciati dalla sua fondatrice, Chiara Lubich. Uno dei pochissimi movimenti, nati in seno alla Chiesa cattolica, che accetta come appartenenti anche i fedeli di altre chiese. Una vera rarità in tempi di frammentazione. «Penso che il cattolicesimo vero sia quello che Dio pensa, un insieme di comunità ognuna con la propria identità. Penso che si arriverà, perché si deve arrivare, a che tutti siano uno. L’ha chiesto Gesù. Non una sola Chiesa cattolica; cattolica nel senso di universale sì, ma non una sola Chiesa romana o una sola Chiesa di Costantinopoli». Le sue parole risuonano come una provocazione. «Certo, è provocatorio!» risponde. Nella sua «provocazione» sembra si senta confermata dal Papa argentino.In occasione dell’ultima vigilia di Pentecoste, lo scorso 3 giugno, il Pontefice ha convocato i movimenti carismatici, cattolici e non cattolici. Prima di iniziare, il Papa ha chiesto in modo particolare di Maria Voce. Un sacerdote è andato a cercarla. Lei si è aggiunta al gruppo dei leader seduti sul palco. Alla fine del suo intervento, il Papa le si è avvicinato e, con sua grande sorpresa, l’ha presa per mano: «Vieni, Maria…». Non ha aggiunto altro. E, insieme, hanno lasciato l’assemblea. «Dal primo momento, quando il Papa, affacciandosi al balcone per salutare la folla, si è presentato come Vescovo e non come Pontefice, ho capito che era già un segno di questa capacità di rapportarsi con le altre chiese». Jorge Mario Bergoglio – ricorda Voce – aveva un’esperienza vissuta di ecumenismo con altre Chiese a Buenos Aires. In quel passato, Maria Voce individua il germe di quanto è successo dopo, durante il pontificato, giunto alla sua massima espressione con la presenza del Papa, quasi un anno fa, agli atti commemorativi del quinto centenario della Riforma protestante di Martin Lutero a Lund (Svezia). «A Lund è successa una cosa enorme, due capi di Chiesa, dello stesso livello di autorità, si sono incontrati, hanno firmato una dichiarazione». La sfida è quella di replicare l’atteggiamento del Papa e unirsi allo «spirito di Lund». «Se Giovanni Paolo II sarà sempre ricordato per lo “spirito di Assisi”, il Papa attuale deve essere ricordato per lo “spirito di Lund”».

Ottmaring, Germania: María Voce, durante un incontro con un gruppo della Chiesa evangelica, 1 novembre 2009. Foto: Alpha y Omega
Questo ottimismo ha dei limiti. Maria Voce riconosce che, «purtroppo», esistono ancora atteggiamenti del passato fra i cattolici. Quelli che pensano che «la Chiesa siamo noi» e tutti gli altri sono fuori. Un atteggiamento perpetuato nel tempo che ha portato ad una certa fatica spirituale. «Abbiamo rallentato la storia. Non siamo caduti in un immobilismo in senso concreto, ma forse, per paura, abbiamo rallentato dei processi storici. Non direi la Chiesa intera, ma molti dei suoi membri». «Siamo fratelli, legati dal Battesimo, anche loro vivono lo stesso Vangelo che vivo io. Chi sono io per permettermi di dire che lui vale meno di me di fronte a Dio? Il Papa sta dando un grande impulso in questo senso». Come procedere? Per Maria Voce, in molti modi. Tra questi, rivalutare i grandi personaggi della storia delle Chiese, come Lutero; apprezzare il martirio dei cristiani che offrono la loro vita a qualsiasi Chiesa appartengano, e cercare forme per esprimere la propria fede in modi «più accettabili per tutti». Ma, soprattutto, vivere concretamente la fede condivisa. Perché la nuova tappa del dialogo portata avanti da Francesco si realizza camminando, non stando fermi. La scommessa porta con sé dei rischi. Uno di essi è la mancanza di formazione. Come leader di un movimento ampiamente esteso e radicato a livello mondiale, Voce constata un evidente difetto nella catechesi dei cattolici. «È giusto stare attenti alla formazione, ma bisogna rischiare, se non si rischia non si va avanti. Questo è il cammino di ecumenismo straordinario che il Papa sta portando avanti. Noi sentiamo che dobbiamo aiutarlo a che questo ecumenismo diventi vitale, concreto». Non si tratta di cadere nella confusione. O di perdere la propria identità. Ma di condividere i momenti, anche le cerimonie liturgiche, evitando le mescolanze, alzando la voce della preghiera condivisa. Per questo sottolinea: «In questo cammino c’è ancora qualcosa da fare? Finché ci saranno nel mondo posti dove i cristiani si combattono fra loro o cercano di prevalere gli uni sugli altri, o sono divisi, c’è molto da fare». (altro…)
Nov 27, 2017 | Chiesa, Cultura, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Per la prima volta dopo 36 anni, è stata la Polonia il Paese ospitante dell’annuale Convegno ecumenico di Vescovi amici del Movimento dei Focolari. Dopo Gerusalemme, Istanbul, Londra, Augsburg e altre città “simbolo” del cammino ecumenico, Katowice, capoluogo della Slesia, antico centro urbano di quasi 300 mila abitanti, ha accolto, dal 15 al 18 novembre, 35 vescovi di diverse Chiese, ortodossi, siro-ortodossi, evangelico-luterani, anglicani, metodisti e cattolici, provenienti da Germania, Austria, Inghilterra, Irlanda, Svezia, Polonia, Ungheria, Lituania, Lettonia, Repubblica Ceca, ma anche Brasile, Cipro, India, Repubblica Democratica del Congo, Tailandia e USA. Con loro pure una trentina di laici. I vescovi riuniti a Katowice rappresentano uno spaccato di comunità sociali ed ecclesiali diverse, ma animate dal desiderio di fare un’esperienza di comunione fraterna. “Insieme confessiamo, insieme andiamo incontro all’umanità” il titolo del Convegno, alla cui realizzazione, oltre al Movimento dei Focolari, hanno collaborato, sul posto, l’Arcidiocesi cattolica e la Chiesa evangelico-luterana di Confessione augustana, la Chiesa ortodossa a Sosnowiec, la Facoltà di Teologia dell’Università della Slesia e la stessa Città di Katowice, rappresentata dal sindaco Marcin Krupa. Il Convegno, aperto dalla riflessione di Lesley Ellison, anglicana, su “La spiritualità dell’unità: una spiritualità ecumenica”, ha avuto come tema centrale “Maria, la Madre di Gesù”, con approfondimenti teologici nelle diverse prospettive cattolica, evangelica, anglicana e ortodossa. Numerosi gli incontri, le celebrazioni e i momenti di preghiera secondo le diverse tradizioni, suggellati da un “patto d’amore reciproco” a vivere la comunione fraterna e ad “amare la Chiesa altrui come la propria”.
Brendan Leahy è il vescovo cattolico di Limerick (Irlanda), esperto e animatore del dialogo ecumenico nel suo Paese. Raggiunto telefonicamente, ci dice: «Voglio sottolineare la calorosa accoglienza ricevuta a Katowice, che già avevo visitato nel 1991, in occasione dell’incontro di Chiara Lubich con le comunità dei Focolari dell’Ovest e dell’Est Europa. È una città molto sviluppata, che dà grande valore alla diversità e all’accoglienza. La stessa che abbiamo sperimentato in questi giorni, sia da parte della Facoltà teologica, che ci ha ospitato, sia da parte delle Chiese cattolica, luterana e ortodossa. Il convegno è stato l’occasione per una maggiore conoscenza reciproca, per approfondire le diverse realtà ecclesiali e socio-culturali in cui viviamo, specialmente nel Medio Oriente e nell’Est Europa. Ci rendiamo conto che non possiamo offrire soluzioni per i problemi di quei Paesi (e penso soprattutto al Medio Oriente), però possiamo almeno portare l’uno i pesi dell’altro. Sentire il dolore altrui mi ha allargato l’anima. Ora non mi sento più solo un vescovo irlandese, mi porto dentro anche il contesto e i problemi degli altri vescovi. Ma con una speranza nuova. In ogni Paese ci sono segni di speranza, e i passi compiuti a livello ecumenico lo dimostrano. Per esempio, nella Repubblica Ceca è in atto un processo di perdono reciproco per gli errori commessi. L’ecumenismo – continua il vescovo – è una realtà in cammino da molti anni, che vuole incontrare sempre nuovi contesti e dare nuova testimonianza. È in fondo un’esperienza del dare e del ricevere. Colpisce la forte fede cattolica, molto radicata qui in Polonia, ma anche l’apertura e il dialogo con i rappresentanti delle altre comunità».
Åke Bonnier, vescovo luterano della diocesi di Skara, in Svezia, si dice felice del convegno: «Mi sono sentito non tanto tra vescovi, ma tra fratelli. Quanto abbiamo condiviso al convegno era una realtà, sia nei momenti di pausa e negli intervalli, sia durante le celebrazioni. Questo è stato molto importante per me, mi ha dato nuova forza e nuovo entusiasmo. Ora aspetto con gioia il prossimo anno, quando, lo spero, tutti loro e anche altri potranno venire in Svezia. Se mi chiedono se questo incontro è stato importante come via per l’unità dei cristiani, la mia risposta è sì. L’unità non è qualcosa che si realizzerà solo in un futuro, tra noi è già una realtà». (altro…)
Nov 25, 2017 | Chiara Lubich, Spiritualità
Se un giorno gli uomini, ma non come singoli bensì come popoli, se un giorno i popoli sapranno posporre loro stessi, l’idea che essi hanno della loro patria, i loro regni, e offrirli come incenso al Signore, re di un regno che non è di questo mondo, guida della storia, e questo lo faranno per quell’amore reciproco fra gli Stati che Dio domanda, come domanda l’amore reciproco tra fratelli, quel giorno sarà l’inizio di una nuova èra, perché quel giorno, così come è viva la presenza di Gesù fra due che si amano in Cristo, sarà vivo e presente Gesù fra i popoli, messo finalmente al suo vero posto di unico re, non solo dei cuori ma delle nazioni: sarà il Cristo re. I popoli cristiani, o i rappresentanti di essi, dovrebbero saper immolare il loro io “collettivo”. Questo è il prezzo. Del resto, non di meno si chiede a ciascuno di noi per la consumazione dei nostri animi in unità. Sono questi i tempi in cui ogni popolo deve oltrepassare il proprio confine e guardare al di là; è arrivato il momento in cui la patria altrui va amata come la propria, in cui il nostro occhio ha da acquistare una nuova purezza. Non basta il distacco da noi stessi per essere cristiani. Oggi i tempi domandano al seguace di Cristo qualcosa di più: una coscienza sociale del cristianesimo, con la quale egli possa edificare non solo la propria terra secondo la legge di Cristo, ma aiuti la edificazione di quelle altrui col gesto universale della Chiesa, con l’occhio soprannaturale donatoci da Dio Padre che dal Cielo vede le cose in modo tanto diverso da noi. Occorre vivere il Corpo mistico di Cristo in modo così eccellente da poterlo tradurre in corpo mistico sociale.[…] Il Signore abbia pietà di questo mondo diviso e sbandato, di questi popoli rinchiusi nel proprio guscio a contemplare la propria bellezza – per loro unica – limitata e insoddisfacente, a tenersi coi denti stretti i propri tesori – quei beni che potrebbero servire ad altri popoli presso cui si muore di fame –, e faccia crollare le barriere e correre con flusso ininterrotto la carità fra terra e terra, torrente di beni spirituali e materiali. Speriamo che il Signore componga un ordine nuovo nel mondo, Egli, il solo capace di fare dell’umanità una famiglia e di coltivare quelle distinzioni fra i popoli, perché nello splendore di ciascuno, messo a servizio dell’altro, riluca l’unica luce di vita che abbellendo la patria terrena fa di essa un’anticamera della Patria eterna. Chiara Lubich – da “Maria trasparenza di Dio” – pp. 99,100.101, Ed. Città Nuova , Roma, 2003. (altro…)
Nov 25, 2017 | Focolari nel Mondo
La “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” è stata istituita dall’ONU nel 1999 e la ci celebra ogni anno il 25 novembre, con l’invito ai governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a impegnarsi per sensibilizzare l’opinione pubblica. Sono passati 18 anni dalla sua istituzione: molto si è fatto, ma purtroppo molto c’è ancora da fare. E non occorre andare in paesi lontani per riscontrare una crudele violenza che ancora si accanisce sulle donne, forse nella porta accanto e nel più sordido silenzio. . Risuonano con forza la parole di S. Giovanni Paolo II, nella lettera apostolica Mulieris dignitatem (MD, 15/08/1988), dove sottolinea che «Dio ha creato l’uomo e la donna a sua immagine, non solo come singoli, ma, nella loro comune umanità, come “unità dei due”. La donna e l’uomo, dunque, essenzialmente uguali, sono ambedue persone, chiamati come tali a partecipare alla vita intima di Dio e a vivere in reciproca comunione tra loro, nell’amore, sul modello di Dio che è Amore, che è unità nella Trinità, e a rispecchiare nel mondo la comunione d’amore che è in Dio (MD 7)». Un traguardo sul quale confrontarsi, ogni giorno, come singoli e come società. (altro…)