Giu 11, 2015 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Come scorgere i segni del domani nascosti nell’oggi? Si può vivere solo nel presente, eppure il presente è e deve rimanere il luogo in cui costruire il futuro. E’ un’esigenza che ha trovato nei secoli la conferma di uomini e donne di ogni cultura, le cui voci si sono levate a dichiarare la fatica insostenibile del presente nel momento in cui non si è più in grado di guardare oltre. La Summer School, internazionale e interdisciplinare, vuole essere un luogo in cui “pensare il futuro”, le sue condizioni di attuazione, la nostra responsabilità. Alla luce di una cultura che fiorisce intorno al valore della persona e delle sue relazioni, proporrà alcune piste di ricerca per dare senso e contenuti a quel futuro di cui tanta parte della cultura moderna appare priva, a partire da alcune domande centrali poste dalle discipline economiche, politiche e dalle altre scienze sociali, fino a comprendere i passi che ci attendono. Per maggiori informazioni: Summer School 2015 “Mappe di futuro”
(altro…)
Giu 11, 2015 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
Mille firme raccolte in pochi giorni all’insegna de “l’unione fa la forza” e la raccolta continua. Ma di cosa si tratta? Ad Aprile 2015 il Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) promuove un progetto, per ragazzi e giovani italiani residenti in aree disagiate, dal titolo “Vincere da grandi”. Una notizia data in grande stile che impressiona molti. Il progetto è finanziato da Lottomatica, il principale operatore italiano per le lotterie e le scommesse, che grazie al gioco d’azzardo legalizzato, gestisce un giro d’affari di milioni di euro, ma con costi sociali altissimi: il gioco d’azzardo infatti crea piaghe di dipendenza e di disperazione, alimenta l’usura, rinforza l’economia illegale, colpendo soprattutto le persone delle periferie, quelle stesse persone che saranno aiutate dal progetto “Vincere da grandi”. La situazione è paradossale, dolorosa, crea una ferita nel tessuto sociale che va sanata. Il Movimento dei Focolari in Italia se n’è accorto, così come tante altre associazioni che nel Paese lottano per la legalità, la trasparenza, la giustizia sociale. È un passaparola di e-mail, telefonate, confronti: la fraternità universale si costruisce anche così, mettendosi insieme per chiedere al CONI di annullare la collaborazione con Lottomatica. I Focolari in Italia, attraverso il Movimento Umanità Nuova, lanciano dunque una petizione online per chiedere al governo e al parlamento italiani di intervenire affinché si affermi nel Paese un’autentica cultura dello sport, e un concreto impegno per la crescita dei giovani: una scommessa tutta da giocare, coscienti della sproporzione delle forze (come Davide contro Golia), ma convinti che sia importante dare un segnale in contro tendenza. Se sei interessato all’iniziativa Stop Progetto Coni Lottomatica “Vincere da Grandi”, vai al sito di Umanità Nuova (altro…)
Giu 10, 2015 | Famiglie, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
“Lo scorso anno una bimba a me molto cara di quasi due anni ha rischiato la vita. Ho pensato che perché era nata qui ha avuto prontamente tutte le cure mediche e chirurgiche, ma se fosse nata in un Paese con meno risorse, come sarebbe andata? E quale merito ha lei per questa fortuna? Forse che gli altri bambini non hanno gli stessi diritti?”. Così Gabriella si è messa in gioco, organizzando una iniziativa di raccolta fondi e sensibilizzazione per l’infanzia svantaggiata, chiedendo al Sindaco lo spazio nella piazza principale del suo paese, Marcignago di Pavia, interessando la Parrocchia, la Diocesi e la stampa locale. “Quali risultati avrò, non lo so – afferma –; so perché e per chi sto facendo questo e mi basta per aspettarmi il massimo!”. Questa è una delle tante testimonianze di sostenitori che si sono impegnati per la campagna #obiettivo15mila di AFNonlus, lanciata il 24 maggio a Roma, presso la Città dell’Altra Economia. Scopo – spiega Andrea Turatti, presidente dell’Associazione – “dare visibilità a quanto già facciamo attraverso i programmi che garantiscono cibo, cure mediche e istruzione a 13 mila bambini inseriti in un centinaio di progetti attivi in 50 Paesi, e incrementare il nostro impegno, contagiando tanti con il virus della solidarietà”. Si sono moltiplicate le iniziative solidali in tante città italiane e in alcuni progetti sociali attivi nel mondo che, attraverso collegamenti, hanno presentato le loro attività: centri dotati di ambulatori, asili-nido, scuole per l’infanzia e dopo-scuola attraverso cui si fornisce ai bambini e ragazzi un’adeguata alimentazione, lezioni scolastiche, corsi di sostegno e avviamento professionale, visite e cure mediche. Tali programmi si inseriscono in interventi più ampi, in collaborazione con partnership nazionali e internazionali, a favore di famiglie e comunità intere, per il raggiungimento dell’autonomia e del benessere globale dei bambini. “Anche noi desideriamo contribuire alla solidarietà”, dice Youn Vera che grazie al sostegno a distanza frequenta la seconda media al Collegio Gue Pascal di Man, in Costa d’Avorio. “Per aiutare 4 compagni di classe ammalati e bisognosi di cure abbiamo avuto l´idea di tenere un orto e coltivare insalata e spinaci”. “Il sostegno a distanza è un’azione che fa bene in prima persona a noi, non solo a chi la riceve, perché fa crescere, mette in contatto con gente e culture diverse, aiuta a riscoprire il valore della sobrietà e crea la comunità, ha detto Vincenzo Curatola, presidente del ForumSad che riunisce un centinaio di associazioni sul territorio nazionale. Ne sono un esempio Guido e Azzurra che insieme ad altri ragazzi di quartieri romani, raccontano come hanno fondato un’associazione da quasi due anni, con cui svolgono varie attività in favore degli altri. “La più bella esperienza l’abbiamo vissuta nelle Filippine, per rispondere con AFNonlus all’emergenza dopo il tifone Hayan. Ospitati dai Focolari, nella casa degli ospiti nella cittadella di Tagaytay, abbiamo lavorato per ricostruire i tetti di varie famiglie nei Barangays. Abbiamo toccato con mano una realtà che siamo abituati a vedere solo in TV e che sembrano lontane. Viverle nella quotidianità, ha cambiato il nostro modo di pensare. In più ci siamo voluti impegnare a lungo termine nel sostegno a distanza di una bambina sulla sedia a rotelle: Princess, col suo sorriso sembra un piccolo sole”. Giusy, che abita vicino a Pisa, ha raccontato come un piccolo gruppo di Famiglie Nuove dei Focolari, ha coinvolto pian piano tutto il paese, l’amministrazione comunale e circa 300 famiglie. «L’iniziativa è nata insieme ad un mio collega, venti anni fa – racconta invece Massimo Grossi, di RCS Corriere della Sera – e ha coinvolto più di 250 giornalisti e poligrafici. Con tante piccole quote, abbiamo raggiunto 50 sostegni a distanza di bambini in Asia e in Africa: tanti piccoli contributi uniti, è questo lo spirito e la nostra forza». Depliant (altro…)
Giu 9, 2015 | Focolari nel Mondo
“Casa Emmaus“, situata nella cittadella internazionale di Loppiano – Incisa Valdarno (FI), vuole essere una “scuola di comunione” e una “scuola di vita” per tutte le consacrate del mondo.
Il corso vuole offrire alcuni strumenti per approfondire la spiritualità di comunione propostaci dalla Chiesa per il Terzo Millennio, alla luce dell’unità e della vita del Vangelo.
Sarà utile portare le proprie Costituzioni, in modo da potersi confrontare con il proprio carisma e condividere con le presenti i tesori insiti in esso, in un clima spirituale di reciprocità.
(altro…)
Giu 8, 2015 | Focolari nel Mondo
Di fronte alle enormi sfide che anche la società europea si trova a fronteggiare – e quest’anno in particolare dopo gli attacchi a Parigi e Copenaghen – si avverte una sfiducia crescente all’interno e tra le comunità. Già dall’inizio degli anni ’90, su iniziativa dell’allora presidente della Commissione Europea, Jacques Delors, il dialogo con le Chiese e le organizzazioni non confessionali, offre l’occasione di uno scambio di vedute sulle politiche europee tra istituzioni e attori della società civile. Come vivere insieme e costruire una società in cui ogni persona e ogni comunità possa sentirsi a casa e al sicuro? Come trovare modi per ospitare le differenze quando sostanzialmente non si è d’accordo? Sono alcune delle domande aperte al confronto con i leader religiosi. Tra gli invitati, anche la presidente del Movimento dei Focolari Maria Voce che, nel rispondere all’invito, sottolinea come l’impegno prioritario dei Focolari sia «costruire ponti attraverso un rispettoso dialogo ai più vari livelli, per contribuire alla convivenza di pace e di fraternità tra persone di diverse fedi e delle più varie provenienze etniche e sociali». (altro…)
Giu 8, 2015 | Chiesa, Spiritualità
“A Sarajevo si respira l’aria della pace”, aveva esclamato il cardinal Puljic alla vigilia dell’arrivo del Papa. La città lo ha atteso con tanta gioia, preparandosi da qualche mese. Le voci che mettevano in guardia la sicurezza sono state smentite da un’azione concertata nella preparazione, dove Chiesa e Stato hanno lavorato in armonia. Questo lavoro e la disponibilità da parte dei cittadini, nella prontezza a rispettare le regole, hanno fatto sì che tutto andasse bene”. Sarajevo, la città che Giovanni Paolo II ha definito la Gerusalemme europea, ha aspettato il Papa in festa. La pace sia con voi era il motto della visita del Papa in Bosnia ed Erzegovina, “una terra provata dai conflitti di cui l’ultimo ancora molto presente nella memoria dei suoi abitanti: bosniaci, serbi e croati”, scrive Gina Perkov giornalista di Novi Svijet (Croazia). “La guerra ha lasciato, infatti, conseguenze tragiche: morti, distruzioni ed esilio di tante persone. La presenza dei cattolici (prevalentemente croati) è dimezzata”. Gli abitanti erano grati che stavolta gli occhi di tutto il mondo fossero fissati su di loro per una felice occasione e con la speranza che questo fatto aiuti a risolvere i diversi problemi politici “di cui ha colpa anche qualche paese dell’UE che ha permesso e aiutato la pulizia etnica”, come testimonia nel suo recente libro mons. Franjo Komarica, vescovo di Banja Luka (attuale Repubblica Serba). Allo stadio olimpico di Kosevo, durante la celebrazione eucaristica in presenza di 70 mila persone (di cui 23 mila dalla Croazia), il Papa ha rivolto un forte messaggio di pace. “La pace è il sogno di Dio, è il progetto di Dio per l’umanità … Oggi, si leva ancora una volta da questa città il grido del popolo di Dio e di tutti gli uomini e le donne di buona volontà: mai più la guerra! … Fare la pace è un lavoro artigianale: richiede passione, pazienza, esperienza, tenacia. Beati sono coloro che seminano pace con le loro azioni quotidiane, con atteggiamenti e gesti di servizio, di fraternità, di dialogo, di misericordia… La pace è opera della giustizia … giustizia praticata, vissuta … La vera giustizia è fare a quella persona, a quel popolo, ciò che vorrei fosse fatto a me, al mio popolo … La pace è dono di Dio perché è frutto della sua riconciliazione con noi… Oggi domandiamo insieme al Signore un cuore semplice, la grazia della pazienza, la grazia di lottare e lavorare per la giustizia, di essere misericordiosi, di operare per la pace, di seminare la pace e non guerra e discordia. Questo è il cammino che rende felici, che rende beati”, ha concluso. Momenti indimenticabili con un uomo, il Papa, che ha parlato non solo con le parole (sintetiche e chiare), ma anche con i gesti. Un passo nuovo verso la pace è stato fatto. “Oggi non c’è litigio, nessun problema, così dovrebbe essere ogni giorno”, ha commentato un passante. Nel pomeriggio, Francesco si è incontrato con sacerdoti, religiosi, religiose e persone consacrate in cattedrale, con i rappresentanti delle diverse confessioni e religioni; e alla fine con i giovani. La comunità del Movimento dei Focolari si è fatta viva con dei doni ed è stata presente nei diversi momenti di incontro.
L’Ideale dell’unità è arrivato in Bosnia ed Erzegovina nel 1975 attraverso alcuni giovani presenti alla Mariapoli di Zagabria (Croazia). Nel ’92 lo scoppio della guerra: innumerevoli perdite, distruzioni, morti, profughi. Moltissime persone in fuga nei diversi paesi dell’Europa. Si cerca di sostenere in tutti i modi quelle rimaste sul posto. Poiché le strade sono chiuse, si arriva con qualche lettera o pacchi di alimenti. Attraverso l’amore concreto di chi vive la spiritualità dell’unità, molti musulmani e cristiani incontrano questo Ideale. Finita la guerra, tornando in Bosnia, essi stessi diventano portatori e testimoni di questo nuovo spirito. “All’inizio del ’96, appena possibile, benché ci sia ancora la guerra, si va da loro – raccontano i testimoni di quel periodo –. Ci si trova di fronte a macerie, case distrutte, carri armati, controlli continui della polizia e ogni tanto l’esplosione di una granata … La città di Sarajevo era senza alberi, perché tutti bruciati o dalle granate o dalle persone stesse che nei freddi inverni avevano cercato di riscaldarsi in qualche modo”. La scintilla dell’Ideale dell’unità ricevuta da alcune persone tanti anni prima e custodita nel cuore, si è pienamente accesa in loro proprio durante guerra. Questa gente segnata dalla sofferenza, bisognosa di tante cose, è capace di intuire l’essenziale, assetata del vero. Sono cattolici, ma anche musulmani, ortodossi, tutti grati per la scoperta dell’amore di Dio che ha trasformato la loro vita. La situazione attuale in Bosnia non è risolta. I cattolici emigrano, soprattutto i giovani, e si teme un altro conflitto. La comunità dei Focolari attinge la forza nell’unità, piccolo segno concreto di quell’unità desiderata da Giovanni Paolo II nel 1997, in occasione della sua visita a Sarajevo, quando ha augurato che Sarajevo diventi, dopo la tragedia della guerra, il modello di convivenza per il 3° millennio. (altro…)
Giu 8, 2015 | Cultura
Storie di Bambini “senza ali”. Uno sguardo sulle inconcepibili difficoltà che si possono trovare a vivere i bambini. Storie di vita difficili, estreme. Storie di bambini che nell’età della spensieratezza hanno conosciuto malattia, disabilità, emarginazione, dolore, solitudine, abbandono. Quelle dei bambini Rom, dei bambini “senza ali” che vivono in carcere, delle piccole vittime di conflitti familiari o di abusi psicologici e sessuali, dei malati oncologici e dei bambini affetti dalla sindrome di Down. Il volume intende aprire uno squarcio su queste realtà “invisibili” mettendo in luce le difficoltà a volte inconcepibili in cui i bambini possono venire a trovarsi, ma anche le buone prassi attuate nel mondo della scuola, in quello della cura pediatrica e del sociale. «Di bambini ne ho conosciuti tanti, e tanti di loro in situazioni di disagio e di difficoltà» – scrive la curatrice del volume, Patrizia Bertoncello, una “maestra di periferia”, come ama definirsi. «Il nostro mondo occidentale pare molto attento alla cura dei bambini – continua – ma in realtà essi sono minori non solo per età, ma anche nella considerazione effettiva dell’opinione pubblica e nelle scelte politiche e di tutela messe o meno in campo in loro favore, nelle nostre società». «Scrivere di bambini a partire dalle loro storie corrisponde a una scelta metodologica di fondo», spiega. «Abbiamo voluto dare espressione alle voci e alle storie di alcuni bambini troppo spesso non ascoltati, dare volti e nomi a situazioni tenute al margine». Nel volume si affrontano però solo alcune delle innumerevoli situazioni di difficoltà dei bambini. Perché proprio queste e non altre storie? «Chi ha scritto – un medico oncologo, un pediatra, un dottore in scienze sociali e un’insegnante – l’ha fatto col desiderio di aprire uno spazio di dialogo sul mondo attuale dell’infanzia in Italia in alcune sue particolari problematiche, con la convinzione che esso andrà ulteriormente esplorato e arricchito da nuovi contributi. Queste storie però contengono germi di speranza, sono state in vario modo luogo di “incontro” in cui sono stati iniettati gli “antidoti” del bene, quel bene che non fa rumore, ma che può operare trasformazioni esistenziali. Un testo che mantiene linguaggi specifici e pluralità di approcci molto diversi tra loro, «ma mettendoci tutti dalla parte dei bambini, così come facciamo ogni giorno non solo per mestiere, ma per una sincera passione per l’uomo». Sono intuizioni, riflessioni e idee maturate in una prassi quotidiana di rapporto da punti di vista poco esplorati, nella ricerca disinteressata di arrivare a uno sguardo più comprensivo e accogliente sulle nuove generazioni, a una presenza adulta più efficace accanto a loro, nel cammino di crescita.
Giu 7, 2015 | Centro internazionale, Spiritualità
«Le conversazioni di Chiara Lubich sull’Eucaristia sono state per me come una rivelazione. Mi hanno fatto conoscere in una maniera più vasta, più precisa, più profonda l’effetto che l’Eucaristia ha sulla società, oltre che sull’individuo. Ho visto che il progresso della coscienza cristiana, sia nell’individuo che nella società, dipende dal progresso della coscienza dell’Eucaristia nei cristiani. In altri termini: se noi sappiamo che cos’è l’Eucaristia e la viviamo come essa è, allora tiriamo fuori dal cristianesimo il più profondo valore sia per la nostra anima che per la società. L’Eucaristia, infatti, fa l’unione dell’uomo con Dio; essa rappresenta il mistero dell’amore di Cristo verso l’umanità. È la comunione con Cristo e con i fratelli, è l’unità con entrambi. Se si vuole un progresso delle aspirazioni comunitarie, unitarie della società d’oggi, che sono le aspirazioni più belle contro i particolarismi, i razzismi, le tirannidi, ecc., bisogna realizzare un progresso di questa coscienza eucaristica, bisogna vivere con profondità questa realtà. Si può dire che la relazione con Dio e con l’uomo stesso è un mistero eucaristico, quello in cui Dio si fa uomo perché l’uomo si faccia Dio. Niente di meno. Chiara, con le sue spiegazioni, ci vuole inserire coscientemente non solo nel pensiero di Cristo, ma nella persona di Cristo, nella sua umanità e nella sua divinità. Ci vuole mettere a convivere, mediante la comunione sacramentale, con la divinità e con l’umanità di Gesù, tutte e due. È una rivoluzione che deifica l’uomo e lo mette contro e sopra il processo di degradazione in corso nella società. Dall’Eucaristia comincia la rivolta contro la morte. Chiara così impone un carattere di eroismo, di santità, alla nostra vita. Non serve ad essi la mediocrità per stare nella convivenza umana; viene a mente la domanda dell’angelo alle anime che entravano nel purgatorio dantesco:“0 gente umana per volar su nata,- perché a poco vento così cadi?”. Cioè, o uomo, perché tu, che sei nato per volare a Dio, ti lasci cadere nel peccato così facilmente e perdi questo volo? La santità è eroismo, ma un eroismo facilitato immensamente dal nutrimento quotidiano del pane eucaristico. Esso comporta una devozione quotidiana, assidua, di giorno in giorno più alta, sopra la mediocrità di cui vive tanta parte dell’umanità oggi. Una mediocrità fatta di menzogne, di lussuria, di furti, di violenza che non è un vivere, ma un organizzare stoltamente la nostra agonia. Con l’Eucaristia si vola!». Igino Giordani, Con l’Eucaristia si vola, «GEN» novembre 2004, pp.10-11 www.iginogiordani.info (altro…)
Giu 6, 2015 | Chiesa, Famiglie, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
“Una celebrazione come questa si è vista solo in occasione della visita di Giovanni Paolo II (1983)”, scrive Filippo Casabianca, da El Salvador, un paese di 6 milioni di abitanti in una superficie di appena 21 mila km2, che ha avuto tra i suoi figli questo vescovo ampiamente riconosciuto come una delle più significative figure ecclesiali del continente americano. La causa era stata aperta dal vescovo Rivera y Damas, suo successore alla guida della Diocesi, un anno dopo la sua morte, avvenuta il 24 marzo 1980. Fu proprio quell’anno che giunsero Marita Sartori e Carlo Casabeltrame, per primi fra i focolarini, a visitare tre frati francescani che avevano cominciato a diffondere l’Ideale dell’Unità. In quel decennio tragico che iniziò con l’assassinio di Mons. Romero e culminò con quello di 7 Gesuiti, si diffuse con un impeto straordinario il Movimento dei Focolari in diversi punti del paese, in uno scenario di guerra fra militari e guerriglia, fino all’apertura del focolare femminile nel 1989, nonostante il pericolo per le focolarine straniere che vi parteciparono. Da allora il paese ha vissuto un processo che l’ha condotto alla firma di un trattato di pace, nel 1992, e poi avviato in un percorso democratico con certa stabilità politica, ma orfano della riconciliazione tanto desiderata per cui oggi evidenzia una polarizzazione distruttiva. A ciò si aggiunge il flagello dell’insicurezza dovuta alla proliferazione di bande criminali giovanili (maras) e della povertà di grandi fasce. Le comunità dei Focolari sono impegnante in molteplici iniziative di sostegno a famiglie disagiate tramite i programmi di Azione Famiglie Nuove e AMU, che hanno permesso la continuità negli studi per centinaia di ragazzi, sostenuto iniziative di centri educativi per bambini poveri e interventi in un quartiere a rischio per creare spazi di integrazione sociale. Con la beatificazione di Romero si è formata una coscienza di opportunità storica nella popolazione. Il suo messaggio è percepito come una medicina che può contribuire a capovolgere le visioni contrapposte, a sanare i cuori induriti dal risentimento e fornire quel di più necessario all’impresa della riconciliazione. “È una sfida – così la chiama Maribel – che comincia col seguire l’esempio di Mons. Romero, che per me continua nell’aiutare i miei alunni a coltivare la pace e la giustizia nei loro cuori”. Mentre per Amaris “La festa deve cedere il passo alla riconciliazione che sta nel perdonare e chiedere perdono, per sanare ferite che sono ancora aperte”. Nella comunità dei focolari l’impegno per l’unità e la riconciliazione è stato sempre presente, ma adesso acquista i connotati di un mandato alla luce della testimonianza eroica di mons. Romero “che ha saputo piangere con chi piange – osserva Flora Blandon – e rallegrarsi con chi ne aveva un motivo. La beatificazione è il riconoscimento della sua vita radicata nell’amore” Nel messaggio all’attuale Arcivescovo di San Salvador, Josè Luis Escobar Alas, il Papa definisce Romero come “uno dei migliori figli della Chiesa”, attribuendogli i lineamenti tipici del Buon Pastore a lui tanto cari. “Perché (Dio) ha concesso al vescovo martire la capacità di vedere e ascoltare la sofferenza del suo popolo e modellare il suo cuore perché, in suo nome, lo orientasse e illuminasse”. Francesco riconosce, inoltre, la sua esemplarità e invita a incontrare nella figura di Romero “forza e coraggio per costruire il Regno di Dio e impegnarsi nella ricerca di un ordine sociale più equo e degno”. Leggi anche: CittàNuova online (altro…)
Giu 5, 2015 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«Nel settembre scorso – racconta Luigi, sindacalista, impegnato insieme a don Peppino e altri della parrocchia a vivere la spiritualità dell’unità – è nata l’idea di organizzare dei pranzi solidali per chi sta ai margini della società, per i soli». Il luogo dove farli? «Ci siamo resi conto che con un po’ di lavoro l’ambiente che usiamo per le riunioni parrocchiali poteva diventare un’accogliente sala da pranzo. Non è stato difficile neppure individuare gli invitati. I loro volti sono a noi familiari, gente che vediamo per strada, che abita nel quartiere dove anche noi viviamo, alcuni sono i vicini della porta accanto: assistiti dalla Caritas, anziani, stranieri …». «Abbiamo iniziato col suddividerci i compiti – incalza Grazia, mamma di 2 bambini –. Chi si è offerto a fare la spesa, sensibilizzando anche ristoranti e supermercati; chi a cucinare, nell’attenzione di preparare pietanze che anche gli amici musulmani potessero mangiare. I più vigorosi si sono offerti per allestire la sala e le ragazze si sono proposte per l’animazione. Una squadra ben assortita, insomma: giovani, adulti e anche bambini». Il primo pranzo è stato realizzato nel mese di ottobre 2014. È stata per tutti una domenica solare, come lo era il volto del vecchietto col bastone e la signora a cui piace ballare e che si è tanto divertita. A pochi giorni dal Natale c’è stato il secondo pranzo. «Non si può immaginare la gioia dell’attesa – ricorda Vincenzo, studente di architettura – all’apertura della sala c’erano già alcune anziane sedute su di una panchina ad aspettare. Appena ci hanno visto sono venute ad abbracciarci, ci hanno fatto gli auguri e poi sono andate a cercare il loro posto. Subito dopo sono arrivati anche tutti gli altri, compresi tanti bimbi con i loro genitori. Tra una portata e l’altra, un po’ di musica, karaoke e, poi, guidati dalle ragazze marocchine, si è ballato su canzoni del loro Paese». I bambini, nel frattempo, hanno giocato, colorato, cercando di attendere pazienti la grande sorpresa … l’arrivo di Babbo Natale che ha distribuito regali per tutti! «Per noi organizzatori non c’erano doni impacchettati – racconta commossa Carla, casalinga – ma abbiamo avuto un regalo ben più prezioso: lo spettacolo di tutte quelle persone, che finalmente sorridevano, felici». Al pranzo natalizio è seguito quello dell’Epifania, e tanti altri ancora: una tradizione che continua. E che ogni volta diventa occasione per l’intrecciarsi di tante culture e religioni. Fra gli invitati, che via via sono sempre più numerosi, ci sono arabi, ucraini, cattolici, ortodossi, evangelici, persone che non hanno convinzioni religiose e soprattutto tanti musulmani. «Fatica? Impegno? Problemi? Anche – ammette Luigi –, perché non è facile organizzare dal nulla pranzi come questi. Ma la gioia che tali momenti ci regalano è indescrivibile, lasciando in ciascuno di noi il desiderio e l’inventiva di fare di più. Sono vere e proprie opportunità di crescita come persone e del senso di comunità, sia in noi organizzatori che negli invitati, i quali ormai non sono più tali, ma veri fratelli». (altro…)