Gen 27, 2008 | Cultura, Sociale
Città Nuova Editrice insieme al Movimento dei Focolari di Roma presenta il volume “Erano i tempi di guerra…” agli albori dell’ideale dell’unità, una nuova pubblicazione di Chiara Lubich e Igino Giordani Intervengono il Prof. Piero Coda, Presidente dell’Associazione Teologica Italiana; Graziella De Luca, Movimento dei Focolari; il Sen. Alberto Monticone, Docente di Storia Moderna; Michel Vandeleene, Curatore del volume Nel libro, pubblicato dall’editrice Città Nuova, Chiara Lubich comunica con straordinaria limpidezza l’essenza del carisma del Movimento dei Focolari e lo fa con uno scritto del 1950, conosciuto sotto il nome di «trattatello innocuo»: un vero manifesto dell’ideale dell’unità, tipico dei Focolari. Al suo racconto fa seguito la viva narrazione di Igino Giordani, che ripercorre le tappe salienti della storia del nascente Movimento, costellata di ‘fioretti’. La presentazione del volume è firmata dal card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano. Ne riportiamo alcuni stralci: Quando un’esperienza autenticamente evangelica muove i suoi primi passi, è in un certo senso lo Spirito Santo stesso che nuovamente prende la parola. Di questa acuta osservazione, che fece l’allora cardinale Joseph Ratzinger in apertura del Convegno mondiale dei movimenti e delle nuove comunità ecclesiali del 1998, il Movimento dei Focolari è una chiara testimonianza. Le pagine di questo libro ci riportano, come a ritroso, ai suoi albori, per farci gustare le primizie di un nuovo carisma dello Spirito. (…) Chiara Lubich è fra le personalità più stimate e ascoltate del nostro tempo, eppure, lei stessa racconta con disarmante semplicità che né lei né le sue prime compagne avevano in mente di fondare una comunità e meno ancora un movimento. Si sente nelle pagine da lei scritte l’afflato dello Spirito, la freschezza del Vangelo che sgorgava limpido in mezzo a questo gruppo di ragazze decise a viverlo. (…) Alla testimonianza di Chiara Lubich sui primi tempi del suo movimento segue la narrazione di Igino Giordani, che la conobbe nel 1948. Prima ancora di incontrarla, egli era già un laico cattolico molto stimato, impegnato in politica, e uno scrittore rinomato nella Chiesa italiana. Era il tempo in cui l’umanità cercava faticosamente di risollevarsi dalle macerie della Seconda Guerra mondiale e alcuni parlavano addirittura di “inverno” nella Chiesa; situazioni queste che di certo non lasciavano indifferente un laico impegnato come Igino Giordani. (…) Nelle pagine di questo libro, il racconto del suo incontro con il carisma dell’unità di Chiara Lubich è ricco di particolari interessanti e avvincenti.
Gen 25, 2008 | Chiara Lubich, Cultura, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Dare una risposta alla domanda di “sapienza”, che emerge dal mondo accademico e tra la gente, in una società che sta toccando i limiti di una cultura dominata da scienza e tecnologia. E’ questo l’obiettivo che ispira la collaborazione che si prospetta tra la Liverpool Hope University e il Movimento dei Focolari, in particolare con il nascente Istituto Universitario Sophia che inizierà la sua attività a Loppiano, nei pressi di Firenze, nell’autunno prossimo. Ne parla il prof. Gerald John Pillay, rettore anglicano dell’Università inglese, l’unica in Europa a fondazione ecumenica, in un’intervista rilasciata alla rivista New City. E’ una risposta immediata ad una proposta lanciata da Chiara Lubich nel messaggio rivolto all’Università in occasione del conferimento della Laurea h.c. in Teologia (Divinity).
L’Ateneo inglese aveva voluto riconoscere il contributo dato da Chiara Lubich “alla vita della Chiesa, alla pace e all’armonia nella società, all’unificazione dei cristiani delle diverse denominazioni e al dialogo e alla comprensione tra le religioni”. Questa onorificenza è stata l’occasione per approfondire la conoscenza reciproca tra l’università inglese e il Movimento dei Focolari. Chiara Lubich, nel messaggio di cui è stata data lettura il 23 gennaio, nel corso di una cerimonia pubblica a Liverpool, si è detta “profondamente colpita” per la comunanza di ideali improntati all’unità, ed aveva auspicato l’avvio di una collaborazione, in cui intravedeva una speranza per il futuro. La Hope University – che conta oltre 7000 studenti da vari Paesi – vuol essere, infatti, “una comunità accademica” ispirata ai valori cristiani, “un segno di speranza” aperto alle altre fedi e credenze, impegnato a promuovere armonia religiosa e sociale, nella “vita educativa, religiosa, culturale ed economica”. La collaborazione prospettata dal prof. Pillay – che all’inizio di gennaio aveva voluto recarsi, con una delegazione dell’Università, a Rocca di Papa (Roma), per consegnare personalmente a Chiara la laurea h.c. – è un progetto ancora in fase di definizione. Da quell’incontro nascono le prime idee, come il rettore afferma nell’intervista rilasciata poi alla rivista New City: “Già negli scritti di Chiara, che avevo approfondito in occasione di questo riconoscimento, ho trovato il senso dell’unità e la centralità della fede in modo molto stimolante e interiore. Quando ci siamo incontrati a Roma, sono rimasto molto colpito dalla grande sinergia tra la visione del Focolare e la fondazione Hope. Vorremmo precisare dei percorsi di collaborazione sia tra i docenti che per gli studenti, in modo che possano attingere facilmente ai programmi di Hope e a quelli di Sophia. Qui c’è una possibilità davvero affascinante”. Intanto rappresentanti della Hope University saranno presenti all’inaugurazione dell’Istituto Universitario Sophia, occasione per mettere a punto questo progetto. Già un docente di economia del Movimento dei Focolari è stato invitato ad intervenire, nel giugno prossimo, all’evento Great Hope, una settimana di iniziative per giovani futuri leader di vari Paesi del mondo, promosso dall’Università inglese in questo anno in cui Liverpool è capitale europea della cultura. Che cos’è la Liverpool Hope University – E’ un’istituzione accademica che offre un ampio spettro di discipline. Accoglie 7000 studenti, provenienti dalla Gran Bretagna e da altri paesi. E’ una delle università più recenti, ma ha alle spalle una tradizione di alta formazione culturale di oltre 150 anni. L’università nasce nel 2005, dalla fusione di due antichi college, uno anglicano e uno cattolico, a cui in seguito se n’è unito un terzo, cattolico, dando vita nel 1980 ad una federazione ecumenica. Su questa base si svilupperà la Liverpool Hope University, incoraggiata dai vescovi di Liverpool, Derek Worlock (cattolico) e David Sheppard (anglicano), entrambi attivamente impegnati nel dialogo ecumenico: loro motto era “meglio insieme”. Ambedue vedevano in questa nuova iniziativa culturale “un segno di speranza”. (altro…)
Gen 24, 2008 | Ecumenismo
«Molte voci in questa Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, così ricca di iniziative in tutto il mondo, hanno evidenziato quanto l’ecumenismo spirituale sia sempre più l’anima del cammino verso la piena unità visibile dei cristiani e susciti nuova speranza per il futuro. Dalla “vita nuova in Cristo e nello Spirito Santo, proviene la capacità di superare ogni egoismo, di vivere insieme in pace e in unione fraterna e portare ognuno i pesi e le sofferenze degli altri”. Lo ha ripetuto il Papa in questi giorni, definendo “provvidenziale” l’iniziativa dell’Ottavario di preghiera, nata cento anni fa per opera di padre Paul Wattson. Era questo uno dei primi segni del risveglio che lo Spirito Santo suscitava, chiamando i cristiani al rinnovamento, alla riconciliazione e alla comunione dopo secoli di lotte, incomprensioni e pregiudizi. La memoria della conversione di san Paolo che si celebra a conclusione della Settimana di preghiera, ci richiama proprio a questa testimonianza evangelica. Molte sono le vie percorse dallo Spirito per richiamare con forza la cristianità a questa conversione. In tutti i tempi, infatti, sa “far cavare” dal Vangelo quel che serve all’umanità di quell’epoca e che di secolo in secolo appare talmente nuovo e rivoluzionario da sembrare prima quasi ignorato. È per me una meraviglia sempre nuova costatare la varietà dei doni, ancora sconosciuti ai più, che lo Spirito Santo ha riversato nel nostro tempo nelle diverse Chiese cristiane, facendo scoprire le molteplici ricchezze contenute nel Vangelo di Cristo e nella redenzione da Lui operata. Lo sperimentiamo reciprocamente, man mano che si approfondisce il cammino di comunione avviato da quasi un decennio tra movimenti, gruppi e comunità non solo cattolici, ma anche evangelico-luterani, ortodossi, anglicani e anche delle Chiese libere. Comunione che diventa possibile per la comune esperienza dell’incontro con Gesù, per il capovolgimento di vita che provoca. È un’esperienza del dialogo della vita, quella nuova via auspicata da vari ecumenisti in questo momento in cui si parla di una riconfigurazione del movimento ecumenico e che può costituire un humus su cui possono svilupparsi le varie espressioni del dialogo. È stata proprio l’esperienza del Vangelo vissuto narrata ad alcuni pastori e religiose in Germania più di 40 anni or sono, che ci ha aperto il dialogo della vita con il mondo evangelico-luterano e poi con le diverse Chiese cristiane. Ero rimasta colpita dalla sorpresa di quel piccolo gruppo che mi aveva ascoltato: “Come? Anche i cattolici vivono il Vangelo?”. In verità agli inizi non pensavo affatto all’ecumenismo. Per diversi anni ho creduto che il carisma dell’unità fosse unicamente per contribuire a ravvivare il mondo cattolico. I piani di Dio, infatti, mi erano del tutto sconosciuti. Negli anni ’40, era stata per me folgorante la scoperta di un Dio che mi amava immensamente. Era stata più forte dei bombardamenti che colpivano Trento. E tale che ha cambiato radicalmente la mia vita. Ero alla ricerca della verità: m’è nata la certezza che Gesù sarebbe stato il mio maestro. Un’unica cosa volevo: amare Dio come voleva essere amato. Insieme alle mie prime compagne correvo nei rifugi antiaerei anche undici volte al giorno. Portavo solo il Vangelo. Quanto mi sono apparsi annacquati in quel tempo i libri spirituali che avevo letto e meditato! Ogni parola di Gesù, invece, era un fascio di luce incandescente: tutto divino! Vivendole tutto cambia: il rapporto con Dio e con i fratelli. Dal Vangelo apprendo la difficile arte d’amare che esige di immedesimarmi con gli altri, sentendomi peccato col fratello peccatore, errore col fratello errante, fame col fratello affamato. “Entrare” nel fratello, suscita la sua rinascita: rivede la luce perché sente l’amore e nella luce la speranza che allontana la disperazione. Ho l’impressione che si scarceri la redenzione, agendo Gesù – mistica vite – attraverso i suoi tralci uniti a lui. “Che tutti siano uno… come Io e Te”. Queste parole lette a lume di candela in un rifugio, mi sono rimaste impresse a caratteri di fuoco. Avevo una certezza: per quella pagina eravamo nate! Avevo intuito che vi era racchiuso un disegno che avrebbe illuminato cultura e politica, economia, arte e scienze. Un disegno di unità che abbracciava il mondo, tanto che sullo stipite delle porte del nostro piccolo appartamento a Trento, avevamo scritto i nomi dei cinque continenti. Prima di spalancarmi gli orizzonti dei grandi dialoghi aperti poi dal Concilio, lo Spirito mi sottolineava con forza che prima di tutto eravamo chiamate noi a mantener sempre viva l’unità, a tutti i costi, giorno per giorno. Come scrivevo negli anni ’40: “Tutti saranno uno, se noi saremo uno”. Diventa nostro motto: “Far dell’unità tra noi il trampolino per correre dove non c’è l’unità e farla”. L’unità diventa la nostra passione. Tra le molte parole che Gesù aveva detto, scopro che c’è un comando che chiama “mio” e “nuovo”: “Che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amati”. Da allora non facciamo un passo se non siamo unite dalla mutua carità: Ante omnia… (cfr 1 Pietro, 4, 8). Non è sentimentalismo. È costante sacrificio di tutto il proprio io per vivere la vita del fratello. È la perfetta rinuncia di sé, il portar l’uno i pesi dell’altro. È un partecipare di tutto ciò che possiedo, beni materiali e spirituali, al fratello. La vita ha un balzo di qualità. Sperimentiamo una gioia, una pace nuova, una pienezza di vita, una luce inconfondibile. È Gesù che realizza fra noi quella sua promessa: “Dove due o più sono riuniti nel mio nome, Io sono in mezzo a loro”. “Dove due o più”: quante volte l’ho sperimentato in seguito anche con fratelli ortodossi, luterani e anglicani. È Lui che lega noi, membra sparse, in unità col Padre, e in unità fra noi, quell’unità sinora possibile. Ma questa via dell’unità ha un segreto: è racchiuso in quel “come” Gesù ha amato noi: dando tutto di sé sulla croce sino a lanciare al cielo quel misterioso grido “Dio mio Dio mio perché mi hai abbandonato?”. È il dramma di un Dio abbandonato da Dio. Il sentimento della presenza del Padre non doveva farsi più sentire. L’amore era annientato, la luce spenta, la sapienza taceva. Eravamo staccati dal Padre, bisognava che il Figlio provasse la disunità dal Padre per riunirci tutti a Lui, per far di noi Lui: figli di Dio, pieni di luce, del suo amore, della sua potenza, ricolmi di dignità altissima. La sua è una nuova chiamata forte e decisiva. Mi affascinava. Lo vedo dovunque. Ogni divisione, trauma, ogni dolore fisico, morale, spirituale è come un’ombra del suo grande dolore da amare, volere per dare con la morte di me, la vita a molti. Sgorga una preghiera: “T’ho trovato. Ti cerco e spesso ti trovo, ma dove sempre ti trovo è nel dolore. In un qualsiasi dolore sei Tu che mi vieni a visitare. Ed io ti rispondo: Eccomi”. E in questo incontro, per un’alchimia divina il dolore si tramuta in amore, e tante volte, la divisione in unità, che si ricompone. Se non avessi amato Lui nelle prove della vita questa via dell’unità non ci sarebbe. Gesù abbandonato ha vinto tutte le battaglie. È Lui la risposta alla preghiera che gli avevo rivolto insieme alle mie prime compagne, quando affascinate dal suo testamento, gli avevamo chiesto di insegnarci lui come realizzare l’unità». Chiara Lubich (©L’Osservatore Romano – 25 gennaio 2008)
Gen 20, 2008 | Chiara Lubich, Cultura
Chiara Lubich, fondatrice e presidente del Movimento dei Focolari, è stata insignita della laurea h.c. in Teologia dalla Liverpool Hope University, l’unica Università a fondazione ecumenica d’Europa. Come recita la motivazione del dottorato, nell’opera di Chiara Lubich e nel Movimento da lei fondato viene riconosciuto un importante contributo:
alla vita della Chiesa
alla pace e all’armonia nella società
alla riunificazione dei cristiani delle varie denominazioni
alla promozione del dialogo e della comprensione tra le diverse religioni. Per consegnare personalmente l’onorificenza a Chiara Lubich nella sua dimora a Rocca di Papa (Roma), il 5 gennaio scorso è giunta una delegazione della Liverpool Hope University, capeggiata dal rettore e vice cancelliere prof. Gerald John Pillay, precorrendo l’evento accademico ufficiale, che avrà luogo a Liverpool il 23 gennaio prossimo. Durante la cerimonia, sarà data lettura del messaggio inviato dalla neo-laureata. Già si prospettano “futuri passi” in vista di “una collaborazione in un reciproco arricchimento” tra la Liverpool Hope University e il Movimento dei Focolari, in particolare con la nascente università dei Focolari, come ha preannunciato il rettore in un’intervista rilasciata alla rivista Città Nuova.
Gen 18, 2008 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
L’Istituto Universitario “Sophia”, nato da un’intuizione di Chiara Lubich, fondatrice e presidente del Movimento dei Focolari (Opera di Maria), e promosso da lei e da un gruppo internazionale di docenti, è stato ufficialmente eretto dalla Santa Sede con decreto del 7 dicembre 2007.
Sede – L’Istituto avrà sede a Loppiano – cittadella del Movimento, nei pressi di Incisa in Valdarno (Firenze). A partire dall’anno 2008/2009 offrirà una Laurea magistrale (Master’s) in “Fondamenti e prospettive di una cultura dell’unità”, della durata di due anni. In questa fase iniziale sono previsti 50 studenti circa ogni anno. Verrà avviato in seguito il corrispondente dottorato. Che cosa offre – Nel primo anno del Master’s verranno offerti corsi comuni in quattro aree fondamentali: teologia, filosofia, scienze del vivere sociale e razionalità logico-scientifica. Nel secondo anno lo studente potrà scegliere fra insegnamenti specifici nell’indirizzo filosofico-teologico e in quello politico-economico.
Caratteristiche – Si tratta di un laboratorio accademico di formazione, studio e ricerca a forte impianto relazionale alla luce del Vangelo, un’innovativa occasione di crescita umana e culturale, che coniuga studio ed esperienza all’interno di una comunità di vita e pensiero, nella quale la relazione tra le persone è alla base della relazione tra le discipline. Lo studio, la ricerca e le lezioni puntano a instaurare un dialogo costante tra i docenti, e tra gli studenti e i docenti. Ne derivano l’insegnamento a più voci da parte dei docenti e il personale e attivo contributo degli studenti alla comune ricerca. Le lezioni teoriche saranno integrate con esercitazioni, visite guidate, incontri con testimoni privilegiati, periodi di tirocinio o stages in vari ambiti, in particolare nei luoghi di impegno professionale, culturale e sociale che sono espressione di una “cultura dell’unità”, quali, ad esempio, le aziende dell’“Economia di Comunione”. Sono previsti anche incontri con realtà civili ed ecclesiali, con comunità delle diverse tradizioni cristiane, con esponenti delle varie religioni e con rappresentanti delle multiformi espressioni della cultura contemporanea. Obiettivo – Il corso di studi intende conferire una solida competenza culturale, a carattere umanistico e antropologico, valorizzando le conoscenze universitarie precedentemente acquisite nelle diverse discipline e promuovendo la loro integrazione con nuove e specifiche competenze di carattere interdisciplinare, interculturale, relazionale. L’obiettivo dell’Istituto è formare leaders e accademici preparati ad affrontare la complessità del mondo odierno, con un bagaglio di capacità intellettuali e competenze interdisciplinari, interculturali, e relazionali. Corpo docente – Preside dell’Istituto è Piero Coda, attualmente professore ordinario di Teologia sistematica presso la Pontificia Università Lateranense di Roma e presidente dell’Associazione Teologica Italiana; tra i professori residenti che svolgeranno attività di insegnamento e di ricerca nelle discipline fondamentali: Antonio Maria Baggio, Professore associato di Etica sociale presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma; Luigino Bruni, Professore associato di Economia Politica all’Università di Milano-Bicocca; Judith Povilus, già Docente di Matematica nella De Paul University di Chicago e coordinatrice del gruppo internazionale di ricerca Mathzero nel campo della logica formale; Sergio Rondinara, Docente di Filosofia della scienza all’Università Pontificia Salesiana di Roma e di Etica ambientale alla Pontificia Università Gregoriana; Gerard Rossé, Professore di Esegesi del Nuovo Testamento presso l’Istituto Mystici Corporis di Loppiano e all’Ecole de la foi di Friburgo (CH). Decreto pontificio – Il decreto di erezione è firmato dal Card. Zenon Grocholewski, Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica che, nella lettera a Chiara Lubich che lo accompagna, sottolinea la novità dell’Istituto “che sgorga dalle radici della spiritualità dell’unità e dalle ricche esperienze del Movimento” ed estende i suoi auguri per “questo importante progetto, ben radicato nella tradizione accademica ma nel contempo coraggioso e prospettico”. Anche il Cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone si è pronunciato su questo nuovo Istituto accademico, in occasione di un incontro con i sacerdoti diocesani focolarini (Centro Mariapoli di Castelgandolfo, 15.1.2008), definendolo “un dono per la Chiesa e per la società del nostro tempo”. Ne ha evidenziato gli “obiettivi di comunione”, in particolare il carattere marcatamente interdisciplinare, il riflesso sulla “formazione dei leaders”, e le prospettive di incidenza nei più diversi campi: “politico economico, scientifico e filosofico”. (altro…)
Gen 17, 2008 | Chiesa
Domenica prossima 20 gennaio, il Movimento dei Focolari sarà presente in Piazza San Pietro per la recita della preghiera dell’Angelus insieme con il Santo Padre, anche in risposta all’invito del Cardinale vicario Camillo Ruini. Dopo l’increscioso episodio che ha impedito a Benedetto XVI la visita all’Università “La Sapienza”, i Focolari desiderano esprimere ancora tutta la loro vicinanza, l’affetto e la gratitudine verso la Sua Persona e il Suo Magistero. Ritrovarsi insieme con Benedetto XVI sarà motivo di viva gioia e di profonda serenità per contribuire a stemperare il clima d’intolleranza e trarre dalla triste vicenda motivi per un rinnovato impegno al dialogo tra tutte le componenti del nostro Paese.
Gen 15, 2008 | Chiesa, Focolari nel Mondo
Un dialogo intenso, spontaneo, profondo ha segnato l’incontro del card. Tarcisio Bertone, con gli oltre 600 sacerdoti diocesani focolarini, provenienti da 54 Paesi, al Centro Mariapoli di Castelgandolfo. Era la prima volta che, da Segretario di Stato, il cardinale faceva visita al Movimento dei Focolari, in questo centro internazionale. Era stato invitato per un dialogo con sacerdoti, riuniti per il loro incontro annuale.
Il cardinale ha ascoltato le testimonianze di alcuni “focolari sacerdotali” sugli effetti che il “carisma dell’unità” vissuto provoca in vari contesti ecclesiali e socio-culturali: dall’Irlanda, dove, in un panorama di crescente secolarizzazione, si inserisce un rinnovato rapporto col vescovo e con gli altri sacerdoti, un forte impegno nelle università, nel campo ecumenico ed interreligioso, un’efficace presenza nel mondo dei media; dalla Svizzera: con la nascita di vocazioni suscitate dalla testimonianza dell’unità, la vita in comune fra sacerdoti diventa punto di riferimento per altri presbiteri e antidoto alle crisi della vocazione; cresce la frequenza domenicale; dall’Italia (Ascoli Piceno), dove la collaborazione fra sacerdoti e laici animati dalla spiritualità di comunione infonde nuova vita nella città come è successo lo scorso ottobre quando, in occasione di un evento promosso dai giovani dei focolari, si è riusciti a coinvolgere le istituzioni civili e la cittadinanza. Sei le domande rivolte al Segretario di Stato, da sacerdoti di varie parti del mondo: dall’attuazione del magistero di Benedetto XVI, alle attuali sfide della Chiesa nel mondo, dalle lacune delle comunità ecclesiali, alle priorità nelle scelte pastorali. E poi il ruolo dei Movimenti ecclesiali, l’attuazione della “Chiesa-Comunione”, la formazione nei seminari, l’aiuto ai sacerdoti in difficoltà. E ancora, il rapporto personale, quotidiano, del cardinale con il Papa.
“L’irrilevanza della fede”, “L’isolamento e la solitudine”. Queste, le due maggiori sfide che stanno di fronte ai cristiani oggi. Il cardinale ha richiamato una riflessione dell’allora card. Ratzinger, pubblicata in un libro recente, dove afferma che “l’estrema prova della solitudine incomunicabile è l’inferno”. “E questo dice che la solitudine, noi la iniziamo da qui e quindi l’inferno lo iniziamo da qui”. Ha fatto due citazioni. Sartre: “Gli altri per me sono l’inferno”. Gabriel Marcel: “Gli altri per me sono il cielo”. “Allora – ha aggiunto – il cielo, il paradiso lo incominciamo qui con la spiritualità di comunione, con il carisma di comunione. Il contrario della solitudine”. In risposta al relativismo: “Non bisogna stancarsi di cercare la verità e i testimoni della verità”. Una domanda personale: “Lei è un illustre figlio di San Giovanni Bosco. In che modo questa “filiazione carismatica” la aiuta nel suo ministero attuale?”. “Il carisma salesiano mi ha aiutato sempre nella mia vita, sin da ragazzo” – ha risposto. “Poi sono entrato nella congregazione, ho assimilato un po’ questo spirito di famiglia, la capacità di ascolto e di accoglienza, e di confidenza…”.
Sui Movimenti ecclesiali: “I Movimenti hanno piena cittadinanza nella Chiesa. La loro presenza, viva, efficace, trasformante, suscita attenzione anche nei non cristiani”. Rivolgendo lo sguardo ai carismi antichi e nuovi: “Il Signore continua a essere creativo, la creazione è in atto nell’universo, nel cosmo… è in atto soprattutto attraverso l’azione dello Spirito”. E ha invitato a “potenziare lo spirito e la prassi di comunione tra nuovi carismi e istituti storici”. Un “calorosissimo saluto” a Chiara Lubich è stato rivolto dal card. Bertone, dopo aver riconosciuto il fondamentale ruolo dei fondatori nella vita della Chiesa. (altro…)
Gen 15, 2008 | Chiesa
In riferimento alla mancata partecipazione del Papa all’inaugurazione dell’anno accademico presso l’Università La Sapienza di Roma, il Movimento dei Focolari manifesta solidarietà a Papa Benedetto XVI, al quale una minoranza del mondo accademico e studentesco ha impedito di esprimere il proprio pensiero.
È soprattutto un senso di tristezza quello che rimane dopo quanto accaduto, di fronte a taluni esponenti del mondo accademico che, in nome di una malintesa laicità, si offrono in questa occasione come esempio di intolleranza, più che come laboratorio aperto ad un fecondo confronto di idee.
Noi, come tanti altri con noi, ci rammarichiamo anche perché il Pontefice è un professore universitario, oltre che una figura spirituale, morale e culturale di autorevolezza unica nel mondo.
Il Movimento dei Focolari conferma il suo rinnovato impegno, con il Papa, perché, nonostante le incomprensioni di alcuni, il mondo cattolico continui ad offrirsi alla società italiana, in particolare alla sua componente scientifica ed accademica, in un dialogo rispettoso e fecondo che operi concretamente, tutte insieme le forze positive e vitali, per il bene del nostro Paese.
Gen 11, 2008 | Nuove Generazioni
Il programma è impegnativo: la “conquista” della città. Da qualche anno a questa parte i Ragazzi per l’unità, hanno deciso di rimboccarsi le maniche nelle proprie città dove, si sa, si gioca la sfida della convivenza umana. Il motto è fatto di due parole in una: “ColoriAmo”. Il campo d’azione ha una
preferenza: gli angoli più grigi di città e paesi. L’obiettivo: colorarli con la fantasia dell’amore, nei cinque continenti, con un metodo che ben si esprime in quel think globally, act locally che li fa, appunto, pensare globalmente e agire localmente, come richiede oggi la società. A Milano i ragazzi prendono di mira un campo Rom. In Rwanda gli obiettivi sono un istituto di orfani, un reparto pediatrico di un ospedale, i malati di Aids. In California, in una scuola dove c’è aria di razzismo, fondano un Club per diffondere la cultura del rispetto della diversità. In India, insieme, ragazzi cristiani e indù vanno in aiuto a coetanei disabili. Ma apriamo lo zoom su ciò che è successo ad un gruppo di ragazzi africani che avevano deciso di far visita alle detenute del carcere di Iringa, in Tanzania:
«La prima difficoltà era quella di convincere la vigilanza a farci entrare. La seconda era di riuscire a portare quei regali che avevamo messo in comune: frutta, sale, sapone… ma anche la ‘Parola di vita’, le nostre esperienze e canti. Abbiamo camminato tre chilometri prima di arrivare davanti ai militari di guardia all’ingresso. Erano armati e sul loro volto neanche l’ombra di un sorriso! Ricordandoci che anche in loro dovevamo riconoscere il volto di Gesù li abbiamo salutati, sorridendo noi per primi. “Non potete entrare tutti! E quelli che tra voi sceglieremo, comunque non potranno cantare là dentro”. In cambio, però, ci hanno permesso di portare i nostri regali.
Con le recluse abbiamo letto la Parola di vita e testimoniato come essa cambi la nostra esistenza. Mentre parlavamo dell’amore di Dio che è per tutti e che anche noi possiamo ricambiare, le guardie erano in silenzio ad ascoltarci. Alla fine la gioia delle prigioniere è scoppiata in canti e danze: era il loro modo per ringraziarci. Il personale della sorveglianza, senza parole, si chiedeva: “Ma chi sono questi ragazzi?”. Siamo tornati a casa felici con nuove forze per continuare a colorare la città». … Leggi il testo integrale
Da Città Nuova n. 1- 2008 (altro…)
Gen 6, 2008 | Famiglie
Quando Dio ha creato il genere umano ha plasmato una famiglia. Quando lo Scrittore sacro voleva manifestare l’ardore e la fedeltà dell’amore di Dio verso il popolo eletto, si è servito di simboli o analogie familiari. Quando Gesù si è incarnato, si è circondato di una famiglia e quando a Cana ha iniziato la sua missione, stava festeggiando una nuova famiglia. Semplici constatazioni, che rivelano però quanto sia preziosa ed importante la famiglia nel pensiero di Dio. Egli non solo le ha dato grande dignità, ma l’ha voluta “a Sua Immagine”, intrecciandola col mistero della Sua stessa vita, che è Unità e Trinità d’Amore. Un grande disegno dunque sorregge la famiglia e la pone sulle orme della Santa Famiglia di Nazaret. Luogo di un amore che va e che torna, di comunione, di fecondità e tenerezza, la famiglia è segno, simbolo, tipo di ogni altra forma di umanità associata. Non è retorico affermare che la famiglia è il primo bene sociale. Nella quotidiana gratuità che dà senso e valore alle sue funzioni di generazione ed educazione, la famiglia immette nel tessuto sociale quel bene insostituibile che è il capitale umano, ponendosi così come efficace risorsa dell’umanità. Ma non solo. Essa sa aprire casa e cuore ai drammi che attraversano la società e sa portare il calore familiare laddove strutture e istituzioni, pur con tutta la buona volontà, non possono arrivare. Ma se grande è il disegno, altrettanto grande deve essere l’impegno per la sua attuazione. Oggi più che mai vediamo la famiglia manifestare al mondo la propria fragilità. Vediamo sposi che, di fronte alle prime difficoltà della vita a due, smettono di credere nel loro amore. Vediamo figli che, privati dalla vicinanza di genitori uniti, trovano difficoltà a spiccare il volo verso un futuro impegnato. Vediamo anziani che, allontanati dal nucleo famigliare, si ritrovano senza cittadinanza né identità. Oggi più che mai la famiglia va amata, protetta, sostenuta. Occorre non smettere mai di attingere al suo disegno originario, che la vede unita in un ‘per sempre’ che la consolida e la realizza. Occorre riempire di significato il vissuto famigliare con una spiritualità di comunione, congeniale alla famiglia, piccola comunità d’amore. Occorrono correnti di opinione fondate sui valori e adeguate politiche familiari. E’ questo l’augurio che metto nelle mani di Maria Santissima, sede della sapienza e madre di casa, per il bene della famiglia oggi e per la realizzazione dell’intera famiglia umana. (altro…)