Feb 28, 2007 | Cultura
“Dalla ricchezza delle esperienze e delle realizzazioni che abbiamo presentato questi giorni emerge la necessità di trarre alcune linee per la definizione di modelli scientifici, che riescano a far coniugare il vissuto con le linee teoriche e – viceversa – a tradurre quanto deriva dalle elaborazioni culturali nella prassi medica”. “Siamo consapevoli di essere solo all’inizio di questo percorso nel quale ciascuno può e deve sentirsi interpellato. Perché quanto sviluppato fino ad ora trovi una sua continuità e possa dar origine ad ulteriori sviluppi, si propongono alcuni obiettivi: A. Ipotesi formative nei vari Paesi: – gruppo di studio internazionale per l’elaborazione di linee culturali sulle tematiche emerse dal congresso – seminari di approfondimento e confronto della prassi medica nelle specifiche discipline – corsi di formazione – elaborazioni di proposte per introdurre nei curricula universitari moduli formativi su comunicazione e relazionalità. B. Sviluppo di modelli applicativi quali: – progetti basati sull’interdipendenza (tra servizi, enti, istituzioni, sistemi sanitari) – protocolli di ricerca per la validazione dell’efficacia di una metodologia basata sulla “reciprocità” applicata nei diversi contesti professionali – sviluppo di “sinergie” tra associazioni, privati, enti che promuovono servizi per la valorizzazione della relazione in medicina. Tra i progetti, il primo che sarà realizzato nell’anno in corso è l’edizione di una raccolta di elaborati scritti da professori di varie discipline mediche, che hanno voluto offrire quasi un “distillato” della loro esperienza professionale alla luce della relazionalità. Da questi testi traspare quella che si potrebbe definire l’essenza dell’arte medica. Per dare rilievo adeguato a questo progetto, si è pensato ad una presentazione ufficiale del volume che raccoglierà questi contributi”.
Feb 18, 2007 | Chiara Lubich, Chiesa
Sabato 17 febbraio, “il Padre ha chiamato a sé don Silvano Cola”, deceduto improvvisamente per arresto cardiaco, al Centro sacerdotale a Grottaferrata, dove viveva con altri sacerdoti.
Era responsabile della diramazione dei sacerdoti diocesani che si è formata sin dagli anni ’50 nel nascente Movimento dei Focolari. Don Silvano è stato tra i primi sacerdoti che, a contatto con i Focolari, hanno trovato nuovo impulso per il ministero sacerdotale, nell’unità che scaturisce dalla reciprocità dell’amore evangelico, centrale nella spiritualità dei Focolari. Comunicando la notizia della morte, Chiara Lubich evidenzia in modo particolare la “generosità instancabile” con cui ha svolto il suo incarico al servizio del mondo sacerdotale: “Avendoli amati, li amò fino alla fine”. In questi ultimi anni, don Silvano Cola aveva condiviso con una delle prime focolarine, Valeria Ronchetti, la responsabilità della segreteria istituita dalla fondatrice dei Focolari per promuovere la comunione tra movimenti ecclesiali e nuove comunità, avviata, in risposta al desiderio di Giovanni Paolo II, dopo il grande incontro in piazza San Pietro, la vigilia di Pentecoste 1998. Don Silvano Cola era nato a Camerino (Macerata) il 22 gennaio 1928 ed è stato ordinato sacerdote a Torino il 27 giugno 1950. D’accordo col suo arcivescovo, nel 1964 si era trasferito al Centro del Movimento, a Rocca di Papa (Roma). Nel 1990 prese parte come uditore al Sinodo dei Vescovi sulla formazione sacerdotale. Attualmente era membro del Consiglio generale dei Focolari. I funerali avranno luogo martedì prossimo, 20 febbraio, alle ore 14.30, al Centro Mariapoli di Castelgandolfo (Roma) – in via san G. Battista de la Salle. (altro…)
Feb 17, 2007 | Ecumenismo
Più Europa, più unità e più ecumenismo. Sulla strada che porta all’Assemblea continentale di Sibiu, 180 movimenti cattolici, evangelici, anglicani e ortodossi si incontreranno il 12 maggio a Stoccarda, per lanciare un segnale forte al Vecchio continente. «I cristiani – ha spiegato Marco Impagliazzo della Comunità di Sant’Egidio – vogliono un’Europa unita, che non si ripiega su se stessa, ma riconosce anche un destino comune con altri continenti, a partire dall’Africa». Il messaggio è partito ieri proprio dalla sede della Comunità, nata a Trastevere nel 1968, dove l’incontro di Stoccarda (che prevede di riunire più di 10 mila persone dal vivo, oltre al pubblico in collegamento via satellite da vari Paesi) è stato presentato alla stampa. Insieme con Impagliazzo, che ha fatto gli onori di casa, erano presenti Gabriella Fallacara, del Movimento dei Focolari, il tedesco Gerhard Pross, della Comunità evangelica, il belga Christophe D’Aloisio, presidente della Confederazione mondiale della gioventù ortodossa, il francese Gerard Testard, presidente della comunità Fondacio e l’inglese Emma Barnes, del corso Alpha della Chiesa anglicana. «Non siamo l’Onu dei movimenti – ha proseguito Impagliazzo – ma una realtà di comunione. E anche con manifestazioni come questa noi cristiani vogliamo essere uniti in un’Europa unita, per costruire un tessuto sociale nuovo nel nostro continente». L’incontro di Stoccarda, infatti, ha alle spalle tutto un cammino di preparazione. «Intanto è già il secondo della serie (il primo si svolse nel 2004) e inoltre è stato preceduto da una serie di incontri tra i responsabili dei movimenti, che hanno preso il via nel 1999 proprio nello stesso giorno della storica firma della Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione». Come ha ricordato durante la conferenza stampa Gabriella Fallacara, «in questo momento della storia europea, così complesso e difficile, in cui i valori cristiani subiscono violente scosse, vogliamo dire, tutti insieme: la nostra notte non ha oscurità. La luce che scaturisce dal Vangelo, in famiglia, in politica, nel lavoro, nella convivenza tra diversi, è inesauribile. Crediamo nell’Europa dello spirito». A sottolineare i progressi in tal senso ci ha pensato il tedesco Gerhard Pross: «Ci sono gruppi che due anni fa non avrebbero immaginato di ritrovarsi insieme. E nessuno di noi ha paura di perdere la propria identità, ma arricchiamo la Chiesa e la nostra esperienza di comunione, senza cercare accordi al ribasso». Il programma di “Insieme per l’Europa” prevede gli interventi, tra gli altri, di Chiara Lubich e Andrea Riccardi, rispettivamente fondatori del Movimento dei Focolari e della Comunità di Sant’Egidio. Largo spazio sarà dedicato alle esperienze di comunione e agli indirizzi comuni su grandi temi sociali europei: giovani, matrimonio e famiglia, economia, povertà, pace e giustizia, oltre all’ambito “città”, che comprenderà vari argomenti tra i quali l’arte, l’ecologia e la cittadinanza. La giornata del 12 maggio sarà preceduta – il 10 e 11 maggio – da un congresso dei rappresentanti dei movimenti e delle comunità di tutta Europa. Numerose le personalità invitate alla manifestazione del 12. Tra gli altri i cardinali Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, Peter Erdö, arcivescovo di Budapest e presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee e Karl Lehmann, presidente della Conferenza episcopale tedesca. Anche la Kek, Conferenza delle Chiese cristiane, sarà rappresentata ai massimi livelli, mentre si aspettano adesioni dal mondo politico. (da Roma Mimmo Muolo – Dal quotidiano Avvenire 17.2.2007, pag.18)
Feb 13, 2007 | Cultura
Venerdì 16 febbraio 2007
Introduzione ore 10,00 Roberto Bernabei
I sessione ore 10,30 – 11,15 COMUNICAZIONE E RELAZIONALITÀ IN MEDICINA
Moderatore: Flavia Caretta “Medicina Dialogo Comunione”: le radici, gli sviluppi, gli obiettivi Giuseppe Mazzella La “persona” in relazione: quale modello di riferimento? Vera Araujo Comunicazione e relazionalità in medicina: lo stato dell’arte Flavia Caretta
II sessione ore 11,45 – 13,00 LA RELAZIONE MEDICO-PAZIENTE
Moderatore: Ulrike Zachhuber Dalla “costruzione” della storia clinica al conseguimento degli obiettivi terapeutici Teodoro Marotta Pratica medica, comunicazione e qualità di vita Michel Dupuis Curare chi cura Massimo Petrini
Discussione
Sessione poster/workshop ore 14,00 – 15,00
III sessione ore 15,30 – 17,00
La comunicazione della diagnosi in una prospettiva interdisciplinare: Tavola rotonda Moderatori: Gabrielle Mettendorff – Enrico Rezzonico Intervengono: – l’internista: Gabrielle Mettendorff – il neurologo: Paolo Bongioanni – lo psichiatra: David White – il pediatra: Luisa De Cristofaro – il palliativista: Umberto Mazzotti Diez – il ginecologo: Salvatore Mancuso – il medico universitario: Witold Lukas Discussione
IV sessione ore 17,30 – 19,00 LA RELAZIONE TRA GLI OPERATORI
L’inter-relazione tra operatori in medicina: Presupposti, metodi, effetti Antonio Acquaviva Presentazione di alcuni modelli applicativi Moderatori: Mariagrazia Arneodo – Antonio Bavazzano Il lavoro d’équipe in un dipartimento di terapia intensiva Matthieu Middelkoop L’inter-relazionalità nel distretto sanitario Pilar Fernandez del Moral L’epidemiologia: una professione al centro di relazioni interdisciplinari e interprofessionali Farouk M. Mesli Multiprofessionalità e qualità dell’assistenza in ospedale Mateus Rotta Inter-relazione in oncologia: IRIS (Insieme per realizzare iniziative di solidarietà) Giovanni Scambia Interdisciplinarietà in geriatria: un’ipotesi formativa Alberto Marsilio
Sabato 17 febbraio 2007
V sessione ore 9,00 -10,45 LA PROFESSIONALITÀ IN MEDICINA
Le componenti della professionalità nella società che cambia Cesare Catananti Interpretando la professionalità – Tavola rotonda Moderatori: Francesco Marabotto – Roberto Girelli Intervengono: – il docente universitario: Fernanda Bueno Morrone – lo studente: Marta Iuzzolini – Lucia Luzi – il medico ospedaliero: Gerard van Meel – il medico di famiglia: Mabel Aghadiuno – l’infermiere: Yvonne Kremmer – l’anestesista: Gabriele Mueller – il riabilitatore: Aino Mirjam Inkeri Kelo Discussione
VI sessione ore 11,15 -13,15 DALL’INTER-RELAZIONALITÀ ALLA RECIPROCITÀ
Presupposti della reciprocità Anna Fratta Progetti internazionali: realizzazioni, risultati preliminari, nuove prospettive Moderatori: Elena Giacchi – José Juan Quesada Arroquia Collaborazione multicentrica: risultati del gruppo europeo “IOTA” (International Ovarian Tumor Analysis) Antonia Testa, Lil Valentin, Dirk Timmermamn Un nuovo modello culturale nel trattamento dell’ HIV/AIDS. Un progetto in Africa nell’ambito dell’UNAIDS Marcel Mbula “Bukas Palad”: medicina di comunità a Manila Imelda Palomino Un percorso di reciprocità : dalla Clinica Sorriso – Igarassu-Brasile all’Ambulatorio per il bambino adottato e immigrato – Ospedale Meyer – Firenze Honorina Nobrega Costa, Josafa De Oliveira Costa, Giuseppina Veneruso Management del cancro della cervice: sviluppo di un modello di partnership secondo l’approccio etnografico tra Paesi a diverso standard assistenziale (Italia-Cameroun) Laura Falchi
Conclusioni
Feb 12, 2007 | Cultura
Mentre nel mondo occidentale è vivo il dibattito su eutanasia, accanimento terapeutico e limiti alle cure, il Congresso internazionale di Medicina propone ricerche, modelli applicativi, risultati di progetti internazionali che affrontano in una prospettiva pluridisciplinare le sfide poste da sofferenza, malattia e morte. 600 gli operatori sanitari attesi da 35 nazioni dei 5 continenti. Chiave del Congresso – Il Congresso ha individuato nella “Comunicazione e relazionalità” la chiave per aprire nuove prospettive all’agire medico di fronte alle sfide attuali. Verranno presi in esame i diversi ambiti, come epidemiologia e prevenzione, trattamento Hiv/Aids, patologia oncologica, geriatria. L’obiettivo del Congresso infatti è: individuare strategie ed elaborare linee culturali che promuovano una formazione alla relazionalità nella prospettiva della fraternità. Tra i temi al centro del confronto: la relazione medico-paziente; la comunicazione della diagnosi, dal “punto di vista del chirurgo, del neurologo, dello psichiatra, del pediatra, dell’oncologo, dell’anestesista”. Verranno presentati alcuni modelli applicativi, come l’inter-relazionalità nel distretto sanitario e nella gestione ospedaliera, un progetto di formazione interdisciplinare o una collaborazione in campo epidemiologico nel mondo musulmano in Algeria. Progetti internazionali – Nel corso del Congresso verranno presentati i risultati di alcuni progetti: un nuovo modello culturale nel trattamento HIV/Aids in Africa; l’esperienza di medicina di comunità del Centro “Bukas Palad” (A mani aperte) di Manila; collaborazioni in ambito sanitario tra nazioni a diverso standard assistenziale. Collegamento satellitare – 20 le capitali collegate: in Europa (Spagna, Svizzera, Polonia, Romania, Belgio, Lituania, Ungheria, Russia), Africa (Camerun, Benin, Tanzania), America del Nord (Stati Uniti e Canada), America del Sud (Venezuela, Colombia, Uruguay, Argentina), Asia (India, Giappone) verranno organizzati in contemporanea convegni e seminari di professionisti del mondo della salute. I promotori – L’evento è organizzato dall’associazione MDC – Medicina Dialogo Comunione, nata con lo scopo di contribuire ad un’antropologia medica ispirata ai principi della spiritualità dell’unità che anima il Movimento dei Focolari. Il Congresso si svolgerà in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Gerontologiche, Geriatriche e Fisiatriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Feb 11, 2007 | Famiglie, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
M. e io eravamo sposati da 17 anni e avevamo quattro figli, quando ho avvertito in lei un profondo cambiamento nei miei confronti. Era spesso assente da casa per via del suo lavoro come assistente sociale, in un ente governativo che si dedicava ai ragazzi abbandonati. Dopo alcuni mesi ho scoperto che aveva una relazione con un suo collega. È stato un momento terribile: ho visto crollare il nostro rapporto, la famiglia, la mia vita. Mi sentivo tradito, profondamente ferito nel mio orgoglio e disperato, vedendo la distruzione di quanto avevamo costruito negli anni. Poco dopo mia moglie ha deciso di abbandonare la famiglia. Un giorno, mentre io ero al lavoro, è andata a casa a prendere le sue cose e ha litigato con le figlie più grandi, di 15 e 17 anni. Non avevo alternative: potevo soltanto accettare la sua decisione, anche se ciò ha causato in noi enorme sofferenza. Ho pregato e chiesto a Dio: “Aiutami tu! Dammi la forza e la grazia per superare tutto!” Ero certo del Suo amore. Ma non è stato facile. Avevo chiesto aiuto pure a mia sorella, che mi aveva fatto riflettere su quanto anche Gesù non meritasse la sofferenza patita: era stato tradito dagli uomini, aveva sofferto l’umiliazione, ed è giunto persino a gridare l’abbandono del Padre. Riconoscendolo e amandolo in questo enorme dolore, mi sono rimesso in piedi, giorno dopo giorno, e ho fatto una scelta più radicale di Dio. Fissando la mente e il cuore in Lui, il mio dolore trovava significato: all’odio iniziale stava subentrando un sentimento di misericordia. Finalmente riuscivo a perdonare mia moglie. Insieme ad altre persone con cui condividevo l’impegno cristiano, ho trovato la forza per andare avanti. La fiducia costante in Gesù crocifisso e abbandonato mi ha permesso anche di mantenere, nella separazione subìta, l’impegno di fedeltà assunto con il sacramento del matrimonio. Dopo un anno dalla separazione, la spiritualità dell’unità illuminava ogni giorno di più la mia vita con i ragazzi e così riuscivo a cogliere le varie esigenze dei figli che crescevano. Per avere più tempo per loro, ho lasciato il lavoro di ingegnere nella mia azienda, che mi impegnava molto, e ho avviato un piccolo negozio. Ho fatto questa scelta, anche se il lavoro precedente era ben retribuito. Sapevo che le nostre risorse economiche sarebbero diminuite, ma non temevo. Guardando ora, dopo alcuni anni, a quanto Dio ha operato in me e nei miei figli, Gli siamo profondamente riconoscenti. (A. C. – Brasile) (altro…)
Feb 8, 2007 | Chiesa
Dalla comunione tra Vescovi e Movimenti nuovo impulso all’annuncio e alla testimonianza del Vangelo in ogni angolo del mondo. Così il Papa ai vescovi amici del Movimento dei Focolari e ai vescovi amici della Comunità di Sant’Egidio ricevuti in udienza ieri mattina
“Dalla comunione tra Vescovi e Movimenti può scaturire un valido impulso per un rinnovato impegno della Chiesa nell’annuncio e nella testimonianza del Vangelo della speranza e della carità in ogni angolo del mondo”. E’ uno dei passaggi salienti del discorso rivolto da Benedetto XVI ai vescovi, quasi 200, ricevuti da lui in udienza giovedì mattina 8 febbraio: vescovi amici del Movimento dei Focolari riuniti in questi giorni a Castel Gandolfo e vescovi amici della Comunità di Sant’Egidio convenuti a Roma per l’anniversario della fondazione. Nel suo discorso ricco di indicazioni, Benedetto XVI ha espresso la sua convinzione, già evidenziata da Giovanni Paolo II nel 1998, che i Movimenti e le nuove Comunità “sono un dono provvidenziale dello Spirito Santo alla Chiesa per rispondere in maniera efficace alle sfide” e ha parlato della comunione tra i carismi come “un tipico segno dei tempi” incoraggiante e importante. Sottolineando la multiformità e l’unità dei carismi e ministeri al servizio dell’unica Chiesa, ha invitato i vescovi a adoperarsi per questo, in comunione col Successore di Pietro. “I rapporti scambievoli tra vescovi – ha ricordato – vanno ben oltre i loro incontri istituzionali”. Ed ha osservato: “in convegni come i vostri si sperimenta non solo collegialità, ma una fraternità episcopale che trae dalla condivisione degli ideali promossi dai Movimenti uno stimolo a rendere più intensa la comunione dei cuori, più forte il reciproco sostegno e più condiviso l’impegno a mostrare la Chiesa come luogo di preghiera e di carità, come casa di misericordia e di pace”. Parlando della Comunità di S. Egidio e del Movimento dei Focolari, ha messo in rilievo la loro “forte dimensione missionaria”. Nel ricco mondo occidentale dove non manca “un diffuso desiderio di spiritualità – ha detto – i vostri Movimenti testimoniano la gioia della fede e la bellezza dell’essere cristiani in grande apertura ecumenica. Nelle vaste aree depresse della terra essi comunicano il messaggio della solidarietà e si fanno prossimi ai poveri e ai deboli”. Soffermandosi sulle caratteristiche di ciascuno dei due, ha detto del Movimento dei Focolari: “proprio a partire dal cuore della sua spiritualità e cioè da Gesù crocifisso e abbandonato, sottolinea il carisma e il servizio dell’unità, che si realizza nei vari ambiti sociali e culturali come, ad esempio, quello economico con l’ ‘economia della comunione’, e attraverso le vie dell’ecumenismo e del dialogo inter-religioso”. L’incontro con il Papa era iniziato con il suo “augurio e benedizione per Chiara Lubich”, estesa a tutti i membri del Movimento dei Focolari, insieme ai saluti per Mons. Vincenzo Paglia, il Prof. Andrea Riccardi e l’intera Comunità di Sant’Egidio. Subito dopo l’udienza, i vescovi amici dei Focolari hanno avuto un incontro con 30 giornalisti di testate nazionali e internazionali su aspetti della “notte culturale” in diverse parti del globo e sull’apporto della spiritualità dell’unità per promuovere una cultura della fraternità. Sono intervenuti i cardinali Vlk (Praga), Antonelli (Firenze) e Toppo (India) e i vescovi Pérez González (Madrid) e Ntagwarara (Burundi). Tra gli argomenti affrontati: il crollo dei valori e l’individualismo nel mondo occidentale, la fame e l’ingiustizia in vaste zone del pianeta, il fondamentalismo religioso e la pena di morte. Su questo sfondo – hanno sottolineato i vescovi interlocutori – assume particolare significato una spiritualità della comunione e del dialogo come quella dei Focolari che ha notevoli riflessi sociali e che trova nel Cristo crocifisso e abbandonato – come hanno illustrato con la loro personale testimonianza – la chiave per accogliere le sfide e far crescere fra gli uomini l’unità e la fraternità. Servizio Informazione Focolari – Via Frascati 306, I – 00040 Rocca di Papa (Roma) Tel. +39. 06 94 79 89 – Fax 06. 94 74 93 20 – sif@focolare.org – www.focolare.org
Feb 8, 2007 | Chiesa
“Dalla comunione tra Vescovi e Movimenti può scaturire un valido impulso per un rinnovato impegno della Chiesa nell’annuncio e nella testimonianza del Vangelo della speranza e della carità in ogni angolo del mondo”. E’ uno dei passaggi salienti del discorso rivolto da Benedetto XVI ai vescovi, quasi 200, ricevuti da lui in udienza giovedì mattina 8 febbraio: vescovi amici del Movimento dei Focolari riuniti in questi giorni a Castel Gandolfo e vescovi amici della Comunità di Sant’E
gidio convenuti a Roma per l’anniversario della fondazione. Di seguito il discorso integrale del Santo Padre: «Venerati Fratelli nell’Episcopato! Sono lieto di accogliervi in questa speciale Udienza e saluto cordialmente tutti voi, che venite da vari Paesi del mondo. Rivolgo anche un particolare pensiero a coloro che sono qui con noi ed appartengono ad altre Chiese cristiane. Alcuni di voi partecipano all’annuale appuntamento dei Vescovi amici del Movimento dei Focolari, che ha per tema: “Il Cristo crocifisso e abbandonato, luce nella notte culturale”. Colgo volentieri questa occasione per inviare a Chiara Lubich il mio augurio e la mia benedizione, che estendo a tutti i membri del Movimento da lei fondato. Altri prendono parte al IX Convegno di Vescovi amici della Comunità di Sant’Egidio, che affronta un argomento quanto mai attuale: “La globalizzazione dell’amore”. Saluto Mons. Vincenzo Paglia, e con lui il professor Andrea Riccardi e l’intera Comunità, che, nell’anniversario della sua fondazione, questa sera si radunerà nella Basilica di San Giovanni in Laterano per una solenne Celebrazione eucaristica.
Cari Fratelli nell’Episcopato, vorrei dirvi anzitutto che la vostra vicinanza ai due Movimenti, mentre sottolinea la vitalità di queste nuove aggregazioni di fedeli, manifesta altresì quella comunione tra i carismi che costituisce un tipico “segno dei tempi”. L’Esortazione post-sinodale Pastores gregis ricorda che “i rapporti scambievoli tra Vescovi… vanno ben oltre i loro incontri istituzionali” (n. 59). E’ quello che avviene anche in convegni come i vostri, nei quali si sperimenta una fraternità episcopale che trae dalla condivisione degli ideali promossi dai Movimenti uno stimolo a rendere più intensa la comunione dei cuori, più forte il reciproco sostegno e più condiviso l’impegno a mostrare la Chiesa come luogo di preghiera e di carità, come casa di misericordia e di pace. Il mio venerato Predecessore, Giovanni Paolo II, ha presentato i Movimenti e le Nuove Comunità sorte in questi anni come un dono provvidenziale dello Spirito Santo alla Chiesa per rispondere in maniera efficace alle sfide del nostro tempo. Ed anche io, altre volte, ho avuto modo di sottolineare il valore della loro dimensione carismatica. Come dimenticare, ad esempio, la straordinaria Veglia di Pentecoste dello scorso anno, che ha visto la corale partecipazione di molti Movimenti ed Associazioni ecclesiali? E’ ancora viva in me la commozione provata nel partecipare in Piazza San Pietro ad una così intensa esperienza spirituale. Ripeto a voi quanto allora ebbi a dire ai fedeli giunti da ogni parte del mondo, e cioè che la multiformità e l’unità dei carismi e ministeri sono inseparabili nella vita della Chiesa. Lo Spirito Santo vuole la multiformità dei Movimenti al servizio dell’unico Corpo che è appunto la Chiesa. E questo lo realizza attraverso il ministero di coloro che Egli ha posto a reggere la Chiesa di Dio: i Vescovi in comunione col Successore di Pietro. Questa unità e molteplicità, che è nel Popolo di Dio, si rende in qualche modo manifesta anche quest’oggi, essendo qui riuniti con il Papa parecchi Vescovi, vicini a due diversi Movimenti ecclesiali, caratterizzati da una forte dimensione missionaria. Nel ricco mondo occidentale dove, anche se è presente una cultura relativista, non manca però al tempo stesso un diffuso desiderio di spiritualità, i vostri Movimenti testimoniano la gioia della fede e la bellezza dell’essere cristiani. Nelle vaste aree depresse della terra essi comunicano il messaggio della solidarietà e si fanno prossimi ai poveri e ai deboli con quell’amore, umano e divino, che ho voluto riproporre all’attenzione di tutti nell’Enciclica Deus caritas est. Dalla comunione tra Vescovi e Movimenti può scaturire pertanto un valido impulso per un rinnovato impegno della Chiesa nell’annuncio e nella testimonianza del Vangelo della speranza e della carità in ogni angolo del mondo. Il Movimento dei Focolari, proprio a partire dal cuore della sua spiritualità e cioè da Gesù crocifisso e abbandonato, sottolinea il carisma e il servizio dell’unità, che si realizza nei vari ambiti sociali e culturali come, ad esempio, quello economico con l’“economia della comunione”, e attraverso le vie dell’ecumenismo e del dialogo inter-religioso. La Comunità di Sant’Egidio, mettendo al centro della propria esistenza la preghiera e la liturgia, vuole farsi prossima di coloro che sperimentano situazioni di disagio e di emarginazione sociale. Per il cristiano l’uomo, anche se lontano, non è mai un estraneo. Insieme è possibile affrontare con più forte slancio le sfide che ci interpellano in maniera pressante in questo inizio del terzo millennio: penso in primo luogo alla ricerca della giustizia e della pace e all’urgenza di costruire un mondo più fraterno e solidale, a partire proprio dai Paesi dai quali alcuni di voi provengono, e che sono provati da sanguinosi conflitti. Mi riferisco specialmente all’Africa, continente che porto nel cuore e che spero possa finalmente conoscere un tempo di stabile pace e di vero sviluppo. Il prossimo Sinodo dei Vescovi africani sarà sicuramente un momento propizio per mostrare il grande amore che Dio riserva alle amate popolazioni africane. Cari amici, l’originale fraternità che esiste tra voi e i Movimenti di cui siete amici vi spinge a portare insieme “i pesi gli uni degli altri” (Gal 6,2), come raccomanda l’Apostolo, soprattutto per quanto concerne l’evangelizzazione, l’amore per i poveri e la causa della pace. Il Signore renda sempre più proficue le vostre iniziative spirituali ed apostoliche. Io vi accompagno con la preghiera e volentieri imparto l’Apostolica Benedizione a voi qui presenti, al Movimento dei Focolari e alla Comunità di Sant’Egidio, ed ai fedeli affidati alle vostre cure pastorali». Benedetto XVI Giovedì 8 febbraio 2007, Sala Clementina (altro…)
Feb 2, 2007 | Chiesa
Dal Libano sull’orlo di una nuova guerra e dal Sudan dell’apocalisse del Darfur, dal Pakistan crocevia del terrorismo: alcune delle provenienze degli 85 Vescovi dei cinque continenti che parteciperanno dal 3 al 9 febbraio prossimo al 31° Convegno di Vescovi amici del Movimento dei Focolari. Benedetto XVI riceverà i Vescovi in udienza speciale giovedì mattina 8 febbraio. Nella stessa mattinata, incontro dei vescovi con i giornalisti sul loro impegno e quello delle loro Chiese locali in alcuni tra i contesti più travagliati nell’attuale panorama mondiale (ore 13, nella sala dell’Augustinianum, Via Paolo VI, 25). Titolo dell’incontro: “Il Cristo crocifisso e abbandonato, luce nella notte culturale”. “La vita dell’umanità e il cammino della Chiesa – spiega il moderatore del Convegno, il Card. Miloslav Vlk, arcivescovo di Praga – sono oggi alle prese con particolari sfide che Giovanni Paolo II non ha esitato a caratterizzare come ‘notte oscura’ epocale. Tale situazione non comporta solo rischi ma anche – come sottolinea Benedetto XVI – l’opportunità di un nuovo inizio, di un nuovo ed efficace annuncio di Dio come Amore, che porti ad una visione della vita umana incentrata nel dono di sé e nella condivisione”. Un contributo centrale su questa tematica è stato preparato da Chiara Lubich. Altro tema di rilievo: la collaborazione di Movimenti e Comunità laicali di varie Chiese per una testimonianza comune, che si esprimerà il 12 maggio prossimo, nella II Giornata “Insieme per l’Europa” a Stoccarda e, in parallelo, in molte altre città d’Europa. (altro…)
Gen 31, 2007 | Parola di Vita
È il modo più intelligente di vivere: porre la propria vita nelle mani di Colui che ce l’ha donata. Qualunque cosa accada, di Lui possiamo fidarci ciecamente: è Amore e vuole il nostro bene.
Il profeta Geremia, proclamando questa “benedizione”, richiama un’immagine cara alla tradizione biblica: un albero piantato sulla sponda di un ruscello ricco di acqua. Non teme la stagione calda: le sue radici sono bene alimentate, le foglie rimangono sempre verdi ed è fecondo di frutti.
Al contrario, chi pone la propria speranza fuori di Dio – può essere nel potere, nella ricchezza, nelle amicizie influenti – viene paragonato ad un arbusto in terreno arido, salmastro, che stenta a crescere e non porta frutto.
«Benedetto l'uomo che confida nel Signore»
Ci si rivolge al Signore quando si è in situazioni estreme, disperate: una malattia inguaribile, un debito insolvibile, un imminente pericolo di vita… Non può non essere così. Sappiamo che ciò che è impossibile agli uomini è possibile a Dio. Ma se a Lui tutto è possibile , perché non ricorrere a Lui in ogni momento della vita?
La Parola di vita ci invita ad una comunione costante con il Signore, ben al di là delle richieste che pure dobbiamo rivolgergli, perché sempre siamo bisognosi del suo aiuto. È “benedetto”, ossia ha trovato la gioia e la pienezza della vita, chi instaura con Lui un rapporto di fiducia e di confidenza che scaturisce dalla fede nel suo amore.
Egli, il Dio vicino, più intimo a noi di noi stessi, cammina con noi e conosce ogni palpito del nostro cuore. Con Lui possiamo condividere gioie, dolori, preoccupazioni, progetti… Non siamo soli, neppure nei momenti più bui e difficili. In Lui possiamo confidare pienamente. Non ci deluderà mai.
«Benedetto l'uomo che confida nel Signore»
Dice Chiara Lubich che un modo particolare per esprimere questa confidenza può essere “lavorare a due”.
A volte ci assalgono pensieri così assillanti, per circostanze o persone cui noi non possiamo direttamente dedicarci, che ci è difficile compiere bene quello che la volontà di Dio ci chiede in quel momento. Vorremmo essere vicini a quella persona cara che soffre, che vive nella prova, che è ammalata. Vorremmo poter risolvere quella situazione intricata, andare in aiuto a popolazioni in guerra, a profughi, ad affamati…
Ci sentiamo impotenti! Ecco il momento della confidenza in Dio che a volte può raggiungere l’eroismo. Chiara cita qualche esempio: “Io non posso far nulla in quel caso (…). Ebbene io farò ciò che Tu vuoi da me in questo attimo: studiare bene, spazzare bene, pregare bene, accudire bene i miei bambini… E Dio penserà a sbrogliare quella matassa, a confortare chi soffre, a risolvere quell'imprevisto”.
Il pensiero di Chiara conclude: “È un lavoro a due in perfetta comunione, che richiede a noi grande fede nell’amore di Dio per i suoi figli e mette Dio stesso, per il nostro agire, nella possibilità d’aver fiducia in noi.
Questa reciproca confidenza opera miracoli.
Si vedrà che, dove noi non siamo arrivati, è veramente arrivato un Altro, che ha fatto immensamente meglio di noi.
L’atto eroico di confidenza sarà premiato; la nostra vita, limitata ad un solo campo, acquisterà una nuova dimensione; ci sentiremo al contatto con l’Infinito (…). Balzerà più evidente, anche perché sperimentata, la realtà che siamo veramente figli di un Dio Padre che tutto può.”
«Benedetto l'uomo che confida nel Signore»
“Suona il telefono – racconta Rina, che gli anni hanno ormai costretto a vivere ritirata in casa -. È una signora anziana come me, a cui da tempo invio la Parola di vita. Il fratello è morente e lei non sa come fare. Siamo nel periodo delle vacanze ed è difficile trovare chi lo possa seguire, tanto più che negli ultimi anni si è ridotto a fare il barbone… Sento mio il dolore della mia amica e insieme mi sento impotente, come lei. Cosa posso fare, io che abito tanto lontano, immobilizzata su questa sedia? Vorrei almeno dirle parole di conforto, ma stentano a venire, neppure di questo sono capace. Non mi rimane che assicurarle il ricordo. Ma ancor più la preghiera.
A sera, quando le mie compagne tornano dal lavoro, insieme affidiamo a Dio questa situazione e mettiamo nel suo cuore i timori e le incertezze.
La notte mi sveglio e mi rivedo quel barbone solo, morente. Mi riaddormento e ancora mi sveglio. Ora ogni volta mi rivolgo al Padre: 'È un tuo figlio, non puoi abbandonarlo. Pensaci tu'.
Pochi giorni dopo una telefonata della mia amica mi dice che, dopo aver parlato con me quel giorno, ha sentito una grande pace. 'Sai che lo abbiamo potuto portare all’ospedale? Lo hanno aiutato, alleviando i dolori. E' stato purificato dalla sofferenza, era pronto. Si è spento serenamente, avendo ricevuto l'Eucaristia'.
Nel mio cuore un senso di gratitudine, e di maggiore confidenza nel Signore.”
a cura di P. Fabio Ciardi e Gabriella Fallacara
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