Immaginiamo che ripassino davanti ai nostri occhi alcune scene sintomatiche del mondo d’oggi. […]
Osserviamo […] in nazioni che hanno visto i recenti cambiamenti, gente che esulta di gioia per le ritrovate libertà; insieme persone impaurite e deluse, depresse per il crollo dei loro ideali. […]
E se vedessimo immagini di lotte razziali con stragi e violazione di diritti umani … O interminabili conflitti come quelli che avvengono in Medio Oriente, col crollo di case, feriti, morti ed il continuo micidiale cadere di bombe o di altri ordigni mortali? … Domandiamoci ancora: che direbbe Gesù di fronte a tanti drammi? “Ve l’avevo detto di volervi bene. Amatevi come io vi ho amati”.
Sì, così direbbe di fronte a questi ed alle più gravi situazioni del mondo attuale.
Ma la sua parola non è solo un rimpianto di ciò che non è stato fatto. Egli la ripete oggi per davvero. Perché Egli è morto, ma è risorto e – come ha promesso – è con noi tutti i giorni fino alla fine del mondo.
E ciò che dice è di un’importanza immensa. Perché questo “Amatevi a vicenda come io vi ho amati” è la chiave principale per la soluzione di ogni problema, è la risposta fondamentale ad ogni male dell’uomo. […]
Gesù ha definito il comando dell’amore “mio” e “nuovo”, perché è tipicamente suo, avendolo riempito d’un contenuto singolare e nuovissimo. “Amatevi – ha detto – come io vi ho amati”. E Lui ha dato la vita per noi.
È dunque in gioco la vita in questo amore. E un amore pronto a dare la vita è ciò che Egli chiede anche a noi verso i fratelli.
Non è sufficiente per Lui l’amicizia o la benevolenza verso gli altri; non Gli basta la filantropia, né la sola solidarietà. L’amore che chiede non si esaurisce nella non-violenza.
È qualcosa d’attivo, d’attivissimo. Domanda di non vivere più per sé stessi, ma per gli altri. E ciò richiede sacrificio, fatica. Domanda a tutti di trasformarsi […] in piccoli eroi quotidiani che, giorno dopo giorno, sono al servizio dei fratelli, pronti a donare persino la vita in loro favore. […]
Quest’amore reciproco fra voi porterà infatti delle conseguenze d’un valore – diciamo – infinito, perché dove c’è l’amore lì è Dio e – come ha detto Gesù: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome (e cioè nel suo amore), io sono in mezzo a loro” […]
Sarà Lui stesso che opererà con voi nei vostri paesi, perché Lui tornerà in certo modo nel mondo, in tutti i luoghi in cui vi trovate, reso presente dal vostro reciproco amore, dalla vostra unità.
E Lui vi illuminerà su tutto il da farsi, vi guiderà, vi sosterrà, sarà la vostra forza, il vostro ardore, la vostra gioia. […]
Amore, dunque, fra voi ed amore seminato in molti angoli della terra fra i singoli, fra i gruppi, fra nazioni, con tutti i mezzi, perché sia realtà l’invasione d’amore, di cui ogni tanto parliamo, e prenda consistenza, anche per il vostro contributo, la civiltà dell’amore che tutti attendiamo.
Una Pasqua di speranza ma, soprattutto, da vivere insieme. A 1700 anni dal Concilio di Nicea, in questo 2025, le varie Chiese cristiane celebrano la Pasqua nel medesimo giorno, domenica 20 aprile.
Una coincidenza meravigliosa che funge da richiamo a tutti i cristiani a compiere un passo decisivo verso l’unità; una chiamata a riscoprirsi uniti nella pluralità.
A fronte di un epoca segnata da continue scissioni, su tutti i fronti, e, più che mai in questa occasione che ci avvicina al mistero della Resurrezione, condividiamo alcune parole pronunciate da Chiara Lubich a Palermo nel 1998 su “Una spiritualità per i dialoghi”, nello specifico, una “spiritualità ecumenica”.
Un invito diretto a rispondere alla chiamata dell’amore reciproco non singolarmente ma in maniera collettiva; la possibilità di guardare a quel Gesù Abbandonato in Croce come a una luce che, pur nell’estremo sacrificio, non solo guida ma diventa strada certa dove poter muovere i nostri passi.
Attivare i sottotitoli e scegliere la lingua desiderata
Con quali occhi guardiamo il mondo e i nostri compagni di viaggio nell’avventura della vita? È una questione di vitale importanza, in un’epoca come la nostra segnata da polarizzazione e disaccordi, da solitudine e distanze fra chi ha e chi non ha. Senza dimenticare la presenza sempre più pervasiva dell’intelligenza artificiale. Eppure, cresce allo stesso tempo la sete di armonia e di verità.
Chiara Lubich diceva che tutto dipende con quale “occhio” guardiamo le persone. Se vedo con l’occhio del cuore, che è l’occhio dell’Amore, non ci fermeremo alle apparenze, coglieremo invece la realtà più profonda che si cela in ogni essere umano. E dallo sguardo del cuore procede l’agire, la qualità della relazione, il farsi prossimi, vicini all’altro (1).
Nel 1961 Chiara scrive:
Se tu entri nel Vangelo […] ti trovi di colpo come sul crinale di una montagna. Già in alto quindi, già in Dio, anche se guardandoti al lato vedi che la montagna non è una montagna ma una catena di montagne e la vita per te è camminare lungo lo spartiacque fino alla fine.
Ogni Parola di Dio è il minimo e il massimo che Egli ti chiede, per cui quando tu leggi: «Ama il prossimo tuo come te stesso» (Mt 19, 19), hai della legge fraterna la massima misura.
Il prossimo è un altro te stesso e come tale lo devi amare. Se lui piange, piangerai con lui; e se ride con lui riderai, e, se ignora ti farai con lui ignorante e se ha perduto suo padre t’immedesimerai nel suo dolore. […]
Perché per te ciò che vale è Dio che è Padre d’entrambi. E non cercare scuse all’amore. Il prossimo è chiunque ti passa accanto, povero o ricco, bello o brutto; ignorante o dotto, santo o peccatore, della tua patria o straniero, sacerdote o laico; chiunque.
Prova ad amare chi ti sfiora nel momento presente della vita e scoprirai nell’animo tuo nuovi germogli di forze prima non conosciute: esse daranno sapore alla tua vita e risponderanno ai tuoi mille perché (2).
Chiara Lubich
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Cfr. Vicinanza, lo stile di Dio nella vita e nel pensiero di Chiara Lubich, A cura di Povilus J. e Ciccarelli L., Città Nuova Editrice, Roma, p. 5.
Una mostra dedicata a Chiara Lubich (1920-2008), testimone e ispiratrice del valore universale della fraternità. Una tappa per chi si reca a Roma in questo anno giubilare; al centro del percorso espositivo c’è il tema della città, come luogo privilegiato per la costruzione di relazioni fraterne, aperte sul mondo. Il percorso espositivo multimediale è realizzato dal Centro Chiara Lubich con la Fondazione Museo storico del Trentino.
Sabato 15 marzo 2025, a partire dalle 18,30, avrà luogo l’evento inaugurale della mostra con un momento artistico ispirato alla fiction “Chiara Lubich – L’amore vince tutto” (regia di Giacomo Campiotti). Interverrà il Maestro Carmine Padula che eseguirà al pianoforte i brani da lui composti per la colonna sonora del film. Seguiranno letture teatrali di alcuni testi di Chiara Lubich e un dialogo su alcune sequenze della fiction, con Saverio d’Ercole, produttore creativo di Eliseo Entertainment.
Domenica 16 marzo 2025, nel pomeriggio, si terrà un momento dedicato ai giovani a partire dal testo di Chiara Lubich dell’ottobre 1949 “Resurrezione di Roma”. A seguire, un concerto al pianoforte offerto dal Maestro Paolo Vergari.
Dal 15 marzo 2025 fino al 31 gennaio 2026 il percorso espositivo sarà aperto da martedì a domenica, dalle ore 10,00 alle ore 17,00, su prenotazione fino alle 20,00 presso il Focolare Meeting Point (Via del Carmine, 3 – Roma).
Giovani guide saranno disponibili su richiesta per accompagnare i visitatori .