Lug 2, 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Stiamo facendo il conto alla rovescia per il Genfest (manifestazione giovanile del Movimento dei Focolari – luglio 2018). Insieme ai giovani che parteciperanno al Genfest a Manila e che seguiranno in streaming l’evento da tutto il mondo, vogliamo essere una “Wave of Love”, un’onda d’amore che attraversa le barriere dei nostri rapporti, delle incomprensioni, delle grandi sfide dell’umanità. Ecco, in esclusiva per voi, un piccolo assaggio di cosa il Gen Verde canterà al Genfest e… a prestissimo! https://www.youtube.com/watch?v=Mh75HR_YI1g&list=UUuSTi05GBlACXtCu4zEY7FQ (altro…)
Giu 28, 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale
Nelle periferie di grandi megalopoli o in piccoli villaggi rurali, in quartieri emarginati e periferici, dentro orfanotrofi o carceri, oppure lungo una spiaggia turistica da ripulire, sempre a contatto diretto con la popolazione del posto. Quattrocento ragazzi si stanno preparando così, in venti diverse località del sud-est asiatico, al Genfest 2018, che aprirà i battenti il prossimo 6 luglio al “World Trade Center” di Manila, con workshop dislocati in diverse università della grande città filippina. Una settimana di impegno sociale e di scambi all’insegna dell’interculturalità, che anticipa lo spirito di una manifestazione a cui parteciperanno seimila giovani da varie parti del mondo. Una grande opportunità per sperimentare concretamente l’abbattimento dei confini, prima di tutto quelli culturali, e per interagire con persone di culture e religioni diverse. Tutto questo è il “pre-Genfest”. «Il suo scopo – spiega Romè Vital, tra i coordinatori di questa impresa – è quello di offrire a questi giovani, che stanno per partecipare al Genfest di Manila, l’opportunità di fare una concreta esperienza “in miniatura” di fratellanza universale. Ed è anche quello di aprirli verso realtà sociali distanti molti chilometri dal loro Paese d’origine. Abbiamo voluto offrire loro la possibilità di saperne di più sulle diversità culturali presenti in Asia». Un gruppo di giovani sta facendo esperienza della vita frenetica dei quartieri periferici di megalopoli come Hong Kong e Seoul; altri stanno visitando delle aree rurali a Masbate o a Pangasinan, nelle Filippine; altri ancora stanno facendo un’esperienza di dialogo interreligioso, come a Chiang Mai (in Tailandia), a Medan (Indonesia) e a Yangon (nel Myanmar). A Coimbatore, in India, questa esperienza interculturale e interreligiosa è guidata dal motto di Gandhi “sii il cambiamento che vuoi vedere”, mentre a Taipei (Taiwan) i giovani stanno interagendo con gli abitanti indigeni dell’isola. Ad Aklan, nelle Filippine, si sta svolgendo una vera e propria “immersione” nella cultura della comunità di Atis (Aetas), tribù che si pensa sia tra quelle originarie dell’isola di Boracay. Ma vi sono anche iniziative improntate all’ecologia e alla tutela del territorio, come ad Hanoi, in Vietnam, dove i ragazzi stanno partecipando alla raccolta del riso, o a Palawan, nota località turistica delle Filippine, dove un gruppo sta ripulendo alcune spiagge». «In molte località – continua Vital – un percorso socio-culturale aiuta ad entrare profondamente nella storia di quel Paese. È il caso di Seoul, in Corea, dove i giovani presenti stanno approfondendo gli eventi che hanno portato alla divisione tra Corea del Nord e del Sud, con la guida di esperti che conducono dei workshop sulla pace, esportabili a qualsiasi latitudine. Anche altre località hanno accolto i ragazzi, come Mumbai (in India), Ho Chi Min (in Vietnam), Bangkok (in Tailandia), oltre a diverse città delle Filippine come Baguio, Cebu, Dumaguete, La Union e Tacloban. Fondamentale nella preparazione della settimana è stata la collaborazione con organizzazioni come “Bukas Palad” e “Façenda da Esperanza”, nelle Filippine, e “Shanti Ashram” in India». «Questa settimana “pre-Genfest” avrà un impatto indelebile nella vita dei giovani che vi stanno partecipando, perché la costruzione di un mondo unito inizia sempre con azioni concrete, come ha detto recentemente, durante la sua visita a Loppiano il 10 maggio scorso, anche Papa Francesco: “occorre allenarsi a usare insieme tre lingue: quella della mente, quella del cuore e quella delle mani”. Questo è un elemento fondamentale nella formazione delle nuove generazioni. Nella stessa occasione, il Papa ha invitato il Movimento dei Focolari a mettersi “al servizio di tutti, con lo sguardo che abbraccia tutta l’umanità, a cominciare da quelli che in qualche modo sono relegati nelle periferie dell’esistenza”. Quando arriveranno a Manila per il Genfest, questi giovani avranno già sperimentato su piccola scala cosa significhi “fratellanza universale”, perché il mondo unito ha bisogno delle mani di tutti. Allora sì che sarà una vera “esperienza di Dio”. E questo è lo scopo per cui è nato il Genfest». María Clara Ramírez
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Giu 27, 2018 | Cultura, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Difesa dei confini, respingimenti forzati, alleanze di stati per proteggere identità nazionali ed economie, quote umane per il controllo dei flussi migratori. Cosa c’è dietro quelle che sono diventate le parole-chiave di questi ultimi giorni? “Spesso è la paura la madre di ogni steccato e atteggiamento protezionistico” – spiega Maria Voce, presidente dei Focolari. “Eppure per i giovani questa non sembra essere la soluzione definitiva. Credono invece che i confini siano orizzonti, punti di partenza, diversità di cui arricchirsi”. È per questo che i giovani dei Focolari hanno scelto per il loro prossimo evento mondiale che si terrà a Manila dal 6 all’8 luglio prossimi, il grande tema dei confini, come dice il titolo “Beyond all borders” (oltre ogni confine). Invitano a un coraggioso cambio di prospettiva con cui guardare popoli, culture ed economie; un capovolgimento necessario, dicono, in questi tempi di esasperazione dei particolarismi e chiusure sociali. Nato nel 1973 da un’idea di Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari, il Genfest giunge quest’anno alla sua undicesima edizione e per la prima volta si terrà fuori dall’Europa, nella capitale filippina, dal 6 all’8 luglio prossimi. Attesi 6.000 giovani da tutto il mondo, mentre altre migliaia partecipano alle 23 edizioni locali in corso. “Abbiamo scelto l’Asia perché nel mondo sei giovani su dieci vivono lì – spiega Kiara Lauren, filippina, dei Giovani per un Mondo Unito dei Focolari, promotori dell’evento. “Nonostante i problemi e il divario socio-economico, questo continente parla al mondo di speranza e di voglia di cambiamento. Non ci riconosciamo in questo contesto geo-politico internazionale che spesso sacrifica popoli interi a scapito di un élite. Vogliamo portare i singoli e le nostre nazioni a guardare fuori dal proprio perimetro personale, culturale, religioso, politico, per incontrare gli altri e lasciarsi contaminare dalla diversità. Il Genfest sarà un laboratorio unico al mondo: chi entrerà troverà gli strumenti per poter operare un cambio in sé stesso e nel proprio ambiente, per passare – come ha invitato recentemente papa Francesco a Loppiano – “dall’io al noi”.
Il programma: condividere e lavorare Largo spazio avranno le testimonianze: l’impegno congiunto di giovani statunitensi e messicani sulla frontiera dei loro paesi; gesti di aiuto e riconciliazione in situazioni di conflitto in Africa e Medio Oriente, attività di supporto alla popolazione in campi profughi e accoglienza nelle città, l’impegno per un nuovo modo di fare politica, il dialogo tra religioni diverse, ecc. Nel pomeriggio del 7 luglio il Genfest propone l’azione Hands for Humanity: i ragazzi potranno scegliere tra 12 attività di solidarietà, accoglienza e riqualificazione urbana da svolgere in diversi punti di Manila. Lo scopo è sperimentare che i piccoli gesti possono cambiare la realtà attorno a sé, oltre a raccogliere idee esportabili e imitabili nei propri paesi.
ExpLo e Forum: imparare e sperimentare la pace C’è poi la Explo, acronimo composto dalle parole “Exposition” e “Exploration”: si tratta di una mostra interattiva che conduce il visitatore attraverso un’esperienza sensoriale immersiva nella storia dell’umanità, raccontata dalla prospettiva della fraternità universale: “Non dunque la storia come la conosciamo – racconta Erika Ivacson, artista ungherese curatrice della mostra – fatta di guerre, conquiste, armistizi. Racconteremo invece ciò che ha permesso all’umanità di progredire dal punto di vista della pace, dell’amicizia tra persone, popoli e culture L’ultima tappa sarà interamente dedicata alla domanda: e io cosa posso fare?”. Saranno ben 110 i forum e workshop su temi chiave per la costruzione di società aperte e solidali: dalle tecniche di pulizia urbana e cura del territorio, alle forme di impresa sociale, alla gestione dei conflitti personali e politici, all’uso dei social media per la pace, e molto altro. Per seguire il Genfest Sarà possibile seguire la diretta streaming, trasmessa in inglese e con traduzioni in francese, italiano, portoghese e spagnolo, attraverso il sito dei Giovani per un Mondo Unito: http://www.y4uw.org/live Orari diretta streaming (ora di Manila, UTC/GMT +8 ore): 6 luglio: 16-18:30 e 20-21:45 7 luglio: 17:45-18:45 e 20-21:45 8 luglio: 10:30-13 I Social della manifestazione: Facebook: www.facebook.com/genfest/ o @genfest Twitter: https://twitter.com/genfest_en o @genfest_en Instagram: www.instagram.com/genfest.official/ Youtube: genfest-official or https://www.youtube.com/c/GenfestOfficial Il programma
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Giu 12, 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
“Beyond Go Coffee” è l’iniziativa dei giovani del Movimento dei Focolari di Milano, in sintonia con il messaggio che verrà lanciato a Manila, nelle Filippine, al Genfest (6-8 luglio 2018): andare oltre sé stessi, per mettere al centro l’altro. “Ci prendiamo un caffè?”. In Italia, il caffè è molto più che un liquido scuro, da prendersi amaro o dolce, o macchiato di latte. Il caffè, come il “mate” in Argentina, o il “tea” in Gran Bretagna, è anche un modo per uscire da sé e mettersi in relazione, un momento di pausa che, all’interno di una giornata, diventa occasione di scambio. Alcuni mesi fa, a Milano, i giovani dei Focolari hanno ripreso l’idea, già utilizzata in passato, di rivendere pacchetti di caffè, acquistati all’ingrosso, e contribuire, con il ricavato, alle spese del Genfest di Manila, ormai prossimo. In particolare per sostenere i viaggi di chi vi arriverà da Paesi lontani e la popolazione locale, colpita dal tifone Vinta, lo scorso dicembre. Ottenuto un prezzo speciale da un distributore all’ingrosso, hanno ideato e realizzato le etichette con le linee guida dell’attività e il logo dell’evento. I giovani di Milano si sono chiesti come diffondere anche dalle loro parti la conoscenza di un evento, il Genfest, che nella sua lunga storia «ha fatto della fraternità tra le persone una idea-forza». L’evento di Manila, dal 6 all’8 luglio 2018, riguarda tutti, e la necessità di guardare oltre se stessi e costruire relazioni è un tema molto attuale anche nella nostra società. Il caffè e i suoi rituali esprimono bene questa voglia di socializzare, di stare insieme. «Questa volta è stato più semplice – raccontano gli organizzatori – avevamo già tutti i contatti. Nel giro di un mese il fornitore ha fatto arrivare 4 mila pacchetti di caffè in un deposito centrale di Milano. Nel frattempo, nei diversi territori della nostra regione, una rete di persone si è resa disponibile per fare un piccolo deposito anche a casa loro. Anche il processo dell’etichettatura, fatta da loro, è stato l’occasione per incontrarci e cominciare a costruire nuove relazioni. Infine, questa attività ha creato molte occasioni per andare a trovare persone che non vedevamo da tempo, consolidando tra noi rapporti di fraternità». Il messaggio di Manila, “Beyond all Borders”, profuma anche di caffè. Fonte: United World Project (altro…)
Apr 16, 2018 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Il Burj Khalifa, grattacielo di 830 metri e 160 piani con belvedere, è ancora, per il momento, la più alta struttura mai realizzata dall’uomo, sovrastante un’immensa fontana illuminata da raggi laser che danzano a ritmo di musica. Fino a quando questo primato non sarà superato, probabilmente dalla Kingdom Tower di Gedda (200 piani), o da un altro dei grattacieli in costruzione in diverse parti del mondo, stare “at the top”, guardando dall’alto gli edifici di lusso e le costruzioni ultramoderne, rimane una caratteristica peculiare di Dubai. La città negli ultimi anni ha visto un tasso migratorio altissimo, tra i più alti al mondo, con un grande afflusso di persone provenienti da ogni parte del mondo soprattutto in cerca di un lavoro. Il risultato è un originale laboratorio di cosmopolitismo, non esente da difficoltà, specie per i lavoratori stranieri. In questo “bosco” di grattacieli e cemento vive una piccola comunità del focolare, formata soprattutto da persone che, come innumerevoli altre, hanno dovuto lasciare alle spalle le incertezze che vivevano nelle rispettive nazioni e sono giunte a Dubai alla ricerca di una maggiore sicurezza per la propria famiglia. Lo scorso mese di febbraio, questa comunità ha accolto con grande gioia l’arrivo di Romè (dalle Filippine), Fadia e Susanne (Giordania) e Murad (Siria), insieme ad Alessandro (Italia), che si è aggiunto al gruppo per alcuni giorni, venuti per dare vita insieme ad un “focolare temporaneo” della durata di tre settimane.
Raccontano: «Siamo stati accolti all’aeroporto da un piccolo gruppo di persone con volti radiosi e a ognuno di noi è stato regalato un fiore! Ci siamo subito sentiti a casa. La mattina dopo ci è arrivato un messaggio via e-mail da Maria Voce, la presidente dei Focolari: “Che Gesù, sempre presente tra voi, sia il dono più bello per quanti incontrerete”. Questo è diventato un programma chiaro per le nostre settimane di immersione al cuore di una comunità. In punta di piedi abbiamo iniziato ad avvicinare una persona dopo l’altra, fissando appuntamenti nelle case, in chiesa, nelle stazioni della metropolitana, nei ristoranti e in alcuni centri commerciali vicini. Venivano carichi di “provvidenza” da condividere con tutti. Ogni momento della giornata, anche fino a tarda notte, ovunque, era un’occasione perfetta per costruire il rifugio temporaneo di Gesù tra noi, la realtà che desideravamo portare a tutti. E la gioia esplodeva ad ogni incontro!». In programma una Mariapoli di due giorni. «Sapevamo che la nostra presenza a Dubai era per metterci al servizio. Con questa finalità, siamo arrivati alla riunione preparatoria col gruppo degli “animatori”, caratterizzato da internazionalità e diversità culturale. I settanta partecipanti alla Mariapoli, di undici nazionalità, hanno dato ognuno un contributo concreto. L’eredità di Chiara Lubich, “essere sempre famiglia”, si è toccata con mano». «Parlando con l’uno e con l’altro – continuano – ci siamo resi conto di quante preoccupazioni e pesi portino nel cuore: discriminazione, paura di perdere il lavoro, alto costo della vita con bassi stipendi, nessuna residenza permanente, chiarezza o sicurezza a lungo termine. Dietro a tutto questo, tuttavia, è evidente come ciascuno custodisca nel profondo del cuore un tesoro: la scelta di Dio come ideale della propria vita». E concludono: «La vita di unità nella comunità è la loro caratteristica, cui si aggrappano nonostante le sfide che devono affrontare ogni giorno». La corsa al primato per stare at the top, nel loro caso, non è questione di metri. Chiara Favotti (altro…)