Dialogo ecumenico, effetto della Parola vissuta

Partecipanti al 50° Congresso Eucaristico Internazionale (C) CSC Audiovisivi

- Per approfondimenti sul Congresso Eucaristico leggi: Il codice genetico della comunione da Città Nuova online
Partecipanti al 50° Congresso Eucaristico Internazionale (C) CSC Audiovisivi
Un Paese ricco di storia, in cui anche il cristianesimo ha radici profonde: risale infatti ai primi secoli dopo Cristo (432) l’evangelizzazione dell’isola ad opera di San Patrizio. Conosciuta per le antiche tradizioni celtiche, per il successo della musica nazionale con gli U2 e tradizionale con i Riverdance, per i grandi autori letterari fra cui quattro premi Nobel, l’Irlanda ha anche vissuto pagine dolorose nella sua storia recente: il dramma della guerra di indipendenza, le violenze tra cattolici e protestanti, e lo scandalo degli abusi sessuali all’interno della chiesa cattolica, ferita ancora aperta. A rileggerle, le parole di Benedetto XVI nella lettera ai cattolici irlandesi del marzo 2010, risuonano ancora forti: “‘Mentre affrontate le sfide di questo momento, vi chiedo di ricordarvi della “roccia da cui siete stati tagliati” (Is 51, 1). Ed è in questo contesto – cioè nel percorso di purificazione e rinascita della Chiesa irlandese – che si situa il 50° Congresso Eucaristico Internazionale (10-17 giugno 2012). Terreno irrigato anche dalla vita e dalla proposta di autenticità evangelica del Movimento dei Focolari, da quando nel 1969, una donna – Margaret Neylon – di ritorno dall’Inghilterra, “contagia” a macchia d’olio tante persone con la nuova vita appena scoperta: l’amore (quello insegnato da Gesù) alla base di ogni azione. Insieme al figlio Eddie, affetto da distrofia muscolare, diventano l’anima della prima comunità focolarina, che attirerà poi la nascita del primo focolare in Irlanda (1971), seguito da un secondo nel 1976. Oggi sono 5 nel Paese e si è sviluppato negli anni anche un centro stabile di formazione, la cittadella “Lieta”. Prende il nome dalla focolarina argentina Lieta Betoño, che con dedizione e amore ha speso 30 anni della sua vita per donare l’ideale dell’unità a tanti irlandesi, fino al 2002, anno in cui si è spenta per un grave male. Molte storie si intrecciano nel ripercorrere le tappe dello sviluppo dei Focolari in Irlanda: tra queste quella di Suor Anna, che nel 1973 decide di portare un gruppo di giovani cattolici e protestanti ad un meeting internazionale: il Genfest. Fra loro c’è Sally Mc Allister, che diventerà la prima focolarina irlandese. Originaria dell’Irlanda del Nord, aveva deciso di abbracciare la lotta armata: nel Vangelo scopre la rivoluzione più grande, che riempie di senso anche il dolore della divisione e delle lotte fratricide della sua terra.
Oggi il Movimento dei Focolari è diffuso a vari livelli e fra persone di tutte le vocazioni; va sviluppandosi il lavoro comune con altri movimenti cattolici, con membri di altre Chiese e con membri della comunità Sikh. Dal 1991, anno di nascita dell’Economia di Comunione, alcune imprese aderiscono al progetto, per esempio: Paul Connolly Optometrist, Nettraffic (Telecomunicazioni) e la scuola di inglese Language e Leisure Internazionale. I Ragazzi per l’Unità hanno realizzato molteplici azioni per riportare pace e speranza nelle loro città: un video in cui presentano le loro attività per ‘colorarne’ gli angoli grigi; la staffetta mondiale ‘Run4Unity’, la cui tappa irlandese si è svolta a Belfast, il 12 maggio 2012, di fronte alla sede del Parlamento dell’Irlanda del nord. Sia Run4Unity, con la promozione della Regola d’oro attraverso lo sport in tante scuole di tutto il Paese, sia il programma per bambini del dado dell’amore, sono diventati dei programmi pastorali per la preparazione del Congresso Eucaristico. Chiara Lubich ha visitato l’Irlanda nel 2004, incontrando il Primate di tutta l’Irlanda Sean Brady, l’Arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin e altri Vescovi, l’allora presidente irlandese Mary Mc Aleese, l’allora primo ministro e Presidente dell’Unione Europea, Bertie Aherne tutte le persone dei Focolari dell’isola. In quell’occasione Chiara ha detto: “Abbiamo bisogno di favorire l’unità, l’unità dei cristiani nel testimoniare la fede in maniera oggi diversa (…) e credo che la testimonianza viva e autentica di vita familiare e di vita di fede è una delle cose più importanti che abbiamo da offrire per il futuro del nostro Paese”. Nel 2012 è la volta di Maria Voce, che dal 10 al 17 giugno, insieme al copresidente Faletti, è in Irlanda, in concomitanza con il Congresso Eucaristico internazionale, dove è chiamata a intervenire con una testimonianza sulla Parola vissuta. Molti sono gli avvenimenti sponsorizzati dai Focolari nel ricco mosaico del congresso: dallo spazio giovani “Chiara Luce”, ai workshop su Economia di Comunione e Chiesa Comunione; dall’incontro aperto, all’appuntamento ecumenico che si svolgerà a Belfast nella Cattedrale anglicana di Sant’Anna il 14 giugno, e che apporterà all’insieme del Congresso Eucaristico un contributo di dialogo fra le chiese. Visita l’Irlanda in Focolare Worldwide! (altro…)
E finalmente, nel pomeriggio di sabato 19, l’atteso incontro con Maria Voce e Giancarlo Faletti per la grande festa comune. L’appuntamento a pochi chilometri dalla capitale, presso il Multiversum di Schwechat, moderna struttura multi-funzionale che ospita concerti, eventi culturali e sportivi, fiere. Circa settecento i convenuti dalle nove regioni dell’Austria. Nel loro saluto iniziale, i responsabili nazionali del Movimento dei focolari, Maria Magerl e Andreas Amann, hanno espresso gioia, ma soprattutto gratitudine verso Dio, per Chiara Lubich e per la spiritualità dell’unità che, alla vita di molti, ha dato nuovo senso, profondità e pienezza. E gratitudine anche a quanti in questo cinquantennio hanno contribuito, ciascuno dal suo posto, allo sviluppo del Movimento. Motivo di particolare gioia in questa celebrazione era la presenza, talvolta dopo anni di assenza, di molti “costruttori e compagni di viaggio di una volta”. Nella prima parte dell’incontro, attraverso foto storiche e testimonianze anche filmate, quasi sfogliando un album di famiglia, sono state passate in rassegna le tappe fondamentali della storia dei Focolari in Austria. Per giungere al 2001, anno in cui Chiara ha trascorso dieci giorni in Austria, dando importanti indicazioni sui campi d’azione nei quali impegnare le forze della comunità focolarina. Una videoregistrazione con stralci del suo discorso al congresso dei sindaci “1000 città per l’Europa” (Innsbruck), ha fatto rivivere a molti dei presenti quell’evento così speciale. Ha chiuso questa retrospettiva il ricordo colmo di gratitudine dei tanti membri del Movimento d’ogni età e vocazione già arrivati nella Patria celeste. È seguito l’”oggi” dei Focolari in Austria, a cominciare dalla presentazione della Mariapoli permanente Giosi e del Centro Mariapoli Am Spiegeln. Tra i “tesori di famiglia”, la testimonianza di Reinhard Domig: vittima, nell’agosto 2008, di una feroce rapina nel suo ufficio postale, ha perdonato il suo assalitore. Diverse le esperienze di “dialogo” all’interno della Chiesa cattolica, nel rapporto con cristiani di altre Chiese, ma anche con fedeli di altre fedi (musulmani soprattutto) e con persone di convinzione non religiosa, come da anni ormai è in atto con membri del Partito comunista. È un dialogo soprattutto della vita, attraverso lo scambio e la partecipazione ad azioni comuni come progetti d’integrazione per bisognosi o di pedagogia. Altre iniziative, a livello più culturale, riguardano gli ambiti dell’economia, dell’ecologia, dello sport e della comunicazione. Dai più giovani abbiamo sentito illustrare i Social Day per senzatetto, anziani e bambini di rifugiati, la staffetta mondiale per la pace Run4unity e le azioni per consentire a dieci ragazzi indonesiani di partecipare al prossimo Genfest di Budapest. E tutto per un unico scopo: contribuire alla fratellanza in un Paese sempre più pluralistico come l’Austria. A questo punto, in risposta al desiderio di molti di conoscerla personalmente, Maria Voce ha preso la parola per un breve saluto. La festa è continuata dal palco con canzoni, giochi e altri numeri artistici; a seguire un ricco buffet.
La mattina di domenica 20, nuovo appuntamento al Multiversum, stavolta con i più impegnati della comunità. Il programma prevedeva, dopo una Messa animata dai canti dei gen, un incontro-dialogo con Maria Voce e Giancarlo Faletti. Semplici, illuminanti, incoraggianti le loro risposte ad alcune domande poste da giovani e adulti su argomenti riguardanti per lo più la testimonianza da offrire tra le sfide odierne per incidere più efficacemente nei vari ambiti della società. Tra la gioia comune, esplosa in un grande applauso, la presidente dei Focolari ha concluso con un augurio: «L’idea che la nostra è una vita, non una organizzazione, mi ha accompagnato sempre in questi anni e mi ha fatto capire cos’è la libertà dei figli di Dio. Non so se è una cosa azzardata, ma vorrei farvi un augurio di libertà, che vuol dire: liberarvi anche dal desiderio di essere efficienti, dall’esigenza di far bene le cose, dal ricordo di cose andate non come avreste desiderato, dalla situazione storica. Liberarvi, per avere la felicità di poter dire di sì a Dio e sapere che lui aspetta la vostra collaborazione, per fare di questa vostra Austria “ideale” un esempio di libertà vera, profonda; libertà che viene anche dal riconoscere e accettare i propri limiti, dal pensare che nonostante questi limiti possiamo fare qualcosa di buono (questo è ancora più difficile!), dal credere che al di là di essi e con essi agisce Dio. Agisce se gli diciamo di sì. E porta quel fuoco che dice la Parola di vita di questo mese che volge ormai al termine, ma abbiamo ancora un po’ di giorni per continuare l’incendio. Questo è il mio augurio: che siate liberi di appiccare il fuoco!». Dall’inviato Oreste Paliotti (altro…)
Collegati in diretta da tanti punti del globo – Costa d’Avorio, Zambia, Sud Africa, Brasile, Venezuela, Corea, Vietnam, Thailandia, Macao, Russia, Svezia… – in tanti hanno partecipato all’appuntamento con Chiara e le nuove generazioni, l’11 marzo a Castel Gandolfo. A conclusione di questo intenso pomeriggio è intervenuta la presidente dei Focolari, Maria Voce, con un grazie di cuore a quanti sono venuti per costruirlo e un saluto caloroso a quanti erano collegati via internet.
Tra le molte manifestazioni promosse dal Movimento dei focolari per ricordare la fondatrice, Chiara Lubich, a 4 anni dalla scomparsa, diversi sono quelli che coinvolgono i giovani – come in Polonia a Lublino e a Manila il 10 marzo e prossimamente in Costa Rica. L’intervento di Maria Voce ha ‘tirato le fila’ del pomeriggio, mettendo in luce il valore della “seconda generazione” dei Focolari; il rapporto di Chiara con i giovani, potenzialmente tutti i giovani del mondo, basato sulla reciprocità e su una fiducia “totale e coinvolgente”; il saper ‘osare’ di Chiara, nel presentare ai giovani il rivoluzionario per eccellenza, Gesù, “l’uomo-mondo” che offre la chiave per “abbracciare senza paura l’umanità con le sue contraddizioni”. Non due ore di ricordi, ma di vita, “trampolino di lancio”, per ripartire – insieme – sul cammino verso la fraternità universale: “lo dobbiamo a Chiara e al carisma che ci ha trasmesso. Lo dobbiamo all’umanità che amiamo”. Leggi l’intervento completo
«La venuta di Maria Voce è stata per noi come una pioggerella fresca, adesso qui tutto rifiorisce». È un giovane algerino, che riassume in queste poche parole la visita della presidente del Movimento dei focolari, agli algerini che ne condividono lo spirito. Negli anni ‘90, quando cominciava a formarsi la comunità, Chiara Lubich rispondendo alla domanda di qualcuno che la invitava a visitarla, aveva risposto: “Bisogna lavorare a questo”. Un cammino di dialogo durato anni e tuttora in corso. La visita di Maria Voce – dal 9 al 14 febbraio – è stata quindi un avvenimento molto importante per la comunità dei Focolari in Algeria, e non solo. Il dialogo con i musulmani è, infatti, in questo Paese, una punta avanzata, riconosciuto dalla Chiesa locale e ben al di là: la visita a Mons. Ghaleb Bader, arcivescovo di Algeri, lo ha confermato.
L’Algeria non è più una destinazione turistica, l’immagine dell’Islam ai nostri giorni è offuscata da molti avvenimenti che spesso non hanno nulla a che vedere con la religione. La visita di Maria Voce va al di là di tutto questo. Come Chiara ricordava spesso, il dialogo è un’“autostrada” per avanzare verso il mondo unito, e questa piccola comunità di musulmani, che ha fatto sua la spiritualità dei Focolari, suscita interrogativi. Come è possibile? “Bisogna viverlo per capire”, dirà Maria Voce ad un certo punto. In questo freddo siberiano che attraversa l’Europa, l’Africa del Nord non è risparmiata: Tlemcen, arroccata a 900 metri di altitudine, è abituata al freddo, che quest’anno è comunque eccezionale. Una città dal passato culturale e religioso molto ricco ed è qui – dove nel 1966 si è aperto il primo focolare in Algeria – che, nel tardo pomeriggio del 10 febbraio, arriva la presidente dei Focolari.
L’attende un’accoglienza alla tlemceniana, con due stupendi cavalli arabi e i loro cavalieri, che fanno la guardia d’onore, i bambini in abito tradizionale che offrono latte e datteri, secondo l’usanza di queste regioni prossime al deserto; Maria Voce si presta volentieri al rito e abbraccia tutti. I colpi di fucile la fanno sussultare, l’emozione è molto grande. Non è minore l’indomani, quando entra nella piccola sala del Centro Mariapoli con i 130 invitati, tutti musulmani, ad eccezione dei membri del focolare, quattro studenti africani, due vescovi e due religiosi domenicani di Tlemcen, invitati per l’occasione. Sono presenti anche alcuni dal Marocco e dalla Tunisia. Dopo una breve storia dell’arrivo dell’ideale dei Focolari nel Maghreb, inizia il dialogo e si vive un momento di ‘primavera’: “I veri protagonisti di questa ora sono stati i giovani”, commenta al suo rientro in Italia. Cominciano per primi, raccontando le loro esperienze e ponendo alcune domande, alle quali Maria Voce risponde in francese con una grande semplicità. Negli adulti presenti, una profonda commozione, nata dalla certezza che il futuro è assicurato. E le risposte sono valide per tutti, “anche per i vescovi”, come afferma Mons. Henri Teissier, arcivescovo emerito di Algeri, che si è ritirato nel “Centro Mariapoli Ulisse” dei Focolari a Tlemcen, e che partecipa all’incontro. Il tono delle domande, mette in luce la difficoltà di far conoscere quest’ideale nella vita di tutti i giorni, in Algeria come in altre parti del mondo; l’impegno necessario per andare contro corrente.
Nelle risposte di Maria Voce è spesso presente la parola “amore”, sintesi della spiritualità focolarina: “Se si è nell’Amore verso l’altro, non c’è più niente che ci separa”. Sottolinea quindi l’importanza della relazione fra le persone: “La crisi nel mondo di oggi, prima che economica e politica, è una crisi dei rapporti”. Da qui l’importanza di “un amore gratuito, che non aspetta niente in cambio, totalmente disinteressato, totalmente Amore per Dio attraverso il fratello”. La gioia è al culmine. Musica algerina, Andalusa, molto popolare a Tlemcen, e abiti tradizionali ornano il pomeriggio di festa. Le parole di numerosi canti sono anche lodi a Dio che mostrano tutta la profonda religiosità di questo popolo. Come è tradizione in Algeria tutto si conclude danzando.
Tlemcen, capitale internazionale della cultura islamica per l’anno 2011-2012, ospite di numerose manifestazioni culturali e religiose, si mostra in tutta la sua bellezza. Il sole si affaccia quando è il momento di visitarla per completare il viaggio. Fouad, l’accompagnatore – originario di Tlemcen – ne è innamorato. La fa scoprire, con tutti i suoi santi musulmani, parte del patrimonio della città, di cui il più famoso è Sidi Boumediene, molto conosciuto in tutto il mondo islamico. Sulla sua tomba Maria Voce prega perché tutti i musulmani della comunità algerina possano seguire l’esempio di questi santi. Fouad, all’uscita, intona qualche verso di un canto che riporta un insegnamento del santo: “Lascia la tua tristezza, lascia la tua vita e donati a Me”. E uno scambio di battute conclude la visita. Fouad: «Tutto è di Dio, noi siamo niente». Maria Voce: «Sì, ma apparteniamo a Dio». Fouad: «Ecco, questa è la parola: “appartenere”». (altro…)