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Umberto Giannettoni
 1° maggio 1971, prima festa dei giovani a Loppiano. «Chiara Lubich, dopo un incontro col Priore di Taizé, a Rocca di Papa (Roma), parla della cittadella come di una “città dei giovani”. Giorgio Marchetti, stretto collaboratore di Chiara, durante un suo viaggio a Padova, si ferma per pochi momenti a Loppiano. Racconta di quanto Chiara ha detto. Umberto ha come un lampo nell’anima. Bisogna rispondere subito a Chiara. Il week end organizza una gita con i responsabili dei focolari della scuola al Passo del Muraglione, sull’Appennino.  La mattina della domenica, due pulmini ed una macchina partono. In un bar del Passo si studia la possibilità di un grande incontro di giovani a Loppiano, per il primo maggio […]. Saranno chiamati a partecipare giovani di varie zone e nazioni. Ognuno sarà invitato a dare un contributo artistico. Quando escono dal bar, li sorprende una scena particolare. La strada è una lastra di ghiaccio. La pioggia, seguita da un abbassamento di temperatura, ha prodotto questa situazione. I pulmini non riescono a tenere la strada, hanno una forte impressione che qualcuno voglia impedire di portare avanti la decisione presa […]».
1° maggio 1971, prima festa dei giovani a Loppiano. «Chiara Lubich, dopo un incontro col Priore di Taizé, a Rocca di Papa (Roma), parla della cittadella come di una “città dei giovani”. Giorgio Marchetti, stretto collaboratore di Chiara, durante un suo viaggio a Padova, si ferma per pochi momenti a Loppiano. Racconta di quanto Chiara ha detto. Umberto ha come un lampo nell’anima. Bisogna rispondere subito a Chiara. Il week end organizza una gita con i responsabili dei focolari della scuola al Passo del Muraglione, sull’Appennino.  La mattina della domenica, due pulmini ed una macchina partono. In un bar del Passo si studia la possibilità di un grande incontro di giovani a Loppiano, per il primo maggio […]. Saranno chiamati a partecipare giovani di varie zone e nazioni. Ognuno sarà invitato a dare un contributo artistico. Quando escono dal bar, li sorprende una scena particolare. La strada è una lastra di ghiaccio. La pioggia, seguita da un abbassamento di temperatura, ha prodotto questa situazione. I pulmini non riescono a tenere la strada, hanno una forte impressione che qualcuno voglia impedire di portare avanti la decisione presa […]».   «È presente a Loppiano un bel gruppo di giovani ricchi di talenti. Fra i molti Heleno Oliveira, un giovane brasiliano, cantautore, che molto contribuirà per la parte artistica. Tutti si impegnano al massimo. Il primo maggio 1971 nell’anfiteatro naturale di Campo Giallo, sotto un sole splendido, vediamo arrivare migliaia e migliaia di giovani. La giornata, a cui hanno dato un contributo in molti dell’Italia e dall’Europa, si dimostra di una grande efficacia per i giovani, che la sera partono felici e pieni del divino che hanno sperimentato.  Da Trento viene Paolo Bampi, un giovane malato di leucemia che canta una canzone travolgente: “…ma cosa cercate, ma cosa volete…”. Quindi, il Gen Rosso, canta “Dio Amore”. Poi pezzi di teatro, di danza. Ogni singolo numero è premiato con un “primo premio”, che la giuria attribuisce con motivazioni diverse: bellezza, unità, contenuto, impegno. È un crescendo di gioia sincera ed esplosiva che contamina tutti. Sul far della sera, sotto i raggi di un sole che indora, in una calma solenne dopo l’intensa giornata […] la forte impressione della presenza di Maria».  Dopo una seconda radunata festosa dei giovani, nel 1972, ancora più frequentata, «Chiara Lubich capisce che sarà uno strumento importante per tutto il movimento giovanile. Decide di coinvolgere i Centri Gen Mondiali che parteciperanno all’organizzazione del “Genfest” del 1973, sempre a Loppiano. In quell’anno, Don Pasquale Foresi (cofondatore del Movimento dei Focolari) è presente e pronuncerà un discorso importante sulla chiamata a seguire Gesù. Nell’anfiteatro all’aperto sono presenti quasi 10 mila giovani». Ormai il Genfest è nato!  Fonte: www.loppiano.it  Segui la diretta: https://www.primomaggioloppiano.it/live/  (altro…)
«È presente a Loppiano un bel gruppo di giovani ricchi di talenti. Fra i molti Heleno Oliveira, un giovane brasiliano, cantautore, che molto contribuirà per la parte artistica. Tutti si impegnano al massimo. Il primo maggio 1971 nell’anfiteatro naturale di Campo Giallo, sotto un sole splendido, vediamo arrivare migliaia e migliaia di giovani. La giornata, a cui hanno dato un contributo in molti dell’Italia e dall’Europa, si dimostra di una grande efficacia per i giovani, che la sera partono felici e pieni del divino che hanno sperimentato.  Da Trento viene Paolo Bampi, un giovane malato di leucemia che canta una canzone travolgente: “…ma cosa cercate, ma cosa volete…”. Quindi, il Gen Rosso, canta “Dio Amore”. Poi pezzi di teatro, di danza. Ogni singolo numero è premiato con un “primo premio”, che la giuria attribuisce con motivazioni diverse: bellezza, unità, contenuto, impegno. È un crescendo di gioia sincera ed esplosiva che contamina tutti. Sul far della sera, sotto i raggi di un sole che indora, in una calma solenne dopo l’intensa giornata […] la forte impressione della presenza di Maria».  Dopo una seconda radunata festosa dei giovani, nel 1972, ancora più frequentata, «Chiara Lubich capisce che sarà uno strumento importante per tutto il movimento giovanile. Decide di coinvolgere i Centri Gen Mondiali che parteciperanno all’organizzazione del “Genfest” del 1973, sempre a Loppiano. In quell’anno, Don Pasquale Foresi (cofondatore del Movimento dei Focolari) è presente e pronuncerà un discorso importante sulla chiamata a seguire Gesù. Nell’anfiteatro all’aperto sono presenti quasi 10 mila giovani». Ormai il Genfest è nato!  Fonte: www.loppiano.it  Segui la diretta: https://www.primomaggioloppiano.it/live/  (altro…)
				
					
			
					
											
								 
							
					
															
					
					28 Apr 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
 Zoom sui giovani. Anche quest’anno partirà idealmente da Loppiano, la cittadella dei Focolari, il tradizionale appuntamento “Settimana mondo unito”: una rete mondiale di azioni improntate ad uno spirito di fratellanza tra popoli e culture. Da oltre vent’anni la “Settimana” è al cuore delle iniziative dei giovani dei Focolari, che vogliono testimoniare a tutti, non solo ai coetanei ma anche alle più alte istituzioni, che il mondo unito non è un sogno smarrito tra i venti di guerra o sotto il peso del disagio sociale, ma una realtà possibile. Specie se a riprendere in mano le redini della società saranno le nuove generazioni, formate ad una cultura di pace.  Il 1° maggio, la cittadella italiana dei Focolari ospiterà una delle tante tappe “nazionali” verso il Genfest di Manila (“Beyond all borders”, luglio 2018), radunando 3 mila giovani da ogni parte d’Italia. Una festa per parlare del più difficile dei confini da superare per andare incontro agli altri: se stessi. “Beyond me”, a Loppiano, racconterà le storie di chi ha voluto operare prima di tutto in sé un profondo cambiamento, uscendo dalla propria “comfort zone” per aprirsi ai valori della solidarietà e alle necessità di chi sta accanto. Per molti dei giovani presenti questa esperienza di apertura affonda le radici in un incontro personale con Dio, che ha trasformato la loro vita e permesso di superare le paure. Per altri, si è trattato del superamento di una malattia o di una disabilità, per altri ancora la presa di coscienza di un disagio. Sarà presente, in nome di un’amicizia ormai collaudata, e in vista della visita del Papa alle due cittadelle, il 10 maggio, anche un folto gruppo di giovani di Nomadelfia.  L
Zoom sui giovani. Anche quest’anno partirà idealmente da Loppiano, la cittadella dei Focolari, il tradizionale appuntamento “Settimana mondo unito”: una rete mondiale di azioni improntate ad uno spirito di fratellanza tra popoli e culture. Da oltre vent’anni la “Settimana” è al cuore delle iniziative dei giovani dei Focolari, che vogliono testimoniare a tutti, non solo ai coetanei ma anche alle più alte istituzioni, che il mondo unito non è un sogno smarrito tra i venti di guerra o sotto il peso del disagio sociale, ma una realtà possibile. Specie se a riprendere in mano le redini della società saranno le nuove generazioni, formate ad una cultura di pace.  Il 1° maggio, la cittadella italiana dei Focolari ospiterà una delle tante tappe “nazionali” verso il Genfest di Manila (“Beyond all borders”, luglio 2018), radunando 3 mila giovani da ogni parte d’Italia. Una festa per parlare del più difficile dei confini da superare per andare incontro agli altri: se stessi. “Beyond me”, a Loppiano, racconterà le storie di chi ha voluto operare prima di tutto in sé un profondo cambiamento, uscendo dalla propria “comfort zone” per aprirsi ai valori della solidarietà e alle necessità di chi sta accanto. Per molti dei giovani presenti questa esperienza di apertura affonda le radici in un incontro personale con Dio, che ha trasformato la loro vita e permesso di superare le paure. Per altri, si è trattato del superamento di una malattia o di una disabilità, per altri ancora la presa di coscienza di un disagio. Sarà presente, in nome di un’amicizia ormai collaudata, e in vista della visita del Papa alle due cittadelle, il 10 maggio, anche un folto gruppo di giovani di Nomadelfia.  L a “Settimana mondo unito” (United World Week), che aprirà i battenti subito dopo, sarà invece un unico grande evento, dislocato in vari punti del mondo. Una expo internazionale – parte integrante dello United World Project – che da più di vent’anni (la prima edizione nel maggio 1995) torna in questo periodo dell’anno per dare vita, in diversi punti del pianeta, ma soprattutto dove prevalgono solitudine, povertà, emarginazione, a rapporti di pacifica convivenza tra popoli e culture. Nel tempo, la “Settimana Mondo Unito” si è fatta spazio nell’opinione pubblica, attraverso i mass media e i social, portando tali azioni di fraternità all’attenzione delle istituzioni locali, nazionali e sovranazionali, ma anche di personalità del mondo della cultura, dello sport, della società civile e religiosa.  L’edizione del 2018 avrà come filo conduttore il tema “Generazione Fame zero”, uno dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile contenuti nell’Agenda approvata dagli Stati membri delle Nazioni Unite, da raggiungere entro il 2030. I ragazzi e i giovani del Movimento dei Focolari sono già impegnati, da qualche tempo, a dare un contributo all’importante progetto portato avanti dalla FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) sui temi della malnutrizione, dello spreco di cibo, del rispetto della natura, con iniziative personali e collettive volte ad un uso responsabile delle risorse della terra (vedi il numero della rivista “Teens” interamente dedicato al tema). La “Settimana” sarà quindi un’occasione per mostrare i frutti di questa collaborazione e coinvolgere un numero crescente di ragazzi, cittadini e istituzioni al raggiungimento dell’obiettivo.  A conclusione, con “epicentro” domenica 6 maggio, tornerà “Run for Unity”, staffetta sportiva realizzata da centinaia di migliaia di ragazzi di nazionalità, religioni, culture, etnie diverse che copriranno la terra, passandosi idealmente un testimone di “fraternità”, da est a ovest. A ogni tappa, percorsa a piedi, o in bicicletta, o camminando, o facendo correre un pensiero di pace, la staffetta più controcorrente che ci sia si arricchirà di eventi sportivi, giochi, azioni di solidarietà e quanto può servire a testimoniare che il sogno di un mondo unito resiste, nonostante le tensioni o i segnali contrari. E forse questi ragazzi ne saranno i protagonisti.  Chiara Favotti  Facebook: www.facebook.com/primomaggioloppiano/
a “Settimana mondo unito” (United World Week), che aprirà i battenti subito dopo, sarà invece un unico grande evento, dislocato in vari punti del mondo. Una expo internazionale – parte integrante dello United World Project – che da più di vent’anni (la prima edizione nel maggio 1995) torna in questo periodo dell’anno per dare vita, in diversi punti del pianeta, ma soprattutto dove prevalgono solitudine, povertà, emarginazione, a rapporti di pacifica convivenza tra popoli e culture. Nel tempo, la “Settimana Mondo Unito” si è fatta spazio nell’opinione pubblica, attraverso i mass media e i social, portando tali azioni di fraternità all’attenzione delle istituzioni locali, nazionali e sovranazionali, ma anche di personalità del mondo della cultura, dello sport, della società civile e religiosa.  L’edizione del 2018 avrà come filo conduttore il tema “Generazione Fame zero”, uno dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile contenuti nell’Agenda approvata dagli Stati membri delle Nazioni Unite, da raggiungere entro il 2030. I ragazzi e i giovani del Movimento dei Focolari sono già impegnati, da qualche tempo, a dare un contributo all’importante progetto portato avanti dalla FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) sui temi della malnutrizione, dello spreco di cibo, del rispetto della natura, con iniziative personali e collettive volte ad un uso responsabile delle risorse della terra (vedi il numero della rivista “Teens” interamente dedicato al tema). La “Settimana” sarà quindi un’occasione per mostrare i frutti di questa collaborazione e coinvolgere un numero crescente di ragazzi, cittadini e istituzioni al raggiungimento dell’obiettivo.  A conclusione, con “epicentro” domenica 6 maggio, tornerà “Run for Unity”, staffetta sportiva realizzata da centinaia di migliaia di ragazzi di nazionalità, religioni, culture, etnie diverse che copriranno la terra, passandosi idealmente un testimone di “fraternità”, da est a ovest. A ogni tappa, percorsa a piedi, o in bicicletta, o camminando, o facendo correre un pensiero di pace, la staffetta più controcorrente che ci sia si arricchirà di eventi sportivi, giochi, azioni di solidarietà e quanto può servire a testimoniare che il sogno di un mondo unito resiste, nonostante le tensioni o i segnali contrari. E forse questi ragazzi ne saranno i protagonisti.  Chiara Favotti  Facebook: www.facebook.com/primomaggioloppiano/  
  Il Genfest Italia sarà trasmesso in streaming su www.primomaggioloppiano.it/live  il 1° maggio 2018 dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.00. (altro…)
				
					
			
					
											
								 
							
					
															
					
					25 Apr 2018 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Sono nato in un paesino del nord Italia, 67 anni fa. Durante l’adolescenza i miei unici interessi erano la musica e il disegno. Per i continui conflitti con i miei, ben presto abbandonai casa e scuola. Chitarra, capelli lunghi, la mia band: questo divenne il mio mondo. Con alcuni amici formammo una comune dove vivevamo, suonando e sognando insieme. Un posto di passaggio, dove circolava l’hashish. Conobbi Laura, che divenne la mia compagna, con la gioia e l’incoscienza dei vent’anni. Lei, saltuariamente, faceva uso anche di droghe pesanti. Per aiutarla a smettere feci un gesto di cui in seguito mi sarei pentito amaramente: provai anch’io. Fu l’inizio di una china che giorno dopo giorno ci condusse in un abisso senza fondo, nella prostrazione di dover reperire dosi quotidiane sempre più forti.  Anni di paura, di euforia alternata a crisi d’astinenza, ricoveri in ospedale e continue ricadute. Fino al carcere. Scontata la pena, decidemmo di partire per l’India per imparare a suonare i Tabla, tipico strumento a percussione. L’India ci apparve affascinante, al punto da farci dimenticare l’Occidente e il suo materialismo, riuscendo a stare lontani da qualsiasi droga. Al rientro l’impatto fu molto duro. L’Italia in quel periodo era come paralizzata dal terrorismo di stampo politico. Disorientati, trovammo di nuovo conforto tra le braccia dell’eroina, ci aiutava a non pensare. Il vortice della tossicodipendenza ci risucchiò in un modo ancora più spietato. Seguirono anni di degrado fisico e morale. Fino a un bivio drastico: la pazzia o la morte. Tornai in India per disintossicarmi. Ma da solo, per evitare di condizionarci e di ricadere nel giro. Di nuovo in Italia, accettai, di malavoglia, di andare da uno zio in Toscana.  

La cittadella di Loppiano
![Nomadelfia e la legge della fraternità]() 
							
					
															
					
					23 Apr 2018 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo

Copyright © 2018 Nomadelfia

Don Zeno Saltini. Foto © 2018 Nomadelfia

Rocca di Papa, 22 aprile 2018: Visita al Centro internazionale del Movimento dei focolari. Foto: ©CSC Audiovisivi
 
							
					
															
					
					16 Apr 2018 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Il Burj Khalifa, grattacielo di 830 metri e 160 piani con belvedere, è ancora, per il momento, la più alta struttura mai realizzata dall’uomo, sovrastante un’immensa fontana illuminata da raggi laser che danzano a ritmo di musica. Fino a quando questo primato non sarà superato, probabilmente dalla Kingdom Tower di Gedda (200 piani), o da un altro dei grattacieli in costruzione in diverse parti del mondo, stare “at the top”, guardando dall’alto gli edifici di lusso e le costruzioni ultramoderne, rimane una caratteristica peculiare di Dubai. La città negli ultimi anni ha visto un tasso migratorio altissimo, tra i più alti al mondo, con un grande afflusso di persone provenienti da ogni parte del mondo soprattutto in cerca di un lavoro. Il risultato è un originale laboratorio di cosmopolitismo, non esente da difficoltà, specie per i lavoratori stranieri.  In questo “bosco” di grattacieli e cemento vive una piccola comunità del focolare, formata soprattutto da persone che, come innumerevoli altre, hanno dovuto lasciare alle spalle le incertezze che vivevano nelle rispettive nazioni e sono giunte a Dubai alla ricerca di una maggiore sicurezza per la propria famiglia. Lo scorso mese di febbraio, questa comunità ha accolto con grande gioia l’arrivo di Romè (dalle Filippine), Fadia e Susanne (Giordania) e Murad (Siria), insieme ad Alessandro (Italia), che si è aggiunto al gruppo per alcuni giorni, venuti per dare vita insieme ad un “focolare temporaneo” della durata di tre settimane.   Raccontano: «Siamo stati accolti all’aeroporto da un piccolo gruppo di persone con volti radiosi e a ognuno di noi è stato regalato un fiore! Ci siamo subito sentiti a casa. La mattina dopo ci è arrivato un messaggio via e-mail da Maria Voce, la presidente dei Focolari: “Che Gesù, sempre presente tra voi, sia il dono più bello per quanti incontrerete”. Questo è diventato un programma chiaro per le nostre settimane di immersione al cuore di una comunità. In punta di piedi abbiamo iniziato ad avvicinare una persona dopo l’altra, fissando appuntamenti nelle case, in chiesa, nelle stazioni della metropolitana, nei ristoranti e in alcuni centri commerciali vicini. Venivano carichi di “provvidenza” da condividere con tutti.  Ogni momento della giornata, anche fino a tarda notte, ovunque, era un’occasione perfetta per costruire il rifugio temporaneo di Gesù tra noi, la realtà che desideravamo portare a tutti. E la gioia esplodeva ad ogni incontro!». In programma una Mariapoli di due giorni. «Sapevamo che la nostra presenza a Dubai era per metterci al servizio. Con questa finalità, siamo arrivati alla riunione preparatoria col gruppo degli “animatori”, caratterizzato da internazionalità e diversità culturale. I settanta partecipanti alla Mariapoli, di undici nazionalità, hanno dato ognuno un contributo concreto. L’eredità di Chiara Lubich, “essere sempre famiglia”, si è toccata con mano».  «Parlando con l’uno e con l’altro – continuano – ci siamo resi conto di quante preoccupazioni e pesi portino nel cuore: discriminazione, paura di perdere il lavoro, alto costo della vita con bassi stipendi, nessuna residenza permanente, chiarezza o sicurezza a lungo termine. Dietro a tutto questo, tuttavia, è evidente come ciascuno custodisca nel profondo del cuore un tesoro: la scelta di Dio come ideale della propria vita». E concludono: «La vita di unità nella comunità è la loro caratteristica, cui si aggrappano nonostante le sfide che devono affrontare ogni giorno».  La corsa al primato per stare at the top, nel loro caso, non è questione di metri.  Chiara Favotti (altro…)
Raccontano: «Siamo stati accolti all’aeroporto da un piccolo gruppo di persone con volti radiosi e a ognuno di noi è stato regalato un fiore! Ci siamo subito sentiti a casa. La mattina dopo ci è arrivato un messaggio via e-mail da Maria Voce, la presidente dei Focolari: “Che Gesù, sempre presente tra voi, sia il dono più bello per quanti incontrerete”. Questo è diventato un programma chiaro per le nostre settimane di immersione al cuore di una comunità. In punta di piedi abbiamo iniziato ad avvicinare una persona dopo l’altra, fissando appuntamenti nelle case, in chiesa, nelle stazioni della metropolitana, nei ristoranti e in alcuni centri commerciali vicini. Venivano carichi di “provvidenza” da condividere con tutti.  Ogni momento della giornata, anche fino a tarda notte, ovunque, era un’occasione perfetta per costruire il rifugio temporaneo di Gesù tra noi, la realtà che desideravamo portare a tutti. E la gioia esplodeva ad ogni incontro!». In programma una Mariapoli di due giorni. «Sapevamo che la nostra presenza a Dubai era per metterci al servizio. Con questa finalità, siamo arrivati alla riunione preparatoria col gruppo degli “animatori”, caratterizzato da internazionalità e diversità culturale. I settanta partecipanti alla Mariapoli, di undici nazionalità, hanno dato ognuno un contributo concreto. L’eredità di Chiara Lubich, “essere sempre famiglia”, si è toccata con mano».  «Parlando con l’uno e con l’altro – continuano – ci siamo resi conto di quante preoccupazioni e pesi portino nel cuore: discriminazione, paura di perdere il lavoro, alto costo della vita con bassi stipendi, nessuna residenza permanente, chiarezza o sicurezza a lungo termine. Dietro a tutto questo, tuttavia, è evidente come ciascuno custodisca nel profondo del cuore un tesoro: la scelta di Dio come ideale della propria vita». E concludono: «La vita di unità nella comunità è la loro caratteristica, cui si aggrappano nonostante le sfide che devono affrontare ogni giorno».  La corsa al primato per stare at the top, nel loro caso, non è questione di metri.  Chiara Favotti (altro…)