Nov 23, 2013 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
In quell’11 ottobre 2003, data del conferimento del Premio a Chiara Lubich, lei stessa aveva espresso l’augurio: “Che il Signore ci dia, alla luce della sua preghiera per l’unità (Gv 17), di concorrere con sempre crescente zelo a realizzare la fraternità, garanzia di pace, dove e come possiamo. E Maria, il cui nome nobilita la vostra città, ci faccia in qualche modo partecipi della sua universale maternità” (guarda il video). A 10 anni di distanza, la domanda su quanto oggi consideriamo il dialogo uno strumento importante per la vita personale e sociale, è il fulcro del convegno del 23 novembre, al quale partecipa Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari. L’evento ha per titolo “Chiara Lubich, donna del dialogo” ed è promosso dall’Amministrazione comunale nel decennale dell’assegnazione a Chiara del premio ”Santa Maria Capua Vetere Città di Pace”. Assieme a Maria Voce, offriranno il proprio contributo il filosofo Aldo Masullo, NasserHidouri, Imam della Moschea di San Marcellino (CE); Alberta Levi Temin,dell’Amicizia Ebraico-Cristiana; Antonio Casale, direttore del Centro Fernandes, e l’imprenditore Antonio Diana. ”Sono molto contenta di visitare la Campania”, ha detto Maria Voce, alla vigilia del suo viaggio dal 23 al 26 novembre, assieme al copresidente Giancarlo Faletti. “È una regione ricca di umanità e di risorse – ha sottolineato –, seppure attraversata da problemi e contraddizioni particolarmente rilevanti. Conoscendo però, anche per esperienza diretta, la volontà di riscatto e la tenacia che caratterizzano la gente del Sud, sono certa che il suo popolo saprà tirar fuori la parte migliore di sé per costruire un futuro di bene per tutti. Un impegno che potrà essere alimentato e sostenuto dalla spiritualità dell’unità che il Movimento dei Focolari offre a quanti la desiderano”. Lunedì 25 sarà la volta di Capua dove Maria Voce terrà una Lectio Magistralis su ”Gesù Abbandonato, luce per la teologia”, in occasione dell’inaugurazione dell’AnnoAccademico dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose ”San Roberto Bellarmino”, alla presenza di diversi Vescovi della Campania. Sono previste anche visite ai centri dei Focolari della regione ed incontri con le tante comunità del Movimento presenti in Campania, Puglia, Basilicata e Albania. (altro…)
Nov 21, 2013 | Centro internazionale, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
IX Assemblea generale di Religioni per la pace (RFP), Vienna dal 20 al 22 novembre. Circa seicento delegati da tutte le parti del mondo, in rappresentanza di culture religiose che esprimono diversamente il loro anelito per l’Assoluto: baha’i, buddhisti, cristiani, ebrei, giainisti, hindù, religioni aborigeni e tradizionali, musulmani, sikh, shintoisti e zoroastriani. L’Assemblea è stata preceduta da una conferenza promossa dal King Abdullah Bin Abdulaziz International Centre for Interreligious and Intercultural Dialogue (KAICIID ). Si tratta del Centro internazionale per il dialogo interreligioso e culturale, fondato per iniziativa di Arabia Saudita, Spagna e Austria che vede anche il ruolo importante della Santa Sede come organismo fondatore, anche se a livello di osservatore. «Welcoming the other» (accogliere l’altro), il motto dell’IX Assemblea, si pone oggi come una sfida in un mondo dove, a causa dei processi migratori e della globalizzazione, ci si trova a confrontarsi con diversi popoli, culture, modi di credere, costumi sociali. Essa si propone, infatti, di contrastare la tendenza crescente di considerare il diverso con ostilità, attraverso la tolleranza e l’accoglienza dell’altro, facendo progredire così la dignità umana. Maria Voce, attuale presidente dei Focolari, è da quest’anno Co-Presidente del Consiglio Mondiale di RfP, insieme ad altri 49 rappresentanti di diverse religioni e culture, tra cui il Rev. Nichiko Niwano (buddista, Presidente della Rissho Kosei-kai, Giappone), il Rabbino David Rosen, (ebreo, Presidente del Comitato Ebraico Internazionale di Consultazione Interreligiosa), Mme. Cissé Hadja Mariama Sow (musulmana, Presidente delle Donne Musulmane della Guinea), Dr. Agnes R. Abuom, (anglicana, Comitato Esecutivo del Consiglio Mondiale delle Chiese, Kenya).
«Accogliere l’altro – una visione multireligiosa di pace… è un argomento di estrema attualità nel mondo d’oggi», ha detto nel suo intervento Maria Voce; ma ha sottolineato che «occorre la conversione del cuore… E qui si situa il ruolo cruciale delle religioni. Esse devono offrire dal profondo di se stesse la forza spirituale per condurre l’umanità alla solidarietà e alla pace; devono realizzare iniziative capaci di rinnovare le relazioni non solo a livello individuale ma anche tra persone diverse per razza, nazionalità, cultura». «Chiara Lubich, che rappresento oggi, – ha continuato la presidente – e che ha molto sostenuto Religions for Peace, ha speso tutta la vita per costruire l’unità della famiglia umana. Lei traeva questa ispirazione dalla preghiera di Gesù: “che tutti siano una cosa sola” (Gv 17,21). Sull’insegnamento e sull’esempio di Chiara, fin dagli inizi del Movimento, vediamo in ogni persona, nell’altro diverso da me, un compagno di viaggio, un fratello, senza il quale non possiamo presentarci a Dio. Chiara ci invita a: “Puntare sempre lo sguardo nell’unico Padre di tanti figli. Poi, guardare le creature tutte, come figli dell’unico Padre. (…) Tendere costantemente (…) alla fratellanza universale in un solo Padre: Dio”». E conclude, prima di offrire due efficaci testimonianze che confermano la convinzione di Chiara Lubich: «L’amore al prossimo affonda perciò la sua radice non in una filantropia qualsiasi, ma nel fatto che siamo tutti figli di un unico Padre. E, se siamo figli dello stesso Padre, siamo fratelli fra di noi». “Chiara Lubich e le religioni” sarà, inoltre, il tema del convegno previsto a marzo 2014 presso l’Università Urbaniana di Roma, in occasione del 6° anniversario della sua nascita al cielo. Religioni per la pace, nata come Conferenza mondiale delle religioni per la pace, opera dal 1970, per favorire processi di pace e trovare risposte alle questioni scottanti dell’umanità.
Ulteriori informazioni nell’Area Stampa: Focus: “Accogliere l’altro” per costruire la pace
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Nov 15, 2013 | Centro internazionale, Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
La notizia della visita di papa Francesco allo Stato italiano, il 14 novembre 2013, dove è stato accolto dal presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, ha riempito le testate dei giornali di tutto il mondo. Anche il clima dell’incontro nel palazzo del Quirinale avvenuto nella semplicità, cordiale amicizia e valori condivisi evidenziati nei loro due discorsi, è stato sottolineato in toni diversi dai Media internazionali. Da evidenziare la partecipazione della società civile. Che questa visita abbia destato l’interesse dei cittadini lo dicono le centinaia di persone che hanno salutato festanti l’ingresso nel palazzo presidenziale dell’auto papale. All’interno, ad accogliere papa Francesco c’era una delegazione del governo, esponenti del mondo imprenditoriale, accademico e alcune personalità rappresentative del mondo della solidarietà attivi in progetti verso i poveri, i sofferenti, gli ultimi.
Per il Movimento dei Focolari erano presenti Maria Voce e Giancarlo Faletti. “Tutto si è svolto in maniera ufficiale e allo stesso tempo in un’atmosfera cordiale – ha detto a caldo Maria Voce -. Mi è piaciuto particolarmente il saluto del presidente Napolitano, sia per il suo esprimere gratitudine a papa Francesco per la sua particolare capacità di arrivare al cuore degli uomini, che per la dimensione personale dei rapporti che stabilisce. Ci ha tenuto a sottolineare anche il retaggio cristiano presente nei valori che hanno formato l’Europa, così come l’ammissione della tragica situazione che vive l’Italia nell’accentuarsi di una crisi che travolge la politica. Emergeva l’attesa fiduciosa che un messaggio del Papa avrebbe aiutato a oltrepassare i particolarismi in vista del bene comune. Da ambedue i discorsi, poi, era evidente che siamo dinanzi a domande che ci interpellano insieme e per le quali anche le risposte sono comuni, seppure in ambiti differenti e con metodi diversi”. Dal canto suo il copresidente Faletti ha sottolineato l’impressione di essersi trovato dentro “una pagina di storia dell’umanità, legata certamente alla storia italiana. Era evidente, come sottolineato dalle parole e dalla testimonianza di Napolitano e di papa Francesco, che a incidere nella storia è e sarà fondamentalmente la capacità di mettersi in dialogo”.
“Guardare le singole persone, una alla volta”, ha evidenziato il Capo di Stato nel riconoscere quale “carattere distintivo” della missione pastorale di papa Francesco una “forte considerazione per la persona”, il saper “comunicare con i semplici”, il trasmettere “a ciascuno e a tutti i valori del messaggio cristiano”, “innanzitutto quello dell’amore per gli altri”, per combattere “il dilagare dell’egoismo, dell’insensibilità sociale, del più spregiudicato culto del proprio tornaconto personale”. L’augurio, in conclusione, di papa Francesco per l’Italia: che il Paese “attingendo dal suo ricco patrimonio di valori civili e spirituali”, sappia trovare “la creatività e la concordia necessarie al suo armonioso sviluppo, a promuovere il bene comune e la dignità di ogni persona e ad offrire nel consesso internazionale il suo contributo per la pace e la giustizia”. Discorso di papa Francesco: leggi il testo integrale Discorso di Giorgio Napolitano: leggi il testo integrale (altro…)
Nov 13, 2013 | Centro internazionale, Chiesa, Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Donna del carisma o donna dell’azione. Eppure dovrebbe esserci posto anche per la donna del pensiero, mentre non viene avvertito come essenziale il suo contributo al magistero. Poche donne sono coinvolte nella pastorale familiare, poche hanno cattedre di teologia e rarissima è la loro presenza nella formazione dei sacerdoti. «La fotografia della situazione attuale è abbastanza esatta. La donna è poco considerata nel suo contributo di pensiero, anche perché ha avuto scarse possibilità di svilupparlo. Solo di recente è stata ammessa nei collegi pontifici, dove si studia la teologia. Certo, è vero che ci sono state donne sapienti e donne che hanno dato un contributo di pensiero, ma qualche volta più per ispirazione diretta dello Spirito Santo – come le grandi donne che sono state fatte dottori della Chiesa –, che non per aver sviluppato il loro pensiero attraverso lo studio e il confronto con altri pensatori. La donna ha dovuto sempre ricoprire altri ruoli nella Chiesa e nell’umanità». Sul tema della donna, Francesco ha offerto solo degli accenni. Lui si affida più che a momenti speculativi alla fecondità degli incontri. Come valuteresti una sua iniziativa che desse vita a un comitato permanente, un F8, formato da donne con grandi responsabilità nella Chiesa? «Reputo che ci sia ancora da aspettare per vedere un corpus solo femminile a disposizione del magistero della Chiesa. Preferisco comunque che la donna stia insieme con gli uomini, non staccata a manifestare la propria differenza. Serve perciò entrare negli organismi di consultazione, di pensiero o di decisione, che piano piano si stanno sviluppando nella Chiesa e far ascoltare la sua voce femminile. Non penso perciò a un F8 ma a un 8 di qualche tipo dove siano rappresentati uomini e donne, perché ognuno ha la sua peculiarità, ed è quella peculiarità che serve alla Chiesa. Un organismo del genere mi entusiasmerebbe». Come vedresti il conclave con la presenza di superiori e superiore generali di ordini religiosi e di presidenti di aggregazioni ecclesiali internazionali? Sarebbe un riconoscimento per la donna? «Vorrei distinguere il conclave come assise in cui si prepara l’elezione del papa e il conclave come momento di votazione per l’elezione del papa. Mi sembrerebbe particolarmente utile se nella prima fase ci fosse la presenza anche di persone che svolgono un ruolo nella Chiesa e possono apportare il contributo della loro esperienza, sicuramente diverso ma non meno importante di quello dei cardinali. «Da quello che riferisce papa Bergoglio, le riunioni precedenti l’elezione si sono rivelate determinanti per le sue attuali prese di posizione e per il suo modo di condurre la Chiesa verso determinati traguardi. Allora, se quelle analisi fossero maturate in un contesto ecclesiale più vasto di quello limitato ai soli cardinali, sono sicura che sarebbero stati offerti all’attuale papa contributi più preziosi. Poi, che queste persone siano ammesse a votare per l’elezione del papa, è al momento secondario. Vedremo gli sviluppi, la storia della Chiesa è guidata dallo Spirito Santo». Domani squilla il tuo cellulare. È papa Francesco che ti invita a raggiungerlo per un dialogo su donna e Chiesa. A quali argomenti porresti la priorità nell’incontro con lui? «Proprio a lui che ci ha parlato della sua nonna e di sua mamma, chiederei se questa esperienza con le donne della sua famiglia non lo aiuti a ispirare anche un’apertura alle donne nel magistero della Chiesa. Insomma, mi piacerebbe se si rifacesse a quegli esempi domestici per mettere in luce che le donne possono avere un’influenza pure maggiore di quella di un direttore spirituale o di un professore. Inoltre, nel suo lungo servizio pastorale in Argentina avrà pure conosciuto tante donne, anche responsabili di ordini religiosi. Il suo tratto, infatti, il suo modo di relazionarsi e di comportarsi mi fanno ritenere che abbia avuto contatti profondi e autentici con le donne. Si affidi a quelli oggi per tirare fuori il meglio dalle donne nella Chiesa». Leggi l’intervista integrale Intervista a Maria Voce pubblicata su Città Nuova n.21/2013 (altro…)
Ott 23, 2013 | Centro internazionale, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Un impegno ad uscire fuori da se stessi, ad andare incontro alle periferie anche esistenziali del mondo, mettersi in ascolto dell’umanità di oggi. Si sono lasciati così i 211 delegati del Movimento dei Focolari provenienti dai cinque continenti, al termine del loro incontro annuale che si è svolto nel centro internazionale di Rocca di Papa, dal 26 settembre al 19 ottobre. In una diretta Internet, in cui si sono collegati più di 10 mila punti nel mondo, la presidente Maria Voce ha salutato tutti con un messaggio, sottolineando l’impegno ad orientare lo sguardo e le energie verso le “periferie del mondo”, non solo quelle legate alla povertà materiale, ma anche a quelle dove Dio è assente. Un processo che i Focolari hanno iniziato da tempo e che ha segnato le origini del carisma a Trento e la vita della fondatrice Chiara Lubich e della prima comunità focolarina. Come allora anche oggi i Focolari sentono con urgenza l’imperativo a dimenticarsi di se stessi, curandosi degli ultimi, facendo di tutto perché ci sia una comunione piena. “Spinti da Gesù – ha incalzato Maria Voce parlando ai focolari di tutto il mondo – che continua a soffrire nell’umanità di oggi. Umanità che alle volte ci assale con i suoi dubbi, alle volte con la sua disperazione, ma che vuole incontrare Chi può dare senso a queste domande”. Ma per incontrare il mondo occorre “uscire dalle nostre sicurezze e immergere nell’umanità la fiamma, dell’amore evangelico”. È l’amore che trasforma i fratelli in unica famiglia di figli di Dio, con dei rapporti veri, e dove l’un per l’altro è pronto a dare la vita: un amore che diventa reciproco. Questo sarà il punto della spiritualità dell’unità che tutti i membri del Movimento approfondiranno durante l’anno.
A Rocca di Papa erano presenti anche rappresentanti delle comunità dei focolari che vivono in Paesi in guerra. E in questi contesti fortemente provati dal conflitto armato e dalla divisione, la proposta evangelica dell’amore reciproco come via della pace diventa profezia di un futuro di riconciliazione per questi popoli. “Ci siamo trovati non per difenderci, ma per perdonare chi ci ha fatto del male, per incoraggiarci ad amare di più”, affermano i rappresentanti dei Focolari della Siria. Parole forti, cariche di storie personali, di passi compiuti, di una vita che nonostante il buio della “notte siriana”, non cessa di andare avanti nella speranza che diventa preghiera mondiale che “solo il bene può vincere il male”. L’incontro dunque dei delegati termina con l’augurio di tornare nei propri Paesi “con cuore aperto, ciascuno al paese da dove è partito, per estendere questa esperienza di comunione”. Con la speranza che “il Vangelo vissuto da tanti porti ad una nuova avanzata del Regno di Dio nel mondo”. (altro…)