Affettività, sessualità e relazioni interpersonali sono al centro di questo percorso rivolto ai ragazzi e alle famiglie. Quest’anno si aprono anche alla fascia dei bambini. Ne parliamo con i coniugi Barbara e Paolo Rovea.05/07/2019 Siamo onesti: costruire relazioni che possano dirsi tali non è mai stato facile, tanto più oggi in cui gran parte dei nostri rapporti vengono filtrati dalla tecnologia e questo a partire dalla più tenera età. Bambini e ragazzi apprendono molto dallo schermo dello smartphone, mentre i genitori di oggi sono quantomeno disorientati e perennemente alla ricerca – più o meno cosciente – della chiave per comprendere ed educare i propri figli all’affettività e alla sessualità. È una sfida immane se affrontata in solitaria, che diventa invece possibile se vissuta in sinergia tra famiglia, animatori ed esperti. Il Progetto Up2Me – letteralmente: “dipende da me” – parte proprio dalla ricomposizione del patto educativo. Nasce per offrire ad adolescenti, preadolescenti e alle loro famiglie uno spazio personalizzato ma anche condiviso e soprattutto qualificato, per conoscere e affrontare le emozioni, per dare vita a relazioni positive in famiglia, a scuola, nei gruppi; in definitiva per offrire strumenti per costruirsi un progetto di vita. Nato nell’ambito dei percorsi educativi dei Focolari, il progetto è cresciuto e si sta diffondendo in diversi Paesi. Ne parliamo con i coniugi Barbara e Paolo Rovea, lei fisioterapista e lui medico, italiani, del comitato scientifico di Up2Me e membri del Centro Internazionale Famiglie Nuove. Up2Me è partito nel 2016 con due corsi pilota in Italia e alcune sperimentazioni in diversi Paesi del mondo. Come è nata l’idea? Il progetto punta ad una formazione integrale – affettiva, sessuale, emotiva e ad orientare le scelte fondanti della vita – che i nostri figli si trovano ad affrontare e per le quali spesso non dispongono di strumenti adeguati. Anche molti genitori non si sentono sufficientemente preparati al ruolo di educatori e le informazioni ricevute a scuola o attraverso i mediain molti casi non formano al valore della persona nella sua interezza né educano all’assunzione di responsabilità in scelte e comportamenti. Alla base del progetto c’è l’idea di contribuire a formare una “persona-relazione”: di che si tratta? L’essere-in-relazione è l’essenza della persona umana, il fondamento ontologico per favorire una crescita completa che veda bambini e ragazzi, secondo le caratteristiche proprie della loro età, protagonisti di scelte consapevoli e capaci di vivere relazioni positive, per lo sviluppo armonico delle dimensionibiologica, emozionale, intellettuale, sociale, spirituale, storico-ambientale. Per poter diventare tutor di Up2Me e poter iniziare dei corsi occorre frequentare una scuola internazionale. Quali sono i prossimi appuntamenti? Per il 2019 sono previste tre nuove scuole: quella che si terrà nelle Filippine è indirizzata in particolare al continente asiatico e all’Australia; mentre quella in Argentina è rivolta ai partecipanti delle Americhe; infine quella di Praga (Repubblica Ceca) è indirizzata all’Europa. In quest’ultima sarà attivato per la prima volta anche un corso specifico per facilitatori del percorso Up2Me rivolto ai bambini. Up2Me prevede tre corsi per ragazzi (9-11/12-14/15-17 anni) e uno per bambini. Qual è la metodologia? È di tipo induttivo: sotto la guida dei tutor, il metodo aiuta a sviluppare nei giovani la capacità di acquisire autonomamente le conoscenze. Attraverso videoclip, giochi di ruolo, attività di gruppo, gli adolescenti e preadolescenti arrivano a ricavare principi generali, a formarsi una coscienza personale. Up2Me inoltre offre ai loro genitori, se lo desiderano, un percorso parallelo su tematiche educative correlate agli argomenti affrontati dai ragazzi. Ci si scambiaesperienze di vita e si scopre l’educazione come una “missione possibile”, accompagnati da una coppia sposata. Infine, nel percorso per i bambini, i genitori sono coinvolti attivamente, accompagnati da facilitatori e da esperti e, insieme ai loro figli, attraverso giochi si aprono a temi specifici. Tutto questo per costruire una persona capace di conoscere le emozioni (riconoscerle in sé, negli altri e imparare a gestirle) e affrontare temi quali la corporeità, lavita e la morte.
Stefania Tanesini
Scarica QUI il flyer del progetto in diverse lingue.
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