Le tre parole cardine “uscire”, “insieme”, “opportunamente preparati”, sono state indicate dalla presidente dei Focolari, Maria Voce, nell’autunno scorso, come prospettive di impegno per i prossimi anni. Papa Francesco le ha ribadite all’udienza con 500 membri del Movimento, lo scorso 26 settembre aggiungendovi altri due verbi: “contemplare” e “fare scuola”. Provenienti da ogni città d’Italia, questi mille ragazzi, avranno occasione di confrontarsi su diverse tematiche che oggi scoraggiano tanti giovani, ma è proprio dalle tante crisi che li circondano che vogliono ripartire perché tengono al proprio Paese e credono che la speranza possa dare un indirizzo diverso al corso della storia. Nonostante la sfiducia che ha contagiato tanti, spingendoli a lasciare l’Italia per cercar “fortuna altrove” questi ragazzi vogliono invece interrogarsi sul proprio Paese, sul significato di bene comune, di partecipazione attiva, alla vita politica, di lotta alle mafie e all’illegalità, sulle criticità nel mondo del lavoro, su una felicità cercata a basso prezzo, sulla povertà sempre più diffusa. Ci si confronterà sul conflittuale rapporto tra scienza e fede, senza dimenticare le fragilità delle relazioni interpersonali, i percorsi di comprensione di problemi spinosi come quello dell’omosessualità e la visione antropologica cristiana: tante ferite che alla luce della fraternità evangelica diventano piste di impegno, di studio, di progettualità. Molte le tematiche d’attualità che affronteranno: la gestione criminale dell’ambiente, l’identità sempre più multietnica e multiculturale dell’Italia, l’accoglienza dei migranti e il rischio strisciante del razzismo. Ogni giorno ci saranno momenti dedicati alla preghiera e alla spiritualità, ma c’è posto anche per il divertimento sano con un’anteprima del nuovo spettacolo del Gen Rosso, con un Talent show che dia spazio ai “talenti artistici” e infine un workshop sul valore del gioco e della creatività. Il dialogo e il dibattito pubblico saranno una costante di tutti i momenti. Perché Loppiano? «Perché rappresenta in miniatura ogni nostra città, ma offre una marcia in più che vorremmo portare nei nostri territori: scegliere la fraternità come legge di vita e di governo» spiega Aurelia, di Bologna, una dei componenti del comitato organizzatore. In una lettera indirizzata al neo Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, i giovani hanno voluto testimoniare che il cambiamento, parte dall’«impegno personale come cittadini, dall’attenzione alle necessità dei più fragili e della comunità ferite, fino all’accoglienza e alla condivisione delle altre culture che popolano il Paese». Fonte: Loppiano online
Essere operatori di pace
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