Nov 13, 2014 | Cultura
Un percorso interdisciplinare tra scienze naturali e teologia. In un panorama culturale sempre più sensibile all’interdisciplinarietà e alla relazione sinergica tra scienze naturali e teologia il testo nasce dalla convinzione di poter stimolare e arricchire la riflessione e il dibattito fra ricercatori in varie discipline su due caratteri distintivi dell’essere personale le scelte razionali e la ricerca di scopi e fini sia a livello personale che sociale; e approfondire le due direttrici tematiche anche nel campo naturale fisico e biologico. Il tema delle scelte razionali, si apre con l’etologia e il bio-diritto, sui comportamenti individuali e scelte collettive, l’uso dei modelli matematici nei processi decisionali, la razionalità e le scelte politiche. Riguardo al tema della intenzionalità e dei fini nella natura vengono presentate riflessioni sulla presenza di intenzionalità e finalismo nel quadro della fisica contemporanea e sui programmi dell’Intelligenza Artificiale. Il testo si completa con due relazioni di carattere epistemologico e di carattere psicologico: – Intenzioni e fini nella consulenza generativa – Tra soggetto, famiglia e cultura organizzativa Il volume è frutto due convegni realizzati dall’area di ricerca Sefir tra il 2010 e il 2011 su: Scegliere razionalmente, e Intenzioni e fini.
Nov 13, 2014 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria
«L’Economia di comunione non è “un fatto”, ma “un processo”», un concetto ripetuto più volte durante il 5° appuntamento degli imprenditori e protagonisti dell’EdC europea in Croazia, nella cittadella dei Focolari, a Križevci (17-20 ottobre 2014). Anche questo incontro è stato un processo, una comunione creatasi di giorno in giorno. I partecipanti, oltre 150, provenienti da 23 paesi: oltre all’Europa, c’erano rappresentanze dal Brasile, Argentina, Congo e India. All’incontro hanno partecipato anche 42 giovani tra i 18 ed i 30 anni dei 7 paesi che hanno aderito al progetto “Together we grow: youth towards an inclusive economy”. In pratica, sette associazioni europee (di Croazia, Romania, Ungheria, Macedonia, Bulgaria, Germania ed Italia) hanno pensato di organizzare in contemporanea e come parte integrante dell’incontro imprenditoriale “uno scambio” di giovani intitolato, appunto, “Crescere insieme: giovani per un’economia che include”, con il supporto della Commissione Europea che co-finanzia il progetto. Che cosa è l’EdC oggi, a che punto siamo e quali sono le sue prospettive? A queste domande ha risposto il prof. Luigino Bruni, ricordando gli inizi del Movimento dei Focolari, nel ’43, quando Chiara Lubich e le prime focolarine ospitavano i poveri a pranzo nella loro casa. “È la prima immagine dell’EdC – ha affermato. In questa immagine il povero è dentro la casa e questo è fraternità”. E riguardo alle sfide che l’Economia di comunione si trova di fronte, Bruni le ha sintetizzate in tre titoli: proporre un grande ideale, i primi poveri di oggi sono i giovani perché non hanno un lavoro, e fare le cose insieme ai tanti che già condividono gli stessi valori di comunione e di fraternità.
Le tre giornate in Croazia sono state ricche di testimonianze degli imprenditori presenti. Nico Daenens (Belgio), ha presentato la sua impresa che fornisce servizi di collaborazione domestica, con 3000 collaboratori. Anche Koen e Chris del Belgio, insieme ad Atila e Boglarka della Serbia, hanno raccontato della collaborazione sorta grazie alla condivisione dei valori dell’EdC e che oggi si è concretizzata in una azienda in Serbia. I pomeriggi erano riservati ai workshops su diversi temi: “Cosa occorre per realizzare un business plan ed una start-up EdC?”, “Le strade di inclusione degli indigenti a livello locale nella vita dell’impresa di comunione”, “La diffusione del progetto EdC, e della sua cultura”, “Management delle associazioni non profit” ed altri. Uno dei presenti riassumeva così l’incontro: “Un vero laboratorio di fraternità, aperto a progetti futuri che speriamo ci guidino al di là delle vecchie frontiere geografiche e mentali, seguendo la via della comunione”. Fonte: EdC online (altro…)
Nov 12, 2014 | Cultura, Spiritualità
Contenido: Baluarte e la fe cristina, punto fundamental de la espiritualidad de la unidad, el significado profundo de la Eucaristía es “sacramento de unidad”, tal como lo afirmó el Concilio Vaticano II. “Has estrado en mi vida más que el aire en mis pulmones, más que la sangre en mis venas”. Estas palabras de Chiara Lubich ponen de manifiesto la profunda relación personal que supo establecer, a lo largo de toda su vida, con Jesús Eucaristía. A través de páginas de su diario y fragmentos de conversaciones inéditas, como así también escritos publicados pero a menudo desconocidos, de testimonios vivos y concretos, Chiara narra su gradual descubrimiento de la presencia de Jesús Eucaristía en su vida y en la del Movimiento al que dio vida. Una propuesta que convence e invita a vivir esta misma experiencia en sus propias vidas y comunidades. Datos del autor: Chiara Lubich (Trento, 1920–Roma, 2008), fundadora del Movimiento de los Focolares y una de las personalidades más relevantes de la Iglesia Católica. Ha llevado adelante una intensa y fructífera actividad en el campo ecuménico y del diálogo interreligioso. Apreciada tanto en ámbitos laicos como religiosos, entre los numerosos reconocimientos otorgados se encuentran el Premio Templeton por el progreso de las religiones (Londres, 1977), el premio UNESCO a la educación por la paz (París, 1996), la Cruz de la “Orden de San Agustín de Canterbury” (Londres, 1981 y 1996), la Cruz bizantina (Estambul, 1984 y 1995). Quince universidades de todo el mundo le confirieron doctorados honoris causa: la Universidad de Buenos Aires por su aporte al diálogo social y cultural, la Universidad Católica Cecilio Acosta de Maracaibo (Venezuela) en Arte, la Universidad San Juan Bautista de la Salle (Ciudad de México) en Filosofía, entre otras universidades italianas y europeas. Fue también declarada ciudadana ilustre de Roma, Milán, Génova (Italia), Buenos Aires (Argentina), Tagaytay (Filipinas). A partir de la publicación de su primer libro, Meditaciones (Roma, 1959; Buenos Aires, 1964), nace la Editorial Ciudad Nueva, perteneciente a los Focolares. En la actualidad, este primer libro va por la 25ª edición y forma parte de una formidable producción literaria que abarca 58 títulos, 220 ediciones y reimpresiones en total. Las obras de Chiara Lubich han sido traducidas a más de veinte idiomas y sólo en castellano lleva vendidos cientos de miles de ejemplares. Grupo Editorial Ciudad Nueva – Buenos Aires
Nov 12, 2014 | Cultura, Focolari nel Mondo
«Nel 2000 – spiegano Walter Kostner e Margarida Nobre, incaricati alla realizzazione del logo –, Chiara Lubich aveva indicato nella “Madonna del popolo”, che raccoglie tutti, l’immagine che poteva in qualche modo rappresentare il Movimento. Il nuovo logo vuole esprimere quest’idea: il segno azzurro evoca Maria che apre le braccia all’umanità, per sorreggerla, asciugarne le lacrime e indirizzarla al cielo. Il segno più piccolo, della stessa forma, indica il Movimento dei Focolari che vuole “ripeterla”; ma ha il colore di una fiamma a significare la presenza del Risorto tra i suoi componenti», come effetto di mettere in pratica il comandamento di Gesù di amarsi scambievolmente. Due esperti in comunicazione, Andrea Fleming e Ludger Elfgen dalla Germania, hanno coordinato il lavoro di grafici di vari continenti: l’ultima versione è stata ideata dal grafico italiano Andrea Re. Considerando la diffusione dei Focolari nel mondo, il logo è stato disegnato in 44 lingue. Utilizzato per la prima volta durante l’Assemblea generale dei Focolari ed è stato presentato ufficialmente in web streaming nel Collegamento mondiale del 25 ottobre scorso. L’adozione dell’immagine che d’ora in poi identificherà il Movimento dei Focolari nelle diverse realtà che lo compongono e sui vari supporti (App, social, siti web, video, manifesti, volantini, eventi, carta intestata…), non poteva non avere un impatto sulla grafica del sito web ufficiale. La struttura resta la stessa, ma per la nuova grafica ringraziamo Gabriele De Sanctis, che ne ha curato il disegno, Marius Teleman che in collaborazione con Andrea Baldas ne ha realizzato l’implementazione e Marija Bonnici che ha coordinato il lavoro. Fra le novità, l’armonizzazione dei colori sulle sfumature dell’azzurro e del giallo/arancio del logo, la multimedia-gallery con richiamo in home page, la stilizzazione dei box laterali, mentre la navigazione all’interno del sito rimane conforme alla precedente: il lettore potrà continuare a sentirsi a casa! (altro…)
Nov 11, 2014 | Chiara Lubich, Chiesa, Cultura, Ecumenismo, Spiritualità
Un evento che cade a 50 anni dalla prima udienza concessa da papa Paolo VI a Chiara Lubich (31 ottobre 1964) e all’indomani della beatificazione del pontefice. Un’occasione per illustrare, con un contributo paradigmatico, il pensiero di Paolo VI sui movimenti ecclesiali e sul loro significato in relazione alla visione di Chiesa proposta dal Concilio Vaticano II. È il concentrato delle Giornate di Studi (Castel Gandolfo, 7-8 novembre), che aperte da Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, e dal prof. don Angelo Maffeis presidente dell’Istituto Paolo VI, hanno visto succedersi gli interventi di studiosi specialisti di discipline diverse. Questo grande Papa ha avuto un ruolo importante nella storia del Movimento dei Focolari: «Gli siamo debitori per più motivi – afferma la presidente Maria Voce – prima di tutto per il suo luminoso magistero che ha segnato in modo chiaro e forte la formazione di quanti si sono avvicinati al nostro Movimento». Ma anche perché, continua, «nell’esercizio del suo ministero petrino, papa Paolo VI è stato determinante nel riconoscere, nel promuovere ed anche nell’individuare le vie giuridicamente praticabili per esprimere la fisionomia specifica di quest’Opera nuova nella Chiesa».
Le relazioni dei prof. Andrea Riccardi e Alberto Monticone hanno offerto uno sfondo storico generale sulla nascita dei movimenti ecclesiali, la loro novità nel ‘900 e sulla maturazione della visione e del ruolo del laicato. Si è passati poi ad un’indagine analitica, sulla base di documenti inediti, sulle due figure. Lucia Abignente (Centro Chiara Lubich), partendo dal primo incontro di Chiara Lubich con mons. Montini nel ’53 attraverso Giulia Folonari, passando anche per momenti delicati della storia, fino ad arrivare al ’64, sulla base di diari e di pagine inedite ha mostrato cosa fosse stata per Chiara quella prima udienza, in un periodo in cui era in pericolo proprio la laicità del nascente Movimento dei Focolari. Per i Focolari stessi, dunque, è importante rendersi conto di chi sia stato Paolo VI. Chiara Lubich parla di lui come «padre dell’Opera». Al prof. Paolo Siniscalco, è poi affidato il compito di analizzare l’importanza che per Paolo VI rivestiva il Movimento dei Focolari nel mantenere vivo lo spirito cristiano nei Paesi dell’Est, e come il pontefice abbia incoraggiato le iniziative concrete in tal senso.
Un’altra tematica di centrale importanza, il dialogo ecumenico, è stata presa in esame dalla dott.ssa Joan Back. Basti ricordare la storia che lega Paolo VI, Chiara Lubich e il Patriarca Atenagora. La giurista Adriana Cosseddu ha sottolineato la difficoltà nel venir fuori all’interno del Codice di Diritto Canonico (del 1917) di forme completamente nuove come sono le realtà dei movimenti. Sembrava che un’opera con diverse vocazioni non fosse possibile perché… nel diritto canonico non era prevista! «Il Papa ha voluto prendersi cura lui stesso, personalmente, della cosa e si è così arrivati all’approvazione», affermava Chiara in un’intervista a Città Nuova nel 1978.
Il prof. Alberto Lo Presti, direttore del Centro Igino Giordani, ha offerto una prospettiva inedita della concezione della dottrina sociale della Chiesa in Giordani – considerato cofondatore del Movimento dei Focolari – in relazione al magistero sociale di Paolo VI. Il prof. Piero Coda, rettore dell’Istituto Universitario Sophia ha coronato il tutto con una riflessione teologica che, sullo sfondo dell’Enciclica Ecclesiam Suam, programmatica del pontificato di Paolo VI e dell’esperienza mistica vissuta da Chiara negli anni ’49-’50, ha evidenziato la profonda sintonia e sinergia tra il ministero petrino di papa Montini ed il carisma dell’unità di Chiara Lubich. «È stato per me particolarmente arricchente poter vedere il Movimento dei Focolari e la sua fondatrice, attraverso gli occhi di Paolo VI – scrive Fabio Ciardi, tra i partecipanti al convegno – Questo grande, che aveva uno sguardo amplissimo sulla Chiesa e sulla società del suo tempo, ha avuto anche uno sguardo particolare su quest’opera di Dio, provando insieme gioia e dubbi, apprezzamenti e perplessità, entusiasmo e speranze… Collocandosi nella sua prospettiva si colgono aspetti nuovi di questo carisma e del suo farsi strada nella Chiesa». A conclusione dei lavori il prof. José-Román Flecha Andres, ha voluto paragonare l’esperienza mistica di Chiara a quella dei mistici spagnoli del ‘500, Teresa d’Avila in particolare, e ricordando come essi avessero intuito la necessità di far dono della vita interiore alla Chiesa intera si è così espresso: «Qui l’abbiamo visto come, grazie allo spirito di Dio, allo Spirito Santo, ciò si è realizzato nella vita di Chiara, di questo Movimento». Comunicato stampa finale Abstract delle relazioni (altro…)
Nov 11, 2014 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Senza categoria

L’arcivescovo John Dew di Wellington
Siamo in Nuova Zelanda, nel cuore di Wellington, capitale di una terra all’apparenza lontana e ai confini, eppure terra che ha aperto braccia e porte a tanti popoli. Mossi dalle notizie delle guerre in corso in Iraq, Gaza, Ucraina, Centro Africa, così come dal crescente timore per l’incapacità di far fronte all’avanzare dell’ebola e mossi anche dagli appelli alla pace del Papa in tantissime occasioni, così come dalle persone della comunità del Movimento dei Focolari, e non solo, provenienti da questi Paesi, i giovani neozelandesi hanno sentito l’urgenza di ritrovarsi in un luogo pubblico per dare voce all’ansia di pace che portano dentro. L’Arcivescovo di Wellington, John Dew, ha offerto un suo contributo alla serata, fra canti, preghiere e testimonianze. Tra queste, la testimonianza di due ragazze provenienti dall’Iraq, che si sono conosciute in Nuova Zelanda, dopo che, entrambe le famiglie, si sono trasferite in questa terra: Sendirella e Ayssar, la prima cristiana, la seconda musulmana. Raccontano del loro Paese, di ciò che le ha unite. Si sono incontrate per la prima volta a casa di amici comuni e da lì è cominciata un’amicizia che le ha portate a condividere sogni, studi, passioni e viaggi. Sendirella dice “siamo diverse”, e subito Aysser aggiunge, “ma siamo uguali”. Poi continuano dicendo come per molte persone la religione sia proprio una delle più grandi diversità, forse anche un ostacolo, e di come invece per loro non è mai stato un problema, anzi, le ha avvicinate. “Nella religione dell’una”, dice Sendrella, “abbiamo sempre visto e riconosciuto elementi della religione dell’altra”. 
Sendirella e Ayssar
Poi, parlano del loro Paese: un Iraq associato oggi a guerra, minoranze che devono fuggire, torture, mentre il paese dei loro genitori è un Iraq dove il tuo vicino può essere un cristiano, musulmano, ebreo o yazidi; “un Iraq, dice Ayssar, dove la differenza di religione è sempre stata vissuta come una realtà e non un problema”. Oggi questo Iraq sembra così lontano. E continua, “ci hanno detto che la pace è impossibile”. E Sendirella continua, “invece noi sappiamo che pace non è una parola di una costituzione, non è un particolare sistema di governo, non sta nemmeno in raid aerei che vogliono costringere alla pace. Noi sappiamo che sta invece nell’osservanza quotidiana dei nostri principi e valori, che è qualche cosa che si costruisce dal basso, piuttosto che dall’alto”.
Kathleen, giovane universitaria, racconta come, a seguito di un malinteso nell’appartamento che condivide con altre giovani universitarie, ha sentito la spinta a chiedere scusa e di come questo gesto, prima tanto difficile e impegnativo, ha poi aperto la porta ad un rapporto nuovo con quella giovane.
Il momento di preghiera si è concluso con l’invito ad essere tutti costruttori di pace, sigillando questo impegno con l’annodare un nastro bianco ad un piccolo albero dal nome maori, Kowhai. È uno degli alberi originari della Nuova Zelanda. Il suo fiore, giallo intenso, è una delle immagini che rappresentano la Nuova Zelanda. Ha molte caratteristiche medicinali e tante specie di uccelli trovano nutrimento nel nettare che produce. Pur sottile nei suoi rami, il Kowhai è un albero forte e che può crescere fino a 20 metri di altezza. Un bel simbolo dell’umile ma forte grido di pace che i giovani hanno lanciato in questa serata. (altro…)