Gen 18, 2017 | Chiesa, Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Spiritualità
“L’amore di Cristo ci spinge verso la riconciliazione” (2Cor 5,14) è la frase della Sacra Scrittura scelta come titolo dell’edizione 2017 della tradizionale “Settimana”, indetta dai più importanti organismi che si occupano di ecumenismo, fra cui il Consiglio Ecumenico delle Chiese e il Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Una scelta quanto mai felice, specie dopo la celebrazione dell’ottobre scorso dei 500 anni dalla Riforma, che ha visto unirsi in preghiera nella cattedrale di Lund (Svezia), attorno allo stesso altare, esponenti della Federazione Luterana Mondiale e papa Francesco. Accanto a tali gesti ecumenici così altamente significativi, cresce un ecumenismo, per così dire, di popolo. Sono iniziative di fedeli di confessioni diverse che vogliono conoscersi e riconoscersi sempre più fratelli in Cristo. Spesso sono gesti piccoli, ma che grazie all’azione dello Spirito, sono ormai diffusi nei più disparati punti del pianeta. E che evidenziano quanto il cammino verso la piena e visibile unità tra i cristiani sia ormai inarrestabile realtà. Ne citiamo alcuni dell’America latina. «Tanti di noi, del Movimento dei Focolari del Perù, avevamo stabilito rapporti con fedeli di diverse Chiese. Ora che nella diocesi di Arequipa è nato un gruppo ecumenico, collaboriamo con loro per l’organizzazione della “Settimana”. Essa prevede ogni giorno un’iniziativa in ciascuna delle diverse Chiese e una di esse sarà anche nella sede del nostro movimento. Anche a Lima, date le diverse persone di varie Chiese che frequentano regolarmente il focolare, è stata scelta la nostra sede per l’attività conclusiva della “Settimana” con la presenza di vescovi cattolici, pastori luterani, anglicani, evangelici e pentecostali. Ogni mese, poi, anche noi partecipiamo alla colazione ecumenica nella sede dell’YMCA, mentre un giovane evangelico di una città del nord del Paese, col permesso del suo vescovo sta partecipando ad un corso di formazione di sei mesi nella cittadella internazionale di Loppiano, in Italia». «Con membri delle Chiese anglicana, metodista, presbiteriana, avventista – comunicano le comunità focolarine del Brasile – abbiamo rapporti davvero significativi. A volte ci riuniamo per dialogare su temi specifici, come è avvenuto in un congresso tenutosi lo scorso agosto nella “cittadella Ginetta” (Vargem Grande – San Paolo), dove si è trattato il tema della Pace». «Frutto del rapporto con metodisti e valdesi della Città di Buenos Aires (Argentina), abbiamo allestito insieme un presepe ecumenico in piazza fatto da bambini, che è stato visto da più di 150 persone. È seguito un momento di preghiera con delle candele accese come segno che ognuno è portatore della luce del Natale nel proprio ambiente». «La nostra partecipazione alle diverse celebrazioni della “Settimana” – scrivono dal Venezuela – sono occasioni per intensificare i rapporti già esistenti da tanti anni e per stabilire nuovi contatti. Rapporti che col concludersi delle celebrazioni non si interrompono, anzi! Nel corso dell’anno questa conoscenza reciproca ci porta spesso ad azioni concrete di solidarietà fatte insieme». Infine, ancora dal Perù: «Dopo le rovinose inondazioni nella periferia di Lima con alcuni giovani dei Focolari e con persone della Chiesa metodista siamo andati a spalare il fango che aveva coperto le casette di tante famiglie umili. Un lavoro duro, ma tutti eravamo felici di poter amare concretamente quelle famiglie, riconoscendosi fratelli con loro e tra di noi». A cura di Anna Friso (altro…)
Dic 24, 2016 | Chiara Lubich, Ecumenismo, Spiritualità
Natale, Natale, quante volte t’abbiamo festeggiato con gioia pura e calore unico! Ma il nostro cuore è così indurito dal freddo del mondo, che tu non sei riuscito a marcarlo come si doveva del tuo misterioso incredibile messaggio: DIO CI AMA, ad uno ad uno e tutti insieme. Il Suo amore ci ha avvolto fino al punto da far decidere la Trinità beata a mandare fra noi, fatto uomo, il Figlio Dio, perché il nostro breve cammino terreno fosse illuminato già sin d’ora dalla Luce che non ha tramonto. E l’assurdo morire in questa vita si trasformasse in semplice passaggio alla vita più piena ed eterna! Che almeno quest’anno tu, Natale, dica ai nostri cuori quanto vuoi dire e noi eccoci pronti ad accogliere la tua voce. Fonte: Centro Chiara Lubich (altro…)
Dic 21, 2016 | Chiara Lubich, Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Aletta (la seconda a destra) con Chiara Lubich (la prima a sinistra)
Nata a Martignano (Trento) il 27 novembre 1924, Vittoria Salizzoni, trasferitasi per un periodo con la famiglia in Francia, ancora tredicenne avverte la chiamata di Dio: un guizzo interiore che per il momento cerca di accantonare. A 21 anni conosce Chiara Lubich e rimane affascinata dalla novità di vita di cui lei è portatrice. Non ha più dubbi: la via con la quale rispondere alla “chiamata”, percepita fin da ragazzina, è il focolare. Aletta (così Chiara la chiama per invitarla a dare un colpo d’ala, senza guardare indietro), per vent’anni è vicina a lei nello scoprire e attuare i tratti del Carisma che lo Spirito Santo andava rivelando. Fra questi, oltre alla specifica spiritualità dell’unità che lo caratterizza, i principali aspetti concreti del vivere cristiano. Uno di questi, che particolarmente si adatta alla figura di Aletta, è la cura della salute e la salvaguardia dell’ambiente. Aspetto questo che le viene spiegato un giorno da Chiara stessa: «È tutta l’umanità di Gesù; la vita di Gesù in quanto uomo. Gesù è nato da donna come noi, ha avuto freddo, ha avuto fame, ha pianto, ha conosciuto l’affetto umano … Ha dato da mangiare agli affamati, moltiplicato i pani e i pesci, ha guarito tanti ammalati, ha salvato anime. Ma soprattutto ha avuto tanto amore per l’uomo e per la sua sofferenza … La sofferenza, la morte e la resurrezione sono anch’esse espressioni di questo aspetto». Negli anni ‘60 -’70 Chiara le chiede di andare ad aprire il focolare a Istanbul, dove Aletta avrà numerosi e profondi contatti col Patriarca Athenagoras I. Così, per varie volte, ha l’occasione di accompagnarla nelle sue visite al Patriarca. Nella permanenza in quelle terre, Aletta scopre la bellezza della Chiesa ortodossa e delle Chiese d’Oriente, nelle quali vede sottolineata il tradurre la verità in vita, esaltando l’amore. I contatti da lei stabiliti sono i prodromi di un dialogo che sarà fecondo e che continua tuttora con l’attuale Patriarca ecumenico, Bartolomeo I.
Dopo la morte di Athenagoras, Aletta si trasferisce in Libano. Sono anni tormentati dalla guerra civile che, col suo susseguirsi dei bombardamenti, ripete la lezione dei primi tempi a Trento: “tutto crolla, solo Dio rimane”. Condivide con la gente del posto la precarietà e il rischio di quei lunghi anni di guerra, sorreggendo, consolando, infondendo speranza. Difficoltà e pericoli non impediscono il diffondersi del carisma dell’unità, non solo in Libano ma anche in tutto il Medio Oriente, che Aletta visita periodicamente. Nel 1990 ritorna a Roma per restarvi. «Nei primi anni di Piazza Cappuccini – racconta Palmira, anche lei del primo gruppo di focolarine di Trento – andavamo con Aletta nelle valli ad incontrare le prime comunità che andavano formandosi. Era come un angelo, e si capisce perché Chiara l’ha chiamata subito Aletta. E come l’ala di un angelo è stata, per Chiara e per tutti noi, in questi suoi oltre 70 anni di vita in focolare. Parlava poco, ma quel che diceva metteva subito nell’essenziale. Ciò che la caratterizzava era la semplicità, una innata serenità; un equilibrio psicofisico invidiabile». Dieci giorni prima della sua dipartita, Aletta registra un video-messaggio ai giovani del Movimento, i gen, riuniti in congresso: «Voglio salutare tutti i gen del mondo per il loro 50° di vita. Che vadano avanti, sono giovani, hanno forze ancora, possono fare tutto quello che vogliono!». La presidente dei Focolari, Maria Voce, nel dare l’annuncio al Movimento nel mondo della partenza di Aletta, scrive: «Accompagniamo nella gioia e con immensa gratitudine il ritorno di Aletta alla casa del Padre. Non potremmo avere un modello migliore di chi come lei ha dato la vita senza risparmio». A cura di Anna Friso (altro…)
Dic 13, 2016 | Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Santità, la comunità del Movimento dei Focolari di Bari La saluta con grande affetto! Siamo contenti della Sua visita nella nostra città, ponte tra Oriente e Occidente, che ha una particolare vocazione ecumenica. La Sua presenza ci incoraggia ad impegnarci di più a servizio della piena e visibile unità fra i cristiani e della custodia del creato. Il carisma dell’unità, che Lei tanto ama, ci spinge ad operare nei nostri ambienti come apostoli del dialogo, consapevoli che solo l’unità, l’amore e la fratellanza potranno rispondere alle sfide dell’oggi dell’umanità». Con questo messaggio la comunità locale dei Focolari ha accolto il Patriarca ecumenico Bartolomeo I, in visita alla città di Bari il 5 e 6 dicembre, in occasione della festa di san Nicola. Si è trattato di «un evento di grande significato ecumenico – riferiscono dalla diocesi – che segna la Chiesa di Bari-Bitonto e che contribuisce al dialogo tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa». Il 5 dicembre nella Basilica di San Nicola, il Patriarca ha tenuto la prolusione per l’inaugurazione dell’anno accademico 2016-2017 della Facoltà Teologica pugliese, ricevendo il premio “San Nicola” da parte dell’Istituto ecumenico. Un riconoscimento al suo impegno ecumenico perseguito da 25 anni come “artigiano paziente e coraggioso della cultura della comunione”, come si legge nella motivazione del premio. Papa Francesco si è fatto presente con un messaggio di congratulazioni letto durante la premiazione, in cui ha lodato l’impegno del Patriarca per “la promozione di una sempre maggiore comunione tra tutti i credenti in Cristo”. Nella lectio magistralis intitolata «Adriatico e Ionio, mari di Comunione», Bartolomeo I ha riflettuto sul concetto della comunione, a partire dal suo significato teologico di koinonia quale «comune partecipazione di grazia, amore e comunione alla vita di Dio, che diviene esperienza stessa dell’”essere in relazione”». Ha ricordato, inoltre, il Grande Concilio di Creta, nel giugno scorso, quando «la nostra Santa Chiesa Ortodossa, ha manifestato la sua “comunione” [indicendolo] per decisione unanime di tutti i Primati delle Chiese ortodosse autocefale». Ed ha sottolineato la necessità di un’economia solidale, affermando che «ci vuole una economia di comunione che sappia accogliere, senza creare il malcontento sociale nei Paesi ospitanti». Il 6 dicembre, al termine della solenne celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo, mons. Francesco Cacucci nella stessa Basilica, Bartolomeo I ha tenuto un secondo intervento: «Siamo giunti anche noi come pellegrini presso la tomba di questo grande Santo – ha detto –, per invocare la sua intercessione, la sua preghiera e il suo sostegno nel nostro servizio patriarcale, per ringraziare Dio con lui, per i nostri già 25 anni di servizio all’unità della Chiesa sul Trono di Sant’Andrea, ma anche per essere forti testimoni della necessità dell’incontro dei discepoli di Cristo, affinché il mondo creda, e noi possiamo in un giorno non lontano spezzare insieme il Pane di Vita e bere al Calice della Salvezza».
Dal 1° al 4 dicembre, il Patriarca aveva visitato Lecce, dove era stato accolto anche con molto calore dalla comunità locale dei Focolari e dove ha ricevuto una laurea h.c. in Archeologia. «In questi giorni – scrivono Fausta Giardina e Roberto Lago, responsabili dei Focolari in Puglia – si respira una bellissima “aria ecumenica” in città. La visita del Patriarca, con le varie celebrazioni, è un evento molto sentito da tutti». L’amicizia dei Focolari con il Patriarca è di vecchia data. Lo scorso 26 ottobre, l’Istituto Universitario Sophia (Loppiano) gli conferì il primo dottorato h.c. in Cultura dell’Unità. E in quell’occasione egli disse: «Uno degli ideali del Movimento dei Focolari è l’unità della Chiesa. Chiara [Lubich] e i suoi collaboratori hanno lavorato molto. Lei ha visitato 23 volte Athenagoras a Costantinopoli. Poi ha incontrato Dimitrios e poi me. Nel 2008, ho visitato Chiara nell’ospedale Gemelli pochi giorni prima della sua morte. Sono sicuro che stasera lei è con noi, con la sua presenza spirituale e con la sua preghiera. Si rallegra con noi e prega per l’unità delle nostre Chiese». Gustavo Clariá (altro…)
Nov 24, 2016 | Chiesa, Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Spiritualità
130 rappresentanti di 40 Movimenti e Comunità cristiane, provenienti da 14 Paesi europei, 8 lingue, 4 traduzioni simultanee. I numeri dei tre giorni della rete Insieme per l’Europa (10-12 novembre) svoltisi al Centro internazionale del Movimento dei Focolari (Castel Gandolfo, Roma). «Un anno fa, durante il nostro incontro annuale che si teneva in Olanda – ricorda Beatriz Lauenroth –, ci ha raggiunto la notizia degli attentati di Parigi; questi e altri avvenimenti di quest’ultimo tempo che portano alla frammentazione dell’Europa ci confermano, ora più che mai, che c’è bisogno di incontrarci e di lavorare insieme per l’unità». Tanti dei presenti hanno sottolineato questa necessità, come il tedesco Elke Pechmann dell’ Offensive Junger Christen: «Insieme per l’Europa non è un lusso, non è un qualcosa in più. È un notevole investimento per il presente e, in particolare, per il futuro dell’Europa». La rappresentante di Mosca, Larisa Musina (Trasfiguration Fellowship of Minor Orthodox Brotherhoods, St. Philaret), ha espresso invece l’importanza di approfondire la conoscenza reciproca per crescere nel dialogo: « : «Per essere veri amici bisogna conoscersi bene. Dobbiamo allargare il dialogo tra i Paesi dell’Est e quelli dell’Ovest. Insieme ad altri Paesi dell’Europa dell’Est anche noi russi possiamo dare tanto all’Ovest». La Svizzera ha fatto sentire la voce delle nuove generazioni: «I cinque giovani della JAHU qui presenti – spiega Selomi Zürcher –, sentiamo nostro il futuro dell’Europa. Sappiamo apprezzare l’esperienza e la sapienza degli adulti. E chiediamo a loro di avere fiducia in noi e di voler imparare anche da noi. Così l’Europa dei nostri padri può diventare anche l’Europa dei figli».
Alla domanda, suggerita negli interventi, negli scambi personali e nei lavori di gruppo, su come sarà il cammino futuro di Insieme per l’Europa, si risponde con delle proposte concrete. Passi che i singoli Movimenti e Comunità possono fare, nel corso del 2017, in favore dei propri Paesi e per Insieme per l’Europa. Come una veglia di preghiera alla vigilia del prossimo 25 marzo, giorno in cui ricorrono i 60 anni della firma dei Trattati di Roma, considerati come uno dei momenti storici più significativi del processo di integrazione europea. Per l’occasione tante personalità politiche europee si incontreranno a Roma. Insieme per l’Europa vuole così essere presente, inviando già prima ai politici un documento «sulla nostra idea di Europa e ci auguriamo che simili veglie si tengano nelle città europee dove siamo presenti». Un’altra iniziativa molto sentita dai partecipanti: il desiderio di creare spazi di incontro e di condivisione. «Vogliamo incrementare la comunione tra i Movimenti a livello locale e offrire ancora un programma rivolto alle singole città», aggiungono. Le impressioni prima di lasciarsi esprimono l’entusiasmo sperimentato nei tre giorni insieme: «Vorrei contagiare il mio entusiasmo per l’Insieme ad altri giovani, e mi auguro che l’anno prossimo possiamo esserci più numerosi» (Una giovane, Germania). «Al nostro rientro metteremo al corrente tutti gli altri movimenti in Slovenia su quanto abbiamo vissuto qui. Inviteremo anche un vescovo cattolico ed uno luterano, perché conoscano che anche i laici, insieme alle Chiese, si mobilitano per un futuro migliore del Continente» (Un giovane, Slovenia). Con il Convegno di Castel Gandolfo si è allargata la partecipazione, con la qualifica di “Amici di Insieme per l’Europa”, anche a famiglie religiose e a gruppi carismatici di antica fondazione. Il prossimo appuntamento degli “Amici di Insieme per l’Europa” è previsto a Vienna, dal 9 all’11 novembre 2017. (altro…)
Nov 8, 2016 | Chiesa, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria, Spiritualità

Foto: Ursel Haaf
A 500 anni dalla Riforma di Lutero, nella cittadella ecumenica di Ottmaring (Augsburg), si è tenuto il 35° incontro internazionale di 25 vescovi di varie chiese che si ispirano alla spiritualità del Movimento dei Focolari. La riflessione sui punti della spiritualità del Carisma dell’unità, la preghiera comune e la celebrazione delle varie liturgie hanno posto le basi per incontri e dialoghi profondi che hanno lasciato un’impressione indelebile nei partecipanti. Il tema del raduno, “Gesù crocifisso ed abbandonato-fondamento di una spiritualità di comunione”, ha guidato l’intero convegno che i vescovi hanno voluto concludere insieme alla comunità del Carmelo, che si trova accanto al Campo di concentramento di Dachau, per un confronto con una delle tappe più dolorose della storia dell’umanità. Si è aperta una prospettiva che ha dato speranza: «Per me andare a Dachau è stato visitare un santuario di Gesù Abbandonato. Ho incontrato Dio lì, Dio nel suo abbandono», ha descritto la sua esperienza Jesús Morán, copresidente del Movimento dei Focolari. E il vescovo maronita Simon Atallah del Libano ha aggiunto: «Accanto ad un luogo di dolore e di odio abbiamo trovato un luogo di amore». Uno dei momenti culmine dell’incontro è stata la liturgia ecumenica nella chiesa evangelica di Sant’Anna ad Augsburg, presente il vescovo emerito Christian Krause, uno dei principali firmatari della “Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione”, avvenuta il 31 ottobre 1999 nello stesso luogo. Il gruppo dei vescovi ha colto questa occasione per formulare un messaggio per la celebrazione dell’apertura dei 500 anni della Riforma, che si è tenuta nella città svedese di Lund. Hanno anche inviato una loro delegazione. Il sindaco della città della “pace augustana”, Kurt Gribl, ricevendo i vescovi ha sottolineato come «il Movimento dei Focolari e, in particolare, il gruppo di vescovi, rappresentino confessioni che non negano le differenze». E vedendo uno stretto legame tra la città di Augsburg e l’impegno della comunità ecumenica dei vescovi, ha aggiunto: «Voi ci dimostrate, col vostro esempio, che è possibile una convivenza pacifica e spirituale e questo ci incoraggia ad andare avanti nella collaborazione, in quanto città della pace». Per sigillare questa profonda amicizia ed il legame spirituale, il gruppo si è raccolto, poi, nella chiesa evangelica di Sant’Ulrich. È ormai tradizione in questi incontri ecumenici che i vescovi partecipanti formulino una solenne promessa, quella di sostenersi a vicenda nella preghiera e nella vita, condividendo preoccupazioni e dolori, gioie e conquiste dei fratelli. «Che la croce dell’uno diventi la croce dell’altro e l’anelito dell’uno l’anelito dell’altro», come recita il testo del “Patto dell’amore scambievole” che tutti hanno sottoscritto. Il prossimo raduno ecumenico dei vescovi, promosso dal Movimento del Focolari, avverrà nel 2017 in Polonia. (altro…)