Movimento dei Focolari
Run4unity: si corre per l’unità

Run4unity: si corre per l’unità

Flickr foto galleria:  http://www.flickr.com/photos/run4unity Dalle ore 15 alle ore 16 (nei diversi fusi orari) migliaia di ragazzi di etnie, culture e religioni diverse saranno protagonisti di gare sportive unite ad azioni all’insegna della pace e della solidarietà. Numerosi gli incontri dei ragazzi con personalità civili e religiose. Il primo start scatta in Nuova Zelanda. Il testimone passerà, ora dopo ora, attraverso i Paesi dell’Asia e del Medio Oriente, in Europa e Africa. Infine attraverserà il continente americano: gli ultimi a partire saranno i ragazzi di Vancouver in Canada. Alcune staffette sono in luoghi segno di pace e di unità: Sydney (Australia) nel Bicenetennial Park passando vicino alla Campana della Pace; Schengen (Lussemburgo) corsa nella località famosa per gli accordi sul superamento delle barriere alle frontiere in molti Paesi d’Europa; Berlino (Germania) staffetta alla Porta di Brandeburgo, segno di unità della Germania; Belfast (Nord Irlanda) ragazzi dell’Irlanda del Nord e della Repubblica d’Irlanda insieme nel parco di Stormont Estate, sede del Parlamento, con politici cattolici e protestanti e di diversi schieramenti. Numerose staffette vedono la partecipazione di ragazzi cristiani appartenenti a diverse Chiese. In vari Paesi Run4unity sarà realizzata da ragazzi di religioni, culture ed etnie diverse che correranno insieme per testimoniare il loro impegno di pace e unità: New Delhi (India) Run4unity toccherà luoghi sacri sikh, indù, musulmani e cristiani con ragazzi delle quattro religioni; Karachi (Pakistan) insieme ragazzi cristiani, musulmani e indù; Cesarea Marittima (Terra Santa) dove saranno insieme ragazzi di religione ebraica, musulmana e cristiana; New York (USA) insieme ragazzi cristiani e musulmani nella Moschea Malcolm Shabazz di Harlem. Sul sito www.run4unity.net come sulla pagina Facebook e sul canale YouTube aggiornamenti in tempo reale degli eventi in programma con informazioni, foto e video. Sabato 12 maggio sul sito saranno visibili e scaricabili tre brevi trasmissioni (alle 10 – 14 – 20 ora italiana) con notizie e aggiornamenti da varie città dei 5 continenti, realizzati dagli stessi ragazzi. Le attività in programma il 12 maggio si inseriscono nel più vasto progetto “Coloriamo la città che i Ragazzi per l’unità portano avanti per “colorare” con azioni di solidarietà i luoghi nei quali prevalgono povertà, conflitti, emarginazione, squilibri economici e sociali (www.teens4unity.net). (altro…)

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Paraguay: i vent’anni di San Miguel

Tutto inizia nel 1983, in risposta ad una richiesta della Chiesa locale. Alcune persone del Movimento dei focolari cominciano a recarsi nel “Barrio Republicano”, quartiere periferico di Asunción dove sorge una immensa discarica. L’umidità costante e i rifiuti che ogni giorno vengono scaricati sono causa di malattie che colpiscono soprattutto i bambini. Le famiglie vivono sulle rive del fiume Paraguay in baracche di cartone, teloni di plastica e vecchie lamiere. Le frequenti inondazioni travolgono spesso tutto il quartiere, costringendo le persone a continui spostamenti. “Davanti ad una situazione così grave non potevamo rimanere inerti” – racconta chi ha vissuto in prima persona questa esperienza. “Così ci siamo dati da fare per trovare una soluzione che risolvesse al tempo stesso il problema delle malattie e quello delle abitazioni, cercando un luogo dove le famiglie più a rischio potessero trasferirsi”. Si mettono in comune i piccoli risparmi e, insieme ad altri aiuti, si riesce ad acquistare un terreno a Capiatá, a 24 km da Asunción. Si tracciano le strade, si comincia a costruire il primo lotto di case, si scava un pozzo e si installa un serbatoio per l’acqua potabile, e viene portata la luce elettrica. Fra il 1992 e il 1993 traslocano sul posto le prime 20 famiglie e nasce ufficialmente il quartiere “San Miguel”. Nel frattempo viene costituita l’Associazione UNIPAR” (Unidad y Participación), ente senza fine di lucro che coordina le varie azioni sociali. Attualmente le famiglie trasferite sono 70 e circa 300 gli abitanti. Per far fronte alle necessità sanitarie viene creata la “Clinica San Miguel”, poliambulatorio che provvede alla cura delle infezioni più diffuse, a diffondere corrette pratiche nutrizionali, a realizzare campagne di vaccinazione e profilassi, ad offrire consulenza materna e infantile e assistenza odontoiatrica. Nel 2002 viene avviata una scuola materna e nel 2004 una scuola elementare. Riconosciuta dal governo, la scuola ha come obiettivo l’educazione alla pace, alla fraternità e alla solidarietà. Il Ministero dell’Educazione la considera una scuola “modello”, tanto da inviarvi gli insegnanti pubblici della regione per completare la loro formazione professionale. Per dare continuità alle azioni intraprese e garantire il sostentamento e l’istruzione dei bambini, nasce il progetto “Salute – Educazione – Alimentazione”, a cui contribuisce AFN – Associazione Azione per Famiglie Nuove con il sostegno a distanza. Ma molte altre sono le attività in favore della gente di San Miguel e dei quartieri vicini: una biblioteca aperta a tutti, una libreria e cartoleria che permette alla famiglie di acquistare direttamente a prezzi vantaggiosi, corsi di alfabetizzazione per adulti, consulenze professionali di vario tipo (assistenza legale, protezione contro atti di abuso sui minori, aiuto psico-pedagogico, campagne oftalmiche e distribuzione di occhiali, ecc.). Si tratta di un’azione incisiva e coordinata con gli stessi abitanti, le autorità locali, enti ed istituzioni nazionali. Un aspetto fondamentale, presente fin dalle origini di San Miguel, è l’attenzione a favorire piccole attività produttive per dare autonomia economica alle famiglie. Nel corso degli anni l’AMU – Associazione Azione per un Mondo Unito ha contribuito alla nascita di queste attività ed è tuttora impegnata in Paraguay nel sostegno di micro-imprese. Sono progetti che hanno solide basi e buone prospettive per le grandi capacità che caratterizzano il popolo paraguayano. Basti pensare che proprio in Paraguay c’è l’azienda di Economia di Comunione ‘Todo Brillo’ con il maggiore numero di dipendenti nel mondo: oltre 600!


Chi desidera partecipare agli interventi per lo sviluppo di micro-imprese, realizzati dall’AMU in Paraguay e in altri Paesi dell’America Latina, può versare il proprio contributo sul seguente conto corrente bancario intestato a “Associazione Azione per un Mondo Unito”: Banca Popolare Etica, filiale di Roma. Codice IBAN: IT16G0501803200000000120434 Codice SWIFT/BIC CCRTIT2184D Causale: “Sviluppo di attività produttive in America Latina”. (altro…)

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“Nueva Vida” nel barrio Borro

L’Uruguay, terra di frontiera, fra Brasile e Argentina, è uno dei Paesi più sviluppati dell’America Latina, con la più equa distribuzione delle ricchezze. Tuttavia anche qui si trovano aree di povertà estrema, come nel barrio Borro, quartiere della zona nord di Montevideo abitato da circa 4.000 famiglie, quasi 26.000 persone. Negli itinerari turistici internazionali, il barrio Borro è segnalato come un quartiere da evitare, perché molti dei suoi abitanti vivono di espedienti ai margini della legalità. È nato proprio qui il Centro sociale Nueva Vida. Le sue origini risalgono al 1992, grazie all’operato di sr. Eva Aguilar, della congregazione Schiave del Sacro Cuore, con l’aiuto della sua comunità, finché nel 2000 fu chiamata ad altri incarichi. Interpellato allora dal vescovo, il Movimento dei focolari, prendendosi carico delle necessità del barrio, diede l’avvio a Nueva Vida, progetto di vita nuova nato dall’amore per i più poveri e gli esclusi. Nel 2001 il vescovo affidò ufficialmente quest’opera sociale nascente a CODESO (Comunión para el Desarrollo Social), ente civile fondato da membri del Movimento. Obiettivo primario di Nueva Vida è creare un contesto positivo per favorire lo sviluppo dei bambini, degli adolescenti e delle loro famiglie, a cominciare da quelle con maggiori difficoltà, promuovendo una formazione “integrale” della persona. Le attività si svolgono in 2 capannoni di 300 mq ciascuno, e sono organizzate per fasce di età: l’asilo per i bambini fino ai 5 anni, il Club dei Niños (6 – 12 anni) e il Centro Jovenes (13 – 18 anni). Oggi il Centro Nueva Vida è una realtà sociale solida nel quartiere, con una struttura ben articolata, dove lavorano quasi 40 persone e il cui valore educativo è riconosciuto dalle autorità locali. Accoglie regolarmente circa 250 fra bambini, ragazzi e giovani, inseriti in attività parascolastiche che comprendono fra l’altro laboratori di psicomotricità per i più piccoli, laboratori artistici, doposcuola, corsi di lingue, attività ricreative, culturali e ambientali e laboratori professionali. Il Centro fornisce inoltre un pasto al giorno, consulenza pediatrica ed un servizio di assistenza legale, grazie anche al contributo economico del Sostegno a Distanza dell’Associazione AFN onlus – Azione per Famiglie Nuove. Barrio Solidario Natural Dopo alcuni anni di attività con bambini e ragazzi, i responsabili di Nueva Vida si sono resi conto della necessità di lavorare anche con le loro madri. La famiglia tipica del barrio Borro è costituita da una giovane madre con 4-5 bambini; è dunque la donna che ha la responsabilità della cura dei figli e del sostegno economico della famiglia. La precarietà economica e la fragilità familiare (l’80% dei padri è assente) producono effetti negativi ed una forte esclusione sociale. Una risposta è il progetto Barrio Solidario Natural, che propone lo sviluppo dell’imprenditoria femminile attraverso corsi di lavorazione della lana (tintura, filatura, tessitura, confezionamento). Il progetto, sostenuto dall’AMU, è iniziato nel 2007. Ha coinvolto finora alcune decine di donne che hanno imparato un mestiere e acquisito competenze professionali rare da trovare in quel contesto. «L’Uruguay – racconta una responsabile dei corsi professionali – è un Paese di cultura molto laica, in cui non è frequente parlare di aspetti o valori religiosi. Un giorno ci siamo trovate per parlare di un tratto caratteristico del progetto, cioè della comunione che cerchiamo di vivere e della spiritualità da cui si alimenta. Dopo aver ascoltato, tutte hanno condiviso ciò che avevano compreso su come mettere in pratica la reciprocità del dono. Forse la loro situazione economica non sta cambiando così velocemente, ma sicuramente sta cambiando il modo di affrontarla e di vivere in famiglia». (altro…)

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Colombia: Faletti nel Centro sociale Unidad

Joana è un’adolescente dai lunghi capelli neri. Canta una canzone tipica – Questa è la Colombia, viaggiatore -, che evoca le bellezze del Paese. Giancarlo Faletti è appena arrivato dal Messico in questa terra che si affaccia su due oceani ed eccolo già visitare una significativa iniziativa che gli sta dando il benvenuto. Una decina di ragazzini e ragazzine con costumi di carta colorata danza con passo sicuro, nella saletta zeppa di gente del posto venuta per salutare il copresidente dei Focolari. Los Chircales è un quartiere della periferia sud di Bogotà. È una distesa disordinata di casette rosse, dal colore dei mattoni che danno il nome al luogo. Tutt’attorno si scorge un paesaggio difficile, dove le strade sono rotte, ogni muro sembra pericolante. In questo contesto ha sede il Centro sociale Unidad. Tutto iniziò nel 1977. Un gruppetto di giovani della città raccolse l’ardita sfida appena lanciata da Chiara Lubich: morire per la propria gente. Arrivarono qui, territorio della parrocchia di padre Luis, e iniziarono a giocare con i bambini. Incontrarono l’umanità ferita ma profonda di due chircaleros, Gabrielina e Macedonio, che impastavano l’argilla per produrre mattoni, quei mattoni che sono serviti all’edificazione della grande metropoli di Bogotà. Grazie alla loro generosa disponibilità, è nata una serie di iniziative sociali per quel barrio dimenticato da tutti, ma non dalla Provvidenza. Un consultorio medico e un gabinetto dentistico, una simpatica boutique che recupera e vende vestiti a prezzi accessibili, un doposcuola per i figli del quartiere. La stessa municipalità di Bogotà ha dovuto accorgersi della voglia di riscatto di questa gente, provvedendo alla costruzione di servizi idrici, fognari, elettrici. Gabrielina e Macedonio testimoniano una speranza trasformata in realtà. Oggi l’analfabetismo e l’alcolismo non raccontano più la storia della gran parte degli abitanti. Loro ne sono un esempio e sono diventati, per la dignità riscattata, punti di riferimento e guide ascoltate. Il Centro sociale Unidad vanta una sede più che dignitosa, in cui si svolgono programmi educativi per le diverse età, con un’attrezzata sala computer. 75 studenti beneficiano del sostegno a distanza coordinato dall’Associazione Famiglie Nuove. Corsi di recupero per 70 scolari zoppicanti si tengono con regolarità, mentre le attività ricreative coinvolgono altri 120 ragazzi. Un po’ di anni fa un’educatrice venne a conoscenza dell’iniziativa e volle portare la sua professionalità anche a favore delle madri. Un ruolo fondamentale è svolto qui da una figura inusuale: la mamma comunitaria. Attualmente sono 15 e ciascuna ha in cura 14 bambini, una sorta di nido e di asilo, in cui si iniziano ad educare i cittadini di domani. Il tempo ha galoppato. «Ho trovato una grande pagina di storia sacra – commenta Giancarlo Faletti -, ho incontrato il Vangelo vivo. Racconterò alla presidente Maria Voce il prezioso tesoro che siete per il quartiere e la città». Gli abbracci non finiscono più. E si capisce! Alberto Lo Presti e Paolo Lòriga (altro…)