Set 8, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
Il progetto “Diritto allo Studio per i bambini birmani”, garantisce l’educazione primaria ai bambini birmani immigrati con le famiglie in Thailandia, per sfuggire a persecuzioni e condizioni di vita poverissime. Nello scorso anno scolastico, sono stati 640 i bambini coinvolti. I genitori, scappati spesso senza portare nulla con sé, lavorano come contadini, con stipendi non garantiti e saltuari. Sovente i bambini devono rimanere a casa ad aiutare i genitori nei campi. L’impossibilità di pagare le rette scolastiche e gli altri costi per lo studio, scoraggia le famiglie, contribuendo all’abbandono scolastico precoce. Il progetto è promosso dall’ong AMU (Azione Mondo Unito), in collaborazione con la controparte locale Good Friend Center, che dal 2006 lavora nella provincia thailandese di Mae Sot. Il Good Friend Center garantisce attraverso 8 scuole situate lungo il confine tra la Thailandia e il Myanmar, l’accesso gratuito all’istruzione a centinaia di bambini. Per aiutare le scuole a raggiungere una maggiore autonomia economica, si sono avviate delle attività produttive le cui entrate vanno a coprire parte dei costi scolastici (stipendi e corsi di aggiornamento per gli insegnanti, un pasto per i bambini, divise e materiale scolastico). Nel 2011 accanto alla scuola New Blood l’AMU ha sostenuto un progetto di allevamento di polli e maiali: un primo aiuto a sostegno dei 450 bambini che la frequentano. Da alcuni mesi, accanto alla scuola, si è affittato un terreno di 5 ettari per avviare una coltivazione di mais e fagioli, che dovrebbe dare un ulteriore contributo alla sostenibilità del progetto. Per questo nuovo anno scolastico sono iniziate anche 2 attività produttive a sostegno delle scuole di Mae Wah Khee e Pa Lu Gyi frequentate da 190 bambini: oltrea all’ allevamento di maiali, un allevamento di pesci. Il progetto prevede un investimento iniziale per l’acquisto di 3.000 pesci e di 10 maiali, lo stipendio per un anno del personale e per i mangimi. L’allevamento dei maiali dovrebbe diventare sostenibile dopo 15 mesi, mentre l’allevamento di pesci dovrebbe dare i primi contributi alle scuole già dopo 5 mesi. Queste attività vanno nella direzione di svincolare le scuole dagli aiuti esterni, continuando cosi a fornire un servizio gratuito a minori che altrimenti non avrebbero accesso allo studio. Fonte: New Humanity – AMU Notizie, (altro…)
Set 7, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
Quaranta gli sportivi, allenatori, dirigenti, insegnanti, provenienti da 8 nazioni, fra cui India ed Argentina, protagonisti attivi della Summer School di Sportmeet (rete mondiale di sportivi e di operatori dello sport, espressione della spiritualità dei Focolari nel mondo sportivo). In Belgio, dal 30 agosto al 1 settembre, si sono confrontati sul tema del “valore e criticità della competizione, con momenti culturali importanti: la visita all’Ufficio Sport della Commissione Europea, dove il dott. Gianluca Monte – uno dei dirigenti – ha illustrato il lavoro e i progetti dell’Ufficio che dal prossimo anno avranno un carattere ancora più significativo nelle politiche europee. Il prof. Bart Vanreusel, sociologo dello sport, docente dell’Università di Lovanio, ha illustrato gli aspetti sociologici della competizione nello sport, fra enfatizzazione e criticità. La testimonianza di Frans Verbeeck, espressione della grande tradizione fiamminga nel ciclismo, ha affascinato i presenti con il racconto delle sue sfide ad un altro storico ciclista belga, Eddy Merckx.
Un intervento di particolare rilievo è stato quello di Michel D’Hooghe, membro dell’esecutivo della FIFA e presidente della Commissione Medica di FIFA e UEFA: uno sguardo a 360 gradi sul calcio mondiale di ieri e di oggi, sugli interessi economici legati al calcio, ma anche sui progetti sociali sostenuti dal massimo organismo mondiale del football. La visita a Respiro, una moderna palestra di Rotselaar che unisce i canoni del fitness di alto livello con la valorizzazione della dignità della persona, ha permesso ai partecipanti di sperimentare in concreto cosa significhi uno sport orientato alla fraternità. Appuntamento per tutti al congresso internazionale di Sportmeet, dal titolo Live your challenge, in programma in Italia, a Pisa, dal 4 al 6 aprile 2014. (altro…)
Set 5, 2013 | Cultura, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale
Foto su Flickr
Condividere buone prassi e iniziative presenti in contesti culturali assai diversi, per farne emergere linee pedagogiche condivise improntate alla fraternità e alla pace. Questo l’obiettivo di “Learning Fraternity” (Castel Gandolfo – Roma, 6-8 settembre), convegno-laboratorio a cui partecipano 650 educatori di 35 Paesi, articolato in conferenze, workshop, stand e ‘buone prassi’. Il convegno assume un rilievo e una finalità particolare mentre papa Francesco si fa portavoce del “grido della pace” che sale “dall’unica grande famiglia che è l’umanità”. Lo dicono in una lettera al Papa i promotori del convegno. Protagonisti del meeting saranno coloro che a vario titolo, si confrontano quotidianamente con il compito di educare: famiglie, insegnanti, animatori di gruppi, studiosi del settore, gli stessi ragazzi. A parlare di “Educazione e Globalizzazione” e delle connotazioni che essa assume in America Latina, Africa ed Europa, tre esperti: Nieves Tapia, coordinatrice del Programma Nazionale di Educazione solidale del Ministero di Educazione, Scienza e Tecnologia dell’Argentina, Justus Mbae Gitari, professore di Pedagogia alla Catholic University of Eastern Africa di Nairobi, Giuseppe Milan, professore ordinario di Pedagogia interculturale e sociale all’Università di Padova. Il tema “Educazione e Relazione” viene approfondito da Paula Luengo Kanacri, cilena, ricercatrice al CIRMPA, UniversitàLa Sapienza di Roma e da Teresa Boi, italiana, insegnante e pedagogista. Nei workshop si affronteranno tematiche trasversali: dalla cultura della legalità al rapporto genitori-figli, dalla prevenzione al bullismo alla comunicazione coi new media, dall’integrazione sociale all’apertura della scuola alla città, dallo sport alla danza.
Gli stand espongono buone prassi nei contesti culturali di 20 nazioni, tra cui Congo, Pakistan, Colombia, Egitto. Alcuni esempi: cominciando sotto un albero in un quartiere tra i più poveri della città di Santo Domingo, nasce la scuola “Café con Leche”, con attualmente 500 bambini e un percorso di scoperta di sé stessi e degli altri, nella diversità e ricchezza di etnie. Iniziato in Egitto, il progetto “la Pace incomincia da me” oggi coinvolge più di 1500 ragazzi, professori e direttori di 82 scuole in altri 40 Paesi, che promuovono il Festival internazionale per la Pace. In Italia il “Progetto Pace” porta avanti iniziative da 23 anni, interessando 100.000 giovani in più di 400 scuole, in rete con giovani di alcuni Paesi dell’Europa dell’Est, attraverso annuali viaggi umanitari, solidarietà a Paesi devastati da guerre o catastrofi, interazione con gli stranieri e coi diversamente abili. Sabato 7 settembre è prevista una trasmissione in diretta streaming con diverse nazioni (http://live.focolare.org). Il programma sarà idealmente collegato alla giornata di digiuno e preghiera, indetta da Papa Francesco per la pace in Siria e in tutto il mondo. Con New Humanity (ONG che gode dello Status Consultivo Generale all’ECOSOC dell’ONU), promuovono l’evento 4 agenzie educative dei Focolari: il Movimento Umanità Nuova, l’Associazione EDU (Educazione e Unità), l’ONG Azione Mondo Unito (AMU) ed il Movimento Ragazzi per l’Unità. L’evento gode del patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO.
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Ago 22, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
Mumbai è il centro economico dell’India ed una delle più grandi e popolose città del Paese. Ma gran parte dei suo venti milioni di abitanti vive per strada o negli slums, le baraccopoli che costellano il panorama urbano. In alcuni di essi, situati a quaranta minuti di treno dal centro città nell’area nord ovest, abitano in condizioni di estrema povertà circa quattrocentomila persone. Proprio qui nel 1997 dal desiderio di aiutare alcune famiglie dello slum è nato un progetto sociale in collaborazione con il “Sostegno a distanza” di Azione per Famiglie Nuove (AFN). Nel 2001, durante la sua prima visita in India, Chiara Lubich incoraggiò a proseguire e sviluppare questa attività come “risposta concreta alla povertà che ci circonda”. Da allora il progetto è cresciuto: oggi i bambini ed i ragazzi che vi partecipano sono 115, dai 4 ai 22 anni. Le attività mirano a sostenere la formazione scolastica, curare la nutrizione e la salute, migliorare la qualità della vita dei ragazzi e delle famiglie. Nel 2004 il progetto ha preso il nome di “Udisha” che significa “Il raggio di sole che annuncia una nuova alba”. Oggi Udisha partecipa anche al progetto Schoolmates, progetto del movimento ragazzi per l’unità, ideato per promuovere una rete tra classi e gruppi di ragazzi di vari Paesi e sostenere micro-progetti di solidarietà. Il team che co
ordina il progetto è formato da alcuni focolarini affiancati da insegnanti e collaboratori. Tra loro una psicologa e un medico che mette dispo sizione il suo ospedale pediatrico lavorando anche gratuitamente. Il Cardinale ed i vescovi della città più volte hanno espresso appre zzamento per la testimonianza data da Udisha dove si concretizza la linea di azione in favore dei poveri emersa nel sinodo diocesano. Anche a livello parrocchiale si è creata una intensa collaborazione con le diverse associazioni presenti. Grazie ad alcuni gen 2 Udisha è riconosciuta dall’università come centro nel quale poter svolgere le ore di “servizio sociale” richieste dal programma scolastico. Principali attività:
- Formazione scolastica. In India le scuole hanno 70 – 80 alunni per classe. Questo rende difficile seguire i ragazzi individualmente e tu tti, per superare gli esami, sono costretti a frequentare costose ripetizioni private. I ragazzi più poveri, non potendo permetters i queste spese, sono costretti ad abbandonare gli studi. Per questo ad Udisha si offrono gratuitamente ripetizioni delle diverse materie. Inoltre si provvede a coprire le spese per le tasse scolastiche, l’acquisto di materiale didattico e divise per i ragazzi. Periodicamente si organizzano attività extra/scolastiche a scopo culturale e ricreativo.
- Formazione interculturale. A Udisha convivono diverse religioni, ci sono cristiani, indù e musulmani. Tra gli obiettivi del progetto: contribuire ad una costruttiva integrazione culturale, religiosa e linguistica fra ragazzi, ma anche fra generazioni diverse. Per questo si promuovono scambi di esperienze e attività, collaborando in particolare con lo Shanti Ashram di Coimbatore.
- Assistenza medica. Molti ragazzi sono vittime di malnutrizione. Sono anche soggetti a rischio per epidemie stagionali legate a piogge o alluvioni. Per questo durante l’anno si effettuano visite mediche collettive coinvolgendo medici della zona e collaborando con altre organizzazioni. Si provvede anche ad integrare la dieta domestica con proteine e vitamine mediante la distribuzione di cibo adeguato e medicinali ricostituenti. Da qualche tempo è iniziata un’attività di counseling per ragazzi e genitori.
- Formazione per i genitori. Incontri di approfondimento e confronto su tematiche familiari sono organizzati periodicamente per i genitori. Sono occasioni per un arricchente scambio di esperienze, consigli e punti di vista.
- Microcredito. Da un anno è iniziata a Udisha una piccola esperienza di microcredito che coinvolge sessanta mamme dei ragazzi. Raccolte in tre gruppi attraverso incontri mensili sono state formate sul microcredito in un clima di fiducia reciproca indispensabile per il buon funzionamento dell’attività. Da quest’anno inizierà l’erogazione dei prestiti.
Fonte: www.school-mates.org (altro…)
Ago 7, 2013 | Cultura, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale
“Fin dal momento in cui abbiamo cominciato a organizzare questo viaggio eravamo coscienti che sarebbe stato qualcosa di forte. Eppure non ci aspettavamo l’accoglienza che la gente ( e i ragazzi in particolare) ci ha offerto. Arriviamo dopo un viaggio durato più di 12 ore. La campana della scuola suona per noi. Un grande cartello dice: “Grazie per essere venuti, grazie perché siete qui, vi vogliamo bene: BENVENUTI”. Appena il nostro pulmino si è fermato, hanno cominciato a salutare e subito ci hanno aiutato a scaricare i nostri bagagli. Subito dopo abbiamo improvvisato giochi con i bambini e cantato canzoni con loro”.
Così registrano nel loro diario di viaggio i 19 Ragazzi per l’unità, accompagnati da 4 adulti, che durante il mese di luglio (approfittando delle vacanze invernali dell’emisfero sud), sono partiti da Buenos Aires per condividere alcuni giorni con i ragazzi della “Escuela km. 25”, nella provincia di Santiago dell’Estero, una delle tante “frontiere esistenziali” di cui parla Papa Francesco. È a mille chilometri da Buenos Aires, nel mezzo della selva, la scuola con due aule, una cucina, tre bagni ed un cortile con il pozzo, il quale fornisce l’acqua alle 22 famiglie della comunità che vivono in casette di fango, con il pavimento in terra battuta. 35 bambini, fino ai 13 anni, la frequentano. L’unico maestro arriva ogni lunedì e riparte ogni venerdì. Gli uomini vanno a lavorare nei campi e restano fuori casa anche per tre mesi. Ci sono voluti 4 mesi per preparare il viaggio, con l’aiuto degli adulti e dei giovani del Movimento dei Focolari, preparando insieme una serata per raccogliere fondi. C’era da affrontare il costo del viaggio, della permanenza, e tutti i problemi logistici. Abbiamo portato con noi del materiale scolastico, medicine, scarpe, e tutto quello che potevamo infilare nelle nostre borse. “Uno degli obiettivi che ci siamo proposti, è non solo portare i giochi e le attività che abbiamo preparato per i bambini, ma andare con l’atteggiamento d’imparare e ricevere anche noi qualcosa da loro: come vivono, il loro mondo, i loro valori, quello che fanno… Ed è stato davvero uno scambio molto arricchente”.
Abbiamo visitato le loro case, condividendo con loro la merenda. “Ci davamo appuntamento per le 10:30 ed alle 9:30 erano già tutti lì ad aspettarci”. Un giorno il maestro ha raccontato ai ragazzi che per venire a giocare con noi, i bambini indossavano i migliori vestiti che avevano. “Magari era l’unico paio di scarpe che avevano, e per andare a scuola andavano scalzi. Ma l’incontro con noi lo vedevano come una festa e perciò volevano vestirsi alla meglio”.
Prima di ripartire, abbiamo lasciato tutti i nostri soldi per la scuola e perché i bambini possano realizzare il sogno di andare insieme fino alla città più vicina a prendere un gelato! Al ritorno nella grande città, ci siamo resi conto della straordinaria esperienza vissuta: “Ho potuto capire che per essere solidali, per servire, non importa nulla, né il luogo dove vivi , né alcuna altra cosa, perché tutti siamo uguali”. È stato aperto un nuovo cammino di amicizia e non vogliamo mancare all’appuntamento che hanno lasciato scritto nel messaggio di saluto: “Arrivederci all’anno prossimo”. (altro…)
Lug 28, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
20 anni di fraternità. È il 20 Marzo 1993: a Warrington, nella contea inglese del Cheshire, l’Ira sferra uno dei suoi attentati più sanguinosi: 56 feriti e due morti: Jonathan Ball, di tre anni, e Tim Perry, di 12 anni. I fatti di Warrington lasciano il segno, generando un’onda di indignazione ma anche la voglia di cambiare le cose. In prima linea anche due scuole della contea, che già da prima dell’attentato, per iniziativa dei loro direttori, cercano di superare la rigida divisione tra i ragazzi cattolici e protestanti, solitamente educati in scuole separate. I due istituti (uno cattolico e uno protestante) vogliono dare una testimonianza di unità e di pace.
Negli anni il cerchio si allarga, fino a Belfast, capitale dell’Ulster, dove altre due scuole cominciano a costruire un rapporto di mutua collaborazione. A questi due istituti, dalla vicina Repubblica d’Irlanda se ne aggiunge presto un terzo per formare un “circolo di scuole” dove viene proposta la cosiddetta “arte di amare” attraverso il dado dell’Amore. Kevin Mc Keague è direttore della scuola cattolica di St James (Belfast): “Una volta ho sentito da Chiara Lubich che, dei tre ideali della Rivoluzione Francese, il meno sviluppato era la fraternità…Questo è vero anche per noi qui a Belfast segregati in due comunità…Così ho visto nel mio incontro con David (direttore della scuola protestante) l’opportunità di costruire ponti e di portare nelle nostre comunità un’iniezione di amore e di fraternità”. David McConkey dirige la scuola protestante Whitehouse (Belfast): “Ero profondamente convinto che l’educazione gioca un ruolo principale nel promuovere la pace attraverso iniziative dove ragazzi di diverse tradizioni si possano trovare faccia a faccia”.
Declan O’Brien, direttore della Scuola St Conleth nella Repubblica d’Irlanda: “Fui colpito a prima vista dall’unità tra le due scuole del Nord Irlanda e dalla testimonianza vera di unità e fratellanza tra Kevin e David che anch’io volli condividere il loro progetto introducendo “il dado” così da vivere l’arte di amare con altre scuole”. Nel 2009 la scuola protestante di Belfast viene completamente distrutta da un incendio doloso, una tragedia condivisa dalle altre due scuole che organizzano insieme un concerto di solidarietà intitolato “tutti per tutti”. Studenti e genitori e da tutte e tre le scuole vi partecipano, insieme al sindaco unionista e al parroco, rappresentanti di comunità divise, stavolta insieme. “State dando una forte testimonianza nella comunità e nel Paese”, afferma il sindaco. Un giornale locale parla di ragazzi che “ci indicano la strada per andare avanti”. Si profila però la triste possibilità che la scuola non venga più ricostruita, per mancanza di fondi. Si decide così di organizzare una dignitosa ma decisa protesta, davanti al Parlamento a Belfast. Alunni, famiglie, amici, colleghi riuniti attorno al direttore McConkey in una vera dimostrazione di fraternità. Il comitato parlamentare per l’Educazione, composto da membri di diversi partiti, rimane colpito da questo segno di solidarietà. Nello stesso giorno viene annunciata l’immediata ricostruzione della scuola protestante. Nelle tre scuole “amiche” si è introdotta l’arte di amare, proposta da Chiara Lubich come antidoto all’egocentrismo, alla discriminazione e al bullismo. L’arte di amare è un’originale serie di punti tratti dalle pagine del Vangelo che aiutano la persona a concretizzare l’amore a Dio e al prossimo. Così, anche nelle nostre scuole “siamo costruttori di pace, mattone per mattone, nelle nostre aule, in cortile, e da qui poi continuiamo per la strada, nel nostro parco giochi e nelle nostre case…” dicono gli alunni di questi istituti che, ancora secondo Declan O’Brien, provengono da ambienti dove questi valori sono sconosciuti.
O’Brien ci spiega come i ragazzi concretizzino quest’arte sia a scuola sia a casa, mostrando come questa li aiuti a essere diventando più tolleranti, disponibili e più aperti agli altri: “Uno degli allievi veniva costantemente preso in giro da altri due. Succedeva in modo silenzioso senza che gli insegnanti se ne accorgessero. C’era il rischio di vendette e di allargare la cerchia dell’odio. La proposta di mettere in pratica l’arte di amare ha spezzato questo meccanismo, dando agli alunni il coraggio di cambiare le cose in positivo. In breve tempo la situazione si è risolta”. “Drums for peace” è un’altra iniziativa dove i tamburi, usati in passato come segnali di antagonismo tra la gente che marciava per le strade, ora annunciano la pace. Nel corso della manifestazione viene premiata una poesia. Come quella di Aiden Doyle (otto anni) di Belfast. È un testo scritto dopo che alcuni scontri tra le parti hanno rischiato nel 2009 di far ripiombare l’Irlanda del Nord negli anni bui della guerra civile. In quei giorni un poliziotto e due soldati vengono assassinati. Aiden, con la sua spontaneità scrive: “Quel poliziotto che perse la vita era il papà di qualcuno…” e chiede che non si torni indietro nel processo di pacificazione. Queste semplici e convincenti parole fanno notizia e raggiungono il telegiornale del canale nazionale dando un forte contributo alla promozione ed educazione alla pace. Fonte: Irlanda del Nord: un accordo tra scuole per costruire legami di pace Il Movimento dei Focolari in Irlanda
Verso Learning Fraternity (Castelgandolfo, Roma 6-8 settembre 2013)
Convegno-laboratorio rivolto a chi opera nel campo dell’educazione (famiglia, settore scuola, catechisti, animatori, educatori): in risposta alle sfide educative, le tematiche principali affrontate riguardano “Educazione e globalizzazione”, “Educazione e relazione”. Scarica programma Scarica scheda di iscrizione (altro…)