Movimento dei Focolari
Siria: la pace è possibile

Siria: la pace è possibile

20161104-03Fortemente impegnata nell’assistenza alla popolazione civile martoriata da anni dalla guerra che si protrae ormai da cinque anni, la Caritas Internazionale ha indetto, lo scorso 31 ottobre, una giornata mondiale di preghiera per la Siria. In concomitanza, Papa Francesco ed altri leader religiosi presenti in Svezia per l’apertura delle celebrazioni del 500° della Riforma, hanno pregato insieme per la pace in Medio Oriente e in particolare per il popolo siriano. «Mentre il popolo soffre, incredibili quantità di denaro vengono spesi per fornire le armi ai combattenti, e alcuni di questi paesi che forniscono le armi sono anche quelli che parlano di pace. Come si può credere a chi con la mano destra ti accarezza e con la sinistra ti colpisce?», ammonisce il Papa nel suo forte videomessaggio in sostegno della campagna promossa da Caritas Internazionale. Dopo incoraggiare tutti a vivere con decisione l’Anno della Misericordia, il Santo Padre ribadisce con forza che “la pace in Siria è possibile”, invitando i gruppi ecclesiali, le parrocchie, le comunità a promuovere tutte le iniziative possibili di sensibilizzazione «per diffondere un messaggio di pace, di unità e di speranza». E aggiunge: «Alla preghiera, poi, seguono le opere di pace». 20161104-02Tante le comunità che hanno risposto all’appello del Papa. In particolare la comunità cristiana di Damasco si è riunita in preghiera domenica scorsa, 30 ottobre, credendo nella forza della preghiera per chiedere il dono della pace. Scrivono alcuni membri della comunità dei Focolari che vi hanno partecipato: «In una chiesa stracolma eravamo presenti: fedeli di tutte le chiese, cattolici, ortodossi ed evangelici, il Nunzio Apostolico e alcuni vescovi. In questi momenti, come mai, si sente la forza della preghiera, l’unità è tangibile, forte è la speranza che presto si ristabilisca la pace. Gli scout, riuniti da tutta la Siria, alla fine della preghiera, hanno presentato in piazza alcuni documentari sulla pace, delle canzoni, facendoci vivere anche un momento di gioia, con fuochi d’artificio e lancio di palloncini». 20161104-01Siria: la pace è possibile”, questo quindi l’invito di Papa Francesco a tutti i fedeli e alle persone di buona volontà; invito a rivolgersi «a coloro che sono coinvolti nei negoziati di pace affinché prendano sul serio questi accordi e si impegnino ad agevolare l’accesso agli aiuti umanitari». E conclude: «Uniamo le forze, a tutti i livelli, per far sì che la pace nell’amata Siria sia possibile». Sul sito Caritas Siria (syria.caritas.org/) è possibile trovare tutto il materiale per aderire e diffondere la campagna per la pace in Siria. #peacepossible4syria


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Maria Voce: promuovere la pace a piccoli pezzi

Maria Voce: promuovere la pace a piccoli pezzi

Delegates_MariaVoceMaria Voce, lei è alla direzione del Movimento dei Focolari che organizza il 15 novembre prossimo all’Unesco un incontro dal titolo “Reinventare la pace”. Ci dice cosa fare nei confronti della “guerra mondiale a pezzi” di cui parla Papa Francesco? Si tratta oggi di reinventare la “pace a piccoli pezzi” e favorire dappertutto iniziative concrete, come piccole luci che brillano nel buio? «Le mille piccole azioni di pace che portano avanti quanti si riferiscono al Movimento dei Focolari, se hanno già valore di per sé come quelle di tantissimi altri, fanno parte di un disegno unitario e hanno una visione comune: tendere alla fraternità universale, orientarsi al “che tutti siano uno”: il sogno di Dio [cf. Gv 17,21]. È questo sguardo e questo orizzonte che incoraggia, sostiene e aiuta a ricominciare sempre, al di là delle difficoltà e in mezzo alle sofferenze che l’impegno a costruire la pace richiede». Sono 20 anni che la fondatrice dei Focolari, Chiara Lubich, ha ricevuto all’Unesco il premio per l’educazione alla pace. Il 15 novembre a Parigi questo incontro presenterà le numerose iniziative che il vostro Movimento ha messo in atto per andare avanti sul cammino di una pace concreta. In Terra Santa per esempio – Giordania, Palestina e Israele specialmente – terre fondamentali per la pace nel mondo, che cosa i Focolari stanno intraprendendo per rispondere alla domanda sull’educazione alla pace e che può essere sorgente d’ispirazione anche altrove tra persone di buona volontà? «L’incontro tra culture e religioni che i Focolari promuovono è un’esperienza quotidiana. Non si limita alla tolleranza o al semplice riconoscimento della diversità; supera persino la riconciliazione. Esso crea, per così dire, una nuova identità, più ampia, comune, condivisa. E’ un dialogo a fatti, che coinvolge persone delle più varie convinzioni, anche non religiose, e spinge a prendersi cura dei bisogni concreti, a rispondere assieme alle sfide in campo sociale, economico, culturale, politico. Avviene in contesti colpiti da gravissime crisi, come Siria, Iraq, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Nigeria, e molti altri. E’ così anche in Terra Santa. La convinzione è comune: se c’è un estremismo della violenza, si cerca di rispondere in modo strutturalmente diverso, cioè con l’estremismo del dialogo. Un impegno che richiede il massimo coinvolgimento personale e comunitario, ed è rischioso, esigente, sfidante. Lo vivono ragazzi, giovani e famiglie; cristiani, ebrei e musulmani. Sono persone che si sforzano, prima di tutto, a recidere in se stessi le radici dell’incomprensione, della paura, del risentimento. Un estremismo alimentato, giorno dopo giorno, dal mettere in pratica un’arte: l’arte d’amare». Sul piano del dialogo islamo-cristiano in particolare, cosa vi aspettate da questo incontro all’Unesco del 15 novembre prossimo, soprattutto ad appena un anno dall’attentato del 13 novembre a Parigi? Quale messaggio volete mandare su questo argomento? «Ci aspettiamo che possa portare noi e tanti altri ad una nuova e più radicata presa di coscienza che il disegno di Dio sull’umanità è comporci in una sola famiglia, unita e plurale, che suppone le diversità ma non le contrappone. Una realtà da costruire proprio per la via del dialogo, dove quello islamo-cristiano è sempre più importante e necessario, come i fatti dimostrano, ma non è il solo». Fonte: Vatican Insider (altro…)

Un appuntamento mondiale

Un appuntamento mondiale

Delegates_MariaVocePer la prima volta l’appuntamento mondiale dei dirigenti dei Focolari si è svolto non in un’unica sessione, ma in tre tranche di 10 giorni ciascuna, suddividendo idealmente il pianeta in tre macroaree: Americhe e Oceania; Asia, Africa e Medio Oriente; Europa. Tre eventi svolti in continuità di date e contenuti, cui hanno partecipato, oltre ai due delegati di zona, i responsabili di alcune nazioni o territori e qualche consigliere per aspetti concreti. Una novantina di presenze in ciascuna puntata, uomini e donne in rappresentanza delle innumerevoli comunità che pullulano il pianeta portandovi lo spirito di unità. Ad accoglierli la presidente Maria Voce che sottolinea la ricchezza di questi momenti di mietitura, grati a Dio per la vita generata dal carisma di Chiara Lubich. Ed è lei ad annunciare il tema spirituale scelto per questo incontro e per l’anno che si apre: il mistero di Gesù abbandonato, chiave per realizzare l’unità. «Gesù è venuto sulla terra – ricorda la presidente – per farsi carico di tutti i dolori dell’umanità e per rassicurarci che, con Lui, è possibile passare dalla croce alla risurrezione». Delegates_06Nell’intenso lavoro delle tre tornate è grande la condivisione. Inizia con le istanze di un mondo “giovane” – le Americhe e l’Oceania – fortemente teso allo sviluppo sociale e tecnologico, ma con tante esigenze anche spirituali, specie in America Latina, mentre le altre regioni necessitano di nuove strategie per una crescita anche valoriale. «Ma non si tratta – sottolinea Ray Asprer – di definirle a tavolino, ma di sviluppare la coscienza che sarà lo Spirito Santo a suggerirci il contributo che la società di oggi attende dal carisma dell’unità». «In Oceania – aggiunge Vania Cheng – dobbiamo avvicinarci di più alle popolazioni aborigene e affrontare la sfida della secolarizzazione. Ripartiamo da qui per continuare a seminare con coraggio, convinti che il Vangelo è diffusivo di per sé». «Anche se le sfide non mancano – afferma Gabriela Melo per l’America Latina – le nostre comunità vivono la comunione e la reciprocità. E questo fa crescere la fiducia che l’obiettivo di un mondo unito non è utopia». Delegates_20Molto significativo anche il ritrovarsi delle tre macroregioni Africa, Asia e Medio Oriente, ciascuna investite da problemi di ogni tipo – specie in Medio Oriente – in cui si vive un dramma che appare senza soluzione. Proprio qui, nella terra dove Gesù è vissuto, emerge con forza la necessità, oltre che del sostegno alle popolazioni, di diffondere la “cultura della resurrezione”. «Riguardo all’Africa – riferisce Joseph Assouad – si è evidenziato il grande valore dell’inculturazione. Ogni popolo ha fatto un lungo cammino per scoprire la Verità e noi, andando lì, non dobbiamo credere di costruire da zero!». Mentre Roberto Catalano, parlando del continente asiatico, afferma che esso ha molto da dire al mondo sull’aspetto sociale e politico, e sottolinea l’importanza del dialogo interreligioso nelle diverse aree asiatiche anche col contributo della scuola sulle grandi religioni sorta nelle Filippine ad opera dei Focolari. Delegates_12 (2)Infine l’Europa, dalla Siberia al Portogallo. Un continente da cui il mondo si aspetta unità, valori umani e spirituali, capacità di dialogo, specialmente con l’Islam, realtà di sempre maggiore rilievo nelle sue regioni. «E soprattutto – dichiara Severin Schmit – il mondo si aspetta che l’Europa trovi una degna soluzione al dramma dei profughi». Le sfide sono molte: secolarizzazione, relativismo, nuove generazioni. E richiedono proposte e risposte frutto della comunione tra tutte le componenti geografiche del continente. «Sono problematiche – afferma Margherita Karram – che hanno provocato una crescita di motivazione e una maggiore creatività, mettendo in rete tante persone che, ad esempio in Italia, si attivano per l’accoglienza». Da questi tre incontri sono emersi tanti spunti, tanti stimoli. Molte anche le risposte non ancora trovate. Ma in tutti una grande certezza: continuare ad aprirsi agli altri con fiducia, come papa Francesco suggerisce, certi che, cammin facendo, si apriranno nuove e impensate strade. Jesús Morán, copresidente dei Focolari, ne è convinto: «Alla Maddalena, Gesù dice vai e dì ai tuoi fratelli che io vi precedo in Galilea. Cos’è Galilea? Galilea è il mondo, fuori della Città Santa, fuori dalle mura di Gerusalemme, dove Gesù è morto. È il mondo. Gesù ci precede lì, ci parla lì, nel mondo». (altro…)