Movimento dei Focolari
Vangelo vissuto: la forza di piccoli gesti

Vangelo vissuto: la forza di piccoli gesti

Pdv luglio 2 internaAccoglienza «L’amministrazione della mia città stava istituendo un servizio speciale per gli immigrati. Ho sentito la spinta a rendermi disponibile per questo nuovo servizio. Ho cercato di sapere chi, nel palazzo dove abito, avesse risposto all’invito. Incontrando varie famiglie mi sono accorta di quanta avversione ci fosse nei riguardi degli extracomunitari. Nello stesso posto di lavoro molti colleghi erano infastiditi della presenza di immigrati visti soltanto come concorrenti per un lavoro o per una casa. Inizialmente, parlando con i colleghi e cercando di mettere in evidenza l’importanza di accogliere l’altro anche se è diverso da noi, sembrava che il mio apporto fosse del tutto inefficace. Ma lentamente ho visto che sia loro che gli inquilini del mio palazzo hanno cominciato a mostrare un atteggiamento più “morbido”.» (E. M. – Italia) L’inizio di una fede nuova «Ero appena arrivata sul posto di lavoro quando iniziò un brutale bombardamento. Con gli altri colleghi andammo a ripararci nel seminterrato con l’orecchio alla radio per avere notizie. Venni così a sapere che anche il quartiere dove lavorava mio marito era stato bombardato. Mi sentii male, stavo per svenire. In quel momento si fece strada un pensiero: «Dio, ora mi stai chiedendo di rinnovare la mia fede in te». Gli affidai i bambini, mio marito, i genitori, chiedendogli di non permettere che ci allontanassimo da lui; gli chiesi soprattutto che i bambini, qualora si fossero trovati senza genitori, potessero incontrare sulla loro strada persone che avrebbero saputo guidarli verso lui. Fu un momento indimenticabile a cuore aperto con Dio. Da quel momento vivo la vita con fede e infinita gratitudine».  (H. S. – Libano) Pulizia «Un giorno il proprietario dello stabile in cui abito decide di eliminare tutte le antenne tv sul tetto, probabilmente per ragioni di estetica. Nel caseggiato si instaura un clima di battaglia. Ma come vincere il “Golia”? Il Vangelo mi suggerisce di prendere la via dell’umiltà. Per motivi di salute il portinaio è assente e la pulizia delle scale e dell’androne lascia molto a desiderare. E poiché gli altri inquilini non si preoccupano nemmeno di pulire il proprio pianerottolo, prendo l’iniziativa e mi metto a pulire le scale e l’androne giù fino al marciapiede. Lo faccio con gioia e con impegno. La sera stessa, il proprietario suona alla mia porta e con grande gentilezza propone di rimettere a posto lui stesso la mia antenna televisiva. Disarmato e stupito, approfitto delle sue buone intenzioni per chiedergli di installare anche le altre antenne. Alla fine tutto è rimesso a posto. Con i vicini, da quel momento, inizia un rapporto diverso. Ora, per di più, ognuno di essi pulisce le scale a turno».  (B. M. – Francia) (altro…)

Cercate la pienezza della gioia

Cercate la pienezza della gioia

Gen-Fest2'95

(C) CSC Audiovisivi

Al giovane filippino che le domandava “A cuore aperto cosa vorresti dire a tutti noi che siamo qui ai Genfest e ai giovani che mondo che ci seguono per televisione?”, Chiara Lubich rispondeva: «Vi ripeto quello che ha detto una volta santa Caterina da Siena, quella grandissima santa, quella donna meravigliosa, parlando ai suoi discepoli: “Non accontentatevi delle piccole cose, perché egli, Dio, le vuole grandi”. È quello che vi dico io: gen, giovani, non accontentatevi delle briciole. Avete una vita sola, puntate in alto, non accontentatevi delle piccole gioie, cercate quelle grandi, cercate la pienezza della gioia. E potrete chiedermi: “Ma dove la troviamo?”. Ebbene, finisco il mio discorso con voi ancora nominando Gesù. Lui ha detto che chi vive l’unità avrà la pienezza della gioia; quindi l’eredità che avrete, se vivrete questo Ideale, sarà la pienezza della gioia. Questo è l’ultimo mio augurio e l’ultima parola che voglio dirvi». Roma, Palaeur, Genfest 20 maggio 1995 Fonte:  Cercate la pienezza della gioia. 50 risposte ai giovani, Città Nuova 2012 (altro…)

La Pace in Siria è possibile

La Pace in Siria è possibile

Syrian artist, Tammam Azzam’s artwork for Caritas ‘Syria: Peace is Possible’ campaign

Syrian artist, Tammam Azzam’s artwork for Caritas ‘Syria: Peace is Possible’ campaign

Una mobilitazione di massa, una campagna che ha come scopo quello di smuovere il mondo intero. È l’obiettivo di #PeacePossibile4Syria, il progetto lanciato dalla Caritas Internationalis e che coinvolge tutti i Paesi in cui l’organizzazione è presente. «Non una campagna contro qualcosa, ma in favore della pace. Anche se si denuncia chiaramente la vendita delle armi», spiega Rosette Hechaime, libanese, coordinatrice della Caritas in Medio Oriente. «La situazione della Siria sta molto a cuore al Santo Padre e più volte, quando lo abbiamo incontrato, lui stesso ci ha invitato ad alzare la voce per far tacere le armi. Come Caritas, siamo infatti uno dei maggiori enti che danno risposta a questa crisi umanitaria in atto ormai da 5 anni. Abbiamo raccolto storie di chi parte e di chi resta, da far conoscere attraverso i social network, per non smettere di credere che la pace in Siria è possibile». Sul sito http://syria.caritas.org/ è possibile trovare tutto il materiale per aderire alla campagna e diffonderla a propria volta. «Perché la guerra in Siria ha già causato 4,8 milioni di rifugiati all’estero e 6,5 milioni che hanno dovuto spostarsi all’interno del Paese. E il troppo è troppo», continua Rosette. https://www.youtube.com/watch?v=E-Q-8rThyUY Nel suo messaggio papa Francesco non si stanca di esortare tutti: «Uniamo le forze, a tutti i livelli, per far sì che la pace nell’amata Siria sia possibile». ֿ A crederlo sono anche le 230 persone che dal 5 al 10 luglio si sono radunate ad Al Btar (nelle montagne sul litorale siriano), da varie città del Paese, per vivere la “Mariapoli – la città di Maria”, «un vero dono di Dio in mezzo a tanta violenza». Comune la gioia di ritrovarsi dopo 5 anni, durante i quali, proprio per la situazione instabile, non era stato possibile vedersi. Il titolo scelto per questo appuntamento era “Con attesa  siamo tornati a te”. «Il programma denso la mattina e distensivo il pomeriggio e la sera, ha aiutato ogni partecipante, attraverso gli interventi di sacerdoti e religiosi esperti, a ritrovarsi con se stesso, a rivedere il rapporto personale con Dio, come vivere la preghiera, e il rapporto con l’altro», scrivono dai Focolari di Damasco e Aleppo. «Siamo ripartiti con il Paradiso dentro da portare lì dove siamo e dove c’e’ ancora tanto inferno», commenta uno dei partecipanti. «Per chi viene da fuori è proprio un miracolo – racconta M.Grazia, italiana, da alcuni mesi nel focolare di Damasco –  Siamo in una situazione di guerra. Mi colpisce l’integrità della gente, non solo i numerosissimi giovani: gente pacifica che sogna e desidera la pace. Tanti hanno perso la speranza, ci si domanda: ma credere nell’unità, è un’utopia? È un’utopia la pace? Invece, nonostante tutto si continua a credere in Dio, ma vivi sulla pelle questa domanda. La Mariapoli è stata una boccata d’ossigeno in mezzo a questa realtà, costellata di esperienze fortissime: a chi hanno rapito il fratello, chi ha perso tutto in un giorno, chi non ha più notizie dei suoi parenti, famiglie smembrate, luce e acqua a singhiozzo, con 40°, e non sai il domani come sarà, si vive nell’incertezza più assoluta». A conclusione, i 230 hanno mandato un saluto che ha fatto il giro del mondo, coscienti di non essere soli e di far parte di una grande famiglia. Con la spinta, come ha esortato il papa nel suo messaggio, ad incarnare questa Parola di Dio: «Io, infatti, conosco i progetti che ho fatto al vostro riguardo – dice il Signore – progetti di pace e non di sventura, per concedervi un futuro pieno di speranza» (Geremia 29,11)». [Arabo, con sottotitoli in italiano]   https://vimeo.com/175367097 Maria Chiara De Lorenzo (altro…)