Apr 12, 2015 | Chiara Lubich, Cultura, Dialogo Interreligioso, Spiritualità

Il Patriarca Bartolomeo
Un evento internazionale fatto di convegni e seminari in diverse capitali del mondo, per riflettere sulle prospettive che dal messaggio di unità portato da Chiara emergono oggi per la politica è stato il filo conduttore di molti degli appuntamenti che l’hanno ricordata. Ma il rapporto tra il carisma dell’unità e la politica non è l’unico aspetto sottolineato nel 7° anniversario di Chiara Lubich. Ad Istanbul il Patriarca Bartolomeo fa gli onori di casa per l’appuntamento – la presentazione dei libri di Chiara tradotti in greco – che coinvolge oltre un centinaio di rappresentanti del mondo ortodosso e cattolico. Nel suo discorso la indica come una delle «sante donne, che con il loro esempio, con il loro amore poggiato sulla filantropia divina e con la parola ispirata dallo Spirito Santo, continuamente sollecitano una “metanoia”, una conversione del cuore per tutta l’umanità sofferente».
Dentro le crisi – Una risposta alla crisi politica in atto in Congo sono sembrati i due incontri tenutisi nel Paese. A Lubumbashi sono intervenute 370 persone, cristiani e musulmani. I giovani dei Focolari hanno presentato in chiave artistica l’amore di Chiara per i poveri, il suo incontro con Igino Giordani, il suo «sogno»: l’unità della famiglia umana. La Messa è stata animata da una cinquantina di seminaristi. A Goma la giornata ha visto la partecipazione di 400 persone, con un folto gruppo di politici della provincia del Nord-Kivu e rappresentanti della società civile. Dopo l’incontro la RTNC ha diffuso l’evento in quattro lingue locali. E non sono mancate iniziative coraggiose in altri punti caldi del pianeta. In Nigeria, ad esempio, vari sono stati gli eventi: a Yola, dove numerosi sono i rifugiati, il vescovo ha celebrato la Messa per Chiara pregando per la pace; a Abuja e Lagos si sono tenute giornate preparate dai giovani per i giovani; a Onitsha un incontro con più di 300 persone fra adulti, giovani e bambini; a Jos, dove non si è potuta fare una grande giornata per un’esplosione avvenuta pochi giorni prima, un gruppo dei Focolari è andato a far visita ad un Istituto Penale Minorile. Il tema della pace è stato al centro anche della giornata organizzata a Bujumbura (Burundi) con oltre mille partecipanti. Nel programma, molte testimonianze hanno messo in rilievo la possibilità di vivere in armonia e costruire la pace anche dove non è facile. Presente la mattina l’arcivescovo mons. Evariste Ngoyagoye. In Centro America, il tema della politica rimane caldo. Dall’Honduras scrivono: «stanchi di una politica corrotta e bombardati da notizie violente che generano disanimo nella popolazione, abbiamo organizzato questo evento per dare il tipico apporto del carisma dell’unità, attraverso idee e testimonianze». Nel Salvador che attende la beatificazione di Romero, ci si è chiesti come si può vivere per l’unità pur in mezzo alla violenza. Tra le testimonianze, anche quella di Francesco, assalito da due ragazzi armati. È riuscito ad aprire con loro un dialogo parlando di Dio. I due delinquenti, spiazzati, hanno ritirato le armi e sono andati via. In Pakistan, a Karachi, Lahore, Rawalpindi, Dalwal – oltre mille persone in tutto – 4 celebrazioni con una voglia di speranza dopo i tragici eventi del 15 marzo a Yohannabad.
Nelle sedi istituzionali – A Seul numerosi deputati e persone impegnate nell’amministrazione pubblica si sono date appuntamento al Parlamento per un bilancio del percorso verso una politica di fraternità intrapreso dieci anni fa; a Madrid è stata la sede del Parlamento Europeo ad ospitare un seminario su «Un mondo, molti popoli abbracciando la diversità»; mentre Strasburgo (Francia), sede di istituzioni europee, ha ospitato tre giorni di eventi sul tema della fraternità come categoria politica. A Roma il convegno «Chiara Lubich: l’unità e la politica» si è svolto nell’Aula del Palazzo dei Gruppi parlamentari della Camera dei Deputati. Numerosi i politici presenti alla tavola rotonda organizzata a Toronto, incentrata sulla visione di Chiara della politica. A Solingen (Germania), invece, tema centrale del convegno è stata la cultura della fraternità in tre campi molto attuali: i rifugiati, la pace, il dialogo con altre culture. Oltre cento i partecipanti di varie confessioni e religioni, e di diverse nazionalità. «Il pensare e l’agire politico di Chiara Lubich» è stato il tema intorno al quale si sono svolti i lavori di un altro evento dedicato a Chiara: il convegno di Curitiba (Brasile), dove è stato stampato anche un francobollo commemorativo. Il Parlamento della Provincia di Córdoba (Argentina) ha ricordato Chiara approvando il decreto di riconoscimento postumo alla sua opera. Approfondimenti sulla politica anche in altre città d’Italia, in Ungheria, Repubblica Ceca, Portogallo, Svezia, Usa, Honduras, Messico, Colombia, Tanzania, Kenya. In vari ambiti – Ma in occasione del 14 marzo 2015 per ricordare Chiara non si è parlato solo di politica. Arte e cultura sono state al centro di numerosi ed originali eventi. A Durban (Repubblica Sudafricana) si è svolta la terza edizione del «Chiara Lubich Memorial Lecture» con la partecipazione di Ela Gandhi, nipote del Mahatma Gandhi; mentre a Maracaibo (Venezuela) l’Università Cattolica «Cecilio Acosta» (UNICA) ha realizzato un concorso per la IV Biennale d’Arte Chiara Lubich. Rivolto ad artisti professionisti, studenti e amatori, ha dato la possibilità di esporre le proprie opere nella Piazza della Repubblica. In vari Paesi preparare e realizzare gli eventi legati al 14 marzo ha dato l’occasione di riunirsi. Ne sono un esempio i due appuntamenti di Cuba: a L’Avana con oltre 200 persone e a Santiago de Cuba con 150: le comunità locali hanno preparato le giornate per presentare il Movimento dei Focolari e offerto le loro testimonianze sull’incidenza della spiritualità dell’unità in tanti ambiti della vita personale e sociale. A Cochabamba in Bolivia con 120 persone. A Città del Messico e il territorio di Nezahualcoyotl si è ricordata Chiara nel corso della Mariapoli. In Vietnam, sia a Ho Chi Minh City al sud, come nel piccolo villaggio di Ngo Khe (Ha Noi), al nord, si sono stretti intorno all’altare per rinnovare «davanti a Dio e a Chiara, il nostro impegno a portare avanti con fedeltà la sua consegna», scrivono. In Myanmar, a Yangon, dove la maggioranza dei membri dei Focolari non ha mai conosciuto Chiara di persona, ma si sente attirata dal suo carisma. Anche in Thailandia, sia a Bangkok che a Chiang Mai, la famiglia dei Focolari si è riunita. 600 persone in Slovacchia, tra Kosice e Bratislava. «Le testimonianze dei membri di altre Chiese – raccontano – e delle persone senza riferimenti religiosi, ci hanno fatto vedere come Chiara appartenga a tutti. Il rettore dell’Università di Trnava, Prof. Peter Blaho, che nel 2003 aveva conferito a Chiara il dottorato honoris causa in teologia, ha condiviso i ricordi dell’incontro con lei. A Fontem (Camerun) in 500 da tutti i villaggi circostanti la cittadella, a ricordare “Mafua Ndem”, Chiara Lubich. Il tema scelto era “L’ impatto dell’Ideale dell’Unità nei vari aspetti della vita sociale”. I giovani del collegio hanno presentato le loro esperienze sul “dado della pace”: «Da quando abbiamo introdotto il dado nelle nostre classi – scrivono – sono diminuiti i furti, l’assenteismo, il rendimento scolastico è migliorato, ognuno si cura degli oggetti dell’altro, c’è più tolleranza e ci perdoniamo più facilmente. È cresciuta la condivisione tra gli studenti….». Momenti di preghiera – Alle celebrazioni eucaristiche in varie parti del mondo molte le personalità civili e religiose presenti. Tra i numerosi interventi di Vescovi e Cardinali nelle diverse celebrazioni, riportiamo quella del card. Angelo Scola di Milano che ha detto tra l’altro: «Il nostro impegno di oggi è raccogliere con rinnovata consapevolezza il sogno che ha animato la vita e il pensiero di Chiara, costruendo spazi di fraternità ovunque ci troviamo e privilegiando le necessità del prossimo che ci sta accanto e di quello lontano che vive in Paesi dove ci sono guerra e violenza. Vorremmo, in questo modo, essere testimoni autentici del carisma che Dio ha dato a Chiara, essendo a servizio della Chiesa e dell’umanità». (altro…)
Apr 12, 2015 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
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Christos anesti! Alithos anesti!
Христос воскресе!
Christ is Risen! Indeed He is risen!
Khrishti unjal! Vertet unjal!
Hristos voskrese! Vo istina voskrese!
Khrystos uvaskros! Sapraudy uvaskros!
Le Christ est ressuscité! En verité il est ressuscité!
Kriste ahzdkhah! Chezdmaridet!
Christus ist erstanden! Er ist wahrhaftig erstanden!
Cristo è risorto! Veramente è risorto!
Cristos a inviat! Adevarat a inviat!
Khristos voskrese! Voistinu voskrese!
Cristos vaskres! Vaistinu vaskres!
Christ is risen from the dead, trampling down death by death, and on those in the tombs bestowing life!
Христос воскресе из мертвых, смертию смерть поправ, и сущим во гробех живот даровав!
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Apr 11, 2015 | Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
http://vimeo.com/121041679 (altro…)
Apr 8, 2015 | Chiara Lubich, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale, Spiritualità
«Ciao sono Abraham, vengo del Messico: un popolo di persone nobili e con tanta fede, un popolo con le braccia aperte al mondo». Esordisce così il suo racconto davanti a una platea di 300 giovani in un’aula del Parlamento italiano, riuniti in ricordo di Chiara Lubich e della sua profetica visione sulla politica. Abraham porta con sé il bagaglio di un Paese dilaniato dal narcotraffico e dai signori della morte. Lui stesso si è visto puntare una pistola alla testa dalla polizia perché scambiato per spacciatore, al posto di uno vero che gli stava a fianco e che la miseria aveva spinto su questa strada. «Nel 2006 – continua – è cominciata la lotta contro il narcotraffico, una guerra che in 8 anni ha lasciato più vittime della guerra del Vietnam, fra cui molti innocenti e gente che si batte per un impegno civile: giornalisti, attivisti ecc. Spesso il popolo decide di manifestare e il Governo sta perdendo credibilità in una forte crisi economica e sociale». «Abito a Città del Messico dove ogni giorno si presenta una nuova sfida; ciò nonostante credo in un mondo unito e nell’ideale della fraternità universale. Ma so che il cambiamento deve iniziare da me stesso, senza aspettarlo dagli altri, neanche dalle autorità». «Se fossi in voi che avete a cuore il bene comune in Messico – afferma Luigino Bruni rivolgendosi ai giovani – cercherei di guardare le cause di questa malattia, fra queste il capitalismo finanziario che aumenta le diseguaglianze. Sono forme di ricchezza che non includono più». «Il primo passo da fare quando si vuol cambiare un Paese è amarlo», sottolinea ancora l’economista, sollecitato dalla testimonianza di Abraham. «Ogni Paese ha una vocazione di bellezza, ha un suo genio, una sua identità, con ambivalenza». E poi un consiglio: studiare di più, imparare bene un mestiere! «Siete una minoranza? Non importa. Basta essere pochi, ma molto motivati. Il mondo lo cambiano le minoranze profetiche. E non smettete di credere che un mondo diverso è possibile. La prima lotta da fare quando si è giovani è non perdere la fede nell’ideale. Occorre credere l’impossibile per avere un possibile buono».

Al Senato Messicano
«Parecchie volte mi hanno offerto la droga, altre mi hanno derubato – continua Abraham – Tempo fa mentre tornavo a casa dopo la scuola, si è avvicinato un ragazzo per chiedermi una sigaretta; allo stesso tempo è arrivata la polizia per prenderci. Lui aveva la droga in tasca e io solo i libri nello zaino. Hanno cominciato a picchiarlo, mentre l’altro poliziotto mi ha puntato una pistola alla testa chiedendo dove avessi la droga. Quando i poliziotti sono andati via, ho aiutato questo ragazzo ad alzarsi, gli ho dato i pochi soldi che avevo. Lui mi ha dato un abbraccio e mi ha detto: sai che con questi soldi oggi mangerà la mia famiglia? Mi sono accorto come un piccolo atto di amore sprigioni una forza grandissima e non sappiamo fin dove può arrivare. Nonostante l’impotenza, voglio provare a vedere il mio vicino di casa e le persone che trovo per la strada con occhi nuovi e, con altri amici, voglio dare un contributo concreto». Nel desiderio di un maggiore impegno per il bene del proprio Paese, nonostante le tante difficoltà e lo scoraggiamento dei più, il 20 marzo scorso giovani di diverse organizzazioni si sono trovati al Senato Messicano per svolgere una giornata con i politici sul dialogo, molto importante in un mondo che attende risposte alle sfide più grandi. (altro…)
Apr 6, 2015 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
Come il figlio della parabola «Nostro figlio maggiore, 17 anni, una sera non è tornato a casa. Cosa pensare? Non ci aveva mai dato di queste preoccupazioni. Potevamo solo pregare. La mattina dopo, dai genitori di due suoi amici siamo venuti a sapere che erano partiti tutti e tre per Firenze. Chi voleva far intervenire la polizia, chi sosteneva che avrebbe cacciato di casa il suo ragazzo. Mia moglie invece ed io ci mantenevamo tranquilli: avevamo messo tutto nelle mani di Dio. Solo ogni tanto ci arrivava qualche notizia. Pur addolorati, ci sentivamo più uniti in famiglia. Su una cosa eravamo tutti d’accordo: l’avremmo accolto con gioia, come nella parabola del figlio prodigo, senza fargli pesare quella ragazzata. Dopo una settimana i tre sono tornati all’ovile. Il nostro, sentendosi amato, ha assicurato piangendo che non avrebbe fatto mai più un’azione del genere. Venuto poi a sapere che gli altri compagni d’avventura erano stati trattati ben diversamente, ha capito meglio la fortuna di avere una famiglia nella quale si cerca di vivere secondo il Vangelo». F.A. – Roma Un dolore condiviso «Il padre e una sorella di una compagna di mia figlia erano morti in un incidente. Anch’io avevo perso mio padre così. Conoscevo solo di vista la mamma, ma saputa la disgrazia ho sentito l’impulso ad andare a trovarla. Per non limitarmi ad una semplice visita, sapendola in difficoltà economiche, le ho portato vari generi alimentari e ho cercato di consolarla. Sono tornata più volte da lei. Le ho anche offerto una somma che avevo messa da parte. Col passar dei giorni lei era più forte, più fiduciosa nella vita e grata per l’amicizia nata fra noi grazie a quel dolore condiviso». B. G. – Bolivia Il berretto «Era inverno e con i miei compagni giocavo nel cortile della scuola. Faceva tanto freddo. Ad un tratto una bambina s’è messa a piangere: il berretto non le copriva bene le orecchie che erano così fredde da farle male. Allora, sapendo di amare Gesù in lei, le ho dato il mio berretto che teneva più caldo». J. – Belgio La merenda «Ero nel cortile e stavo facendo merenda. Ho visto una mia compagnetta che tirava i capelli ad un’altra bambina, allora ho lasciato la merenda sul muretto sono andata a dire di non fare così perché Gesù ha detto che bisogna amare sempre. Ma siccome si sono messe a piangere, sono andata a prendere la merenda e ne ho dato un po’ a ciascuna di loro. È vero che sono rimasta con un po’ di fame, ma ero felice perché ero riuscita ad amare». Valentina – Italia Fonte: Il Vangelo del giorno – Aprile 2015 – Città Nuova editrice (altro…)
Apr 4, 2015 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Auguro a tutti noi occhi di Pasqua,capaci di guardare nella morte sino a vedere la vita, nella colpa sino a vedere il perdono, nella separazione sino a vedere l’unità, nelle ferite sino a vedere la gloria, nell’uomo sino a vedere Dio, in Dio sino a vedere l’uomo, nell’Io sino a vedere il Tu. E insieme a questo, tutta la forza della Pasqua!» (Pasqua 1993) Klaus Hemmerle, La luce dentro le cose, Città Nuova, Roma 1998, pag. 110. (altro…)