Mar 11, 2013 | Chiara Lubich, Chiesa, Cultura, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria, Spiritualità
A Mumbai, in India, gli eventi in programma approfondiranno il contributo del carisma dell’unità al dialogo tra le religioni: un viaggio che prenderà le mosse dalle visite di Chiara Lubich in India nel 2001 e nel 2003, e arriverà fino ai giorni nostri. Mentre ad Avellaneda, in Argentina, si approfondirà lo stesso carisma in dialogo con la cultura contemporanea. Facciamo un salto in Tanzania, dove all’università cattolica di Iringa saranno i giovani i protagonisti nel ricordare il rapporto speciale che li ha sempre legati alla fondatrice dei Focolari. E si potrebbe continuare ancora, e raccontare come tanti pezzi di un mosaico, le celebrazioni di vario tipo che in tutto il mondo si stanno preparando per ricordare Chiara Lubich (22 Gennaio 1920 – 14 Marzo 2008) a cinque anni dalla sua morte. Convegni culturali, iniziative di promozione sociale, celebrazioni eucaristiche, momenti artistici; in tutti e cinque i continenti sono centinaia gli eventi in programma per ricordare la figura carismatica di Chiara e approfondirne il pensiero. Di particolare rilievo è il convegno internazionale che si terrà a Roma, dal titolo “Chiara Lubich. Carisma, Storia, Cultura”. Avrà luogo il 14 Marzo nell’Aula Magna del Rettorato dell’Università La Sapienza, e il 15 Marzo all’auditorium del Centro Mariapoli di Castel Gandolfo.

Quest’anno la ricorrenza della morte di Chiara Lubich cade in un momento storico particolare per la Chiesa, impegnata nell’importante compito della scelta del successore di Benedetto XVI. Una consapevolezza che è ben presente in tutti i membri del Movimento, che coglieranno queste circostanze come occasione per testimoniare ancora di più la vitalità e la fecondità dell’Ideale dell’Unità per ogni ambiente dell’operare umano, in ogni punto dei cinque continenti: un tesoro da offrire e mettere a disposizione di tutta la Chiesa, ora forse in modo ancora più deciso, dando attualità all’augurio che proprio due papi, Giovanni Paolo II prima e Benedetto XVI poi, hanno fatto al Movimento: quello di contribuire a far sì che “la Chiesa sia sempre più casa e scuola di comunione”.
Ecco allora gli eventi, di carattere tipicamente ecumenico, previsti a Ginevra, in Svizzera, promossi in collaborazione con il Centro Ecumenico della città, e a Oslo, in Norvegia, che vedranno la partecipazione di rappresentanti di varie chiese cristiane, riuniti proprio nello spirito della comunione. E per continuare, ecco il convegno che si è svolto il 23 Febbraio scorso a San Antonio, in Texas (USA) centrato proprio sulla spiritualità di comunione come risorsa per la Chiesa.
E poi in Thailandia, in Corea, a Melbourne in Australia, e in tutta Europa: occasioni uniche per dire “grazie” a una testimone, riconosciuta tra le figure di riferimento del XX secolo, che ha aperto vie di dialogo inesplorate per la convivenza tra persone e popoli di cultura e religioni diverse, per la promozione della pace e della fraternità universale. Per conoscere tutte le iniziative in programma nel mondo puoi cliccare qui: https://www.focolare.org/anniversary (altro…)
Mar 9, 2013 | Centro internazionale, Chiesa, Dialogo Interreligioso, Spiritualità
La decisione di papa Ratzinger dello scorso 11 febbraio mi sembra ci abbia offerto un distillato della sua riflessione teologica e spirituale. Anzitutto l’evidenziare il primato di Dio, il senso che la storia è guidata da Lui. E ancora, l’indirizzarci a cogliere i segni dei tempi e a rispondervi con il coraggio di scelte sofferte, ma innovative. Con una chiara nota di speranza per “la certezza che la Chiesa è di Cristo”. Ma a quale Chiesa Benedetto XVI guardava? Per amore di quale Chiesa ha fatto un passo di simile portata? Penso di non sbagliare additando la “Chiesa-comunione”, frutto del Vaticano II ma anche prospettiva, “sempre più espressione dell’essenza della Chiesa”, come ha sottolineato papa Ratzinger anche alla fine del suo pontificato. Un “sempre più”, per dire che ancora non ci siamo appieno. Quale allora la direzione? La Chiesa, si sa, è per il mondo. Per questo, di fronte alle esigenze di riforma ad intra, mi sembra debba privilegiare il guardare fuori di sé, intensificare il dialogo con la società. Tale contatto vitale le permetterebbe di far sentire la sua voce chiara nella fedeltà al Vangelo e nel contempo ascoltare le istanze degli uomini e delle donne di questo tempo. Col risultato di trovare nuove risorse e insospettata vitalità anche al suo interno. Occorrerà insistere certamente sul dialogo ecumenico, sul grande tema dell’unione visibile tra le Chiese, cercando di arrivare a definizioni della fede e della prassi ecclesiale accettabili da tutti i cristiani. Auspicherei poi una Chiesa più sobria, sia in rapporto al possesso di beni che nelle espressioni liturgiche e nelle sue manifestazioni; proporrei una comunicazione più fluida e diretta con la società contemporanea, che consenta alla gente di rapportarsi con essa con più facilità, e un atteggiamento di maggiore accoglienza anche nei confronti di chi la pensa diversamente. Universalità e apertura ai dialoghi saranno perciò due note che dovranno essere raccolte dal nuovo Papa. Affinché possa rispondere a queste enormi sfide, lo immaginiamo uomo di profonda spiritualità, unito a Dio per cogliere dallo Spirito Santo le soluzioni ai problemi, nell’esercizio costante della collegialità, coinvolgendo altresì i laici, uomini e donne, nel pensare e nell’agire della Chiesa. A noi quindi spetta lavorare con nuovo senso di responsabilità. Si tratta di suscitare stimoli creativi su diversi livelli. Penso all’economia, che uscirà dalla crisi solo se si porrà al servizio dell’uomo; alla politica, che deve ritrovare credibilità tornando ad essere “vita comune nella polis”; alla comunicazione, che ha da essere fattore di unità nel corpo sociale; penso anche alla giustizia, nell’apertura verso chi sbaglia, chi patisce le piaghe dello sfruttamento, verso chi ha sofferto per gli errori di altri uomini e altre donne anche di Chiesa. Penso a coloro che si sentono esclusi dalla comunione ecclesiale, come le “nuove unioni”. Anche questo è Chiesa, perché il Cristo che l’ha fondata è morto sulla croce per sanare ogni divisione. Si tratta di far brillare il suo vero volto. Per questo ho invitato quanti aderiscono allo spirito del Movimento in tutto il mondo a un nuovo “patto” che accresca ovunque l’ascolto, la fiducia, l’amore reciproco in questo tempo d’attesa, affinché nell’unità e nella collegialità la Chiesa possa scegliere quel papa di cui anche l’umanità ha bisogno». Fonte: Zenit Altri articoli: Radio Vaticana Comunicati stampa del Servizio Informazione Focolari (altro…)
Mar 7, 2013 | Ecumenismo, Spiritualità
Il 6 marzo scorso il reverendo John Mann, decano della cattedrale di Sant’Anna a Belfast, cuore della Chiesa d’Irlanda, ha fatto visita al Centro del Movimento dei Focolari, a Rocca di Papa (Roma). Nel giugno 2012 era stata Maria Voce, presidente dei Focolari, a recarsi in terra celtica in occasione del Congresso Eucaristico internazionale. In quell’occasione, e proprio su invito del reverendo Mann, era andata in Irlanda del Nord, a Belfast, per partecipare ad un incontro ecumenico. Una giornata storica, intensa, assolata, in cui i leader delle quattro Chiese cristiane maggiormente presenti sul territorio hanno stretto un patto solenne di amore reciproco. A Rocca di Papa piove, è freddo e tira un vento deciso, che richiama una continua novità, e che accompagna il passo del reverendo Mann, in visita in Italia per alcuni giorni. Lo abbiamo intervistato a margine del suo incontro proprio con Maria Voce. Reverendo Mann, quale è il motivo della sua visita qui in Italia, e in particolare al centro dei Focolari? «Quando Maria Voce è venuta in Irlanda del Nord nel 2012, per tutti noi è stato un momento fondamentale per le nostre comunità; direi, per tutta la nostra Chiesa. È stato in quell’occasione che Maria Voce mi ha invitato a recarmi a Roma. Era necessaria questa visita, per conoscere ancora di più persone che hanno un posto speciale nel nostro cuore, e che vivono, lavorano, pregano e operano come noi».
Alla luce dei suoi contatti con il Movimento dei Focolari, pensa che il carisma dell’unità possa dare un contributo particolare alla Chiesa in Irlanda oggi? «Penso che possiamo imparare molto dalla spiritualità di comunione, che anticipa quell’unità per cui tutti lavoriamo. Credo fortemente che la figura di Gesù Abbandonato in modo particolare possa esserci d’aiuto. Egli è morto sulla croce per la redenzione di tutti, per unirci tutti. Penso che su questo particolare punto della spiritualità, molti in Irlanda del Nord si possano riconoscere proprio per ciò che stanno vivendo; approfondendo sempre più questo mistero, potremmo trovare insieme una via per la riconciliazione, per comporre l’unità». Cosa sente di augurare al Movimento in questa particolare fase storica? «Auguro al Movimento dei Focolari di continuare a vivere in pieno la sua spiritualità, in tutte le sue espressioni, offrendola a tutti, perché essa contribuisce a creare quel clima di fiducia e di unità di cui abbiamo tanto bisogno, anche nel nostro Paese». A cura di Paolo Balduzzi ed il Centro Uno (altro…)
Mar 6, 2013 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Economia di comunione, impegno politico, lotta alla povertà. Sono solo alcuni degli “spunti” che hanno arricchito il programma del congresso gen 4 che si è svolto nella cittadella di Santa Maria (Brasile) dal 9 al 12 febbraio scorso. Erano 155 bambine e tra momenti di festa per il carnevale, gioco, musical e teatro, le gen4 – la diramazione più giovane del Movimento dei Focolari – hanno potuto sperimentarsi con tematiche impegnative ma anche necessarie per affrontare con speranza il futuro. La maggioranza di loro viene da famiglie povere. La cittadella del movimento dei Focolari Santa Maria si trova in un contesto di grande degrado: i due quartieri limitrofi sono passati in questi anni da ‘miserabili’ a uno stato di povertà dignitosa e questo cambiamento è stato anche riconosciuto ufficialmente dalla polizia in un documento dove dicono che la criminalità è diminuita negli ultimi 3 anni. È qui, nel territorio della cittadella, che sorge una scuola il cui metodo pedagogico è basato sull’Arte di amare, elaborato dalla spiritualità dell’unità di Chiara Lubich. Ed è stata proprio un’allieva della scuola – figlia di una famiglia molto povera e ora impiegata nel governo brasiliano in Brasilia – a raccontare alle gen 4 la sua esperienza dando loro forza e coraggio.
Si è parlato anche di Economia di comunione e lotta alla povertà. Alle gen 4 sono state infatti presentate le imprese del polo Edc di Santa Maria ed hanno potuto conoscere gli imprenditori che cercano di mettere in atto nelle loro aziende un modello economico che predilige la persona e pratica la condivisone degli utili dell’impresa in favore dei più bisognosi. Seguendo poi un metodo educativo che unisce la teoria alla sperimentazione in presa diretta, le gen 4 hanno lavorato nella piccola azienda ‘multinazionale’ “Scintilla d’amore”, felici di poter lavorare per i poveri. All’elaborazione del programma hanno collaborato tutti: adulti, ragazzi, giovani. La sera del carnevale, la cittadella era diventata un immenso parco gioco dove alle gen 4 veniva offerta la possibilità di vivere le realtà quotidiane di una vera città ma di “viverle con l’amore”, dalla spesa al supermercato alla elaborazione di “leggi per il bene comune”. Quattro giorni intensi di divertimento e approfondimento, vissuti anche in un profondo rapporto con Gesù: “Sei tutto per noi – scriveva una bambina – Sei stato un grande re e un grande bambino. Resta con gli angeli e proteggimi notte, giorno e sempre”. (altro…)
Mar 4, 2013 | Chiesa, Focolari nel Mondo, Senza categoria, Spiritualità
La Lucila è una graziosa cittadina di villeggiatura che si affaccia sul mare, a 350 km da Buenos Aires. È qui che si svolgono, da tredici anni, le settimane di “Vacanze scuole” come le hanno chiamate. Omar e Susana Zazzerini, del Movimento Parrocchiale di Buenos Aires, organizzatori di questa iniziativa insieme al loro parroco e ad altre famiglie , raccontano: “Abbiamo incominciato dalle parole di Gesù ‘Venite in disparte e riposatevi un po’’ (Mc 6,31) pensando soprattutto alle famiglie che avevano meno possibilità di fare vacanze. Volevamo che fosse, oltre al riposo, una scuola di vita generata dall’amore reciproco e vissuta alla presenza spirituale di Gesù tra noi. Come agli inizi dei Focolari quando ci si ritrovava a riposare insieme sulle Dolomiti e tante persone sperimentavano questo stile evangelico di vita e scoprivano Dio come Amore”. I partecipanti provengono da diverse parrocchie dell’hinterland di Buenos Aires. Il primo anno erano in 23. A questa tredicesima edizione vi hanno partecipato in 140, di cui 115 tutta la settimana. Finora hanno vissuto questa esperienza circa 1200 persone.
“La cosa più importante – afferma Omar – è amare con la potenza del momento presente, nell’attenzione verso gli altri, guardandoci sempre con ‘occhi nuovi’”. Dimenticando magari difetti o incomprensioni, soprattutto con chi si conosce da più tempo. “Altrimenti – continua – non sarebbe così bello stare insieme una settimana nella quale, distribuendoci in equipe, ci tocca un giorno cucinare, un altro lavare i piatti, un terzo servire a tavola, mantenendo l’armonia negli ambienti”. “Questa è una scuola – aggiunge Susana– dove possiamo imparare ad aiutarci a superare le circostanze dolorose o di conflitto. Quando proviamo fastidio per ciò che gli altri fanno, nella convivenza impariamo ad accogliere il disagio”. E si portano così le relazioni interpersonali su un piano più alto. Approfondimento spirituale, condivisione di quanto si vive: “Anche i dolori…” – continua ancora Susana: “certe situazioni difficili si risolvono nella comunione. Il momento culmine è la messa. Il resto della giornata si va in spiaggia, si gioca, si fanno passeggiate, colloqui e tanti altri modi per svagarsi”.
Da sottolineare, la crescita spirituale dei partecipanti e l’impatto sui giovani: “Crescono in quantità, ma anche in qualità: si vede dall’amore per le persone anziane e i bambini, e dal rapporto tra loro. Alcuni si sono già formati una famiglia, altri hanno fatto l’esperienza alla Mariapoli Lia o hanno partecipato al Genfest di Budapest. Una delle ragazze ha potuto partecipare, con l’aiuto di tutti, alla GMG in Spagna e adesso è la referente per quella di Rio de Janeiro. Abbiamo anche avuto tra di noi persone consacrate, membri di altre chiese, seminaristi e vari sacerdoti”. Un’esperienza di fraternità, come l’ha definita uno di quelli che vi partecipavano per la prima volta che poi continua durante l’anno nelle varie parrocchie di provenienza.
A cura di Carlos Mana
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Mar 1, 2013 | Chiara Lubich, Chiesa, Spiritualità
«In questi giorni, tornando da Rocca di Papa a Roma, ho provato una strana impressione, avuta già quando in autunno sono rientrata da Ala di Stura: sentivo Roma casa nostra perché vi abitava il Papa. Ieri, scendendo dal Centro Mariapoli verso la Città eterna, mi sembrava che Roma fosse tutta coperta da un grande cuore: il cuore del Papa. Del Santo Padre ho letto alcune splendide cose in questi giorni. Mercoledì scorso, accennando alla festa di s. Caterina, così ha parlato all’udienza generale: “Sì, la forza del Papa è l’amore dei suoi figli, è l’unione della comunità ecclesiastica, è la carità dei fedeli che sotto la sua guida formano un cuor solo e un’anima sola. Questo contributo di energie spirituali, che viene dal popolo cattolico alla gerarchia della Chiesa, dal singolo cristiano fino al Papa, ci fa pensare alla Santa, che domani la Chiesa onorerà con festa speciale, s. Caterina da Siena, l’umile, sapiente, impavida vergine domenicana, che, voi tutti sapete, amò il Papa e la Chiesa, come non si sa che altri facesse con pari altezza e pari vigore di spirito” . Leggendo queste righe avrei desiderato che il Papa, per la comunione dei santi, avvertisse anche nel nostro Movimento un contributo alla sua forza, perché noi l’amiamo, il Papa; perché vogliamo incrementare col nostro spirito, sotto la guida della Chiesa, la comunità cristiana e perché il nostro ideale è la carità». (Da “Chiara Lubich, diario 1964/65”, Ed. Città Nuova, 1985, Roma) (altro…)