E’ in un clima di festa che si è aperto questa mattina la grande manifestazione “Insieme per l’Europa.” Un evento nato dal nuovo fenomeno di un processo di comunione in continua crescita tra movimenti e comunità cattolici e evangelici, ortodossi e anglicani di tutta Europa. Gli aderenti di oltre 250 movimenti e comunità cristiane sono qui presenti in 8000. Benedetto XVI, in un messaggio a firma del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, auspica che l’iniziativa “rafforzi il desiderio di comunione” che anima queste realtà ecclesiali e “contribuisca a sciogliere pregiudizi, a superare nazionalismi e barriere storiche e spinga ad impegnarsi perchè non venga meno nell’Europa dei tempi post-moderni la dimensione spirituale“.
Insieme per l’Europa: E’ un programma di vita che affonda nel vissuto, quello tracciato questa mattina a Stoccarda. “Da chi andremo? Dove andremo? E’ la domanda che ci poniamo per il futuro dell’Europa”, ha detto Ulrich Parzany – pastore evangelico promotore del progetto di evangelizzazione ProChrist. “All’entusiasmo per l’Europa è subentrato lo scetticismo, la paura di subire svantaggi. Le correnti del nostro tempo ci sballottano di qua e di là. Con serena fiducia ripetiamo: Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita”. E’ lui la risposta alle domande dei giovani, come ha evidenziato Nicky Gumble, anglicano, responsabile dei corsi di evangelizzazione Alpha internazional nati nella Chiesa anglicana: “I giovani stanno cercando trascendenza, uno scopo nella vita”.
Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, ha parlato di una corrente profonda della storia che sarà sempre più coinvolgente. “In un’Europa dove le istituzioni sono rigide, i processi ritardano, e i politici esitano, c’è bisogno – ha detto – di un popolo profetico, capace di far scaturire un sentimento unitivo che diventi una corrente vitale tra i nostri concittadini europei, cristiani e non cristiani, credenti o non credenti, perché l’Europa promuova un nuovo umanesimo, una nuova corrente di passione per l’unità capace di travolgere rigidità e frontiere. Perché L’Europa guardi al di là dei suoi confini, all’africa dove più dei due terzi sono esclusi dal benessere”.
Chiara Lubich ha approfondito la sorgente da cui scaturisce nuova corrente di vita. Le sue parole – lette da una delle sue prime compagne, Bruna Tomasi – hanno toccato il mistero di Gesù nel momento che sulla croce lancia il grido di abbandono. In lui l’immagine di ogni lacerazione, oscurità, dubbio, turbamento. “Riconoscendo e amando lui sotto tutti i volti del dolore, – ha concluso – potremo raccogliere il grido dell’umanità di oggi e per il suo grido che ha tutto redento, creare attorno a noi la società rinnovata che il mondo attende”.
Nel pomeriggio la testimonianza della vitalità del Vangelo per il rinnovamento di famiglia, economia e lavoro, la vita nelle città multiculturali, vecchie e nuove povertà, giustizia e pace. Con l’intervento di personalità politiche come il Presidente del Consiglio italiano Romano Prodi e il vice-Presidente dlla Commissione Europea, Jacques Barrot.
Da Stoccarda Carla Cotignoli per la Radio Vaticana
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