Lug 17, 2008 | Focolari nel Mondo
Poter incontrare amici di tante altre fedi in questo cammino, e fare tante cose insieme per un mondo unito è un’esperienza bellissima per me. Tutto è incominciato nel 2006 quando sono stato invitato dal Movimento dei Focolari a partecipare ad un incontro regionale della Conferenza Mondiale delle Religioni per la Pace in Indonesia (WCRP). Ricordo che ho chiesto cosa avrei dovuto fare, e mi è stato semplicemente detto: “Va’ e ama”. È talmente semplice, ma a volte uno non se ne rende conto perchè nella vita quotidiana tendiamo a fare tutto per un risultato. Eppure questa è la cosa più importante da fare, ed io ho cercato di vivere così. Ricordo che l’incontro era ad Ambon, una delle isole chiamate “isole delle spezie” dell’Indonesia. Quando ero in transito a Jakarta, ho notato alcune persone dal Giappone, e ho visto nel loro comportamento qualcosa di semplice, e sentivo che sicuramente anche loro andavano a quella conferenza. Ho deciso di avvicinarli, e anche se non fossero stati diretti lì li avrei salutati e basta. Mi hanno accolto immediatamente con i loro sorrisi, e siccome uno di loro parlava inglese abbiamo anche potuto parlare. Era un buon inizio: tante volte sono questi gesti semplici che sono importanti per un dialogo. Ricordo che tante volte durante questa conferenza facevo lo sforzo di non parlare per cercare di ascoltare prima, e poi offrire soluzioni. Questo per me è molto difficile perchè mi piace parlare tanto. È vero che quando ami, Dio ti guida a fare le cose per Lui. Ricordo che spesso dicevo a me stesso di essere pronto a tutto, sempre aperto all’amore. Ed ecco che poco dopo che ero arrivato, mentre facevo colazione con i miei nuovi amici dalle Filippine, uno degli organizzatori mi ha avvicinato e mi ha chiesto di aiutare nella conduzione della sessione dell’indomani. Ho preso un grande spavento, ma poi mi sono ricordato che avevo promesso di dire sempre “sì” e di essere aperto. Ho fatto così in tutta la conferenza e presto mi sono trovato a condurre un workshop, una sessione del seminario e anche la dichiarazione per la pace finale. Sono passati due anni da quell’esperienza, e il mio “viaggio” è stato davvero incredibile. Ora ho tantissimi amici di altre religioni, e lavoriamo concretamente insieme per la pace. Siamo una rete chiamata la Rete Asiatica Interreligiosa dei Giovani. È una rete per attivare giovani di varie religioni per fare azioni insieme per la pace. L’anno scorso, per esempio, quando c’erano le contestazioni nel Myanmar e dei monaci buddisti sono stati feriti, abbiamo suscitato azioni di pace raccogliendo firme per la pace, organizzando veglie di preghiere e marce per la pace in tutta l’Asia. Abbiamo raccolto petizioni e poi le abbiamo presentate alla sede della ASEAN (Associazione delle Nazioni dell’Asia Sud-Orientale) in Singapore, dove Myanmar ha sede. La nostra petizione faceva richiesta per il dialogo e il rispetto dei monaci e il popolo di Myanmar. Alla WCRP noi crediamo nella forza di mobilitare le diverse comunità religiose in favore della pace. E ciò che ci lega è la Regola d’Oro. Anch’io cerco di vivere la regola d’oro sul posto di lavoro. A Singapore le macchine sono molto costose e perciò prendo un passaggio ogni giorno con un mio collega musulmano. Ogni mattina preghiamo insieme per il lavoro in ufficio e lo affidiamo a Dio. Ci diciamo questa intenzione, e poi facciamo un momento di silenzio. È un gesto semplice ma funziona veramente. In un periodo in cui eravamo tutti molto preoccupati per la situazione finanziaria del nostro ufficio, ricordo che abbiamo pregato insieme per questo e il giorno dopo sono arrivati più fondi del necessario. Vorrei dire un’ultima parola a tutti i giovani cristiani: se noi amiamo possiamo essere la presenza di Gesù nel mondo. E Lui è il maestro più grande del dialogo, basta guardare come lui ha parlato per primo con la donna Samaritana e con Nicodemo. Si sentiva a suo agio con tutti perchè ha scelto di amare prima di parlare. Se seguiamo Gesù siamo pronti a vivere ogni giorno la regola d’oro e a realizzare quel dialogo che Lui vuole che facciamo. (L. C. – Esperienza raccontata a Let’s connect, incontro interreligioso all’interno dello Youth Festival, Giornata Mondiale dei Giovani – Sidney 2008)
Lug 17, 2008 | Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
“Al-Salamu Alaikum’. “Pace a voi”.
Mi chiamo Najiyyah. Sono una docente musulmana dell’Università Statale di Mindanao in Marawi, una città nella parte sud delle Filippine. Ho conosciuto il Movimento dei Focolari nel 2006. Sono convinta che una persona che abbia la pace interiore, indipendentemente dal suo credo religioso, possa accendere la pace nel mondo e sono felice di sentire che anche io posso contribuire nella costruzione di una comunità serena e armoniosa cominciando da me stesso. All’università il settanta per cento dei miei studenti non sono musulmani. Nonostante questo cerco sempre di tenere un’atmosfera serena e imparziale, cerco di amare tutti: i miei studenti, i miei colleghi e tutte le persone che incontro ogni giorno. Un giorno dovevo affrontare una studentessa di un’altra fede che mi aveva trattato un po’ male, ma ho cercato di non reagire. Sentivo di dover mettere da parte i miei pregiudizi e di vedere solo il bello in lei, anche se continuava a mettere in questione le mie competenze professionali e personali come giovane insegnante musulmana. Più tardi mi ha chiesto se ero veramente musulmana. Le ho risposto di sì. Meravigliata, mi ha detto che ero molto diversa dagli altri musulmani che lei conosceva. Da qui è iniziato un bellissimo rapporto. Una volta in aula stavamo discutendo il tema: “Turismo, un mezzo per la pace”. Quando lei ha cominciato ad esprimere il suo pensiero, ha detto che la pace è una scelta individuale e con tanta convinzione ha affermato che la pace doveva cominciare dentro di noi. Dentro il mio cuore ho sentito una gioia immensa perché sapevo che quella sua risposta non veniva dalla sua testa, ma che l’aveva vissuta, era un’esperienza che avevamo fatto insieme. Nell’Islam crediamo che il minimo che possiamo fare è non fare del male all’altro, anche con i nostri pensieri e con le nostre parole. Sento che se vivo bene questo aspetto della mia fede posso contribuire a portare la pace là dove sono. Come musulmana e come insegnante è molto importante per me vivere bene la mia fede, perché sento che le persone non solo mi guardano, ma imparano da me. Per questo cerco di sfruttare ogni occasione che ho. Sono membro di un’associazione giovanile che lavora anche per la pace. Una delle nostre iniziattive è di influire sui giovani, invitandoli a non pensare a quanto siano diversi dagli altri, ma a riunirsi e a parlare di ciò che possiamo cambiare, se lavoriamo insieme. Questo ci incoraggia ad abbracciare gli altri come nostri fratelli e sorelle indipendentemente dal credo religioso, cultura e stato sociale. La nostra associazione crede anche che ci sono alcuni modi in cui si può avere la pace; così, abbiamo proposto altre iniziative, come un’azione ecologica nel nostro campus universitario. Siccome tanti di noi sono ancora studenti, troviamo tutti un momento libero ogni settimana per incontarci e per fare le attività di pulizia. Incoraggiamo anche altri a partecipare. Adesso, sono ancora più convinta che un ambiente armonioso e sano riflette la pace tra di noi. Promuovere la pace è condividere il mio tempo, i miei talenti e il mio “tesoro” che è questo stile di vita. E’ questo il motivo per cui ho scelto di aiutare a chiarire piccoli conflitti nelle relazioni. Essere mediatore è una grande responsabilità. Devo mettere da parte i miei pregiudizi per ascoltare bene gli altri. Sempre vedo che il mio impegno personale per la pace e i sacrifici che faccio per averla, portano buoni frutti: si affrontano i problemi, i conflitti si risolvono e le relazioni si ricompongono. Ciò che ispira questo stile di vita è la spiritualità dell’unità del Movimento dei Focolari, fondato da Chiara Lubich: ho imparato e ho sperimentato che la pace è veramente frutto dell’unità. Avrò sempre una grande gratitudine a Chiara Lubich. La sua fedeltà alla sua fede cristiana mi ha portato a crescere sempre di più e ad essere una musulmana migliore, cercando di seminare semi di pace e di trasformare i posti in cui vivo, in frammenti di unità, amando Dio e il prossimo concretamente. Sono consapovole del fatto che non potrò mai fermare le ‘guerre’ a Mindanao da dove provengo, ma niente può fermare la speranza e la fede che un giorno tutto si risolverà. La strada per arrivare alla pace è lunga e dura, ma è un viaggio che vale la pena di fare perché so di non essere da solo. Sì, devo cominciare da me stesso, ma so che tanti altri giovani vogliono la pace. Se lavoriamo insieme, avremo mezzi migliori e più veloci per arrivare ai nostri obiettivi. Sì, forse non ci saremo quel giorno… ma dobbiamo cominciare! (N.A. – Esperienza raccontata a Let’s connect, incontro interreligioso all’interno dello Youth Festival, Giornata Mondiale dei Giovani – Sidney 2008)
Lug 15, 2008 | Centro internazionale
Il 7 luglio 2008 Giancarlo Faletti è eletto copresidente dall’Assemblea generale, con particolare responsabilità, tra l’altro, per le diramazioni dei sacerdoti diocesani e dei religiosi delle varie Congregazioni. Giancarlo è nato a Cerro Tanaro (Asti) il 14 settembre del 1940, da una famiglia di origine contadina, cristiana ma non molto praticante. La madre è casalinga. Per il lavoro del padre, operaio nelle Ferrovie dello Stato, la famiglia si trasferisce a Torino. Già a 10 anni avverte l’attrattiva a donare la sua vita a Dio, ma forte era il condizionamento che proveniva dalla famiglia e dall’ambiente in cui viveva. A 16 anni inizia un periodo di crisi e di ricerca. A 19 anni casualmente acquista alla porta della sua parrocchia un numero della rivista Città nuova. “E’ stato come se, in quella domenica di inverno, fossi introdotto in ambiente pieno di calore. Leggendo quegli articoli ho percepito che c’era qualcosa che legava una famiglia. Ho voluto subito saperne di più”. Di qui il contatto con il focolare. Sarà decisivo per la sua vita un incontro internazionale, l’anno seguente, a Grottaferrata. Si fa chiara la sua strada: la donazione a Dio nel focolare. Compiuti gli studi in economia, inizia a lavorare in banca. A 25 anni comincia la nuova vita nel focolare di Torino. Dal ’72 all’83 è a Genova, co-responsabile del Movimento della Liguria, dove ha una cura particolare per i giovani, tra cui fioriscono anche frutti di santità: è iniziata quest’anno la causa di beatificazione per due di loro, Alberto Michelotti e Carlo Grisolia. Poi, per 14 anni, lavora al Centro del Movimento a Rocca di Papa; è anche co-responsabile delle comunità dei Castelli Romani e di parte del Lazio. Nel 1997, ottiene la licenza in teologia e viene ordinato sacerdote. In quello stesso anno viene trasferito a Roma, co-responsabile del Movimento per parte del Lazio, Abruzzo e Sardegna. Nel 2000 Chiara Lubich, che da sempre ha avuto un amore privilegiato per la città sede del papato e della cristianità, lancia “Roma-Amor”, una grande esperienza di nuova evangelizzazione. Giancarlo Faletti è vicino alla fondatrice che segue passo passo questa iniziativa. L’obiettivo è contribuire ad animare in modo capillare con l’ideale evangelico dell’unità la vita della città a livello civile e religioso. Tra le più varie iniziative, l’apertura del dialogo con la comunità islamica di Roma che sfocia nell’invito a parlare dell’esperienza cristiana e di dialogo interreligioso del Movimento nella Moschea di Roma. (altro…)
Lug 6, 2008 | Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Ho 15 anni e sono di Ischia, un’isola del sud d’Italia. Qualche anno fa, una frana ha distrutto la casa della mia compagna di banco. Lei è finita sotto le macerie col papà e le sue sorelle. Per me è stato un dolore enorme e inspiegabile! Quello stesso giorno è avvenuta la strage di Nassiriya in Iraq dove, per un attentato, sono morte 19 persone in missione di pace. Queste tragedie hanno fatto crescere in me il desiderio di fare qualcosa per cambiare questo mondo. Così, quando la mia scuola ha aderito al progetto del Comune di istituire il Consiglio comunale dei ragazzi, l’ho colto al volo con la voglia di trasmettere, attraverso il dialogo, la vita nuova che nasce dal Vangelo. La Regola d’oro: “Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”, ad esempio, mi ha suggerito di non mettere i bastoni fra le ruote ad un mio compagno che come me voleva candidarsi a sindaco. Così, mi sono candidata come consigliere e l’ho aiutato a formare la lista e a preparare il programma, non prima però di aver ascoltato le idee di ciascuno sui problemi dell’isola. Durante la campagna elettorale per presentarci alla tv locale, oltre a superare il timore di parlare in pubblico, ho incoraggiato anche gli altri candidati e alla fine sono stata tra i più votati, anche dalle altre scuole. Importante è stato il primo consiglio comunale nella sala consiliare, con la presenza di alcuni membri del consiglio degli adulti. Siccome non era facile, né scontato, ancor di più ho scoperto l’importanza dell’ascoltarsi, del rispetto, del modo in cui esprimere le proprie idee, senza offendere gli altri. L’esperienza è appena cominciata e in me cresce la voglia di lavorare nel mio piccolo per una politica che non sia scontro, ma dialogo per costruire insieme il bene di tutti. (testimonianza raccontata durante il live-event Run4unity 2008)
Lug 6, 2008 | Centro internazionale
Maria Voce, tra le più strette collaboratrici di Chiara Lubich, è la nuova presidente del Movimento dei Focolari. E’ stata eletta a Castelgandolfo questa mattina dall’Assemblea generale del Movimento pressoché all’unanimità. Il nuovo co-presidente è Giancarlo Faletti, finora corresponsabile del Movimento a Roma. Dopo la dipartita di Chiara Lubich il 14 marzo scorso, con l’elezione di Maria Voce e di Giancarlo Faletti, il Movimento vive una nuova tappa della sua storia, perché si attua la transizione da Chiara e dalle prime e primi focolarini che hanno iniziato il Movimento e che sinora sono stati alla dirigenza del Movimento. Nelle sue prime parole la nuova presidente li ha innanzitutto ringraziati per la fiducia con la quale hanno accompagnato questa transizione. Si è detta “sicurissima di avere in loro i primi collaboratori”. La funzione della nuova presidente sarà ovviamente diversa da quella esercitata da Chiara per oltre 60 anni. Ne aveva lei stessa parlato più volte dicendo che “non sarà una sola persona a sostituirla”, ma ‘un corpo’ di persone: il Consiglio generale, insieme alla presidente in comunione con il copresidente, per garantire sempre il carisma dell’unità. Maria Voce è nata ad Ajello Calabro il 16 luglio 1937. Ha conosciuto il Movimento nel 1959 e da 44 anni vive nella comunità del Focolare. Avvocato, ha anche compiuto studi di teologia e di diritto canonico. In questi ultimi anni è stata impegnata nel recente aggiornamento degli Statuti generali del movimento. E’ tra i responsabili di “Comunione e Diritto”, rete di professionisti e studiosi impegnati nel campo della giustizia, nata recentemente nell’ambito dei Focolari. E’ anche membro della Scuola Abbà, Centro studi interdisciplinare. Ha anche un’esperienza diretta nei campi ecumenico e interreligioso. Avendo vissuto in Turchia per dieci anni, dal 1978 al 1988, ha avuto stretti rapporti con il Patriarcato ortodosso di Costantinopoli, anche con l’attuale Patriarca Bartolomeo I, con leader di altre Chiese Cristiane, e con il mondo musulmano. Giancarlo Faletti è nato a Cerro Tanaro (Asti – Piemonte) il 14 settembre 1940, in una famiglia di origine contadina, il padre operaio e la madre è casalinga, ricca di sensibilità sociale. Pur in un ambiente non vicino alla Chiesa, è presto maturata in lui la decisione di un impegno forte sia nel mondo giovanile che nel volontariato cristiano, vicino a chi più soffre e vive in condizioni di povertà. A 19 anni è affascinato dall’ideale di fraternità e unità dei Focolari e a 25 matura la decisione di donarsi a Dio nel focolare. Dopo aver compiuto studi di economia, ha ricoperto incarichi di dirigenza in un istituto bancario. Oltre che a Roma, è stato responsabile del Movimento a Genova e nel Lazio. E’ stato ordinato sacerdote all’inizio della sua responsabilità romana. Le prime votazioni dell’Assemblea generale – composta da 496 delegati con diritto di voto dei 5 continenti – avvenute sabato scorso avevano mostrato la necessità di una pausa di riflessione e di un approfondimento della comunione. Questa mattina, alla prima sessione di voto, la nuova presidente è stata eletta praticamente all’unanimità e il co-presidente alla prima votazione con più dei due terzi dei voti, come prevedono gli Statuti. I risultati sono stati immediatamente comunicati al card. Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i laici che nella conferma ufficiale degli eletti, augura a Maria Voce e a Giancarlo Faletti “di svolgere in modo proficuo i loro compiti in piena fedeltà al carisma ricevuto da Chiara Lubich, fondatrice e prima presidente dell’Opera, nel perseguimento dell’ideale dell’unità, ardente desiderio espresso da Gesù, e obiettivo prioritario del Movimento”. Nei prossimi giorni si procederà all’elezione dei consiglieri.
Giu 30, 2008 | Spiritualità
La Parola rende liberi. Se prima di tutti i nostri pensieri, dei nostri affetti, della nostra volontà, ci sta a cuore la Parola, tutto ciò che succede diventa secondario. Secondarie le disgrazie, secondarie le tragedie, secondarie le avventure d’amore; secondaria la salute, secondaria la malattia; secondario tutto. Ciò che vale è se in tutti questi avvenimenti abbiamo vissuto la Parola.
Mentre molti sono presi dagli affanni del mondo, chi vive la Parola è tranquillo, non teme nulla.
Vivendo la Parola si ottiene tutto. Ed è logico. Gesù dice: “Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato”.
Il Vangelo garantisce la felicità. Chi vive la Parola avverte nell’animo un frutto: la comunione con Gesù. Con tanta facilità parla con Lui, lo invoca nei momenti di necessità, gode della sua presenza nel profondo dell’anima, sente insomma che è nato nel suo cuore l’alberello della vita interiore.
Quando due anime potranno consumarsi in uno? Quando saranno vive: cioè quando saranno scorzate dell’umano, e mediante la Parola di vita vissuta, saranno parole vive. Due parole vive possono consumarsi in uno. Se una non è viva, l’altra non può unirsi.
Chi non vive la Parola di Dio, porta ovunque un’atmosfera umana, terrena; non lievita la massa, ma la deprime fino al punto di divenire causa di qualche screzio o divisione.
Lasciamoci plasmare dalle parole del Vangelo: una sola potrebbe mutare il mondo e farvi risplendere la pace e l’amore.
Giu 30, 2008 | Parola di Vita
Hai mai provato una sete d’infinito?
Hai mai sentito nel tuo cuore il desiderio struggente d’abbracciare l’immenso?
O forse: hai mai avvertito nel tuo intimo l’insoddisfazione per quello che fai, per quello che sei?
Se così è, sarai felice di trovare una formula che ti dia la pienezza che agogni: qualcosa che non lasci rimpianti di giorni che se ne vanno semivuoti…
C’è una parola nel Vangelo che fa pensare e che, compresa appena un po’, fa trasalire di gioia. In essa è condensato quanto dobbiamo fare nella vita. Riassume ogni legge impressa da Dio in fondo al cuore di ogni uomo.
Sentila:
“Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la legge e i profeti”
Tale frase è chiamata “regola d’oro”.
L’ha portata Cristo, ma era già conosciuta universalmente. L’Antico Testamento la possedeva. Era nota a Seneca e nell’Oriente la ripeteva il cinese Confucio. E poi altri ancora. E questo dice quanto stia a cuore a Dio: come egli voglia che tutti gli uomini la facciano norma della loro vita.
È bella a leggersi e suona come uno slogan.
Sentila ancora:
“Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro”
Ogni prossimo, che incontriamo nella giornata, amiamolo così.
Immaginiamo di essere nella sua situazione e trattiamolo come vorremmo esser trattati noi al posto suo.
La voce di Dio che abita dentro di noi ci suggerirà l’espressione d’amore adatta a ogni circostanza.
Lui ha fame? Ho fame io – pensiamo. E diamogli da mangiare.
Subisce ingiustizia? Sono io che la subisco!
È nel buio e nel dubbio? Lo sono io. E diciamogli parole di conforto e condividiamo le sue pene e non diamoci pace finché non sarà illuminato e sollevato. Noi vorremmo esser trattati così.
È un handicappato? Voglio amarlo fino a sentire quasi nel mio corpo e nel mio cuore la sua menomazione e l’amore mi suggerirà l’espediente esatto per farlo sentire uguale agli altri, anzi con una grazia in più, perché noi cristiani sappiamo quanto il dolore valga.
E così con tutti senza discriminazione alcuna fra simpatico e antipatico, fra giovane e anziano, fra amico e nemico, fra compatriota e straniero, fra bello e brutto… Il Vangelo intende tutti.
Mi pare di udire un brusio generale…
Capisco… forse queste mie parole sembrano semplici, ma quale mutamento richiedono! Quanto sono lontane dal nostro usuale modo di pensare e d’agire!
Ma coraggio! Proviamo.
Una giornata così spesa vale una vita. E alla sera non riconosceremo più noi stessi. Una gioia mai provata ci inonderà. Una forza ci investirà. Dio sarà con noi, perché è con coloro che amano.
Le giornate si susseguiranno piene.
A volte forse rallenteremo, saremo tentati di scoraggiarci, di smettere. E vorremmo tornare alla vita di prima…
Ma no! Coraggio! Dio ci dà la grazia.
Ricominciamo sempre.
Perseverando, vedremo lentamente cambiare il mondo attorno a noi.
Capiremo che il Vangelo porta la vita più affascinante, accende la luce nel mondo, dà sapore alla nostra esistenza, ha in sé il principio della risoluzione di tutti i problemi.
E non avremo pace finché non comunicheremo la nostra straordinaria esperienza ad altri: agli amici che ci possono comprendere, ai parenti, a chiunque ci sentiamo spinti a darla.
Rinascerà la speranza.
“Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro”
Chiara Lubich
Pubblicata su: La dottrina spirituale, Roma 2006, p. 187.
Giu 27, 2008 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Avevo 6 anni quando mia madre è andata via di casa. Siamo 4 fratelli e con mio padre la vita è diventata sempre più difficile: tornava a casa ogni giorno ubriaco e ci picchiava spesso, senza motivo. Era una vita insopportabile. Un giorno il mio fratello più grande decide di andare alla Polizia per denunciarlo. Il papà va in carcere e noi veniamo messi in un orfanotrofio. In quell’ambiente non trovo pace: difficoltà da ogni parte. Una notte, siamo scappati di nascosto e per qualche tempo abbiamo trovato rifugio da alcuni parenti. Quando l’assistente sociale mi affida ad una nuova famiglia, insieme ad altri due miei fratelli, ero spaventato ancora una volta… E invece, nell’amore di quella nuova famiglia, ho scoperto il volto vero di Dio: Dio Amore. Non l’avevo mai sperimentato. Ora mi rendo conto che questi nuovi genitori ci hanno amato “dando la vita” per noi, dal primo giorno e per sempre. Accanto a loro scoprivo che l’amore sanava piano piano tutte le ferite del mio passato. Ma dove mettere i miei passi? Cosa significava, per me, amare? Un giorno ho ricevuto un invito e ho partecipato ad un grande meeting a Roma. Un’esperienza straordinaria: ho intuito che la mia sete di un ideale grande, un ideale vero per cui vivere, trovava una risposta. Dopo qualche tempo mi attendeva il servizio militare, che in Grecia è obbligatorio. Ero preoccupato, mi sarei trovato di nuovo in un ambiente povero di quei valori che stavo scoprendo. Facendo la valigia, ho preso con me anche un libro di Chiara Lubich che qualcuno mi aveva dato e, nelle lunghe ore di guardia, quando era possibile, lo tiravo fuori dalla tasca e lo leggevo… La luce del Vangelo che Chiara mi spiegava era così forte da sostenermi anche in quei mesi. Anch’io voglio amare in questo modo, senza limiti; voglio imparare meglio l’arte di amare e poi portarla nel mio Paese, in Grecia. Davvero posso dire che “tutto vince l’amore”. (L. K. – Grecia)
Giu 22, 2008 | Cultura, Nuove Generazioni
Il tema della GMG – “Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni” (At 1, 8) – invita i giovani a riflettere sul grande dono dello Spirito Santo, sul significato nella propria vita personale ed ecclesiale, ma anche sulla “spinta” evangelizzatrice e missionaria verso i propri coetanei. Come ha sottolineato il papa nel suo messaggio in preparazione a Sydney 2008: «Anche oggi occorrono discepoli di Cristo che non risparmino tempo ed energie per servire il Vangelo. Occorrono giovani che lascino ardere dentro di sé l’amore di Dio e rispondano generosamente al suo appello pressante, come hanno fatto tanti giovani beati e santi del passato e anche di tempi a noi vicini. Voi conoscete le idealità, i linguaggi, ed anche le ferite, le attese, ed insieme la voglia di bene dei vostri coetanei…». Circa 100 mila australiani parteciperanno alla GMG e molti altri si interesseranno agli eventi organizzati a Sydney. I principali saranno la messa di apertura celebrata dal card. George Pell, i Festival della gioventù, che si svolgeranno dal 16 al 18. Ma soprattutto i momenti con Benedetto XVI: il 17 luglio col suo arrivo nella baia di Sydney e la cerimonia di benvenuto; il 19 con la veglia all’ippodromo di Randwick; e la domenica 20, dopo il “classico” pernottamento sotto le stelle, la messa conclusiva. Avvenimenti che come sempre saranno trasmessi dalle tv del mondo intero, anche se, in molti Paesi, come in Italia, in differita, data la differenza di fuso orario di 9 ore con Sydney. Per questo molte diocesi italiane – che potranno inviare in Australia solo dei rappresentanti (circa 15 mila gli italiani iscritti) – vivranno la Gmg nelle piazze delle principali città, collegandosi con Sydney in differita per i momenti salienti dell’evento. Tratto da Città Nuova n. 12/2008 (altro…)
Giu 19, 2008 | Spiritualità
Le parole di Gesù! Devono essere state la sua più grande arte. Il Verbo che parla in parole umane: che contenuto, che intensità, che accento, che voce! La risentiremo in paradiso. Egli ci parlerà. La Parola di Dio non è come le altre. Essa ha il potere di operare quanto dice. Genera Gesù nella nostra anima e nelle anime altrui. La Parola deve tramutarsi in azione e guidare la vita. In questo modo essa si rivela attraente. Bastano poche lettere e poche regole grammaticali per saper leggere e scrivere, ma se quelle non si sanno si resta analfabeti per tutta la vita. Così chi non assimila ad una ad una le parole del Vangelo, non sa scrivere Cristo con la sua vita. Bastano poche frasi per formare in noi Gesù. Noi non abbiamo altro libro all’infuori del Vangelo, non abbiamo altra scienza, altra arte. Lì è la Vita! Chi la trova, non muore. Chiara Lubich (altro…)