Ago 11, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
«Sono tornata a casa ricca, con ciascuno di voi dentro di me», scrive una giovane della Sicilia ai coetanei con cui ha costruito il Meeting di Caserta 2013 (29 luglio – 2 agosto). «Lavorare fianco a fianco, spendersi insieme, capire l’altro, lottare, sognare, fare le ore piccole, stancarsi, scoraggiarsi e sempre ricominciare, crederci. Tutto questo fatto INSIEME ci ha uniti profondamente per l’Italia. Impossibile tornare indietro!». Il Meeting “LEGALITA’ – Protagonisti della nostra terra”, si è rivelato uno spartiacque per consapevolezza e impegno. A distanza di molti chilometri, sono riecheggiate le parole di papa Francesco a Rio: «Attraverso di voi giovani entra il futuro nel mondo. Non state alla finestra della vita!». Questa la convinzione: «per innescare un cambiamento occorre cominciare da noi». Per i 500 giovani dal Trentino e Lombardia fino a Calabria e Sicilia, Caserta è stata occasione d’incontrare la piaga dell’illegalità diffusa che attraversa l’Italia, di scontrarsi con essa in un territorio che ne sembra paradigma, di imparare a penetrarla e ad amarla. Invito e provocazione emersi dal dialogo con il giornalista siciliano Roberto Mazzarella.
I tre forum pomeridiani, Legalità e ambiente, Legalità e Accoglienza Legalità e Lavoro, hanno visto un dialogo serrato tra giovani e relatori, testimoni in prima fila nella lotta per la Legalità. Tra questi Enrico Fontana, responsabile rapporto ecomafia di Legambiente; don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano e estremo difensore della legalità nella “terra dei fuochi”; il dott. Antonio Marfella, oncologo; Ivan Vitali, economista e direttore dell’Associazione “conVoi”. «La legalità non è l’obiettivo. Non è neppure un valore, ma un prerequisito, uno strumento per raggiungere il fine che è la giustizia». Parole di don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera, accolte quasi con un fremito dai presenti. Come coniugare amore e legalità?, chiedono i giovani. Scandisce parole forti: «non c’è legalità senza uguaglianza», «se le persone non sono rispettate nei loro diritti e dignità, la legalità diventa strumento di potere e di esclusione». Ancora: «La denuncia, se fondata, è anche annuncio di salvezza», ma «il peccato di oggi si chiama delega»; ciascuno invece «deve assumersi la propria responsabilità», terza gamba della democrazia. «Quanto siamo disposti a pagare per le nostre scelte, per essere coerenti con i nostri ideali?» si sono chiesti i giovani a voce alta. La risposta si è misurata con le realtà vissute nelle mattine negli 11 campi di lavoro in terreni confiscati alla camorra: occorre fare comunità, essere il noi che costruisce legalità. Un noi testimoniato da Giuseppe Gatti (Sostituto Procuratore DDA di Bari) e Gianni Bianco (Giornalista RAI) coautori di La legalità del NOI.

Talk by sociologist Vera Araujo
Vera Araujo, sociologa, del Movimento dei Focolari ha coniato un’espressione comprensiva dei contenuti e delle esperienze del Meeting: la cultura della relazione, che presuppone e supera la legalità stessa, ma esige azione e interazione per costruire comunità laddove si trovano le “periferie dell’esistenza”. Un manifesto in cinque punti, firmato dai 500 partecipanti, ha riassunto gli impegni presi. Prossimo appuntamento “LoppianoLab 2013” (20-22 settembre) “Custodire l’Italia, generare insieme il futuro” e l’adesione all’iniziativa “Slot-machine” per premiare le virtù civili di quei locali che hanno rinunciato al gioco d’azzardo, che da fine settembre attraverserà molte città dell’Italia. A Caserta è rimasto un segno della vitalità di questo Meeting: un murales di 120 mq. dove 160 giovani a turno, in 90 ore, hanno raffigurato l’esplosione di colori a partire da un semplice tubetto. Di Victoria Gómez Vedi video riassuntivo su YouTube Foto galleria di Flickr: http://www.flickr.com/photos/99423333@N08/ (altro…)
Ago 10, 2013 | Chiara Lubich, Chiesa, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Ricordo, agli inizi era il nostro cuore strapieno d’amore per Dio che faceva traboccare il Vangelo riscoperto su tanti. Come fare in modo che anche oggi sia così dovunque? Essendo, oggi come allora, fedeli allo stile di vita che ci ha suggerito lo Spirito Santo: essere anzitutto cristiani ‘doc’, autentici, che vivono per primi ciò che il Vangelo insegna, gente di cui si possa dire, come dei primi cristiani: “Guardate come si amano e l’uno per l’altro son pronti a morire”. Cristiani, poi, che amano tutti senza distinzioni, con un amore concreto. Cristiani che, solo dopo aver amato così, parlano, annunciando il Vangelo a tutti. Anche se non sempre si può parlare con la bocca, lo si può sempre col cuore, col chiamare per nome chi incontriamo, ad esempio,col salutare in una data maniera, in modo che gli altri avvertano che sono importanti per noi, che non ci sono certo indifferenti, che c’è già un legame con loro fatto magari solo di silenzio rispettoso. Queste parole senza rumore, come può essere un sorriso, se indovinate, non possono non aprire un varco nei cuori. E appena il varco si apre in chiunque, non bisogna attendere,occorre parlare, dire anche poche parole…, ma parlare. Partendo ad esempio dalla nostra esperienza con Gesù, parlare di Lui. Proviamo a riempire la nostra giornata di queste parole, di gesti nuovi che non abbiamo mai fatto, totalitari, completi. Porteremo nel mondo il fascino di Gesù e innamoreremo la gente di Lui, cosicché il regno di Dio si espanderà oltre ogni aspettativa. Crescerà in modo tale che si può guardare lontano, come Gesù, quando ha chiamato tutti alla fraternità universale pregando il Padre: “Che tutti siano uno”. Un sogno che può sembrare folle, ma che è possibile, perché sogno di un Dio». (altro…)
Ago 9, 2013 | Chiesa, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Qual è la sua impressione sull’incontro del CELAM con Francesco, il primo Papa dell’America Latina? Cosa ci direbbe di questo incontro? Credo che sia stato storico. Oltre tutto, era anche la prima volta che un Papa si incontrava con l’intero gruppo della Coordinazione (tutti i vescovi di questo quadriennio e tutti noi che lavoriamo nella coordinazione). Questo incontro si potrebbe definire con due caratteristiche: paterno, perché il Papa agisce in nome di Pietro, come vescovo di Roma, dimensione paterna della Chiesa e, allo stesso tempo era fratello vescovo con i vescovi. Questo è ciò che ha detto che voleva fare e ha fatto. I suoi gesti e tutto quanto esprimeva andava in questa direzione. Inoltre, non si deve dimenticare che il papa è figlio dell’episcopato latinoamericano. Il suo è stato un discorso molto forte, ma pronunciato con paternità e fraternità, accentuando alcune cose che già viene dicendo, nelle quali, giustamente, ha messo in guardia da alcune tentazioni. Ha mostrato una fotografia delle realtà che esistono nella chiesa e, contemporaneamente, ha proposto un profilo, una figura di vescovo che sia servitore, paterno e materno insieme. Ha detto che la pastorale, se lui dovesse definirla, sarebbe Maria Madre, la Chiesa Madre. Ha parlato chiaramente anche dell’importanza della conduzione: è necessario che i vescovi guidino, ma non “imponendo”. Proprio questa parola ha usato. Propone ai vescovi la povertà come stile di vita, inoltre ha anche menzionato l’importanza che ha la povertà, in senso psicologico, per non avere una mentalità aristocratica. Credo che il messaggio che il Papa ha dato ieri ai vescovi presenti nel CELAM fosse di qualcuno che, conoscendo molto bene e dal di dentro la realtà, cammina con la Chiesa dell’America Latina alle sue spalle. Come dicendo: “posso dirgli questo e glielo devo dire!. Siamo indietro in alcune cose, ma andiamo avanti, miglioriamo, cambiamo, rinnoviamoci”. Ma il suo è stato anche un messaggio di molta speranza. Il Papa parla sempre di conversione. Dice: fissiamoci permanentemente nei processi di conversione. Io credo che tutto questo sia una grande testimonianza che Francesco sta dando all’umanità e cioè che nessuno nel cristianesimo può dare lezioni senza sottomettersi ad un processo di conversione. Quali sono le prospettive di ricezione del dopo questo incontro con il Papa?
Io credo che ci sia già stata una certa ricezione del Documento in questi anni, è evidente che tutta l’America Latina si è mobilitata. Il Papa ha senza dubbio risvegliato una sensibilità nuova per quanto è successo ad Aparecida. Speriamo che possa diventare sempre di più un “itinerario” percorribile da tutti i nostri popoli e che si facciano i passi che lì l’episcopato ha valutato e visto. Credo che il passo più importante che Francesco ci sta aiutando a fare sia giustamente quello di una profonda dimensione di conversione pastorale, cioè metterci tutti alla sequela di Cristo. Questo vuol dire assumere il Vangelo negli atteggiamenti, nei gesti, nei discorsi, in tutte le nostre pratiche e vuol dire la trasformazione della realtà. Se c’è qualcosa che questo papa possiede come un dono particolare è essere assolutamente cosciente che il Vangelo ci da una possibilità unica non solo di crearci una coscienza come buoni cristiani, ma anche di trasformare la realtà sociale, politica e culturale. Vorrebbe dirci qualcosa in più sul Papa in Brasile? Credo che il Papa abbia fatto un grande salto con i giovani, perché ha proposto loro l’Eucaristia e la preghiera come vie per seguire Cristo e, come terzo punto, ha indicato loro di aiutare il fratello. Io credo che questa sia la strada per i giovani e per tutta la Chiesa, poter lavorare per gli altri, per i fratelli, per coloro che sono in difficoltà. Un’altra cosa bellissima del Papa è stata quando ha detto al CELAM che Dio è dappertutto. Non solo che è in Chiesa, nel tempio, nelle istituzioni religiose. Questa lettura del passaggio di Dio nella storia dell’umanità, mi sembra fondamentale per noi cristiani, altrimenti potrebbe succedere come al tempo di Gesù, che non tutti l’hanno riconosciuto. * Dott.ssa Susana Nuin Núñez, uruguaiana, membro del Movimento dei Focolari, Consulente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, Segretaria Esecutiva del Dipartimento di Comunicazione e Stampa del CELAM. (altro…)
Ago 8, 2013 | Chiesa, Focolari nel Mondo, Spiritualità

La dott.ssa Susana Nuin Nuñez
La dott.ssa Núñez ha fatto parte dello staff della Comunicazione di Aparecida (2007), che ha avuto come presidente della Commissione per il Documento Finale, il cardinale Jorge Mario Bergoglio; inoltre ha partecipato ai lavori di Coordinazione della Conferenza Episcopale dell’America Latina (CELAM) che si sono appena svolti a Rio, dal 29 luglio al 2 agosto del 2013. Durante la GMG si è sottolineato molte volte il Documento di Aparecida. Dal suo punto di vista c’è qualche punto del Documento che è stato messo particolarmente in luce? Per il Papa, Aparecida ha un grande valore in quanto rappresenta la maniera di dialogare con la Chiesa, come proposto nel Vaticano II, partendo dal punto di vista dei popoli del continente sud americano, da ciò che loro sentono. Ha messo in evidenza, in particolare, la proposta dei “discepoli missionari”. Queste due realtà che vanno insieme esigono un cambio di vita, esigono una conversione pastorale per tutti. Che vuol dire? Vuol dire metterci a seguire Gesù nonostante ci sentiamo deboli, fragili… “in cammino” verso la conversione. Il Papa ripete concetti come: “cultura dell’incontro”, dialogo”, “relazione tra le generazioni”. Sono fondati sul Documento? Io credo di sì. Il Papa si basa sull’ecclesiologia del Vaticano II: un’ecclesiologia del dialogo in tutte le sue dimensioni: con le altre chiese, con le altre religioni, con le persone che non credono, ma anche dialogo all’interno della Chiesa cattolica e dialogo con la cultura, con la politica. Anche qui, alla Giornata Mondiale della Gioventù, hanno partecipato alcuni Presidenti del Cono Sud dell’America. Dunque, credo che il Papa abbia fatto una cosa molto interessante: vincolare il mondo giovanile con quello degli anziani. A me è sembrata una cosa totalmente rivoluzionaria: più che cercare le differenze tra le generazioni, ne ha sottolineato il potenziale e la stessa realtà. È stato molto chiaro: i giovani nelle nostre società sono esclusi e così anche gli anziani; per cui possono essere pienamente solidali ed arricchirsi gli uni degli altri in modo molto più forte. Mi è sembrato rivoluzionario che in una Giornata Mondiale della Gioventù il Papa parlasse del valore e della dimensione degli anziani. Abbiamo letto una sua recente intervista dove parla di “scintille dello Spirito”, riferendosi al contributo che può venire dalla proposta di Aparecida anche per gli Stati Uniti. Si potrebbe supporre che questo è valido anche per tutto il mondo? Io credo che ogni continente esprima una cultura: Aparecida esprime la cultura dell’America Latina e dei Caraibi. Direi piuttosto che Aparecida può essere una buona testimonianza per stimolare i vari continenti a riunirsi in comunione e collegialità, per poter creare le proprie istanze di comunione. Mi sembra che la cosa più importante sia motivare la chiesa continentale – come sta avvenendo già in Africa ed in altre latitudini – a riunirsi e comprendere che cosa vuol dire il Vangelo oggi per quei popoli (continua). * Dott.ssa Susana Nuin Núñez, uruguaiana, membro del Movimento dei Focolari, Consulente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, Segretaria Esecutiva del Dipartimento di Comunicazione e Stampa del CELAM. (altro…)
Ago 7, 2013 | Cultura, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale
“Fin dal momento in cui abbiamo cominciato a organizzare questo viaggio eravamo coscienti che sarebbe stato qualcosa di forte. Eppure non ci aspettavamo l’accoglienza che la gente ( e i ragazzi in particolare) ci ha offerto. Arriviamo dopo un viaggio durato più di 12 ore. La campana della scuola suona per noi. Un grande cartello dice: “Grazie per essere venuti, grazie perché siete qui, vi vogliamo bene: BENVENUTI”. Appena il nostro pulmino si è fermato, hanno cominciato a salutare e subito ci hanno aiutato a scaricare i nostri bagagli. Subito dopo abbiamo improvvisato giochi con i bambini e cantato canzoni con loro”.
Così registrano nel loro diario di viaggio i 19 Ragazzi per l’unità, accompagnati da 4 adulti, che durante il mese di luglio (approfittando delle vacanze invernali dell’emisfero sud), sono partiti da Buenos Aires per condividere alcuni giorni con i ragazzi della “Escuela km. 25”, nella provincia di Santiago dell’Estero, una delle tante “frontiere esistenziali” di cui parla Papa Francesco. È a mille chilometri da Buenos Aires, nel mezzo della selva, la scuola con due aule, una cucina, tre bagni ed un cortile con il pozzo, il quale fornisce l’acqua alle 22 famiglie della comunità che vivono in casette di fango, con il pavimento in terra battuta. 35 bambini, fino ai 13 anni, la frequentano. L’unico maestro arriva ogni lunedì e riparte ogni venerdì. Gli uomini vanno a lavorare nei campi e restano fuori casa anche per tre mesi. Ci sono voluti 4 mesi per preparare il viaggio, con l’aiuto degli adulti e dei giovani del Movimento dei Focolari, preparando insieme una serata per raccogliere fondi. C’era da affrontare il costo del viaggio, della permanenza, e tutti i problemi logistici. Abbiamo portato con noi del materiale scolastico, medicine, scarpe, e tutto quello che potevamo infilare nelle nostre borse. “Uno degli obiettivi che ci siamo proposti, è non solo portare i giochi e le attività che abbiamo preparato per i bambini, ma andare con l’atteggiamento d’imparare e ricevere anche noi qualcosa da loro: come vivono, il loro mondo, i loro valori, quello che fanno… Ed è stato davvero uno scambio molto arricchente”.
Abbiamo visitato le loro case, condividendo con loro la merenda. “Ci davamo appuntamento per le 10:30 ed alle 9:30 erano già tutti lì ad aspettarci”. Un giorno il maestro ha raccontato ai ragazzi che per venire a giocare con noi, i bambini indossavano i migliori vestiti che avevano. “Magari era l’unico paio di scarpe che avevano, e per andare a scuola andavano scalzi. Ma l’incontro con noi lo vedevano come una festa e perciò volevano vestirsi alla meglio”.
Prima di ripartire, abbiamo lasciato tutti i nostri soldi per la scuola e perché i bambini possano realizzare il sogno di andare insieme fino alla città più vicina a prendere un gelato! Al ritorno nella grande città, ci siamo resi conto della straordinaria esperienza vissuta: “Ho potuto capire che per essere solidali, per servire, non importa nulla, né il luogo dove vivi , né alcuna altra cosa, perché tutti siamo uguali”. È stato aperto un nuovo cammino di amicizia e non vogliamo mancare all’appuntamento che hanno lasciato scritto nel messaggio di saluto: “Arrivederci all’anno prossimo”. (altro…)
Ago 6, 2013 | Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Mario lavora da anni in un’azienda che ha assunto, soprattutto negli ultimi tempi, molti bengalesi. Racconta: «All’inizio non è stato facile, ma poi le cose sono andate meglio: loro si sono impegnati ad imparare bene il mestiere e sono stati aiutati quando la lingua era motivo di difficoltà. Beh, qualche diffidenza è rimasta, soprattutto in reparto». Mario non parla molto, ma osserva con attenzione le persone e riesce sempre a capire cosa pensano, coglie le loro difficoltà, ascolta con interesse e per questo è benvoluto dai compagni di lavoro. Poi un giorno una novità, che riguarda un compagno di lavoro, turba Mario e ne parla con Silvia, la moglie: «Hossain deve tornare per le ferie in Bangladesh e chiede che qualcuno lo accompagni, previa ricompensa, all’aeroporto. Sapessi quanti brontolii in fabbrica: gli altri criticano questa sua richiesta e dicono che se la cavi da solo, dovrebbero forse perdere un giorno di ferie per fargli questo piacere?». Mario è titubante e tossicchia un po’, mentre Silvia traffica con piatti e bicchieri, che tintinnano allegri fra la tavola e la dispensa. «Vai tu, se te la senti», consiglia la moglie. «Se fossi tu nel bisogno, saresti contento di trovare gente disponibile, no?». «Già, ci avevo pensato. È un viaggio un po’ lungo, ma non voglio farmi pagare le spese». «Fai bene, e non badare alle critiche degli altri». Arriva il giorno stabilito. Tutti salutano Hossain con una certa euforia e scherzano: «Non ti fidare di questo qua – dice qualcuno –, non si sa mai dove ti porta!». «Ma va… – chiarisce un altro – che tu non te la sei sentita di accompagnarlo e Mario sì, di lui io mi fiderei di certo!». Mario parte e lo accompagna, per gli oltre 200 chilometri previsti, e a Hossain, che vuole ricompensarlo per la giornata impiegata e l’uso dell’auto, ribadisce: «Non voglio niente, ti ho accompagnato volentieri e ti auguro buon viaggio. So che sarà faticoso, ma ti farà piacere vedere i tuoi figli e la tua gente!». Hossain è commosso, si vede, non se l’aspettava quel gesto di generosità! Un saluto frettoloso e, dopo le prassi d’imbarco, Mario riprende il viaggio di ritorno. Trascorre un mese circa. Un mese tranquillo, in cui spesso a pranzo si parla di Hossain e del prossimo rientro. «E come tornerà?», si chiedono in famiglia. Il ritorno è più sicuro, informa Mario, perché altri connazionali lo accompagneranno a casa. Quando Hossain rientra in fabbrica, Mario si aspetta di incontrarlo per sentire il racconto di un viaggio al di là dal mondo, così lontano e pur così vicino, dove la fatica quotidiana, spalla a spalla, può diventare anche condivisione delle fatiche emotive di lasciare e di ritrovare i propri familiari. Non deve attendere molto, e quando lo rintraccia lo vede emozionato e felice. Gli racconta del viaggio, della crescita dei figli, della festa con i parenti… Poi srotola davanti all’italiano un grande tappeto variopinto che ha sorvolato i continenti. Mario l’osserva incuriosito e non si aspetta certo di sentir dire: «Un tappeto per te». Mario sgrana gli occhi e già pensa allo stupore di Silvia: un regalo così non lo aveva mai ricevuto davvero! Sembra il tappeto volante delle storie di quando era bambino, quando sognava anche lui di volare sul tappeto magico in Paesi lontani: ecco, se chiude gli occhi, gli sembra proprio di aver sognato e invece il tappeto di Hossain è proprio lì, per dire un grazie e suggellare un’amicizia dal sapore di favola. Di Annamaria Gatti (altro…)
Ago 5, 2013 | Chiara Lubich, Cultura, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
“Popetti” li chiamava Chiara, ossia “bambini” nel natio dialetto trentino: erano i ragazzi che, venuti in contatto agli inizi degli anni ’50 con il nascente Movimento dei Focolari, entrarono nell’orbita della prima comunità, ne seguirono da vicino le vicende, ne condivisero da protagonisti gioie e sofferenze ed anche momenti salienti come le Mariapoli, nel periodo estivo sulle Dolomiti intorno al primo gruppo di focolarine e focolarini. Luigi Liberati, romano, conobbe la spiritualità dell’unità alla fine del ’53. «Ognuno che ha avuto il dono di trovarsi vicino a Chiara, porta dentro la certezza che lei gli o le ha voluto bene in esclusiva; porto sempre nella mente e nell’anima l’esperienza forte di sentirmi sempre amato e messo al primo posto», esordisce. La sua narrazione offre un quadro inedito e vivace, quanto intenso e profondo: «Nell’agosto del’54 partecipai alla mia prima Mariapoli. Poiché non eravamo tanti avevamo molta facilità a stare a contatto con Chiara». Luigi ricorda un piccolo aneddoto: «Nel Vangelo della messa si era letto “…chi accoglie uno di questi piccoli…”, e subito, all’uscita Chiara dice: “popetti, tutti in macchina, si va alla malga a prendere le fragole con la panna”. Immediatamente tutti entravamo, pigiati, nella Fiat 103. I più piccoli Chiara addirittura li teneva sulle ginocchia e poi, via, una bella scorpacciata di panna e fragole».
Durante quelle prime Mariapoli Chiara affidò il gruppo di ragazzi costantemente in aumento alla guida di Vincenzo Folonari, familiarmente detto Eletto: «Lì venne fuori tutta la sua statura spirituale. Con lui ho sperimentato grazie mai prima vissute: ha aperto con noi un dialogo che faceva da tramite con Chiara, lei ci amava, ammaestrava ed insegnava, ed Eletto ci aiutava a tradurre in vita tutto ciò». Con il passare del tempo il gruppo dei ragazzi aumentava e Chiara pensò di tenerli collegati creando un piccolo centro: «quasi ogni giorno alcuni di noi dopo la scuola, si incontravano lì; mantenevamo la corrispondenza con altri sparsi in varie parti d’Italia, Chiara veniva spesso, ci dava consigli e ci incoraggiava». Il rapporto con lei era diretto e filiale: «Quando nel ’57 ebbe l’incidente d’auto e si ruppe la spalla, Paolo Carta ed io andavamo quasi tutti i giorni alla clinica dove era ricoverata e lasciavamo un biglietto sulla sua auto parcheggiata per farle arrivare tutto il nostro amore». Ad un certo momento abbiamo sentito l’esigenza di organizzare un incontro nazionale, talmente eravamo cresciuti; quel giorno avvertimmo una responsabilità che ci faceva sentire del tutto alla pari degli adulti, e vivemmo il tutto con sacralità. Si gettavano così le basi della diffusione della spiritualità dell’Unità nelle nuove generazioni: «Con tutto ciò – conclude Luigi – Dio ci stava preparando per quello che sarebbe poi venuto fuori in maniera esplosiva con i “Gen” nel decennio successivo». Ma questo è un altro capitolo.
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Ago 4, 2013 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Franz, tu che sei l’autore del libro, che cosa ti è rimasto di più della vita di Chiara Luce? «Chiara davvero può essere un modello per tutti, credenti e non credenti perché la cosa a cui credeva è la stessa in cui tutti gli uomini di buona volontà credono: tensione all’amore, attenzione a chi ti passa accanto, vivere l’attimo presente. Altra cosa importante – e per questo è un modello così efficace per questi tempi -: è semplice. Non è facile la sua strada, ma non è complessa. Per lei questo ha significato, certo, passare attraverso una strettoia molto dolorosa, un carcinoma, un tumore dei più dolorosi. Ma Chiara non si è fatta santa solo attraverso questo, ma passettino per passettino, imparando a dire i suoi sì, sin da piccola sempre nel fare la volontà di Dio: che era magari correre in bicicletta, raccogliere i funghi con suo papà, o fare una chemioterapia. La cosa che ha reso possibile questa vicenda straordinaria è senz’altro la grandezza e la leggerezza con cui è riuscita a vivere tutto questo. E anche perché aveva attorno un piccolo popolo – i genitori, gli amici del Movimento dei Focolari – che condivideva con lei momento per momento gioie e dolori. Avveniva uno scambio di “nutrimento”: chi le era vicino si arricchiva, ma anche comunicava a Chiara forza, energia per andare avanti». Quale la recezione nei giovani di questa vita di Chiara Luce? «Anche chi non la conosce, che non sa niente, o pochissimo di lei – non capisco in quale misterioso modo – si innamora di questo personaggio. Noi possiamo parlarne, scrivere libri… ma la mia impressione è che Chiara Luce non parla alle TV, alle radio, parla ai cuori singoli di ogni persona. In un modo misterioso riesce a creare un rapporto personale con lei. E questo è meraviglioso. Questo vale per il papà, la mamma, e anche per me. Ho un rapporto più forte con lei oggi che non quando era viva». Chiedo alla mamma di Chiara, Teresa Badano, le sue impressioni dopo aver partecipato alla Giornata mondiale della gioventù in Brasile: «E’ stato tutto meraviglioso, forse perché siamo venuti qui con un atteggiamento semplice in attesa di comprendere le sorprese che avremmo trovato, tutte vissute nell’amore pieno e quindi tutto diventava bello. Abbiamo vissuto un po’ come ci aveva insegnato Chiara Luce: vivere nella normalità una cosa anormale per noi che non eravamo mai usciti di casa , tranne che in questi anni. Abbiamo cercato di fare solo la volontà di Dio che ci è stata chiesta in questo stupendo contesto». Qui avete potuto percepire l’impatto di Chiara Luce sui giovani… «Ci siamo accorti che ha una grazia speciale per i giovani. La sua esperienza vale per tutti i giovani come lei. Lei la vita l’ha data per i giovani. Ma è sempre una sorpresa quei volti, quegli abbracci che non ti mollano. A noi che non siamo niente! Ci travolgono proprio! E’ una cosa meravigliosa… Vedi nei giovani una grande gioia che viene dal cuore. Lei trasmette un angolo di Paradiso e loro lo trasmettono a noi». Tu hai assistito a cambiamenti di vita di questi giovani? «Sì, tantissime volte. C’era un ragazzo che era indeciso. Sembrava avesse una vocazione, ma non era proprio sicuro. Ad un certo momento ha sentito come Chiara Luce gli dicesse: “La tua strada è questa”. E lui si è lanciato. È ora un focolarino. Anche quelli che solo ne hanno sentito parlare o l’hanno vista attraverso la foto: sono toccati da quello che lei vuol dire attraverso quel suo sguardo, da quella sua bellezza interiore, da quel fuoco che lei aveva dentro. Di certo Dio vuole realizzare in ciascuno di questi giovani quel disegno che ha in mente. Come ha detto il cardinale Joao Aviz, salutandoci: “È solo l’inizio di quanto Chiara ha cominciato a fare. Siamo solo all’inizio, perché sarà una cosa enorme, enorme, che continuerà”. Ci mettiamo in attesa. Come lei diceva nell’ultimo messaggio ai giovani: “alla prossima…!”». Di Carla Cotignoli (dal Brasile) (altro…)
Ago 2, 2013 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
Una caricatura Uno dei compagni ha diffuso in tutta la scuola una mia caricatura (ho un piccolo difetto fisico ad un orecchio e soffro quando qualcuno ride di me). Invece di picchiarlo, ricordando l’invito di Gesù a perdonare, gli ho parlato con calma. In seguito l’ho invitato a casa mia, gli ho proposto di aiutarmi in un compito, di andare insieme in un shopping-center e a vedere un film. Ha accettato, anche se con diffidenza. Quando mi ha chiesto perché non l’avessi picchiato, ho potuto spiegargli che cerco di vedere Gesù in ogni prossimo, sapendo che tutti possiamo sbagliare. Adesso anche lui s’impegna a mettere in pratica le parole del Vangelo. (Daniel – Brasile)
Il quinto bambino Giorni fa K., la mia amica tunisina, mi ha confidato di essere incinta ma di volere abortire: si vergognava di aspettare il quinto figlio in un Paese come il nostro dove ce n’è uno o due per famiglia. Le abbiamo assicurato tutta l’assistenza possibile impegnandoci, qualora avesse deciso di tenere il bambino, a mantenerlo noi. Dopo alcuni giorni lei e il marito hanno deciso per la vita del nascituro. Lo stesso giorno è arrivata una bella somma di soldi per loro; a sua volta il Centro di aiuto alla vita assicura un contributo mensile. (F.T. – Italia) Al pronto soccorso
In vacanza all’estero, a causa di una brutta caduta, ho dovuto accompagnare il mio bambino al pronto soccorso. Soffrivo doppiamente, sia perché Lion piangeva disperato, sia perché continuavo a ripetermi che dovevo stare più attenta. In ospedale, mettendo da parte la mia ansia, ho fatto mia quella di una signora tedesca che aveva ricoverato suo figlio vicino al mio: parlava solo inglese ed io ho potuto farle da interprete col medico e l’infermiere. Quando è arrivato mio marito e gliel’ho presentato, lei si è detta grata per la mia vicinanza in un momento per lei difficile. Se non perdo tempo pensando ai miei limiti, sono in pace e costruisco rapporti nuovi. (B.F. – Inghilterra) Fonte: Il Vangelo del giorno, Ed. Città Nuova, agosto 2013. (altro…)
Ago 1, 2013 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Nella splendida cornice di Cefn Lea, a metà del Galles, quest’anno si svolgerà la Mariapoli, dal 29 luglio al 2 agosto. Cos’è la Mariapoli? È l’appuntamento più caratteristico del Movimento dei Focolari: insieme, grandi e piccoli, persone delle più varie provenienze, si ritrovano per più giorni per vivere un laboratorio di fraternità, alla luce dei valori universali del Vangelo.
Questa originale esperienza, che si ripete in numerosi Paesi del mondo, ha come linea guida la “regola d’oro” che invita a fare agli altri quello che si vorrebbe fosse fatto a sé. Sono giorni per sperimentare come sia possibile vivere nella quotidianità ponendo a base di ogni rapporto l’ascolto, la gratuità, il dono. È in quest’occasione, nella Mariapoli nel Galles, che verrà presentato il nuovo sito ufficiale della Gran Bretagna. Conosci il sito: www.focolare.org/gb
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Lug 31, 2013 | Chiesa, Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Lo spazio dei workshop ci ha fatto sperimentare uno scambio molto arricchente… Ho avuto una visione generale con tanti aspetti pratici di formazione sacerdotale illuminati dalla spiritualità dell’unità. Ho trovato una visione integrale della persona alla luce del mistero trinitario… Il luogo ha molto favorito la convivenza in uno stile di comunione e di dialogo… Ho apprezzato tanto i momenti di preghiera e di meditazione comune. I testi sono stati molto belli come anche lo scambio sia di esperienza che di vita». Così si esprimono alcuni dei partecipanti all’ottava edizione del Corso di formazione per educatori nei seminari, promosso dal Centro di spiritualità di comunione per sacerdoti e seminaristi diocesani di Loppiano (FI), in collaborazione con l’Istituto Universitario Sophia (IUS), Loppiano (Firenze) e con il Movimento Sacerdotale del Movimento dei Focolari. Sono una ventina i formatori provenienti da 11 nazioni: Argentina, Austria, Brasile, Germania, Italia, Malta, Polonia, Portogallo, Ucraina, Ungheria e Venezuela. Le loro impressioni mostrano l’importanza di questo servizio a uno tra i compiti più impegnativi della Chiesa, quale è la formazione dei futuri ministri. Il corso è rivolto a rettori, direttori spirituali e formatori che lavorano a tempo pieno in seminario ed è nato dalla necessità di trovare “percorsi e paradigmi per il discernimento e la formazione delle vocazioni al ministero presbiterale, adeguati a rispondere alle sfide dei mutamenti socio-culturali e della loro incidenza nella condizione giovanile”. E si articola in un percorso biennale: due settimane per ciascun anno, con relazioni di esperti, gruppi di lavoro e plenarie di condivisione, unite alla celebrazione eucaristica e alla preghiera liturgica quotidiana. La prima parte vuole dare fondamenti teologici, antropologici, ecclesiologici e pedagogici, applicandoli alle tappe della formazione presbiterale; la seconda, alla luce delle quattro dimensioni fondamentali della Pastores dabo vobis (umana, spirituale, intellettuale e pastorale), approfondisce aree specifiche per una formazione integrale dei presbiteri in un’ottica di comunione: Dono di sé e comunione; Apertura all’altro: dialogo e testimonianza; Unione con Dio: interiorità e santificazione; Vita a corpo mistico e corporeità; Armonia della persona e edificazione della comunità; Sapienza, studio e cultura; Comunicazione e media al servizio della comunione.
Dopo la prima parte del corso l’anno scorso presso l’abbazia di Vallombrosa (Firenze), la seconda parte dal 15 luglio al 27 luglio 2013, si è svolta per la prima volta negli ambienti ristrutturati del Centro di spiritualità di comunione a Loppiano. Al percorso di studio, che ha il beneplacito della Congregazione per l’Educazione Cattolica, sono legati dei crediti formativi conferiti dall’Istituto Universitario Sophia. All’apertura del Corso erano presenti Mons. Piero Coda, preside dello IUS e Mons. Vincenzo Zani, a nome della Congregazione per l’Educazione cattolica. Evento particolarmente significativo, quello avvenuto negli scorsi mesi di aprile-maggio, quando il corso si è svolto a Bangkok per 60 formatori dei paesi dell’Asia. (altro…)
Lug 30, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria
Le scuole sono state costituite in due punti della periferia di Buenos Aires, a Josè C. Paz e Villa Albertina. Questa iniziativa – svoltasi nel mese di maggio 2013 – ha scelto di utilizzare la metodologia dell’educazione popolare, in modo che ogni scuola possa rispondere alle realtà sociali, economiche e culturali del luogo nel quale si trova inserita. Tale iniziativa è patrocinata dal Ministero dello Sviluppo argentino e con la collaborazione della Cattedra Libera: Società, Politica e Fraternità, della “Universidad de la Plata”.
È stato proprio cercando di adattarsi ai bisogni educativi dei destinatari, nonché alle necessità del luogo, che nella scuola popolare di Josè C. Paz è nata l’iniziativa “Riconoscendoci”, specifica per gli adolescenti. La nuova legge elettorale argentina estende il diritto di voto ai sedicenni che saranno chiamati a votare nelle prossime elezioni e questi sentono quindi l’esigenza di una formazione specifica e di uno scambio di opinioni su temi fondamentali. Raccontando la sua esperienza, Ivan di 18 anni, studente di Scienze Politiche, mette in evidenza che “quello che si vive qui è un ottimo esempio di impegno sociale: si vede come la fraternità può dare buoni frutti”. Uno dei docenti, Adrian, sintetizza l’opinione dei ragazzi: “la scuola popolare è uno spazio nel quale sentono che quello che loro pensano è importante. Inoltre riconoscono che, partendo da questa esperienza, hanno iniziato ad ascoltare di più e ad interessarsi delle opinioni degli altri”. A Villa Albertina, invece, è sorta un’iniziativa per condividere esperienze e punti di vista sulla fraternità da parte di giovani che lavorano in varie organizzazioni sociali; infatti qui la Scuola Popolare è itinerante ed ogni lunedì i partecipanti si ritrovano nella sede di una organizzazione diversa, ma ogni luogo diventa spazio di riflessione e di incontro per promuovere la fraternità.
Quasi contemporaneamente, sempre alla fine di maggio, Verónica López, copresidente del Movimento Politico per l’Unità argentino, insieme ad altri giovani del MPPU, è stata invitata a partecipare alla Cattedra Konrad Adenauer, che si è realizzata a Salta, dove in tre giorni intensi, politici ed esperti di differenti scienze sociali e centinaia di giovani, hanno trattato diversi temi focalizzandoli dall’ottica dell’Umanesimo Cristiano e della Dottrina Sociale della Chiesa. Verónica López ha definito queste giornate come “un incontro interistituzionale dove si è imparato a costruire ponti fraterni”, inoltre ha evidenziato come la presenza del MPPU nella Cattedra Konrad Adenauer abbia contribuito a “mettere in luce la ricerca che da differenti spazi politici si sta facendo per cambiare la realtà; obiettivo che si sostiene a partire da vocazioni politiche nutrite dalla sensibilità dell’amore politico”. Fonte: Movimento Politico per l’Unità Argentina online (altro…)
Lug 29, 2013 | Parola di Vita
«Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso» La prima caratteristica che maggiormente contraddistingue l’amore di Dio Padre è la sua assoluta gratuità. Esso si contrappone radicalmente all’amore del mondo. Mentre quest’ultimo si basa sul ricambio e la simpatia (amare quelli che ci amano o che ci sono simpatici), l’amore del Padre celeste è del tutto disinteressato; si dona alle sue creature indipendentemente dalla risposta che può arrivare. E’ un amore la cui natura è di prendere l’iniziativa comunicando tutto quello che possiede. Di conseguenza è un amore che costruisce e che trasforma. Il Padre celeste ci ama non già perché siamo buoni, spiritualmente belli e perciò meritevoli di attenzione e di benevolenza; ma, al contrario, amandoci crea in noi la bontà e la bellezza spirituale della grazia, facendoci diventare degli amici e dei figli suoi. «Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso» Un’altra caratteristica dell’amore di Dio Padre è la sua universalità. Dio ama tutti indistintamente. Egli ha come misura l’assenza di ogni limite e di ogni misura. Del resto questo suo amore non potrebbe essere gratuito e creativo se non fosse totalmente proiettato dovunque c’è un bisogno o un vuoto da colmare. Ecco perché il Padre celeste ama anche quei figli che sono ingrati o lontani o ribelli; anzi si sente particolarmente attirato verso di loro. «Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso» Come vivremo allora la Parola di vita di questo mese? Comportandoci da veri figli del Padre celeste, cioè imitando il suo amore, soprattutto nelle caratteristiche che abbiamo evidenziato: la gratuità e l’universalità. Cercheremo allora di amare per primi, di un amore generoso, solidale, aperto verso tutti, specialmente verso quei vuoti che possiamo trovare attorno a noi. Cercheremo di amare con un amore distaccato dai risultati. Ci sforzeremo di farci strumenti della liberalità di Dio, rendendo partecipi anche gli altri dei doni di natura e di grazia che abbiamo ricevuti da Lui. Lasciandoci guidare da questa Parola di Gesù, vedremo con occhi nuovi e con cuore nuovo ogni prossimo che ci passerà accanto, ogni occasione che ci verrà offerta dalla vita quotidiana. E dovunque noi ci troveremo ad operare (famiglia, scuola, ambiente di lavoro, ospedale ecc.), ci sentiremo spinti ad essere dispensatori di questo amore che è proprio di Dio e che Gesù ha portato sulla terra, l’unico capace di trasformare il mondo.
Chiara Lubich
Parola di vita pubblicata in Città Nuova, 1992/2, p.32-33.
Lug 29, 2013 | Chiara Lubich, Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Dalla GMG: Video intervista a Andrea Cardinale http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=zU6XzDdpc0M#at=118
“Cristo ha fiducia nei giovani e affida loro il futuro della sua stessa missione”. Sono le prime parole di Papa Francesco all’arrivo in Brasile, davanti alle autorità civili e religiose che lo accolgono. “Gesù ti chiama a essere discepolo in missione! Oggi, che cosa ci dice il Signore? Tre parole: Andate, senza paura, per servire”. È l’appello del Papa all’omelia della S. Messa, davanti a tre milioni di persone che riempiono la spiaggia di Copacabana a conclusione della GMG.
Parole semplici, nuove e di sempre, coinvolgenti. Come tante altre parole dette, sentite e fatte proprie lungo la settimana appena trascorsa a Rio de Janeiro. I giovani ritornano ora nelle proprie città e Paesi, alle proprie famiglie, gruppi, associazioni e congregazioni, con l’invito del Papa a “fare chiasso”, a smuovere le acque, a tenere conto dell’altro coetaneo come dell’adulto, a coltivare e a vivere la propria fede tutta intera. La parola a loro. Donna, del Libano, dice che “il Papa parla in modo semplice e diretto, più adatto ai nostri giorni”. Per Joaquín, argentino, che ha seguito la GMG a distanza, “fare chiasso” vuol dire essere la forza che spinge la società. “Mi sono sentito veramente parte dell’equazione di Francesco: giovani – anziani – adulti. Oggi sono giovane e quindi mi tocca questa parte. Mi piace questa visione più generale, che è giusta”. Daniela, italiana: “questa ‘reciprocità tra generazioni’ a cui sta richiamando in modo insistente il Papa, può essere proprio una forza esplosiva, un aiuto reciproco. Quello che mi rimane in cuore dopo aver seguito questa GMG è la voglia, il desiderio di vivere in modo ancora più radicale la mia vita e andare fuori per essere ogni giorno, nel mio quotidiano, questa finestra per fare entrare il futuro nel mondo!”. Iggy, neozelandese: “questa GMG è una spinta a fare una rivoluzione, a ‘conquistare’ altri giovani ad una vita come questa. Specialmente perché nel mio Paese, la Nuova Zelanda, non c’è tanta gente che crede in Dio”. E dai giovani di Rio de Janeiro che partecipano al gruppo di dialogo ecumenico ed interreligioso: Fuminori (cattolico): “la GMG è la prova di ciò che sta avvenendo a Rio tra cattolici, metodisti, battisti e altri. Persone non cattoliche hanno aiutato in questa Giornata ospitando giovani nelle proprie case con una cordialità fraterna”. Carlos (presbiteriano): “la GMG ha portato uno spirito nuovo alla città. C’è musica, festa e un tono di voce che è al di sopra delle istituzioni. Sono giovani di Cristo. Portano, cioè, una nuova forma di identificazione religiosa che attraversa le pareti istituzionali”. Fernando (musulmano): “vedo la GMG molto positiva, perché permette l’incontro di giovani di provenienze diverse per parlare su valori e principi importantissimi per tutti. Si tratta anche di un incontro con Dio e ciò porta sempre risultati meravigliosi per il rinnovamento della fede di ciascuno”.
Tra i giovani che hanno realizzato il proprio percorso rispondendo alla chiamata di Dio c’è anche lei, la beata Chiara Luce Badano. La mamma Maria Teresa, alla domanda se avesse assistito a cambiamenti di vita nei giovani anche a contatto con l’esperienza della figlia risponde: «Anche quelli che solo ne hanno sentito parlare o l’hanno vista attraverso la foto, non si soffermano a guardare questa bella foto, ma sono toccati da quello che lei vuol dire attraverso quel suo sguardo, da quella sua bellezza interiore, da quel fuoco che lei aveva dentro. Ieri dicevo: di certo Dio con questi giovani vuole realizzare in ciascuno quel disegno che ha in mente. E quindi li affidiamo a lei». In questi giorni Maria Voce ha indirizzato a tutti i membri dei Focolari una lettera dove, tra l’altro, lancia un invito: “Periferia esistenziale è qualsiasi punto dove l’uomo non trova più il suo centro perché non trova più Dio. E tutti noi che, per sola grazia, l’abbiamo incontrato, siamo chiamati a stare lì, ad immergerci in questa umanità sbandata per riportarla al suo centro”. E ricordando un testo di Chiara Lubich, aggiunge: “Credo che Chiara stessa non voglia di meno se da sempre vedeva “la grande attrattiva” del “perdersi nella folla, per informarla del divino[1]”. Dopo i giorni vissuti a Rio, una strada è aperta, da percorrere insieme. Arrivederci a Cracovia! [1] C. Lubich, La dottrina spirituale, “L’attrattiva del tempo moderno”, ed. Città Nuova, pag. 213. Fonte: Area Press (altro…)
Lug 28, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
20 anni di fraternità. È il 20 Marzo 1993: a Warrington, nella contea inglese del Cheshire, l’Ira sferra uno dei suoi attentati più sanguinosi: 56 feriti e due morti: Jonathan Ball, di tre anni, e Tim Perry, di 12 anni. I fatti di Warrington lasciano il segno, generando un’onda di indignazione ma anche la voglia di cambiare le cose. In prima linea anche due scuole della contea, che già da prima dell’attentato, per iniziativa dei loro direttori, cercano di superare la rigida divisione tra i ragazzi cattolici e protestanti, solitamente educati in scuole separate. I due istituti (uno cattolico e uno protestante) vogliono dare una testimonianza di unità e di pace.
Negli anni il cerchio si allarga, fino a Belfast, capitale dell’Ulster, dove altre due scuole cominciano a costruire un rapporto di mutua collaborazione. A questi due istituti, dalla vicina Repubblica d’Irlanda se ne aggiunge presto un terzo per formare un “circolo di scuole” dove viene proposta la cosiddetta “arte di amare” attraverso il dado dell’Amore. Kevin Mc Keague è direttore della scuola cattolica di St James (Belfast): “Una volta ho sentito da Chiara Lubich che, dei tre ideali della Rivoluzione Francese, il meno sviluppato era la fraternità…Questo è vero anche per noi qui a Belfast segregati in due comunità…Così ho visto nel mio incontro con David (direttore della scuola protestante) l’opportunità di costruire ponti e di portare nelle nostre comunità un’iniezione di amore e di fraternità”. David McConkey dirige la scuola protestante Whitehouse (Belfast): “Ero profondamente convinto che l’educazione gioca un ruolo principale nel promuovere la pace attraverso iniziative dove ragazzi di diverse tradizioni si possano trovare faccia a faccia”.
Declan O’Brien, direttore della Scuola St Conleth nella Repubblica d’Irlanda: “Fui colpito a prima vista dall’unità tra le due scuole del Nord Irlanda e dalla testimonianza vera di unità e fratellanza tra Kevin e David che anch’io volli condividere il loro progetto introducendo “il dado” così da vivere l’arte di amare con altre scuole”. Nel 2009 la scuola protestante di Belfast viene completamente distrutta da un incendio doloso, una tragedia condivisa dalle altre due scuole che organizzano insieme un concerto di solidarietà intitolato “tutti per tutti”. Studenti e genitori e da tutte e tre le scuole vi partecipano, insieme al sindaco unionista e al parroco, rappresentanti di comunità divise, stavolta insieme. “State dando una forte testimonianza nella comunità e nel Paese”, afferma il sindaco. Un giornale locale parla di ragazzi che “ci indicano la strada per andare avanti”. Si profila però la triste possibilità che la scuola non venga più ricostruita, per mancanza di fondi. Si decide così di organizzare una dignitosa ma decisa protesta, davanti al Parlamento a Belfast. Alunni, famiglie, amici, colleghi riuniti attorno al direttore McConkey in una vera dimostrazione di fraternità. Il comitato parlamentare per l’Educazione, composto da membri di diversi partiti, rimane colpito da questo segno di solidarietà. Nello stesso giorno viene annunciata l’immediata ricostruzione della scuola protestante. Nelle tre scuole “amiche” si è introdotta l’arte di amare, proposta da Chiara Lubich come antidoto all’egocentrismo, alla discriminazione e al bullismo. L’arte di amare è un’originale serie di punti tratti dalle pagine del Vangelo che aiutano la persona a concretizzare l’amore a Dio e al prossimo. Così, anche nelle nostre scuole “siamo costruttori di pace, mattone per mattone, nelle nostre aule, in cortile, e da qui poi continuiamo per la strada, nel nostro parco giochi e nelle nostre case…” dicono gli alunni di questi istituti che, ancora secondo Declan O’Brien, provengono da ambienti dove questi valori sono sconosciuti.
O’Brien ci spiega come i ragazzi concretizzino quest’arte sia a scuola sia a casa, mostrando come questa li aiuti a essere diventando più tolleranti, disponibili e più aperti agli altri: “Uno degli allievi veniva costantemente preso in giro da altri due. Succedeva in modo silenzioso senza che gli insegnanti se ne accorgessero. C’era il rischio di vendette e di allargare la cerchia dell’odio. La proposta di mettere in pratica l’arte di amare ha spezzato questo meccanismo, dando agli alunni il coraggio di cambiare le cose in positivo. In breve tempo la situazione si è risolta”. “Drums for peace” è un’altra iniziativa dove i tamburi, usati in passato come segnali di antagonismo tra la gente che marciava per le strade, ora annunciano la pace. Nel corso della manifestazione viene premiata una poesia. Come quella di Aiden Doyle (otto anni) di Belfast. È un testo scritto dopo che alcuni scontri tra le parti hanno rischiato nel 2009 di far ripiombare l’Irlanda del Nord negli anni bui della guerra civile. In quei giorni un poliziotto e due soldati vengono assassinati. Aiden, con la sua spontaneità scrive: “Quel poliziotto che perse la vita era il papà di qualcuno…” e chiede che non si torni indietro nel processo di pacificazione. Queste semplici e convincenti parole fanno notizia e raggiungono il telegiornale del canale nazionale dando un forte contributo alla promozione ed educazione alla pace. Fonte: Irlanda del Nord: un accordo tra scuole per costruire legami di pace Il Movimento dei Focolari in Irlanda
Verso Learning Fraternity (Castelgandolfo, Roma 6-8 settembre 2013)
Convegno-laboratorio rivolto a chi opera nel campo dell’educazione (famiglia, settore scuola, catechisti, animatori, educatori): in risposta alle sfide educative, le tematiche principali affrontate riguardano “Educazione e globalizzazione”, “Educazione e relazione”. Scarica programma Scarica scheda di iscrizione (altro…)
Lug 26, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale
“Alejandro non si aspettava di ricevere, quando aveva l’occasione di dare. Aveva una grande pazienza con noi, e attendeva i nostri tempi per imparare e approfondire ancora la spiritualità dell’unità. Alejandro è morto mentre faceva un atto d’amore, una visita al cugino ammalato in ospedale. È stato ucciso mentre amava, come dovremmo voler morire tutti. Mi sono domandato se sono radicale nel vivere il Vangelo, così come lo è stato lui. La sua morte è vita e non oscurità; è una forte spinta a vivere ancora più radicalmente il nostro ideale, a seguire Gesù fino in fondo”. È la testimonianza di Chava, un suo amico.
Sabato 20 luglio. Alejandro riceve come di consueto via whatsapp il “passaparola” da mettere in pratica in quel giorno: “Saremo esaminati soltanto dall’amore al prossimo…”, e risponde immediatamente alla sua amica Andrea che glielo aveva inviato: “Questa frase è forte e, sì hai ragione, dobbiamo viverla”. Pochi minuti dopo si trova accanto al letto d’ospedale in visita al cugino ammalato. All’improvviso entrano due sicari per uccidere una persona. Anche loro, testimoni scomodi, vengono uccisi…
Per il gruppo dei Giovani per un mondo unito del Torreón (Messico) – località sommersa nella violenza – è uno schock, eppure reagiscono con coraggio “perché non venga persa la ricchezza spirituale” della vita del loro amico col quale condividono anche l’impegno a testimoniare la fraternità e diffondere la cultura della non violenza. Alejandro, conosce i giovani dei Focolari nel 2011. Ben presto vuole approfondire di più l’ideale che li anima e s’impegna a vivere il messaggio di Gesù. La sua vita diventa una testimonianza dell’amore di Dio verso gli altri, in ogni attività nella quale prende parte: in famiglia, con gli amici, nel lavoro e con tanti.
“L’ho conosciuto sin da quando ha iniziato con noi quest’avventura – racconta Willie –. Restavo colpito nel vedere la sua disponibilità a vivere subito ogni punto che scopriva della spiritualità dell’unità”. “Ciò che più m’impressiona della sua vita – dice David – è vedere il forte segno che ha lasciato in tanti… e anche la sua grande sete di Dio”. “Consideriamo il nostro amico Alejandro un martire del mondo unito e per questo il suo sangue non è una tragedia, ma una benedizione per tutti quelli che vogliono unirsi alla lotta per la pace nelle nostre regioni, nel nostro Paese e nel mondo”, scrivono i gen di Torreón. In questi giorni in cui si svolge la Giornata Mondiale della Gioventù in Brasile, Papa Francesco ha incoraggiato ai più di un milione di giovani ad essere radicali nella fede. Alejandro, sicuramente è uno che non si è tirato indietro e ha messo in pratica l’invito a “puntare in alto” che Chiara Lubich ha sempre rivolto ai giovani. Per questo, lascia dietro di sé una scia di luce. (altro…)
Lug 25, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
In mezzo ad una pioggia continua, vento, freddo e un traffico caotico, il teatro centrale Carlos Gomes di Rio de Janeiro era gremito da una folla di giovani. Sono venuti da lontano: chi parlava francese, chi spagnolo, chi inglese e ovviamente la lingua brasileira – tutti in cerca di conoscere l’amata Chiara Luce, scelta tra gli intercessori della GMG come “Colei che visse l’abbandono totale a Gesù”. La beata Chiara Luce Badano nasce a Sassello, Italia, nel 1971. Così si legge nel sito della GMG: “A 10 anni vive una forte esperienza d’incontro con Dio, che cambia la sua vita e quella dei suoi genitori. Da quel momento decide di vivere in modo radicale il Vangelo, cercando di amare tutti quelli che la circondavano. A 18 anni le viene diagnosticato un tumore osseo. Vive con grande coraggio ogni tappa della sua dolorosa malattia”. “Aiutami a vincere le sfide della mia gioventù, affinché io possa consegnare la mia vita a Gesù Cristo, senza riserve”, è la preghiera che viene proposta.
Per far conoscere la sua vita, 80 giovani, tra ballerini, musicisti, cantanti e tutto lo staff della produzione si sono dedicati arduamente per ben sei mesi prima dello spettacolo del 24 luglio a Rio, durante la GMG. Hanno creduto oltre ogni speranza di coprire tutte le spese, ma la comunione dei beni della comunità dei Focolari di tutto il Brasile ha colmato tutto il budget ancor prima dello spettacolo. “A santidade veste jeans”, titolo dello spettacolo, ha tracciato la breve vita di della Beata Chiara Luce (www.chiaraluce.org) con ritmo, colori ed esplosione di gioia tipici di questo Paese. In alcuni momenti di profondità unica, la sala era in silenzio e ammirazione a questa ragazza che ha saputo trasformare il dolore in amore, grazie all’amore al Suo “Sposo” – Gesù crocefisso e abbandonato. Questo passaggio intenso è stato rappresentato da un mimo coinvolgente con immagini di dolore personale e sociale sullo sfondo. Ognuno degli spettacoli della serata non è durato più di un’ora, lasciando nei giovani una sete incredibile di conoscere più Chiara Luce e il suo segreto di vita, attingendo poi dal libro “25 minutos” di Franz Coriasco e visitando il sito www.chiaraluce.org.
Tanti dei presenti hanno lasciato impressioni spontanee sullo spettacolo: “mi sono convertito”; “ho ritrovato il mio ideale di vita”; “era come un risveglio a una vita più radicale”; “siamo incantati dalla bellezza della vita di Chiara Luce”; e tanti altri. La previsione della serata al teatro Carlo Gomes era di tre spettacoli ma la fila di giovani che avvolgeva il blocco del quartiere ha spinto di chiedere al Comitato Organizzativo Locale della GMG un quarto spettacolo! In poco tempo, ma non senza difficoltà logistiche oltre la stanchezza degli attori, si è ottenuto questo permesso. Per la gioia di tutti, quest’ultimo spettacolo ha accolto i genitori di Chiara Luce, Maria Teresa e Ruggero – che prima erano all’ospedale San Francesco per la visita del Papa – accompagnati da Chicca, storica amica di Chiara Luce. Ogni spettacolo si è concluso con una ‘standing ovation’. Ma sembra non finire qua. I Giovani per un Mondo Unito di San Paolo hanno già chiesto di ripetere lo spettacolo nella loro grande metropoli. (altro…)
Lug 25, 2013 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
“I protagonisti in questa settimana saranno i giovani”. Sono parole di Papa Francesco, alla vigilia della partenza per Rio de Janeiro. Ed è così. Sono i giovani i protagonisti della straordinaria accoglienza al Papa, della gioia che in questi giorni fa vibrare la “cidade maravilhosa”, della serata di apertura dell’evento a Copacabana, delle molteplici manifestazioni che punteggiano la città in lungo e in largo. A Copacabana erano in 500 mila, le previsioni dicono che alla fine della settimana saranno due milioni. Da martedì 23, i giovani dei Focolari sono presenti con uno stand alla Fiera delle Vocazioni, a Quinta da Boa Vista. Un parco immerso nel verde, dove le varie realtà ecclesiali presenti alla GMG accolgono i giovani per momenti di incontro e di approfondimento. Qui si parla della giovane Chiara Luce Badano, del United World Project, della Escola Civitas. Sono presenti anche con una tenda al Largo da Carioca, in pieno centro città, per la distribuzione del libro “25 minutos: a vida de Chiara Luce Badano”, edizione portoghese della biografia di Chiara Luce scritta dall’amico agnostico Franz Coriasco. L’edizione del libro, fatta dall’editrice Cidade Nova, ha avuto il sostegno della Fondazione “Aiuto alla Chiesa che soffre”.
Il mercoledì 24 è il giorno che ha visto la presentazione di “A santidade veste jeans”, un musical sulla vita di Chiara Luce preparato da un gruppo di giovani brasiliani. Previsti tre spettacoli, alla fine ne fanno un quarto per accogliere i molti giovani in attesa fuori le porte del Teatro Carlos Gomes, in centro città. E proprio quest’ultima sessione ha avuto, a sorpresa, la presenza di Maria Teresa e Ruggero Badano, genitori di Chiara Luce, arrivati dall’ospedale São Francisco in seguito ad avere partecipato all’accoglienza fatta lì a Papa Francesco. “Sul palco si vedevano giovani incantati con la vita semplice e allo stesso tempo straordinaria di Chiara Luce”, racconta Rosamari, brasiliana. “Era chiaro che la santità non è qualcosa del passato, proprio per l’esempio che ci dà Chiara Luce, una giovane come noi”.
La sera, dall’altra parte della città, al Centro di Convegni Riocentro, il Gen Rosso ha presentato il suo spettacolo “Dimensione indelebile”. Il giorno 25 il Gen Rosso – insieme a 200 ragazzi che partecipano ad un programma di recupero dalla tossicodipendenza attraverso l’arte – è presente a Varginha, nella favela di Manguinhos, per animare la festa di accoglienza al Papa. La giornata del 24 luglio ha visto ancora i giovani dei Focolari impegnati, assieme agli amici del Religions for Peace Global Youth Network, nell’organizzazione dell’incontro interreligioso sul tema “Andate e costruite la pace in tutte le nazioni”. Tra le 18.00 e le 20.00, a Estácio de Sá, i giovani hanno dibattuto su dialogo e forme di azione in vista del comune impegno per la pace.
Una giornata vissuta sullo sfondo della visita di Papa Francesco ad Aparecida e l’inaugurazione del Polo di cura integrale all’ospedale São Francisco de Assis. Occasioni per vedere gesti e sentire parole che penetrano naturalmente nel cuore e nella mente, che suscitano adesione. E potrebbe essere rivolto a tutti il messaggio che Papa Francesco, a fine giornata, ha indirizzato ai giovani riuniti a “Casa Italia”: “Fidatevi di Cristo, ascoltatelo, seguitene le orme. Non ci abbandona mai, neanche nei momenti più bui della vita. È Lui la nostra speranza. Domani a Copacabana ci sarà l’occasione per approfondire questa verità, per rendere luminosa la vita. A domani”. Focus: Incontro interreligioso dà il via alla Settimana della Gioventù Focus: GMG 2013: il contributo dei giovani dei Focolari Aggiornato il 25 luglio 2013 BF – LH Servizio Informazione Focolari – SIF (altro…)
Lug 25, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
“Sono arrivato in un momento di crisi profonda, una ricerca interminabile su questioni esistenziali e sociali che in questi giorni ha trovato una forte risposta”, racconta uno dei numerosi partecipanti arrivati dal Cono Sud (Bolivia, Cile, Paraguay, Uruguay e Argentina), a conclusione della Scuola di Studi Sociali (EDES), che dal 6 all’8 luglio si è svolta presso la Mariapoli Lia, la cittadella dei Focolari in Argentina. Tre giorni di riflessione e di intenso scambio, partendo dalle esperienze di vita, fra persone impegnate in modi diversi nel campo della promozione umana; molti con una lunga esperienza ed altri appena agli inizi, lavorando insieme e cercando di dare una risposta alla domanda fondamentale: “Dov’è tuo fratello?”. Una questione molto inquietante che, coincideva proprio in quei giorni con il forte appello di Papa Francesco visitando l’isola di Lampedusa (Italia), luogo di approdo di migranti africani alla ricerca di migliori condizioni di vita, spesso vittime di naufragi.
“Quello che più mi ha colpito in questi giorni è stato vedere gente così diversa proveniente da tante località geografiche, impegnate in vari ambienti della società, ma tutti con lo stesso obiettivo: amare. Tutto è stato così importante, che vorrei metterlo in pratica già, subito”. Le attività in cui sono impegnati i partecipanti si rivolgono al riscatto della dignità umana in mezzo agli immondezzai, ai centri di ascolto e di salute in centri educativi in zone ad alto rischio, al lavoro nella conservazione del patrimonio culturale indigeno, alla promozione del turismo sociale, dei centri per l’infanzia, al sostegno scolastico, prevenzione e recupero di tossicodipendenti, centri di aiuto alla vita, centri per disabili, volontariato in diverse ONG ed enti di promozione sociale dello Stato, gestione di progetti, alloggi popolari, centri sociali, sindacalisti, dirigenti d’azienda, politici… Anche il solo fatto di potersi incontrare per scambiare le proprie esperienze, è stato di grande arricchimento reciproco. La metodologia di lavoro, era centrata sull’impegno e nell’interesse sociale proprio di ognuno, più che in dibattiti accademici; e ha privilegiato la “costruzione di conoscenze a partire da esperienze vissute”.
“Porto con me strumenti e idee da mettere in pratica nelle attività sociali in un quartiere a rischio nel quale stiamo lavorando”. “L’aspettativa è stata ampiamente colmata: ho partecipato a scuole precedenti e sento che gradualmente stiamo crescendo e maturando in questa vocazione all’impegno sociale nelle nostre città”. “Grazie mille! Qui impariamo ad essere, per tornare alle nostre case e fare”. (altro…)
Lug 24, 2013 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale

Alla criminalità organizzata occorre rispondere con una legalità organizzata e una vigile assunzione di responsabilità. È il pensiero che guida i 500 Giovani per un Mondo Unito, da Nord a Sud dell’Italia, che dal 29 luglio al 2 agosto, collegati idealmente con i due milioni di giovani a Rio per la GMG 2013, saranno impegnati a Caserta, presso il PalaVignola, nel meeting “LEGALITA’ – Protagonisti della nostra terra”. Lo hanno ribadito anche dopo il grave atto intimidatorio che, nella notte del 12 luglio a Teano (Caserta), ha danneggiato i terreni confiscati al clan Magliulo, oggi adibiti alla coltivazione di alberi da frutto. Con i Giovani per un Mondo Unito del Movimento dei Focolari, sono impegnate nel Meeting anche una rete di associazioni tra cui Libera, Fareambiente, Comitato don Peppe Diana, Legambiente, Fondazione le quattro stelle, SNC Libero Pensiero e Catacombe di San Gennaro di Napoli. Nei 4 giorni del Meeting si coniuga la parola “legalità” con ambiente, accoglienza e lavoro: alternanza di lavoro manuale, approfondimenti tematici, tempi dedicati allo sport e alla festa e coinvolgimento della cittadinanza. Le mattinate vedranno gruppi di giovani sparsi in 11 Comuni del casertano e del napoletano, affiancare quanti già si adoperano al riscatto di terre e aziende confiscate alla criminalità organizzata come pure in attività ecologiche, di risanamento ambientale e restauro urbanistico. Mentre forum e dibattiti si alterneranno nei pomeriggi.
- “Legalità e ambiente”, per riflettere sui comportamenti quotidiani nel rispetto degli spazi e beni comuni, come anche la denuncia e la lotta contro i crimini ambientali: rifiuti e roghi tossici hanno trasformato l’esigenza ambientale in esigenza sanitaria, piaga delle province di Napoli e Caserta, area definita “terra dei fuochi”.
- “Legalità e accoglienza”, per discutere del delicato tema dell’immigrazione e integrazione, che vede significative esperienze in atto al Nord come al Sud dell’Italia.
- “Legalità e lavoro”, dibattito sui danni che l’illegalità e i sistemi criminali procurano all’economia e in particolare all’imprenditoria, il lavoro in nero, i primi lavori, il precariato, le prospettive di legalità nell’esperienza lavorativa.
Su questi temi offriranno i propri contributi relatori e testimonial come Donato Ceglie, Sostituto Procuratore Generale di Napoli; Enrico Fontana, responsabile rapporto ecomafia di Legambiente; don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano e attivo difensore della legalità nella “terra dei fuochi”; Ivan Vitali, economista e ACLI Lombardia; Roberto Mazzarella, analista e scrittore siciliano. Giuseppe Gatti, Sostituto Procuratore DDA di Bari, e Gianni Bianco, giornalista RAI, dialogheranno sul libro La Legalità del “noi” di cui sono coautori. Saranno ascoltate le voci di imprenditori che hanno pagato e pagano un caro prezzo, come Antonio Diana, titolare della Erreplast, azienda di Gricignano d’Aversa che si occupa del riciclo di materie plastiche. La mattina del 2 agosto, infine, il lancio del Manifesto dei Giovani della Legal-Ita seguito da un dialogo con Vera Araujo, sociologa, e don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera. L’intensa quattro giorni si svolgerà con il sostegno delle più alte Istituzioni dello Stato. Il Presidente della Repubblica ed il Presidente della Camera dei Deputati hanno infatti donato ai giovani promotori, rispettivamente, una medaglia ed una targa di rappresentanza. (altro…)
Lug 23, 2013 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Francesco visiterà alcune “periferie” brasiliane, come la comunità della favela di Varginha, alcuni giovani detenuti di Rio e inaugurerà un nuovo complesso per tossicodipendenti nell’Ospedale San Francesco di Assisi, una delle eredità sociali della GMG. Non poteva mancare una visita al Santuario di Aparecida – dove nel 2007 si è svolta la V Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano e dei Caraibi (CELAM) – che ha prodotto l’importante e significativo Documento di Aparecida[1], regalato dal Papa ai Capi di Stato latinoamericani che gli hanno fatto visita nelle ultime settimane. Il 21 luglio, presso la Pontificia Università Cattolica di Rio de Janeiro, avrà luogo un incontro interreligioso con 200 giovani ebrei, cattolici e musulmani provenienti da tutto il Brasile. Sebbene preceda l’inizio ufficiale del programma, ne è considerato parte integrante. L’arcivescovo di Rio, mons. Tempesta, aprirà l’incontro. Lo scopo è arrivare a proposte di azioni concrete per superare pregiudizi e dare visibilità a quanto già si fa in Brasile in questo ambito. A Rio, un gruppo interreligioso di giovani si trova mensilmente percorrendo un cammino di arricchimento e conoscenza reciproca.
“La GMG apre i nostri orizzonti, ci aiuta a crescere nella fede e a farci sempre più forti nelle difficoltà quotidiane: all’Università, al lavoro, a casa. Lascia un segno per sempre e siamo sicuri che sarà così anche qui” – così Mariá e Leandro, due giovani dei Focolari di Rio de Janeiro, attivi in loco con tanti altri nella preparazione del grande evento mondiale. Stanno lavorando su diversi fronti, fra cui il musical sulla vita della beata Chiara Luce Badano (vedi scheda), tra gli intercessori della Giornata. Il musical sarà presentato il 24 luglio nel Grande Auditorio della “Cidade das Artes”, a Barra da Tijuca, polo culturale di Rio de Janeiro. Lo stanno preparando insieme ad amici di altri movimenti cattolici, di altre chiese cristiane o che conoscono poco del cristianesimo. Tra loro anche una giovane buddista. Si prevede la partecipazione dei genitori di Chiara Luce, Maria Teresa e Ruggero Badano. La casa editrice Cidade Nova lancia per l’occasione “25 minutos: a vida de Chiara Luce Badano”, l’edizione portoghese del libro di Franz Coriasco. In collaborazione con “Aiuto alla Chiesa che soffre”, 500 mila copie saranno distribuite ai giovani della GMG. Durante la Veglia del 27 luglio al Campus Fidei, circa 200 giovani di Aparecida e San Paolo, appartenenti alla Fazenda da Esperança e altre associazioni che accolgono persone in cura da dipendenze, saliranno sul palco centrale insieme al Gen Rosso. Daranno vita ad alcune scene di “Streetlight”, come testimonianza della trasformazione che hanno sperimentato nella loro vita facendo dono della propria diversità e talenti. Il Gen Rosso è in tournée in Brasile da circa 2 mesi con il progetto “Forti senza violenza” (vedi scheda). La GMG di Rio sarà anche un’occasione privilegiata per dinamizzare le azioni in ambito sociale che vedono impegnato il Movimento dei Focolari in Brasile. C’è una collaborazione in atto con diverse organizzazioni che attingono alla spiritualità dell’unità. Il clima di generosità contagiosa, tipico della GMG, insieme alla condivisione delle esperienze di donazione di chi è impegnato in questo campo, sarà un motivo di incoraggiamento per andare incontro a chi, giovane o meno, si trova nel bisogno.
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Lug 23, 2013 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
Settimana della Gioventù, l’ha voluta chiamare Papa Francesco a Roma, a conclusione dell’Angelus di domenica 21 luglio. Inizia così l’atteso incontro dei giovani a Rio de Janeiro, che per tutta la settimana vede susseguirsi momenti di incontro, di festa, di preghiera, in una parola: di vita. I giovani aspettano Francesco, che come loro ha voluto portare la propria borsa sull’aereo. Ma inizia con una programmazione finora inedita nell’organizzazione di questi eventi.
Domenica 21 si è tenuto un “Incontro interreligioso tra cattolici, ebrei e musulmani”. Promosso dal Comitato Organizzatore Locale, il convegno ha visto due centinaia di giovani delegati riuniti alla Pontificia Università Cattolica (PUC) di Rio de Janeiro. “Abbiamo iniziato la GMG puntando al suo centro: possiamo accogliere le differenze”, parole di Josafá Siqueira, rettore della PUC.
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Lug 23, 2013 | Cultura
Storie di riscatto ed emancipazione dalla logica della violenza, della sopraffazione, del malaffare, dell’omertà. Contro la logica della morte che costituisce l’essenza della criminalità organizzata. Per una cultura della vita, della legalità, della libertà. Storie di uomini e donne che ce l’hanno fatta. Che hanno alzato la testa. Insieme. Perché insieme si può. Storie come quelle di Ercolano, prima città del sud nel quale il pizzo è stato dichiarato fuorilegge; grazie al lavoro congiunto di cittadini, istituzioni, magistrati, forze dell’ordine. Storie come quella della Calcestruzzi Ericina di Trapani sulla quale la mafia aveva messo gli occhi, riscattata dalla cooperativa di ex dipendenti dell’azienda. Con coraggio e ostinazione. Segno di una (lenta) rivoluzione per riaffermare da cittadini la cultura della legalità. Nel corso del cantiere Legalità (Caserta, 29 luglio-2 agosto) gli autori dialogheranno con i Giovani per un Mondo Unito proveniente da tutta Italia. Gli autori: Gianni Bianco, barese, 43 anni, è giornalista Rai. Da cronista si occupa spesso di corruzione, mafie e malaffare. Già collaboratore dei settimanali Espresso e Grazia, per anni voce di Radio Capital, redattore a Rainews 24 poi inviato del programma di approfondimento Primo Piano, ha condotto per un stagione il programma di quotidiano Zona Cesarini su Radiouno. Attualmente è caposervizio della redazione cronaca del Tg3. Giuseppe Gatti, barese, 44 anni, sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, dal 2008 segue le inchieste sulla criminalità organizzata pugliese. Entrato in magistratura a 27 anni, ha svolto funzioni di Pubblico Ministero presso le Procure di Urbino e Foggia. Da diversi anni svolge attività didattica, collaborando con istituti scolastici e universitari oltre che con associazioni impegnate nella lotta alle mafie e al crimine organizzato. (altro…)
Lug 19, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale, Spiritualità

“È stato bellissimo vedere la nostra generazione lavorare e faticare per un ideale d’amore e solidarietà senza niente in cambio… E spero che con questo cambi l’opinione comune che i giovani sono solo sfaticati e menefreghisti. Perché noi siamo la prova vivente che nonostante siamo giovani, con l’amore e la volontà possiamo realizzare qualcosa di grandioso, divertente e particolarmente significativo, insieme mettendoci in gioco!”. Sono parole di uno dei 120 ragazzi dagli 8 ai 17 anni provenienti da tutta la Lombardia che il 15 giugno a Chiari (BS) hanno portato in scena un Musical dal titolo “Raggi di luce”. Lo spettacolo è stato pensato e voluto da questi ragazzi dei Focolari per tradurre in musica, canto e parole la vita straordinaria di Chiara Luce, una ragazza come loro, affinché il messaggio sottostante a questa vita potesse raggiungere più cuori possibile. E a Sassello, la sua città natale, dal 26 al 30 giugno un cantiere ha radunato 70 ragazzi del nord Italia.

Frammenti, questi, del caleidoscopio di iniziative che i Ragazzi per l’Unità (RpU) hanno promosso in tutt’Italia affrontando tematiche diversificate ed impegnative quanto attuali, con un unico denominatore: percorrere vie e costruire ponti che conducano al mondo unito. A Pian di Sco’ (AR) 45 ragazzi dai 9 ai 12 anni si sono “esercitati”, partendo con gradualità, a mettere prima dei pilastri (amicizia, valori veri…) per poi arrivare all’altro, diverso sì ma portatore di una ricchezza spesso insospettata. Le impressioni esprimono l’intensità dei momenti vissuti: “In un periodo di dubbi questa esperienza è stata per me un trampolino per ricominciare nell’amore e riscoprire la gioia del voler bene gratuitamente”. E ancora: “Alcuni miei amici facevano a gara, durante la gita, a chi arrivava prima a cena, ma un ragazzo era stanchissimo e non ce la faceva a correre insieme a tutti, allora io ho pensato al motto e sono tornato indietro per fargli compagnia” .

In Umbria, a Gualdo Tadino, 65 giovani sono andati “alla ricerca della felicità” con l’aiuto di alcuni esperti nel campo della psicologia che spiegavano come è scientificamente provato che amare rende felici. Passeggiate nel verde, laboratori, gare sportive e momenti musicali sono stati occasione di scambio e di rapporto profondo.

“Big Bang: esplosione che unisce” è il titolo del meeting che si è svolto a Vibo Valentia, in Calabria, e che ha coinvolto 150 ragazzi e ragazze dai 13 ai 16 anni, provenienti da Calabria e Sicilia. Ospiti d’eccezione sono stati i coniugi D’Agostino, genitori di un poliziotto ucciso dalla mafia, che hanno sensibilizzato i giovani alla legalità. In contemporanea, all’altro capo della penisola, in Friuli Venezia Giulia, in provincia di Udine un cantiere radunava una cinquantina di coetanei all’insegna di 5 parole d’ordine: Essere sempre nella Gioia, Camminare sul raggio, Amare Sempre, Ricominciare, Vivere l’attimo presente. All’appello manca solo “Stop’n go 3” la terza edizione del Campo dei RpU del Lazio, dal 17 al 21 luglio a Montefiascone (VT). Nel corso delle giornate si alterneranno momenti di solidarietà, come l’animazione in una casa di riposo, azioni ecologiche e spunti di riflessione forniti da esperti nel campo dell’affettività – con lo psicologo Ezio Aceti – e del dialogo tra cristiani e musulmani.

“Non le solite vacanze dunque, ma amore al 100%!”, afferma una dei giovani protagonisti. E dall’Austria al Brasile, come in altri Paesi, nuove attività sono in corso o in programma. Alla prossima puntata! (altro…)
Lug 18, 2013 | Focolari nel Mondo
Uomo di grandissima umiltà, Piergiorgio Colonnetti aveva come caratteristica la capacità di mettersi a servizio degli altri con grande intelligenza, profondo ascolto e comprensione. È venuto a mancare la mattina del 17 luglio, in seguito ad una breve, grave e inattesa malattia, attorniato dai familiari e dai focolarini. Nato a Torino nel 1930, aveva conosciuto i Focolari nel 1956, partecipando in seguito a una delle prime mariapoli a Fiera di Primiero. Nel 1957 ha sposato Simonetta. Insieme costituiscono una delle prime “famiglie focolare”. Si sono trasferiti a Roma nel 1967, quando a Pier Giorgio è stato chiesto di lavorare nella fondazione “Aiuto alla Chiesa che Soffre”. Da Chiara Lubich è stato chiamato dal1987 a ricoprire incarichi di responsabilità in diversi ambiti del Movimento. “Ringrazio il Signore per le immense grazie ricevute da quando ho conosciuto l’Ideale [dell’unità] fino ad oggi e per il tempo che mi rimarrà e per ‘come’ lo potrò vivere, ma quello che importa è solo la volontà di Dio, chiedendoGli solo, se possibile, di poter continuare ad amare fino all’ultimo momento” – scriveva nella primavera di quest’anno – “Questa fase della mia vita, breve o lunga che sarà, è piena di luce e di serenità e cerco di viverla solo per Dio, per la sua Opera, per l’intera Chiesa universale, in piena unità con Papa Francesco”. “L’importante è solo fare quello che Lui ha in cuore e raggiungerLo”. I funerali giovedì 18 luglio 2013, alle ore 15.00, presso il Centro Internazionale dei Focolari a Rocca di Papa. (altro…)
Lug 17, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
A giugno, in due città slovacche, è stato presentato il libro che racconta la vita dello scomparso imprenditore francese dell’Economia di Comunione (EdC), François Neveux.
Il primo appuntamento si è svolto il 12 giugno a Košice nella sala della libreria Panta Rhei, che non è riuscita a contenere il vasto pubblico: erano presenti persone provenienti non solo dalle città vicine, ma anche dalla Polonia, l’Ucraina e la Repubblica Ceca. Inoltre, i partecipanti avevano le più varie esperienze professionali e di vita; hanno assistito imprenditori e studenti, disoccupati e impiegati pubblici. Per l’occasione si sono recati in Slovacchia i coordinatori dell’EdC in Francia e la moglie Françoise. Insieme hanno descritto François Neveux, come un “imprenditore di rapporti”.
La loro testimonianza, nella quale hanno potuto riportare tanti piccoli e grandi fatti della sua vita, è stata particolarmente apprezzata, perché se le “teorie” possono essere soggette a discussione e possono emergere pareri contrastanti, una vita come quella di François non lascia spazio ad argomenti discordi. Françoise, infine, ha avuto la possibilità di firmare il libro e di avere colloqui personali con i partecipanti.
Il 13 giugno l’evento si è spostato a Bratislava, capitale del Paese e qui erano presenti anche vari politici interessati all’EdC. Molto vivace il momento di dialogo alla fine della presentazione. Un politico commentava: “La filosofia che sta alla base di Edc ci può aiutare a scrivere leggi sul lavoro innovative, realizzando politiche nuove. L’Economia di Comunione è la strada”. L’evento è stato oggetto anche di un servizio della TV cattolica slovacca Lux, che ha contribuito così a diffondere lo spirito che anima il progetto.
Nella capitale della Slovacchia è presente anche un’azienda storica che ha aderito all’EdC: In Vivo. Un’impresa che da anni produce e vende ceramiche, ha la sua sede nel centro storico di Bratislava ed è molto apprezzata e conosciuta per la sua originalità. In Vivo è nata nel 1991, subito dopo la nascita del progetto, su ispirazione di Chiara Lubich in Brasile quello stesso anno. “I rapporti costruiti certamente non si sono esauriti con la presentazione del libro” – scrive la slovacca Maja Calfova – al contrario ne sono nati nuovi e quelli già esistenti ne sono usciti rafforzati”, tanto che anche la locale commissione dell’EdC ne ha tratto nuove energie. Uno dei membri è arrivato ad affermare: “Dentro di noi sentiamo che non possiamo darci pace finché l’EdC non sia incarnata nel nostro Paese ed in quelli più vicini”. (altro…)
Lug 16, 2013 | Chiara Lubich, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Un libro ‘scritto col cuore’, la testimonianza di una delle prime giovani protagoniste che seguirono Chiara Lubich fin dall’inizio, a Trento, in un’avventura spirituale che ha coinvolto negli anni milioni di persone. Quando si parla di Chiara e delle sue ‘prime compagne’, c’era anche lei, Vittoria Salizzoni, per tutti “Aletta”, in quel primo gruppo insieme a Dori Zamboni, Graziella De Luca, Silvana Veronesi, Bruna Tomasi, Palmira Frizzera, Gisella e Ginetta Calliari, Natalia Dallapiccola, Giosi Guella, Valeria Ronchetti, Lia Brunet, Marilen Holzauser.
Aletta ha vissuto con Chiara agli albori dei Focolari e i suoi ricordi, alcuni dei quali inediti, tratti dai suoi discorsi o interventi, presentano il carattere episodico del vissuto. Così come i resoconti della sua azione, svolta per un quarto di secolo a dare impulso al Movimento dei Focolari nei Paesi del Medio Oriente. Memorie, quindi, dallo stile semplice e spontaneo, che non intendono abbozzare una storia del Movimento, ma da cui si evince la vitalità e il coraggio che hanno accompagnano eventi e viaggi. Oggi, al traguardo dei suoi 87 anni, a chi le chiede come stia, risponde: “Mi sento ricca…”. Riportiamo dal nuovo volume (Aletta racconta… una trentina con Chiara Lubich, Collana Città Nuova Per), uno stralcio in cui racconta degli anni in Libano, durante la guerra (1975-1990). «Credevamo al Vangelo in mezzo alle bombe e all’odio, ai feriti e ai morti, quasi un’oasi di persone che cercavano di attuare l’amore scambievole e la comunione dei beni, non solo tra loro, ma anche con altri, anche musulmani.
Ci fu un grande aiuto vicendevole, ad esempio una vera e propria gara nel mettere in comune abitazioni e appartamenti: molte famiglie aprirono le loro case per quelli che risiedevano nelle zone più pericolose. Coloro che avevano case in montagna o in luoghi sicuri ospitavano altri che erano rimasti senza alloggio. Quando scarseggiavano i viveri, chi aveva pane lo distribuiva a chi ne era privo. Così per l’acqua. Chi andava ad attingerla per sé diceva agli altri: “Dateci i vostri bidoni, la prenderemo anche per voi”, e si trattava di fare lunghe file, per ore accanto alle fontane, sempre nel timore che potessero iniziare i bombardamenti. Di sicuro momenti di smarrimento ci furono, ma il sostenersi a vicenda spiritualmente aveva come conseguenza l’aiutarsi materialmente. Tutti scaturiva da lì e non come una società di mutuo soccorso, bensì come una società dove si vive il Vangelo. Vivevamo tutti quanti nella stessa condizione, avevamo quindi solo da amare e questo la guerra non lo impedì, anzi. Si può dire che ci formò. Sentivamo il continuo sostegno del Movimento [dei Focolari] e la vicinanza di Chiara Lubich, che ci seguiva sempre, nei momenti così difficili e travagliati della situazione libanese». (altro…)
Lug 14, 2013 | Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Il nostro sistema di educazione ha avviato nel mondo uomini che non comprendono più la società nella quale devono vivere. Questo sistema è destinato a distruggere la nostra civiltà e la sta già distruggendo. Inutile dare la colpa ai politici, agli uomini d’affari, agli avvocati… Abbiamo dato a molti dei nostri ragazzi la prima spinta a mettersi nella carriera della criminalità. È colpa nostra se le strade sono gremite di giovani delinquenti. È tempo di riparare a questa pazzia. È tempo di raccogliere questa gioventù, così preziosa per la società, e alimentarla alle sorgenti della Vita.
Se i risultati non sono buoni – chi tra noi può rigettarne la responsabilità? Ciascuno esamini la propria coscienza e riesamini la propria filosofia! Poiché rifiutiamo gli insegnamenti della religione ci riesce difficile accorgerci delle mutilazioni più gravi del laicismo. Aver allontanata la religione dalla nostra vita significa aver ridotta la cultura all’erudizione, la vita alla tecnica, la scienza ai manuali. Significa aver privato lo spirito dell’uomo dei valori dello spirito. Significa aver tolto alla società i principi costitutivi per comporsi e reggersi, averle sottratto il criterio di scelta tra il bene e il male, col senso della responsabilità e la coscienza della colpa. Una cultura senza Dio è una cultura a cui manca l’idea d’un giudice infallibile, e quindi d’una sanzione sicura e immancabile d’ogni atto umano. E un cittadino che non crede e ignora una sanzione eterna facilmente è portato ad abusare del fratello, anche perché ignora che si tratta d’un abuso morale. L’uomo impara come si fa una macchina e ignora come fosse fatto lui. Sa a che cosa serve l’atmosfera e ignora a che servisse l’anima. Educare, formare è accendere una fiamma. Se si vuole formare giovani capaci di sollevarsi oltre il guadagno economico e il piacere sensuale, bisogna innalzarli con una fede superiore alla materia e al senso. L’uomo si solleva con un impulso superumano, che non lo fa superuomo, ma lo conferma sembianza di Dio. Questo impulso ascensionale si chiama amore di Dio e genera per naturale espansione l’amore all’uomo. Genera fame e sete di giustizia e il giovane, di essa avido, porta questa fame nella società. La fiamma accesa va alimentata e il giovane va educato a custodire e aumentare calore e luce, ha bisogno di un’educazione che non dura nella sola infanzia, ma si svolge dalla nascita alla morte, e cioè tutto il tratto in cui occorre vampare e fare luce. Essa ha bisogno di alimento, e l’alimento è vario, sono parole, libri, spettacoli, e sono sopra tutto esempi ed esperienze. Questa fiamma viva fa sperimentare la grazia divina che spinge verso gli esseri più tormentati, meno dotati, i deboli, i vinti, i disprezzati, per compensare in loro col nostro dono le nostre deficienze. Tenderci è necessario, come è necessario tendere alla salute, pure se si è malati, anzi proprio perché si è malati. Occorre concorrere tutti a suscitare un ordine di pace e di forza, di collaborazione e d’altruismo, diventare divulgatori della verità. Igino Giordani in: La società cristiana, Città Nuova, 2010 (ed. Salesiana, 1942).

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Lug 13, 2013 | Chiara Lubich, Chiesa, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Il 6 luglio scorso il Centro del Movimento dei Focolari (Focolare Centre for unity) di Welwyn Garden City era affollato per la conferenza del Cardinal Cormac Murphy-O’Connor, che commemorava il quinto anniversario della morte della fondatrice dei Focolari, Chiara Lubich. Erano presenti amici dei Focolari rappresentanti di varie denominazioni cristiane, della chiesa locale e incaricati nel campo ecumenico. “L’eredità ecumenica del Concilio Vaticano” è stato il tema scelto dal Cardinale: una condivisione della profonda e commovente intuizione sull’ecumenismo da parte di qualcuno che l’ha vissuto in prima persona, e che ne parla con calore, passione, e la sapienza degli anni, comunicando un ottimismo ed una speranza che viene anche dalle recenti nomine di Papa Francesco e di Justin Welby, nuovo arcivescovo di Canterbury.
Il Cardinale ha iniziato col riconoscere il contributo della spiritualità dell’unità del focolare e il suo lavoro ecumenico che precede il Concilio. Ha parlato di Chiara Lubich come “una delle più luminose personalità del nostro secolo, dei secoli” e l’ha considerata come “annoverata tra i beati in Paradiso”. Ha poi riassunto l’eredità del Vaticano II come una realtà che non dà spazio a profezie pessimistiche, e ricordato il decreto sull’ecumenismo, Unitatis Redintegratio, con la sua ardita proclamazione: “non c’è ecumenismo degno di questo nome senza un cambiamento del cuore… senza una conversione interiore, un atteggiamento nuovo ed un amore senza riserve”. Sospetto, inerzia ed impazienza sono stati individuati da lui come i tre nemici dell’ecumenismo; attingendo alla sua ricca esperienza, come sacerdote prima, poi come vescovo di Arundel e Brighton, e più recentemente come arcivescovo di Westminster, il Cardinale ha riassunto lo sforzo ecumenico come qualcosa che comincia localmente dalla relazione con chi ci sta accanto credendo che “l’ecumenismo è benedetto là dove la gente si trova”.
Nei 50 anni dal Concilio Vaticano, il viaggio ecumenico ha conosciuto importanti momenti storici. Tra questi il Cardinale ha enumerato la visita di Papa Giovanni Paolo II alla Cattedrale di Canterbury nel 1982, che lui ha visto come “l’inizio di una vita nuova, nuova speranza”. Ha anche citato l’importanza del recente incontro di Papa Francesco con l’arcivescovo Justin Welby. Ricorda con passione il tempo in cui è stato co-presidente con il vescovo Mark Santer dell’ARCIC (Anglican Roman Catholic International Commission) come di “un momento importante, mediante l’esperienza della preghiera, dell’amicizia per una comprensione nuova di cosa unisce le due Chiese”. Pone una sfida ai presenti: l’ecumenismo non è un’opzione; è una strada senza uscita e tutti noi dobbiamo fare la nostra parte. Il Cardinale ha concluso la sua conferenza ricordando un recente discorso di Papa Francesco dove esortava i vescovi ad essere “pastori del gregge” capaci di “di curare la speranza, che ci sia sole e luce nei cuori”. Ricordando le parole del Papa, il Cardinale ha comunicato un ottimismo che richiama alla mente il Concilio Vaticano. Non era un semplice guardare indietro con nostalgia ai bei giorni passati ma un guardare avanti coscienti che “il lavoro dell’ecumenismo è opera di Dio” ed il nostro sforzo comune è “di comunicare l’amore di Dio al suo popolo con quello stesso sole e luce nella nostra vita”. Dopo un vivace momento con domande e risposte il vescovo anglicano emerito Robin Smith, ha ringraziato ripetendo l’affermazione fatta dal Cardinale sull’importanza delle relazioni personali per l’ecumenismo e sottolineando che è da queste che dipende il futuro della Chiesa, e non meno importante, l’unità della Chiesa. (altro…)
Lug 12, 2013 | Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
Provengono dai paesi e dalle culture più diverse: Albania, Ucraina, Georgia, Marocco, Senegal, Romania, Nigeria, Bielorussia. Come tanti altri loro connazionali hanno lasciato spesso situazioni drammatiche dietro di sé, e i propri cari, nella speranza di un lavoro e di una prospettiva di vita. Sono approdati ad Acquaviva delle Fonti, una cittadina in provincia di Bari che, come altre del Mezzogiorno d’Italia è diventata meta o punto di passaggio di sogni e desideri. Qui la comunità dei Focolari già da tempo si sente interpellata da questa presenza: “Avevamo in cuore – scrivono – di far sì che i tanti stranieri/migranti potessero sentirsi accolti nella nostra città”. Si intessono rapporti personali, si creano legami di amicizia che superano barriere e diffidenze: “tre anni fa – proseguono – abbiamo pensato di organizzare un momento di festa da vivere tutti insieme nel periodo natalizio, perché potessero respirare in qualche modo il senso della famiglia, anziché la solitudine e l’emarginazione che tanti purtroppo sperimentano”. I rapporti si sono radicati, l’incontro natalizio è diventato una consuetudine: “a quella che abbiamo chiamato ‘festa dei popoli’, i nostri amici si sentono liberi di estendere l’invito ad altri loro amici stranieri, che siamo ben felici di accogliere”.
Quest’anno erano presenti una cinquantina di persone di tutte le età e di diverso credo religioso: “Grazie al clima familiare già istaurato in precedenza e subito rinnovato, spontaneamente sono venute fuori esperienze vissute all’arrivo in Italia, mettendo in comune gioie e sofferenze”. La proposta di vivere la “regola d’oro” – fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te – come base per costruire la fratellanza universale come punto in comune nella diversità del credo religioso è stata accettata e fatta propria da tutti, perché si sperimenta come “l’amore reciproco abbatte ogni distanza. Nel buffet che ha concluso la serata, accanto a quanto preparato dalla comunità, vi erano piatti tipici delle diverse terre di provenienza, preparati dai nostri amici; la gioia più grande era sperimentare cosa significa essere una famiglia”.
Abdul del Senegal, a fine serata, invita alcuni della comunità a partecipare ad un incontro di preghiera in un paese limitrofo: “Grande è stata la sua gioia e la sua sorpresa nel vederci arrivare; c’erano 200 senegalesi musulmani, scalzi e seduti sui tappeti, che leggevano il Corano. Abdul ci ha presentato il loro capo spirituale e dopo due giorni ci ringraziava ancora una volta commosso della nostra visita”. Un altro gesto concreto è stato l’apertura di uno sportello di ascolto che l’intera comunità porta avanti per individuare esigenze e mettere a disposizione competenze, offrendo lezioni di italiano ai bambini ed ai loro genitori, o un aiuto per risolvere problemi burocratici o consulenze mediche di vario tipo. “Questa esperienza di famiglia – concludono – ed i frutti che ne scaturiscono, ci danno la certezza che il mondo unito non è utopia, ma realtà già viva in mezzo a noi”. (altro…)
Lug 11, 2013 | Chiara Lubich, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Fathi, giovane turco, che vive a Basilea, con voce chiara ha cantato la sura 134 del Corano: “Dio ama coloro, che fanno del bene!” e con ciò ha subito annunciato il cuore del tema proposto per la giornata: l’amore al prossimo. L’Imam Muhammed Tas di Basilea ha raccontato della sua settimana di vacanza sciistica in compagnia del parroco Ruedi Beck ed altre due persone: “Abbiamo cucinato insieme gli uni per gli altri, abbiamo visto dove e quando nell’appartamento andava meglio per ciascuno, per dire le proprie preghiere. Eravamo come una famiglia, dove si impara gli uni dagli altri. Grazie a questi amici ho imparato anche a sciare molto meglio. Già per l’autunno stiamo pianificando un’altra settimana di vacanza, questa volta in Turchia”.

Abdul Jabbar Koubaisy, vicepresidente della lega musulmana in Polonia, apprezza molto questo detto della tradizione musulmana: “Colui che non sa ringraziare le creature, non sa neppure ringraziare il Creatore”. Paul Lemarié del Centro internazionale per il Dialogo interreligioso del Movimento dei Focolari racconta invece di incontro una “Mariapoli” in Macedonia con 35 cattolici, altrettanti musulmani e una dozzina di ortodossi . Alla fine, un giovane partecipante cristiano cattolico aveva dato questa testimonianza: “Quest’incontro mi ha profondamente cambiato. Fino ad allora contava solo la mia fede e rifiutavo tutti gli altri: atei, musulmani, anche i cristiani ortodossi. Ora ho capito: Dio fa splendere il Suo sole su tutti”.
Il dialogo della giornata del 23 giugno a Baar, si è incentrato proprio sulle esperienze di comunità, già possibili nel rispetto della diversità. Per approfondire il tema scelto, l’Imam Mohammed Tas ha introdotto una videoregistrazione del discorso di Chiara Lubich tenuto al congresso degli amici Musulmani nel2002 a Castelgandolfo (Roma). “L’amore è una realtà importante nella nostra religione” – ha sottolineato Tas – “Se una persona non ama, vuol dire che ha un problema nel suo cuore … Yunus Emre, poeta musulmano del XIII sec. dice: ‘Ti amo per amore del Creatore!’ Con ciò egli ha indicato l’amore più profondo che ci possa essere per gli esseri umani”. E per dirlo con le parole di Chiara Lubich: “Si tratta dell’amore al prossimo, quell’amore che si riscontra nei più vari ambiti religiosi e culturali sotto forma anche di misericordia, di benevolenza, di compassione, di solidarietà. Amore del prossimo che, per noi cristiani, non è semplicemente un sentimento umano, ma, arricchito di una scintilla divina, si chiama carità, agape: amore di origine soprannaturale”.
Nel pomeriggio segue un tempo per la preghiera in due diversi luoghi secondo le religioni e poi ci si incontra in gruppi per uno scambio ricco e profondo sull’arte di amare, il perdono e la Regola d’oro. Imam Mustafa Oeztürk, presidente di un’associazione che raggruppa più moschee in Svizzera, nel suo saluto finale così si è espresso: “Stiamo imparando una nuova grammatica. Quella tradizionale inizia con “io”, poi “tu” ed infine “lui” o “lei”. Ma la grammatica dell’amore al prossimo inizia con il tu ed poi viene l’io. E «Lui» o «Lei» nella loro assenza hanno un diritto che va rispettato: che si dica di loro solo il bene”. Fonte: http://www.fokolar-bewegung.ch (altro…)
Lug 10, 2013 | Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
«Un invito a stare col Papa sui passi di Gesù». «Vogliamo aderire a questo invito con gioia e grande disponibilità. Dove è la Chiesa, lì deve essere anche il nostro posto. La GMG apre i nostri orizzonti cambiando il nostro essere, ci aiuta a crescere nella fede e quindi farci sempre più forti nelle difficoltà quotidiane: all’università, al lavoro, a casa e così via. Lascia un segno per sempre nei cuori di tutti i giovani che vi partecipano e siamo sicuri che sarà così anche qui». A parlare sono Mariá e Leandro, due giovani dei Focolari di Rio de Janeiro, attivi in loco nella preparazione del grande evento mondiale. Si fanno portavoce di un impegno che coinvolge i Focolari in vario modo. Cosa attende a Rio i pellegrini che saranno lì dal 22 al 28 luglio? Sono 5 i grandi momenti collettivi di questa esperienza: http://www.rio2013.com/it/multimedia/video/4193/Local-dos-Atos-Centrais-da-JMJ-Rio2013
- 23 luglio: la Messa di apertura della GMG di Rio 2013, a Copacabana.
- 25 luglio: la cerimonia di accoglienza del Papa, il primo contatto di Francesco con migliaia di giovani dei 5 continenti nella spiaggia di Copacabana.
26 luglio: la Via Crucis, a Copacabana, presieduta dal Papa dal palco principale. Le 14 stazioni ripercorreranno il cammino di Gesù con una lettura attualizzata alle grandi questioni dei giovani di oggi.
- 27 luglio: veglia con il Papa, al Campus Fidei di Guaratiba. Tra i 50 gruppi artistici che animeranno queste ore, anche la band internazionale del Gen Rosso, che presenterà parti del musical Streetlight insieme a 200 giovani della Fazenda da Esperança e di altre comunità. Il Gen Rosso è in tournée in Brasile da maggio scorso: 7 città, più di 1000 giovani coinvolti sul palco, oltre 10mila spettatori.
- 28 luglio: la Messa di “invio”, alle ore 10, presieduta dal Santo Padre che segna la chiusura della GMG di Rio e annuncia la sede della prossima GMG.
La settimana della GMG è costellata di iniziative: la Fiera delle vocazioni, dove anche i Giovani per un Mondo Unito saranno presenti col loro stand, e molte altre raccolte nel Festival della Gioventù: varie espressioni per dire la voglia di esserci e raccontare un modo di vivere la fede.
Tra gli oltre 300 appuntamenti che fanno parte del programma ufficiale, il 24 luglio, lo “Spettacolo sulla vita di Chiara Luce”, la giovane beata italiana, tra gli ‘intercessori’ della GMG. Lo spettacolo è preparato dai giovani dei Focolari di Rio, insieme ad amici di altri movimenti cattolici, di altre chiese cristiane o che conoscono poco del cristianesimo. C’è anche una giovane buddista. Lo spettacolo viene da loro vissuto come un’opportunità per far conoscere ai partecipanti della GMG l’esperienza di Chiara Luce Badano, che prima di morire scriveva: “I giovani sono il futuro. Io non posso più correre, ma vorrei passare loro il testimone, come nelle Olimpiadi. I giovani hanno una vita sola, vale la pena spenderla bene”. Cidade Nova ha pubblicato il libro di Franz Coriasco su Chiara Luce (“Dai tetti in giù”, in portoghese: “25 minuti: la vita di Chiara Luce Badano”) in una coedizione con “L’aiuto alla Chiesa che soffre”. 500 mila copie verranno distribuite ai giovani della GMG. La sera del 25 luglio, una veglia di preghiera con adorazione eucaristica, animata dai giovani dei Focolari.
In questa tappa brasiliana papa Francesco, oltre al programma della GMG, ha un’agenda piena di attività. Tra queste spiccano la visita al Santuario di Aparecida; l’inaugurazione del Polo di Cura Integrata dell’ospedale São Francisco da Tijuca, un centro specializzato per il recupero dalla tossicodipendenza, uno dei punti di attenzione sociale della GMG di Rio; la visita ad una favela nella zona nord di Rio, la Comunità di Varginha.
A proposito del Gen Rosso in Brasile http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=pTafZtgw9s0 spettacolo ad Aparecida con i giovani della Fazenda da Esperança http://www.youtube.com/watch?v=DRYqPbRJc60 servizio di Rede GLOBO sul progetto Forti senza violenza servizio di Rede GLOBO sullo spettacolo a San Paolo (altro…)
Lug 8, 2013 | Chiesa, Cultura, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Parte 1 
In un ricco scambio di visioni, si guardano le criticità di quattro continenti. Per l’Asia parla Andrew Recepcion, filippino, presidente dell’Associazione dei missiologi cattolici. In un continente dove risiede il 58,8% del totale della popolazione mondiale, e solo il 13,2% è cristiano, le sfide principali che la chiesa affronta partono dall’annuncio del Vangelo – sconosciuto dai più – realizzato attraverso il dialogo con le culture, che rende la Chiesa locale realmente presente nella vita del popolo; con le grandi religioni asiatiche; con i poveri, per unirsi con loro nella lotta per un mondo più umano.
Altra voce, altro continente: Martin Nizigiyimana, sacerdote di origine ruandese, spiega l’oggi della chiesa in Africa, partendo da uno sfondo storico, in cui «leggere, anche nelle vicende dolorose, una crisi di crescita, che chiede umiltà e collaborazione per assumersi la responsabilità storica del regno di Dio nel mondo». In questo contesto la chiesa è chiamata a porsi al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace. L’Africa è conosciuta per i suoi problemi, ma adesso c’è uno sguardo nuovo sul continente, quello indicato da Benedetto XVI nel sinodo del 2009: l’Africa come «un immenso “polmone” spirituale, per un’umanità che appare in crisi di fede e di speranza». E in questo senso cita tre esperienze significative dei Focolari in Africa: l’azione di nuova evangelizzazione a Fontem in Camerun, la scuola per l’inculturazione a Nairobi in Kenya e la testimonianza della Mariapoli permanente di Man in Costa d’Avorio durante la guerra civile.
Dall’America Latina, in collegamento skype da Buenos Aires, José Maria Poirier, direttore della rivista Criterio, offre uno sguardo sul card. Bergoglio prima dell’elezione: «Poco conosciuto dai mezzi di comunicazione, attento ai rapporti personali. Uomo abituato al governo e al tempo stesso molto fraterno sia con i sacerdoti che con i laici. Uomo della cultura dell’incontro, quindi del dialogo». Intuizioni sulle linee guida del papato? Continua Poirier: «Tolleranza zero per la questione abusi, chiarezza sull’economia e sulle finanze vaticane, cambiamenti nello stile della Curia romana. Propensione per il rapporto pastorale tra il Papa e i vescovi di tutto il mondo. Preoccupazione per i poveri, gli ultimi, coloro che soffrono per squilibri sociali».
Interessanti le voci di tre Paesi europei: Germania, Irlanda, Spagna, ciascuno attraversato da particolari sfide sul fronte chiesa-società. Christian Hennecke, incaricato per il settore pastorale missionaria nella diocesi di Hildesheim, nel nord della Germania, evidenzia le difficoltà economiche, la necessità di crescere nella fede, la diminuzione delle vocazioni di ogni tipo. Ma è proprio in questa situazione che si fanno strada modi nuovi e promettenti di essere Chiesa. Tra le piste indicate da Hennecke, frutto di un cammino condiviso tra chiesa cattolica e protestante, c’è quella di rinforzare l’aspetto della Parola di Dio vissuta comunitariamente.
Che cosa accade oggi alla chiesa in Spagna? si chiede Manuel Bru, sacerdote giornalista a Madrid. Anche lui individua punti di attenzione: la diminuzione della presenza pubblica della chiesa, in un contesto di scelte legislative contrarie alla dottrina della Chiesa cattolica; la riduzione dei membri anche tra i movimenti; l’abbandono della pratica religiosa sia dei giovani che delle donne; la perdita di entusiasmo nei sacerdoti, con un senso di affaticamento. Come servire di più la chiesa in Spagna? «Inserirci nella nuova onda di radicalità evangelica di Papa Francesco, puntando al primato dell’amore concreto».
Mons. Brendan Leahy, di recente consacrato vescovo di Limerick (Irlanda), traccia alcune linee riguardanti il mondo anglosassone. Il riferimento all’impatto degli scandali degli ultimi anni è d’obbligo. «A volte nelle chiese succedono cose che ci fanno fare passi, che altrimenti non avremmo mai fatto: in questo caso è nata una scoperta del ruolo dei bambini e ragazzi nella Chiesa, non tanto come oggetto dell’azione pastorale quanto piuttosto soggetti attivi nella vita della comunità». Di fronte alla cultura sempre più secolarizzata si sente una certa polarità di posizioni dentro la Chiesa: c’è chi cerca la via del dialogo e chi segue una difesa della fede senza compromessi. Occorre trascendere le visioni ideologiche. Come fa Papa Francesco: il suo stile, la spontaneità nei gesti e la sua libertà nel dire le cose colpiscono anche chi non frequenta la Chiesa.
Sono tutte sfide ma anche opportunità, nelle quali si intravede una strada da percorrere, riconoscendo i “segni dei tempi”. Si tratta di ripensare la storia dunque, «con uno sguardo grato allo Spirito Santo che l’ha portata avanti nel tempo» – come ha affermato Maria Voce in apertura dei lavori del laboratorio di riflessione del 12-13 giugno. Dietro gli importanti cambiamenti cui stiamo assistendo, la presidente dei Focolari invita a «sottolineare la regia dello Spirito Santo, la continua capacità della chiesa di rispondere a sfide sempre nuove». (altro…)
Lug 8, 2013 | Cultura
Una riflessione sulla virtù “coraggiosa” che nasce dal fiducioso abbandono all’amore di Dio. In un mondo frenetico, stressato, che vive secondo la logica del “tutto e subito”, la virtù della pazienza appare davvero anacronistica e fuori moda. Viene percepita come un atteggiamento passivo e sottomesso alle avversità. Ma è veramente così? Che cos’è la pazienza? Attingendo ad alcuni testi dell’Antico e Nuovo Testamento, l’Autore traccia un percorso di riflessione su questa virtù presentandola come un atto di coraggiosa sopportazione dei limiti, delle difficoltà, dei dolori. Nasce dalla consapevolezza che non siamo assoluti protagonisti della nostra vita e che la serenità e la pace sono il risultato di un fiducioso abbandono all’amore e all’onnipotenza di Dio. (altro…)
Lug 6, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
In una lettera del 24 giugno 2013, l‘Organizzazione cristiana Internazionale dei Media (ICOM), con sede a Ginevra, in Svizzera, comunica a Jose Aranas la “menzione d’onore nella categoria del Premio Internazionale per il dialogo interreligioso”. “La giuria – continua la lettera, firmata da Jean-Marie Scheerlink del Comitato direttivo ICOM – ha preso la decisione, considerando il valore e la rilevanza del tema che avete segnalato”.
Il premio internazionale per il dialogo interreligioso riconosce il contributo dei professionisti dei media nel campo della pace e della convivenza tra persone di varie religioni e culture. New City Magazine scrive articoli e affronta tematiche dal punto di vista della fraternità universale. È impegnata nel dialogo interreligioso, ecumenico e culturale. Offre interviste con persone che segnano una differenza nel campo dell’arte, dell’economia, della scienza, dell’educazione, medicina e mondo della cultura. Promuove la convivenza pacifica e il rispetto per le differenze di credo religioso e culturale. Svolge il ruolo di catalizzatore nel perseguire una società pacifica e armoniosa in particolare nel contesto delle Filippine e dell’Asia in generale. Per l’iscrizione al premio, Aranas ha presentato due riviste in e-book di New City: l’edizione di gennaio 2013, con il suo tema sul fragile processo di pace nel sud delle Filippine a Mindanao (per vedere gli articoli si possono visitare: http://newcityph.com/archive/1301/issues.asp), e il numero di giugno 2012, con il suo invito ad una educazione verso una cultura del dialogo: http://newcityph.com/archive/1206/issues.asp. Il premio triennale aiuta a garantire la libertà di espressione e dei media a tutti i livelli, soprattutto nei confronti delle pressioni politiche, economiche, di autorità religiose o civili. Le candidature erano oltre 2000, ma solo 25 sono i vincitori scelti nelle 8 categorie: Titus Brandsma; Cardinal Foley; fotogiornalismo; dialogo interreligioso; questione delle donne; solidarietà con i rifugiati; giornalismo d’eccellenza. Il conferimento dei premi avverrà durante il congresso internazionale dei media che si terrà per la prima volta in America Centrale, a Panama City, dal 29 settembre al 6 ottobre 2013. Per conoscere i vincitori di tutti i premi visita: http://www.icomworld.info/aw/2013/aa.htm Articolo originale in inglese a cura di Romeo Pelayo Vital Traduzione e adattamento a cura di redazione web (altro…)
Lug 5, 2013 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
François-Xavier Nguyên Van Thuân (1928-2002), arrestato poche settimane dopo la sua nomina a vescovo coadiutore di Saigon nel 1975, trascorre 13 anni in prigione, di cui 9 in isolamento. Dopo la sua liberazione è stato presidente del Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace. (http://www.vanthuanobservatory.org) Le righe che seguono, e che possono essere considerate un suo testamento spirituale, sono state scritte in prigione, a15 kmda Hanoi, nel 1980.
«Figli diletti, Mi trovo ad una nuova tappa: difficile, oscura e senza fine. Qui incontro pure dei pellegrini; li guardo come degli amici, e tutti gli avvenimenti come delle esperienze inestimabili. Perché tutto è grazia. Nella mia notte popolata di silenzio e solitudine, penso a voi tutti e a ciascuno, offrendovi tutti a Dio. Dio mi ha dato le ore più belle della mia vita. Mai preghiere erano state più ardenti, né messe più fervide, né più favorevoli le occasioni di unirsi all’amore di Dio per manifestare l’amore in mezzo all’odio e seminare la speranza nella disperazione. Si può perdere tutto materialmente, ma se Dio rimane, si ha ancora tutto. Dio è Amore. L’amore m’incoraggia ad amare come Dio ama. Non ho più nulla. Ma ogni giorno, offro l’amore di Dio a tutti nel cuore di Gesù e Maria. Io sono accanto a voi, amandovi e volendovi molto bene, poiché avete un posto di prim’ordine nel mio cuore. Vi ho lasciato qualche modesta esperienza nel Cammino della speranza. Leggete i miei pensieri più intimi alla luce della Parola di Dio e del Concilio. Meditate, pregate, lavorate affinché il vostro cuore trabocchi d’amore e di Speranza… Colmate le lacune e le debolezze dovute alle circostanze e alle insufficienze. È il mio testamento, sull’esempio di Paolo VI: «Il mio programma è realizzare il Concilio Vaticano II». Sforzatevi di accendere la fiamma della speranza nel luogo in cui vivete. Come Giovanni XXIII io consacro il resto della mia vita alla preghiera, al sacrificio, al servizio. Possano Gesù, Maria, Giuseppe rafforzare i vostri passi sul cammino della speranza». Tratto da: François Xavier Nguyen Van Thuan, Vivere le virtù, Città Nuova Editrice 2012, pp 7-8 (altro…)
Lug 4, 2013 | Chiara Lubich, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
“Andar alla memoria di chi ci ha fatto del bene è un controcorrente urgente, da promuovere oggi contro una cultura che sembra aver memoria unicamente verso l’aggressività e la negatività dell’essere umano”. Sono parole del psicoterapeuta e pedagogista Michele De Beni per il quale è importante far risaltare l’influenza positiva che l’educatore può esercitare nello sviluppo della personalità e delle sue potenzialità. Su queste tematiche si snoda il libro da lui curato ed edito da Città Nuova: “Essere educatori”, presentato il 3 maggio scorso presso l’Università di Bergamo – Dipartimento di scienze umane e sociali – che ha voluto ricordare la figura di Chiara Lubich educatrice. Partendo dall’originale esperienza della giovane maestra Silvia Lubich (più nota come Chiara), il volume si apre a tematiche pedagogiche attualissime: il valore della tradizione e dell’innovazione, la formazione delle coscienze, le questioni aperte dai nuovi saperi, la richiesta di nuove competenze, il bisogno di rinnovamento della didattica, la centralità della relazione educativa, dell’accettazione e del dialogo. Il libro è corredato da un DVD dal titolo “La maestra Silvia non aveva la matita rossa” – a cura di Donato Chiampi, contenente ricordi ed episodi inediti raccontati da ex allievi e da una collega. http://vimeo.com/50673907 La maestra Silvia non aveva la matita rossa Da Castello in Val di Sole dove Chiara insegnò nell’anno scolastico 1938-39, Caterina, Carmela, Dolores ed Edda raccontano che nella classe composta di 40-42 bambini di tutte e cinque le classi, la maestra non si limitava all’attività didattica, ma si imparava l’educazione, la fraternità e… “a volersi bene”. C’era anche qualcuno “scadente” – ricordano –, ma «finché non arrivava alla pari degli altri, lei ripeteva sempre, aspettava tutti. L’ultima settimana che è rimasta ha continuato a raccomandarci di essere unite, di aiutare, specialmente gli anziani». Finito l’anno scolastico Chiara continuò a mantenere i rapporti vivi con loro con delle letterine. Anche padre Contardo Zeni, francescano cappuccino, suo ex allievo a Cognola in un istituto per bambini orfani, dove Chiara insegnò in seguito, ricorda: «La maestra Silvia è stata veramente una mamma per noi! Quando interrogava chiedeva ‘Tu cosa ne pensi, che ne dici?’. In base alla risposta ricevuta metteva la sua parola. Rispettava la personalità e anche il bambino. Adesso lo capisco, vedeva al di là del volto umano, la presenza di Dio nella persona. Io non finisco mai di dire grazie a Dio per avermi fatto incontrare una persona così eccezionale».
Fraternità e centralità della persona, paradigmi da riportare al cuore del discorso educativo: su questi binari viaggia la proposta del meeting internazionale Learning Fraternity che si svolgerà dal 6 all’8 settembre prossimo a Castel Gandolfo (Italia), rivolto a tutti coloro che sono coinvolti a vario titolo: la famiglia, il comparto scuola, i catechisti, gli animatori di gruppi, gli studiosi del settore, gli stessi ragazzi. (altro…)
Lug 2, 2013 | Cultura
Venerdì 5 luglio, a Roma, si chiuderà il processo diocesano di beatificazione e canonizzazione del cardinale François Xavier Nguyên Van Thuân. Vietnamita, cattolico, fu rinchiuso 13 anni nella carceri di Saigon, appena nominato arcivescovo della capitale. Nel 1998 Giovanni Paolo II lo vuole presidente di Giustizia e pace. Città Nuova editrice segnala alcuni titoli pubblicati, che raccontano la sua intensa e profonda esperienza umana e spirituale sotto un regime ostile alla fede e messo in crisi dalla sua testimonianza. VIVERE LE VIRTÙ alla luce della Scrittura e del Concilio Vaticano II (2012) Una raccolta di alcuni dei pensieri del Cardinal Van Thuan composti clandestinamente in carcere che tematizzano le virtù cristiane, di cui lui stesso è stato testimone coraggioso e coerente. IL CAMMINO DELLA SPERANZA testimoniare con gioia l’appartenenza a Cristo (2010) «Questo libro è come una fonte fresca, limpida, inesauribile. È grondante di Vangelo. Per le sue mille massime, lo intitolerei: «Mille gocce di Vangelo»” (dalla presentazione del Card. Roger Etchegaray) Scritte nel corso dei suoi 13 anni di carcere, ricopiate clandestinamente, queste pagine di diario sono state il sostegno di migliaia di persone. Il manoscritto è giunto fino a noi grazie ai boat people, in fuga dal Vietnam e che grazie a questi scritti hanno trovato coraggio, fede e speranza pur nel dramma. Lucia Velardi (ed.) SPERA IN DIO! 100pagine di F.-X. Nguyên Van Thuân (2008) L’invito coerente, semplice e al tempo stesso solenne a non chiudere le porte alla speranza, ma anzi a coltivarla in sé e a suscitarla intorno a sé. DIECI A DA RICORDARE NELLA VITA Un itinerario di meditazione e di preghiera (2013, in uscita) A come Adorare, Ascoltare, Amare, Accettare…10 A che richiamano atteggiamenti chiave dell’essere cristiani. Un breve ma profondo itinerario di preghiera e meditazione nella forma della “decina”, più che della “novena”, sull’esempio di un grande testimone del nostro tempo. François Xavier Nguyên Van Thuân, dopo gli studi a Roma, dal 1967 è stato vescovo di Nhatrang (Vietnam). Nel 1975 è nominato arcivescovo coadiutore di Saigon (Hochiminhville). Viene arrestato poche settimane dopo perché accusato di complotto e di piani sovversivi contro il governo comunista. Dei suoi tredici anni in prigione, nove li ha trascorsi in isolamento. Liberato nel 1988, nella quaresima del 2000 Giovanni Paolo II lo invita in Vaticano per gli esercizi spirituali alla Curia Romana. L’anno successivo lo nomina cardinale. È morto a Roma il 16 settembre 2002. (altro…)
Lug 2, 2013 | Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Fin da piccolo – racconta frate Tarcisio Centis – ho potuto attingere dalla mia famiglia i valori cristiani nella specifica angolatura francescana. Proprio per questo, quando ho sentito la chiamata alla vita religiosa tra i francescani, ho risposto con entusiasmo. Il noviziato e gli studi teologici fatti ad Assisi — alle radici della vita di san Francesco—, mi hanno arricchito di una ulteriore luce e consapevolezza riguardo ai capisaldi della vita cristiana incarnati da Francesco. Durante gli studi teologici mi sono sentito attirato ad approfondire, in particolare, l’aspetto liturgico come valore fondante la vita cristiana: l’Eucarestia. La celebrazione eucaristica era veramente per me culmine e fonte di vita. Il contatto con la spiritualità di Chiara [Lubich] – prosegue – ha rafforzato in me la dimensione contemplativa, indicandomi nuove possibilità di vivere l’unione con Dio. Inoltre mi ha fatto riscoprire il valore del fratello come un “dono” (proprio come dice Francesco) visto sia nella sua individualità, che nella sua globalità e unità. E questo mi ha aiutato a sentirmi più Chiesa, nella fraternità conventuale e per l’aspetto missionario.
Dopo 12 anni di servizio nella missione in Indonesia, sono rientrato con l’esigenza di riposare e di ricaricarmi spiritualmente. Ho trascorso un periodo presso la Claritas di Loppiano — centro di spiritualità in cui religiosi provenienti da diverse congregazioni sperimentano l’unità nella diversità dei carismi — e ricordo che una sera a cena si è accesa una discussione molto forte con un altro missionario proprio sul valore della liturgia. Sono uscito dalla sala da pranzo col cuore agitato, e non riuscivo a tranquillizzarmi: sentivo quel fratello sempre più lontano. Poi è incominciato ad affiorare in me: “Come puoi dire di amare Dio che non vedi, se non ami il prossimo che vedi?”. Allora il fratello viene prima della liturgia? Sì, prima il fratello! Prima di andare a letto, l’ho cercato, sono riuscito a chiedergli scusa, ed ho ritrovato la pace; il nostro rapporto si è rafforzato. Ho capito, in quella circostanza, che la “liturgia del fratello” deve precedere la liturgia Eucaristica». Nel giugno 2012 fr. Tarcisio rientra per la seconda volta dall’Indonesia, dopo solo tre anni, a causa delle precarie condizioni di salute. Nuovamente soggiorna presso la Claritas. «Nel clima della cittadella – confida – pian piano riprendevo le forze fisiche ed anche quelle spirituali. Nonostante il clima sereno che respiravo, mi ritrovavo spesso a pensare alle difficoltà vissute in Indonesia con alcuni confratelli». «Il Padre Provinciale mi aveva detto di perdonare, ed io pensavo di averlo fatto, ma la radice di quella sofferenza era rimasta, e riaffiorava con qualche pensiero negativo… A volte ho sentito forte la tentazione di fuggire, per il contrasto che provavo tra l’ambiente in cui vivevo e questi sentimenti. Ho cominciato (…) a sforzarmi di amare Gesù in ogni fratello, fino a sentire una particolare unione con Dio. Giorno dopo giorno si sono sciolti dentro di me il rancore e la rabbia. È subentrata non solo una pace nuova, ma un rapporto con Dio più vero e più profondo, pieno di gioia». Adesso, pensando a quei fratelli, fr. Tarcisio non solo sente di aver perdonato, ma anche riconoscenza per essere stato “costretto” a percorrere la via proposta da Chiara che è la stessa proposta dal Concilio Vaticano II: il fratello via aperta ad ogni uomo. Fonte: Unità e Carismi, 1-2/2013. (altro…)
Lug 1, 2013 | Focolari nel Mondo
Il Card. Van Thuan racconta in pochi densi minuti, la storia della catena e della croce che portava. Costruite nei giorni della prigionia, continuando a riconoscere in ciascuno un fratello, a partire dagli stessi carcerieri. (altro…)
Lug 1, 2013 | Cultura
Partendo dall’originale esperienza della giovane maestra Silvia Lubich (la fondatrice dei Focolari, più nota come Chiara) il volume si apre a tematiche pedagogiche attualissime: il valore della tradizione e dell’innovazione, la formazione delle coscienze, le questioni aperte dai nuovi saperi, la richiesta di nuove competenze, il bisogno di rinnovamento della didattica, la centralità della relazione educativa, dell’accettazione e del dialogo. Il volume contiene il dvd La maestra Silvia non aveva la matita rossa http://vimeo.com/50673907 con interviste agli ex alunni di Chiara Lubich. Attraverso l’ascolto di queste interviste ci si potrà introdurre in un ambito poco conosciuto della sua vita e riflettere su come tante problematiche e scelte educative di allora si ripropongano nella loro piena attualità e urgenza. Michele De Beni, psicoterapeuta e pedagogista, è stato docente di Educazione degli Adulti, Scuola Internazionale di Scienze della Formazione (SISF),Venezia. Da anni collabora al Master “Intercultural Competence and Management”, Centro Studi Interculturali, Università di Verona ed è attualmente coordinatore del Progetto interuniversitario e interassociativo di “Educazione interculturale”, in collaborazione con l’Università di Skopje (Macedonia). È autore di numerose pubblicazioni. Per Città Nuova ha pubblicato Comunicare per amare (Roma 2006) e Educare. La sfida e il coraggio (2010) e dirige con Ezio Aceti e Giuseppe Milan la collana Percorsi dell’educare. (altro…)
Giu 30, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Circa due anni fa, nel giro di tre mesi, la mia dentatura si deteriora in modo drammatico. Vado dal dentista chiedendo un preventivo per i vari interventi da fare. Un colpo al cuore! Sono ben 10.000 Franchi svizzeri. Condividendo la decisione con mia moglie, vista l’urgenza, si decide di accettare il preventivo del medico e di procedere con le cure. La cura dura alcuni mesi e quindi abbiamo il tempo di prepararci all’importante spesa. Alla penultima seduta dal dentista vengo informato che sono subentrate alcune difficoltà e che quindi la spesa sarebbe aumentata per un totale di Fr. 11.280. Per restare nel preventivo mi propone di pagare Fr. 10.000 in ‘nero’. Probabilmente la proposta del dentista nasce dal desiderio, dato che sono suo cliente da tantissimi anni, di farmi risparmiare. Chiedo di dare la risposta alla prossima seduta perché ne voglio parlare ancora con mia moglie e decidere insieme. La spesa già preventivata era già grande per noi e 1.280 Franchi in più sono una grossa cifra. La tentazione di risparmiare è tanta! Subentra il pensiero che una parte potrebbe servire per aiutare qualcuno, o che si potrebbe darli in beneficenza, e tante altre scuse. Alla fine però decidiamo che come cristiani è giusto pagare la fattura completa. Dando la risposta al dentista, abbiamo cercato di volergli bene, ringraziandolo per la sua premura verso di noi per non metterlo in imbarazzo spiegandogli la ragione della nostra scelta. La provvidenza non si è fatta attendere! Lo scorso aprile nel compilare la dichiarazione dei redditi ho inserito la fattura del dentista. L’8 giugno, la risposta nel “date e vi sarà dato” giunge puntuale, con l’arrivo della cartella delle tasse per l’anno fiscale 2012. Dal riepilogo delle varie voci: federali, cantonali e comunali, ho costatato che per l’anno fiscale 2012 le mie tasse risultano inferiori di Fr. 1.611,25 rispetto a quelle dell’anno prima. Calcolando la differenza 1.611,25 – 1.280 ho risparmiato 331,25 Franchi!». (altro…)
Giu 29, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
http://vimeo.com/68603474 10 anni fa i bambini di una classe hanno iniziato con la loro maestra a tirare “il dado dell’amore”. Oggi, l’iniziativa si è estesa ai bambini di tutte le classi di Trento. I loro “atti d’amore” pubblicati sul giornale del Comune arrivano nelle case delle famiglie della città. E anche quest’anno l’appuntamento per tutti è stato in piazza Duomo. Il servizio con le immagini di Paolo Holneider e Donato Chiampi. (altro…)
Giu 27, 2013 | Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
http://vimeo.com/69223346
Il 14 e 15 giugno scorso un gruppo di 48 focolarini di 7 Chiese cristiane hanno approfondito alcuni punti importanti della spiritualità dell’unità nella sua dimensione ecumenica. In questa occasione abbiamo raccolto la storia di Hanneke, olandese, della Chiesa riformata. «Sono cresciuta in una famiglia riformata. Quando avevo 13 anni, con la morte di mia mamma, per me è cominciato un periodo difficile. Nessuno della mia famiglia andava più in chiesa, ma io sentivo di non lasciare Dio, così ho sempre cercato di avere contatti con la comunità della chiesa locale. All’età di 21 anni ho fatto la ‘professione di fede’, un momento importante nella Chiesa riformata; lì mi sono impegnata a dare tutto per costruire il regno di Dio, nella chiesa e nell’umanità. Anche quel giorno, come già da piccola, ho sentito che Dio voleva da me qualcosa di più. Nella mia ricerca ho incontrato la comunità di Taizé, dove ho visto un cristianesimo diverso da quello che avevo conosciuto prima, che si poteva vivere insieme. Poco dopo, attraverso una collega di lavoro, ho conosciuto la spiritualità dei Focolari. Non me ne ha parlato direttamente, ma ho capito dalla sua vita che aveva una dimensione spirituale molto forte. Ho cominciato a frequentare il focolare ad Amsterdam. Una volta sono capitata ad una festa di compleanno, una cosa molto semplice. Ma lì per la prima volta ho sperimentato quella presenza spirituale di Gesù, e ho compreso meglio il significato della frase “dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20). Vedevo messo in pratica l’amore scambievole e mi sono detta: anche io voglio vivere così. All’inizio non sentivo la differenza fra me che ero riformata, e la maggioranza degli altri che erano cattolici. Solo dopo qualche anno mi sono resa conto che eravamo diversi nel modo di professare la nostra fede, e mi venivano tante domande; a volte non mi sentivo capita. La chiave per proseguire su questa strada l’ho trovata in Gesù Abbandonato: riconoscere un suo volto nella piaga della divisione tra le chiese, dei nostri pensieri diversi, mi ha aiutato ad andare avanti. Mi sono trasferita ad Eindhoven nel sud dell’Olanda, dove la maggioranza è cattolica. Ho sperimentato da una parte una grande apertura, dall’altra imparato ad esprimere le mie perplessità o difficoltà, quando vedevo qualcosa che per la sensibilità riformata non andava bene; questo serviva a costruire rapporti più veri. Anche all’interno del Movimento dei Focolari siamo in molti appartenenti alla Chiesa riformata, di diverse vocazioni. Abbiamo fatto insieme belle esperienze di conoscenza reciproca, ad esempio alcuni viaggi a Roma, ed è cresciuta la coscienza che l’ecumenismo è un cammino comune, sia per i protestanti che per i cattolici. Da alcuni anni alcuni responsabili di varie chiese e movimenti si sono chiesti come dare all’Olanda una testimonianza di unità, anziché di divisione. Si è creato così il comitato “noi scegliamo l’unità”. Da lì si è proposta una giornata di riconciliazione fra tutte le chiese, alla quale hanno partecipato 4.000 persone. Questo lavoro continua oggi nel Global Christian Forum olandese. Ciò che trovo molto importante per l’unità dei cristiani è saper ascoltare l’altro fino in fondo. Devi essere proprio vuoto di te stesso per ascoltare; a volte pensi di sapere quello che l’altro vuole dire, ma devi prima ascoltare bene. Vivere l’insegnamento di San Paolo, di entrare nella pelle dell’altro, per accelerare l’unità». (altro…)
Giu 26, 2013 | Chiesa, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Cosa accade alla chiesa oggi? Come affrontare le sfide della trasmissione della fede alle nuove generazioni, gli scandali a cui si è andati incontro in diversi Paesi, l’abbandono della fede nel continente europeo? Come cogliere la vitalità e i doni che provengono da Asia e Africa? Sono le domande di fondo che animano la riflessione del gruppo di esperti del campo ecclesiale e del mondo della comunicazione composto da sacerdoti, religiosi, laici attivi in vari ambiti (missiologia, ecclesiologia, educazione, nuova evangelizzazione, culture giovanili) e in diverse parti del mondo, che si sono ritrovati a metà giugno a Castelgandolfo. Sono sfide rilevate a livello universale e secondo grandi aree geografiche, che nei vari contesti prendono forme diverse ma che, nell’insieme, possono contribuire a dare una visione di ciò che la Chiesa deve affrontare. Non è mancata la voce del sociologo, che ha richiamato le questioni a livello macro e micro con cui non solo la Chiesa, ma tutta la società, deve fare i conti: la gestione della complessità nel panorama globalizzato, il nuovo quadro delle relazioni e la creazione di coesione sociale. E si rilegge l’evento di Pentecoste 2013 come un coinvolgimento dei Movimenti nella prospettiva indicata dal Papa: “uscire fuori” per andare incontro all’uomo.
L’appuntamento, promosso dalla rivista di vita ecclesiale Gen’s, è giunto alla 3° edizione, il 12 e 13 giugno scorsi. Quest’anno all’apertura dei lavori è intervenuta anche la presidente dei Focolari, Maria Voce. Ha sottolineato come la «spinta che viene dal nuovo Papa a questa visione più vicina a tutti gli uomini, più sobria, più semplice», per il Movimento dei Focolari «deve significare l’impegno sempre rinnovato di edificare e di presentare quella chiesa comunione che il carisma [dell’unità] ci permette di vivere; comunione con Dio e con tutta l’umanità: l’uscire fuori a cui papa Francesco invita continuamente e che sentiamo particolarmente anche noi. Essere chiesa comunione e presentarsi come tali, anche fuori dalle strutture strettamente ecclesiali». E Giancarlo Faletti, copresidente dei Focolari, ricorda la “passione per la Chiesa”, che ha sempre animato Chiara Lubich, in particolare nell’immediato post-concilio, invitando tutti a continuare a riconoscere l’azione dello Spirito Santo che guida il Popolo di Dio.
La sfida delle nuove generazioni, e di conseguenza dell’educazione, emerge potente: ne è un esempio la recente Assemblea plenaria del Pontificio Consiglio della Cultura sulle culture giovanili emergenti, della quale sono stati raccolti gli elementi maturati a partire dal protagonismo dei giovani, dal linguaggio giovanile, e dalla conoscenza dell’universo giovanile per la trasmissione della fede cristiana. 5 parole per la mia chiesa: è il suggestivo titolo dell’intervento del teologo Piero Coda, in collegamento skype dall’Istituto Universitario Sophia, di cui è preside, nella cittadella internazionale di Loppiano. Le parole «sequela, popolo di Dio, dialogo, spirito ed ethos» sono da lui intese come linee di sviluppo della chiesa di oggi. «Lo Spirito Santo, infatti, è capace di generare nuove energie per rispondere alle domande più urgenti dell’umanità – spiega ancora –. È Lui che porta avanti la chiesa, e a volte lo fa con cambiamenti anche bruschi. E noi, che non siamo così duttili, abbiamo l’impressione di dover rifare tutto daccapo, ma dobbiamo guardare a questo cammino dello Spirito Santo nella Chiesa». Continua… (altro…)
Giu 25, 2013 | Parola di Vita
«Tutta la legge trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso»* Chi ama però non evita soltanto il male. Chi ama si apre sugli altri, vuole il bene, lo fa, si dona: arriva a dar la vita per l’amato. Per questo, Paolo scrive che nell’amore del prossimo non solo si osserva la legge, ma si ha «la pienezza» della legge. «Tutta la legge trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso» Se tutta la legge sta nell’amore del prossimo, occorre vedere gli altri comandamenti come mezzi per illuminarci e guidarci a saper trovare, nelle intricate situazioni della vita, la via per amare gli altri; bisogna saper leggere negli altri comandamenti l’intenzione di Dio, la sua volontà. Egli ci vuole obbedienti, casti, mortificati, miti, misericordiosi, poveri… per realizzare meglio il comandamento della carità. «Tutta la legge trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso» Ci si potrebbe chiedere: come mai l’Apostolo omette di parlare dell’amore di Dio? Il fatto è che l’amore di Dio e del prossimo non sono in concorrenza. L’uno, l’amore del prossimo, è anzi espressione dell’altro, l’amore di Dio. Amare Dio, infatti, significa fare la sua volontà. E la sua volontà è che amiamo il prossimo. «Tutta la legge trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso» Come mettere in pratica questa parola? È chiaro: amando il prossimo; amandolo veramente. Ciò significa: dono, ma dono disinteressato, a lui. Non ama, colui che strumentalizza il prossimo per i propri fini, anche i più spirituali, come può essere la propria santificazione. Occorre amare il prossimo, non noi stessi. È indubbio, però, che chi ama così si farà santo davvero; sarà «perfetto come il Padre», perché ha compiuto il meglio che poteva fare: ha centrato la volontà di Dio, l’ha messa in pratica: ha adempiuto pienamente la legge. Non saremo forse esaminati alla fine della vita unicamente su questo amore?
Chiara Lubich
Parola di vita pubblicata in Città Nuova, 1983/10, p.40.
Giu 25, 2013 | Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Workshop di danza, percussione, canto, teatro: nel nuovo spettacolo del gruppo musicale Gen Verde i giovani partecipano ai laboratori proposti e costruiscono insieme alle artiste alcuni momenti della messa in scena. La cittadella di Loppiano (Italia), sede del gruppo musicale, ed il Polo Lionello Bonfanti, dal 13 al 15 giugno hanno accolto 48 giovani di provenienza toscana ed internazionale che si sono messi in gioco in un “numero zero” dello spettacolo, divenendo protagonisti dell’allestimento. “Le discipline artistiche – affermano le ragazze del Gen Verde – portano spontaneamente ad un livello di comunicazione attraverso il quale si creano rapporti di una profondità inaspettata riuscendo a creare occasioni di dialogo in un clima incoraggiante e di condivisione” . “La gioia visibile che sprizzava dagli occhi di tutti – proseguono – veniva anche dalla scoperta che si può dare più di quanto ci si aspetta da noi stessi. Il risultato finale è stato importante in quanto prodotto da tutti”. I ragazzi e le ragazze coinvolti alla fine delle giornate hanno colto quanto sia importante che ciascuno si senta valorizzato e nessuno escluso, oltre alla gioia “vera” di comunicare agli altri un messaggio comune. “La gratitudine reciproca e inarrestabile non smetteva di essere dimostrata – conclude il Gen Verde – . Difficile lasciarci dopo aver realizzato un piccolo assaggio di quello che sarà il nostro nuovo concerto”. (altro…)
Giu 24, 2013 | Chiara Lubich, Cultura, Ecumenismo, Famiglie, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
È partita la mostra itinerante “Chiara Lubich: protagonista di un nuovo tempo”, per commemorare la figura della fondatrice del Movimento dei Focolari, a cinque anni dalla sua scomparsa. Aeroporto, Mercato Pubblico, Consiglio Comunale, Assemblea Legislativa, associazioni di solidarietà, sono alcune delle tappe previste. Grande attesa anche nel Parco della Redenzione, nella settimana precedente alla Giornata Mondiale della Gioventù. La prima tappa ha avuto luogo dal 13 al 25 maggio nella Hall della Biblioteca Centrale della Pontificia Università Cattolica di Rio Grande del Sud. La vita e l’opera di Chiara Lubich sono state presentate attraverso sette banner che raccontano le origini del Movimento, i suoi primi passi e l’evoluzione di una vita evangelica che oggi si declina in diverse realtà sociali. Si passa dalla dimensione ecumenica del Movimento, con il profondo rapporto di amore reciproco con chiese cristiane e non cristiane, a quella con persone di convinzioni diverse. Un altro banner mostra la realtà dei giovani. Si evidenzia una nuova generazione che ha delle proposte concrete di rinnovamento della società, convinta che la fraternità universale, se vissuta e costruita giorno dopo giorno, porta alla vera realizzazione umana così freneticamente cercata dai giovani in forme diverse. La famiglia è un altro aspetto fondamentale per la trasformazione della società, per mantenere i valori più genuini che assicurano il senso della vita e dei rapporti sociali.
Nell’expo troviamo anche messo in rilievo un progetto che riguarda l’Economia di Comunione, lanciata proprio in Brasile nel 1991, in una delle visite di Chiara Lubich. La proposta: gestire aziende che siano economicamente sane e che cerchino, allo stesso tempo, di agire per combattere le disuguaglianze sociali e di favorire la formazione di una nuova mentalità imprenditoriale. Dall’economia alla politica. In questo campo il Movimento dei Focolari s’impegna a lavorare per il bene comune, avendo come base la categoria politica della fraternità. La politica, insomma, vissuta come servizio, “Amore degli amori” secondo una definizione di Chiara Lubich. Nel sociale, il progetto Associazione Famiglie solidali, che aiuta decine di bambini in un quartiere nella periferia della città. Progetti simili sono sparsi nel mondo e sono sorgente di speranza per tante famiglie che subiscono privazioni materiali e spirituali. Su un grande schermo, un video racconta la storia del Movimento. Ed ancora, ci sono spazi di condivisione di iniziative individuali e collettive che hanno alla base la regola d’oro (fare all’altro ciò che vorresti fosse fatto a te), presente in quasi tutte le religioni. La mostra continua in altri luoghi di rilevanza culturale della città di Porto Alegre, in cui poter conoscere la figura di Chiara, “protagonista di un nuovo tempo”; e le implicanze che il carisma dell’unità ha avuto e ha nei vari ambiti della chiesa e della società. (altro…)
Giu 22, 2013 | Chiesa, Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Il Comitato di Orientamento di Insieme per l’Europa con i suoi otto membri – appartenenti della Chiesa cattolica, ortodossa ed evangelica – si è incontrato nella sede romana della comunità di S. Egidio il 4 e 5 giugno scorsi. Scopo principale: confrontarsi sui frutti dell’anno trascorso e capire insieme le prossime tappe, cercando di leggere “lo spartito scritto in cielo” come amava dire Chiara Lubich. In molte delle 152 città collegate il 12 maggio 2012 è iniziata o si è incrementata una dinamica locale di vivace collaborazione tra Movimenti e Comunità di varie Chiese. In vari Paesi esiste, poi, un comitato nazionale di “Insieme per l’Europa” come una rete che sostiene questa comunione. Andrea Riccardi (fondatore della comunità di Sant’Egidio), sottolinea la responsabilità di continuare ad uscire fuori senza essere autoreferenziali, citando Papa Francesco. È la “cultura dell’incontro” – ribadisce la presidente dei Focolari Maria Voce riferendosi ancora a Papa Francesco -, “la cultura di amicizia e di apertura all’altro che sperimentiamo in questo cammino di comunione e che dà speranza al nostro Continente e non solo”. Reduce da un viaggio in Germania, racconta di incontri con varie personalità che vedono in ‘Insieme per l’Europa’ un esempio capace di unire i cuori. Gerhard Pross, del Convegno di responsabili/Ymca, racconta di come il 23 maggio 2013, nell’Accademia cattolica di Stuttgart-Hohenheim si sono incontrati rappresentanti della Chiesa evangelica in Germania, della Chiesa cattolica e di altre Chiese, su invito di alcuni Movimenti e Comunità unite nella rete di “Insieme per l’Europa”. Il presidente della EKD (Evangelischen Kirche in Deutschland) Nikolaus Schneider, l’arcivescovo Robert Zollitsch (Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca), il vescovo Gerhard Feige e il vescovo regionale Heinrich Bedford-Strohm nei loro interventi hanno incoraggiato a contribuire ad un intenso e aperto scambio sulle questioni ecumeniche, particolarmente attuali per il 50° della chiusura del Concilio Vaticano II e in vista dell’anniversario della Riforma nel 2017. Alcuni elementi emersi sono: il ritorno a Cristo come centro comune; la comune rielaborazione della storia a livello regionale e nazionale; il porre segni di riconciliazione e la coscientizzazione alle sensibilità della Chiesa dell’altro. Christophe D’Aloisio (Syndesmos) ha presentato, in un’interessante visione, l’attualità di alcune comunità ortodosse in Europa. La fitta agenda dell’incontro del 4 giugno prevedeva varie tematiche. Si è cercato, come ha suggerito Padre Heinrich Walter, del Movimento Schönstatt, di mettere a fuoco il progetto di Dio su ‘Insieme per l’Europa’. Guardare alle “periferie esistenziali”, alle povertà materiali e spirituali che affliggono l’Europa per contribuire al bene comune con i carismi ricevuti da Dio: è questa una delle priorità. Tra l’altro si mette in programma per l’anno prossimo un convegno per esperti e responsabili di Movimenti interessati allo sviluppo di un’economia equa.

Incontro con il Card. Stanislaw Rylko
Regna fra tutti un clima solenne, che si fa preghiera quando si legge il versetto del Vangelo di Giovanni: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,34-35). È questo passo di Giovanni che, a partire dal 2001 a Monaco di Baviera divenne la base dell’agire tra responsabili di Movimenti e Comunità di varie Chiese e che rende possibile e sempre straordinariamente nuovo il cammino di ‘Insieme per l’Europa’. Il 5 giugno mattina, i responsabili presenti a Roma sono stati ricevuti dal card. Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici. Egli ha incoraggiato i progetti, sottolineato il contributo che le comunità e i movimenti possono dare per risvegliare la responsabilità per l’Europa unita e messo in evidenza la “novità” che la dimensione ecumenica di ‘Insieme per l’Europa’ sta diffondendo. «È Dio che deve tornare al centro della vita dell’uomo – ha affermato – e Dio torna quando gli uomini si lasciano toccare da Dio». Il cardinale ha individuato nei carismi luoghi in cui Dio tocca gli uomini e li trasforma, rendendoli testimoni credibili del Vangelo. (altro…)
Giu 22, 2013 | Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Noi stiamo bene. Da Damasco e da Aleppo vi salutiamo! In questo momento un gruppo di noi è ad un incontro di giovani, che si fa ormai da due mesi regolarmente in una parrocchia, perché vogliono conoscere l’ideale dell’unità. Certo, la “notte” nel Paese si fa sempre più scura, non si sa fino a quando ce la faremo a resistere sia a livello di stress, che a livello economico. I prezzi sono alle stelle, la gente nella grande maggioranza pensa solo a garantirsi il cibo, perché tutto il resto è diventato superfluo e questo per persone abituate a lavorare è come uno schiaffo, sentono che anche la loro dignità è stata calpestata da questa guerra. In tante località o quartieri poi si convive con il rischio, quando si esce di casa, ci si chiede: rientreremo? Ci sono poi i due Vescovi e i due sacerdoti rapiti di cui non si sa assolutamente nulla e per i quali si levano preghiere incessanti come per le altre persone rapite. Ma in questa “notte”, ve lo possiamo assicurare, c’è una luce molto forte e sono le parole di Gesù, l’insegnamento di Chiara Lubich, che ci ripete di vivere l’attimo presente, di amare, restare uniti, tenere viva la presenza spirituale di Gesù tra noi. E allora ecco il miracolo che davvero ci stupisce: viviamo “fuori di noi”, per gli altri, non pensiamo che ad amare, a disarmarci continuamente di fronte ai risentimenti o anche alla rabbia che si può provare nel cuore, a migliorare i rapporti tra noi e con tutti. Questo ci fa restare in una certa normalità, ci dà la pace e in tanti sentiamo che è proprio qui il nostro posto, perché proprio qui si può portare l’unità e la serenità, e di questo la gente è assetata. Un giovane che fa il servizio militare e lavora negli uffici, in un posto che subisce molti attacchi, ci ha raccontato che durante uno degli ultimi, molto forti, mentre scappava con i colleghi nel rifugio, si è reso conto che uno di loro era stato colpito e giaceva a terra. Per un attimo il dubbio: “Torno indietro ad amare questo fratello o continuo a scappare?”. Nel cuore, chiara, una voce che gli diceva: “Non avere paura, Io sono con te”. È tornato indietro, si è tolto la camicia per arrestare il sangue che scendeva dalla gamba e ha aspettato, sotto i colpi, l’arrivo dell’ambulanza. In questo momento in cui ci sentiamo uniti a tutti voi, vorrei ringraziare ciascuno degli aiuti che ci arrivano in vari modi e che ogni volta ci commuovono. Sono un segno di quella realtà di famiglia che ci accompagna sempre. Sono preziosissimi, ci permettono di fare sentire a Gesù nel fratello quell’amore che ognuno di voi ha per Lui, di consolarLo, di darGli la forza di resistere e non disperare. Se siamo qui è perché voi e tanti con voi ci siete e ci sono, e allora quindi un grandissimo grazie, grazie e un saluto speciale da tutti qui, dalla Siria». Maria Voce, a nome delle migliaia di persone collegate via internet, risponde: «Anche noi siamo qui perché voi ci siete, e continuiamo a essere insieme a portare avanti tutto insieme, a pregare, a sostenervi in tutti i modi che possiamo!». Si possono far arrivare aiuti concreti alla Siria attraverso l’AMU (Associazione Mondo Unito). Le coordinate bancarie le trovate sul sito dell’AMU-Emergenza Siria. (altro…)