Lug 3, 2018 | Cultura, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Chiara Luce Badano, morte en 1990 à lâge de 18 ans, en Italie, est un témoin privilégié de lappel universel à la sainteté : enfant, jeune fille, elle navait pas de vocation particulière sinon celle de tout chrétien à être disciple de Jésus. Elle indique une voie toute simple, offerte à tout un chacun, qui porte aux plus hauts sommets de lunion mystique, c’est-à-dire à lassimilation au Christ. Chiara Luce Badano nous conduit sur son chemin personnel, plongé dans une profonde expérience communautaire au sein dun Mouvement dÉglise, les Focolari, caractérisé par la spiritualité de lunité. Elle nous enracine dans la Parole de Dieu, parole de vie éternelle, cette vie éternelle dont elle a reçu un avant-goût durant les deux ans de sa maladie. Ayant eu de Jésus une connaissance privilégiée, une foi claire et vive qui a bouleversé bien des témoins, elle nous ouvre des horizons quant à la qualité de notre foi et à son contenu. Un livre pour lannée de la foi. Nouvelle Citté
Giu 11, 2018 | Focolari nel Mondo
“Il tempo e l’infinito”, l’audiolibro della Collana PhonoStorie, a cura di Rete Europea Risorse Umane e Caritas Italiana, dedicato a Chiara Luce Badano, verrà presentato a Roma. Se il mondo giovanile è spesso un enigma e forse è guardato dagli adulti con una certa apprensione, il “caso” Chiara Luce Badano rappresenta una delle più felici smentite. Una malattia inattesa e mortale, a 17 anni, diventa per la giovane, beatificata il 25 settembre 2010, l’occasione di una strada luminosa e coinvolgente, percorsa con coraggio e straordinaria intensità. La conferenza di presentazione sarà moderata da Gianni Bianco, giornalista RAI-TG3. Interverranno Il Card. Francesco Montenegro e Mons. Francesco Soddu, Presidente e Direttore della Caritas Italiana, insieme a Mite Balduzzi e Roberto Tietto, della Rete Europea Risorse Umane. Per informazioni: comunicazione@caritas.it, comunicazione@rerum.eu
Apr 19, 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
«Sono passati 18 anni, ma l’onda di quell’evento ancora muove tutti noi che vi abbiamo partecipato. Qualche mese prima, nel dicembre del ‘99, ero arrivato a Roma. Cominciava per me un periodo in cui avrei lavorato, come grafico, al Centro gen internazionale, in preparazione al Genfest. Non potevo ancora immaginare quali sorprese mi avrebbe riservato quell’anno! Un giorno di febbraio, mentre mi trovavo solo con la mia chitarra, pensavo a Chiara “Luce” Badano: era una gen come noi, morta dieci anni prima, e nei suoi ultimi momenti di vita aveva offerto il suo dolore per la riuscita del Genfest. Mi venne l’ispirazione, tuttora non so spiegarmi come, di una canzone dedicata proprio a lei: “Corri, corri, dimmi che non c’è nulla da temere. Corri, corri, brilla, brilla che la tua luce ora è in me”. Non potevo che intitolarla: “Luz”, luce. Il giorno dopo, a Loppiano, era in programma il primo di una serie di appuntamenti con il gruppo che doveva curare le musiche. Si trattava di scegliere le quattro canzoni ufficiali del Genfest. Un po’ teso, proposi anche quella, cantandola davanti a tutti. “Luce” venne scelta, e da allora in poi, fino a oggi, è stata cantata e tradotta in diverse lingue, divenendo il simbolo di un’esperienza fatta propria da tantissimi giovani, dietro l’esempio di Chiara Badano, che nel 2010 è stata proclamata beata. Tempo dopo i suoi genitori, Maria Teresa e Ruggero, mi hanno detto, abbracciandomi: “Hai trovato il modo migliore per farla conoscere, perché chi canta prega due volte!”.
Quel Genfest, il primo organizzato completamente da noi giovani, era una vera sfida, un’esperienza di unità tra noi e di maturità. Arrivato il momento della scelta di un logo, feci una proposta, il segno di un’onda che sarebbe rimasta incessante nel tempo. E, altro grande regalo, anche quel logo venne scelto! Tutto era pronto il 17 agosto. Di buon mattino eravamo già sul palco per il sound check e gli ultimi preparativi. Prima dell’inizio, 25 mila persone erano in attesa di entrare nello Stadio. Tre, due, uno…con una percussione dai ritmi diversi e un suono sottile e incessante, come un battito cardiaco, finalmente ebbe inizio quello che stavamo preparando da mesi. Un programma ricco, per mostrare ai giovani di tutto il mondo che l’unità era possibile. Intorno alle 18,30 era il mio turno, con una canzone che avevo composto in Costa Rica quattro anni prima (“Basta un sorriso”).
La storia di Chiara “Luce” Badano, presentata come un esempio di santità a soli 18 anni, mentre scorrevano le immagini del suo volto luminoso e sorridente sul grande schermo, venne accolta in un silenzio assoluto. Sembrava di vivere un attimo di eternità. Subito dopo, i primi accordi di “Luce”. Infine il momento più atteso, la proposta di Chiara Lubich: “L’idea di un mondo più unito, per cui molti giovani oggi si battono, non sarà solo utopia, ma diverrà, nel tempo, una grande realtà. E il tempo futuro è soprattutto nelle vostre mani”. Quindi il lancio del “Progetto Africa”. Ma non era finita, ancora ci aspettava il grande appuntamento della GMG, il 19 e 20 agosto, nella vicina spianata di Tor Vergata, con Giovanni Paolo II. Un’altra giornata storica, con due milioni di giovani, a cui nemmeno il caldo del giorno e il freddo della notte avevano spento la gioia di stare insieme. Indimenticabile la consegna del Papa: “Non abbiate paura di essere i santi del Terzo millennio”. Prima di ritornare nel Costa Rica, nel dicembre di quell’anno, ho avuto la possibilità di salutare personalmente Chiara Lubich e di lasciarle un ricordo di quella magica esperienza che avevo vissuto quell’anno: un piccolo libretto. Ma i regali per me non erano finiti: dopo tanti anni, ho incontrato una ragazza austriaca che come me aveva partecipato a quel Genfest, Tina. Ora è diventata mia moglie!».
Sandro Rojas Badilla
Ascolta: “Basta un sorriso” Ascolta: “Luz” Foto: Sandro Rojas Badilla (altro…)
Nov 3, 2017 | Chiara Lubich, Chiesa, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Cosa può avere di così speciale la storia di un’adolescente e perché la sua vita continua a illuminare chiunque vi si imbatta anche solo per un attimo? Lo racconta un gruppo vivacissimo e internazionale di giovani, presenti a Loppiano (Firenze, Italia) all’evento “24 ore di Luce”, dalle 12 di sabato 28 ottobre alla stessa ora del giorno successivo. Una esperienza di fraternità, segnata per tutti dall’incontro con Dio. La stessa esperienza vissuta da Chiara Luce Badano. Aveva solo 18 anni quando, colpita da un cancro senza speranza di guarigione, ha testimoniato fino all’ultimo respiro che solo in Dio Amore si può trovare la pienezza della gioia, e nel donarsi agli altri il senso e il sapore della vita. Il 25 settembre 2010 è stata proclamata Beata. Nel mese dedicato alla festa liturgica che la ricorda, molti gli appuntamenti in tutto il mondo per proporre l’esempio della sua vita. «Un raggio di luce brillantissimo oggi ha illuminato anche noi – dicono i giovani presenti a Loppiano – e continua a illuminare tanti. Con Chiara Luce, guardando a Gesù Crocefisso e Abbandonato, troveremo la possibilità di non tremare di fronte a qualsiasi situazione. Anzi, diverremo raggi di luce lì dove viviamo, per guidare questa nostra umanità verso la fraternità universale». U
n programma ricco di canzoni, brani recitati, danze, condivisioni di esperienze con il timbro della spensieratezza tipico dell’età, e l’impegno di chi è consapevole di avere una vita sola. Prendono sul serio le parole di Chiara Lubich, che, ai giovani, parlava sempre con grande franchezza: «Vivere per una cosa così-così è troppo ‘magra’ per un giovane. Conviene vivere per qualcosa di grande. Amore, dunque, amore seminato in molti angoli, perché diventi realtà una invasione d’amore, e si realizzi, anche per il nostro contributo, la civiltà dell’amore che tutti attendiamo». La sera del primo giorno, mentre all’esterno il bagliore delle stelle e le scintille di un falò sembrano toccarsi, una folla di persone di ogni età gremisce, all’interno, una sala, in occasione della sua intitolazione a Chiara Luce. L’immagine della beata, tolto il telo che la copriva, sprona i presenti a diventare a loro volta “luce”, a formare, anche sulla terra, nuove e diverse costellazioni, fatte di persone che si amano a vicenda.
Domenica mattina, 29 ottobre, l’Auditorium della cittadella di Loppiano è gremito di giovani. Grazie a una diretta streaming il messaggio di Chiara Luce percorre migliaia di chilometri, raggiungendo anche un gruppo del Nepal. La messa conclusiva è stata celebrata nel santuario dedicato a Maria Teotokos che non riusciva a contenere la folla in festa, per la giovane beata, proposta come testimone per il prossimo sinodo dei giovani del 2018. «Cosa ci resta dopo queste 24ore? Amore, pienezza, luce, sicurezza, fiducia che la vita può cambiare. Ma anche la necessità di un lavoro di squadra, di sacrificio, di unità a scapito dell’orgoglio. Chiara Luce ripeteva spesso che chi ama non è piccolo. Infatti, la sua grandezza si è manifestata chiaramente quando ha detto sì anche al dolore incomprensibile della malattia. In quel dolore lei ha trovato Gesù, uno come lei, un uomo che sulla croce ha gridato l’abbandono. Guardando al Suo esempio potremo diventare anche noi un raggio di luce, pronti a rischiarare il buio in cui è immerso il mondo». Fonte: Loppiano online: http://www.loppiano.it/ Foto su Flickr
Rivedi lo streaming https://www.youtube.com/watch?v=1XbJVCElU_o&feature=youtu.be (altro…)
Nov 14, 2016 | Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Cinquant’anni di vita, ma la stessa freschezza e lo stesso ideale degli esordi. Sono i Gen, la nuova generazione dei Focolari che, dal 17 al 20 novembre, si riuniranno a Castelgandolfo per il loro congresso. Un migliaio, provenienti da tutte le latitudini del mondo. Non un congresso ordinario, ma una grande festa per celebrare il loro 50° anno di vita.

La giovanissima Chiara Luce Badano beatificata nel 2010
Era il 1966 quando Chiara Lubich lanciò un appello ai giovani del Movimento dei Focolari, perché chiamassero a raccolta il più gran numero possibile di loro coetanei per realizzare il testamento di Gesù, “che tutti siano uno”. Oggi i Gen sono sparsi ovunque, appartengono a diverse fedi religiose, parlano tutte le lingue e gli idiomi del mondo, ma hanno lo stesso entusiasmo e radicalità evangelica di allora. È una Gen la prima persona che, vivendo la spiritualità dell’unità di Chiara Lubich, è giunta agli onori degli altari. La giovanissima Chiara Luce Badano, morta nel 1990 a 18 anni e beatificata nel 2010, è diventata per tutti, giovani e non solo, un esempio di come si possa testimoniare la fede nell’amore di Dio persino in situazioni di malattia e sofferenza. Il 29 ottobre di ogni anno la giovane beata è venerata in tutto il mondo.
Anche a Iringa, in Tanzania, poche settimane fa, i Gen hanno organizzato una festa per proporla come modello di vita. Hanno radunato un centinaio di giovani e proiettato il video di Chiara Luce in lingua swahili, accompagnato da esperienze e danze tipiche. «Ho imparato tante cose, per esempio che devo amare sempre chi è vicino a me. E qui ho visto che nell’amore si può stare insieme nonostante la nostra diversità». «Quello che mi ha toccato è la pazienza di Chiara Luce. Lei ha accettato tutto della sua malattia, vivendo ogni momento senza lamentarsi». Nonostante gli ostacoli, non si fermano. Da 50 anni. Unstoppable generation. Chiara Favotti
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