27 Mar 2015 | Chiara Lubich, Ecumenismo, Spiritualità
Istanbul: il Patriarca Bartolomeo fa gli onori di casa nella chiesa ortodossa di Aya Strati Taksiarhi per l’appuntamento che coinvolge oltre un centinaio di rappresentanti del mondo ortodosso e cattolico, in occasione del 7° anniversario della fondatrice dei Focolari, Chiara Lubich. Ci sono i metropoliti Ireneos, Apostolos ed Elpidoforos; due archimandriti, Patera Vangeli, che ha tradotto in simultanea dal greco al turco e il Grande Archimandrita Vissarion. Presenti anche l’arcivescovo degli Armeno Cattolici, Levon Zekiyan e il vescovo cattolico, Louis Palâtre, oltre a religiose e religiosi. Da Roma, per addentrarsi nella presentazione dei volumi di Chiara tradotti in greco, la linguista Maria Caterina Atzori, del Centro studi dei Focolari. A moderare gli interventi, da Atene, il giornalista Nikos Papachristou. «Nel corso dei secoli, la divina epifania del Signore si è manifestata in tanti modi, per far comprendere all’umanità le cose di Dio», ha esordito il Patriarca, dopo aver aperto l’incontro con una preghiera per Chiara, intonando l’inno allo Spirito Santo. «Egli non si è stancato di far sorgere tra noi santi uomini e sante donne, che con il loro esempio, con il loro amore poggiato sulla filantropia divina e con la parola ispirata dallo Spirito Santo, continuamente sollecitano una “metanoia”, una conversione del cuore per tutta l’umanità sofferente».

Video “Atenagora, Paolo VI e Chiara Lubich”
Nel suo discorso, letto aggiungendo a braccio commenti spontanei, ha tracciato la figura spirituale di Chiara, da testimone diretto della sua storia, in particolare degli incontri tra lei e il Patriarca Athenagoras: «Come non cogliere la Sapienza di Dio nell’opera benedetta che la nostra sorella sempre ricordata Chiara, ha offerto alle nostre Chiese, alle nostre Società e a tutti gli uomini di buona volontà. Colei che il nostro amato Predecessore, di venerata memoria, il Patriarca Athenagoras, chiamava amabilmente Tecla, la discepola di Paolo, colei che è uguale agli apostoli e protomartire». E ha ripercorso i tratti salienti del cammino di spiritualità da lei aperto nella chiesa e oltre: «La mite Chiara ha risposto alla chiamata di Dio, facendosi in tutto simile al suo Maestro, ma soprattutto lasciandosi rendere vaso che offre vie di salvezza, al fine di portare tutti a Cristo. La sua vita si è spesa a trovare vie di incontro e di dialogo con tutti, contraddistinta dal profondo rispetto per ogni cultura nella quale sapeva condurre il cammino dell’incontro, della conoscenza reciproca e della collaborazione reciproca».
«Chiara Lubich inizia il suo percorso di vita, dedicata al Signore, nelle sofferenze della guerra. In questa sofferenza vive il Cristo crocifisso e abbandonato e comprende che non c’è Resurrezione senza passare attraverso la caduta. E la sofferenza di Cristo diviene la sua personale sofferenza, mai però disperazione». «La sua vita è contraddistinta da una passione per la Santa Scrittura, la Parola di Dio che in lei diviene Parola fondante, viva, esaltante. Ha vissuto fino in fondo il comandamento del Signore. “(…) come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv. 13,34) E questo comandamento si è personificato in lei fino a contagiare un numero sempre maggiore di persone, diverse tra loro, anche di diversa fede, ma unite in un ideale concreto di comunione. Chiara è sempre stata anche figlia fedele della sua Chiesa, condividendo e vivendo in se stessa la via della sua Chiesa. E in questa convinta partecipazione, ha sentito il dramma della divisione, il dramma della impossibilità di partecipare allo stesso Calice. In lei fanno eco le parole ancora del nostro venerabile Predecessore, inviatele nel 1969: “Dov’è il Cristo Salvatore? Divisi gli uni dagli altri, noi l’abbiamo cacciato. È Da qui che provengono le nostre disgrazie”. E che fanno le Chiese? Stanno mercanteggiando su Colui che non ha presso e da qui il loro triste frazionamento” (Messaggio del 21 febbraio 1969). Percependo il grido di dolore per la lacerazione, offre tutta se stessa per il carisma dell’unità, facendosi strumento nelle mani di Dio per incontrare i capi delle Chiese, come i semplici fedeli. Ma non si ferma a questo: sollecita, sprona, invita, propone di trovare vie di comunione nuove». «Chiara ha anche un amore tutto particolare per la Santa e Divina Eucarestia del Signore. In essa percepisce il dono d’amore di Colui che si è offerto una volta e per sempre, per attrarre a sé l’uomo. Potremmo affermare che in lei si forma una coscienza eucaristica dell’unità». «Ancora un altro aspetto possiamo scorgere nell’opera di Chiara: l’unità dalla Trinità, attraverso l’Eucarestia, passa sulla famiglia. (…) Il luogo dove può splendere l’amore scambievole che lega naturalmente i suoi membri. (…) È in questo contesto che l’unità della famiglia umana si intravede in tutti i suoi aspetti, nella società, nella politica, nell’economia, nel rispetto dell’opera di Dio per ciascuno di noi singolarmente e in tutta la sua meravigliosa creazione. Il messaggio e l’opera di Chiara pertanto risultano essere sempre più attuali, soprattutto nel contesto mondiale in cui stiamo vivendo». Risulta così particolarmente apprezzato «il dono che il Movimento dei Focolari offre oggi nel presentare la traduzione in Lingua Greca dell’opera di Chiara Lubich. La accogliamo come un dono tra fratelli, dono che sicuramente farà apprezzare anche al pubblico greco, al fedele greco-ortodosso, questo meraviglioso messaggio di unità e d’amore». E prima di impartire la sua benedizione, si rivolge a Chiara perché interceda «perché l’alba di un nuovo giorno per questa umanità ferita e divisa possa sorgere presto e che i sentimenti per i quali Ella ha speso tutta la sua vita, diano abbondanti frutti, lì dove oggi non scorgiamo altro se non tenebre e martirio di sangue». (altro…)
24 Mar 2015 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Chiesa, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità

Il centro evangelico di formazione “Haus Schoenblick” (Schwaebisch Gmuend)
150 responsabili di movimenti evangelici e chiese libere, nella variegata realtà del mondo evangelico, e alcuni rappresentanti di movimenti cattolici, si son posti una domanda: come rimanere fedeli al proprio carisma nei momenti di forte cambiamento? È la situazione in cui si trovano diversi movimenti, sorti nel secolo scorso per rispondere all’una o all’altra delle sfide dell’ideale cristiano, e alla ricerca oggi di nuove risposte, adatte ai tempi che viviamo, sempre fedeli alla radice che li ha originati. All’appuntamento di quest’anno del “Convegno di responsabili”, Gerhard Pross, moderatore e tra i volti più conosciuti di Insieme per l’Europa (la rete di movimenti cristiani che lavora insieme per il continente europeo) ha fortemente voluto la presenza di Maria Voce, presidente dei Focolari, e prima a succedere a Chiara Lubich alla guida del Movimento dopo la sua scomparsa nel 2008. La riflessione di Maria Voce ha aiutato a comprendere la differenza tra la fase di fondazione, il “periodo carismatico”, “pieno di sorprese, nuovo, dinamico, luminoso” e la fase della maturità, il “periodo della fedeltà creativa” di un movimento, in cui “far crescere, sviluppare, moltiplicare” quanto intuito e fatto nascere dalla fondatrice/fondatore, con originalità. Ha continuato raccontando l’impegno dei Focolari a vivere un protagonismo diffuso di quanti ne vivono la spiritualità e ne condividono i fini, e soprattutto a “uscire” sempre più fuori “nei vari ambienti della vita e della società”, senza limitarsi a vivere e testimoniare l’unità al suo interno, ma portando lo spirito e l’esperienza di unità in tutto il mondo, “perché tutti siano una cosa sola” (Gv. 17,21), il fine specifico dei Focolari. «Non possiamo perciò pensare a noi – afferma Maria Voce – dobbiamo “uscire”, donarci per essere noi stessi». Fondamentale per andare oltre se stessi, la scelta di Gesù che, nel suo abbandono, va oltre se stesso per ricomporre l’unità fra gli uomini e con Dio, uno dei punti cardine della spiritualità dell’unità. C’erano evangelicali, pentecostali, carismatici, ciascuno impegnato in modo diverso o in opere sociali, o sul fronte dell’evangelizzazione, della formazione, dell’impegno politico. Il “Convegno di responsabili” esiste già dal 1974, ben prima che nella chiesa cattolica Giovanni Paolo II desse il via, nella Pentecoste 1998, alla comunione tra i movimenti. C’è quindi un’esperienza di condivisione che va avanti da anni. Momento importante, nella memoria di tutti i presenti, è stato però nel 2000, quando con Chiara Lubich a Rothenburg si è fatto un passo avanti nella riconciliazione. Si erano infatti depositati dissapori e incomprensioni che sono stati resettati nel «momento sacro del perdono reciproco», così ne parla Maria Voce, «esperienza fondante della comunione tra movimenti e comunità di Chiese diverse, da cui più tardi è emerso l’”Insieme per l’Europa». Una tappa comune a cui si guarda adesso insieme è Monaco 2016, quando la rete di Insieme per l’Europa si ritroverà per un congresso e una manifestazione pubblica, a sua volta tappa verso il cinquecentenario della Riforma di Lutero, offrendosi come segno profetico di un’Europa riconciliata e unita. Di ritorno dalla Germania, il 4 marzo, Maria Voce si è recata poi in udienza da papa Francesco insieme ai Vescovi amici dei Focolari, e ha portato il saluto dei 150 rappresentanti di movimenti evangelici e la loro speranza nel comune impegno verso l’unità. «Bene», ha affermato papa Francesco nel ringraziare. «Molto importante il lavoro ecumenico che portate avanti». (altro…)
3 Mar 2015 | Chiesa, Cultura, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
L’Europa continua a lottare con un’incertezza economica che pone gravi sfide a imprese, responsabili delle politiche economiche e cittadini. Cristiani provenienti da vari ambiti dell’economia e dal mondo imprenditoriale si sono dati appuntamento a Loppiano (nei pressi di Firenze), dal 6 all’8 marzo, per condividere esperienze e visioni, per dare il contributo di una voce profetica di speranza. «Finora in Europa ha parlato solo la voce delle istituzioni – afferma il prof. Luigino Bruni –. Il nostro sogno è che nei ministeri dell’economia ci siano dei francescani, focolarini, persone che hanno scelto gli ultimi… C’è bisogno della voce della gratuità. Negli ultimi decenni queste voci si sono completamente zittite. Un’economia senza anima, senza carismi capaci di includere anche i poveri, non ha futuro. Che cosa hanno da dire i movimenti cristiani, oggi, sul piano economico? Abbiamo cominciato il cammino di “Insieme per l’Europa” con Chiara Lubich all’inizio del millennio. Dopo 15 anni di lavoro insieme sul piano della conoscenza, ci sembra che questo cammino diventi un essere insieme per un’economia diversa, per una politica diversa. È arrivato il momento di dire qualcosa». L’iniziativa del convegno nasce nel novembre 2012 a Monaco di Baviera, durante l’incontro degli ‘Amici di insieme per l’Europa’ (Together for Europe). In quell’occasione, esperti in ambito economico di alcuni movimenti e comunità di diversi paesi e chiese, si sono accordati per generare un momento di approfondimento comune, con l’intento di dare un contributo specifico nel campo economico, a partire dai carismi. Il programma prevede uno spazio per approfondire i “segni dei tempi” che viviamo, con la condivisione delle proprie esperienze. E uno spazio per la riflessione sui “segni di speranza” con una tavola rotonda sull’economia della condivisione e la “cultura del dare”. È anche prevista una sperimentazione di «lavoro con le mani, non solo con la testa», alla “Fattoria Loppiano Prima”; e un workshop artistico con il gruppo musicale Gen Verde. “Insieme verso un’economia del bene comune” è il titolo scelto, e si articolerà in 3 aree di lavoro: povertà, imprese e istituzioni. Verrà allestita una expo con le realizzazioni di ogni comunità. «Non solo banche mercati e finanza – continua Bruni – ma contributo dal basso, dalla solidarietà, per dare voce a tutti, ai poveri, agli esclusi. Cerchiamo di fare un cammino insieme, con alcuni movimenti cattolici ed evangelici (Giovanni XXIII, Schönstatt, Focolari, Ymca e Vineyard), come comitato preparatore, e con la specificità di ascoltare la voce dei carismi riguardo la crisi economica che vive l’Europa». L’idea, dunque, è dare una prospettiva sull’Europa a partire dall’economia come reciprocità e come dono e non solo come interesse e profitto. L’Economia che nasce dalle cooperative, dal sociale, dal civile. «L’Europa economica – spiega il prof. Bruni – l’hanno fatta anche i carismi di Benedetto, di Domenico, di Francesco (pensiamo all’istituzione dei Monti di Pietà), per non parlare dei carismi sociali che hanno inventato le scuole, gli ospedali, parallelamente al mondo del commercio che decollava con le imprese e i mercanti. La nuova Europa che nascerà da questa crisi, perché sia un’Europa buona, ha ancora oggi bisogno del contributo dei carismi, carismi moderni, che parlano il linguaggio dell’economia; c’è tutta una vita dei movimenti cristiani europei che ha da dire la sua, diversa da quella della Banca centrale europea. Cominceremo umilmente, ma il nostro obiettivo è andare a Bruxelles per rivolgerci alle istituzioni con un contributo specifico». Ufficio stampa: Stefania Tanesini – M. 338 5658244 – E. stefania.tanesini@loppiano.it (altro…)
13 Feb 2015 | Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Le Chiese egiziane celebrano in questi giorni – e non dal 18 al 25 gennaio come in molti Paesi – la loro Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Fadiah e Philippe, del Movimento dei Focolari in Egitto, raccontano della loro partecipazione alle varie iniziative delle Chiese locali e di come al centro delle loro preghiere ci sia l’invocazione della protezione e dell’aiuto del Signore su tutta la nazione egiziana, in questa delicata fase. «Ecumenismo recettivo»: rovesciare il pensiero che spesso si nasconde nel modo in cui i membri di Chiese diverse si accostano gli uni agli altri. A spiegarlo è il reverendo dott. Callan Slipper, del Centro studi internazionale del Movimento dei Focolari nel corso di un incontro ecumenico a Welwyn Garden City (Londra) lo scorso 4 febbraio. Slipper, che è anche Delegato regionale per le Chiese nella contea di Hertfordshire, nel suo discorso [Chiara Lubich e l’ecumenismo recettivo: come la spiritualità facilita l’unità fra i cristiani] ha spiegato come «invece di pensare che tutto andrebbe meglio se gli altri fossero un po’ più simili a noi (e quindi abbiamo da insegnare), possiamo andare verso gli altri per imparare». Accostando gli altri con questo atteggiamento, continua, «scopriamo che non abbiamo necessità di nascondere niente, ma possiamo riconoscere le nostre debolezze e il bisogno di essere guariti. Questo apre una relazione nuova, e ci porta ad una conversione nuova e più profonda a Cristo, in cui scopriamo più pienamente la nostra vera identità ecclesiale». Ad ascoltarlo un pubblico qualificato: 14 vescovi cattolici, anglicani, luterani e della chiesa Copto ortodossa, provenienti da diverse parti dell’Inghilterra insieme al Segretario Generale di Churches Together in England, l’organo ecumenico nazionale delle chiese in Inghilterra. E’ stato un “assaggio” di una nuova metodologia ecumenica e un modo per condividere le esperienze nelle rispettive Chiese. Negli stessi giorni, dalla Germania, nel Centro ecumenico di Ottmaring, si ricorda l’importanza dell’autentica vita cristiana per contrastare i fenomeni violenti e liberticidi cui si è assistito di recente, a partire dagli attentati di Parigi. Gérard Testard, francese, membro del comitato direttivo della rete di “Insieme per l’Europa” e fondatore dell’iniziativa interreligiosa “Efesia”, è l’ospite d’onore: «L’incontro di Gesù con la donna samaritana al pozzo di Giacobbe – afferma ricordando la frase scelta per la Settimana di Preghiera “Dammi da bere” (Gv 4,7) – ci indica la via per questa situazione: Gesù abbatte le barriere, fatte dagli uomini e si manifesta salvatore del mondo. Gli avvenimenti di questi giorni ci obbligano come cristiani a lavorare per l’unità, mentre la missione per l’unità oltrepassa il mondo cristiano, per far fronte ai pericoli del terrorismo, alla violenza e al fanatismo inaccettabili». E Testard presenta l’esperienza positiva di dialogo che gode della promozione del Consiglio dei Musulmani della Francia e della Conferenza Episcopale Francese, “Efesia”, nata nel 2007 in Libano. Cristiani e Musulmani si incontrano regolarmente il 25 marzo, festa dell’Annunciazione, poiché Maria è venerata anche molto dai musulmani. Dopo quattro anni le autorità libanesi hanno dichiarato il 25 marzo festa nazionale islamo-cristiana dell’Annunciazione. È la prima festa comune nella storia del Paese». (altro…)
3 Feb 2015 | Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Spiritualità
La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, da poco trascorsa, e l’anno dedicato dalla chiesa cattolica alla vita consacrata. Due felici coincidenze nelle quali la vocazione di Heike Vesper, focolarina della chiesa evangelica-luterana tedesca, appare quanto mai significativa. «Avevo sedici anni quando mio fratello gemello, con un grave handicap mentale, è morto – racconta –. Da questo evento così doloroso è nato in me il desiderio di vivere una vita che avesse davvero un senso. Ma certamente non pensavo ad una vita di consacrazione a Dio. Nelle chiese della riforma la vita monastica era quasi sparita. Per Lutero ogni cristiano battezzato ha già in sé la chiamata totalitaria a seguire Gesù, che si realizza sostanzialmente nel lavoro e nella famiglia. Lutero quindi non vedeva nella consacrazione a Dio uno stato privilegiato, proprio perché tutti siamo chiamati alla perfezione, che diventa raggiungibile solo con l’amore di Dio, con la sua misericordia. Per quanto mi riguardava, la consacrazione a Dio era dunque del tutto estranea. Estraneo anche per l’ambiente ateo che mi circondava col comunismo della Germania dell’Est di allora. Qualche mese dopo nella primavera del 1977 ho conosciuto i giovani dei Focolari, un movimento nato nella chiesa cattolica, aperto al dialogo con fedeli di altre chiese o religioni, e con persone di convinzioni non religiose. Fortemente attratta dalla radicalità della loro scelta evangelica, anch’io mi sono impegnata con loro nelle molteplici attività formative e sociali che venivano proposte o che noi stessi suscitavamo. I nostri animatori erano persone un po’ più grandi di noi, i e le focolarine. Essi avevano fatto una scelta totalitaria di Dio, vivendo in comunità. Una vita la loro che suscitava un grande fascino, ma che vedevo troppo alta per me, irraggiungibile. Ad un certo punto si è verificata un’incomprensione tra il Focolare e il mio pastore, per una scelta personale di qualcuno di noi. Non era una cosa grave, ma abbastanza per farmi comprendere quanto basti poco per risvegliare antichi pregiudizi e riaprire ferite che sembravano in via di guarigione. È stata un’esperienza molto forte, nella quale ho percepito che Dio mi chiamava a dare, con la mia vita, un esempio che l’unità è possibile e che questo potevo realizzarlo attraverso il Focolare. Di fronte a questa chiamata ho provato gioia e spavento. Non mi sentivo in grado, infatti, di affrontare 24 ore su 24 la tensione della diversità fra le nostre chiese. Per due anni ho cercato di far tacere dentro di me questo invito di Dio, ma ogni tanto esso riaffiorava con più forza. In una visita di Chiara Lubich in Germania, un gruppo di evangelici le facevano delle domande. sono state queste risposte con cui tutti i miei nodi si sono sciolti. Dalle sue parole ho compreso che entrare in Focolare significava vivere il Vangelo aiutati da fratelli animati dallo stesso radicale proposito; volerlo vivere come cristiani cattolici ed evangelici insieme; che significava scegliere come modello Gesù nel suo abbandono dal Padre quando, gridando un ‘perché’ rimasto per lui senza risposta, ha ricomposto l’unità fra Dio e gli uomini, fra i popoli, fra le diverse chiese, fra tutti noi. Lì per lì non ho pensato che tutto questo significasse consacrarmi a Dio, ma solo rispondere alla chiamata di Dio di testimoniare con la mia vita che l’unità è possibile. Questa passione per l’unità mi ha marchiato cuore e anima e mi ha dato sempre le ali anche nei momenti di buio o di prova. Quando mi trovavo in Focolare a Lipsia, andavo spesso alla Santa Cena dai fratelli della Christusbruderschaft. Un giorno, uno di loro mi chiede come facciamo a restare fedeli alle nostre chiese e vivere una vita spirituale intensa con i cattolici. Allora ho capito il grande valore della consegna di Chiara: Gesù abbandonato. Amando Lui, che si è fatto per noi divisione, non solo troviamo la forza per non sentirci divisi in noi stessi, ma per essere unità per gli altri. In Lui scopriamo l’importanza di vivere con Gesù presente spiritualmente in mezzo a noi, attirato dal nostro amore reciproco. Una presenza non legata ad alcun sacramento, ma alla vita della Parola». (altro…)
23 Gen 2015 | Chiesa, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Sulla scia delle molteplici aperture auspicate dal Vaticano II, verso la fine degli anni ’60 l’episcopato tedesco avverte l’esigenza di rafforzare i rapporti con l’Ortodossia. Il vescovo Graber di Regensburg – che ha l’incarico di incrementare tale dialogo – sa di poter contare su di una persona di grande competenza che potrà assolvere brillantemente a tale mandato: Albert Rauch. Ordinato sacerdote e completati gli studi teologici alla Gregoriana di Roma, per la sua spiccata sensibilità verso il mondo ortodosso, Albert decide di fare un dottorato al Collegio Russicum, dove apprende – fra l’altro – il greco moderno e il russo. La sua permanenza a Roma è occasione per lui di conoscere il Movimento dei Focolari a metà degli anni ’50. Ne abbraccia la spiritualità, scoprendovi anche la profonda dimensione ecumenica. Ben presto chiede di farne parte come sacerdote focolarino. Per approfondire la conoscenza dell’Oriente, Albert nei primi anni ’60 compie lunghi viaggi in Grecia, Turchia, Libano, Siria, Israele. Fa parte pure di una delegazione ufficiale che si reca a Costantinopoli, Sofia, Belgrado: sono i primi e importanti passi di avvicinamento fra queste Chiese sorelle. Più tardi intesserà rapporti anche con i Patriarcati di Mosca e Bucarest. Colpito nel vederlo così giovane, il Patriarca Athenagoras sottolinea l’importanza che anche i giovani dell’Oriente vadano in Occidente per arricchirsi reciprocamente. Inizia così la possibilità per giovani sacerdoti e studiosi di diverse Chiese dell’Oriente di recarsi in Germania. A lui viene affidato il nascente Ostkirchliches Institut [Istituto delle Chiese Orientali] a Regensburg, incarico che egli svolge con umiltà e amore. Il vescovo chiede a Chiara Lubich che a Regensburg si apra anche un focolare femminile, per aiutarlo in questo compito.

Centro Internazionale dei Focolari, Castel Gandolfo (Roma) 2003- Conduce una preghiera alla scuola ecumenica
Albert, coadiuvato da Nikolaus Wyrwoll, suo compagno di studio a Roma, si prodiga in mille iniziative, intessendo significativi e fruttuosi rapporti pan-ortodossi e tra ortodossi e cattolici. Un dialogo che, data la sua preparazione, è profondamente teologico e nello stesso tempo un ‘dialogo della vita’, come lui stesso ama chiamarlo. Memore dell’incoraggiamento di Athenagoras, porta spesso i suoi studenti, provenienti da diverse Chiese orientali e ortodosse, in visita a Roma, organizzando il tour in collaborazione col Centro Uno dei Focolari. Per oltre 35 anni, questi studenti prendono parte alle ‘Settimane ecumeniche’ in programma al Centro Mariapoli. Diversi tra loro, nel corso degli anni, assumeranno posti di responsabilità nelle loro chiese. Nell’estate, in vacanza vicino Roma, non manca di visitare il Centro Uno, per condividere i suoi progetti ed essere informato sulle attività del Movimento. Nel tempo, Albert, o meglio il dr. Albert Rauch, comincia la sua collaborazione anche con la Scuola Abba e con l’Istituto Universitario Sophia. La sua struggente passione per la ricomposizione dell’unità l’aveva spinto ad imparare una quindicina di lingue, che gli hanno consentito di far cadere il seme dell’unità in moltissimi cuori delle più svariate nazioni. La sua scomparsa all’età di 81 anni, è una grande perdita per il mondo ecumenico. Il suo esempio e la sua dedizione per l’unità dei cristiani sono uno stimolo per quanti vogliono contribuire alla realizzazione della preghiera di Gesù “Che tutti siano uno”. (altro…)