Movimento dei Focolari
Come Chiara d’Assisi

Come Chiara d’Assisi

20140811-01«A noi, quando eravamo giovani come voi, come la maggior parte di voi, ha fatto sempre una grande impressione una frase che santa Chiara ha detto a san Francesco quando san Francesco l’ha praticamente trascinata nella sua strada e san Francesco le ha detto: “Figliola, che cosa desideri?” Qui c’era da aspettarsi di tutto cioè che lei dicesse: “Io voglio seguirti nella via della povertà, io voglio farmi suora, voglio rinchiudermi in un convento”, ecc. Invece lei ha proprio imbroccato. “Figliola, che cosa desideri?” e lei ha detto: “Dio”. Desiderava Dio perché sceglieva Dio perché Dio l’aveva scelta. È la stessa scelta che abbiamo fatto anche noi all’inizio del Movimento, abbiamo fatto una scelta unica: Dio! Sopra i bombardamenti e tutte le cose è emerso Dio, abbiamo creduto in Dio, abbiamo fatto di Dio l’ideale della nostra vita. E vediamo come è sempre nuovo perché questa scelta di Dio ci fa posporre un po’ tutte quelle ricchezze che noi magari andiamo accumulando anche senza accorgerci. Magari siamo ricchi del focolare, siamo ricchi delle cose, siamo ricchi della testa, degli studi, siamo ricchi, non so, dei nostri parenti, siamo ricchi magari del nostro sacerdozio, siamo ricchi magari di qualcosa ancora di più. Ecco, tutto questo il nostro ideale che è Gesù abbandonato, che è niente, che s’è fatto niente, ce lo fa posporre per mettere Dio prima e il resto farlo tutto per volontà di Dio. Questo ci ricorda ancora oggi santa Chiara. Lei l’ha fatto scegliendo la via della povertà; noi lo facciamo scegliendo la via dell’unità, avendo sempre Gesù in mezzo a noi, il Risorto e Gesù in noi attraverso l’amore a Gesù abbandonato». Mollens, 11 agosto 1987 Fonte: www.centrochiaralubich.org (altro…)

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Sbloccare il dialogo

Dialogue_to_unlockI giovani dei Focolari si uniscono a quanti in tutto il mondo si mobilitano a favore della pace con un loro appello. “Dialogue to unlock” afferma la necessità di praticare il dialogo come via alla soluzione dei conflitti, incoraggia a iniziare dalla propria dimensione personale e vuole arrivare a governanti e decisori politici.

L’azione, che parte il 15 agosto, punta al coinvolgimento mondiale di quanti vogliono aderire, là dove si trovano, attraverso una pagina su Facebook , dove possono segnalare la propria adesione postando messaggi, foto e clip indossando un capo di vestiario di colore  bianco.

20140809-02L’iniziativa s’inserisce nelle varie campagne a favore della pace indette in questo periodo nei singoli Paesi. “Dialogue to unlock” continuerà nei prossimi mesi, associandosi ad altre iniziative in favore della pace.

 “Sollecitiamo in modo particolare i governanti e tutte le parti in conflitto a fermare l’utilizzo di mezzi violenti”, scrivono i giovani nell’appello. E si impegnano là dove sono, invitando tutti ad essere “promotori del dialogo nel quotidiano”.

 È stato attivato un conto corrente per chi volesse dare il proprio contributo per le molte situazioni di emergenza provocate dagli attuali conflitti:

C/c bancario n. 120434, intestato a Associazione “Azione per un Mondo Unito – Onlus”

Via Frascati, 342 – 00040 Rocca di Papa (Roma, Italy)

Banca Popolare Etica – Filiale di Roma

codice IBAN: IT16 G050 1803 2000 0000 0120 434 – codice SWIFT/BIC: CCRTIT2184D

Causale: Emergenza Medio Oriente

Per i donatori europei è possibile la deduzione fiscale.

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Cechia: giovani al lavoro col “Summerjob”

2014_07_REP_CECA2Che l’estate sia la stagione in cui tanti giovani, specialmente studenti, cercano un lavoretto, è cosa nota; ma il Summerjob, letteralmente «lavoro estivo», a cui dal 29 giugno al 6 luglio hanno partecipato 130 giovani di tutta la Repubblica Ceca, non è proprio la stessa cosa. Trattasi infatti di una settimana di attività in zone disagiate – dalle periferie delle città ai villaggi di provincia – che già da cinque anni i giovani del Movimento dei Focolari propongono ai loro coetanei, avviando durante l’inverno la ricerca del luogo e i contatti con sindaci, vescovi, parroci e popolazione, per individuare al meglio come dare il proprio contributo là dove c’è bisogno. 2014_07_REP_CECA__3L’edizione 2014 di Summerjob, dal tema “Dove il lavoro riceve una nuova dimensione”, si è svolta vicino a Brumov, nel nordovest del Paese, dove i giovani hanno dato una mano in sei villaggi a circa 90 famiglie. I lavori sono stati dei più vari: tagliare ed accatastare la legna per l’inverno, falciare l’erba, verniciare finestre, pulire stalle, fienili e soffitte, aiutare i contadini nei giardini o nei campi, rafforzando i rapporti in tutta la comunità. Ma Summerjob non è solo lavoro: la sala comunale, di giorno adibita a mensa per i ragazzi alloggiati alla meglio nella scuola, la sera diventava luogo d’incontro. Si sono così alternate iniziative sportive e culturali, spettacoli teatrali, concerti, una serata a tema sugli anni Sessanta ed altro ancora. Non è mancata la dimensione spirituale, dato che nei luoghi che ospitano Summerjob le chiese, spesso abbandonate, si trasformano in “cattedrali” con messe animate dai giovani e l’adorazione della notte conclusiva, coinvolgendo anche la popolazione locale. Proprio per mantenere i contatti avviati l’attività si ripete per tre anni nella stessa regione, dopodiché si cambia zona. 2014_07_REP_CECA_1Significative le impressioni di alcuni giovani: «Sono qui per la prima volta – racconta Pavel -, e ammetto che ero perplesso per il gran numero di partecipanti e per il lavoro stesso. La sorpresa per me è stato scoprire che questo lavoro può essere un arricchimento più che quello retribuito, soprattutto per i rapporti fra i giovani e fra loro e gli abitanti». «Sono venuta qua per imparare qualcosa di nuovo – riferisce Kristina -, e fare una sorta di scuola dell’arte di amare tutti. Volevo provare ad aiutare a qualcuno. Alla fine chi riceve sei proprio tu. Si impara a dare». Martin, che ha partecipato a tutte e cinque le edizioni, afferma addirittura di essere venuto «per riposarmi dall’ufficio dove lavoro. Questo riposo è meglio che stare sulla spiaggia: conosco tanti giovani e aiuto la gente». Summerjob ha suscitato anche l’attenzione dei media: la tv nazionale ceca vi ha dedicato un breve servizio nel telegiornale e una fotogallery sul suo sito, e alcuni articoli sono comparsi anche nei quotidiani. (altro…)

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Repubblica Centrafricana, si spera nella pace

2014_07_RCA_4Nel pressoché totale silenzio dei media, un passo avanti è stato compiuto verso la risoluzione della crisi politico-militare nella Repubblica Centrafricana. Il 24 luglio scorso, con la firma «in extremis» di un accordo di cessazione delle ostilità, si è infatti chiuso il Forum per la riconciliazione nazionale e il dialogo politico in corso dal 21 luglio a Brazzaville, capitale della Repubblica del Congo. L’intesa, che prevede «la fine immediata degli scontri su tutto il territorio della Repubblica Centrafricana», è stata siglata da una quarantina di partecipanti centrafricani e stranieri. Cominciata nel dicembre 2012, la crisi ha provocato migliaia di vittime e più di 4,5 milioni di sfollati e rifugiati, nonostante il dispiegamento di soldati francesi della forza Sangaris e africani delle truppe Misca per fermare le ostilità. Fortunatamente negli ultimi mesi la situazione è migliorata, per quanto permanga la divisione tra le zone nord-orientali a maggioranza musulmana e quelle sud-occidentali a maggioranza cristiana e animista. Di conseguenza la popolazione musulmana rimasta nelle zone sud-occidentali vive spesso in campi profughi ed è discriminata così come i cristiani di nordest, tanto che all’inizio di luglio è stata attaccata una chiesa a Bambari con la morte di molti rifugiati cristiani. Per questo l’accordo di Brazzaville è stato accolto con speranza, ma si attende di vederne i risvolti concreti. 2014_07_RCA_2«Con la comunità del Movimento dei Focolari, di fronte alle mille necessità ci si è attivati con fantasia, e grazie alla comunione di molti si sono distribuiti aiuti in varie forme», spiega Monica, da Bangui. In marzo, ad esempio, con i Giovani per un mondo Unito di Bangui, continua Monica, «ci si è chiesti cosa fare concretamente per dare un contributo alla pace nel nostro Paese. Pensando al nostro ideale di fraternità, si è visto che l’arte di amare vissuta su larga scala potrebbe essere una risposta ed una soluzione a tante situazioni difficili che le persone stanno vivendo. Un’altra domanda che ci si è posti è stata, dove trovare in questo momento le persone? La risposta: nei campi profughi», una ventina solo nella capitale. Si è cominciato dal Seminario Maggiore, che ospita tutt’oggi più di 4.500 persone. Domenica 24 marzo, tra canzoni, musica e testimonianze, i giovani hanno lanciato un messaggio forte in favore della pace non solo ai rifugiati presenti, ma anche a tanti altri che si sono uniti. Purtroppo però la situazione è precipitosamente peggiorata con nuovi scontri nei quartieri. Nei mesi scorsi una «cellula di crisi» composta da membri del Movimento è nata per rispondere alle necessità di molti a Bangui. 2014_07_RCA_3Diverse le attività svolte: dalla distribuzione di semolino ai bambini di una scuola materna e elementare che non avevano accesso ad un’alimentazione adeguata, a quella di materiale scolastico a bambini che hanno interrotto la scuola all’inizio dell’offensiva militare perché era pericoloso recarvisi, con la nascita di un’associazione di insegnanti che svolgono attività di educazione alla pace. Da notare che il materiale scolastico è stato distribuito in cambio di giochi di armi da guerra, consegnati dai bambini. Sono poi stati erogati aiuti economici a giovani studenti in cambio di lavori di interesse comune, così come a persone nella necessità di coprire spese sanitarie per bambini e anziani o per l’affitto. Si sono inoltre realizzati programmi radiofonici su Radio Notre Dame per la sensibilizzazione alla pace, in cui far conoscere la Parola di Vita con testimonianze ed altri interventi sulla spiritualità dell’unità. (altro…)