Giu 10, 2012 | Centro internazionale, Chiesa, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Un Paese ricco di storia, in cui anche il cristianesimo ha radici profonde: risale infatti ai primi secoli dopo Cristo (432) l’evangelizzazione dell’isola ad opera di San Patrizio. Conosciuta per le antiche tradizioni celtiche, per il successo della musica nazionale con gli U2 e tradizionale con i Riverdance, per i grandi autori letterari fra cui quattro premi Nobel, l’Irlanda ha anche vissuto pagine dolorose nella sua storia recente: il dramma della guerra di indipendenza, le violenze tra cattolici e protestanti, e lo scandalo degli abusi sessuali all’interno della chiesa cattolica, ferita ancora aperta. A rileggerle, le parole di Benedetto XVI nella lettera ai cattolici irlandesi del marzo 2010, risuonano ancora forti: “‘Mentre affrontate le sfide di questo momento, vi chiedo di ricordarvi della “roccia da cui siete stati tagliati” (Is 51, 1). Ed è in questo contesto – cioè nel percorso di purificazione e rinascita della Chiesa irlandese – che si situa il 50° Congresso Eucaristico Internazionale (10-17 giugno 2012). Terreno irrigato anche dalla vita e dalla proposta di autenticità evangelica del Movimento dei Focolari, da quando nel 1969, una donna – Margaret Neylon – di ritorno dall’Inghilterra, “contagia” a macchia d’olio tante persone con la nuova vita appena scoperta: l’amore (quello insegnato da Gesù) alla base di ogni azione. Insieme al figlio Eddie, affetto da distrofia muscolare, diventano l’anima della prima comunità focolarina, che attirerà poi la nascita del primo focolare in Irlanda (1971), seguito da un secondo nel 1976. Oggi sono 5 nel Paese e si è sviluppato negli anni anche un centro stabile di formazione, la cittadella “Lieta”. Prende il nome dalla focolarina argentina Lieta Betoño, che con dedizione e amore ha speso 30 anni della sua vita per donare l’ideale dell’unità a tanti irlandesi, fino al 2002, anno in cui si è spenta per un grave male. Molte storie si intrecciano nel ripercorrere le tappe dello sviluppo dei Focolari in Irlanda: tra queste quella di Suor Anna, che nel 1973 decide di portare un gruppo di giovani cattolici e protestanti ad un meeting internazionale: il Genfest. Fra loro c’è Sally Mc Allister, che diventerà la prima focolarina irlandese. Originaria dell’Irlanda del Nord, aveva deciso di abbracciare la lotta armata: nel Vangelo scopre la rivoluzione più grande, che riempie di senso anche il dolore della divisione e delle lotte fratricide della sua terra.
Oggi il Movimento dei Focolari è diffuso a vari livelli e fra persone di tutte le vocazioni; va sviluppandosi il lavoro comune con altri movimenti cattolici, con membri di altre Chiese e con membri della comunità Sikh. Dal 1991, anno di nascita dell’Economia di Comunione, alcune imprese aderiscono al progetto, per esempio: Paul Connolly Optometrist, Nettraffic (Telecomunicazioni) e la scuola di inglese Language e Leisure Internazionale. I Ragazzi per l’Unità hanno realizzato molteplici azioni per riportare pace e speranza nelle loro città: un video in cui presentano le loro attività per ‘colorarne’ gli angoli grigi; la staffetta mondiale ‘Run4Unity’, la cui tappa irlandese si è svolta a Belfast, il 12 maggio 2012, di fronte alla sede del Parlamento dell’Irlanda del nord. Sia Run4Unity, con la promozione della Regola d’oro attraverso lo sport in tante scuole di tutto il Paese, sia il programma per bambini del dado dell’amore, sono diventati dei programmi pastorali per la preparazione del Congresso Eucaristico. Chiara Lubich ha visitato l’Irlanda nel 2004, incontrando il Primate di tutta l’Irlanda Sean Brady, l’Arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin e altri Vescovi, l’allora presidente irlandese Mary Mc Aleese, l’allora primo ministro e Presidente dell’Unione Europea, Bertie Aherne tutte le persone dei Focolari dell’isola. In quell’occasione Chiara ha detto: “Abbiamo bisogno di favorire l’unità, l’unità dei cristiani nel testimoniare la fede in maniera oggi diversa (…) e credo che la testimonianza viva e autentica di vita familiare e di vita di fede è una delle cose più importanti che abbiamo da offrire per il futuro del nostro Paese”. Nel 2012 è la volta di Maria Voce, che dal 10 al 17 giugno, insieme al copresidente Faletti, è in Irlanda, in concomitanza con il Congresso Eucaristico internazionale, dove è chiamata a intervenire con una testimonianza sulla Parola vissuta. Molti sono gli avvenimenti sponsorizzati dai Focolari nel ricco mosaico del congresso: dallo spazio giovani “Chiara Luce”, ai workshop su Economia di Comunione e Chiesa Comunione; dall’incontro aperto, all’appuntamento ecumenico che si svolgerà a Belfast nella Cattedrale anglicana di Sant’Anna il 14 giugno, e che apporterà all’insieme del Congresso Eucaristico un contributo di dialogo fra le chiese. Visita l’Irlanda in Focolare Worldwide! (altro…)
Giu 9, 2012 | Dialogo Interreligioso, Spiritualità
«È stato un “pellegrinaggio della Verità”, come Benedetto XVI aveva definito l’evento d’Assisi nel 2011», commenta uno degli organizzatori del quinto simposio promosso a Castel Gandolfo dal Movimento dei focolari. Un centinaio di persone, fra buddhisti e cristiani da provenienze, correnti ed esperienze religiose diverse. I buddhisti, arrivati dalla Thailandia, Giappone, Taiwan, Sri Lanka, Malesia e Corea, rappresentavano diverse correnti del buddhismo: theravada con un gruppo di monaci Thai, mahayana dal Giappone, oltre la Rissho Kosei-kai, associazione buddista che da più di trent’anni collabora con il Movimento dei focolari. Presenti anche membri di scuole tradizionali quali la Tendai-shu, la Nichiren-shu, e la Hosso-shu e il buddhismo cinese rappresentato dalle monache venute da Taiwan, Sri Lanka e Malaysia appartenenti a due nuove associazioni: il Dharma Drum Mountain e il Fo Guang Shan. Dalla Corea, un rappresentante del Won Buddhism.
I cristiani, in tutto una quarantina, provenivano dalla Thailandia, Giappone, Corea, Taiwan, Stati Uniti, Austria, Svizzera, Inghilterra ed Italia, con la partecipazione del cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, e della presidente dei Focolari Maria Voce. “Non solo trovare i punti comuni, ma costruire insieme un mondo pieno d’amore e di compassione, rimanendo fedeli all’identità di ciascuna religione, è l’aspetto straordinario di questo simposio che difficilmente si trova altrove”, ha scritto nel suo messaggio il Presidente della Rissho Kosei-kai, Nichiko Niwano, riassumendo molto bene il clima di profonda fiducia , costruita negli anni, che si respirava nel simposio e che ha coinvolto i nuovi arrivati. Il titolo del convegno “Interpretare e vivere le Scritture per costruire l’armonia e la pace universale”, è stato sviscerato da vari studiosi che si sono alternati nelle diverse presentazioni. Già nella fase preparatoria c’è stata una grande collaborazione sia per il contenuto degli interventi sia per la traduzione in quattro lingue. Tutto questo lavoro ha permesso che dopo ogni presentazione ci fosse il tempo sufficiente per il dialogo che si esprimeva piuttosto come comunione personale dei partecipanti.
Le differenze, non solo fra cristianesimo e buddhismo ma anche fra le varie correnti buddhiste, in questo speciale ambito di profonda spiritualità, non hanno creato difficoltà o tensioni, anzi, sono diventate un prezioso dono reciproco, rinforzando nello stesso tempo la propria fede. “Ascoltando le Scritture di ciascuna religione ho visto che ci sono i punti in comune e le divergenze, ma il simposio è stato un aumento di sapienza per ognuno di noi reciprocamente”, ha detto Phrakhru Suphan, maestro di meditazione Vipassana e abate del Tempio Wat Ram Poeng a Chiang Mai (Thailandia). Un dato da segnalare, l’interesse dei monaci delle scuole tradizionali per i movimenti moderni buddisti. E’ stata apprezzata anche la presenza tra i cristiani di un sacerdote anglicano, un pastore riformato e una laica luterana. Durante l’incontro molti hanno sottolineato “l’atmosfera speciale” che percepivano, tanto da ricordare le profetiche parole di Giovanni Paolo II nel 1986 all’incontro con esponenti delle religioni non cristiane, a Madras (India): “Dio sia presente in mezzo a noi, poiché mentre ci apriamo l’un l’altro nel dialogo, ci apriamo anche a Dio”. (altro…)
Giu 5, 2012 | Famiglie, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
“Mi chiamo Jay, sono di origine giamaicana e faccio il contabile. Lei è mia moglie Anna ed è insegnante di sostegno. E questi sono i nostri sei figli, che hanno dai 2 ai 12 anni.” Con queste parole la famiglia Rerrie si è presentata al Papa Benedetto XVI, durante la “Festa delle testimonianze” sabato 2 giugno in diretta TV da Milano, durante il 7° incontro mondiale delle famiglie. Per Jay e Anna Rerrie la spiritualità dell’unità li ha aiutati a mantenere saldi i rapporti fra di loro e unita la loro famiglia anche nei momenti di difficoltà. All’inizio del 2006, infatti, quando il mercato del lavoro è entrato in forte crisi, Jay ha dovuto trovarsi un’altra occupazione. Decisi a mantenere vivo tra loro, nonostante gli ostacoli, l’amore reciproco, affrontano questo momento con coraggio, anche se Anna, in attesa del quarto bambino, si chiede con una certa preoccupazione, come si sarebbero sostenuti quando Jay fosse stato licenziato. Decidono insieme che, nonostante la gravidanza, lei potesse tornare ad insegnare, e si trasferiscono in un’altra città dove una scuola aveva accettato la sua domanda. Qui anche Jay trova lavoro in un ufficio dove passa lunghe ore cercando di smaltire le moltissime pratiche inevase, dato che per quattro mesi nessuno se ne era occupato, riscuotendo per questo grande apprezzamento dal suo nuovo capo. A casa però non avviene la stessa cosa. “I bambini piccoli e la moglie a scuola: una ricetta per il disastro!” spiega Jay “Il tempo per stare insieme senza fretta manca sempre di più“. Anna trova difficile accettare questa situazione, essendo cresciuta in una casa dove la famiglia si è sempre riunita per la cena, mentre Jay spesso torna quando tutti sono addormentati. Nel frattempo, sempre in seguito alla crisi, anche questa ditta comincia ad avere delle difficoltà che si traducono, anche questa volta, nel suo licenziamento. La reazione comprensiva di Anna a questa dolorosa notizia è, per Jay, di conforto. Come conseguenza sperimentano una più profonda unità tra di loro. “I due mesi successivi – ricorda Anna – sono stati divertenti e snervanti insieme. Ma è stato fantastico avere Jay a casa!”.
Col passare dei mesi, i loro risparmi si riducono, ma non per questo smettono di credere e di sperare e alla fine, arriva una telefonata. L’offerta di un lavoro migliore, molto più vicino a casa, dagli orari abbastanza compatibili con la vita della famiglia. “Ciò che è importante è cercare di mantenere l’armonia e il rapporto di unità fra di noi con l’amore reciproco. Anche se la vita non è facile. Perenni corse contro il tempo, affanni e incastri molto complicati…– dicono al Papa Anche da noi, negli Stati Uniti, una delle priorità assolute è mantenere il posto di lavoro, e, per farlo, non bisogna badare agli orari e spesso a rimetterci sono proprio le relazioni famigliari.” «Penso di capire questo dilemma… – risponde loro il Santo Padre – Quindi, vorrei qui invitare i datori di lavoro a pensare alla famiglia, … affinché le due priorità possano essere conciliate. … Mi sembra che si debba naturalmente cercare una certa creatività…ma, almeno ogni giorno, portare qualche elemento di gioia nella famiglia, di attenzione, qualche rinuncia alla propria volontà per essere insieme famiglia…. E finalmente, c’è la domenica, la festa…giorno del Signore… anche “giorno dell’uomo”, perché siamo liberi. Questa era, nel racconto della Creazione, l’intenzione originale del Creatore: che un giorno tutti siano liberi. In questa libertà dell’uno per l’altro, per se stessi, si è liberi per Dio. E così penso che difendiamo la libertà dell’uomo, difendendo la domenica e le feste come giorni di Dio e così giorni per l’uomo. Auguri a voi! Grazie ». (altro…)
Giu 2, 2012 | Famiglie, Spiritualità
Sabato mattina, 2 giugno. Sesto San Giovanni (Milano) accoglie 4.000 persone provenienti dalla Lombardia e zone limitrofe, famiglie aderenti al Movimento dei focolari che partecipano attivamente all’incontro mondiale. Tra gli interventi, quello della presidente Maria Voce, presente anche il copresidente Giancarlo Faletti. «In questi giorni, in cui è messa a fuoco la realtà della famiglia – esordisce Maria Voce – viene da domandarci: Qual è il disegno di Dio su di essa?». Risponde citando Chiara Lubich al Familyfest ‘81 a Roma: «Dio ha creato, ha plasmato una famiglia. Quando si è incarnato, si è circondato di una famiglia. Quando Gesù ha iniziato la sua missione ed ha manifestato la sua gloria, stava festeggiando una famiglia». In riferimento al tema di Milano 2012: Il lavoro e la festa nella vita della famiglia, sottolinea l’importanza del lavoro per la sua fondazione e sussistenza. «A sua volta – afferma la presidente –, anche la famiglia è importante per il lavoro. Con l’educazione alla laboriosità e ai valori tipici di cui la famiglia è portatrice, con quello spirito di cooperazione e solidarietà, suo proprio, con l’importanza della gratuità, della reciprocità, di essere dono l’uno per l’altro, si garantiscono basi solide alla società – anche se sottolinea con forza – l’uomo non è finalizzato soltanto al lavoro. «Per questo occorre che il lavoro sia organizzato e svolto tenendo conto delle esigenze non solo economiche delle persone, ma del loro effettivo e totale benessere. Ecco l’importanza che i tempi del lavoro siano armonizzati con quelli della famiglia». A questo punto, la presidente dei Focolari ricorda che anche Gesù ha lavorato (come Giuseppe e Maria), e che «essi, oltre ad essere stati perfetti lavoratori, ci consegnano anche il vero significato della festa». In questo senso ricorda la pellegrinazione a Gerusalemme… e le nozze di Cana «dove (Gesù), con Maria sua madre, sono andati a festeggiare le nozze di due sposi. (…) Nella vita della Sacra Famiglia c’era sì il lavoro, ma anche la festa, che vuol dire un tempo dedicato al riposo, alle relazioni con gli altri». In riferimento ancora a Chiara Lubich, Maria Voce conclude sottolineando che «In certo modo (Chiara) ci aveva già anticipato i termini di questo binomio: lavoro e festa. E cioè, se vivremo bene i valori della famiglia, anche il lavoro e la festa saranno intrisi di quei valori, diventando così testimoni e costruttori autentici di una società secondo il cuore di Dio». Leggi tutto (altro…)
Mag 31, 2012 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
“La paura è il sentimento più forte che emerge in tanti e che si fa più fatica a colmare. Siamo tutti molto scossi. La vicinanza e la condivisione sono gli aiuti più desiderati”. A parlare sono Maria Palladini e Franco Monaco, i responsabili delle comunità del movimento dei Focolari della regione italiana (l’Emilia) colpita nel giro di una settimana da una serie di terremoti che ha provocato diciassette morti, più di 350 feriti e 15.000 sfollati. La situazione è in continua evoluzione, per le scosse anche di forte entità che ancora si susseguono. La fascia territoriale più colpita è stata quella tra la provincia di Modena e quella di Ferrara. I terremoti hanno provocato gravi danni agli edifici storici, alle fabbriche; tante chiese sono state distrutte e tante sono inagibili. Si susseguono in questi giorni tante storie. Come quella di chi non è riuscito ad uscire di casa ma è stato provvidenziale perché un cornicione caduto fuori dalla sua porta avrebbe potuto colpirlo. O di chi ha dovuto per lavoro condividere il dolore degli operai morti nei capannoni. E ancora chi è stato evacuato dell’ospedale. Tutti stanno sperimentando “con forza quanto in un attimo possa cambiare tutto” e subito dopo la prima scossa “è partita una rete di telefonate per sapere l’uno dell’ altro”. A fare il punto della situazione sugli aiuti umanitari sono Adriana Magnani e Stefano Masini del Movimento “Umanità Nuova”. “La Protezione Civile – dicono – si sta prodigando ormai in tutti i paesi e frazioni colpiti ed ha attivato l’accoglienza in modo diversificato (campi di accoglienza, strutture al coperto, qualche albergo) prevedendo circa 9.000 posti”. Sono arrivati volontari della Protezione civile praticamente da tutta Italia. Adriana e Stefano hanno potuto cogliere le esigenze più forti: “la necessità di un supporto psicologico, perché tutti sono duramente provati; la possibilità di avere camper o roulotte per rendere meno disagevole il passare le notti fuori casa, per questo ci stiamo attivando in tutta la regione; l’urgenza di verificare l’agibilità delle aziende grandi e piccole per accelerare la ripresa del lavoro, si parla di 15.000 persone che rischiano di rimanere senza lavoro…”.
“La priorità – aggiungono i due referenti di Umanità Nuova – è quella di poter avere tecnici per i rilievi. Per le strutture complesse, come, per esempio, condomini e locali pubblici, gli unici che possono fare i rilievi sono ingegneri strutturali che siano accreditati presso la Protezione Civile. Ma, per quanto riguarda verifiche sugli immobili privati e aziende, bastano ingegneri strutturali iscritti all’albo. Stiamo perciò cercando di diffondere questa notizia per verificare chi ha questa competenza e può rendersi disponibile”. Dunque psicologi, medici e ingegneri: ma per tutti coloro che volessero recarsi in quelle zone, l’indicazione è quella di mettersi d’accordo con la Protezione Civile locale delle città perché è la Protezione Civile a coordinare tutti i tipi di intervento da mettere in atto. Insieme ad una piccola squadra, sono Adriana e Stefano a fare da punto di riferimento per raccogliere le richieste e le disponibilità di aiuto “in modo che alle necessità corrispondano il più possibile aiuti appropriati e coordinati; aggiornare periodicamente degli aiuti arrivati e delle nuove necessità di intervento e sensibilizzare chi, a livello politico, sociale, può contribuire alla risoluzione di problemi burocratici che potrebbero bloccare la ripresa delle attività e promuovere il ritorno alla normalità”. A fianco però alla devastazione che ha messo a dura prova la popolazione emiliana, scorre in queste terre ferite dal terremoto, un fiume di solidarietà. Lo confermano Maria Palladini e Franco Monaco: “In tanti hanno aperto le loro case per ospitare gli sfollati. Nei paesi c’è una gara di fraternità e solidarietà che si allarga a macchia d’olio. È molto viva l’esperienza di Chiara Lubich e delle prime focolarine nella distruzione della seconda guerra mondiale: tutto crolla, solo Dio resta, solo l’Amore“. Per contribuire: INTESTATARIO: Associazione Solidarietà BANCA: Cariparma Crédit Agricole CODICE IBAN: IT34F0623012717000056512688 CAUSALE: Terremoto in Emilia Romagna Con Carte di Credito: Versamenti tramite PAYPAL ai Link presenti sul sito con la Causale: Terremoto in Emilia Romagna. Sito: www.solidarietaonlus.org (altro…)
Mag 31, 2012 | Centro internazionale, Chiesa, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Intervista di Lucetta Scaraffia (L’Osservatore Romano)
Ci tenevamo che il nuovo inserto dedicato alle donne de «L’Osservatore Romano» uscisse con una sua intervista: lei è l’unica donna alla testa di un movimento di così grande importanza. Questa singolarità le pesa nei contatti con le gerarchie ecclesiastiche? Non solo non mi pesa, ma è una peculiarità sempre più riconosciuta dal Papa, da cardinali e vescovi, secondo il suo significato originario espresso da Giovanni Paolo II: essere segno e garanzia di quel profilo mariano che dice primato dell’amore soprannaturale, della santità, coessenziale al profilo apostolico-petrino. Dimensioni che concorrono, ha detto Wojtyła, «a rendere presente il Mistero di Cristo e la sua opera salvifica nel mondo». Non così nel primo ventennio della nostra storia: era una tale novità! Dietro c’è un lungo iter non privo di sofferenza. Anche la sua successione a Chiara Lubich è stata diversa dalla prassi: nessuna designazione, ma voto democratico. Anche nelle decisioni il movimento sembra seguire un iter democratico. Succedeva anche quando era in vita Chiara? La successione è avvenuta attraverso un’elezione, ma non si può dire che si sia seguito un iter democratico. Se ci fosse stato avremmo poi dovuto accettare un compromesso per comporre la polarizzazione, il che sarebbe stato in contrasto con il nostro carisma che chiede l’unità. Da quel momento abbiamo capito meglio il senso dell’eredità di Chiara: Gesù che si fa presente quando «due o più sono uniti nel mio nome». In quell’ora cruciale ne abbiamo sperimentato la forza trasformante e la luce che è guida. Ci è richiesto quell’amore scambievole che non misura, che anzi punta alla misura stessa di Gesù: dare la vita. A oggi non conosciamo altro modo nel prendere decisioni: ciò significa ascolto, condivisione di pesi, conquiste, esperienze, punti di vista, pronti a perdere tutto nell’altro. Soprattutto fedeltà allo sposalizio con Gesù crocefisso per trasformare dolori, dubbi, divisioni e ricomporre l’unità. Quando Lui c’è risplendono i doni dello Spirito: pace, nuova forza, luce; risplende l’uguaglianza, senza vanificare “il dono dell’autorità”. Mi sembra che fra i movimenti voi siate i più restii alla pubblicità: «umiltà e reticenza, mai mettersi in mostra» diceva Chiara. Quindi le persone vi conoscono quando vengono in contatto con qualcuno di voi, attraverso un rapporto personale. Questa modestia vi rende però poco noti all’esterno: ha qualcosa a che fare con la guida femminile? Siamo restii alla pubblicità, non alla comunicazione! Significativo che Chiara abbia voluto che la grande parabolica per i collegamenti intercontinentali fosse sistemata nel suo giardino: era per lei il «monumento all’unità». È vero, c’è stato un lungo periodo di silenzio, quando il Movimento era sotto studio da parte della Chiesa. Ma negli anni successivi non sono mancate grandi manifestazioni internazionali irradiate nel mondo dai satelliti, si sono moltiplicate riviste e siti web, è in funzione un ufficio stampa. Ciò che ci muove non è ricerca di notorietà, ma il detto evangelico che chiede di non tenere la lampada sotto il moggio, ma di metterla sul tavolo per far luce nella casa. Lo spirito focolarino risente della sua matrice femminile. Quali altre caratteristiche femminili si possono rintracciare nel vostro carisma? Il focolare ha una matrice femminile perché è «opera di Maria». Maria, la più alta espressione dell’umanità redenta, “tipo” del cristiano e della Chiesa tutta, come sancito dal Concilio. È lei che ha impresso a tutto il movimento il suo timbro: interiorità che lascia spazio a Dio e ai fratelli, fortezza, fede senza se e ma, Parola vissuta, canto di quel Magnificat che annuncia la più potente rivoluzione sociale, quella maternità possibile oggi nel generare ovunque la presenza misteriosa, ma reale, del Risorto che fa nuove tutte le cose. Nel movimento vi sono, come membri o simpatizzanti, esponenti delle gerarchie ecclesiastiche. Come risolvete il confronto fra autorevolezza della guida del movimento e autorità delle gerarchie che essi rappresentano? Nei rapporti con i vescovi non c’è mai stato conflitto d’autorità, ma scambio di doni: dal carisma dell’unità i vescovi attingono quella spiritualità così incoraggiata dai Papi, per dare alla Chiesa il volto delineato dal Concilio, la Chiesa comunione. Nel carisma proprio delle gerarchie ecclesiastiche, riconosciamo l’evangelico «chi ascolta voi ascolta me». Oltre agli scritti della fondatrice, a cui ovviamente vi ispirate, che rapporto avete con le sante e con i testi che hanno scritto? Due esempi: Chiara ha assunto il nome della santa d’Assisi perché affascinata dalla sua radicalità evangelica. Per anni, alla festa della santa, abbiamo approfondito aspetti paralleli delle due spiritualità. Teresa d’Avila ha fatto luce per leggere, nel nuovo carisma donato alla Chiesa, una via autentica di santità, che ha come meta non solo edificare il “castello interiore”, ma anche “il castello esteriore”, al cui centro è la presenza di Gesù nella comunità.
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