Dic 5, 2012 | Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Una giornata di festa, quella vissuta il 30 novembre nella Basilica patriarcale del Fanar, ad Istanbul, per la celebrazione della solennità di Sant’Andrea apostolo, Patrono del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli. «Lo scambio di Delegazioni tra la Chiesa di Roma e la Chiesa di Costantinopoli, […] testimonia in modo concreto il legame di vicinanza fraterna che ci unisce. È una comunione profonda e reale, sebbene ancora imperfetta, che si fonda non su ragioni umane di cortesia e di convenienza, ma sulla fede comune nel Signore Gesù Cristo». Ecco quanto scriveva Benedetto XVI nel messaggio a Sua Santità Bartolomeo I, sottolineando come la comunione piena sia un dono di Dio e assicurando al Patriarca la sua unità di preghiera e quella di tutti i fedeli cattolici. Il Cardinale Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, ha guidato quest’anno la Delegazione della Santa Sede. Il Patriarca, nel suo discorso, ha evidenziato l’importanza di andare avanti come fratelli verso Cristo, delineando così lo stile del cammino ecumenico oggi. Il suo messaggio non è né semplicistico né si limita ad essere ottimista, ma invita a guardare la via da intraprendere nel presente, leggendo con realismo il passato e di trovare sinceramente i mezzi per ravvicinarsi. In questa impresa indica come via principale da percorrere il dialogo che definisce il mezzo per eccellenza, per far sparire le paure, i sospetti, i pregiudizi e che ha come fine «la comunione eucaristica alla quale aspiriamo tutti». Un dialogo che faciliti la comprensione reciproca così da “accedere alla verità tutta intera” (Gv 16,13). Non manca un appello ad essere «samaritani», prossimi all’ umanità che soffre oggi in vari modi a causa delle tante «crisi». Un essere prossimi assieme per portare uniti l’annuncio della potenza e della misericordia del Signore. Dopo aver ricordato l’emozione ancora viva della sua partecipazione alle celebrazioni per il 50° del Concilio Vaticano II che ha aperto nuove vie, e la prossima ricorrenza dei 1700 anni dell’Editto di Milano, ha annunciato con gioia che i lavori per la preparazione del Concilio Panortodosso volgono al termine.
Sabato mattina, 1° dicembre, il Cardinale Koch, insieme al Metropolita Gennadios di Sassima, hanno incontrato alcuni rappresentanti della comunità cattolica locale intrattenendosi sul cammino ecumenico tra le due Chiese sorelle, tracciando sfide e prospettive nel percorso verso la piena unità, a 50 anni dal Concilio Vaticano II. Nel dialogo che ne é seguito, il Metropolita Gennadios faceva notare come le priorità sociali, conseguenza della crisi, abbiano messo in secondo piano l’importanza del dialogo ecumenico. La sua esperienza ventennale nella commissione teologica mista invece, gli fa intravedere un impulso rinnovato per trovare assieme soluzioni e dare così una comune testimonianza di vita. Il Cardinale Koch, ha richiamato l’immagine di un quadro raffigurante l’abbraccio tra Pietro e Andrea, che campeggia nel Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, sottolineando che l’abbraccio tra i due è segno della Sua presenza. Ha concluso invitando a pregare per l’unità, ricordando che Gesù non l’ha comandata, ma l’ha chiesta al Padre come dono. (altro…)
Dic 3, 2012 | Chiesa, Cultura, Focolari nel Mondo
Oggi, 3 dicembre, è stato presentato in Vaticano @Pontifex, l’account ufficiale di Benedetto XVI sul sito microblogging che conta con più di 500 milioni di utenti. Se c’è qualcosa che caratterizza lo stile letterario del Papa è proprio la capacità di sintesi, di esprimere in poche parole contenuti profondi, essenziali. E allora perché non utilizzare Twitter creato proprio per esprimere un pensiero di senso compiuto rispettando il limite di 140 caratteri? Sintomatico quanto lo stesso Pontefice scrive nel suo messaggio per la prossima Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali: “Nella essenzialità di brevi messaggi, spesso non più lunghi di un versetto biblico, si possono esprimere pensieri profondi se ciascuno non trascura di coltivare la propria interiorità”. Ecco un nuovo senso da dare alle migliaia di tweet inviati ormai a valanga nella rete. «I suoi micromessaggi saranno “perle di saggezza” – ha spiegato il presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, mons. C. Maria Celli – che riprenderanno il cuore delle sue catechesi». Benedetto XVI twitterà per la prima volta in diretta durante l’udienza generale di mercoledì 12 dicembre, festa della Madonna di Guadalupe. Il responsabile delle comunicazioni vaticane ha anticipato che è in dirittura di arrivo una app per smartphone dedicata al Papa, “The Pope”, che dovrebbe essere disponibile gratuitamente sull’Apple Store entro fine anno; mentre è già in preparazione anche una versione per Android. «La presenza del Papa su Twitter è un’espressione concreta della sua convinzione che la Chiesa deve essere presente nel mondo digitale», sottolinea una nota del Vaticano. (altro…)
Dic 3, 2012 | Focolari nel Mondo

Mons Gerard De Korte e il dott. Arjan Plaisier
“Se continueremo su questa strada riusciremo a guardare al di là dei muri ancora esistenti tra le nostre Chiese e arriverà il giorno in cui vedremo la piena comunione visibile tra noi cristiani”. Così commenta Arjan Plaisier, Segretario Generale del Sinodo della Chiesa protestante in Olanda, nella “Giornata di riconciliazione”, a cui hanno partecipato 4.000 cristiani di 12 Chiese e Comunità, tra cui anche vescovi e fedeli della Chiesa cattolica. Negli ultimi 5 anni in Olanda diversi responsabili di Chiese si erano incontrati regolarmente per condividere la propria fede e pregare per una maggiore unità e collaborazione. Col motto “Noi scegliamo l’unità”, questa iniziativa si è allargata a macchia d’olio nel mondo ecclesiastico, coinvolgendo sempre più responsabili delle Chiese storiche (Chiesa protestante in Olanda, Chiesa Vetero Cattolica, Chiesa cattolica) e delle Chiese pentecostali ed evangelicali.
Durante l’ultimo incontro, nel febbraio 2012, era nata l’idea di fare un evento a livello nazionale per cristiani di tutte le Chiese e Comunità. Una settantina di membri del Movimento dei Focolari – già coinvolti da tempo attraverso una focolarina ed un focolarino riformati – hanno dato il proprio apporto per la riuscita della giornata che si è svolta il 6 ottobre scorso a Den Haag. Punto culmine dell’evento, il momento del perdono reciproco per le offese subite e ricevute: “per l’arroganza con la quale abbiamo guardato l’altro dall’alto in basso”, “per la facilità con cui abbiamo vissuto la rottura con la Chiesa cattolica romana”, “per aver considerato l’altra chiesa come una chiesa dove lo Spirito era assente”. Tutto è avvenuto ai piedi di una grande croce, portata nella sala da tre giovani. Ed al Cristo, morto e risorto, si è affidato ogni cosa, chiedendo insieme il Suo perdono. La testimonianza di una coppia dei Focolari – lei cattolica, lui riformato – ha aiutato a intravvedere il cammino possibile per continuare ad amare la Chiesa altrui come la propria.
Un momento commovente è stato la lavanda dei piedi da parte di tre responsabili di diverse chiese. Gesto forte per esprimere la loro decisione di essere insieme al servizio delle nuove generazioni: un segno di un ecumenismo rinnovato. “C’è ancora molto lavoro da fare, ma a partire da questo momento noi cristiani in Olanda ci guarderemo con occhi nuovi”, è stato il commento di uno dei presenti. Ora l’iniziativa “Noi scegliamo l’unità” confluirà nel Forum Cristiani Olandesi che inizierà nel 2013. Sarà un forum aperto dove i rappresentanti di tutte le Chiese e Comunità cristiane in Olanda potranno esprimersi. Un luogo dove si potrà condividere la fede, scambiare esperienze e creare così una piattaforma di comunione e collaborazione. Una base necessaria per progredire insieme nella strada verso la piena comunione visibile tra i cristiani. Hanneke Steetskamp – Olanda (altro…)
Dic 3, 2012 | Cultura
Queste pagine danno voce a loro, a cosa pensano della libertà e delle regole, dei genitori e degli adulti, dei modelli e dei valori, del corpo e delle emozioni, ma soprattutto a cosa pensano dell’adolescenza, di se stessi, del presente e del futuro. Anche le domande se le sono fatte loro, gli adolescenti. Un gruppetto di ragazzi ha stilato un questionario e lo ha sottoposto ai coetanei.400 intutto, quelli che hanno risposto. E se provassimo, si chiede l’autore del volume, Paolo Crepaz, ad ascoltare e prendere sul serio quanto ci stanno comunicando? Leggere le risposte allarga il cuore e la mente. Molte mettono anche di buon umore! Fonte: Città Nuova (altro…)
Dic 2, 2012 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
L’isola d’Ischia è una terra dove storia, mito e natura si incrociano fino a confondersi. Sorprende il fatto che il grande sviluppo turistico degli ultimi anni nulla abbia tolto alla genuinità degli ischitani, generosi e accoglienti. Ancora qui si intonano le canzoni tradizionali e ballano come mille anni fa; qui celebrano le feste come una volta e fanno ancora le loro processioni. E qui si trova la Parrocchia di S. Antonio Abate e alcuni parrocchiani che, già da sette anni, portano avanti un progetto di sostegno a distanza, il “Progetto India”, delle Famiglie Nuove dei Focolari. «Sette anni fa – ricorda Lucia – è iniziata una meravigliosa avventura per me, mio marito, la nostra bambina Gabriella di nove anni, e altri bambini e genitori della parrocchia. Una sera, noi genitori dei bambini che dovevano fare la prima Comunione, ci siamo ritrovati per vedere insieme il video che presentava il “Progetto India”. È stato un momento così toccante per me e Raffaele, mio marito, che non abbiamo esitato un solo momento nell’esserne a favore e a condividerlo con tutta la parrocchia. Il primo passo è stato quello di preparare una “Festa insieme”, così infatti abbiamo definito il momento di ritrovo dopo la celebrazione delle prime comunioni. Genitori e bambini hanno condiviso i loro talenti, il loro tempo, i loro mezzi di trasporto durante tutta la preparazione. Poi abbiamo scelto insieme il menù, preparato l’etichetta da mettere sulle bottiglie di vino, sistemare i tavoli, le sedie…
I bambini, ogni volta che ci ritrovavamo, avevano negli occhi una gioia speciale che veniva dal fatto di sentirsi amati, ma anche perché vedevano che noi genitori eravamo uniti nel preparare una festa speciale per il giorno in cui Gesù sarebbe entrato nel loro cuore. La mattina del 20 maggio, fra le 500 persone presenti nel palazzetto dello sport trasformato in Chiesa si avvertiva la presenza di Gesù in mezzo alla comunità, specie nei 64 bambini che prendevano la Comunione per la prima volta. Quando, a festa conclusa, abbiamo fatto il punto della situazione, abbiamo constatato che, oltre ad aver raggiunta una cifra che ci ha permesso di fare 20 adozioni a distanza e di aiutare alcune famiglie in difficoltà della nostra Isola, si sono creati tanti rapporti di amicizia e di solidarietà con chi non ci si aspettava. Ad esempio, con la ragazza da cui ho comprato le bomboniere si è creato un rapporto più profondo. Un giorno, mi ha comunicato la sua grande sofferenza a causa della sua sorella gravemente ammalata. Mi ha salutato ripetendo “Non sparire! Fatti vedere, ti aspetto!”. L’iniziativa del progetto, quindi, non solo ha avuto lo scopo di aiutare chi è in difficoltà economica in India, ma di sconfiggere un po’ di quella povertà di rapporti che è alla radice di tanti problemi della nostra società». (altro…)
Dic 1, 2012 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
«Lavoro nell’Amministrazione delle Dogane e sono quasi alla fine della mia carriera. Un percorso lungo 29 anni! Fatto di gioie e dolori ma, soprattutto, di scelte a volte difficili. Fin dai primi anni della mia carriera, come donna e in più cristiana, ho avuto problemi di coscienza; come fare per ascoltare la voce di Dio e seguirla in un ambiente di facili guadagni e di compromessi a volte inevitabili? La risposta mi è arrivata nel 1984. A quell’epoca ho conosciuto il Movimento dei Focolari e mi ha colpito la vita di queste persone semplici e felici. Avevano una gioia, una libertà, che io non sperimentavo. Ho voluto saperne di più. Il segreto era l’amore verso Dio e verso gli altri. Questo incontro ha trasformato la mia vita. Prendevo coscienza che nella vita la cosa più importante è amare. Non importa il mestiere che uno svolge, il compito che ci è affidato è una grande occasione per amare Dio e i fratelli. Questo cambiava tutto! Il collega, il cliente, non erano più un ostacolo, una barriera, ma diventavano dei partner per costruire l’unità. Lo sforzo continuo per oltrepassare i miei limiti e quelli degli altri, per andare contro-corrente è stato accompagnato sempre dalla gioia che si prova dopo ogni servizio reso; da un sentimento di libertà ogni volta che sono stata capace di rinunciare ai miei interessi ed a facili guadagni . Nel 1999 mi hanno assegnato il premio eccellenza dall’Associazione delle Donne Dirigenti della Dogana Camerunese in collaborazione con gli utenti del servizio. La Parola di vita di quel mese diceva: “Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5,14-16). Con questo riconoscimento ufficiale mi sono sentita interpellata in prima persona: “Tieni duro, non cedere ai dubbi e allo scoraggiamento, migliora ogni giorno”. Alla fine della mia carriera sperimento che nessuna professione è l’anticamera dell’inferno! Che la nostra funzione specifica come cristiani nella società è di fare ogni cosa con uno spirito nuovo, con totale adesione alla volontà di Dio. Lui ci ha accompagnato sempre con la Sua grazia». (Jeanne – Camerun) (altro…)
Nov 30, 2012 | Parola di Vita
«A quanti l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio». In questo mese, in cui ricordiamo specialmente la nascita di Gesù su questa terra, cerchiamo di accoglierci reciprocamente, vedendo e servendo Cristo stesso gli uni negli altri. E allora una reciprocità di amore, di conoscenza di vita come quella che lega il Figlio al Padre nello Spirito, si instaurerà anche fra noi e il Padre, e sentiremo affiorare sempre di nuovo sulle nostre labbra l’invocazione di Gesù: «Abbà, Padre».
Chiara Lubich
[1] Pubblicata in
Città Nuova, 1998/22, p.37.
Nov 30, 2012 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Per una settimana hanno imparato passi di hip-hop, si sono cimentati nella recitazione e nel canto e hanno appreso i segreti del mestiere del tecnico delle luci e del suono. Il tutto senza l’ausilio della comunicazione verbale. Solo linguaggio dei segni, le vibrazioni del suono e un profondo e diretto rapporto con chi ha gestito questi singolari workshop sul musical Streetlight. Protagonisti, a Düsseldorf dal 5 al 12 novembre, di quest’esperienza unica sia da un punto di vista artistico- musicale che umano, il Gen Rosso e 155 ragazzi della scuola LVR-Gerricus-Schule e della Hauptschule Montessori, molti dei quali ipoudenti e alcuni dei quali con difficoltà di apprendimento e problemi comportamentali.
Quello che si è creato è stato a detta dei protagonisti un “luogo di scambio reciproco” nuovo ed inaspettato. Da un lato la possibilità per apprendere l’arte dell’ascolto imparando a ‘percorrere un tratto della strada della vita’ accanto i giovani ipoudenti di varie estrazioni sociali e di fede. Dall’altro la possibilità di rivestire il musical di nuove formule di espressioni artistiche, come ad esempio piccoli spettacoli di luci, recitazione e il canto con il linguaggio dei segni. Al termine della settimana, molte sono state le manifestazioni di riconoscenza sia per il lavoro svolto sia per l’indispensabile supplemento d’amore che ognuno ci ha messo.
Come motto e consegna della settimana il titolo di una delle canzoni dello spettacolo Streetlight “I’ll be there” (“Anch’io ci sto”.), quella che uno personaggi dello spettacolo canta per raccontare il suo voler vivere per lo stesso ideale di pace e fraternità. “Sono orgogliosa dei miei studenti – ha detto a conclusione la direttrice della scuola LVR-Gerricus-Schule –, perché rappresentare un musical nonostante i problemi di udito è una sfida, ma è stato possibile grazie a Caritas Verband Colonia, all’associazione Starkmacher, e al Gen Rosso”. (altro…)
Nov 30, 2012 | Cultura
Da giovedì 29 novembre è online il nuovo sito di Sportmeet – www.sportmeet.org. È una rete internazionale di sportivi ed operatori del mondo dello sport, fondata nel 2002, con l’obiettivo di promuovere una nuova cultura dello sport. Veste grafica rinnovata, nuovi contenuti ed interazione con i più importanti canali social media (Facebook e Youtube), Sportmeet.org si prepara ad accogliere tutti i contributi volti a promuovere i veri valori dello sport. Una sezione è dedicata alle notizie, un’altra ai progetti, fra cui i progetti sportivi sociali in varie aree geografiche, un’altra ai testimoni, in cui i professionisti raccontano… (altro…)
Nov 29, 2012 | Cultura
È il dott. Paolo Frizzi, laureato in Storia all’Università di Padova, il primo candidato ad aver portato a termine il Dottorato di ricerca presso l’Istituto Universitario Sophia (IUS) di Loppiano in “Fondamenti e prospettive di una cultura dell’unità”. Cristianesimo e religioni nel ‘900 – un argomento impegnativo -: L’intuizione e la vicenda di Chiara Lubich. Storia, Teologia, Società“. Il dottorato indaga infatti sull’esperienza interreligiosa della fondatrice dei Focolari, offrendo una prima lettura di quanto accaduto grazie al suo carisma di comunione. La giovane istituzione accademica del Movimento dei Focolari ha offerto una novità non solo nell’argomento, ma anche nella natura del lavoro che, fedele allo spirito dello IUS, si è presentato con un approccio interdisciplinare, coniugando teologia, storia e dialogo fra le religioni. Sono queste le tre chiavi di lettura, che il dottorando – trentino come Chiara Lubich – ha usato per leggere un secolo di storia ed accadimenti socio-politici, di riflessione filosofico-teologica, rintracciando al loro interno i rapporti che Chiara, e con lei i Focolari, hanno stabilito nei vari continenti con persone di diverse fedi. «Una tesi – ha affermato mons. Piero Coda, presidente dello IUS e moderatore principale – che nella prassi, nella metodologia e nel risultato onora lo spirito interdisciplinare di Sophia e che dice che tale metodologia di ricerca e di lavoro funziona». Al teologo ha fatto eco lo storico, il prof. Paolo Siniscalco, già ordinario di Storia del Cristianesimo presso l’Università La Sapienza di Roma, secondo moderatore del lavoro di ricerca. Dal lavoro di Paolo Frizzi, spiega, emergono coordinate fondanti del pensiero del ‘900 europeo, all’interno delle quali la Lubich si inserisce quasi ignara, ma grazie, probabilmente, all’intuizione regalatale da un carisma che le permette di cogliere il battito del cuore dell’umanità del suo tempo. Ma la natura del percorso attraversato da Chiara nell’arco del ‘900 richiedeva anche un’analisi sociologica, che la tesi presenta – lo ha sottolineato il prof. Benni Callebaut, terzo moderatore – permettendo di entrare nella fitta nebbia dei processi messi in moto dai rapporti fra le diverse religioni negli ultimi decenni. Si tratta, come è spesso affermato da più parti, di un nuovo spirito religioso che porta dimensioni sconosciute all’Occidente degli ultimi secoli e che permette di vedere all’interno di un panorama nebuloso. All’interno di questi processi di trasformazione, la figura di Chiara Lubich emerge proprio come quella di un profeta che sa coniugare pensiero, spiritualità e dialogo. È una proposta tutta da scoprire che il lavoro di Frizzi lascia aperto ad ulteriori approfondimenti specifici. Lo IUS è, quindi, arrivato al suo primo dottore in “Fondamenti e prospettive di una cultura dell’unità”. Una tappa importante. Un giorno, lo scorso 7 novembre, che allo IUS verrà ricordato perché rappresenta un passo avanti nella scommessa accademica ed intellettuale voluta da Chiara Lubich prima di lasciare questa terra. Fonte: Roberto Catalano su Città Nuova online Chiara Lubich maestra di unità (altro…)
Nov 28, 2012 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
Ewa: giovane, alta, capelli e occhi neri. Capire quale sia la sua terra d’origine non è scontato. Infatti sono i colori chiari a contraddistinguere gli abitanti della sua terra nativa, con una forte e radicata presenza cattolica, dal cui solco è nato il Sindacato Solidarnosc, che ha contribuito notevolmente al cambiamento di quel Paese dopo la caduta del muro di Berlino. Parliamo della Polonia. È qui che Ewa è cresciuta e un giorno ha incontrato il Movimento dei Focolari e nella sua Spiritualità ha trovato la strada da percorrere. Certo, forse, non sapeva che un giorno vi avrebbe incrociato la possibilità di una storia tutta nuova per lei. In Germania, è lì che Ewa abita ora, la realtà delle varie Chiese cristiane è molto diffusa, e nel suo stesso «focolare» vivono focolarine di tre diverse Chiese; alla maggioranza cattolica, si aggiungono Doina, della Chiesa Rumeno Ortodossa e Anke, della Chiesa Evangelica Luterana. Un’esperienza con toni interessanti se si pensa che l’unità – secondo la preghiera di Gesù ‘che tutti siano uno’ (Gv 17) è il fine ultimo dei Focolari. A Ewa che la vive in prima persona chiediamo di raccontarcela e di dirci come è possibile vivere l’unità, anzi, costruire l’unità, pur essendoci a volte delle diversità nella dottrina. «Per me, questa esperienza di focolare ecumenico è molto forte. Allarga il mio cuore, la mia mentalità perché noi cerchiamo veramente di vivere l’una per l’altra anche se spesso vediamo che ci sono tante cose che ci potrebbero dividere. Ma la sfida più grande è quella di non far avvertire a Anke e Doina che sono in minoranza. Molte volte non è stato così, ma abbiamo sempre ricominciato! E’ necessario approfondire sempre di più la conoscenza della Chiesa dell’altra. Cercare di capire cosa è importante per ogni Chiesa, perciò assistere, come si può, alle funzioni accompagnando ora l’una, ora l’altra. Per esempio il Venerdì Santo, per noi cattolici è sì una solennità importante, ma fa parte del Triduo Pasquale. Per la Chiesa evangelica, invece, è la festa principale. E nel nostro focolare abbiamo cercato di onorarla veramente, andando di mattina al Servizio con Anke, e nel pomeriggio prendere parte al Servizio cattolico. E così pure, ricordarsi delle feste della Chiesa Ortodossa, che spesso sono in giorni diversi dai nostri. Ricordarsi di esse anche quando cadono durante un fine settima nel quale siamo tanto impegnate, trovando il modo di far sentire comunque la nostra condivisione. E ancora, ricordarsi del digiuno settimanale che nella Chiesa Rumeno Ortodossa è tanto sentito, quindi, assieme a Doina, il mercoledì si cena senza carne, senza uova, latte… A proposito del digiuno, prima pensavo che amare il prossimo anche quando è faticoso fosse un modo di “digiunare”. Mi sono resa conto che ciò che importa è “essere” con l’altro, nell’altro, forse senza capire proprio tutto, ma scoprendo pian piano la ricchezza insita nella Chiesa dell’altro. Vedo così che, pur a piccoli passi, nella vita quotidiana si costruisce un rapporto in Dio, nasce un dialogo nella vita basato sulla spiritualità dell’unità che ci fa avanzare nel cammino verso la piena comunione fra le Chiese». (altro…)
Nov 27, 2012 | Chiesa, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
A sei mesi dal grande evento di Insieme per l’Europa (Bruxelles 12 maggio) è giunto il momento di fare una valutazione sull’effettiva incidenza del messaggio lanciato in quel momento a 152 città di 22 nazioni europee. Questo il motivo che ha portato gli Amici di Insieme per l’Europa a riunirsi a Monaco, presso la sede del YMCA (9/10 novembre). Ogni anno, infatti, l’incontro si svolge in una sede diversa per permettere ai diversi movimenti di ospitare a turno la riunione. Erano presenti 43 movimenti e comunità cristiani, rappresentati da 103 responsabili e per la prima volta si contavano tra i partecipanti anche degli ortodossi dell’Europa dell’Est. Tra tutti i presenti era evidente la gratitudine e la soddisfazione per aver contribuito a stendere una rete di valori positivi su un’Europa attualmente malata di crisi economica e di tendenze separatiste. Il programma prevedeva, tra l’altro, l’approfondimento dei valori proposti nei 7 Sì lanciati nell’edizione di Stoccarda 2007. Uno di questi, di grande attualità che può dare spunti positivi e nuovi metodi di approccio al pensare e all’affrontare la crisi attuale, è quello che riguarda l’economia equa. I vari movimenti hanno presentato le loro esperienze in campo economico, sottolineando soprattutto, la visione cristiana che le anima. Luigino Bruni, dei Focolari, ha presentato l’Economia di Comunione ed ha invitato gli economisti presenti all’Università Sophia di Loppiano – dipartimento di economia- per una ricerca specifica e propositiva. Dalla riunione di Monaco si delineano anche delle strategie comuni per affrontare ulteriori sfide, con la coscienza di lavorare sostenuti dalla fede nell’intervento di un Dio che è Amore e guida la storia. In particolare si vuole continuare insieme nelle varie città, impegnandosi secondo i carismi specifici di ogni Comunità. E di dare, con la vita, la comunione tra tutti e l’approfondimento teorico, maggior spessore a ogni singolo SI, quale risposta alle domande di senso e di valore dell’Europa di oggi, contribuendo sempre più anche all’unità tra le varie Chiese. Infine, si cercherà di essere più presenti a livello socio-politico, per diventare partner di dialogo. L’incontro degli Amici di Insieme per l’Europa si è concluso con una preghiera ecumenica nella storica chiesa di St. Matthäus, testimone del ‘Patto’ stretto nel 2001 tra persone di Comunità e Movimenti di varie Chiese. L’atto è terminato solennemente con la lettura del Testamento di Gesù sull’unità (Gv 17,21). (altro…)
Nov 27, 2012 | Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Nadia e Kadija sono di due città del Nord Italia. I loro volti rivelano tradizioni etniche, religiose e culturali diverse. Italiana di nascita e tradizione cristiana la prima, musulmana tunisina la seconda. La loro esperienza di integrazione è nata sui banchi di scuola e ha portato a risultati insperati. Fra questi, la tesi di laurea di Nadia in Scienze politiche, sulle donne musulmane, con un approfondimento sulla questione del velo. La loro è solo una delle esperienze raccontate il 25 novembre a Brescia, dove si sono dati appuntamento circa 1300 cristiani e musulmani per una giornata dal titolo “Percorsi comuni per la famiglia”, promossa insieme da Movimento dei Focolari e da varie associazioni e comunità islamiche.
Si è trattato di uno sviluppo dell’esperienza vissuta nella cittadella di Loppiano nell’ottobre 2010, quando 600 fra musulmani e cristiani di varie parti d’Italia, si erano incontrati per un momento di riflessione su percorsi comuni di persone di fede e tradizioni diverse. Il “laboratorio Brescia 2012” dice che il cammino verso la fratellanza universale tra persone di diverse religioni, a cui Chiara Lubich spronava decine di anni fa, ha fatto un balzo in avanti. Emerge, infatti, come siano ormai molte le esperienze che favoriscono l’integrazione, e che stanno formando generazioni al dialogo. Nel corso di una tavola rotonda, alla quale hanno partecipato due imam, Kamel Layachi di Treviso e Youssef Sbai di Massa, si sono toccati i problemi quotidiani che le famiglie di entrambe le estrazioni devono affrontare. Maria Voce, in Francia per le Settimane Sociali, si fa presente con un messaggio in cui assicura la sua preghiera “a Dio Onnipotente e Misericordioso” affinché benedica “questi ‘percorsi comuni’ perché mettano in luce il contributo considerevole che le comunità di credenti … possono dare al tessuto sociale lì dove si trovano”. “Sono come germogli nuovi – continua – che fanno sbocciare il senso di famiglia, creando convivenze armoniose tra i cittadini, nel pieno rispetto dei diritti e dei doveri, al di là delle differenze di cultura e di religione”.
Si è trattato di un evento realizzato con momenti di meditazione sul valore della famiglia nella tradizione islamica ed in quella cristiana, con esperienze vissute sul territorio e nel quotidiano, con momenti artistici. Fra questi particolarmente toccante quello condotto da Harif Abdelghani, marocchino, che con un canto popolare ha coinvolto tutti i presenti. E poi la festa animata in sala dai 130 bambini e ragazzi con danze e canzoni preparate al mattino; e ancora l’intensità e l’affluenza ai momenti di preghiera collettivi, distinti per cristiani e musulmani. Ci si è confrontati su alcuni aspetti del problema delle migrazioni, tenendo conto sia di chi deve affrontare i traumi di viaggi, l’incognita di trovare una casa, un permesso di soggiorno, un lavoro, di dover imparare una lingua diversa, e che spesso ha provato la discriminazione, la paura, il dubbio, il sospetto; sia di chi vede arrivare accanto alla porta di casa volti nuovi e nuovi modi di parlare, vestire, mangiare, comportarsi, e deve affrontare la novità culturale. Problemi affrontati “a partire da Dio”: è la sua presenza nella vita delle persone e delle famiglie che può davvero cambiare le cose. Dai rapporti interpersonali all’interno del gruppo famigliare a quelli con il mondo esterno, i vicini, colleghi di lavoro e compagni di studio. Soprattutto, la presenza di Dio può portare a scelte importanti comuni: “Partiamo da qui – afferma l’imam Layachi in conclusione – con la promessa che cristiani e musulmani facciamo insieme davanti a Dio: essere servitori del bene comune nei nostri quartieri, nelle nostre città, nel nostro Paese”. Fonti: Città Nuova online Servizio Informazioni Focolari Italia (altro…)
Nov 26, 2012 | Cultura
«L’idea è nata dall’esigenza di tanti lettori che da tempo ci chiedevano un agile strumento quotidiano basato sulle letture del giorno, in particolare sul testo evangelico quale stimolo a informare di esso il proprio vissuto. È una nostra caratteristica, infatti, da più di 50 anni, di ascoltare quanto propone “la base”». Qual è la differenza con tanti altri ottimi strumenti di questo tipo già presenti sul mercato religioso? «Oltre ai testi delle letture, a una meditazione spirituale e a qualche nota esegetica, abbiamo voluto affiancare ai santi del mese, dei personaggi di alto profilo morale, anche di altre fedi. Inoltre, diamo la parola a tanti cristiani che ci raccontano le loro esperienze di vita. Tutto ciò secondo la linea editoriale della nostra rivista che vuole favorire la mondializzazione del bene e concorrere all’unità del genere umano». Il Vangelo del giorno x vivere: è forte come affermazione. È davvero così? «Come giornalisti andiamo raccogliendo un po’ ovunque una crescente sete di verità, autenticità e spiritualità, anche in persone apparentemente indifferenti alla dimensione religiosa. La persona di Gesù, uomo Dio, è attualissima e le sue parole continuano a nutrire in modo misterioso e reale tante persone. Il nostro corpo ha bisogno di pane ma Gesù ci ricorda che non di solo pane vivrà l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. La parola di Gesù per eccellenza è stata la sua vita donata per amore. Un esempio per ciascuno di noi, impegnati non solo nell’ascolto della Parola ma nel metterla in pratica perché produca quanto afferma. Tra l’altro la coincidenza con l’Anno della fede in risposta all’appello del papa per una nuova evangelizzazione, mette proprio l’accento su una riflessione di fondo: come possiamo evangelizzare gli altri se non evangelizziamo prima noi stessi?». Che cosa manca in questa pubblicazione? «Almeno un elemento, forse per qualcuno importante: il testo del salmo quotidiano di cui troverete solo il versetto e il numero a cui si riferisce. Abbiamo pensato che questo limite, impostoci dalla foliazione, poteva essere uno stimolo ad aprire la Bibbia e leggerlo direttamente». Come fare per averlo? «In tre modi: per abbonamento come supplemento congiunto alla rivista Città Nuova – sicuramente la soluzione più conveniente per i nostri fedeli abbonati che così lo riceveranno puntualmente a casa loro –, in libreria, oppure rivolgendosi ai nostri agenti di Città Nuova sul territorio». Si può contribuire alla crescita de “Il Vangelo del giorno” anche inviando proprie esperienze sul Vangelo vissuto? «Assolutamente sì. Da sempre i nostri lettori sono partner privilegiati delle nostre avventure editoriali. Mai come questa volta il contributo della vita di ciascuno può dare visibilità a quella foresta silenziosa che cresce e che solleva il mondo». Per maggiori informazioni http://www.cittanuova.it/cn_abbonamenti Marta Chierico (altro…)
Nov 26, 2012 | Cultura, Focolari nel Mondo
Gli appartamenti e le case portano nomi che sanno di cose umili, semplici, familiari: cose di un mondo rurale, antico, eppure carico di fascino: c’è Il Capanno perché era un vecchio capanno del fieno, la Tinaia Caminetto perché lì c’è un grande camino in cucina, la Tinaia Rustica perché l’appartamento si presenta molto rustico, e la Tinaia Granaio perché in origine era proprio un vecchio granaio. La Tinaia Piccola si presenta da sola, mentre Tracolle Belvedere e Tracolle Caratello richiamano più uno stile di vita, e forse uno stile di accoglienza. Alla Fattoria Loppiano l’attività agrituristica esiste da una quindicina d’anni, proprio da quando alcuni vecchi casolari sono stati ristrutturati mantenendo le caratteristiche architettoniche tipiche della zona: tetto con travi in legno, archi in pietra e pavimenti in cotto. Situati in una delle zone più belle del Chianti fiorentino, i casolari dell’agriturismo offrono i migliori servizi per una vacanza da non dimenticare: piscina, mountain bike, possibilità di degustare i prodotti in azienda, nonché la vicinanza con le città d’arte di Firenze, Siena, Arezzo. È un connubio veramente unico quello offerto dalla Fattoria Loppiano, che in questi anni ha ospitato più di 20.000 persone provenienti da tutta Europa, e anche dagli altri continenti. Antonio Sottani è il volto che accoglie ogni villeggiante. Il suo è un lavoro complesso, fatto di quelle mille sfaccettature che servono a far sì che ogni persona che alloggia in questi appartamenti si trovi a proprio agio: e non si tratta solo di coordinare la manutenzione o la pulizia degli ambienti, ma anche qualcosa di più: «L’accoglienza dell’altro è sempre stato un valore fondante nel lavoro della Fattoria: che sia un operaio, o un cliente che acquista e consuma i nostri prodotti, o che vesta i panni di un villeggiante che viene a trovarci per una vacanza». A mandare le prenotazioni a Elena, che dall’ufficio gestisce arrivi e partenze, sono singoli, famiglie e giovani, che qui trovano un’oasi di bellezza e di salute come da poche altre parti: e non tutti, come si potrebbe pensare, provengono dal circuito dei Focolari. «Anzi» – spiega Antonio – la maggior parte della nostra clientela arriva dai circuiti turistici ordinari, e solo dopo essere arrivata qui scopre anche il resto. Con l’agriturismo infatti non offriamo solo una vacanza nel senso classico del termine; la bellezza e la storia di questi posti sono quasi una scusa per far sperimentare al cliente un senso di “casa”. Accogliere l’altro è fargli casa, proprio nello spirito tipico della cittadella di Loppiano che ha fatto della fraternità la sua legge in ogni ambiente, e quindi, perché no, anche per ciò che riguarda il relax e la vacanza».
I villeggianti che arrivano hanno storie le più diverse, e spesso è grazie al rapporto con i lavoratori della Fattoria e con gli abitanti di Loppiano che riescono a fare di una vacanza l’occasione di una vita. «Come è capitato a Gregorio di New York, presidente di un club di ciclisti che è arrivato per caso con sua moglie circa otto anni fa per festeggiare il suo anniversario di matrimonio. È rimasto affascinato dal rapporto costruito con noi e dai valori che si vivono a Loppiano. Da allora, ogni anno porta dal New Jersey una quindicina di ragazzi appartenenti al suo club, sia per fare escursioni in bicicletta nelle ridenti colline Toscane ma anche per far loro sperimentare il clima che si vive nella cittadella. Sono pedalate che… davvero possono valere moltissimo!». Paolo Balduzzi Sito Agriturismo Fattoria di Loppiano (Fine VI parte… continua) (altro…)
Nov 24, 2012 | Centro internazionale, Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
È al cuore dei tre giorni parigini della sessione 2012 delle Semaines Sociales (23-25 novembre) che si svolge l’intervento di Maria Voce, nella plenaria del 24 pomeriggio, su “Uomini e donne nella chiesa”. Non è una questione di potere, ma di amore, è il messaggio che emerge dal suo discorso, sull’argomento affrontato insieme al teologo Alphonse Borras e alla caporedattrice della rivista cattolica francese Pèlerin, Anne Ponce. In una istituzione in cui la gerarchia è maschile, quale riconoscimento dare al contributo sempre maggiore delle donne? È la domanda da cui prende spunto il pomeriggio. Maria Voce interviene volentieri, presentando la testimonianza di una donna a capo di un Movimento dalla composizione variegata e a diffusione mondiale fondato da una donna, Chiara Lubich e che – come sancito dagli Statuti – sarà sempre guidato da una donna. Un Movimento che ha nel suo dna l’unità nella distinzione, per cui l’esercizio della responsabilità è praticato congiuntamente da uomini e donne. Maria Voce sottolinea prima di tutto come il ruolo dell’uomo e della donna debba essere compreso «alla luce del disegno di Dio sull’umanità. Creati da Dio «a sua immagine e somiglianza» (Gn 1,26), essi sono chiamati a partecipare alla Sua vita intima e a vivere in comunione reciproca d’amore, sul modello di Dio che è A more, Trinità. Per cui la dignità dell’uomo e della donna trova fondamento in Dio creatore. Se la donna non può accedere alla carriera ecclesiastica, ella detiene il più grande dei carismi: l’amore. La donna può rispecchiarsi in Maria, la creatura più grande che esista, in Colei che ha vissuto l’amore in modo perfetto». Dopo aver ripercorso a grandi linee la storia e la composizione del Movimento dei Focolari, Maria Voce si chiede: «Come fare per tenere unite tutte queste persone, in un’unica famiglia? Nel Movimento dei Focolari si dà più importanza alla vita che alle strutture, anche se utili». Negli anni la Chiesa ha messo spesso alla prova questa struttura «in modo particolare riguardo alla presenza di una donna, Chiara Lubich, come fondatrice e Presidente. I tentativi di annessione, o di messa sotto tutela della gerarchia ecclesiastica sono stati numerosi. Inizialmente sembrava che a capo del Movimento dovesse esserci un uomo e possibilmente un sacerdote. Chiara, e con lei tutto il Movimento, ha sempre avuto un’obbedienza incondizionata al volere della Chiesa. La frase evangelica “Chi ascolta voi, ascolta me” (Lc 10,16) doveva essere sempre rispettata, anche se le sembrava che un uomo a capo di quest’Opera ne avrebbe alterato la natura stessa che, nessuno meglio di lei, sapeva nata da Dio e non da progetto umano».
Questo per sottolineare che «il riconoscimento della donna nella Chiesa necessita di una specie di “lotta”, cioè di una fedeltà a se stessi, alla propria coscienza e, in ultima analisi, al piano di Dio. Ma una “lotta” che, in questo caso, per Chiara ha avuto le caratteristiche di una “Pasqua”, cioè di una morte e di una resurrezione, che ha permesso il manifestarsi pienamente del disegno di Dio, la Sua volontà, sul ruolo della donna». «Questa presidenza femminile – continua Maria Voce – è molto significativa: indica una distinzione fra il potere di governo e l’importanza del carisma». È un messaggio lanciato alla Chiesa «per sottolineare la priorità dell’amore, priorità che non è un monopolio solo femminile. Certo che la donna, data la sua predisposizione alla maternità, ha una grande capacità d’amore che le dà di percepire dentro di sé quanto l’altro sta vivendo, così come solo una madre può fare…». Maria Voce sottolinea che il “vero” potere risiede nell’amore evangelico che genera la presenza di Gesù in mezzo alla comunità, affermando che quando si costruisce qualcosa su questa base «si opera un capovolgimento straordinario». «L’unità fra l’uomo e la donna resta sempre in un equilibrio precario – continua la presidente dei Focolari –. L’uno deve sempre riscoprire il valore dell’altro, ed entrambi non dimenticare che la diversità è una ricchezza; né devono stancarsi di ricominciare ogni volta a ripercorrere la via regale del dialogo». E un’Opera che «vuol dar testimonianza dell’unità della famiglia umana deve, prima di ogni altra cosa, assicurare in se stessa l’unità», con la coscienza – ricorda in conclusione – «che una qualsiasi struttura ecclesiale non vive in funzione di se stessa ma per il bene dell’umanità in cui è immersa».
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Nov 24, 2012 | Chiara Lubich, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Il contributo della presenza femminile al recente Sinodo per la nuova evangelizzazione (7-28 ottobre) si è espresso anche attraverso la voce della professoressa Ernestine Sikujua Kinyabuuma del Congo. Membro del Movimento dei Focolari, la docente africana mette in evidenza l’importanza della nuova evangelizzazione in Africa, dove la fede è viva ma ancora giovane, bisognosa di consolidamento. «Nel mondo africano – spiega – l’uomo è come diviso in se stesso. In lui agiscono due forze spesso inconciliabili: la cultura tradizionale e la religione. Un altro fenomeno è la proliferazione delle così dette “chiese di risveglio” con la presentazione di un vangelo di prosperità che promette successo. Non si sa più discernere quali siano i valori del cristianesimo e l’influenza del mondo occidentale. L’uomo africano è alla ricerca del rapporto con Dio, ma un’insufficiente base catechistica lo porta a ricercare un’altra forza superiore che gli dia protezione, prosperità». Ernestine è insegnante, sempre a contatto con gli studenti. Nel suo intervento al Sinodo ha detto di rendersi conto che i giovani, nonostante vivano immersi nella cultura della “facilità”, sono alla ricerca di un grande ideale e di una vita radicale basata sul Vangelo. Ha presentato alcune delle esperienze dei giovani dei Focolari che testimoniano la vita quotidiana basata sulla Parola di Dio vissuta. Molti non rimangono indifferenti ed entrano in contatto con i valori cristiani.
«In mezzo ai cambiamenti dovuti alla globalizzazione, l’Africa attraversa una crisi su tutti i piani: politico, economico e culturale. Per questo, alla ricerca di una via d’uscita, le persone reagiscono in modo vario» – ha spiegato nel suo intervento, raccontando alcune esperienze realizzate con la comunità locale dei Focolari, illuminate dal desiderio di vivere la frase di Gesù “qualsiasi cosa avrete fatto ad uno di questi miei fratelli più piccoli, l’avrete fatta a me” (Mt 25,40). Insieme hanno realizzato la ristrutturazione di tre blocchi di dormitori nella prigione centrale di Lubumbashi con l’aiuto di una ONG internazionale, la creazione di un laboratorio di sartoria in modo che i prigionieri possano imparare un mestiere e un negozio dove si vendono i prodotti alimentari e di prima necessità a basso costo per favorire la sopravvivenza di tanti carcerati e per combattere l’aumento dei prezzi al consumo. In un’intervista rilasciata alla radio italiana Inblu, aggiungeva: «Un’esperienza, nuova, ricca e bellissima, perché mi ha fatto entrare nel cuore della chiesa». E alla domanda “Perché la nuova evangelizzazione è una sfida che riguarda anche l’Africa e, in particolare, il suo Paese, la Repubblica Democratica del Congo?”, Ernestine risponde: «In Europa ci sono stati 2000 anni di evangelizzazione, da noi al massimo 2 secoli. Per esempio nel mondo scientifico, dove io lavoro, si sente tanto il fatto che l’uomo africano entra in chiesa, ma poi quando esce va a cercare le “forze soprannaturali” per avere più successo nel lavoro, per essere più intelligente… Quindi per noi il messaggio della nuova evangelizzazione è molto importante per far capire che in Gesù si trovano tutte le risposte che l’uomo attende. Ma c’è questo dualismo: si prega, si cerca una relazione personale con Dio, ma poi si va a cercarLo da altre parti. Il nostro cardinale ha presentato la nuova evangelizzazione spiegando che ci vuole l’inculturazione del popolo, perché se le nostre culture accolgono il Vangelo che le illumina, capiremo che lì ci sono tutte le risposte e che non occorre cercarle altrove». (altro…)
Nov 23, 2012 | Cultura
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Kurze Gedanken aus unveröffentlichten frühen Briefen von Chiara Lubich (1920-2008), der Gründerin der Fokolar-Bewegung.
„Gott ist kein ferner, unbeweglicher und den Menschen unzugänglicher
Gott. Er ist die Liebe und kommt jedem Menschen auf tausend
Weisen entgegen“ (Chiara Lubich).
Aus dem Inhalt: Wenn du wüsstest – Sehnsucht nach Liebe – Gott schenkt den neuen Anfang – Seiner Barmherzigkeit vertrauen – Gott will dein Herz – Gott machen lassen – Für Gott ist nichts unmöglich – Seine Liebe erwidern – In dunklen Zeiten.
Ausgewählt und herausgegeben von Michel Vandeleene.
Verlag Neue Stadt
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Nov 23, 2012 | Cultura
Caritas Italiana propone un aiuto concreto per vivere il tempo del Natale, imparando a sperimentare la carità, con gesti di condivisione e solidarietà: fiorirà la giustizia e abbonderà la pace (Sal 72, 7) – 2012 – Anno della Fede. Il Kit comprende: OPUSCOLO PER LE FAMIGLIE Interamente a colori, propone per ogni giorno dell’Avvento un percorso che offre, dopo l’ascolto della Parola uno spazio di meditazione per l’approfondimento e la condivisione. Nell’anno dedicato alla fede, la proposta si arricchisce di numerosi riferimenti al Catechismo della Chiesa cattolica. Uno strumento utile per una formazione alla vita cristiana matura. ALBUM PER BAMBINI Album a colori con spazi e illustrazioni da colorare e interpretare con creatività. Per condurre i bambini alla scoperta della condivisione e della solidarietà. Un valido strumento in preparazione al Natale durante le settimane dell’Avvento. POSTER Con un’immagine simbolo del messaggio di condivisione, formato 50×70. SALVADANAIO In cartoncino componibile con fustella per l’inserimento dei soldi, con l’illustrazione dell’album per bambini. Un valido strumento per catechisti e genitori per educare i bambini ad una solidarietà concreta e quotidiana. Fonte: Città Nuova Editrice (altro…)
Nov 23, 2012 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo

(da sinistra) Padre Mario Dorsonville, Marco Desalvo, Chiaretta Zanzucchi
Un giorno, mentre si recava al Centro Ispano Cattolico di Washington, Padre Mario Dorsonville, direttore dei servizi Immigrazione e Rifugiati alla Catholic Charities della sua Arcidiocesi, è stato fermato da un giovane uomo che lo ha afferrato per un braccio. Gli ha detto che aveva un gran dolore al cuore. “Andiamo in clinica, ti deve visitare un medico”, gli ha risposto Dorsonville. “No”, risponde l’uomo. Il suo dolore derivava dal fatto di non avere documenti, di non poter trovare così un lavoro. Non sapeva come tornare a casa a fine giornata e guardare in faccia i bambini. “Non c’è povertà maggiore di quando vediamo persone invisibili”, afferma Dorsonville. Comincia così il racconto del Centro Ispano cattolico di Washington, scritto da Marylin Boesch su Living City di Novembre. Un laboratorio della fede, viene definito questo luogo, dove adesso “le persone sono diventate visibili”. La mission del centro è di offrire la migliore qualità di servizi integrati agli immigrati e ai rifugiati, per riportare speranza e dignità alle loro vite, e renderli più fiduciosi, rispettati e membri effettivi della società americana. Lo fa fornendo cure mediche e dentistiche, centri di ascolto e consulenza, corsi di inglese e programmi di formazione professionale. È a Padre Dorsonville, a nome del Centro Ispano Cattolico, che è stato conferito il Premio Luminosa 2012, lo scorso 17 novembre, alla presenza di oltre 250 persone, tra diplomatici, politici, rappresentanti della fede ebraica, musulmana e cristiana e altri senza una particolare tradizione religiosa, radunati alla Catholic University of America a Washington. “Questo premio ci incoraggia a continuare a illuminare l’oscurità col servizio al nostro vicino”, ha affermato Padre Dorsonville nell’accettare il riconoscimento. Al conferimento del premio, promosso dal Movimento dei Focolari, erano presenti Marco Desalvo e Chiaretta Zanzucchi, delegati dei Focolari per la regione Est degli Stati Uniti, che hanno condiviso una riflessione di Chiara Lubich sull’amore al fratello: “Lo Spirito Santo, illuminandoci con un suo carisma, ci ha detto: proprio il fratello, la sorella… possono diventare la vostra via per arrivare a Dio, un’apertura, una porta, una strada, un varco su di Lui. E se abbiamo ottenuto ciò, attraverso il fratello amato, questi non è soltanto un nostro beneficato, ma un nostro benefattore: ci ha procurato ciò che di meglio speravamo”.
Profonda sintonia quindi con l’esperienza del Centro Ispano Cattolico; riflessione risuonata tra i presenti, sottolineando il loro lavoro quotidiano in favore di chi è nel bisogno. “Un servizio concreto, costante e coraggioso, che dona dignità a tante persone di diverse provenienze etniche e sociali… aiutandole a inserirsi come parte integrante della società” – ha scritto la presidente dei Focolari Maria Voce, in un messaggio a Padre Dorsonville. Il Premio Luminosa per l’Unità, a partire dal 1987, è conferito a persone o associazioni la cui vita o attività abbiano dato un significativo contributo a costruire ponti di reciproca comprensione tra cristiani di diverse denominazioni, le principali fedi religiose e persone di buona volontà che si sono contraddistinte nei vari aspetti della vita sociale. (altro…)
Nov 22, 2012 | Dialogo Interreligioso, Famiglie, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo

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Un momento di aggregazione frutto di una rete di rapporti e di esperienze comuni, maturate negli anni in molte città italiane, che apre nuove possibilità: nella diversità di prospettive religiose e culturali, la famiglia si pone, infatti, come orizzonte comune per uno scambio di testimonianze e riflessioni in dialogo e in ascolto. Sarà il capoluogo bresciano ad ospitare domenica 25 novembre al Pala Brescia, questo originale laboratorio composto da circa 1300 persone, famiglie musulmane e cristiane, provenienti da oltre 50 città del Nord Italia (Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Val d’Aosta, Liguria, Emilia-Romagna) – l’area del Paese con l’indice più alto di presenza di nuovi cittadini emigrati che hanno fatto dell’Italia la loro attuale casa – e dalle Marche. L’appuntamento è il risultato di un processo di accoglienza e amicizia in atto da anni tra cristiani e musulmani, radicato nella comune fede in Dio. Un dialogo della vita quotidiano che attinge all’ideale di fraternità universale che ispira il Movimento dei Focolari e persone di fede islamica appartenenti ad alcune comunità musulmane in Italia. Un processo di reciproco riconoscimento, che costruisce un tessuto sano e diffuso da Nord a Sud della Penisola, così come in molti altri Paesi del mondo. Già nell’ottobre del 2010 si era svolto a Loppiano, cittadella del Movimento dei Focolari, l’incontro nazionale “Percorsi comuni per la fraternità” con la partecipazione di oltre 600 persone (musulmane e cristiane) e diverse autorità civili e religiose. Brescia 2012 è anche una nuova tappa di un progetto che confluirà in un evento nazionale a Roma nel maggio 2013, ulteriore passo per costruire il percorso insieme. Il 25 novembre si attende la partecipazione di personalità civili e religiose, tra cui il vescovo di Brescia mons. Luciano Monari, l’imam della Comunità islamica di Brescia dr. Amyn Hasmy e tanti altri imam e responsabili delle Comunità musulmane presenti nell’Italia settentrionale. La tavola rotonda al centro della Giornata sarà incentrata sulla famiglia promotore del bene comune nella città, intesa quindi come una risorsa e non un problema, puntando l’accento sui rapporti nelle e tra le famiglie come spazio di contagio virtuoso con la società circostante, per costruire reti di solidarietà e progetti condivisi. Il 2013 inoltre è anno europeo della Cittadinanza: in quest’ottica – ne sono convinti i promotori – anche la famiglia può portare un contributo importante nella formazione di cittadini responsabili e attivi per perseguire il bene comune. Promotori:
- Movimento dei Focolari
- Ucoii (Unione delle Comunità Islamiche d’Italia)
- Crii (Consiglio delle Relazioni Islamiche Italiane)
- Gmi (giovani musulmani d’Italia)
- Admi (Associazione donne musulmane d’Italia)
- Comunità islamiche del Triveneto
- Centro Culturale Islamico di Brescia
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Nov 21, 2012 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Bloccati per giorni sotto le bombe nel quartiere cattolico della Striscia di Gaza, tre focolarini sono stati liberati soltanto grazie all’intervento del patriarca latino di Gerusalemme, dei consolati francese, coreano e italiano e sono riusciti ad andar via scortati da un convoglio delle Nazioni Unite. A colloquio con le due focolarine che hanno vissuto in prima persona l’inizio della nuova crisi.

«Non si capisce granché di quel che succede, né dove si voglia arrivare. Certo è che la situazione è grave, si ha l’impressione di essere sul bordo del baratro», mi dicono al telefono da Gerusalemme le due focolarine che sono state sorprese dai bombardamenti israeliani mentre facevano visita agli amici dei Focolari che abitano nella Striscia. «Siamo partiti mercoledì, la coreana Corres, il francese Gérard ed io, per far visita alla nostra comunità – mi racconta Francesca, trentacinquenne, infermiera di professione, da poco più di dieci anni a Gerusalemme –; avremmo voluto andarci già altre volte negli ultimi mesi, ma per diverse circostanze l’avevamo posticipato. Appena arrivati abbiamo saputo della morte del capo militare di Hamas, dopo aver udito la forte esplosione del bombardamento. Da quel momento ci è stato praticamente impossibile uscire dal piccolo quartiere cristiano nel quale eravamo alloggiati, salvo per brevi momenti». Continua il racconto Corres: «Avevamo portato degli aiuti per gli amici di Gaza, raccolti dagli amici del Movimento: vestiario, materiale scolastico, giochi per i bambini, cibo. Abbiamo distribuito queste poche cose tra gli amici cristiani, in un’atmosfera che era assai tranquilla. Siamo stati testimoni della generosità di questa gente, che ricevendo i doni spesso ci indicava altre famiglie che avevano maggior bisogno. Nonostante si udissero le bombe cadere, possiamo dire di essere rimasti sereni. Abbiamo pregato insieme, incontrato piccoli gruppi che volevano notizie dalle nostre comunità in Israele, in Palestina e nel mondo. Abbiamo giocato con i bambini e preso il tè con giovani e adulti». Interviene ancora Francesca: «Rimanevamo al piano terra delle case, senza avere rifugi dove recarci, senza essere avvisati dalle sirene d’allarme: perché a Gaza rifugi e sirene non esistono, si vive nella precarietà costante. Ci colpiva la fede di questa gente, la loro speranza senza fine, tanto che erano loro a rincuorarci. Non mostravano paura e ci ripetevano continuamente: “Siamo nelle mani di Dio”. Certo le bombe si sentivano, eccome, ma si continuava a vivere nella normalità e nella semplicità di una vita fraterna. Ci preparavano pranzi quasi da festa, nonostante tutto. Uno di loro è andato fino al porto per comprare del pesce fresco per noi e una mattina hanno cotto nel forno la pizza per la colazione». Il momento più difficile era di notte quando, ad ogni scoppio, i vetri e la terra tremavano, mentre gli aerei giravano continuamente sopra la testa della gente di Gaza City. Naturalmente i tre focolarini avevano segnalato la loro presenza all’Onu che stava preparando una spedizione per far uscire i cooperanti italiani e altri stranieri dalla Striscia. Per due giorni consecutivi si sono recati al posto stabilito per partire, ma ogni volta un intoppo impediva loro la fuoriuscita finché un convoglio dell’Onu ha potuto scortare i cooperanti fuori dalla Striscia. Conclude Francesca: «Mi porto dietro un’immagine di questi giorni: avevamo portato con noi colori e quaderni per disegnare. Un bambino ha dipinto una casa sotto un albero. Ma al cuore della casa c’era qualcosa che non riuscivo a capire cosa fosse. Gliel’ho chiesto. E lui mi ha risposto: “Ma non lo vedi che è un missile?”. Questi bambini sono cresciuti senza pace, senza serenità, “giocando” coi missili». I tre focolarini, appena tornati a Gerusalemme, hanno immediatamente ripreso il loro lavoro. di Michele Zanzucchi (Fonte Città Nuova online) (altro…)
Nov 20, 2012 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Quale Paese, quale situazione hai lasciato? Ho sempre vissuto la guerra alla tv, in Palestina, Libano, Iraq… Mai avrei immaginato che sarebbe scoppiata in Siria, che sarei stato catapultato in un film dell’orrore. Eravamo “un arcobaleno” in cui ci sono tutti i colori, ad un tratto è scoppiata la guerra e i colori sono spariti: siamo passati al bianco e nero. Il vicino era guardato con sospetto, si è perso un grande patrimonio storico, la pace, la convivenza, la coesistenza, la propria casa… Siamo costretti alla fuga, alla perdita del lavoro, degli amici… le persone si sono allontanate l’una dall’altra. Dopo una vita fianco a fianco ci siamo trovati in trincee diverse; in ogni famiglia ci sono membri scomparsi, rapiti, orfani, uccisi… Homs era una città piena di vita. Sentivamo che c’erano sparatorie in altri punti del Paese e pensavo che la tv esagerava, ma purtroppo la nostra città è diventata linea di confine. Poi anche noi ci siamo trovati in mezzo a una sparatoria. A quel punto ho capito che anche Homs era immersa nella guerra. Cosa vuol dire vivere in guerra? Significa che tutto il passato sparisce ad un tratto: la pace, la libertà di circolare senza paura. La Siria era un paese sicuro, nessuno chiedeva all’altro di che religione sei. Anche un mio amico è morto, la prima persona che ho perso in guerra. Era un amante della pace. Le persone che muoiono non sono dei numeri: 30 morti oggi, 50 ieri… Ognuno di loro ha un nome, ha un padre, una madre… Quando mi trovavo in chiesa per i funerali del mio amico, piangevo come non ho mai pianto. Quando il sacerdote chiese: “cosa ci direbbe Cristo, adesso? di perdonare”, ci fu un silenzio impressionante; si sentivano solo i respiri. Tutti hanno risposto che dobbiamo perdonare. Ma io non ce la facevo. Sono scappato piangendo, col desiderio di mettere sotto la macchina qualcuno degli uccisori. Ma poi ho riflettuto: cosa faccio? mi sono detto. Uccido anch’io qualcuno che sarà come il mio amico? Ho fatto marcia indietro e sono tornato a casa. Ho pregato: Dio dammi la pazienza. Non devo uccidere, per evitare di fare il male che io ho subito. Cosa speri per il futuro della Siria? Di rivedere il Paese di prima, in pace. “Metti la tua spada da parte e vivi in pace”, questo dovrebbe essere il messaggio trasmesso da tutte le religioni. Spero che questa guerra mediatica inviti i giovani alla pace e non al combattimento. Che i leader religiosi diano un messaggio di pace, affinché i giovani possano ricostruire la Siria. Fonte: TV 2000 – intervista a Wael – 16 ottobre 2012 (altro…)
Nov 19, 2012 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Sono storie, volti, che compongono un puzzle di speranza. Sono esperienze dal vivo quelle che costruiscono i tre giorni del Congresso aderenti (Castelgandolfo, 15-18 novembre), appuntamento atteso durante tutto l’anno e che ha raggiunto mille partecipanti. La prossima edizione sarà in gennaio, con partecipanti da altre nazioni. Tanino, ha insegnato in Ungheria anni fa. Messo in guardia da possibili ‘spie’ del regime tra gli studenti, racconta: “Sono entrato in classe cercando di pensare non alle spie, ma a scoprire il positivo che c’era in ognuno degli studenti. Ne ho vista una molto seria. Mi sono fermato a chiederle cosa avesse. Mi parla di un bambino piccolo, ammalato, in condizioni di povertà. Trovo un aiuto da mia sorella, con vestiti per il bimbo e altro, e ce ne prendiamo cura”. Finito il valzer del comunismo, Tanino scopre che la sua alunna era proprio una spia. “L’importante è amare – conclude –. Se avessi cercato la spia, mi sarei distratto senza accorgermi delle difficoltà dell’alunna che avevo amato di più”. Prende la parola Grace di Catania, con la sua storia che ha coinvolto la città ad agire contro la piaga del gioco d’azzardo che colpisce anche i minori. 13 anni e 18.000 euro di debiti di gioco. Un macigno che può portare un ragazzino al pensiero del suicidio. Di questo si è accorta Grace tra i banchi di scuola eè cominciata un’azione di sensibilizzazione mirata a mamme, insegnanti, quartieri. È partita una campagna di raccolta firme per far applicare la legge che vieta le sale gioco in prossimità delle scuole e la pubblicità del gioco d’azzardo sulla stampa e in tv. Come riscoprirci quindi fratelli? È il leit-motiv di queste esperienze. Non solo dall’Europa. Voce alle Filippine, attraverso la presentazione dei centri sociali Bukas Palad (in Tagalog “A mani aperte”). Cure per i bambini con denutrizione di terzo grado, educazione all’igiene, aiuto medico, sostegno a distanza per uscire dal cerchio della povertà, apertura di asili (500 bambini solo quest’anno); formazione professionale per i giovani: in 20 anni – col motto gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date – Bukas Palad ha aiutato oltre 90.000 persone, suscitando una vita di ‘reciprocità’, dove chi riceve l’aiuto, aiuta a sua volta.

Graziella de Luca, tra le prime compagne di Chiara Lubich, è venuta a salutare i partecipanti
Ci sono persone sole che aspettano un sorriso, un gesto concreto. E così c’è chi arriva a prestare il proprio stipendio, a procurare una stufa il giorno di Natale, ad aprire la porta a una ‘zingara’ superando i pregiudizi comuni, e riscoprendo nel suo volto quello di una sorella. “Abbiamo conosciuto Pietro – raccontano Luigino ed Esterina, 44 anni di matrimonio alle spalle – un anziano senza tetto. Abbiamo cercato di andare incontro alle sue necessità: cambiargli gli indumenti, ospitarlo a casa nostra. Una mattina di Pasqua ha chiesto a Luigino se poteva fargli il bagno e tagliare le unghie. Nel dire di sì abbiamo provato una gioia profonda per aver amato e servito Gesù in Pietro”. Potremmo continuare, con i 37 partecipanti dal Libano, col sacerdote anticonformista, con le esperienze dei giovani, dal Perù, dal Panama, e molti altri. Il sipario del congresso, si chiude, sulle note degli artisti dell’Arena di Verona, ma continua attraverso le scelte di ciascuno: se prendiamo sul serio le parole del Vangelo – è il messaggio che parte da qui – “Qualunque cosa hai fatto al più piccolo dei miei fratelli, l’hai fatto a me” (Mt 25,40). Si capovolgono le abitudini comode, la regola d’oro (fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te) diventa un principio “ragionevole”; i conflitti, attraverso l’amore al fratello, si possono trasformare in relazioni nuove. (altro…)
Nov 17, 2012 | Cultura, Focolari nel Mondo
Bastano buone notizie? Questa tematica è stata al centro del meeting online di NetOne che venerdì 9 novembre 2012 ha collegato via internet 301 punti di varie nazioni. Vi si poteva accedere dalla home del sito: www.net-one.org NetOne riunisce le più svariate professionalità del mondo dei media e della comunicazione: giornalisti, registi, studenti, docenti, fotografi, pubblicitari… Il suo carattere internazionale e il suo approccio ai temi e ai problemi del settore, il puntare al ‘fare’, all’impegno personale accanto al ‘pensare’ e al ‘parlare’, sono espressione concreta dell’idea di fraternità universale di Chiara Lubich, su cui NetOne fonda la propria mission: media for a united world.
La diretta ha preso spunto da una costatazione: “bastano buone notizie” per rispondere alle pressanti domande della società? Come interpretare o recuperare il lavoro da comunicatori in un’ ottica di servizio al prossimo? «Se il giornalismo (con i giornalisti) non guarda alla relazione e agli esseri umani, ma solo alla notizia, esso rimane fondato sulla sola libertà di stampa (…), ma tante volte essa diventa la giustificazione per una metodologia immorale con scopi apparentemente positivi (…) per scoop e gossip con fini puramente commerciali»: questa l’analisi di Valter Hugo Muniz, giornalista brasiliano che ha evidenziato quanto il giornalismo dovrebbe essere consapevole che la notizia dovrebbe anzitutto essere al servizio dell’uomo e della comunità umana. Sono inoltre intervenuti in collegamento Internet: dal Belgio Paolo Aversano, ricercatore in Business Modelling & Smart Cities all’università VUB di Bruxelles; da Bari Emanuela Megli Armenio, formatrice professionale specializzata in comunicazione e Domenica Calabrese, Presidente della locale Associazione Igino Giordani. Si è parlato di commistione dei saperi, di frontiere nuove concesse dal web, di opportunità quali l’intercultura e il dialogo. Tra gli ospiti, José Andrés Sardina, architetto spagnolo, che ha soggiornato e lavorato per alcuni anni a Cuba, ha offerto uno spaccato della parzialità dell’informazione in merito alla devastazione dell’uragano Sandy. Ha mostrato immagini del disastro riportando alcuni dati della Croce Rossa relativi alla città di Santiago: 9 decessi, 5.000 case distrutte, 27.000 i senza tetto, più di 100.000 le case colpite con danni stimati di 88 milioni di dollari. È seguito il racconto di due appuntamenti dei Focolari dalla viva voce di chi li ha vissuti: Jessica Valle del Social communication team del Genfest 2012 (manifestazione mondiale di giovani tenutasi a Budapest) e Michele Zanzucchi, direttore di Città Nuova, tra i promotori di LoppianoLab: un laboratorio per riflettere sull’Italia e le sue sfide, e per ideare progetti che le affrontino nel concreto. Nedo Pozzi, Coordinatore della commissione internazionale di NetOne, ha chiuso il meeting online ricordando l’intervento di Chiara Lubich all’ONU (maggio 1997), in cui sottolinea l’importanza di mettere in pratica il Vangelo. «Bisogna vivere! Non insegnare, fare.[…] Proviamo a metterci ad amare, anche qui all’ONU, uno con l’altro, un ambasciatore con l’altro, un funzionario con l’altro. Vediamo cosa viene fuori. Dovrebbe venire fuori la presenza di Cristo in mezzo a loro. E che cosa significherebbe questo? Sarebbe garantita la pace per loro e anche per tanti». Un invito che, nella sua sostanza, può sicuramente essere raccolto da tutti coloro che fanno comunicazione. di Maria Rosa Logozzo (Fonte: ZENIT.org, 14 novembre 2012) (altro…)
Nov 16, 2012 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Da sempre il sogno di Cesare è stato di trasmettere Dio come ideale di vita e presto si è reso conto che la scuola era uno dei posti privilegiati dove poterlo realizzare, per questo ha pensato di applicare la sua specialità: l’umoristica, alle materie scolastiche. La prima volta che ha provato tale metodo è stato a Cagliari, in una scuola elementare di un quartiere a rischio dove, in una classe di 25 bambini,12 avevano il papà in carcere. Racconta: “D’accordo con il Direttore visitai classe per classe offrendo agli insegnanti un metodo: L’umorismo applicato alle materie, al dialogo, alla disciplina, alla corporeità, al pro-sociale, alla mondialità, al difficile, alla bellezza e alla pace. I risultati furono entusiasmanti”. Da allora Cesare ha visitato tantissime scuole, offrendo il suo innovativo metodo didattico in molte regioni italiane.
Successivamente ha continuato questa sua missione quando si è trasferito nel focolare in Albania, dove in 10 anni di corsi per catechisti, gruppi giovanili, scuole professionali, scuole materne e gruppi di genitori ha incontrato circa 25.000 persone, senza lasciarne nessuna indifferente al suo messaggio. La sua genialità e l’efficacia dell’umorismo applicato è tale che ha svolto persino un corso sull’evangelizzazione di strada alle Suore di Madre Teresa di Calcutta. Cesare, infatti, è anche un profondo conoscitore della Bibbia, tanto da offrire un Master sul Cantico dei Cantici, che ha avuto un grande successo sia quando è stato frequentato da seminaristi, sia quando il pubblico era composto da coppie di giovani fidanzati. Alcune impressioni: “Dietro la tua apparente improvvisazione c’è tanta ricerca, tanto lavoro, tanta passione, tanta attenzione per ognuno”, “hai un amore profondo per la Bibbia, (la reciti a memoria) ogni tua espressione artistica nasce da un tuo rapporto con la Parola”.
Oltre al lavoro con le scuole ed ai corsi di formazione Cesare ha creato anche un vero e proprio spettacolo nel quale la sua “Umoristica applicata per una estrema evangelizzazione” mira ad esaltare la bellezza interiore ed il valore inestimabile di ogni persona. Nella sua opera osserva con uno sguardo attento e con partecipe comprensione i vari aspetti della vita, cogliendovi spunti divertenti per educare ad affrontarne gli eventi, lieti e tristi, con equilibrio e saggezza evangelica. Cesare ama definirsi un “Anima-Attore”, che avvalendosi di strumenti artistici, umoristici e culturali e di una vasta gamma di episodi di vissuto profondamente umani, conduce 2 ore di spettacolo tra divertimento e contemplazione. Indirizzo email: gattocex@yahoo.it (altro…)
Nov 15, 2012 | Cultura, Focolari nel Mondo
Alle ore dodici del 15 novembre è andato andrà online il nuovo quotidiano del gruppo. Il vecchio portale nato nel luglio 2009 va in pensione e lascia posto ad una grafica più accattivante e leggera, a nuove rubriche su cucina, animali, lavoro, moda, musica leggera, a contenuti multimediali. Una fotogallery racconta il mondo in cinque scatti, mentre alla sezione video potranno collaborare i lettori di Città Nuova inviando le loro proposte e le segnalazioni di storie, fatti, azioni che meritano approfondimenti e risalto. Anche i social network ufficiali (Facebook, Twitter, Google+, YouTube) contribuiranno ad una maggiore partecipazione di chi è appassionato di umanità, di dialogo, di speranza. Senza dimenticare però i temi scomodi e poco frequentati dai media generalisti e con un’attenzione particolare alla sfera internazionale, distintivo da sempre della linea editoriale del gruppo. La sezione superiore del sito si apre ad approfondimenti sull’attualità con contributi e punti di vista molteplici, mentre cresce la sinergia con la rivista. I reportage e gli articoli su carta vedranno contenuti speciali sul quotidiano online in apposita sezione. Il 15 novembre alle 12 è cambiata anche la versione online della rivista Città Nuova. Su rivista.cittanuova.it troverete, infatti, la riproduzione del sommario della versione cartacea per favorire una consultazione agevole e una fruizione immediata di articoli, rubriche, approfondimenti. Una novità riguarda la vignetta: visibile per tutti, anche per i non abbonati. Infine anche gli inserti Spazio Famiglia ed Economia di Comunione saranno consultabili direttamente sul sito della rivista. Ultima novità è la pagina del gruppo, la “corporate”, gruppoeditorialecittanuova.it racconterà in poche schermate la storia e il nostro progetto editoriale, riunendo insieme tutte le produzioni e tutte le realtà legate a Città Nuova. Questo rinnovamento è possibile grazie al sostegno e alla fiducia dei lettori: i loro abbonamenti alla rivista Città Nuova e alle altre riviste del gruppo hanno consentito di crescere e di innovare. «Contiamo ancora su questo sostegno – dichiara Città Nuova – per restare una voce libera e continuare a crescere pur nella crisi del mercato editoriale: noi scommettiamo ancora sui nostri lettori e sul carisma di fraternità che ha fatto la nostra storia e continua a farla anche sulle nuove frontiere del web». www.cittanuova.it (altro…)
Nov 14, 2012 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
«L’Avana, 5 novembre 2012. Sono tornato ieri da Santiago, Palma Soriano e Banes. È stata un’esperienza molto dolorosa e, allo stesso tempo, edificante. Siamo partiti con un autobus stracarico di alimenti e vestiti: un granellino di sabbia paragonato alla necessità della gente! Siamo arrivati proprio nel momento in cui erano finite le risorse di cibo per tante famiglie. I giovani e i ragazzi del Movimento ci aspettavano per scaricare e distribuire quanto portavamo. È stato uno shock vedere la città distrutta: macerie dappertutto, la maggior parte delle vie bloccate, 80% degli alberi caduti, molte case crollate e migliaia danneggiate e senza tetto. Un panorama da guerra. Nonostante il dolore, impressionava la dignità della gente che ringraziava Dio per essere viva; e, soprattutto, colpiva la disponibilità ad aiutare gli altri ricostruendo, per esempio, il tetto del vicino. “Sulla mia casa – racconta David, 15 anni – è caduto un albero molto grosso ma il tetto di cemento ha resistito. Invece la casa dello zio è crollata e loro sono venuti da noi. La zia e la loro bambina di 5 mesi sono state salvate sfondando una finestra della casa del vicino. In seguito sono arrivati anche altri bambini del vicinato. Non essendoci elettricità, alla luce di una candela, con mia sorella ci siamo messi a preparare la cena per i piccoli e a cercare delle coperte per proteggerli dal freddo. Venuti a sapere che la Chiesa era crollata, sono uscito di corsa per aiutare il parroco. A lui non era successo niente, ma l’edificio era distrutto; solo un muro era rimasto in piedi, dove c’era il Crocefisso e Gesù Eucaristia. Con altri gen ed amici della parrocchia abbiamo tolto le macerie, pulito la casa del sacerdote e recuperato i pochi banchi e il materiale rimasto. Poi, abbiamo organizzato dei turni per la vigilanza notturna della parrocchia. Poichè anche la casa delle suore era stata colpita, la mattina, dopo il turno andavo da loro per aiutare, senza dormire”.
Siamo, poi, partiti da Santiago per Palma Soriano (a 42km da Santiago). Le case non avevano subito gravi danni, mancava il cibo. Siamo arrivati giusto in tempo per portarlo. Ho proseguito, poi, per Banes (300km da Santiago). Un fatto mi ha fatto scoprire la generosità di questa gente meravigliosa. Con uno dei gen3 abbiamo girato alcuni negozi per acquistare cibo e vestiario di miglior qualità e miglior prezzo, per poterne portare la maggior quantità possibile. Ad un certo punto mi sono accorto di non avere i soldi necessari perché ne avevo già spesi la metà a Santiago. Non avrei potuto portare quanto occorreva: riso, zucchero ed altro ancora. Il mio amico gen3 mi consegna 10 dollari: sono sorpreso e commosso perché era tutto quello che aveva, rimanendo solo con i soldi necessari per tornare a casa. Arrivando in un’altra città, un altro gen3 mi consegna 25 dollari che aveva ricevuto per acquistare vestiti e cibo. Così, ho potuto portare dei sacchi di 50kg di riso, zucchero, grano e farina di mais. Arrivato a Banes, il sacerdote del posto mi ha abbracciato e pianto perché quello che portavo a nome del Movimento, frutto della comunione di tanti, arrivava giusto nel momento in cui erano finiti tutti gli aiuti che il vescovo era riuscito ad inviare. In questa calamità naturale sono venute molto in evidenza la dignità, la forza, la fede, la bravura e l’eroicità di questi giovani, ragazzi e ragazze ( anche adulti) che sono andati oltre le proprie necessità e i propri problemi per pensare alle necessità dell’altro e lanciarsi senza misura ad amare e a servire». A. C. ______________________________________ Per saperne di più o per sostenere il progetto: AMU – http://www.amu-it.eu Associazione Azione per un Mondo Unito presso Banca Popolare Etica, filiale di Roma. Codice IBAN: IT16G0501803200000000120434 Codice SWIFT/BIC CCRTIT2184D Causale: Progetto: La mia casa è la tua casa (altro…)
Nov 12, 2012 | Focolari nel Mondo, Senza categoria
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24 ganz neue Kapitel gegen den (Vor-)weihnachtsstress:
Tag für Tag ein Impuls – für vielbeschäftigte Berufstätige, gestresste Eltern, Unruheständler.
Passt in jede Hand- und Manteltasche!
Geschenke suchen, Besorgungen fürs Fest, Hektik im Beruf, Plätzchen backen, Weihnachtsfeiern, Krippenspiel der Kinder, Termine … Wie „besinnlich“ ist die (Vor-)Weihnachtszeit! Dieser Adventskalender
mit komplett neuen Texten hilft, der Stressfalle zu entgehen: An jedem Tag bis zum Weihnachtsfest wird ein Thema angegangen, werden Befindlichkeiten, Empfindungen, Gefühle aufgegriffen und auf einen guten Weg gebracht: gegen den Stress, Weihnachten entgegen!
Die Autoren: Marcus C. Leitschuh, geb. 1972, Religionslehrer, ist bekannt durch zahlreiche Veröffentlichungen.
Paul Weismantel, geb. 1955, Domvikar, leitet das Referat „Geistliches Leben“ in der Diözese Würzburg.
Neue Stadt: http://www.neuestadt.com/artikel_860.ahtml
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Nov 12, 2012 | Centro internazionale, Chiesa, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Si conclude con uno sguardo al futuro che si costruisce nel presente il viaggio in Svizzera della presidente dei Focolari, Maria Voce, e del copresidente, Giancarlo Faletti. L’ultimo appuntamento, infatti, del calendario – che nei nove giorni di permanenza in terra elvetica (2-11 novembre) ha visto incontri con persone di età diverse, appartenenti a vario titolo al Movimento dei Focolari, personalità ecumeniche del Paese ed incontri a carattere più privato, è stato con un gruppo di 120 gen 3, i ragazzi del Movimento. La vivacità, in questi casi, è d’obbligo; ma qui si sperimenta anche la vitalità di un’esperienza che coinvolge numerosi ragazzi in tutta la Svizzera. Ed anche la concretezza di talune iniziative che hanno portato ad esempio un gruppetto a vivere una settimana in Croazia dove, il contatto con famiglie più disagiate di quelle svizzere, ma felici, insegna da sé a valorizzare quello che si ha, “a fare attenzione a mangiare tutto, anche il pane più vecchio”, racconta una di loro. “Che forte vedere che la domenica tutti i ragazzi andavano in chiesa come se questa fosse la cosa più bella, e le chiese erano sempre pienissime”, sottolinea un’altra. Ed anche al Centro Mariapoli di Baar, che ospita l’incontro, non mancano iniziative di solidarietà nel corso dell’anno, per sviluppare quella cultura del dare tipica dei Ragazzi per l’unità.
Per Maria Voce e Giancarlo Faletti le risposte alle domande dei ragazzi sono un’occasione per mettere in comune tante esperienze personali, con qualche “trucco” per diventare ‘grandi nell’amore’. “Quando ci troviamo davanti a persone difficili da amare, quella è l’occasione di far crescere la vita di Gesù dentro di noi; è lì che Gesù ci fa amare col suo cuore. Il mio amore è diventato più forte non quando gli altri mi hanno fatto i complimenti, ma quando mi sono sentito ferito dentro e ho continuato ad amare”, racconta il copresidente. E Maria Voce raccomanda di “prendere sempre l’iniziativa, senza aspettarsi niente in cambio”. E spiega anche che non basta dire ad un ragazzo che ha sbagliato, ad esempio rubando, che così non si fa, ma occorre spiegargli che col suo gesto ha “fatto diminuire la comunione fra tutti, innescato nei rapporti la paura, il sospetto” . Stessa intensità di dialogo con i giovani il giorno prima, 10 novembre, ai quali Maria Voce e Giancarlo Faletti lasciano la consegna di lanciarsi a vivere per il mondo unito con un amore infuocato per essere una generazione nuova, non appiattita, ma sempre pronta a dare al mondo quel supplemento d’anima di cui ha bisogno. Se giovani e ragazzi, insieme ai bambini, anche loro coinvolti a portare avanti la “rivoluzione dell’amore” si impegnano a costruire la fraternità, non di meno gli adulti. “Un giorno, passando davanti ad un chiosco – racconta una di loro – ho notato che fra i giocattoli vi erano dei dvd a contenuto pornografico. Ho preso coraggio ed ho parlato con la venditrice, poi col direttore e infine col titolare del chiosco. Non è stato facile perché il mio comportamento risultava, come mi hanno fatto notare, una goccia nell’oceano. Però qualche giorno dopo, quando sono ripassata dal chiosco, la venditrice mi è venuta incontro per dirmi che il responsabile le aveva detto di togliere quei dvd dagli scaffali”. L’Ideale dell’unità è arrivato in Svizzera negli anni Cinquanta e dunque ha qui una lunga storia; tanti sono i pionieri della fraternità e non solo all’interno della Chiesa cattolica. Anzi, la prima persona che ha conosciuto i focolarini in Italia, era un architetto riformato. Nel corso di questi anni numerose sono state le iniziative di carattere ecumenico, con protagonista diretta Chiara Lubich che amava definire la Svizzera, dove trascorreva le estati ed altri periodi dell’anno, la sua seconda patria.
Il Paese, e quindi la comunità del Movimento, vive non solo la dimensione ecumenica, ma anche quella interreligiosa ed internazionale: tra chi è stato raggiunto dalla spiritualità dell’unità vi sono persone di diverse fedi e altre arrivate qui da Paesi in difficoltà, testimoni di quanto l’ideale dell’unità abbia favorito un’integrazione nient’affatto scontata. Nel dialogo che Maria Voce e Giancarlo Faletti hanno vissuto con una sala di mille persone convenute da tutta la Svizzera, sono risuonate in maniera particolare alcune proposte: far crescere la corrente di amore nel mondo; rimanere nel proprio gruppo rende il mondo unito un’utopia, quindi se vogliamo costruirlo occorre oltrepassare i confini, andare oltre; rispondere alla spinta di Dio che chiede di fare qualcosa di più di quanto si è fatto finora; impegnarsi con passione per l’unità fra le Chiese; essere tutti attivi nella costruzione di una società migliore, con dinamismo; puntare a cose grandi perché con Dio in mezzo a noi tutto è possibile. Di Aurora Nicosia (altro…)
Nov 10, 2012 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
Giordani racconta di un uomo dell’antichità che «allontanatosi per commercio, scrisse alla moglie che, rimasta in casa, stava per divenire madre: ‘Se nasce un maschio, allevalo; se nasce una femmina, esponila’». Quella persona, continua Giordani «esprimeva, in tutta semplicità, l’opinione che il paganesimo idolatrico aveva della donna: un mammifero di sfruttamento e di piacere, stimato immensamente inferiore al maschio, e, in tutti i casi, da tutte le legislazioni, mantenuto in soggezione all’uomo: da ragazza sotto la tutela del padre, da sposa sotto quella del marito, da vedova sotto quella dei figli o dei parenti: mai arbitra di sé. Il cristianesimo mutò questo stato di cose con lo stabilire l’eguaglianza spirituale della donna con l’uomo, nella parità dei diritti e doveri e col sottrarre la madre ai capricci del padre mediante l’indissolubilità matrimoniale, con cui fu assicurata a lei una posizione stabile nella sua casa. In Cristo – insegnò Paolo apostolo – «non v’è più né giudeo né greco, né schiavo né libero, né uomo né donna» (Gal. 3:28); ma soli spiriti, tutti figli di Dio e quindi pari fratelli. La socialità cristiana comporta una interdipendenza tra uomo e donna: «né la donna senza dipendenza dall’uomo, né l’uomo senza dipendenza dalla donna, nel Signore». L’uomo appartiene alla sua donna, e la donna al suo uomo: «come infatti la donna dall’uomo, così l’uomo per mezzo della donna; e il tutto da Dio» (I Cor. 11,12). Però il vero è che, nella società, l’influsso di lei è meno d’un terzo: un influsso assolutamente inferiore ai suoi sacrifici e al numero. Ed è un danno sociale enorme, perché mancando l’azione delle virtù femminili, che sono specificamente la pietà, la grazia, l’amore della pace e dell’ordine, prevalgono nella società le virtù maschili di forza, di conquista, di avventura, le quali, come tutte le virtù, se non sono contemperate e armonizzate da altre, facilmente traboccano nei vizi contigui. Ma è un fatto: se la donna è degradata, l’uomo la segue nella degradazione. Ché la donna pervertita passa la sua perversione ai figli, così come la donna retta, eroica, passa rettitudine ed eroismo ad essi. Infine, per sfasciare una società, una via sicura è la corruzione della donna. Per sostituire alla società l’alveare, all’uomo il numero, occorre anche scioglierlo dalla riverenza verso la donna casta e fedele e dirompere i loro rapporti nella licenza sessuale per cui al sacramento succede tutt’altro elemento. Degradata la donna, l’uomo è pronto a tutte le abdicazioni. La disumanizzazione dell’uomo – necessaria per ridurlo ad automa – comincia da lei: come nell’Eden. Le filosofie edonistiche, materialistiche, propugnate nelle ultime generazioni e arrivate ai tempi nostri alle prime vaste esperienze pratiche, portano alla fine della maternità: e la maternità è il principio della vita».
La Società Cristiana, Città Nuova, 2010 (1942), pp.54-58.
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Nov 10, 2012 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Come nella notte del deserto le stelle si fanno più luminose, così nel cielo del nostro cammino risplende con vigore la luce di Maria, Stella della nuova evangelizzazione… È lei che ci orienta nel cammino». È in profonda consonanza con queste parole del messaggio al popolo di Dio lanciato dal Sinodo, l’esperienza vissuta da oltre 80 sacerdoti e diaconi convenuti dalle diverse regioni del Brasile alla cittadella dei Focolari che sorge nei pressi di San Paolo, la Mariapoli Ginetta. Maria, “trasparenza di Dio, modello di fecondità pastorale, luce per la missione” è stata al centro del congresso promosso dal settore sacerdotale dei Focolari del Brasile per offrire il contributo del carisma dell’unità al “sacerdozio mariano”, quello stile di vita presbiterale inaugurato dal Concilio Vaticano II per i tempi nuovi della Chiesa. Nel tratteggiare l’influsso di Maria sul sacerdozio, monsignor Francesco Biasin, vescovo di Barra do Pirai–Volta Redonda ha parlato del servizio come «la maggiore promozione» per un sacerdote, della fraternità evangelica come stile di vita che «crea non rapporti di sottomissione, ma di collaborazione e corresponsabilità». Uno stile di vita teso a lanciare ponti ovunque, evidenziato da esperienze personali: «Il popolo ha sapienza. Dobbiamo insieme ascoltare lo Spirito e non chiuderci nella nostra programmazione». La teologa Sandra Ferreira Ribeiro ha richiamato la nuova impostazione mariologica data dal concilio e ha delineato alcuni tratti della storia del Movimento dei Focolari, «nato col Vangelo in mano e, da cui è fiorita una spiritualità che porta elementi originali alla mariologia, aprendo un varco anche nel dialogo ecumenico». «La gente oggi vuole vedere e sperimentare Gesù, toccare il mistero di Dio, sentire la sua presenza con i sensi dell’anima. Gesù che si fa presente nella comunione fraterna fa sperimentare a chi lo incontra i frutti dello Spirito: pace, luce, amore, forza», ha affermato padre Antonio Capelesso, responsabile della scuola permanente per seminaristi e sacerdoti della Mariapoli, nel ricco approfondimento sulla stretta connessione tra «questa presenza di Gesù nella comunità e l’ecclesiologia del Vaticano II».
Un’esperienza che si è fatta tangibile nello stesso congresso sacerdotale per l’intensa comunione costruita tra sacerdoti e con i laici, nota dominante che aveva animato gli approfondimenti teologici, lo scambio di esperienze tra sacerdoti, giovani e famiglie, i brani artistici, la visita alle concretizzazioni in campo economico, lavorativo, culturale, che compongono la cittadella. Maria, “tutta rivestita della Parola” è apparsa modello per la vita sacerdotale: i molti aspetti della sua vita approfonditi e vissuti nel corso del congresso hanno preparato una migliore comprensione di quella visione della Chiesa delineata dal teologo Urs von Balthasar e più volte richiamata da Papa Wojtyła e Papa Ratzinger: la coessenzialità tra profilo mariano e profilo petrino-istituzionale della Chiesa e hanno reso evidenti le sue implicazioni concrete. Fonti: Radio Vaticana – RG del 1.11.2012 Ufficio Stampa della Mariapoli Ginetta (altro…)
Nov 9, 2012 | Centro internazionale, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Dalla chiesa riformata e dalle chiese libere, metodisti e cattolici, personalità del mondo ecumenico, pastori e pastoresse, parroci, assistenti pastorali, membri di diversi movimenti da tutte le regioni linguistiche della Svizzera. 250 persone, al di là di ogni previsione, affollano la sala dell’Hotel Kreuz a Berna dove, l’8 novembre, si è svolto un simposio ecumenico organizzato dal Movimento dei Focolari dal titolo “Ecumenismo: dove sta andando?”. Al tavolo dei relatori tre ospiti di riguardo: un cardinale, una donna laica, un pastore riformato. Da Roma sono venuti infatti il card. Koch, svizzero, ora presidente del Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani e la presidente del Movimento dei Focolari, Maria Voce; a fare gli onori di casa, Gottfried Locher, presidente della Federazione delle chiese evangeliche della Svizzera (Fces) . Le loro relazioni indagano vari aspetti dell’impegno ecumenico con approcci diversi e una convinzione comune forte: il cammino ecumenico è irreversibile ed irrinunciabile, nonostante i segnali di stanchezza che a volte lo caratterizzano, facendolo apparire talora una missione impossibile. “Finché lotteremo per l’unità – afferma la presidente della Comunità di lavoro delle chiese cristiane in Svizzera (Clcc), Rita Famos – siamo sulla via giusta, vuol dire che non abbiamo deposto le armi. Oggi vogliamo stimolare il dialogo fra chi spera sognando, con chi lotta per l’unità”. In effetti uno dei “pericoli” nel cammino ecumenico è quello di “abituarsi alle differenze pensando di stare bene senza l’altra Chiesa”, sostiene Locher. Forse “ci siamo messi comodi”, non troviamo più che “questa divisione è scandalosa”. Da qui il suo invito a “costruire più unità lì dove per ora è possibile”, a partire dalle chiese riformate cantonali spesso tanto indipendenti fra di loro, per trovare più comunione e una voce, un messaggio comune in quanto chiesa riformata Svizzera nei temi importanti. Forte il suo richiamo costante alla forza trasformante della Parola.
Tanti sono i protagonisti di questo percorso che vive ora momenti di entusiasmo, ora fasi di stallo. Fra questi i papi, come ricorda il card. Koch citando la passione ecumenica che ha portato ad esempio Giovanni XXIII ad istituire nel 1960 il segretariato per la promozione dell’unità dei cristiani – l’attuale Pontificio consiglio da lui presieduto -; che ha visto Paolo VI molto vicino al mondo dell’ortodossia di Costantinopoli con la cancellazione, tra l’altro degli anatemi reciproci che hanno “espulso il veleno della scomunica” dopo 900 anni, e lo hanno portato ad incontrare il primate anglicano Ramsey. E poi Giovanni Paolo II coi suoi tanti gesti concreti per l’ecumenismo, fino a Benedetto XVI, che nel suo primo messaggio ha affermato di voler lavorare con tutte le forze per l’unità dei cristiani. Non solo l’ecumenismo promosso dai responsabili delle Chiese, né solo quello portato avanti dai teologi; c’è, ed è vitale, un ecumenismo della base, un ecumenismo della vita, un ecumenismo di popolo. Ed è quello di cui parla Maria Voce che racconta – citando esperienze concrete di bambini e di adulti in diversi paesi – quanto l’accento posto sulla vita della Parola, la fede nella promessa di Gesù di essere presente “dove due o più sono uniti” nel Suo nome (Mt 18,20), l’amore a Gesù crocifisso e abbandonato simbolo di ogni disunità, punti forti della spiritualità dei Focolari, si siano rivelati “ecumenici” attraverso la vita; quanto abbiano aperto, cioè, campi di dialogo fra cristiani di diverse chiese (attualmente 350) che ritrovano ora in un punto, ora nell’altro, aspetti fondamentali del loro credo. Un “ecumenismo dal basso che non si oppone a quello dall’alto. È un tipo di dialogo che può servire come humus, sul quale gli altri possono fiorire e svilupparsi”, sostiene la presidente dei Focolari.
Tanti sono i dialoghi esistenti fra le Chiese, tanti i tipi di dialogo, diversi i livelli raggiunti. E le difficoltà, che non mancano, spesso fanno vedere lontana la meta del testamento di Gesù realizzato. A volte si perde di vista la strada da intraprendere, ci si allontana più che avvicinarsi. In sala viene ricordato che Gesù, nella sua preghiera, non ha comandato l’unità: l’ha chiesta al Padre. Quello a cui noi cristiani siamo dunque chiamati è collaborare con passione e pazienza; ma l’unità è un dono di Dio da invocare insieme. Così come insieme dobbiamo sentire il dolore della divisione, insieme riconoscere la colpa della disunità, insieme lavorare perché “tutti siano uno”. Una società sempre più scristianizzata esige la testimonianza e l’impegno di cristiani uniti. Anche questa è convinzione comune. di Aurora Nicosia, inviata (Fonte: Città Nuova online) (altro…)
Nov 9, 2012 | Cultura
La Parola si fa musica. Nell’Anno della fede, l’Associazione musicale In Sincrono propone un’accurata selezione dei più grandi successi del Gen Rosso, del Gen Verde e altri artisti (Sandro Crippa, Daniele Ricci, Marco Lunardis, Chiara Grillo) ispirati ad alcune frasi del Vangelo. Quattordici canzoni riarrangiate e reinterpretate in chiave moderna e attuale dal compositore e musicista Sandro Crippa. Per un pubblico vario e ampio, anche laico e giovanile. All’interno del CD un libretto con i testi delle canzoni. Ogni testo è preceduto dal pensiero del Vangelo al quale si riferisce. Per meditare la Parola attraverso la musica e la lettura. BRANI MUSICALI PRESENTI NEL CD:
- La casa sulla roccia (Gen Rosso)
- Desolata (Gen Rosso)
- Cosa avrevo in cambio (Gen Rosso)
- Servo per amore (Gen Rosso)
- Vieni e seguimi (Gen Rosso)
- La tempesta (Gen Verde)
- Perché molto hai amato (Gen Verde)
- Voi valete molto di più (Daniele Ricci, Gen Verde)
- Rimanete in me (Marco Lunardis)
- Dio dimostra amore per noi (Marco Lunardis)
- Io sono con voi (Marco Lunardis)
- Alla festa del chicco di grano (Chiara Grillo)
- Ricco tu (Daniele Ricci)
- Il buon pastore (Sandro Crippa)
Editrice: CITTÀ NUOVA (altro…)
Nov 9, 2012 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale
Dopo il passaggio dell’uragano Sandy nella parte orientale dell’Isola ci scrivono da L’Avana: «La città di Santiago e altri paesi della regione circostante sono stati fortemente colpiti. Si prevedeva una ‘tormenta tropicale’, ma, in pochissime ore, si è convertita in un uragano di categoria 3. Le situazioni più gravi sono dovute alla distruzione delle abitazioni e delle coltivazioni». Secondo fonti governative, da una prima valutazione risultano 15.392 le case distrutte totalmente, e 36.544 parzialmente, senza contare gli effetti sugli ospedali, scuole, chiese ed altre infrastrutture pubbliche. I danni provocati dall’uragano hanno compromesso una situazione abitativa in tanti casi già precaria. La situazione è molto difficile: scarseggiano i viveri, i materiali per la ricostruzione. Dopo una settimana comincia a ripristinarsi la corrente elettrica. La comunità dei Focolari, in particolare i giovani e i ragazzi, sono attivissimi nell’aiutare a sgombrare le strade, ad effettuare piccole riparazioni nei loro quartieri, a preparare le mense per i poveri nelle parrocchie.
“Da L’Avana – scrivono- un gruppo, si è subito recato a Santiago con un pulmino carico di viveri e generi di prima necessità, ma soprattutto per stare con la gente e condividere i loro pesi e sofferenze, cercando di aiutarli in quel poco che è possibile. Abbiamo portato gli aiuti nelle case. Le persone non trovavano parole per ringraziare! Tutto è arrivato al momento giusto. In una famiglia non c’era più sale, in un’altra mancavano candele e fiammiferi, altri, da giorni, non avevano da mangiare a sufficienza…Soprattutto abbiamo fatto arrivare il conforto e la solidarietà del Movimento in tutto il mondo. La nostra città è stata devastata, ma, nonostante questo, l’amore reciproco tra noi si è rafforzato e la fraternità verso tutti ci aiuta a non essere sopraffatti dalla tristezza”. L’ONGs AMU (Azione per un Mondo Unito) sostiene a Cuba alcune micro imprese con la prospettiva di nuovi sviluppi. Inoltre, ha offerto aiuto per la ricostruzione o ristrutturazione di alcune abitazioni danneggiate dagli uragani precedenti. È in corso un progetto pilota col quale fare esperienze utili da ampliare poi su vasta scala. ______________________________________ Per saperne di più o per sostenere il progetto: AMU – http://www.amu-it.eu Associazione Azione per un Mondo Unito presso Banca Popolare Etica, filiale di Roma. Codice IBAN: IT16G0501803200000000120434 Codice SWIFT/BIC CCRTIT2184D Causale: Progetto: La mia casa è la tua casa (altro…)
Nov 8, 2012 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria
I bambini ascoltano con occhi stupefatti le spiegazioni di Pietro, mentre vivono il loro giorno di scuola in un’aula dove non ci sono né banchi né lavagne, ma l’unica “cattedra” è la natura. Passano molte scolaresche dalla Fattoria Loppiano, dove si impara a coltivare l’amore per le piante e gli animali. Pietro Isolan è un giovane perito agrario, da 18 anni in forza alla Fattoria Loppiano: «È stata anche la crisi economica a spingerci a cercare nuove idee per dare un futuro all’azienda. Una di queste è la “fattoria didattica”, un progetto che offre ai bambini, come agli studenti di istituti tecnici e professionali, un laboratorio a cielo aperto, con uno spazio dedicato all’allevamento e all’orto aziendale. L’obiettivo è quello di far sperimentare sul campo un metodo di produzione, conoscendo la diversità delle specie animali e vegetali, offrendo la nostra esperienza che ha al suo centro il rispetto della persona e dell’ambiente». L’offerta didattica presenta diversi moduli, adattabili alle esigenze delle scuole, che prevedono anche percorsi a tappe distribuite durante l’anno. Alla base di questo nuovo sviluppo c’è un’esperienza personale che Pietro ha condiviso con gli altri colleghi dell’azienda, facendo di una possibile fragilità un punto di forza per tutti: «Dopo tanti anni di lavoro, a seguito di una crisi spirituale e personale, mi sono reso conto di avere una certa esperienza per dare un contributo all’azienda, ma di avere delle competenze non ancora del tutto sviluppate; e forse, in caso di necessità, non avrei saputo procurarmi il sostentamento per la mia famiglia».
Pietro racconta di una profonda ricerca personale che, nel rapporto con la natura, scoperta come manifestazione della creazione di Dio, ha avuto il centro fondamentale. Una ricerca spirituale che ha portato il giovane perito ad approfondire i segreti della “permacultura” (l’utilizzo sostenibile della terra) e di varie tecniche che mirano all’ottenimento delle produzioni agricole, ma anche alla conservazione dell’agro ecosistema. Un’agricoltura dunque “sostenibile”, adatta alla filosofia di produzione della Fattoria da sempre attenta a questi valori: « È nato così un orto completamente sostenibile, lavorato in modo da arricchire l’ecosistema agricolo e che è stato impiantato e curato con i bambini che sono passati in questi primi anni. Oggi vi si coltivano verdure di stagione e si allevano alcuni animali da cortile». Anche in questo ulteriore sviluppo della Fattoria Loppiano è possibile ritrovare la radice comune che ha animato ogni passo compiuto in questi anni: cercare rapporti di fraternità, rapporti genuini per le persone ma anche per l’ambiente: «Sono convinto infatti – conclude Pietro – che, come in natura tutto è collegato, anche i rapporti tra singole persone, e nei rapporti tra istituzioni, si possano creare sinergie e collegamenti che aumentano in modo esponenziale l’efficacia e la diffusione di queste buone pratiche. Alla fine mi sono ritrovato tra le mani la realizzazione di una frase che lessi qualche tempo fa e che mi colpì moltissimo… Il tuo vero lavoro è creare bellezza, la tua vera azione sociale è creare coscienza». A cura di Paolo Balduzzi (Fine V Parte… continua) (altro…)
Nov 7, 2012 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
È il 1967: Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, si rivolge ai giovani con queste parole “Giovani di tutto il mondo unitevi!”. Una frase, la sua, che segnerà, nell’anno successivo, l’atto di nascita del Movimento Gen (Generazione nuova): la prima generazione lasciava il testimone alla nuova; è l’immagine di una cordata che insieme, ma attraverso esperienze diverse, vuole realizzare il testamento di Gesù: “che tutti siano una cosa sola” (Gv 17,21). Nel 1985 sarà il momento dei Giovani per un Mondo Unito: il loro obiettivo è costruire la fraternità universale, attraverso iniziative concrete quali raccolte fondi per progetti di solidarietà e attività di valorizzazione del territorio. In tutto il mondo ci sono tantissimi giovani che vivono per questo ideale, ma hanno l’opportunità di incontrarsi tutti insieme? Chiara aveva pensato a tutto: il Genfest. La prima edizione si tenne nel 1973 a Loppiano (Toscana) con circa 8000 giovani. Soltanto due anni dopo ben 20000 giovani si ritrovarono al PalaEur di Roma alla presenza del papa Paolo VI che li salutò dicendo: «Nasce un mondo nuovo». Seguirono altre edizioni del Genfest, fino all’ultima, la decima, che si è svolta quest’anno dal 31 agosto al 2 settembre. I giovani di Chiara, ben 12500 provenienti dai 5 continenti, hanno potuto ritrovarsi a Budapest, che per 3 giorni si è trasformata in “capitale della cultura dell’unità”. Il titolo del Genfest 2012 “Let’s Bridge!” è esplicativo dell’esperienza vissuta; tre giorni trascorsi a costruire ponti di condivisione tra giovani diversi per culture e tradizioni religiose e no, ma tutti mossi dallo stesso desiderio di vivere seguendo la Regola d’Oro, “Fai all’altro quel che vorresti fosse fatto a te” trasversale ad ogni credo, accogliere il prossimo che ci passa accanto come un fratello da amare senza riserva alcuna.
Su questa scia, il 3 novembre circa 200 Giovani per un Mondo Unito si sono ritrovati presso l’istituto Don Luigi Guanella di Scampia (NA). Hanno così dato inizio al loro Let’s bridge… NOW!!! È lì che vogliono far sentire la loro presenza, portare la fiamma viva del loro amore. Il parroco ha messo a disposizione la struttura, il suo tempo; il presidente della municipalità, ha accolto con entusiasmo questa presenza. «Noi volevamo fare qualcosa per i giovani di quel quartiere (raccontano i GMU). Ci siamo organizzati con attività di animazione nelle piazze, abbiamo dato vita ad un’attività ecologica per ripulire un campo da basket e permettere ai bambini di tornare a giocare; alcuni di noi sono stati con un padre gesuita, nel campo rom, per riparare una tettoia e costruire un muretto per impedire all’acqua di entrare in una baracca. Il tutto accompagnato da canzoni e musiche di un gruppo di ragazzi che ha allietato noi e le persone che, curiose, si affacciavano dai balconi. Un pomeriggio per colorare Scampia, per rendere la città più accogliente. Siamo entrati lì in punta di piedi, non volevamo che la nostra fosse un’iniziativa isolata che diventasse una vetrina da mostrare ai media o alle istituzioni, vogliamo che sia il punto di partenza di una serie di iniziative che matureranno nel tempo e con i rapporti». Al termine della giornata i piedi erano ancorati a terra: lì abbiamo trovato una famiglia nelle persone, nei bambini che salutandoci ci hanno detto: “Ritornate presto ché vi aspettiamo”. Le fondamenta del ponte sono state gettate; la strada è lunga, ma noi ci crediamo! Il 1° dicembre ci troveremo ancora a Scampia. Un popolo di santi? Sì, se viviamo la santità come Chiara ci ha insegnato: pensare e agire con amore». Fonte: La discussione (altro…)
Nov 7, 2012 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità

(da sinistra) Maria-Goretti con le focolarine
in Burundi
«Ho perso la mamma, uno zio e sua moglie all’inizio della guerra del 1993. Tutti e tre sono stati uccisi da persone del nostro stesso quartiere che conoscevamo bene. Papà ha preso con noi i nostri cugini rimasti orfani. Tutti insieme eravamo in 14 e il babbo non ha mai fatto differenza tra noi. Per tenerci uniti nostro padre ha deciso di non risposarsi. Essendo la più grande, l’aiutavo perché i più piccoli non sentissero troppo la mancanza della mamma. Alla mia proposta di fare giustizia nei confronti di chi aveva ucciso i nostri, papà ci ha sempre aiutato a perdonare e ci ha spiegato cosa significasse per lui la riconciliazione. Ha incoraggiato i miei fratelli a iniziare un “club”: un’associazione di giovani per promuovere la pace e la riconciliazione. Questo club ha contribuito tanto a riappacificare gli animi nel nostro quartiere e nel nostro Comune.
Adesso vivo in Italia. Quando, in primavera è giunta la notizia del suo ricovero in ospedale, mi è venuta l’idea di scrivere e di comunicarlo ad alcuni per chiedere preghiere. Poi è stato trasferito nel reparto di terapia intensiva, così mi sono affrettata per tornare in Burundi. Arrivata lì l’ho trovato molto sofferente; i miei fratelli facevano di tutto per lui; ho pensato allora a tutto il suo amore per noi figli, all’amore manifestato in tanti modi a tante persone, compresi quelli che avevano ucciso i nostri genitori, alla Parola di Vita che stavamo vivendo: “A chi ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha” (Mt 13,12), e a Gesù sulla croce. Un giorno dopo il mio arrivo, papà è partito serenamente per il Paradiso, come se mi avesse aspettato. Ripensando in seguito alle parole del nostro arcivescovo durante la messa del funerale –in cui ricordava i loro colloqui riguardo alla riconciliazione e alla pace – mi si è confermato, come ci ricordava Chiara Lubich, che il Paradiso è una casa che abiteremo lassù, ma che costruiamo già da questa terra». Maria-Goretti (Burundi) (altro…)
Nov 6, 2012 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Su invito del Nunzio, Mons. Joseph Spiteri, Marilu, Ala Maria e Rey, focolarini dell’India, hanno passato dodici giorni in Sri Lanka dove hanno trovato una piccola, ma viva, comunità dei focolari e ciò nonostante i nove anni trascorsi dall’ultima visita. Infatti, solo l’anno scorso si è conclusa in questo paese una terribile guerra di cui si avvertono ancora gli strascichi.

Con il Cardinale di Colombo
Mons. Malcolm Ranjith
In questa visita è stato possibile incontrare il Cardinale di Colombo, Mons. Malcolm Ranjith che negli anni settanta aveva conosciuto personalmente Chiara Lubich e che ha mostrato profondo interesse per l’esperienza di dialogo interreligioso che il movimento vive in India, soprattutto per come viene portato avanti il cosiddetto “dialogo della vita”. A tale esperienza si è riferito anche il il Dott. A. T. Ariyaratne, buddista, fondatore del Movimento Gandhiano Sarvodaya Shramadhana, premiato a Coimbatore lo scorso gennaio con il “Defender of Peace”, riconoscimento dato in passato anche a Chiara Lubich. Alcuni suoi collaboratori erano molto contenti di conoscere i rapporti tra il focolare e lo Shanti Ashram in India ed hanno espresso il desiderio che un simile progetto si realizzi con loro nello Sri Lanka. 
La visita al dott. Ariyaratne
Particolarmente bello e familiare è stato l’incontro con la comunità del Movimento composta da 25 persone che avevano conosciuto i Focolari tanti anni prima e che ancora sono animati dal desiderio di viverne la spiritualità. Alcune impressioni. Una ex insegnante: “Sto passando un momento difficile, ma, venendo qui, ho capito che devo essere la prima ad amare”. Una signora venuta per la prima volta:“Vedendo voi così felici non posso rimanere indifferente. Mi avete dato coraggio e comincio a vivere così”. E una suora:“Sentendo le vostre esperienze e vedendovi così vibranti mi avete risvegliato”. Mons. Spiteri, anche lui presente, al termine della riunione ha impartito la benedizione, dicendo: “Adesso che abbiamo conosciuto questa vita, soprattutto in quest’anno della fede, dobbiamo essere la testimonianza viva della parola”. Un altro momento di luce si è vissuto con il vescovo emerito Nicholas Marcus Fernando che, dopo essere stato aggiornato sul lavoro dei Focolari in campo interreligioso, ha commentato:“È l’amore che ci vuole. Prima pensavo che fosse la bontà, ma questo è un concetto astratto. Ci vuole l’amore per il dialogo e per tutto”. (altro…)
Nov 5, 2012 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
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Herausgeber: |
Liesenfeld, Stefan |
Einband: |
kartoniert |
Abmessungen: |
11 x 19 cm |
Seiten: |
64 |
Erscheinungsdatum: |
10/2012 |
ISBN: |
978-3-87996-953-1 |
Gedanken von Chiara Lubich (1920-2008) über Wert und Aktualität der Liebe zum Nächsten
Menschen, die lieben, prägen die Welt durch ihr bloßes Dasein. “Es ist die Liebe, die unser Wesen ausmacht. Wir sind, weil wir lieben. Wenn wir nicht lieben, verliert unser Leben Sinn und Geschmack. Wer kennt diese Erfahrung nicht?” (Chiara Lubich)
Die hier zusammengestellten Texte öffnen den Blick für die verändernde Kraft der Liebe, für ihre tausend Facetten, für ihre Himmel und Erde verbindende Tiefendimension.
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Nov 4, 2012 | Focolari nel Mondo
Quattro lingue nazionali, tre grandi confessioni cristiane e varie altre comunità cristiane più piccole, città e villaggi alpini poco popolati: questa è la Svizzera che la presidente dei Focolari, Maria Voce e il copresidente, Giancarlo Faletti, vengono a visitare in occasione dell’incontro con la comunità locale dei Focolari e con membri della Chiesa Riformata in contatto con la spiritualità dell’unità. Ad accoglierli, all’aeroporto di Zurigo, una rappresentanza della società plurale che è la cifra di questa piccola nazione, nata dalla decisa volontà di stare insieme, e che si rispecchia nella composizione stessa del Movimento dei Focolari qui. Il soggiorno svizzero della presidente, che si protrarrà fino all’11 novembre, ha come sede centrale il Centro d’incontro e formazione “Pietra angolare” di Baar, poco distante da Zurigo. Nato nel 1976 per favorire il contatto fra amici del Movimento dei focolari provenienti da regioni con culture e lingue diverse, ha visto sorgere nel tempo delle piccole aziende. In esso si svolgono corsi di formazione nel campo religioso, politico ed ecumenico. In programma nei prossimi giorni incontri con i vari membri del Movimento, dai focolarini ai giovani, dai dirigenti ai bambini e all’intera comunità del Movimento in Svizzera. L’8 novembre è prevista una giornata ecumenica a Berna che sta riscuotendo l’interesse di cattolici e riformati animati da una sincera spinta a costruire rapporti di unità. Il Movimento dei Focolari in Svizzera I primi contatti col Movimento dei Focolari risalgono al 1955, attraverso un architetto della Chiesa evangelica riformata che lavorava a Milano con uno dei primi focolarini. Quell’incontro fu, si potrebbe dire, la pietra fondante per la diffusione della spiritualità dell’unità in Svizzera, oltre che la conferma che essa poteva essere vissuta sia da cristiani cattolici che riformati.
Nel 1961 si apre il primo focolare a Zurigo, cui seguirono quelli di Ginevra, Lugano e Berna*. Per favorire il contatto e l’unità fra i membri e gli amici delle diverse regioni del Paese, è sorto nel 1976 a Baar (ZG) un Centro di formazione aperto anche a gruppi esterni al Movimento. A Zurigo e ad Adliswil si situano i due centri nazionali che sono al servizio dell’intero Movimento dei Focolari in Svizzera e una sede della casa editrice Neue Stadt. Fin dal 1981 a Montet nel cantone di Friburgo si trova il Centro internazionale per la formazione di giovani alla vocazione del focolare. La spiritualità dell’unità vissuta nel quotidiano da circa 20.000 amici e membri del Movimento contribuisce alla costruzione di ponti fra le varie Chiese cristiane e con appartenenti ad altre religioni. Ne sono una testimonianza alcuni focolari composti da membri di varie confessioni cristiane, i gruppi ecumenici e gli incontri interreligiosi. Anche con il Consiglio Ecumenico delle Chiese a Ginevra ci sono da anni contatti stabili.

A Ginevra, Ottobre 2002: Chiara Lubich e Dr. Konrad Raiser, all’epoca Segretario Generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese (WCC).
La città di Friburgo ospitò nel 1960 il primo incontro estivo internazionale del Movimento fuori dall’Italia. Da allora Chiara Lubich ritornò spesso in Svizzera. Ai suoi soggiorni nelle estati del 1961 e 1962 ad Oberiberg e ad Einsiedeln sono legate importanti sue intuizioni spirituali sul futuro sviluppo della spiritualità dell’unità. Dal 1971 Chiara ha trascorso i mesi estivi nel Vallese, dove nel 1980 ci fu il primo collegamento telefonico che da allora unisce a livello mondiale le varie comunità del Movimento dei Focolari ed è divenuto un importante mezzo per la comunione fra tutti. Chiara Lubich conosceva in profondità le usanze culturali e politiche della Svizzera, ne apprezzava la democrazia diretta e la struttura federalistica. Nei vari incontri avuti con politici (Berna 1998, 2004 e Martigny 2003) ha espresso la sua ammirazione per la ricchezza culturale e incoraggiato tutti a scoprirla reciprocamente attraverso un dialogo rispettoso. Da questi incontri sono nati gruppi di politici che s’impegnano a promuovere la fraternità in politica. dall’inviata Aurora Nicosia * Sito ufficiale del Movimento dei Focolari in Svizzera: www.fokolar-bewegung.ch (altro…)
Nov 4, 2012 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Il 19 ottobre, in seguito ad un attentato a Beirut, è morto un capo della polizia libanese e sono state distrutte 40 case nel quartiere di Achrafieh. Molte persone sono quindi rimaste senza tetto e sono necessari molti aiuti. Jacques, un Giovane per un Mondo Unito (GMU) che è stato al Genfest di Budapest – una manifestazione che ha radunato nella capitale ungherese oltre 12.000 giovani sotto il titolo di “Let’s bridge” – ha avuto l’idea di realizzare un concerto di raccolta fondi, proprio per chi ha perso la casa e per dare un messaggio di pace. Tutto è partito da una conversazione su WhatsApp … Jacques è anche presidente del Music Club nella sua università. Dopo una chat con alcuni Giovani per un Mondo Unito e altri amici del Music Club si è deciso di fare il concerto. Nel giro di poco oltre 2500 giovani hanno confermato via Facebook la loro presenza. Un tam tam scandito da presenze in tv per parlare del concerto, interviste radio a non finire, articoli sui giornali. Scrivono i GMU del Libano alla vigilia del concerto, organizzato insieme ad altre Ong libanesi: “Sta succedendo qualcosa di molto più grande di noi, ma contiamo sull’aiuto di Dio. Sentiamo che è Lui che sta facendo miracoli, perché in questo momento ci sono troppe divisioni politiche in Libano, diventate ancora più forti dopo l’esplosione. Molti giovani sono disgustati dalle dichiarazioni dei politici. Questo concerto è come una luce in questo grande buio; un messaggio di speranza, di pace ed unità tra i Libanesi. Con questo concerto vogliamo testimoniare il nostro ideale, e che i giovani libanesi sono uniti”.
Il codice distintivo al concerto era il bianco, in segno di pace. All’entrata sono stati distribuiti dei nastri bianchi, proprio come quelli usati durante il Genfest, come segno dell’impegno a costruire la pace. “Il concerto ci ha lasciato una scia di nuovo entusiasmo, sentiamo che il Genfest continua”, scrivono ancora. Un evento importante quindi, all’insegna di quell’United World Project (www.unitedworldproject.org) lanciato a Budapest, e che prende forma attraverso questi piccoli o grandi, come adesso in Libano, frammenti di fraternità che rendono viva la costruzione di un mondo più fraterno anche nei posti più delicati o a più rischio. (altro…)
Nov 4, 2012 | Focolari nel Mondo
Martin Piller, parroco, racconta: «Spesso ho parlato al comitato parrocchiale dei poveri che bussano alla porta della canonica per chiedere denaro. Pensare che Gesù si identifica con loro, mi ha aiutato a prendermi cura delle loro necessità. Con i miei collaboratori ci siamo chiesti quali passi fare per cambiare la loro situazione». Mark Etter, agente pastorale: «Abbiamo letto uno scritto di Chiara Lubich: “Se vuoi conquistare una città all’Amore di Dio, fai i tuoi calcoli. Prenditi degli amici che abbiano i tuoi stessi sentimenti. Stringi un patto con loro… Poi occupati dei più poveri. Se hai portato consolazione, aiuto ed hai fatto felice qualcuno di coloro che vivono ai margini della società, allora hai posto le fondamenta per l’edificazione di una nuova città”». Piller:«Attraverso queste parole, Gesù ci ha parlato chiaramente: i poveri sono il nostro tesoro. Così, individuate alcune persone sensibili, abbiamo trasmesso loro il nostro desiderio di lavorare, almeno due ore la settimana, insieme ai poveri».
Etter:«L’inizio è stato tutt’altro che professionale. Mancavano gli strumenti di lavoro ma non le idee. Qualcuno ha proposto di restaurare con loro i tavoli del giardino della parrocchia per poi ricompensarli per il lavoro svolto; un altro di spaccare alcune bottiglie vuote e con i pezzi grattare la vecchia vernice dei tavoli. Così è stato fatto e… la volta successiva un altro ha portato la carta vetrata». Piller: «Sono ormai passati quattro anni. Oggi, una quarantina di persone di ogni età e provenienza lavorano con noi due ore la settimana. Sono giovani, pensionati, genitori, drogati, persone senza fissa dimora… Tutto è cresciuto. Una pasticceria ci offre i panini e i dolci non venduti per la pausa-caffè. Nel campanile della Chiesa abbiamo allestito una laboratorio di candele e nel centro parrocchiale un atelier per confezionarle insieme ad altri oggetti. Una fondazione e un’azienda di Economia di Comunione ci sostengono finanziariamente. Con gli operatori del servizio sociale della città è nato un rapporto costruttivo; vengono a trovarci spesso e s’interessano del nostro lavoro». Etter: «Ci sono stati momenti in cui sapevamo che la nostra cassa era vuota e sapevamo che il giorno dopo molta gente sarebbe venuta a lavorare e che avrebbe avuto bisogno di una piccola retribuzione. Ricordo bene quella sera in cui ci siamo inginocchiati in Chiesa per chiedere la luce per continuare. Il giorno seguente qualcuno ha lasciato in canonica una busta con una grossa somma: ci è parsa la risposta di Dio alla nostra fede nella sua Parola: “Chiedete ed otterrete”».
Piller: «Marco, un collaboratore che veniva regolarmente, è morto improvvisamente per una overdose. Poiché i genitori desideravano un funerale privato, siamo andati in cappella e dopo un canto abbiamo invitato i presenti a dire qualcosa su di lui. Ci siamo commossi per come ciascuno si è rivolto spontaneamente a Dio». «Cerchiamo continuamente di calarci nella situazione dei bisognosi e ne siamo sempre arricchiti. Alcune settimane fa abbiamo raccolto denaro per la figlia di uno dei lavoratori, malata in Africa. È stata grande la nostra meraviglia quando abbiamo visto la disponibilità a dare quanto avevano guadagnato in quella giornata, per lei». (altro…)
Nov 3, 2012 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
A Sassello, il paese natale di Chiara Luce il 27-28 ottobre tantissimi giovani si sono dati appuntamento per festeggiare la beata ligure: il titolo scelto per il weekend: “Io ho tutto“. Un itinerario di 4 tappe ha portato i giovani in giro per il paese per ascoltare tanti testimoni della vita di Chiara Luce, immergendo i partecipanti in un vero “a tu per tu” con Lei. Il momento più forte, l’incontro con Ruggero e Maria Teresa Badano, che raccontano tanti particolari della sua vita fino ad arrivare al suo volo verso il cielo. Subito dopo l’adorazione eucaristica intervallata da alcuni scritti di Chiara Luce e la visita al cimitero, per andare a “trovarla” e avere un momento di dialogo personale con lei. I giovani di Chiara Luce sono però capaci di passare da momenti di profonda riflessione ad altri di gioiosa ricreazione, vissuti tutti con la stessa intensità e l’anima puntata in alto, come testimonia la festa animata da un giovane dj che chiude la giornata.
La domenica, alla S. Messa sono più di 700 le persone che affollano la chiesa. Nell’omelia il parroco di Sassello invita i giovani ad avere coraggio e fiducia in Dio prendendo esempio da Chiara Luce che un giorno aveva incoraggiato sua mamma dicendole: “fidati di Dio e hai fatto tutto”. Nel pomeriggio il programma continua ed il piccolo teatro della parrocchia non riesce a contenere tutti i presenti, così lo spettacolo sulla vita della beata, offerto dalla compagnia teatrale “Passi di Luce” di Castelfiorentino (FI), deve essere rappresentato per due volte di seguito. Ormai Chiara Luce e l’esempio della sua vita hanno irreversibilmente varcato i confini della Liguria e dell’Italia. Lo testimonia sia la presenza a Sassello di giovani di 33 nazioni diverse, sia il collegamento skype con il Messico, dove nella Cittadella “Il diamante” si trova una cappella dedicata alla Beata Chiara Luce. Laggiù si è svolto un triduo a cui hanno partecipato, nei 3 giorni, 1700 persone; anche lì è stato particolarmente apprezzato il musical con la storia della sua vita. A testimoniare che Chiara Luce è sinonimo di gioia anche a Isernia, in Italia, la beata è stata ricordata con uno spettacolo musicale dal titolo “Siate felici, perché io lo sono”, realizzato dagli artisti di “Azioni musicali” di Loppiano (FI) a cui hanno partecipato oltre 700 persone. L’impressione è che in questi giorni la “fiaccola” di Chiara Luce sia passata a tantissimi giovani, proprio come desiderava lei. (altro…)
Nov 1, 2012 | Focolari nel Mondo
«Sono commessa in un negozio di abbigliamento. È un lavoro che mi piace, perché mi consente di costruire bei rapporti con i clienti. Una signora, in particolare, veniva spesso. Comprava vestiti per la figlia, che abitava in Australia. Li provava su di me, diceva infatti che le assomiglio. Mi parlava di lei, mi faceva tante confidenze. Un giorno, come al solito, la vidi arrivare, ma mi accorsi subito che il suo volto era diverso. Triste, spento. Era venuta per parlarmi. Aveva saputo che sua figlia in Australia aveva una relazione con un uomo molto più grande di lei. Insieme al marito desideravano che lei tornasse a casa, ma proprio pochi giorni prima, al telefono, aveva annunciato loro che era incinta e che voleva abortire. La signora era confusa, arrabbiata, piena di rancore. Pensava, tuttavia, che sbarazzarsi del bambino fosse l’unica soluzione possibile. In fondo sperava che prima o poi la figlia sarebbe tornata. Fino ad allora avevo cercato sempre di accontentarla, dopotutto era una cliente. Ma in quel momento sentii di doverle dire ciò che realmente pensavo. Desideravo aiutarla concretamente, non soltanto condividere un peso. Le chiesi il numero di telefono della figlia. Avevo deciso di provare a parlarle. Pregai per trovare le parole giuste. Con mio stupore, la ragazza fu felice di parlare con me. Mi disse che voleva abortire, ma perché sperava di morire anche lei. Era troppo grande il peso del dolore arrecato alla famiglia, dopo quello che i genitori avevano fatto per lei. Ma tra tutto quel dolore avvertii una piccola luce di speranza, insieme a un sincero pentimento per aver fatto soffrire i genitori. Ne ho parlato poi con la signora, spiegandole che la figlia era pentita, pronta a ricominciare. In seguito ho conosciuto di persona questa ragazza e il suo compagno. Non hanno più abortito, anzi ora hanno intenzione di sposarsi per dare al loro bambino una famiglia. Anche i futuri nonni non finivano più di ringraziarmi». (Twinette, Zimbabwe) Tratto da: Una buona notizia. Gente che crede gente che muove – Città Nuova Editrice, 2012 (altro…)
Nov 1, 2012 | Chiara Lubich, Cultura
In un fitto dialogo con persone di convinzioni non religiose, Chiara Lubich, nel 1995 si trova a spiegare perché, senza i non credenti, i Focolari perderebbero la loro identità. «Questo è assolutamente vero! Perché noi abbiamo, come Movimento, come nuova Opera sorta nella Chiesa, una vocazione universale. Perciò il nostro motto è: “che tutti siano uno”. Ora, nei ‘tutti’ ci siete dentro anche voi. Noi non possiamo fare a meno di voi, perché ci siete nei ‘tutti’, altrimenti taglieremmo via mezzo mondo o almeno un terzo di mondo, e lo escluderemmo, mentre noi diciamo: “che tutti siano uno”. Naturalmente dobbiamo «essere uno» come possiamo: saremo uno nei valori, saremo uno in altre idee, saremo uno in qualche cosa di concreto». Chiara Lubich agli amici di convinzioni non religiose, Loppiano 7 maggio 1995 Pubblicato su DiaLogos 02, CNx, settembre 2012 (altro…)
Ott 31, 2012 | Parola di Vita
Con questa risposta Gesù precisa in quale modo egli rimarrà presente in mezzo ai suoi dopo la sua morte e spiega come sarà possibile avere contatto con lui. «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui». La sua presenza dunque si può realizzare fin d’ora nei cristiani ed in mezzo alla comunità; non occorre aspettare il futuro. Il tempio che la accoglie non è tanto quello fatto di muri, ma il cuore stesso del cristiano, che diventa così il nuovo tabernacolo, la viva dimora della Trinità. «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui». Ma come può il cristiano arrivare a tanto? Come portare in sé Dio stesso? Quale la via per entrare in questa profonda comunione con lui? E’ l’amore verso Gesù. Un amore che non è mero sentimentalismo, ma si traduce in vita concreta e, precisamente, nell’osservare la sua Parola. E’ a quest’amore del cristiano, verificato dai fatti, che Dio risponde col suo amore: la Trinità viene ad abitare in lui. «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui». «… osserverà la mia parola». E quali sono le parole che il cristiano è chiamato ad osservare? Nel Vangelo di Giovanni, “le mie parole” sono spesso sinonimo di “i miei comandamenti”. Il cristiano è dunque chiamato ad osservare i comandamenti di Gesù. Essi però non vanno tanto intesi come un catalogo di leggi. Occorre piuttosto vederli tutti sintetizzati in quello che Gesù ha illustrato con la lavanda dei piedi: il comandamento dell’amore reciproco. Dio comanda ad ogni cristiano di amare l’altro fino al dono completo di sé, come Gesù ha insegnato ed ha fatto. «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui». E come allora vivere bene questa Parola? Come arrivare al punto in cui il Padre stesso ci amerà e la Trinità prenderà dimora in noi? Attuando con tutto il nostro cuore, con radicalità e perseveranza appunto l’amore reciproco fra noi. In questo, principalmente, il cristiano trova anche la via di quella profonda ascetica cristiana che il Crocifisso esige da lui. E’ lì, infatti, nell’amore reciproco, che fioriscono nel suo cuore le varie virtù ed è lì che può corrispondere alla chiamata della propria santificazione.
Chiara Lubich
Ott 31, 2012 | Centro internazionale, Chiesa, Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Un’esperienza della Chiesa comunione, quella vissuta da Maria Voce al Sinodo, «sia negli interventi in aula, sia nei momenti di scambio fraterno». Lo dichiara lei stessa in un’intervista ad Avvenire a conclusione delle tre settimane di lavoro. «Ho davvero ringraziato Dio di appartenere a una Chiesa così». «Insieme – continua – ci siamo resi conto dei difetti umani che ostacolano la nuova evangelizzazione e abbiamo preso coscienza di purificarsi dal peccato, per ritrovare la radicalità della testimonianza evangelica. Molto si è parlato della credibilità dell’annuncio, data anzitutto dalla coerenza di vita di coloro che sono chiamati ad evangelizzare, a cominciare dai pastori. Tuttavia, dai lavori di queste tre settimane, è emerso che nonostante i peccati degli uomini che hanno inficiato il cammino della Chiesa in diverse parti del mondo, Italia ed Europa comprese, il clima complessivo che si respira nelle nostre comunità non è di avvilimento, perché c’è la certezza che la Chiesa è sostenuta da Dio e dunque anche i nostri errori si possono superare. In definitiva quella scaturita dal Sinodo è una Chiesa più fiduciosa in se stessa, perché più fiduciosa nel Signore». È una valutazione generale questa riportata dal quotidiano cattolico, ma sono vari i temi toccati nelle altre interviste alla presidente dei Focolari. Dal ruolo della donna al Sinodo e nella Chiesa, come nella campagna sui diritti delle donne del Tg2: «Può essere quello dei Focolari un esempio di ‘quote rosa’ nella chiesa?». Maria Voce non si ritrova in questa espressione: “La nostra – afferma – è una presenza ecclesiale, in cui la donna ha il suo ruolo, la presidenza femminile ne è un segno».
Mentre Vatican Insider la interpella sul tema del dialogo con l’Islam, dopo la proiezione in aula sinodale di un video a riguardo che aveva destato alcune perplessità. «È stata un’occasione per mettere al centro questo tema – afferma Maria Voce, ripresa anche dal Washington Post -. Ma è servito a manifestare un volto dialogante della Chiesa, una Chiesa che va incontro agli altri, alle culture e a tutto quello che ci circonda – quindi anche all’Islam, visto come persone che vivono accanto ai cristiani, che hanno i loro stessi problemi e che insieme li possono risolvere». È “con timore” che molti cristiani vedono la crescita dell’islam? «Dio conduce la storia – continua – quindi non dobbiamo aver paura di questi capovolgimenti. Magari l’Islam cresce in una parte del mondo, mentre in un’altra cresce il cristianesimo. L’importante è che l’umanità cresca in umanità, cioè che crescano gli uomini nel loro rapporto con Dio e nella capacità di rapportarsi gli uni con gli altri». I cattolici possono imparare qualcosa dai musulmani? «Ho vissuto per dieci anni in un Paese a maggioranza musulmana, la Turchia. Ho imparato il rispetto per la religione, la fedeltà nell’osservanza dei propri doveri, la capacità di perdonare nel periodo di Ramadan. Magari per noi è solo una parola, ma per loro è un periodo sacro in cui si rimettono i debiti, in cui si rinnovano i rapporti familiari. Soprattutto, penso si possa imparare un atteggiamento di fedeltà a Dio e ai suoi comandamenti».

Intervista con l’agenzia Rome Reports
(video in inglese)
Sull’apporto dei laici e dei movimenti alla nuova evangelizzazione, vertono le domande di Telepace, Rome Reports e Radio Vaticana: «Mi sembra ci sia una grande gioia nel riconoscerci tutti Chiesa – risponde Maria Voce a riguardo -. Anche i pastori se ne stanno rendendo sempre più conto, ma mi sembra che sia anche importante rispettare la specificità dei carismi che ognuno porta perché sono doni di Dio e non si possono mescolare così indifferentemente. Allo stesso tempo bisogna sapere che ognuno di questi doni serve alla costruzione dell’insieme e quindi che quel dono specifico che porta il Movimento dei Focolari, o che porta la Comunità di Sant’Egidio, o che porta il carisma di un vescovo, deve integrarsi con tutti gli altri carismi proprio per la costruzione del Corpo di Cristo che è la Chiesa». Per le altre interviste a Maria Voce sul Sinodo vai a: https://www.focolare.org/area-press-focus/it/news/category/segnalazioni/ (altro…)
Ott 31, 2012 | Chiara Lubich, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Il 31 ottobre i cristiani evangelici tedeschi e i protestanti in tutto il mondo celebrano il ‘Giorno della Riforma’. Si ricorda l’inizio della Riforma di Lutero che, nel 1517, secondo una tradizione, affisse 95 tesi sul portone della chiesa del castello di Wittenberg (Germania). Molte sono le celebrazioni liturgiche, letture bibliche, concerti musicali che si svolgono in questo giorno. In Svizzera, invece, lo si festeggia la prima domenica di novembre. Il 27 ottobre del 2002, Chiara Lubich è invitata a parlare nella cattedrale riformata di S. Pierre a Ginevra, culla della Riforma protestante di Calvino, introdotta dall’allora presidente della Chiesa protestante di Ginevra, il pastore Joël Stroudinsk: «Tra alcuni giorni il protestantesimo nella sua diversità festeggerà la Riforma. All’infuori di ciò che costituisce la sua specificità, essa è oggi condivisa da altre confessioni cristiane, rappresentate qui, questa mattina, nella loro diversità. È la passione del Vangelo. La volontà di iscrivere la forza di una parola che trasforma il mondo nella propria esistenza e nel quotidiano, nei suoi molteplici aspetti sociali, economici, politici. È la sfida che la signora Chiara Lubich… ha messo in rilievo. È con spirito di riconoscenza e di comunione che l’accogliamo stamane in questo luogo».

Chiara Lubich a Ginevra nella cattedrale riformata di S.Pierre (27.10.2002)
Davanti alla cattedrale gremita da più di 1500 persone, Chiara inizia il suo discorso con queste parole: «Il 3 novembre prossimo si celebrerà qui a Ginevra l’anniversario della Riforma, una festa religiosa che auguro ricca dei migliori doni spirituali a tutti i cristiani delle Chiese Riformate, miei amatissimi fratelli e sorelle. In quel giorno risuonerà quindi forte una parola: “riforma”, appunto. Riforma, espressione che dice desiderio di rinnovamento, cambiamento, rinascita quasi. Parola speciale, attraente, che significa vita, più vita. Parola che può suscitare anche una domanda: il sostantivo “riforma”, l’aggettivo “riformata”, valgono unicamente per la Chiesa che ha in Ginevra il suo centro? O non sono parole applicabili in qualche modo a tutte le Chiese? Anzi non erano forse tipiche della Chiesa da sempre?». «Dice – continua Chiara – il decreto sull’ecumenismo del Concilio Vaticano II: “La Chiesa peregrinante è chiamata da Cristo a questa continua riforma di cui, in quanto istituzione umana e terrena, ha sempre bisogno”([1]). E, se osserviamo bene la storia della Chiesa, e in particolare gli anni in cui noi cristiani eravamo ancora uniti, vediamo che Gesù, con lo Spirito Santo, ha sempre pensato, voluto, orientato la sua Sposa verso una continua riforma, sollecitandone un costante rinnovamento. Per questo ha mandato sulla terra, di tempo in tempo, doni, carismi dello Spirito Santo che hanno suscitato correnti spirituali nuove o nuove Famiglie religiose. E con esse ha riofferto lo spettacolo, in uomini e donne, di una vita evangelica totalitaria e radicale». E conclude: «Carissimi fratelli e sorelle, l’abbiamo capito: il tempo presente domanda a ciascuno di noi amore, domanda unità, comunione, solidarietà. E chiama anche le Chiese a ricomporre l’unità lacerata da secoli. E’ questa la riforma delle riforme che il Cielo ci chiede; è il primo e necessario passo verso la fraternità universale con tutti gli altri: uomini e donne del mondo. Il mondo infatti crederà se noi saremo uniti. Lo ha detto Gesù: “Che tutti siano uno (…) affinché il mondo creda” (cf Gv 17,21). Dio questo vuole! Credetemi! E lo ripete e lo grida con le presenti circostanze che permette. Che egli ci dia la grazia, se non di veder realizzato tutto questo, almeno di prepararlo[2]».
[1] Unitatis Redintegratio
6.
[2] Chiara Lubich, Il dialogo è vita, Città Nuova Editrice, R
oma, 2007, p.37, 43-44
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Ott 29, 2012 | Chiesa, Focolari nel Mondo
Tre settimane intense di lavoro, scambi di vedute e condivisione di esperienze. Si è concluso con una solenne messa in piazza San Pietro il 13.mo Sinodo generale dei vescovi dedicato alla nuova evangelizzazione. Dal 7 al 28 ottobre, a parlare delle sfide che incontra oggi l’annuncio della Parola di Dio, si sono dati appuntamento vescovi provenienti da tutto il mondo insieme a 45 esperti, 49 uditori e delegati fraterni, rappresentanti di 15 Chiese e comunità ecclesiali. Tutti, in questi giorni, hanno preso la parola. Papa Benedetto XVI è stato praticamente sempre presente in aula: ha ascoltato, preso appunti, accolto ogni intervento. Il Sinodo, ha detto nel salutare l’assemblea, «è sempre un momento forte di comunione ecclesiale», fa «sperimentare la bellezza di essere Chiesa, e di esserlo proprio oggi, in questo mondo così com’è, in questa umanità con le sue fatiche e le sue speranze».
Il Movimento dei Focolari ha partecipato ai lavori sinodali con la presenza di tre uditori:
la presidente Maria Voce, Ernestine Sikujua Kinyabuuma della Repubblica democratica del
Congo e
Gisèle Muchati della
Siria. Le tre rappresentanti hanno portato l’esperienza e la vita che i Focolari fanno nell’evangelizzazione «spesso in zone di frontiera, insieme a tuttala Chiesa», come ha detto Maria Voce. Un impegno che coinvolge persone di ogni età, che penetra «dovunque, nei caseggiati, nelle fabbriche, nei luoghi di amministrazione pubblica, negli ospedali, nelle scuole e nelle università», che cerca di rendere “visibili” i «rapporti di fraternità suscitati dal Vangelo».

«Usciamo dal sinodo – ha detto Maria Voce in un’intervista al TG1 Rai – con una grande speranza di poter cogliere dalle esigenze, dalle domande, dalle sfide del nostro tempo non tanto problemi, ma occasioni per testimoniare in modo nuovo, vivace gioioso che l’incontro con Cristo è sempre qualcosa di bello da poter annunziare e che può saziare la sete di infinito che tutti gli uomini hanno». Ernestine Kinyabuuma ha portato la sua esperienza di docente all’Istituto
Universitario Maria Malkia di Lubumbashi. Il suo intervento in aula è avvenuto all’indomani del rapimento di tre religiosi proprio nella Repubblica Democratica del Congo. «In mezzo ai cambiamenti dovuti alla globalizzazione – ha detto Ernestine –, l’Africa attraversa una crisi su tutti i piani, politico, economico e culturale. Per questo, alla ricerca di una via d’uscita, le persone reagiscono ovunque». È in questo contesto che i cristiani sperimentano quanto «la mano di Dio intervenga nelle nostre piccole imprese dove la nostra vita sembra essere in pericolo; abbiamo il coraggio che ci dà la fede nelle parole di Gesù che afferma che tutto ciò che faremo ai più piccoli, l’avremo fatto a Lui». È questa la spinta che ha generato l’impegno della comunità dei Focolari per la
prigione centrale di Lubumbashi dove si sono potuti costruire tre blocchi di dormitori, un laboratorio di sartoria ed un negozietto per prodotti di prima necessità. Anche il grido del popolo siriano è risuonato nell’aula sinodale. Dalle parole del Segretario di Stato card.
Tarcisio Bertone: «Non possiamo essere semplici spettatori di una tragedia come quella che si sta consumando in Siria», la decisione di inviare una delegazione, «convinti che la soluzione della crisi non può essere che politica e pensando alle immani sofferenze della popolazione, alla sorte degli sfollati nonché al futuro di quella nazione». In
un’intervista a Radio Vaticana, Gisèle Muchati, responsabile regionale del Movimento Famiglie Nuove dei Focolari in
Siria, dice: «Desidero esprimere la mia gratitudine al Santo Padre per l’invio della delegazione della Santa Sede in Siria: è una cosa speciale, perché questo aiuterà il popolo siriano a sentire la vicinanza di tutto il popolo di Dio». Gisèle ha raccontato ai padri sinodali l’esperienza del Movimento dei Focolari in un paese ferito dalla guerra, a fianco delle famiglie e dei rifugiati. Impegno – ha detto – a «mantenere viva a tutti i costi la fede in Dio cui nulla è impossibile.
Ad Aleppo dal mese di agosto si sono organizzati per quartieri in piccoli gruppi spontanei per pregare, cosicché la voce della preghiera si alzi frequente pur nel rumore degli spari e delle bombe. L’unità sperimentata fortifica e dà pace anche nei pericoli, la fede nell’amore di Dio è più forte, la speranza è viva». A conclusione, i padri sinodali hanno consegnato al Papa
58 “proposizioni finali”: suggerimenti, emersi nei diversi interventi e che serviranno a Benedetto XVI per elaborare l’esortazione post-sinodale che vedrà la luce nei prossimi mesi. La “parola” del Sinodo sarà ora portata al mondo attraverso quanti vi hanno partecipato. (Leggi “
Messaggio al popolo di Dio“)
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