Movimento dei Focolari
Non c’è Covid che tenga. L’amore s’ingegna per sfidare la distanza

Non c’è Covid che tenga. L’amore s’ingegna per sfidare la distanza

Nonostante le restrizioni imposte dalla pandemia, la comunità dei Focolari di Toronto si fa vicina ad una mamma malata e alla sua famiglia “Non mi sento sola in questo viaggio, grazie a tutti voi che mi siete famiglia!”. Susan vive a Toronto, in Canada, ha cinque figli e da un anno circa ha scoperto di essere affetta da un cancro in fase avanzata. È un cammino accidentato il suo, dove a progressi e sentimenti di speranza si alternano momenti di prova in cui le sue condizioni di salute peggiorano. Ma condividere la sua esperienza con la comunità dei Focolari, di cui fa parte da molto tempo, l’aiuta ad alleggerire il peso della sua sofferenza e a dare eco alla sua gioia. Una condivisione che neppure le restrizioni imposte dalla pandemia possono impedire. Sarà perché l’amore s’ingegna nel superare gli ostacoli più ardui. E vale anche per i rapporti di fraternità che legano fra loro i membri di una comunità. “Quando Susan ha condiviso la situazione con tutti noi – raccontano dal Focolare di Toronto – ci ha detto di sentirsi in pace e di voler offrire la sua sofferenza per tutti coloro che sono colpiti dalla pandemia. Noi le abbiamo assicurato la nostra preghiera personale, e una delle nostre famiglie ha avuto l’idea di incontrarci su Zoom tutti insieme per recitare il Rosario chiedendo la sua guarigione”. Così dal marzo scorso, tutte le domeniche alle 16.00, i membri della comunità di Toronto si incontrano su Zoom: “Ci si alterna nel recitare una decade del Rosario, lasciando a Susan e alla sua famiglia la quinta”. È un momento di preghiera così forte che sentono fra loro la presenza spirituale di Gesù, secondo il Vangelo che dice «Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro» (Mt 18,15-20). E per intercessione di Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari, chiedono la guarigione di Susan. “Terminata la preghiera – continuano – Susan ci aggiorna sull’andamento delle cure, e noi tutti gioiamo con lei e Nino, suo marito, se ci sono dei progressi e soffriamo con loro per i momenti difficili. Lei sottolinea continuamente che grazie alla presenza spirituale di Gesù fra noi, si sente più forte spiritualmente ed emotivamente, sperimentando che portiamo questa sofferenza tutti insieme!”. L’amore per questa mamma e per la sua famiglia trova espressione anche in gesti concreti. E se i medici le prescrivono riposo e le sconsigliano di cucinare, allora a turno c’è chi si occupa di preparare la cena, ogni volta diversa. “È incredibile – osservano – quando c’è l’amore si superano tutte le difficoltà, anche quelle causate dal virus con il lockdown. Per i membri della famiglia di Susan, specialmente per i figli giovani, è sempre una gioia scoprire cosa arriva loro per cena perché ogni volta, dalla nostra comunità multiculturale, ci sono le pietanze di diverse cucine del mondo. Questa esperienza che stiamo vivendo con tanti atti d’amore ci ha fatto crescere come comunità”. È il sentirsi famiglia che infonde a Susan coraggio. Ed è per amore di Susan che la comunità si riscopre ogni giorno famiglia.

Claudia Di Lorenzi

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Auguri da tutto il mondo

Diario dell’Assemblea generale /9, del 2 febbraio 2021 Dopo 10 giorni, l’Assemblea generale dei Focolari è a un giro di boa: con l’elezione della nuova Presidente Margaret Karram e la conferma oggi, da parte della Santa Sede, della rinnovata elezione del copresidente Jesús Morán, si conclude la prima parte. Come primo atto ufficiale, la nuova Presidente stabilirà domani il numero dei consiglieri generali che l’Assemblea dovrà eleggere. Non potranno essere meno di 20, in base a una recente modifica degli Statuti generali del Movimento. Mentre oggi si lavora sugli orientamenti e le linee d’azione per i prossimi sei anni, arrivano da tutto il mondo auguri e congratulazioni alla neoeletta presidente. Ne riportiamo alcuni particolarmente significativi:

“Con piacere abbiamo preso conoscenza della sua elezione a nuovo presidente del Movimento dei Focolari. […] Essendo molto esperta nel dialogo delle culture […] la Sua nomina rafforzerà la testimonianza di unità tra culture e religioni. […] Nella cooperazione di “Insieme per l’Europa” vogliamo essere un partner affidabile nel contribuire ad una nuova cultura dell’unità”.  

P. Heinrich Walter, Movimento di Schoenstatt

Cara Margaret, […] desidero felicitarmi con te, anche a nome di Andrea [Riccardi] e di tutta la Comunità di Sant’Egidio per questo importante incarico. […] Ci siamo incontrati già in varie occasioni […] particolarmente nell’impegno per l’unità tra i movimenti e “Insieme per l’Europa”. […] Costruire ponti e legami di fraternità è una necessità per il nostro mondo e una “vocazione” a cui la tua storia personale, la tua provenienza da una terra di sofferenza e di conflitto, ti rende particolarmente sensibile. […] In questo spirito di fraternità proseguiamo la nostra amicizia tra il movimento dei Focolari e la Comunità di Sant’Egidio.

Marco Impagliazzo, Presidente della Comunità di Sant’Egidio

 “La Federazione delle Amicizie Ebraico-Cristiane in Italia Le esprime sinceri auguri di buon lavoro per il suo incarico. […] Idealmente rievochiamo la luce e i colori delle sue città: Haifa, Los Angeles e Gerusalemme e ci auguriamo di poter collaborare per la promozione del dialogo ebraico-cristiano e interreligioso”. “È con grande piacere che, a nome dell’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia Le porgo le più vive felicitazioni per la Sua nomina a Presidente del Movimento dei Focolari. Rinnovo a nome delle comunità che rappresento la volontà di collaborare sempre sulla via del dialogo, della condivisione, dell’incontro, con la speranza di poter cogliere frutti di pace.” 

 Yassine Lafram, presidente UCOII.

“L’Ordine del Santo Sepolcro fa arrivare i suoi migliori auguri alla neo-eletta Presidente del Movimento dei Focolari, Margaret Karram. […] Araba cattolica di Haifa, è sempre stata intensamente coinvolta nelle attività di dialogo interreligioso operando per la cultura dell’incontro in Terra Santa.” Prima di chiudere questo diario chiediamo a voi, nostri cari lettori, la vostra collaborazione: stanno girando ormai sui diversi canali documenti, foto, registrazioni dall’Assemblea generale. Ci sta a cuore ribadire che questa Assemblea non è un evento pubblico. Vi chiediamo di aiutarci a proteggerne la riservatezza e di non alimentare in alcun modo la diffusione impropria di contenuti non autorizzati da questo ufficio. Grazie!

Ufficio Comunicazione Focolari

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Jesús Morán rieletto Copresidente dei Focolari

E’ il secondo mandato per Morán, il cui compito primario è il pieno sostegno e collaborazione con Margaret Karram, la neo-eletta presidente dei Focolari. Anche l’elezione del copresidente è stata accolta dall’Assemblea dei Focolari con un applauso mondiale ed oggi, il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita ne ha confermato la nomina: Jesús Morán è stato rieletto copresidente dei Focolari. Si tratta del secondo mandato dopo quello appena concluso accanto a Maria Voce. Jesús Morán ha 63 anni ed è nato a Navalperales de Pinares, Avila (Spagna). Ha incontrato il messaggio evangelico proposto dal Movimento dei Focolari durante gli studi universitari, attraverso la testimonianza di alcuni coetanei. Si è laureato in Filosofia presso l’Università Autonoma di Madrid ed ha conseguito una licenza in Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Cattolica di Santiago del Cile e un dottorato in Teologia presso la Pontificia Università Lateranense a Roma. Dal 1996 al 2004 è stato delegato dei Focolari per il Cile e la Bolivia, dove è stato ordinato sacerdote il 21 dicembre 2002. Dal 2004 al 2008 è stato corresponsabile del Movimento in Messico e a Cuba. Nell’Assemblea generale dei Focolari del 2008 è stato eletto consigliere generale e incaricato dell’aspetto della formazione culturale degli appartenenti al Movimento. Nel 2009 ha iniziato a far parte della “Scuola Abba”, centro interdisciplinare di studio dei Focolari, per la sua competenza in antropologia teologica e teologia morale. Dal 2014 ad oggi è copresidente dei Focolari. I compiti del Copresidente Primo dovere del Copresidente è il pieno sostegno e collaborazione con la presidente. Gli Statuti dei Focolari parlano di “profonda unità con la Presidente” per offrirle la possibilità di vagliare idee e decisioni, nell’ascolto e nella comune ricerca della volontà di Dio. E’ responsabile dei sacerdoti che aderiscono ai Focolari e si prende cura che la vita interna e le attività del movimento siano conformi alla fede e alla morale della Chiesa.

Stefania Tanesini 

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È Margaret Karram la nuova Presidente dei Focolari

Eletta il 31 gennaio, è la terza Presidente a guidare il Movimento dopo la fondatrice, Chiara Lubich e dopo Maria Voce che ha appena concluso due mandati. COMUNICATO STAMPA – 1 febbraio 2021 Margaret Karram è stata eletta ieri Presidente dei Focolari con oltre due terzi delle preferenze degli aventi diritto al voto tra i partecipanti all’Assemblea generale del Movimento, composta da 359 rappresentanti di tutto il mondo. Succede alla fondatrice Chiara Lubich e a Maria Voce che è rimasta in carica per 12 anni (due mandati). Margaret Karram nasce ad Haifa in Israele nel 1962 da una famiglia cattolica palestinese e si  laurea in Ebraismo presso l’American Jewish University negli Stati Uniti. Ha ricoperto vari incarichi per i Focolari a Los Angeles e a Gerusalemme. Ha collaborato anche in diverse commissioni e organizzazioni per la promozione del dialogo tra le tre religioni monoteiste, come la Commissione Episcopale per il dialogo interreligioso, nell’Assemblea degli Ordinari Cattolici di Terra Santa e l’organizzazione ICCI (Interreligious Coordinating Council in Israel). Ha lavorato 14 anni al Consolato generale d’Italia a Gerusalemme. Dal 2014 è al Centro internazionale dei Focolari come consigliera per l’Italia e l’Albania e corresponsabile per il Dialogo tra Movimenti ecclesiali e nuove Comunità cattoliche. Parla arabo, ebraico, italiano, inglese. Nel 2013 è stata insignita del premio “Mount Zion Award” per la riconciliazione, attribuitole insieme alla studiosa e ricercatrice Yisca Harani, per l’impegno nello sviluppo del dialogo tra culture e religioni diverse. Nel 2016 ha ricevuto il Premio internazionale S. Rita per aver favorito il dialogo tra cristiani, ebrei, musulmani, israeliani e palestinesi, partendo dalla quotidianità della vita vissuta. Le elezioni si sono svolte ieri, 31 gennaio 2021, ma la sua nomina è divenuta effettiva solo oggi, in seguito alla conferma da parte della Santa Sede, come previsto dagli Statuti generali dei Focolari. Le elezioni si sono svolte ieri, 31 gennaio 2021, ma la sua nomina è divenuta effettiva solo oggi, in seguito alla conferma da parte del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, come previsto dagli Statuti generali dei Focolari. Nel documento si auspica infine che la nuova Presidente possa assolvere il proprio compito “con fedeltà, spirito di servizio e senso ecclesiale, per il bene dei membri dell’Opera e della Chiesa universale”. I compiti della Presidente dei Focolari In base agli Statuti generali del Movimento, la Presidente, è scelta tra le focolarine (consacrate, a voti perpetui) e sarà sempre una donna. Lei – vi si legge – è “segno dell’unità del Movimento”; ciò significa che rappresenta la grande varietà religiosa, culturale, sociale e geografica di quanti aderiscono alla spiritualità dei Focolari nei 182 Paesi in cui il Movimento è presente e si riconoscono nel messaggio di fraternità che la fondatrice, Chiara Lubich, ha tratto dal Vangelo “Padre, che tutti siano una cosa sola”. (Gv 17, 20-26) Sono molti gli impegni e le sfide che attendono Margaret Karram nei prossimi anni: compiti di governo e indirizzo di un Movimento di dimensione mondiale come i Focolari, profondamente immerso nelle realtà e nelle sfide locali e globali dell’umanità, a partire da questo tempo di pandemia.  Gli Statuti indicano inoltre lo “stile” che deve contraddistinguere l’operato della Presidente: “La sua sarà soprattutto una presidenza della carità – si dice – perché dovrà essere la prima ad amare e cioè a servire i propri fratelli, ricordando le parole di Gesù “(…) chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti” (Mc 10, 44). L’impegno primario della Presidente, dunque è quello di essere costruttrice di ponti e portavoce del messaggio centrale della spiritualità dei Focolari, pronta a praticarlo e diffonderlo, come si legge più avanti, anche a costo della propria vita. Prossime tappe dell’Assemblea generale dei Focolari sono l’elezione del Copresidente, oggi pomeriggio, e dei consiglieri il 4 febbraio prossimo. Stefania Tanesini –  +39 338 5658244 Testo in PDF   (altro…)

Margaret Karram: nuova Presidente dei Focolari

Margaret Karram: nuova Presidente dei Focolari

La nuova presidente del Movimento dei Focolari per i prossimi sei anni è Margaret Karram, nata ad Haifa (Israele) nel 1962. L’elezione, per la quale sono necessari almeno i due terzi dei presenti, è avvenuta domenica 31 gennaio ed è stata approvata dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, come richiesto dagli Statuti dei Focolari. La nuova Presidente – che per Statuto deve essere sempre una donna – guiderà il Movimento nei prossimi 6 anni. A causa della pandemia l’Assemblea generale del Movimento dei Focolari che ha votato la nuova Presidente si sta svolgendo interamente online. Iniziata il 24 gennaio scorso si concluderà il prossimo 7 febbraio 2021. È la terza Assemblea generale dopo la morte della fondatrice Chiara Lubich. Vi partecipano 359 persone da tutto il mondo, in rappresentanza delle diverse culture, generazioni, vocazioni, appartenenze ecclesiali e fedi religiose presenti nel Movimento dei Focolari. Alla elezione della Presidente seguono, il 1° febbraio, l’elezione del Copresidente, che per Statuto deve essere un focolarino sacerdote, e l’elezione dei consiglieri che collaborano al governo centrale del Movimento. Seguirà comunicato stampa.

 Lorenzo Russo – Ufficio Comunicazione dei Focolari

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Vivere bene il presente

Per amare Dio ed amare i fratelli abbiamo sempre e solo un momento: quello attuale. È questo uno dei concetti nei quali Chiara Lubich si è dimostrata “maestra” di una pedagogia geniale quanto semplice. Impegnarsi a vivere bene il presente si rivela per ciascuno un metodo che permette di realizzarsi e raggiungere la felicità. […] C’è, anche fra i nostri, chi compie il suo Santo Viaggio dopo lunga attesa e chi lo compie in un baleno, quando meno se l’aspetta. E allora vien da chiedersi: Come sarà per noi? E torna spontaneo concludere: è bene essere sempre preparati. In che maniera? Rimanendo in grazia di Dio e vivendo con pienezza l’attimo presente. È stato per questo […] che ho desiderato in questi ultimi giorni fissare ancora la mia attenzione proprio su quell’aspetto così tipico della nostra spiritualità che consiste nel concentrarsi a vivere il momento presente. E con il pensiero sono riandata a tante frasi colte ad esempio, dai santi, che ci spronano a metterlo in pratica alla perfezione. Ricordate? Diceva Caterina da Siena: “La fatica che è passata noi non l’abbiamo, però ch’è fuggito il tempo; quel ch’è a venire, non l’abbiamo, però che non siamo sicuri di avere il tempo”[1]. E così invitava a vivere il presente. E Teresa di Lisieux: “Tu lo sai, mio Dio, che per amarti […] non ho altro che l’oggi”[2]. E ho ricordato anche un motto che ci è stato utile nel passato e che ricordavamo facilmente perché ogni sua parola, in italiano, comincia con la s: “Sarò santa se sono santa subito”. Ma, sempre in questi giorni, ho notato che questo modo di vivere la vita è caro anche ad altri santi, che lo consigliano con calore. “Fortunata quell’anima – scriveva Paolo della Croce – che riposa ‘in sinu Dei‘, senza pensare al futuro, ma procura di vivere momento per momento in Dio, senz’altra sollecitudine che di far bene la sua volontà in ogni evento…”[3]. “Fortunata quell’anima…”. Noi possiamo far nostra questa fortuna, perché è della nostra spiritualità vivere così. È vivendo il presente che si possono adempiere bene tutti i nostri doveri. È vivendo il presente che le croci diventano sopportabili: non per nulla si consiglia questa pratica a coloro che s’avvicinano alla morte. È vivendo il presente che si possono cogliere le ispirazioni di Dio, gli impulsi della sua grazia che arrivano nel presente. […] Viviamo, dunque, il presente! […] Viviamo il presente alla perfezione! Ci troveremo alla sera di ogni giorno ed alla sera della vita carichi di opere buone compiute e di atti d’amore offerti. […]

Chiara Lubich

(in una conferenza telefonica, Rocca di Papa, 23 ottobre 1986) Tratto da: “Vivere il presenta alla perfezione”, in: Chiara Lubich, Conversazioni in collegamento telefonico, Città Nuova Ed., 2019, pag. 258. [1] Caterina da Siena, Epistolario, II, Paoline, Alba 1966, p. 97. [2] S. Teresa di Gesù Bambino, Opere complete, LEV, Città del Vaticano 1997, p. 626. [3] Paolo della Croce, Lettere, I, Tipografia Pontificia nell’Istituto Pio IX, Roma 1924, pp. 645-646.   (altro…)

Grande attesa

Grande attesa

Diario dell’Assemblea generale /8, del 31 gennaio 2021 “Ascoltare oggi la voce del Signore”! Non poteva essere più azzeccato il “Pensiero del giorno”, chiamato anche “Passaparola”, che quotidianamente viene diffuso tra i Focolari in tutto il mondo, quanto lo è questa frase tratta dal Salmo 94/95. Infatti sono iniziate oggi le elezioni per la futura Presidente del Movimento dei Focolari, e il primo sforzo degli elettori è quello di ascoltare bene la voce di Dio per individuare la persona giusta per i prossimi sei anni.

La commissione elettorale

Gli Statuti generali prevedono tre passi per arrivare alla scelta della nuova Presidente:

  • deve essere eletta con almeno due terzi degli aventi diritto di voto presenti. Questa quota abbastanza alta esprime il desiderio della fondatrice Chiara Lubich, che ci sia il più grande consenso possibile riguardo a questo ruolo così importante. Su richiesta dei partecipanti il percorso elettorale può essere interrotto per un momento di comunione in plenaria e in piccoli gruppi;
  • raggiunta la necessaria maggioranza, la candidata deve accettare l’elezione davanti all’Assemblea;
  • un po’ di pazienza ci vuole poi per il terzo passo, perché, essendo il Movimento una associazione di diritto pontificio, la Presidente eletta – come dopo anche il Copresidente – devono essere confermati dalla Santa Sede, concretamente dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita. Solo dopo questa conferma l’elezione è valida e potrà essere comunicata.

A vegliare sulle regole delle elezioni vi è una commissione elettorale presentata prima dell’Assemblea e confermata nella prima sessione plenaria il 24 gennaio. I cinque membri sono tutti esperti in ambito giuridico: il focolarino sposato italiano Danilo Virdis, la focolarina italiana Flavia Cerino, la volontaria italiana Laura Bozzi, il volontario olandese Waldery Hilgeman e la suora francescana italiana Tiziana Merletti. Domani, 1 febbraio, continuerà il processo elettorale. Eletta la Presidente, si passerà all’elezione del Copresidente, per la quale valgono le stesse modalità.

Ufficio Comunicazione Focolari

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Uno sguardo dietro le quinte

Uno sguardo dietro le quinte

Diario dell’Assemblea generale /7, del 30 gennaio 2021 Mentre l’Assemblea anche oggi continua a lavorare sulle priorità e le linee d’azione per i prossimi sei anni, vorremmo gettare uno sguardo dietro le quinte, per conoscere le persone che fanno funzionare “la macchina” che rende possibile lo svolgersi di questo evento. La modalità telematica ha richiesto una rete di collaboratori e tecnici specializzati in diversi campi, indispensabili non solo per il funzionamento delle piattaforme digitali, ma anche per garantire la validità giuridica di questa Assemblea. Sono 73 le persone che compongono la squadra tecnica dell’Assemblea generale dei Focolari; molti sono fisicamente presenti nella sede internazionale del Movimento a Rocca di Papa in Italia, mentre diversi collaborano da remoto, da tante parti del mondo: Brasile, Filippine, Francia, Guatemala, Inghilterra, Irlanda, Italia, Olanda, Spagna, Tailandia e dagli USA. 20 informatici si occupano delle pagine internet e delle diverse applicazioni. 14 operatori suddivisi in due regie fanno funzionare le diverse video-conferenze. 34 traduttori e traduttrici collaborano da 7 Paesi per garantire ai partecipanti la traduzione in 5 lingue: francese, inglese, italiano, portoghese e spagnolo. E la squadra che si occupa del coordinamento generale di tutte le squadre tecniche è composta da 5 persone. Ma questa è più di una rete di collaboratori o di tecnici specializzati, come confida Francesco Mazzarella, che lavora dalla Sicilia nella squadra della regia della videoconferenza. Ci scrive: Dietro all’assemblea che va online, un gruppo di persone sparse per il mondo, i “famosi” tecnici si sono conosciuti, incontrati e hanno creato un legame che supera di gran lunga l’aspetto tecnico, perché tra noi è nata anche una condivisione spirituale, cresciuta a poco a poco, attraverso un percorso che potremmo definire tecno-relazione. A volte non si pensa a tutto ciò che sta dietro, affinché un evento possa esistere. Oggi la sfida passa dal Web, con tutte le incertezze e le sfide che ne derivano, ma anche con tutte le possibilità che esso porta in sé. Riuscire a gestire momenti via Web senza vedersi, senza potersi stringere in un abbraccio fisico è proprio la sfida di questa Assemblea. Ma la prova più grossa per i tecnici è quella di donare le proprie competenze, acquisite con sudore e studio, in una sorta di scambio di fiducia. Mi spiego: un tecnico, per quanto abbia scelto di lavorare seguendo i principi della spiritualità dell’unità, è sempre un professionista geloso del proprio lavoro, delle proprie competenze. Riuscire a condividere metodi o procedure che con fatica e studio si sono trovati non è così scontato; farlo è proprio un atto di fede, un fidarsi dell’altro che è li per amore, un fidarsi che nella donazione costruisci l’Assemblea. Un insieme di connessioni telematiche e di anime che costruiscono proprio le fondamenta tecno-relazioni di questa avventura chiamata Assemblea online. In genere la presenza dei tecnici balza alla ribalta solo quando qualcosa non sta funzionando. In questa Assemblea è diverso: il loro lavoro e il loro “stile” costruiscono ogni giorno questo evento. Grazie a ciascuno!

Ufficio Comunicazione Focolari

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Lituania – La vicinanza spirituale di Dio e dei fratelli è balsamo e cura

Lituania – La vicinanza spirituale di Dio e dei fratelli è balsamo e cura

La storia di Irena, medico in Lituania aderente al Movimento dei Focolari, nell’est europeo, contagiata dal virus del Covid 19. La fatica della malattia e la forza nell’amore di Dio attraverso la preghiera “Sono inondata di messaggi e preghiere, non so nemmeno come i miei amici, i conoscenti, i colleghi lo vengano a sapere. Pregano anche amici che non sapevo nemmeno che sapessero pregare. Non immaginavo che così tante persone potessero unirsi in preghiera per la mia salute”. Irena è un medico ospedaliero aderente al Movimento dei Focolari e vive in Lituania, in est Europa. In questi mesi in cui anche il suo Paese è colpito dalla pandemia da Covid–19, insieme al lavoro divenuto estenuante, è stata contagia dal virus e ha sperimentato la fatica della malattia. Ma la sua forza – racconta – è stata la fiducia nell’amore di Dio. La scoperta, poi, di essere unita a tanti nella preghiera ha ripagato i suoi sforzi e dato energia al suo percorso di guarigione. La sua esperienza, infatti, è stata particolarmente dura. Dapprima il lavoro in reparto è proseguito con i ritmi abituali, ma presto il contagio si è diffuso fra i colleghi e Irena si è trovata a lavorare da sola. “Dovevo trovare posti per il personale da mandare in isolamento – spiega – sistemare i pazienti che dovevano essere dimessi perché non c’era nessuno a curarli; contattare i parenti perché potessero prendersi cura di loro. Non c’erano mascherine per i malati e distribuivo le mie. Una volta, con una collega rimasta dopo l’orario di lavoro esaminammo 37 pazienti. Solo la notte era calma, e potevo pregare”. Dopo giornate vissute in ospedale senza riposo, Irena può tornare a casa. Con la consapevolezza però di aver contratto la malattia. Ma un sollievo giunge per lei dal sentire la vicinanza spirituale di Chiara Lubich (fondatrice dei Focolari): “Sulla mensola accanto al mio letto c’era la foto di Chiara sorridente, la vedevo come per la prima volta. Mi sorrideva e io le sorridevo, diventava tutto più facile”. Pian piano i sintomi della malattia si fanno pesanti, ma Irena non si abbandona al dolore. “Persi i recettori del gusto e mi resi conto che anche il senso del gusto è un dono di Dio. Offrivo la mia sofferenza per i miei colleghi e per il mio Paese. Le notti erano molto difficili, ma con me c’era Chiara sorridente”. Quando la malattia si fa più aggressiva il ricovero in ospedale è inevitabile, ma porta nuove prove. “Non avevo più la forza di parlare, fui sottoposta ad un trattamento sperimentale. La responsabile si prendeva cura di me, ma le infermiere dimenticavano di portarmi le medicine e non chiedevano se avevo la forza di prendere il cibo dal carrello. Ma io potevo offrire anche queste difficoltà”. Anche qui l’aiuto arriva da chi le è vicino: “Nella mia stanza c’era una signora con una malattia oncologica, mi portava da mangiare, da bere. Diventammo amiche e quando mi sentivo meglio pregavamo insieme”. Sentirsi unita nella preghiera con i tanti che pregavano per lei ha permesso ad Irena di sentirsi amata, da Dio e dai fratelli. Sono grata a Dio per l’indescrivibile esperienza d’amore che ho vissuto durante la malattia – conclude – perché l’ho sempre sentito vicino e per l’esperienza bellissima della comunione di preghiera, che ha una potenza gigantesca e Dio mi ha permesso di sperimentarlo dal vivo. Mi sento rinata”.

Claudia Di Lorenzi

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Lavori di gruppo: il dialogo al centro

Lavori di gruppo: il dialogo al centro

Diario dell’Assemblea generale /6, del 29 gennaio 2021 Si chiama “Open Space Technology” (Tecnologia spazio aperto) la metodologia di lavoro che l’Assemblea generale dei Focolari adotta oggi e domani per i lavori di gruppo. Si tratta di un sistema che consente ai 359 partecipanti collegati online da tutto il mondo di suddividersi in gruppi di lavoro virtuali e parlarsi, dialogare in modalità ravvicinata, come se si fosse seduti attorno ad un tavolo. Per facilitare la partecipazione di tutti, da qualsiasi latitudine si colleghino, le sessioni di lavoro si svolgono in tre diverse fasce orarie, corrispondenti ad altrettante aree geografiche: Asia e Oceania; Africa, Europa e Medio Oriente; Americhe. Il fatto che l’Assemblea dedichi varie giornate al lavoro in gruppi, allo scambio, alla discussione di tematiche di vario genere, dimostra la necessità e la centralità di un dialogo globale, iniziato nel cammino pre-assembleare, circa due anni fa, con il coinvolgimento delle diverse comunità dei Focolari presenti nei diversi punti del globo. Singoli e gruppi hanno partecipato ad una grande riflessione mondiale, facendo arrivare alla Commissione preparatoria dell’Assemblea oltre 3.000 proposte di argomenti da trattare in questi giorni. Per praticità sono stati raccolti e ordinati in 16 grandi filoni tra i quali in un ulteriore sondaggio sono emerse 4 tematiche prioritarie:

  • andare in profondità alle radici del carisma dell’unità oggi;
  • concretizzare il carisma in ogni ambito, in collaborazione con le Chiese, le istituzioni, i fedeli delle varie religioni e le persone di buona volontà;
  • porre particolare attenzione ad un’ecologia integrale che sappia prendersi cura della persona, della famiglia e della nostra casa comune, con uno sguardo al futuro;
  • vivere il dialogo intergenerazionale in modo particolare con le nuove generazioni.

In questi primi giorni di Assemblea, i partecipanti hanno aggiunto altre tre macro-gruppi di argomenti:

  • famiglia
  • governance
  • opzione per gli ultimi, gli esclusi.

Ciò che emergerà dai lavori di gruppo di questi giorni costituirà un contributo fondamentale per la redazione del “documento finale” che riporterà le prospettive e gli orientamenti futuri “per le linee che verranno poi elaborate e attuate soprattutto localmente e in profonda sinergia fra il centro internazionale e il Movimento presente nelle varie le zone geografiche”, come ha auspicato ieri Maria Voce. Alla redazione del documento finale lavoreranno otto partecipanti all’Assemblea che compongono il comitato di redazione. Il testo verrà poi sottoposto all’approvazione dell’Assemblea.

Ufficio Comunicazione Focolari

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Maria Voce: costruire relazioni con tutti, ecco il contributo essenziale dei Focolari 

Come ha vissuto, Maria Voce, il suo ruolo di prima presidente alla guida dei Focolari dopo Chiara Lubich? In una intervista del 27 gennaio scorso a Vatican News, parla dell’attualità del Movimento e della sua grande sintonia con Papa Francesco. Ne pubblichiamo ampi stralci. Certamente presiedere una realtà così vasta e complessa come quella del Movimento dei Focolari a cui aderiscono nel mondo 2 milioni di persone, in 182 Paesi, non deve essere un’impresa da poco. L’attuale presidente uscente è Maria Voce, nata in provincia di Cosenza, avvocato, con studi di teologia e di diritto canonico. Ai microfoni di Vatican News, racconta qual è stata l’esperienza da lei vissuta per 12 anni alla guida del Movimento. Gioie e dolori, conquiste, forse qualche fallimento, limiti e opportunità: di tutte queste cose, probabilmente è fatta anche la vita del Movimento sempre, ma anche in questi ultimi anni. Se dovesse dire, in estrema sintesi, qual è la sua realtà oggi, che cosa direbbe? Lo vedrei come un albero, un albero che forse ha un pochettino perso i suoi fiori e le sue foglie, forse è diventato un po’ autunnale come immagine, però un albero che mantiene intatta la sua radice molto forte e questa radice è capace di mantenere in sè la linfa e il calore per nutrire i semi di questo albero stesso che sono ormai sparsi nel mondo intero su tutti i continenti, e quindi ha la possibilità di continuare a nutrirli e a farli germogliare, come in effetti stanno già germogliando in tante parti. In questo momento lo vediamo, magari nell’inverno, nel calore dell’inverno, ma è in inverno che i semi maturano sotto terra per poi fiorire in primavera, e mi sembra che sia un albero che sta preparando la nuova primavera dell’Opera. Papa Francesco e il Movimento dei Focolari: è evidente una grande sintonia nell’ottica dell’accoglienza del dialogo, della necessità di costruire un mondo diverso. In particolare proprio l’appello del Papa alla fraternità della famiglia umana trova il Movimento in prima linea con i dialoghi con gli appartenenti alle altre religioni, anche con i non credenti. Lei come vede il contributo del Movimento in questo senso? Lo vedo essenziale, perché è stato sempre essenziale in Chiara fin dagli inizi: certamente per la grazia del carisma dell’unità ricevuto dallo Spirito Santo, lei dall’inizio sentiva veramente di accostare ogni persona con spirito di fraternità e così ha fatto sempre quando ha incontrato chiunque, i cattolici prima di tutto – dai monsignori che la interrogavano, come abbiamo visto nel film, ai poveri di Trento – , come ha fatto quando ha incontrato persone di altre Chiese, di altre religioni o persone senza nessuna religione. In tutti Chiara ha incontrato dei fratelli e delle sorelle e li ha trattati da fratelli e sorelle: questo Chiara ci ha insegnato e questo rimane nel Movimento, e questo noi vediamo che è una forza straordinaria. Noi l’abbiamo visto anche in questi giorni in preparazione dell’assemblea, durante la quale abbiamo visto in prima linea le persone che appartengono al Movimento, di Chiese e religioni diverse, senza un credo religioso esplicito ma di buona volontà, che si sono messi innanzitutto a testimoniare questa potenza dell’amore che è capace di creare relazioni a tutti i livelli, che è capace di superare i conflitti, che è capace di farti trovare insieme fra persone di un’altra religione, fino a ieri magari nemiche l’una dell’altra, e che come persone si ritrovano a parlare insieme, a pregare insieme, a cercare insieme il senso della vita, il senso della pandemia, il senso del vivere per gli altri, del compiere azioni solidali per gli altri. L’abbiamo visto nelle loro parole di sapienza, nella loro attenzione a quello che il Movimento sta preparando, nel loro partecipare attivamente alla preparazione dell’assemblea con i loro suggerimenti, con la loro vita, perché evidentemente ispirate dallo stesso Spirito Santo che agisce al di là dei confini, al di là di tutte le barriere. Quindi ho l’impressione che sia questo il contributo che il Papa sente e su cui può contare, ma non solo il Papa, tutta la Chiesa e tutta l’umanità, perché si sente che c’è un bisogno estremo di questa fraternità e che il Movimento ha una grazia speciale per costruirla proprio per il carisma di unità che viene da Chiara. A proposito di relazioni, lei ha detto recentemente una cosa molto forte, di aver capito cioè che per il Movimento è necessaria una svolta quella di comprendere che Dio non è soltanto Amore, ma anche Trinità… Certamente Dio è Trinità, ciò vuol dire che Dio in se stesso è relazione. Quindi vuol dire che tutti quelli che cercano Dio, per trovarlo devono costruire relazioni e io non credo che ci sia nessuno che non cerchi Dio: cercherà la verità, Dio è anche la verità, cercherà la bellezza, ma Dio è anche bellezza, cercherà la bontà nel mondo, ma Dio è anche la bontà, Dio è tutto quello che qualsiasi essere umano può cercare e può trovare se costruisce relazioni, e di questo io credo che tutti sono capaci, perché tutti sono creati a immagine di Dio e quindi a immagine di Dio Trinità. Per Statuto l’Opera di Maria avrà sempre come presidente una donna. Credo che il Movimento sia una delle poche realtà in cui essere donne è un vantaggio, si potrebbe dire. Però è anche un bel segnale per la società civile e anche per la Chiesa… Devo dire che resto perplessa di fronte a questa parola “vantaggio”, perché a dire la verità essere alla testa di un Movimento come il nostro, significa veramente essere la prima a servire, la prima a moltiplicare gli atti d’amore, la prima ad accettare qualsiasi sfida, qualsiasi cosa e a superarla con l’aiuto di Dio e con l’aiuto dei fratelli. Quindi, in un certo senso, può essere un vantaggio essere ritenuti capaci di essere eletti, però non mi sembra che noi lo viviamo in questo spirito, e non mi sembra che le focolarine che sono le uniche che possono aspirare, se vogliamo dire così a questo, lo vivano così, ma piuttosto con uno spirito di amore e di servizio all’Opera di Chiara che tutti sentono di continuare a servire con l’amore con cui Chiara l’ha amata e guidata e servita. Poi certamente, però, io penso che sia anche una testimonianza di quella uguaglianza, di quella fraternità profonda, di quella pari dignità, che va al di là delle differenze sessuali, che Dio ha portato nel mondo quando ha creato l’uomo a sua immagine e l’ha creato maschio e femmina. Quindi uniti in questa complementarietà che deve rispettare la diversità e che quindi deve far emergere l’uno e l’altro nella propria capacità di donare, che sarà sicuramente diversa perché Dio ha fatto due esseri diversi, ma fatti per stare insieme e per costituire insieme l’umanità a sua immagine e somiglianza. In questo senso, penso che sia un segno di progresso ed è qualcosa che sta emergendo sempre di più sia nella Chiesa, sia nella società, ma penso che non è altro che il manifestarsi sempre più chiaro di quello che è il profilo mariano della Chiesa, quel profilo che dice di Maria che è donna, madre, ma anche regina, anche fondatrice insieme al Figlio della Chiesa sul calvario, corredentrice dell’umanità, principio di unità per tutti. In questo senso, allora, penso di sì che è un privilegio che il Movimento può vantare e che può offrire alla Chiesa e al mondo come esempio e come apripista, in un certo modo. Maria Voce che cosa augura oggi all’Opera di Maria per il futuro? All’Opera io auguro come Chiara, la fedeltà massima al Vangelo, cioè una fedeltà che può giungere fino all’eroismo, perché è una fedeltà a vivere il Vangelo concretamente. E direi per quest’Opera che continua il suo cammino, fedeltà a quella parola del Vangelo che Dio ha voluto pronunciare mandando questo carisma cioè la parola “unità”, quindi fedeltà a quell’unità che deve essere totale, che deve essere capace di vivere relazioni come si vivono nella Trinità, per testimoniare al mondo che Dio c’è, che attraverso l’Opera può ancora portare la fraternità più al largo nella Chiesa e nel mondo per contribuire a compiere quella preghiera di Gesù: “Padre, che tutti siano una cosa sola”.

Adriana Masotti

Qui l’intervista integrale (altro…)

La relazione della Presidente

La relazione della Presidente

Diario dell’Assemblea generale /5, del 28 gennaio 2021 È giorno di bilanci, oggi, all’Assemblea dei Focolari. Il programma prevede la discussione per gruppi della relazione della Presidente Maria Voce sul sessennio appena concluso. I partecipanti avevano ricevuto il documento oltre una settimana fa ed avevano quindi avuto il tempo per un’analisi personale. Ne sono emerse numerose domande, alcune delle quali sono state poste nel primo pomeriggio alla Presidente e al Copresidente Jesús Morán.

Maria Voce e Jesús Morán

Maria Voce spiega che la relazione non vuole essere “un elenco di attività”, ma intende offrire piuttosto “una lettura del vissuto”. Punta l’attenzione sul cosiddetto “nuovo assetto” del Movimento dei Focolari: un processo avviato per attualizzare il carisma dell’unità nei diversi contesti del mondo. Maria Voce ammette che questo processo ha creato in vari ambiti “un certo disorientamento”, ma ne sottolinea anche gli effetti positivi: un nuovo protagonismo delle comunità locali e nuove sinergie tra le tante diramazioni e suddivisioni territoriali che ha lasciato spazio ad una nuova creatività. Dopo aver messo in luce il prezioso contributo delle nuove generazioni del Movimento tra le quali ha trovato “persone impegnate, pronte ad assumersi le proprie responsabilità”, la Presidente traccia un’analisi dei tre orientamenti emersi dalla precedente Assemblea del 2014. In merito al primo punto, “in uscita”, evidenzia i campi in cui i Focolari hanno offerto il proprio contributo tipico dell’unità, negli ambienti più vari come nel sociale o nel dialogo interculturale. Per quanto riguarda il secondo punto, “insieme”, constata poi la diminuzione delle tendenze alla frammentazione dentro il Movimento, con una tensione ad un lavoro più sinergico. Sottolinea infine che si è cercato di vivere l’ultimo punto, ovvero “opportunamente preparati”, sviluppando nuovi percorsi di formazione umana e spirituale per i membri e i dirigenti. Sia la relazione che le successive risposte di Maria Voce e Jesús Morán non nascondono le sfide e le criticità che il Movimento sta affrontando, come ad esempio la difficoltà a trovare forme e strade adatte per comunicare il proprio carisma in modo attuale per il mondo di oggi; un calo del numero di vocazioni e la grande sfida nata con il doloroso evidenziarsi di diverse forme di abuso anche all’interno del Movimento, che significa – come afferma il Copresidente Morán – la necessità di proseguire sulla strada di “un processo inevitabile e necessario di ‘purificazione della memoria’ che siamo chiamati a vivere con umiltà e speranza”. Le prospettive alle quali accenna la Presidente a conclusione della sua relazione partono da una lettura dei “segni di tempi”, cioè delle domande che pone la situazione del mondo, anche quella della pandemia del Covid: si tratta dell’invito ad uno stile di vita sobrio e sostenibile, di una accresciuta sensibilità al ruolo dei nuovi media ed una maggiore attenzione alla famiglia. E ha chiuso con un richiamo deciso a vivere una fedeltà radicale al Vangelo che, per i Focolari significa, fedeltà alla parola chiave del loro carisma: “Padre, che tutti siano una cosa sola” (Gv 17,21). Infine Maria Voce invita il Movimento ad “andare avanti con coraggio” per contribuire sempre più “ad una nuova generatività in vista della fratellanza universale”.

Ufficio Comunicazione Focolari

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Santi in compagnia

Santi in compagnia

Diario dell’Assemblea generale /4, del 27 gennaio 2021 Al centro delle meditazioni, delle riflessioni e della comunione della terza ed ultima giornata di ritiro spirituale dell’Assemblea generale c’è l’icona della Santissima Trinità, presentata come modello di una “santità collettiva” (Maria Voce) e di rapporti d’amore che fanno emergere il “disegno di Dio” su ogni persona (Claudio Guerrieri).

Cristiani di due Chiese ortodosse

La preghiera ecumenica iniziale, non a caso, è preparata da cristiani di due Chiese ortodosse nelle cui tradizioni è racchiuso un grande tesoro di riflessioni e contemplazione della Santissima Trinità.

Maria Voce

Nella sua meditazione, Maria Voce, prossima a lasciare il suo incarico come Presidente dei Focolari, attira l’attenzione ancora una volta sul fine generale del Movimento: “la perfezione della carità”, come scrisse Chiara Lubich. Si tratta, cioè, della piena realizzazione personale attraverso la donazione agli altri; che, in termini forse più classici, viene definita come santità. Ma una santità – sottolinea Maria Voce – tipica dei Focolari: una “santità collettiva”. Per spiegare questo concetto la Presidente ripercorre la storia delle origini del Movimento in cui vediamo Chiara con le sue prime amiche vivere con radicalità il Vangelo, una vita “per Dio e per gli altri – come spiega proprio Chiara – in un totale oblio di noi stessi, e di tutto ciò che poteva farci cadere nel ripiegamento su di noi”. Nasce così una via alla santità nuova, “radicale e leggera, una santità che potesse essere aperta a tutti, perseguita in famiglia, in mezzo al mondo, insieme”, una santità in compagnia. Si tratta di una santità che richiede sempre l’ascolto personale a ciò che Dio vuole, ma lo fa sapendosi in cammino con altri, anzi guardando l’altro e la presenza di Dio in lui.

Claudio Guerrieri

Il filosofo italiano, Claudio Guerrieri, membro del centro studi dei Focolari, Scuola Abbà, continua queste riflessioni ponendo il focus su uno degli effetti della “santità collettiva”: ne emerge la vera personalità di ognuno, il disegno di Dio su ogni persona. È questo un aspetto molto presente negli scritti mistici di Chiara Lubich degli anni 1949/1950 che offrono un modello di comunione e di unità “non uniformante, ma che comprende una pluralità di voci in cui ognuno esprime, come parte, il tutto”. Lo dimostra il fatto che nel Movimento dei Focolari, oltre a Chiara Lubich, sono presenti altri due cofondatori, Igino Giordani e Pasquale Foresi, che con il loro “disegno” aprono e incarnano il carisma di Chiara. Terminano così questi tre giorni di ritiro profondo, in qualche momento forse anche un po’ destabilizzante, ma pieno di stimoli anche per le scelte da maturare. “Sono stati – spiega uno dei giovani nella comunione finale – un’occasione per ascoltarsi e cercare di capire in quale direzione lo Spirito Santo chiama i Focolari nel prossimo periodo e a chi affidare i compiti di condurre questa Opera nelle sfide e nelle opportunità dei prossimi sei anni”.

 Ufficio Comunicazione Focolari

 

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Vangelo vissuto: cambiare lo sguardo

Vivere per lunità, significa contribuirvi in prima persona, quotidianamente, iniziando dai rapporti in famiglia, sul lavoro, nella certezza che con essa si trasformano le situazioni, si creano comunione, fraternità e solidarietà. Un’altra logica Quella mattina, di ritorno dalla messa domenicale, avevo trovato il caos in cucina, segno che la notte nostro figlio e i suoi amici avevano gozzovigliato. Sarebbe stato giusto ed educativo lasciare le cose come stavano in modo che si “vedessero”: così ne avremmo parlato. Ma la lettura del Vangelo appena ascoltata non mi lasciava in pace: riguardava il perdono. Perdonare settanta volte sette. Mentre cominciavo a fare ordine, avvertivo farsi strada in me una “giustizia” diversa, secondo un’altra logica. Era come se quel disordine esterno dovesse prima trovare spazio in me stessa. Rabbia e delusione verso nostro figlio hanno perso forza. Quando il ragazzo si è svegliato, mi ha chiesto cosa mi rendesse così felice. Non avvertendo risposta, dopo un certo silenzio si è aperto: era entrato nel giro della droga e chiedeva aiuto. Più tardi ci siamo confrontati col padre. Come un seme, la Parola cominciava a germogliare. In seguito la situazione di nostro figlio e, di conseguenza, di tutta la famiglia, è cambiata. (M. J. – Norvegia) La lezione di mia figlia Come responsabile di un importante settore dell’azienda presso cui lavoro, il mio impegno è stato subito di aiutare i dipendenti a dare il massimo con competenza e precisione. Ma dopo qualche anno qualcuno ha chiesto di essere licenziato, altri si lamentavano. Cos’era che non andava? Non capivo…Un giorno la mia bambina più piccola mi ha dato una grande lezione. Stavo aiutandola a fare i compiti e scorrendo il suo quaderno le facevo notare tutte le correzioni della maestra. E lei, tra le lacrime: “Papà, ma tu vedi solo gli errori? Non vedi le pagine con il voto massimo?”. Lo stesso errore che commettevo al lavoro: vedere soltanto i difetti altrui. È stata una luce. Si trattava ora di mettere un altro paio di occhiali, quelli che dà l’amore. Non è stato facile. Di nascosto ho cominciato a contare le volte che riuscivo e ogni giorno aumentava il numero. Un giorno uno dei collaboratori mi ha domandato come mai fossi così contento. È venuto a proposito raccontargli della lezione che mi aveva dato mia figlia. (J. G. – Portogallo) Marito alcolizzato Con un marito dedito all’alcol non esistevano più feste, ricorrenze, amicizie. E sarebbe stato sopportabile se non ci fossero stati anche gli scatti violenti. Vivevamo della sua pensione (quando riuscivamo a non fargliela spendere) e dei lavori di pulizia che svolgevo nel palazzo. In certi momenti andare avanti così richiedeva eroismo. «Perché non lo lasci?», mi ripetevano i parenti e gli stessi figli, andati via di casa per causa sua. Ma poi sarebbe finito sulla strada. Questo mi tratteneva: era il padre dei miei figli. Nei giorni nei quali ha dovuto subire un’operazione l’assenza di alcol lo rendeva ancora più agitato. Tuttavia ha accettavo di sottoporsi a una cura disintossicante. È stata lunga, ma ha cominciato a fare qualche passo. Mi sembrava di vedere un bambino che impara a camminare. Dopo qualche anno gli è ritornata la voglia di vivere, di godersi la famiglia e anche il primo nipotino. Ci avviamo alla fine della vita. Posso dire che senza la fede non avrei avuto la forza per stargli accanto. (M. D. – Ungheria)

a cura di Stefania Tanesini

(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno VII, n.1, gennaio-febbraio 2021) (altro…)

Carisma, profezia, incarnazione

Carisma, profezia, incarnazione

Diario dell’Assemblea generale /3, del 26 gennaio 2021

Stefan Tobler

“Chissà se il nostro compito non è tanto quello di dare la ‘luce’, ma di entrare nel buio, nel fango, nella disperazione della mancata dignità, […] nelle mille diverse povertà di ora”? Probabilmente è questa domanda provocatoria che ha maggiormente caratterizzato il secondo giorno di ritiro spirituale dell’Assemblea generale dei Focolari. Dopo la preghiera ecumenica iniziale che ha riproposto la necessità di una profonda conversione dei cuori, Stefan Tobler, teologo riformato svizzero e Paula Luengo, psicologa cilena, hanno affrontato il tema centrale dell’incarnazione: che cosa significa che Dio si è fatto uomo, ultimo con gli ultimi? E cosa vuol dire per i Focolari, oggi, vivere e concretizzare la spiritualità dell’unità?  

Silvina Chemen

Gli studiosi presentano le loro riflessioni da due punti di vista complementari. Partendo dagli scritti mistici di Chiara Lubich, Stefan Tobler mette in evidenza il valore dell’incarnazione. “Per Chiara non è soltanto un momento nella storia del passato, ma un fatto che ha cambiato in modo permanente il significato di tutto il creato e che dà alle cose della terra un valore di eternità, un’altissima dignità”. E l’incarnazione continuerà – conclude Tobler – se riusciremo ad “avere occhi semplici che scoprono Dio sotto la realtà di questo mondo”.

Paula Luengo

Questa nuova dignità che il mondo assume se guardato in quest’ottica, dovrebbe provocare un cambio di prospettiva da parte nostra, spiega Paula Luengo. “Non troveremo la nostra identità guardandoci l’ombelico, ma abbracciando – come dice Chiara– ‘tutti i soli’”. Dobbiamo “partire dall’umanità con i suoi abissi. Incarnazione è quindi un movimento che cerca prossimità e abbassamento”. Alla stessa conclusione arrivano Luigino Bruni, italiano, professore di Economia Politica e di Storia del Pensiero Economico, e Silvina Chemen, argentina, rabbina a Buenos Aires, riflettendo su “carisma, profezia e incarnazione”. Ci si domanda: è ancora possibile parlare oggi di dimensione profetica di un carisma? “Quando ci sono fratelli – spiega Silvina Chemen – c’è profezia; quando c’è fratellanza, appare la voce [di Dio]; quando stiamo veramente insieme, Dio si manifesta”.

Luigino Bruni

Negli incontri di gruppo emergono molte domande sul presente ed il futuro del Movimento, come quella su cosa significhi restare fedeli alle radici oggi. „Riuscire – spiega Luigino Bruni – nelle comunità carismatiche a capire che la prima storia, quella storia meravigliosa che ci aveva fatto sognare a occhi aperti e fatto vedere il cielo, è finita, è un atto particolarmente difficile. Ma la storia continuerà perché la promessa era più grande della prima veste che la nostra fede aveva indossato nella prima parte del percorso”.

Ufficio Comunicazione Focolari

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Un patto globale

Un patto globale

Diario dell’Assemblea generale /2, del 25 gennaio 2021

© CSC Audiovisivi

Il secondo giorno dell’Assemblea generale dei Focolari comincia con una preghiera ecumenica presentata da partecipanti di diverse Chiese. Si rivolge a Gesù nel suo abbandono sulla croce, affinché aiuti ciascuno a “crescere nell’ascolto reciproco”; insegni ad “accogliere insieme lo Spirito Santo” e “il grido dell’umanità di oggi” per “diventare strumenti di unità”. Poi si procede ad alcune votazioni rinviate da ieri e necessarie per adattare il regolamento dell’Assemblea alle modalità telematiche. Con un leggero ritardo, perciò, si apre il ritiro spirituale per tutti i partecipanti che terminerà mercoledì 27 gennaio. Si tratta di un momento costitutivo dell’Assemblea come recitano gli Statuti del Movimento, “affinché gli elettori (…) siano docili alla grazia dello Spirito Santo”.

© CSC Audiovisivi

Il primo tema scelto pone i partecipanti davanti a quella che si potrebbe definire come la chiave di accesso della mistica di Chiara Lubich: un patto solenne, che la fondatrice ha stretto il 16 luglio nel 1949 in montagna, le Dolomiti, con lo scrittore politico Igino Giordani, co-fondatore del Movimento. In quel patto – sottolinea Padre Fabio Ciardi, Oblato di Maria Immacolata e teologo della vita consacrata – Chiara Lubich e Igino Giordani avevano chiesto a Gesù, che avevano ricevuto poco prima nell’Eucaristia, di creare Lui stesso l’unità tra di loro, servendosi della loro piena e reciproca disponibilità ad accogliere l’altro, a valorizzare il pensiero dell’altro e aprire così uno spazio per permettere allo Spirito Santo di farsi strada.

dalle Filippine Vicky e Vic © CSC Audiovisivi

Si sottolinea inoltre che il perdono e la misericordia sono alla base di questo patto e i partecipanti vengono subito invitati a praticare tale premessa. Chi vuole, può infatti mettersi in contatto con qualche partecipante con cui desiderasse riconciliarsi, prima di formulare questo patto – tutti insieme ed ognuno nella propria lingua – in una preghiera globale che travalica ogni confine.

Somjit, buddhista tailandese © CSC Audiovisivi

Diverse storie ed esperienze hanno poi mostrato come questa mistica comunitaria possa tradursi in vita: dalle Filippine Vicky e Vic, sposati, raccontano come hanno vissuto e superato il contagio da Covid di Vic; Somjit, buddhista tailandese, ha condiviso come cerca di vivere il dono di sé secondo gli insegnamenti di Buddha. Anche Jordi della Spagna, agnostico, racconta del suo impegno nel coordinamento, con la moglie cristiana, di diversi gruppi di dialogo.  

Rassim, musulmano algerino © CSC Audiovisivi

Infine Rassim, musulmano algerino, nel Corano ha trovato l’incoraggiamento ad essere tollerante nei confronti degli altri e a dichiararsi disposto ad un amore reciproco senza condizioni. A conclusione di questa giornata di ritiro i partecipanti si sono suddivisi nelle 34 stanze virtuali per gli incontri di gruppo in cui non solo hanno potuto condividere pensieri e riflessioni, ma anche praticare quanto è stato presentato nella sessione odierna: un ascolto reciproco e profondo e un’accoglienza piena gli uni verso gli altri.

Ufficio Comunicazione Focolari

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Atmosfera solenne e famigliare

Atmosfera solenne e famigliare

Diario dell’Assemblea generale – 1, del 24 gennaio 2021 È iniziata! Alle ore 12.30 (UTC +1) è incominciata l’Assemblea generale del Movimento dei Focolari: tanto attesa e preparata con grande partecipazione da membri ed aderenti dei Focolari in tutto il mondo. Era stata convocata ad inizio settembre 2020, ma è stata rimandata a causa della pandemia e si sta svolgendo in modalità telematica. La scelta di questa data è significativa: due giorni fa, il 22 gennaio, data di nascita di Chiara Lubich, si è concluso l’anno del centenario della fondatrice del Movimento, mentre oggi, 24 gennaio, si ricorda il giorno in cui Chiara, nel 1944, ha “scoperto” la realtà di Gesù nel suo abbandono sulla croce, quel Gesù che sarebbe diventato lo “sposo della sua anima” e che l’avrebbe spinta a “cercarlo” in ogni sofferenza e dolore dell’umanità per ricostruire relazioni e ponti di unità. L’Assemblea – in base a quanto viene definito nel suo regolamento – è “il primo e più importante organo di governo del Movimento dei Focolari”. Vi prendono parte 360 partecipanti, di cui 139 per diritto, 181 eletti e 40 invitati dalla Presidente. Pur dislocati in tutto il mondo, i partecipanti hanno fatto il loro ingresso nell’unica grande aula virtuale, tutti coscienti della solennità e dell’importanza di questo momento, tutti costruttori della vivace atmosfera di famiglia mondiale, che non viene a mancare anche sulla piattaforma virtuale. Maria Voce, presidente uscente del Movimento al termine del suo secondo mandato, apre l’Assemblea con un appello solenne. Invita i partecipanti a mettersi tutti nell’atteggiamento di Gesù nell’ultima cena e lavare i piedi gli uni agli altri, il che significa essere pronti “ad ascoltarci, a capirci, ad andare al di là delle differenze, per diventare veramente fratelli, che vuol dire veramente uguali, veramente con la massima dignità, che è quella dignità che ci dà Gesù perché ci fa figli di Dio e fratelli e sorelle tutti”. Come da regolamento, la sessione odierna prevedeva diverse votazioni: prima fra tutte l’elezione dei due moderatori che coordineranno e condurranno i lavori. Sono stati scelti Uschi Schmitt, tedesca, di professione medico e Andrea Ponta, ingegnere italiano. È stata poi approvata la commissione elettorale, composta da Danilo Virdis, Flavia Cerino, Waldery Hilgeman, Laura Bozzi e Suor Tiziana Merletti, tutti residenti in Italia e per motivi legali presenti nella sede ufficiale dell’Assemblea, il Centro internazionale dei Focolari a Rocca di Papa (Italia). Nelle successive votazioni l’Assemblea ha poi approvato il programma di questi giorni e una modifica agli Statuti generali del Movimento che riduce il numero minimo dei consiglieri da eleggere da 30 a 20. Da domani cominceranno tre giorni di ritiro spirituale per i partecipanti.

Ufficio Comunicazione Focolari

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Un Centenario che si chiude, ma non si chiude

22 gennaio 2020-22 gennaio 2021: si conclude oggi l’anno del Centenario della nascita di Chiara Lubich. 365 giorni diversi da come erano stati previsti, in piena pandemia, ma che hanno aperto strade e prospettive nuove. “Celebrare per incontrare” è stato il motto scelto per il Centenario della nascita di Chiara Lubich (1920-2020), fondatrice dei Focolari. Aprendolo, un anno fa, si erano progettate molte iniziative nel mondo, non immaginando che la pandemia avrebbe fatto da spartiacque anche al Centenario, segnando un prima e un dopo, ma non fermando, anzi in alcuni casi potenziando, le possibilità di “incontrare” Chiara. Ma partiamo dall’inizio. Il 7 dicembre 2019 il Centenario si apre con l’inaugurazione della Mostra “Chiara Lubich Città Mondo” alle Gallerie di Trento (Italia) sua città natale. Una mostra sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica italiana, promossa dalla Fondazione Museo storico del Trentino in collaborazione con il Centro Chiara Lubich. Quel giorno la Provincia autonoma di Trento vuole insignire Maria Voce, Presidente dei Focolari, del “Sigillo di San Venceslao”. Il giorno successivo viene inaugurata anche una sezione distaccata della mostra a Tonadico, nel Comune di Primiero San Martino di Castrozza (Italia) dedicata in particolare agli anni 1949-1959. Nelle settimane successive in vari Paesi del mondo la mostra va moltiplicandosi ripetendo quella italiana, ma arricchendosi di peculiarità locali. A Nairobi (Kenya) il percorso espositivo mette in luce lo sviluppo dei Focolari in terra africana; a Gerusalemme una sezione viene dedicata al rapporto tra la Lubich e questa città e al suo sogno che oggi si sta concretizzando: un centro di spiritualità, studio, dialogo e formazione all’unità. Chiara Lubich era nata il 22 gennaio e proprio quel giorno nel 2020 è Roma a celebrare il Centenario con una serata a lei dedicata a venti anni dal giorno nel quale la capitale italiana le aveva anche conferito la cittadinanza onoraria. “Chiara da quel 22 gennaio 2000 – ha detto l’ex sindaco Francesco Rutelli–.prese l’impegno di dedicarsi più e meglio per Roma, incarnando l’amore reciproco dovunque. Cosa c’è di più bello per fare nostre queste parole, oggi”. Qualche giorno più tardi il Presidente delle Repubblica Sergio Mattarella interviene al Centro Mariapoli “Chiara Lubich” di Cadine (TN) ad un evento del Centenario al quale partecipano, oltre alla Presidente del Movimento Maria Voce, al Copresidente Jesús Morán e  alle autorità locali, più di 900 persone. La trasmissione streaming  ha oltre 20 mila visualizzazioni. Nel suo intervento Mattarella individua in particolare nella fraternità, applicata all’agire civile e politico, la cifra distintiva della spiritualità di Chiara Lubich. E Trento fa da cornice anche al convegno internazionale “Un Carisma a servizio della Chiesa e dell’umanità” al quale partecipano 7 Cardinali e 137 Vescovi, amici del Movimento dei Focolari di 50 Paesi che poi prosegue nella cittadella internazionale dei Focolari di Loppiano (Incisa Figline in Valdarno – Italia). Nel suo messaggio Papa Francesco si rallegra vivamente per questo convegno esprimendo “la gratitudine a Dio per il dono del carisma dell’unità attraverso la testimonianza e l’insegnamento (…) di Chiara Lubich”. Negli stessi giorni al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo (Italia) oltre 400  tra religiosi/e, consacrati/e e laici cattolici – con una rappresentanza ortodossa – provenienti da 100 famiglie religiose e 33 Paesi sono protagonisti di un altro evento legato al Centenario: “Carismi in comunione: la profezia di Chiara Lubich”, un laboratorio di dialogo fra diversi carismi per favorire la comunione tra le famiglie religiose attraverso la spiritualità dell’unità. Poi la pandemia inizia a diffondersi nel mondo. E anche per il Centenario arrivano i cambiamenti: alcuni eventi sono cancellati, altri si spostano sul web. La mostra di Trento si arricchisce di un percorso virtuale, quella prevista in Brasile, grazie ad un’équipe intergenerazionale si trasforma in un itinerario dedicato a Chiara Lubich fruibile attraverso i profili social di @focolaresbrasil (Facebook, Instagram e Youtube). Iniziative via web che permettono di visitare le mostre dedicate alla Lubich a molte più persone di quante avrebbero potuto vederle in presenza. Altri eventi invece possono andare avanti: come l’emissione di due francobolli dedicati a Chiara Lubich nella Repubblica Ceca o il Concorso per le scuole italiane sul tema: “Una città non basta” promosso dal Centro Chiara Lubich/New Humanity e dalla Fondazione del Museo storico del Trentino, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e Ricerca, che ha visto la partecipazione di numerose scuole italiane. Il 16 febbraio 2021 si terrà via web la premiazione. Il lockdown costringe nel 2020 alla chiusura per alcuni periodi anche il Centro Internazionale dei Focolari a Rocca di Papa (Italia). Ma da qualche mese sono possibili le visite nel rispetto delle norme sanitarie vigenti. Tra quelle di maggiore rilievo quella di sua Santità il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, venuto a pregare sulla tomba di Chiara Lubich. Varie anche le novità editoriali legate al Centenario e gli eventi per presentarle e promuoverle,  sia in presenza che via web: una nuova edizione – la ventinovesima  – del libro “Meditazioni” di Chiara Lubich; due testi della collana “Opere di Chiara Lubich” edita da Città Nuova: “Conversazioni. In collegamento telefonico” a cura di Michel Vandeleene e “Discorsi in ambito civile ed ecclesiale” a cura di Vera Araújo; la nuova biografia Chiara Lubich, la via dell’unità, tra storia e profezia scritta da Maurizio Gentilini. L’edizione inglese di quest’ultimo testo è stata presentata anche presso il Consolato italiano di Mumbai in India, in un evento trasmesso via web dedicato al Centenario di Chiara Lubich. Presente la console italiana a Mumbai Stefania Constanza, Vinu Aram, direttore dello Shanti Ashram di Coimbatore e Maurizio Gentilini. Si è scelta invece la modalità “mista” – in parte “presenziale” a Trento e in parte on line  – per l’incontro di studio “Chiara Lubich in dialogo con il mondo. Un approccio linguistico, filologico e letterario ai suoi scritti” realizzato dal Centro Chiara Lubich e dal Gruppo di studio e di ricerca di Linguistica, Filologia e Letteratura della Scuola Abbà (Centro Studi interdisciplinare del Movimento dei Focolari) con esperti di vari Paesi. Alcuni degli interventi sono disponibili nello spazio “Documenti Convegni” del sito del Centro Chiara Lubich. Quasi a chiusura del centenario, il 3 gennaio 2021, Rai Uno, la prima rete televisiva italiana ha trasmesso il tv-movie “Chiara Lubich. L’ Amore vince tutto” con la regia di Giacomo Campiotti.  La Lubich era interpretata da Cristiana Capotondi. Realizzato da Rai Fiction ed Eliseo Multimedia è stato visto da 5 milioni 641 mila spettatori. Molti altri hanno poi potuto vederlo in altri Paesi del mondo grazie a RaiPlay  e Rai Italia. E oggi, 22 gennaio 2021, il Centenario si chiude. Ma – viene da chiedersi – si conclude veramente? Ne ha parlato recentemente la Presidente dei Focolari Maria Voce spiegando che “l’incontro vivo con Chiara non può essere limitato neanche a 100 anni, neanche ad un anno centenario. Esso non è finito, continuerà finché ci sarà sulla terra qualcuno della famiglia di Chiara che continuerà a fare degli incontri per testimoniare che Chiara è viva, che il carisma di Chiara ha ancora qualcosa da dire al mondo”.

Anna Lisa Innocenti

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Al via l’Assemblea generale dei Focolari

Si svolgerà online, dal 24 gennaio al 7 febbraio prossimi, l’Assemblea generale del Movimento dei Focolari. Si procederà al rinnovo delle cariche della Presidente, del Copresidente, degli organi direttivi e si definiranno le linee d’orientamento e d’azione per i prossimi sei anni. Preceduta da un percorso formativo e informativo a cui hanno partecipato le comunità dei Focolari nel mondo, domenica prossima, 24 gennaio 2021 prenderà il via la terza assemblea generale dei Focolari, dopo la morte della fondatrice Chiara Lubich. L’Assemblea, che doveva svolgersi a inizio settembre 2020, è stata rinviata a causa della pandemia; il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita ne ha consentito il posticipo e l’intero svolgimento in modalità telematica. Percorso partecipativo Vi parteciperanno 362 persone da tutto il mondo, in rappresentanza delle diverse culture, generazioni, vocazioni, appartenenze ecclesiali e fedi religiose presenti nel Movimento dei Focolari. Al fine di incoraggiare il più ampio coinvolgimento possibile, l’attuale Presidente Maria Voce ha costituito nel febbraio 2019 una commissione preparatoria che ha avuto i compiti di raccogliere proposte di argomenti da trattare in assemblea; individuare nominativi di candidati per le elezioni e preparare il programma. Elezioni della Presidente, Copresidente, consiglieri   Con un sistema di voto telematico, il 31 gennaio si procederà all’elezione della Presidente[1], mentre il 1° febbraio verrà eletto il Copresidente e il 4 febbraio sarà la volta dei consiglieri che coadiuvano la Presidente nelle diverse funzioni di governo del Movimento. Sarà lei stessa, poi, a distribuire gli incarichi. Un altro compito dell’Assemblea generale è la delibera su argomenti proposti dal Centro del Movimento, presentati su iniziativa della Presidente, del Consiglio generale, di una sezione, branca o movimento. Ogni partecipante all’Assemblea può proporre che siano esaminati altri argomenti. Di cosa si parlerà? Le oltre 3.000 proposte arrivate da tutto il mondo in merito alle tematiche da trattare in Assemblea e le linee che il Movimento dovrebbe seguire nei successivi sei anni, ben rappresentano la vivacità del popolo dei Focolari, ma anche la coscienza del “cambiamento d’epoca” in atto, come ebbe a dire papa Francesco nel 2018, incontrando la comunità dei Focolari a Loppiano. Le numerose istanze sono state ordinate in quattro filoni tematici: l’attualizzazione del carisma tramandato dalla fondatrice; la cultura che deriva dal carisma dell’unità; la risposta alla crisi ambientale e alla pandemia; il lavorare insieme con le nuove generazioni. Come ha recentemente affermato in un’intervista l’attuale Copresidente dei Focolari, Jesús Moránuno spazio di dialogo e dibattito verrà riservato anche al tema degli abusi sia nella relazione del sessennio della Presidente che aprirà l’assemblea, che in un intervento ad hoc del Copresidente. Pur nella diversità delle voci, emerge la generale necessità di individuare percorsi di fraternità nuovi e attualizzati, capaci di rispondere alle sfide e alle domande dell’umanità di oggi sia a livello globale che locale. Notizie e aggiornamenti sui lavori dell’Assemblea saranno disponibili quotidianamente sulla pagina Web dei Focolari e in successivi comunicati stampa. Stefania Tanesini – +39 3385658244   [1] Come è fissato negli Statuti, a presiedere il Movimento sarà sempre una donna. Questo per sottolineare il suo profilo mariano e la sua connotazione prevalentemente laicale e così “conservare il disegno che Dio ha avuto su di esso per averne affidato l’inizio e lo sviluppo a una donna.” Come si legge negli Statuti, “la sua sarà soprattutto una presidenza della carità, perché dovrà essere la prima ad amare e cioè a servire i propri fratelli, ricordando le parole di Gesù: “… chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti” (Mc 10,44).   (altro…)

Focolari e abusi: uno spartiacque

Intervista a Jesús Morán Cepedano, copresidente del Movimento dei Focolari dal 2014, responsabile secondo gli statuti dell’Opera di Maria per le questioni morali e disciplinari (a cura di Lorenzo Prezzi e Marcello Neri, fonte SettimanaNews). Come copresidente del movimento dei Focolari lei ha incontrato le vittime di abusi a Nantes in Francia il 18 settembre scorso. Può raccontare quello che è successo e le sue reazioni? Siamo stati convocati da tre delle vittime di Jean-Michel Merlin, un focolarino francese che ha commesso abusi, questo dopo diversi contatti che abbiamo avuto negli ultimi anni, per fare il punto della situazione e concludere come possibile e in maniera giusta per loro la vicenda. È stata un’esperienza molto forte, per tutti noi del movimento che eravamo lì e per me in modo particolare, perché è stato un contatto con il dolore vivo, il dolore puro di chi è stato abusato. Non è stata la prima volta che entravo in contatto con vittime di abusi, ma in precedenza non avevo mai fatto un’esperienza così intensa di rapporto col dolore. Inoltre, è stata un’occasione molto  penosa per noi nel constatare la misura delle nostre mancanze – soprattutto per quanto riguarda il caso Merlin. Questo per ciò che concerne l’accompagnamento delle vittime, il prendersi carico delle situazioni, il disorientamento che abbiamo avuto come movimento – e anche, a riguardo, il ritardo nell’intraprendere passi adeguati alla situazione e ai fatti. È stata un’esperienza che, secondo me, ha rappresentato uno spartiacque: a partire da questo rapporto personale con le vittime è cambiata molto la visione di questo dramma. Il lavoro che avevamo già intrapreso per prendere delle misure adeguate davanti ai casi di abuso nel movimento dopo l’incontro di Nantes si è accentuato ancora di più. La presidente, Maria Voce, ha preso la parola e espresso la volontà di fare totale chiarezza. In quali occasioni? Secondo gli statuti dell’Opera di Maria, il copresidente è quello che si deve occupare delle questioni morali e disciplinari perché le forme di vita nel movimento siano in accordo con la dottrina della Chiesa. Si tratta di un compito specifico suo, ma questo viene sempre fatto in unità e pieno accordo con la presidente. In questo senso, Maria Voce ha sempre sostenuto tutto il mio lavoro già da anni. Ci sono state, poi, due occasioni particolari in cui ci siamo espressi insieme. Una prima volta il 26 marzo 2019, con una lettera scritta a tutti i membri del movimento nella quale si riconoscevano pubblicamente le nostre mancanze, il fatto che gli abusi si erano verificati anche all’interno dell’Opera di Maria: affermando il nostro impegno vincolante, soprattutto con le vittime, per riparare tutto quello che c’era da riparare. Una seconda volta, più recentemente, ci siamo espressi ancora insieme in un collegamento mondiale nel corso del quale abbiamo chiesto pubblicamente perdono a tutte le persone che hanno subìto degli abusi nel movimento dei Focolari – sia in campo sessuale, minori, sia abusi di autorità o di potere. Qual è stato l’impatto sui membri dei Focolari e del movimento posti davanti alla rivelazione di casi di abuso? La prima reazione in tanti è stata quasi di incredulità e di sconcerto: è stato un impatto molto forte, perché per tantissimi era impensabile che questi fatti così dolorosi avessero potuto verificarsi in un movimento così fortemente contrassegnato dall’amore reciproco, dove la relazione ha un rilievo spirituale centrale. Ci sono dei capisaldi del movimento che vanno in una direzione così contraria a ogni forma di abuso, come vedere Gesù nell’altro, la vita di unità, che spingono a ritenere impensabili abusi all’interno delle nostre realtà. Entrare in quella che Caterina da Siena chiamava la “casa della conoscenza di sé” è stato un processo doloroso per i membri del movimento: ossia, scoprire la nostra inadeguatezza, anche rispetto alla messa in pratica della vita di unità, del carisma. Ma si tratta di un processo fondamentale per scoprire la propria inadeguatezza e ripartire con una fiducia non più ingenua nei confronti di Dio e degli altri. Questa è stata fondamentalmente l’esperienza di tantissimi nel movimento – ce lo hanno scritto, lo hanno detto e comunicato. Le dimissioni dei responsabili francesi del movimento e il caso clamoroso di Jean-Michel Merlin sono sintomo di qualche fragilità nei processi formativi interni? Ovviamente sì, l’ho detto anche in una recente comunicazione ai membri del movimento: queste situazioni di abuso hanno messo in evidenza alcune fragilità negli itinerari formativi e quindi dobbiamo curare la formazione in tutte le fasi con un’attenzione maggiore alle persone. In modo particolare, dobbiamo fare un serio e vero discernimento vocazionale – e qui mi riferisco non solo ai consacrati, ma anche alla vocazione di qualsiasi persona che vuole prendersi degli impegni forti nel movimento. Un altro punto è quello di prendersi migliore cura e accompagnare le persone a cui si affidano ruoli di responsabilità, assicurando che abbiano una formazione integrale, che abbiano capacità relazionali adeguate, di ascolto e accoglienza, rispetto della persona. Riguardo a tutto questo, si tratta poi di stabilire modi di verifica del percorso formativo. La mia impressione è che per anni abbiamo messo una fiducia totale nella forza della spiritualità e del carisma, ma questo ci ha portato talvolta a trascurare in qualche modo alcuni aspetti umani di cui ora siamo consapevoli e che devono essere curati di più. Questo guardando sia al progresso delle scienze umane sia agli avanzamenti in questo campo che si stanno facendo all’interno della Chiesa. Quando si aprono le dighe delle testimonianze queste si moltiplicano. Lei ha la percezione che questo possa succedere anche nel movimento, ossia che dopo il caso Merlin possano emergere altre denunce di abusi? Sì, lo stiamo già verificando e ci stiamo preparando per questo, perché stanno arrivando altre denunce e qui bisogna fare un vero discernimento con le dovute verifiche. In alcuni casi, si tratta più di tensioni e di conflitti relazionali che non si possono configurare come vero abuso; in altri casi, si tratta invece di veri e propri abusi di cui non eravamo a conoscenza, che devono essere trattati in quanto tali con il dovuto rigore e attenzione. Si tratta di un processo di “purificazione della memoria” che vogliamo vivere con umiltà e speranza. Che strumenti avete messo in piedi per rispondere a queste denunce di abusi all’interno del movimento? Abbiamo due commissioni che si fanno carico di situazioni come queste: una Commissione per il benessere e la tutela dei minori e delle persone vulnerabili, che opera già da alcuni anni con un regolamento interno che è stato rivisto ultimamente, e poi una Commissione indipendente dalle strutture di governo del movimento per la tutela della persona, ossia per adulti che possono subire abusi di autorità, potere e anche a sfondo sessuale. Questo secondo strumento è più recente, con meno esperienza rispetto alla prima Commissione, e proprio in questi giorni, dopo circa quattro  anni di attività, sta redigendo un nuovo statuto alimentato dalle esperienze fatte fino a oggi, che sarà reso pubblico una volta giunto alla sua stesura definitiva. Questi due strumenti agiscono a livello centrale; poi, per quanto riguarda la tutela dei minori ci sono anche delle commissioni regionali. Potrebbe essere che si vada in questa direzione anche per la tutela della persona, in collegamento con gli organismi centrali.  Tutto questo lavoro lo stiamo portando avanti in dialogo con il Dicastero per i laici, perché sentiamo l’esigenza di migliorare sempre le procedure affinché sia ben chiaro come ci si possa rivolgere a questi organismi, come verificare i vari casi, quando ci sono propriamente degli abusi. Dovremmo poi istituire anche degli organismi di vigilanza a tutti i vari livelli. La commissione per la tutela dei minori già ce l’ha. In questi organismi di vigilanza ci saranno delle persone esterne al movimento per garantire una maggiore trasparenza. Può dire qualcosa a riguardo del mandato alla società britannica GCPS che riguarda un’indagine sull’insieme dei possibili abusi all’interno del movimento? Si tratta di un impegno preso con le vittime, con le quali ci siamo trovati a Nantes, dove loro hanno chiesto una commissione indipendente in senso totale, cioè non solo indipendente dal governo dell’Opera composta da membri che non esercitano alcun ruolo di governo, ma anche dall’Opera in quanto tale, ossia composta da persone che sono fuori dal movimento. Dopo una ricerca che è durata un paio di mesi, abbiamo individuato questa società britannica che, per il momento, si occuperà solo del caso Merlin – perché si tratta di un caso grave ed esemplare. Vedremo come evolvono le cose, abbiamo appena dato il mandato alla società britannica e stiamo iniziando a lavorare con loro. Il processo di indagine richiederà probabilmente un anno: sia sui fatti, perché dobbiamo ancora conoscere il numero reale di casi; sia per ciò che concerne le decisioni da prendere e le responsabilità da assumerci. Qual è il ruolo delle vittime in questa analisi interna? Il ruolo delle vittime è fondamentale: ad esempio, parteciperanno all’inchiesta che abbiamo affidato alla GCPS Consulting – soprattutto nella stesura dell’agenda operativa. Il contatto con le vittime è permanente, in questi mesi ho comunicato loro ogni passo che abbiamo intrapreso come movimento. Quindi le vittime partecipano a tutto il processo e stiamo sempre in contatto in ogni caso e in ogni situazione, nella misura del possibile. La prossima Assemblea generale del movimento, che si aprirà a fine gennaio, prevede una sorta di informativa su questi fatti? Sì, il tema degli abusi è incluso nella relazione del sessennio della presidente che aprirà l’Assemblea, ed è previsto anche un intervento ad hoc da parte del copresidente. In questo senso, il tema non sarà solo presentato ma anche approfondito e discusso nel corso dell’Assemblea. Lei sottolineava la grande fiducia nel carisma fondativo di Chiara, fiducia che ad esempio nella recente trasmissione televisiva su Chiara Lubich viene testimoniata anche a un pubblico molto ampio. Questo patrimonio viene rinnovato, messo alla prova, da questi eventi e in che maniera può essere riproposto? La trasmissione su Chiara, pur essendo una fiction con i limiti e i pregi del genere, è stata un grande dono per tutti noi, soprattutto per i membri più giovani del movimento che non hanno conosciuto una Chiara Lubich giovane. Penso che la fiction sia riuscita a mettere bene in risalto il vero frutto del carisma dell’unità, cioè un popolo nato dal Vangelo che vive per la fratellanza universale, con un accento sulla comunione e l’apertura all’umanità con l’attenzione ai dolori del mondo. Credo che siano temi di grande attualità. Ci troviamo davanti a una fiction, quindi, che può essere un grande stimolo per andare avanti nell’incarnazione del carisma nella Chiesa e nella società. Fonte: SettimanaNews (altro…)

Settimana per l’Unità dei Cristiani 2021

Settimana per l’Unità dei Cristiani 2021

“Rimanete nel mio amore: produrrete molto frutto” (Gv 15, 5-9) è il passo evangelico scelto per quest’anno. L’enfasi è su quel ‘rimanete’, perché cercare l’unità è un impegno a tempo pieno. “Non basta incontrarci per attività di evangelizzazione o caritative. Quel che sta sotto a tutto ciò che facciamo insieme è l’amore.  Potremmo fare piani meravigliosi; possiamo riunire cristiani di diversi gruppi; ma se non abbiamo amore, nulla ha valore”. A parlare è la Quezon City Ecumenical Fellowship (QCEF), l’associazione ecumenica di Quezon City, città dell’hinterland di Manila (Filippine) di cui fanno parte anche diversi membri della comunità locale dei Focolari. Il materiale preparato quest’anno dalla Comunità monastica di Grandchamp[1], contenente i testi per la riflessione per la Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani 2021 (18-25 gennaio) recita che “Rimanendo in Cristo cresce il frutto della solidarietà e della testimonianza” e i membri della QCEF ne fanno da anni l’esperienza. Vogliamo dar voce ad alcune loro testimonianze, evidenziarne la varietà e la fantasia, perché siano d’ispirazione a tanti a lavorare ogni giorno per l’unità tra le Chiese. Reciprocità Quando abbiamo avviato QCEF anni fa – racconta il pastore Kenneth Aguilera, sovrintendente regionale per la Chiesa Metodista dell’UNIDA – non pensavamo davvero di dar vita ad una comunità di fratellanza o associazione ecumenica. Era un semplice ritrovarci tra amici di Chiese diverse davanti ad tazza di caffè. Ma l’incontro informale è stato un tale piacere che abbiamo iniziato a farlo regolarmente; è così che è nato QCEF. Abbiamo condiviso gioie e dolori al punto che abbiamo iniziato a prenderci cura e ad amare la chiesa l’uno dell’altro. Abbiamo inventato occasioni ed eventi per stare insieme regolarmente, tanto che quando arrivava la Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani era per tutti noi la più grande occasione per camminare, lavorare e pregare insieme. E’ così che ho capito che il vero Ecumenismo è una specie di gara fra noi cristiani per far crescere il nostro amore reciproco. È come lavorare con la mia famiglia e mi sembra che ci sia una grande presenza di Gesù fra noi. Solidarietà La pandemia non ci ha impedito di vederci regolarmente – scrivono Jane e Bert – continuiamo a riunirci Online per riflettere sulla Parola di Vita e per condividere le nostre esperienze. Collaboriamo insieme per progetti di patrocini comuni. Per aiutare molte persone che stanno attraversando tempi difficili abbiamo convocato alcuni esperti e organizzato webinar e video-conferenze su diverse problematiche che ci troviamo ad affrontare in questo tempo, come la gestione delle sfide psicologiche in tempo di crisi, tra cui ansia e depressione; la prevenzione della violenza domestica e gli abusi su minori e la conoscenza dell’ecumenismo inteso come viaggio verso l’unità dei cristiani. Abbiamo anche organizzato raccolte di cibo per le vittime dei recenti tifoni e alluvioni e, con una comunione dei beni fra di noi, abbiamo potuto dare un primo aiuto finanziario e beni di prima necessità agli sfollati. Abbiamo anche raccolto fondi per una diocesi gravemente colpita da un tifone. Prossimità La famiglia di Hedy Ng vive accanto ad una chiesa metodista: “Il nostro rapporto di vicinato è iniziato quando la loro chiesa era ancora in costruzione. Abbiamo subito offerto la possibilità di collegarsi al nostro pozzo per l’acqua e costruito un muro divisorio tra le nostre proprietà per garantire loro una certa privacy. Ogni volta che il Pastore cambia facciamo di tutto per fare amicizia con loro, considerandoli veri fratelli e sorelle; i nostri bambini giocano insieme. Ultimamente, il Pastore Dione Padel ha partecipato ai nostri incontri con QCEF ed era molto felice di far parte della fratellanza vissuta fra di noi. Recentemente ha perso la moglie e tutti noi del QCEF abbiamo fatto il possibile per stargli vicino e offrirgli anche un sostegno finanziario e morale e l’unità che abbiamo costruito va sempre più avanti.

Stefania Tanesini

[1] www.grandchamp.org (altro…)

L’ “Alfa” della nostra spiritualità

Fra pochi giorni inizierà l’Assemblea Generale del Movimento dei Focolari. Nel testo seguente Chiara Lubich sottolinea la virtù principale alla quale sono chiamati quanti si sentono parte di questo Movimento. San Paolo […] ci invita a non essere timidi nel servire Dio, ma forti, pieni di amore e di saggezza1). Ora su che cosa puntare per acquistare e sviluppare queste e tutte le altre virtù che ci sono necessarie? È semplice […]: lasciar vivere Gesù in noi al posto del nostro io. Ma quale il modo perché Gesù viva in noi? Essere amore come Dio è Amore (cf 1 Gv 4,16). Buttarci quindi fuori di noi ad amare gli altri. Noi parliamo sempre d’amore e potrebbe sembrare superfluo sottolinearlo anche questa volta. Ma non è così. L’“uomo vecchio” (cf Ef 4,22) – il non amore – è sempre pronto a prendere il sopravvento in noi ammantato magari di mille scuse. Il nuovo anno che iniziamo deve veder splendere decisamente nelle nostre persone l’ “uomo nuovo” (cf Ef 4, 24). Allora agiremo bene là dove siamo; porteremo avanti e costruiremo l’Opera e, con essa, la Chiesa. Torniamo, quindi, a ciò che è l’alfa della nostra spiritualità: l’amore. È questo del resto il nostro carisma. Ed è questo l’elemento di cui il mondo anche oggi ha più bisogno. Guardiamoci intorno. Dove troviamo l’amore che Gesù ha portato sulla terra? […] Leggiamo i giornali: le cronache vertono quasi sempre, su episodi tristi, di violenza. C’è sì l’amore umano che lega ancora molte famiglie e stringe le amicizie, ma è difficile trovare l’amore cristiano. Lo possiamo scoprire in qualche oasi spirituale fra persone consacrate o comunità di cristiani impegnati. Nel mondo, però, in genere non si riscontra. E noi siamo stati suscitati da Dio e scelti, assieme ad altri, proprio per portare questo amore. È il dono, il grande dono che dobbiamo fare all’umanità. […] È l’amore lo stile del [nostro Movimento]. Buttiamoci fuori, allora, ad amare! […] Riaccendiamo l’amore nel nostro cuore. Perché il mondo conosca presto dovunque l’amore vero, buttiamoci ad amare!

Chiara Lubich

1) “Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza” (2 Tim 1,7). (in una conferenza telefonica, Rocca di Papa, 9 ottobre 1986) Tratto da: “Lo stile dell’Opera di Maria è l’amore”, in: Chiara Lubich, Conversazioni in collegamento telefonico, pag. 256. Città Nuova Ed., 2019. (altro…)

Vangelo vissuto: condividere le necessità

Gesù ci invita ad andare dietro a Lui, a fare come Lui della nostra esistenza un dono al Padre; ci propone di imitarlo nel venire incontro con delicatezza alle necessità di ogni persona con cui condividiamo una parte piccola o grande della nostra giornata, con generosità e disinteresse. Il vicino Da quando gli era stata amputata la gamba, per qualsiasi bisogno il nostro vicino si rivolgeva a mio marito, che spesso rincasava tardi perché impegnato con lui. Suo figlio, pur abitando lì nei pressi, si disinteressava dei genitori dai quali lo dividevano vecchi rancori. Un giorno, trovandoci tutti d’accordo in famiglia, abbiamo deciso di festeggiare da noi il compleanno del vicino e di invitare, per l’occasione, anche la famiglia del figlio e altri del vicinato. Nell’atmosfera di amicizia che si è venuta a creare, alcuni di loro si sono offerti per dare una mano. Chi si è occupato del giardino, chi della revisione dell’auto, un’altra ha trovato il tempo per aiutare nelle pulizie. Di fronte a tanta generosità, anche il figlio del vicino non ha potuto esimersi dal collaborare. Da allora continuiamo a festeggiare a casa nostra compleanni e ricorrenze varie. I rancori sono scomparsi. Ne hanno guadagnato anche i bambini che ora vanno dal vicino ad ascoltare le favole e imparare a lavorare con il legno. (F. F. – Slovacchia) Raccolta rifiuti Una domenica percorrevo in bicicletta un sentiero di montagna, quando la vista di rifiuti lasciati da qualcuno che aveva fatto picnic mi ha fatto indignare. Questa incuria verso la natura, dono di Dio, mi è sembrata intollerabile e invece di proseguire mi sono messo a raccogliere quei rifiuti. Senonché dopo quelli ne sono apparsi altri: bottiglie di plastica e vetro, sacchetti vuoti, carta da pani ni, involucri di patatine… Cosa fare? Ho cambiato programma e la mia gita in bicicletta è diventata raccolta ecologica. Una famiglia che passeggiava, vedendomi al lavoro, senza dir niente si è unita a me per darmi una mano, compresi i bambini che sembravano divertirsi un mondo quando lungo il sentiero individuavano un pezzo di carta o una bottiglia. Ho fatto presto amicizia con quella famiglia; ci è poi venuta l’idea di future raccolte di rifiuti in cui coinvolgere chi fosse interessato a darci una mano. E così altre domeniche le nostre gite sono diventate pulizia di sentieri. È sempre così, basta cominciare. (D. H. – Germania) Dimenticare le chiavi Pedalavo in bici quando mi sono accorto d’aver portato con me le chiavi di casa che di solito lasciamo in un posto del giardino. Mia moglie era al lavoro e la bambina non avrebbe potuto entrare dopo scuola. Non potevo far altro che riportare le chiavi. Sulla via del ritorno, accasciato su una panchina, ho riconosciuto un mio amico. Era ubriaco e si lamentava per una storta al piede, che era molto gonfio. L’ho preso su e portato dai genitori, per fortuna non lontani. Essendo anziani e non in grado di accompagnare il figlio al pronto soccorso, me ne sono occupato io. Prima però ho fatto un salto a casa, per rimettere le chiavi a posto. Mentre in ospedale attendevamo il nostro turno, l’amico, che intanto aveva ripreso lucidità, mi ha detto della moglie e dei figli che non lo accettavano. Da quel giorno provvedere all’amico e ai suoi genitori è diventato per me un impegno fisso. Ho contattato anche i familiari di lui: ora sembrano più disposti a riconciliarsi. Dimenticare le chiavi era stato provvidenziale. (R. N. – Belgio)

a cura di Stefania Tanesini

(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno VII, n.1, gennaio-febbraio 2021)   (altro…)

Global Compact on Education

Il 15 ottobre 2020 Papa Francesco lancia un forte, rinnovato allarme per l’aggravarsi del divario educativo mondiale. Solo un’alleanza tra tutte le componenti della società può generare un cambiamento di rotta dell’umanità verso la pace e la fraternità: nasce per questo il GLOBAL COMPACT ON EDUCATION – un patto educativo mondiale. https://vimeo.com/490177407 (altro…)

Filippine, la rinascita della Mariapoli Pace

Filippine, la rinascita della Mariapoli Pace

Ad un anno dall’eruzione del vulcano Taal e in piena pandemia da Covid-19 nella Cittadella dei Focolari la reciproci dell’amore fonda la ricostruzione di luoghi e relazioni “La vita continua nella Mariapoli Pace. L’amore reciproco è vissuto tra noi con un’intensità mai sperimentata prima, forse a causa delle grandi sofferenze che abbiamo dovuto affrontare insieme e che hanno reso le nostre relazioni più profonde e più semplici, il nostro amore e la cura l’uno per l’altro più tangibili e concreti, i sorrisi e la disponibilità a fermarci e ad ascoltarci più spontanei e naturali”. Ting Nolasco, focolarina nel centro del Movimento a Tagaytay, nelle Filippine, racconta come vive oggi la comunità dei Focolari nel territorio, ad un anno dall’eruzione del vulcano Taal, il 12 gennaio scorso. La distruzione che ne seguì, e che vide l’area intorno al vulcano per chilometri ricoperta di cenere e fango, con popolazioni sfollate senza cibo, acqua, elettricità, non impedì la rinascita di luoghi  e comunità, piuttosto rinnovati dall’esigenza di ricostruire insieme strutture e relazioni. Vedere l’effusione di generosità da parte di persone da tutto il mondo che donavano beni di soccorso – continua Ting – e vedere al mattino il convoglio di camion che arrivava da luoghi lontani per aiutare le persone nelle zone colpite è stato travolgente”. Gli stessi focolarini, i giovani, le famiglie e i religiosi abitanti della Mariapoli Pace sono strati costretti ad evacuare e alcuni sono stati accolti in un’abitazione poi “trasformata” in centro logistico per la distribuzione dei beni di soccorso. Passata l’emergenza ci si è dedicati alla ricostruzione, occasione ulteriore per vedere all’opera la generosità di molti: famiglie, studenti, persone che avevano ricevuto sostegno dai centri si sono offerti di aiutare, anche mettendo a rischio la loro incolumità, “come espressione di gratitudine e di reciprocità per ciò che hanno ricevuto”. Anche l’ambiente circostante sembra oggi rigenerato: “I dintorni, un tempo grigi e apparentemente morti, sono ora esplosi in un tripudio di colori e un’abbondanza di verde – dice Ting – fiori, alberi, frutta e verdura crescono più vigorosi grazie al concime naturale che la caduta di cenere mescolata al terreno ha portato. È un’esperienza di resurrezione”. Pochi mesi dopo l’eruzione, tuttavia, lo scoppio della pandemia da Covid-19 ha messo in ginocchio di nuovo la Cittadella, senza però fermarne il cammino di rinascita: “C’è stata la spinta a vivere per gli altri – racconta ancora Ting – soprattutto per coloro che sono impegnati in prima linea. I bambini hanno preparato delle cartoline per mostrare loro il loro amore e il loro apprezzamento. Con l’aiuto delle nostre famiglie, abbiamo realizzato 2.500 visiere da distribuire a ospedali, centri sanitari, Croce Rossa, comuni e scuole. In cambio sono arrivate donazioni che hanno coperto le spese e hanno permesso di acquistare altri beni di soccorso e di distribuire soldi alle famiglie. In tutti questi casi sentiamo la mano di Dio all’opera”. “Dio ci ha permesso di affrontare queste due apparenti calamità perché potessimo sperimentare il suo immenso amore e vedere la bontà nel cuore delle persone”.

Claudia Di Lorenzi

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“Lui non ci delude mai”

In Italia e in tante parti del mondo il TV Movie “Chiara Lubich, l’amore vince tutto” è stato seguito con grande partecipazione. A colpire tanti è stata la coerenza e la fedeltà con le quali Chiara ha seguito la propria strada. Riportiamo un testo in cui lei stessa svela il centro dal quale tutto è partito. [La lettera agli Ebrei] ci dice: “Corriamo con perseveranza nella corsa, tenendo fisso lo sguardo su Gesù” (cf. Eb 12,1-2). È quella della vita spesso una corsa ad ostacoli. Ci sono le prove, ci sono le più varie sofferenze. Ecco perché dobbiamo tenere lo sguardo fisso su Gesù, anzi su Gesù Abbandonato. E questa volta vorrei proprio dire una parola soprattutto a quelle persone – e ne ho presenti alcune – che stanno subendo delle prove spirituali o fisiche e dir loro: “Guardate a Gesù Abbandonato e troverete la risposta”. Gesù Abbandonato è infatti modello di come si superano le prove. Un aspetto di Gesù Abbandonato, e forse uno dei più dolorosi, è quello di chi, dopo aver permeato tutta la sua vita spirituale della fede nell’amore di Dio, si trova per delle circostanze a sentirsi abbandonato da Lui. Ebbene anche qui, anche in questa situazione, egli deve guardare a Gesù Abbandonato. Non aveva detto Gesù che tutti l’avrebbero abbandonato ma il Padre sarebbe sempre stato con Lui? Eppure nell’abbandono si verifica il fatto contrario. Il Padre sembra abbandonarlo. È tremendo, è tragico. E Lui cosa fa? Emette un forte grido, ma poi si riabbandona al Padre. Così dobbiamo fare anche noi in queste circostanze. Sono momenti, penso, che valgono molto davanti a Dio. Gesù con il suo abbandono ha dato compimento alla Redenzione. Noi, con il nostro, unito al suo, opereremo la nostra purificazione e aiuteremo chissà quante anime. Gesù Abbandonato è veramente la soluzione di ogni problema. In Lui non troveremo mai delusione, ma piuttosto la spiegazione di tutte le nostre prove. E allora, coraggio! Lo sguardo fisso su di Lui per superare ogni ostacolo nella corsa della nostra vita.

Chiara Lubich

(da una conferenza telefonica, Mollens (CH), 14 agosto 1986) Tratto da: “Guardate a Gesù Abbandonato e troverete la risposta”, in: Chiara Lubich, Conversazioni in collegamento telefonico, pag. 249. Città Nuova Ed., 2019. (altro…)

Il perdono come base dell’unità

L’inizio dell’anno è una buona occasione per ricominciare nei rapporti interpersonali. Nel seguente testo Chiara Lubich propone una strategia radicale: una amnistia completa nel nostro cuore per lasciarvi vivere Gesù e creare cellule di unità nel mondo. È questo ciò che oggi voglio sottolineare a voi tutti: l’unità. L’unità deve trionfare: l’unità con Dio, l’unità fra tutti gli uomini. E quale il modo? Amare tutti con quell’amore di misericordia che era caratteristico nei primi tempi del Movimento, quando si era deciso di vedere ogni mattina, durante tutta la giornata, il prossimo che incontravamo, in famiglia, a scuola, al lavoro ecc., dappertutto, vederlo nuovo, nuovissimo, non ricordandoci affatto dei suoi nei, dei suoi difetti, ma tutto tutto coprendo con l’amore. Amare proprio come ci suggerisce la Parola di [Dio]: perdonare settanta volte sette (cfr. Mt 18,22). Avvicinare tutti con quest’amnistia completa nel nostro cuore, con questo perdono universale. E poi farci uno con loro in tutto, tranne che nel peccato, tranne che nel male. Perché? Per ottenere quel risultato meraviglioso, a cui Paolo, l’Apostolo, aspirava. Lui diceva: “Farsi tutto a tutti – farsi uno con tutti – per guadagnare a Cristo il maggior numero” (cfr. 1 Cor 9,19). Ecco, se noi ci facciamo uno col prossimo, facilitati anche da questo perdono, potremo passare il nostro Ideale agli altri. E una volta ottenuto ciò, stabilire la presenza di Gesù fra noi e loro, di Gesù il Risorto, di Gesù che ha promesso di essere sempre con noi nella sua Chiesa, e si fa in certo modo vedere, sentire, quando è in mezzo a noi. Questa deve essere la nostra opera principale: vivere in modo che Gesù viva fra noi, Egli che è il conquistatore del mondo. Se saremo uno, infatti, molti saranno uno e il mondo potrà un giorno vedere l’unità […]

Chiara Lubich

  (in una conferenza telefonica, Rocca di Papa, 15 ottobre 1981) Tratto da: “Amnistia completa. Accendere focolari dappertutto”, in: Chiara Lubich, Conversazioni in collegamento telefonico, pag. 66. Città Nuova Ed., 2019. (altro…)

TV Movie Chiara Lubich: come vederlo fuori dall’Italia

In via del tutto eccezionale, il film “Chiara Lubich – l’ Amore vince tutto” si potrà vedere su RaiPlay ovunque nel mondo in contemporanea alla messa in onda del film Grazie alla Rai e a Eliseo Multimedia, in via del tutto eccezionale, il film “Chiara Lubich – l’ Amore vince tutto” si potrà vedere su RaiPlay (utilizzabile su ogni device, previa registrazione) ovunque nel mondo in contemporanea alla messa in onda del film (domenica 3 gennaio a partire dalle 21:25) e, on demand per le successive 48 ore.

Questi al momento gli orari confermati dal canale televisivo Rai Italia (www.raitalia.it):

Lunedì 4 gennaio: New York 07:30 PM Los Angeles 04:30 PM B. Aires e S. Paolo 09:30 PM Martedì 5 gennaio: Nuova Delhi  01:35 PM Bangkok  03:05 PM Sydney 07:05 PM Tokyo 05:05 PM Manila 04:05 PM Jakarta 03:05 PM Mercoledì 6 gennaio: Pechino 09:20 PM Bangkok 08:00 PM Nuova Delhi  06:50 PM Tokyo 10:20 PM Manila 09:20 PM Jakarta 08:20 PM Giovedì 7 gennaio: Los Angeles 08:00 PM Venerdì 8 gennaio: Johannesburg 09:35 PM Tutti gli orari sono locali. Per l’Europa: La fiction sarà visibile in chiaro (quindi, non criptata) su Raiuno via satellite in tutta Europa (non è geo-bloccata) Questo è l’elenco dei paesi europei dove si prende Rai Uno (non quello dei singoli operatori). ALBANIA, ARMENIA, AUSTRIA, BELGIO, BOSNIA, BULGARIA, CROAZIA, DANIMARCA, ESTONIA, FINLANDIA, FRANCIA, GERMANIA, GEORGIA, GRECIA, KOSOVO, ISLANDA, LITUANIA, LUSSEMBURGO, MACEDONIA, MALTA, MOLDAVIA, MONACO, MONTENEGRO, NORVEGIA, OLANDA , POLONIA, PORTOGALLO, REPUBBLICA CECA, RUSSIA & CIS, ROMANIA, SERBIA, SLOVAKIA, SLOVENIA, SVEZIA, SVIZZERA, UNGHERIA

Ufficio Comunicazione Focolari

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Gli eroi della “cura”

Gli eroi della “cura”

Quattro storie di chi “osa prendersi cura” ogni giorno: perché non occorre aspettare la giornata mondiale per la pace per costruire un mondo più unito. «Non cediamo alla tentazione di disinteressarci degli altri, specialmente dei più deboli, non abituiamoci a voltare lo sguardo, ma impegniamoci ogni giorno concretamente per formare una comunità composta da fratelli che si accolgono reciprocamente, prendendosi cura gli uni degli altri». Le parole conclusive del messaggio di Papa Francesco per il primo gennaio 2021, la 54esima giornata mondiale della pace, sono un programma rivoluzionario per la vita delle persone e dei popoli per questo 2021 nel quale sono riposte infinite speranze di pace; una pace che passa per lotta alla povertà, per una maggiore dignità della persona, al lavoro per la risoluzione di ogni forma di conflitto, fino (e non ultima) alla salvaguardia del pianeta. Apriamo questo 2021 con quattro storie di coloro che abbiamo voluto definire “eroi della cura”: persone come noi, o che ci vivono accanto, che non si sono lasciate sfuggire occasioni preziose di amore e prossimità negli ambiti più vari. Perché il campo d’azione della cura è vastissimo: è grande come il mondo. Ragazzi per l’Unità (Messico) – “Volevamo fare un progetto che avesse un impatto sia sociale che ambientale e ci è venuta l’idea di raccogliere tappi di plastica da donare a una fondazione che si occupa di persone affette da cancro, per aiutarla con il ricavato della nostra raccolta. Così abbiamo contribuito a rispettare l’ambiente riciclando la plastica e ad aiutare queste persone in cura. Ad oggi abbiamo fatto 23 consegne per un totale di un milione di tappi raccolti in meno di un anno! Oltre a questo abbiamo raccolto rifiuti riciclabili e, con il ricavato, abbiamo consegnato cibo all’ospedale, vestiti a persone con risorse limitate e aiutato case di cura. Abbiamo anche piantato alberi in alcuni punti della città”. Sandra Mugnaioni (Italia), insegnante in pensione – Nel liceo Copernico di Prato, da circa vent’anni porta avanti alcuni progetti che fanno degli studenti “cittadini attivi”. Uno dei progetti più interessanti è quello dei Peer Educator: i ragazzi scelgono un tema, d’accordo con i professori che seguono il progetto, diverso anno per anno: si leggono documenti, si approfondiscono le varie sfaccettature del problema, poi si decide cosa fare. “L’anno scorso il tema è stato quello delle cosiddette ‘ecomafie’”. Alla fine del percorso 700 ragazzi delle scuole superiori della città hanno rappresentato un testo teatrale, la Gardugña, (in spagnolo significa Cosa Nostra). “In questo modo gli studenti acquistano una sensibilità e una competenza che permette loro di diventare formatori dei loro pari, anche dei coetanei più in difficoltà: sono, appunto i peer educator che una volta diplomati non smettono di cercare occasioni di bene e non mollano la loro prof, tanto che l’esperienza, al liceo e fuori, è condivisa e costruita da un gruppo di docenti sempre più esteso”. Rolando (Guatemala) – Rolando è il proprietario di Spokes Café. Due anni fa ha visitato una casa-famiglia nei pressi del suo quartiere e ha conosciuto Madelyn a cui ha proposto di lavorare come barista. “Cerchiamo di fare del nostro bar il trampolino di lancio per giovani come lei – racconta Rolando – insegnando loro un mestiere, per rompere con quel circolo vizioso e prepararli ad affrontare il mondo con dignità. Spesso poi decidono di proseguire l’università e questo ci riempie di soddisfazione”. Madelyn ha 21 anni ed è entrata in casa-famiglia con sua sorella. Lì vivono per lo più giovani vittime di abusi e sfruttamento. Alcune sono state addirittura vittime della tratta. Anche se le giovani donne sono al sicuro in questa casa, molte soffrono lo stigma e raramente riescono a trovare un lavoro dignitoso. Madelyn racconta che ha sempre avuto difficoltà a comunicare con le persone: “Ho ancora molta strada da fare ma, a poco a poco, sto imparando. Lavorando qui ho scoperto il senso di responsabilità e che dietro ad ogni cliente c’è una persona. Questo lavoro ha segnato un punto di svolta nella mia vita”. Maria Liza (Filippine), capo procuratore di Tacloban – Il Social Development Center for Children (SDCC) è un rifugio per ragazzi situato nella parte settentrionale di Tacloban City, l’isola che nel 2013 è stata duramente colpita dal tifone Haiyan. Oggi il centro è in grave difficoltà a causa della mancanza di fondi. “Così, siamo andati dal nostro sindaco e ci siamo proposti – racconta Maria Liza – abbiamo iniziato a raccogliere fondi per far fronte alla mancanza di vettovaglie e medicinali ma ci siamo anche fatti carico delle denunce di violenza dei minori”. “Ma la conquista più importante è stata quella di essere riusciti a portare l’attenzione dell’opinione pubblica sul centro. Se non fossimo entrati lì, nessuno avrebbe mai ammesso le loro condizioni di vita. Questo ha creato una sorta di ‘preoccupazione’ pubblica, perché l’amministrazione cittadina si possa prendere davvero cura di questi bambini”.  

Stefania Tanesini

Per conoscere le storie in versione integrale visita la pagina Web dello United World Project (altro…)

L’amore vince tutto, oggi più che mai

L’amore vince tutto, oggi più che mai

Qual è l’idea di fondo del TV Movie “Chiara Lubich, l’amore vince tutto”? Cos’ha da dire a questo tempo il racconto degli inizi dei Focolari? Presentato oggi alla stampa, andrà in onda su RAI Uno il 3 gennaio prossimo, in prima serata. Un film di grande attualità, che parla a tutti noi, offrendo la fraternità universale portata da Chiara Lubich come antidoto al male di questo tempo. E’questo, in estrema sintesi, il messaggio emerso oggi durante la conferenza stampa di presentazione del TV Movie “Chiara Lubich, l’amore vince tutto” in onda su Rai Uno (primo canale nazionale italiano) il 3 gennaio prossimo, in prima serata. Presenti i vertici di Rai Uno e Rai Fiction, Stefano Colletta e Maria Pia Ammirati, il produttore di Eliseo Multimedia Luca Barbareschi, la protagonista Cristiana Capotondi e l’attrice Aurora Ruffino. È intervenuto anche Maurizio Fugatti, presidente della Provincia Autonoma di Trento dove è stato girato il film. “È un film che in questo periodo così sofferente, così duro per noi come quello del Covid, diventa una grande metafora di speranza, di coraggio. Un gruppo di ragazzi che decidono di credere in un sogno. Quando? Durante la guerra”. Per Luca Barbareschi è questa la scommessa su cui ha deciso di puntare, producendo la storia di Chiara Lubich – “Spero che questo film venga visto in questa chiave in cui la figura di Chiara (…) diventi un simbolo di semplicità e di passione, di coraggio, di voglia di riunire le persone insieme. Il simbolo del focolare, stare intorno al fuoco, attorno a una luce”.

Foto di Federica Di Benedetto

Concorda Giacomo Campiotti, ma confida anche che questa è stata per lui la sceneggiatura più difficile fino ad ora, anche se un’impresa esaltante. “Ho cercato di dare il mio contributo raccontando una storia per tutti”, ha spiegato. “Chiara Lubich non è assolutamente un racconto solo per il mondo cristiano, ma la sua idea era quella di parlare a chiunque”. Ricordando che il motto di Chiara era la frase del Vangelo “Che tutti siano uno” (cf. Gv 17,21), ha aggiunto: “Chiara non voleva fondare niente, ma ognuno di noi ha un potere incredibile. Quando una persona inizia a realizzare quello in cui crede, crea un magnetismo intorno a sé che cambia il mondo. Questo hanno fatto i grandi personaggi. E questi personaggi possono essere di grande aiuto, di grande ispirazione per tutti”

Foto di Marco Bellucci

“Io mi porto a casa un’esperienza molto bella, di grande spiritualità, totalizzante come forse poche cose sono state”, confida Cristiana Capotondi. Per la protagonista, Chiara Lubich è un personaggio che è sempre rimasto giovane, “perché ha avuto la forza di scardinare delle convenzioni, degli stereotipi, di aprire delle porte, di parlare con il mondo ebraico, di parlare con il mondo islamico, di parlare con la Chiesa ortodossa. È come se non avesse memoria, come se non avesse sovrastrutture. Io questo lo trovo molto giovane. Poi quando cresciamo ci strutturiamo, abbiamo paura, timori. Era una donna senza paure. In questo momento storico credo che il suo messaggio sia di una forza politica straordinaria”.

Foto di Federica Di Benedetto

Aurora Ruffino che ha un ruolo importante tra le prime compagne della Lubich, racconta che di Chiara e delle sue compagne l’ha colpita come anche loro vivessero nell’incertezza del domani: “Una situazione come la nostra di oggi. Nonostante ciò lei aveva l’assoluta certezza che le cose sarebbero andate bene, che in qualche modo Dio per lei avrebbe trovato la strada per far sì che le cose andassero bene. Questo mi ha molto colpito. (…) Quando tu fai del bene ti ritorna sempre indietro. E lei viveva nell’assoluta certezza di questo”. Per Stefano Coletta non ci sono dubbi sul motivo per il quale RAI Uno abbia scelto di aprire l’anno 2021 proprio con questo progetto: “Il film condensa in maniera molto dritta e senza retorica la storia di Chiara Lubich, una donna che aveva veramente incontrato Dio e lo aveva incontrato nell’azione, più che nella mistica e nell’attività contemplativa. Era una donna molto pratica che ha vissuto in un momento complicatissimo come la guerra con la convinzione quasi politica che ogni incontro meritava attenzione, curiosità e intelligenza. Non a caso è stata segno del dialogo ecumenico fino alla fine; ha incontrato spiritualità estremamente diverse, senza alcun pregiudizio.”. Per Maria Pia Ammirati la storia raccontata dal film ha un carattere agiografico, ma non nel senso inteso comunemente. “Come tutte le agiografie, quelle vere, i santi sono prima di tutto uomini e donne normali. Per questo si comincia bene, si comincia benissimo questo 2021. È un viatico questa storia, e un inizio positivo in una situazione che sappiamo tenebrosa, che ci allontana. Il disegno di Chiara era quello dell’avvicinamento, del cominciare dalle piccole società, dalla solidarietà, dal bene comune, dall’amore, come dice il sottotitolo”.

Stefania Tanesini

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Dio cambia i programmi – Don Lucio Dalla Fontana

Il periodo che don Lucio Dalla Fontana doveva trascorrere al centro del Movimento dei Focolari per lavoro, si è trasformato in una esperienza di comunione profonda con la sua comunità vivendo insieme gli ultimi mesi della sua vita terrena. Era proprio contento don Lucio Dalla Fontana al suo arrivo nell’ottobre 2019 presso il Centro dei presbiteri diocesani focolarini di Grottaferrata (Roma-Italia). Il suo Vescovo, Mons. Corrado Pizziolo, gli aveva infatti concesso un periodo di tre anni da dedicare al Movimento dei Focolari.  Proveniva da San Polo di Piave, una comunità di 5000 abitanti, nella vasta pianura veneta, nel nord Italia. Per dieci anni ne aveva condiviso la vita, facendosi apprezzare per la sua cultura, la sua capacità di creare relazioni, l’efficacia delle sue omelie. In precedenza aveva vissuto alcuni anni nelle comunità di Francoforte e di Bad Homburg, in Germania, come missionario fra gli emigrati italiani. Don Lucio aveva conosciuto i Focolari a 16 anni. Da allora l’ideale dell’unità aveva animato la sua vita. Era stato ordinato presbitero il 3 maggio 1986. Arrivato a Grottaferrata si era inserito con naturalezza nella vita del nostro focolare sacerdotale, una delle piccole comunità di vita composte da sacerdoti diocesani e diaconi permanenti che si impegnano a vivere un’esperienza di fraternità alla luce del carisma di Chiara Lubich. In coincidenza con l’inizio della pandemia, però, una notizia inaspettata: si sono presentati i segnali di una grave malattia che lo condurrà in pochi mesi a “traslocare” nell’altra vita. Visite, cure, ricoveri: anche i programmi del focolare e della comunità dovevano cambiare. E non sono mancate le difficoltà. Come assisterlo il meglio possibile? Come avere notizie nell’impossibilità di visitarlo in ospedale? Un dono è stato poter crescere nell’ascolto reciproco in focolare, nel rispetto delle diversità, anche culturali, che portavano ad approcci diversificati di fronte ai problemi che via via si affacciavano. E passo dopo passo, abbiamo potuto costatare che è stato Gesù in mezzo a noi a guidarci. Qualche spavento ci è venuto, ma ci siamo ricordati della “lavanda dei piedi” che Chiara Lubich ci ha affidato come simbolo del nostro vivere.  Con l’aiuto di tanti amici abbiamo potuto velocemente attrezzare e adattare due stanze per il suo ritorno dall’ospedale. Tutto è diventato un’opportunità. Bisognava sostenerlo nei primi passi? Si creava la possibilità perché Lucio diventasse la nostra palestra. C’era bisogno di andare in ospedale o in farmacia? Tutto era occasione per belle camminate che servivano al fisico, ma anche allo spirito e alla mente. Si rendeva necessario preparare cibi secondo la sua dieta? Era il modo per aggiornarci dal punto di vista gastronomico. Ci è capitato a volte di dover passare dalla sua stanza alla cappella: era l’occasione per vivere la prossimità e la cura del fratello alle quali ci orientava la celebrazione eucaristica. Dall’esperienza vissuta con don Lucio il nostro focolare ha imparato a vivere “in uscita”, in un momento come quello della pandemia, in cui sarebbe stato facile chiuderci in noi stessi. Man mano che passavano i giorni la situazione si è aggravata. A volte non era facile trovare le giuste soluzioni, ma cercavamo di fare ogni cosa come un rituale ricco di attenzioni per lui. Don Lucio ci ha abbondantemente ripagato, anche negli ultimi giorni della sua vita terrena, offrendoci in tante occasioni un sorriso che aveva il timbro dell’eternità.

Don Natale Monza

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GCPS Consulting conduce l’indagine indipendente

La Presidente dei Focolari affida alla società GCPS Consulting l’indagine indipendente relativa al caso di abusi compiuti da un ex membro consacrato in Francia Il 23 dicembre 2020 Maria Voce e Jesús Morán, rispettivamente Presidente e Copresidente dei Focolari, hanno affidato alla società GCPS Consulting, con sede nel Regno Unito, l’indagine relativa agli abusi sessuali compiuti da J.M.M., francese, ex membro consacrato del Movimento. Insieme all’immenso dolore, in particolare per le vittime, e all’incondizionata collaborazione dei Focolari affinché venga fatta piena luce su questo caso, espressi dalla Presidente, era stata annunciata nel comunicato stampa del 22 ottobre u.s. la decisione di affidare a un organismo indipendente i lavori di inchiesta ed accertamento delle responsabilità. GCPS Consulting è una società di consulenza specializzata nell’aiutare le organizzazioni a garantire la sicurezza dei bambini, dei gruppi vulnerabili o “a rischio” e a migliorare i loro sistemi di prevenzione e segnalazione degli abusi. Si occupa dell’identificazione dei rischi e dei problemi legati alla salvaguardia, con vasta esperienza e competenza nello sviluppo di politiche, nella formazione, nella revisione, nella valutazione, nonché nelle indagini. Compito della GCPS Consulting sarà quindi l’ascolto delle vittime e la raccolta di ulteriori testimonianze, nonché stabilire, per quanto possibile, il grado di conoscenza di questi eventi da parte dei responsabili dell’epoca, e successivamente valutare il modo con cui sono stati affrontati dai responsabili. Inoltre, si incaricherà di accogliere altre segnalazioni che potrebbero venire alla luce. L’inizio dell’inchiesta è previsto per gennaio 2021. La commissione indipendente, dopo un tempo necessario per stabilire i termini della procedura, a marzo 2021 inizierà a raccogliere le storie delle vittime. Entro dicembre 2021 verrà redatta una relazione pubblica che illustrerà in dettaglio i risultati e le raccomandazioni della commissione d’indagine.  

Stefania Tanesini

———————————– Contatti  GCPS Consulting per il presente caso: inquiry@gcps.consulting info@gcps.consulting (Media) (altro…)

Un’Assemblea Generale in modalità telematica

Sarà completamente online la prossima Assemblea Generale dei Focolari. Un’indagine mondiale ha individuato quattro tematiche da approfondire. L’Assemblea Generale dei Focolari, rimandata da inizio settembre 2020 a fine gennaio 2021, sarà celebrata completamente in modalità telematica. È questa la decisione che Maria Voce, presidente del Movimento, ha annunciato ad inizio dicembre, preceduta da un sondaggio tra i responsabili del Movimento in tutto il mondo ed un’ulteriore valutazione nel Consiglio generale dei Focolari. Di aiuto nel prendere la decisione di fare l’Assemblea in modalità telematica è stato anche il percorso di preparazione in atto dopo il primo rinvio. Un sondaggio tra tutti i membri del movimento ha individuato alcune tematiche prioritarie da trattare in questa Assemblea. Si tratta delle radici del Carisma dell’unità, della concretizzazione di questo carisma in ogni ambito umano, delle questioni legate ad un’ecologia integrale e del cammino insieme alle nuove generazioni. Ai partecipanti è già stato messo a disposizione del materiale a riguardo e in alcuni Webinar esperti di questi argomenti hanno offerto le loro riflessioni. Il percorso In seguito alla situazione aggravata della pandemia del Covid-19 era ovvio che una gran parte dei 362 partecipanti a questo evento sessennale non avrebbe potuto viaggiare. Rimanevano due opzioni: rimandare ulteriormente l’Assemblea, oppure prevederla in modalità prevalentemente o esclusivamente telematica. Oltre le questioni giuridiche e tecniche da risolvere, sorgevano alcune domande serie: come facilitare in un’assemblea telematica quella comunione tra i partecipanti che aiutasse la conoscenza reciproca e la condivisione su candidati e tematiche? E come garantire a tutti una uguaglianza nell’accesso tecnico e nella partecipazione ai dialoghi? Era anche chiaro che per il fuso orario il programma doveva svolgersi solo in alcune ore centrali della giornata, accettabili sia per i partecipanti di Vancouver in Canada occidentale come per quelli dell’Oceania. In definitiva: come affrontare in poco tempo le sfide che pone la situazione globale anche al Movimento dei Focolari? La discussione su diversi livelli ha evidenziato il grande consenso di affrontare con responsabilità e creatività queste sfide e di non rimandare ulteriormente questo evento così importante. A facilitare questa scelta è arrivato proprio in quel periodo dal Vaticano il permesso straordinario di organizzare l’Assemblea in modalità telematica, purché siano garantiti la riservatezza, segretezza e libertà d’espressione del voto durante le elezioni da fare. Così Maria Voce ha deciso di organizzare questa Assemblea in modalità telematica per tutti – anche per quelli che avrebbero avuto la possibilità di radunarsi fisicamente. La sfida tecnica e il voto online Attualmente sono allo studio di tecnici ed informatici le modalità per creare molteplici possibilità di incontri formali ed informali online. Un sistema di votazione internazionalmente collaudato ha passato con successo le prime prove. Una comunione dei beni mondiale cerca di fornire a tutti i partecipanti i requisiti necessari par garantire una connessione stabile via internet. E per alcuni convocati che vivono “ai confini” della terra (dall’ottica europea) si stanno studiando le possibilità di alleggerire il peso degli orari. Fa parte del cammino pre-assembleare anche la possibilità di studiare questioni giuridiche legate allo svolgimento di questo raduno e di conoscere i candidati per i diversi compiti.

Joachim Schwind

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Buon Natale 2020

https://vimeo.com/493052175 E allora: Buon Natale, Buon Natale a tutti. Certo che Natale quest’anno! Un anno di pandemia! Un Natale nella pandemia. Vediamo cose terribili, vediamo povertà fino alla fame e una fame crescente da tante parti; vediamo guerre in parte nascoste, in parte ancora esistenti; vediamo catastrofi climatiche, vediamo cambiamenti che stanno mettendo a rischio la casa comune. E allora tutto questo ci fa dire: ma in questo mondo è venuto Gesù; Gesù è venuto a farsi uomo e a farsi carico di questo mondo, ed è venuto per amore a dimostrarci così il suo amore. Quindi da un lato ci fa sentire umili di fronte alla grandezza di questo amore, grati a lui che ci ha dimostrato questo amore; e dall’altro lato ci spinge a fare qualcosa come lui, ci spinge a guardarci intorno, ad arrivare a tutti ma a cominciare dai più emarginati, dai più poveri, dai più umili, dai più abbandonati, dai migranti, da quelli che sono soli, dai malati, dai bambini, tutti quelli che hanno bisogno. E ci spinge anche ad amarli certamente con tutto quello che possiamo: con la nostra comunione di affetti, di pensieri, con la nostra comunione dei beni e anche rischiando qualche volta, rischiando anche la vita come l’ha rischiata lui. Questo allora veramente sarà un Buon Natale, cioè un Natale buono, un Natale di bontà, un Natale che perché è di bontà diventa anche un Natale di serenità, di speranza, di gioia. Buon Natale a tutti

Maria (Emmaus) Voce

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La pandemia e il rischio di una “catastrofe educativa”

La pandemia e il rischio di una “catastrofe educativa”

Nelle Filippine l’impegno dei Giovani per un Mondo Unito attraverso il progetto #daretocare per promuovere iniziative in aiuto degli studenti. La “scuola a distanza” è uno dei tratti caratteristici di questo tempo di pandemia. A tutte le latitudini, i governi adottano misure volte a limitare il contagio da Covid-19 senza compromettere la continuità dell’insegnamento. Accade che i ragazzi non si recano più fisicamente a scuola ma si “incontrano” con professori e studenti in “aule virtuali”: è il web il teatro della loro formazione. Nei paesi sviluppati questo modello comporta non poche difficoltà. La perdita del rapporto diretto mette a rischio la qualità dell’insegnamento e priva i ragazzi di quel “luogo” di crescita e sviluppo che è la relazione umana. Significativo è poi il disagio che nasce dalla “clausura” forzata e dalla necessità di riorganizzare la quotidianità fra smartworking, babysitter, esami clinici e incombenze varie. Nei Paesi in via di sviluppo, o in aree rurali carenti di infrastrutture informatiche, a queste problematiche se ne aggiungono altre strutturali. Sono molti i territori dove internet “non arriva” e dove famiglie in difficoltà – le cui condizioni, in tempo di pandemia, si sono fatte più severe – non sono in grado di acquistare per i loro ragazzi materiale didattico, pc e abbonamento alla rete internet. È qui che si rischia quella “catastrofe educativa” di cui parla Papa Francesco nel suo Messaggio per l’evento dedicato al “Patto Globale per l’educazione”, lo scorso 15 ottobre. Nelle Filippine sono molte le regioni dove la popolazione sperimenta queste difficoltà. Qui, fra i Giovani per un Mondo Unito ci sono insegnanti che promuovo iniziative in aiuto dei loro studenti e realizzare il percorso #daretocare, cioè osare per prendersi cura: essere cittadini attivi e interessarsi a tutto quello che accade nel mondo per cercare di costruire un pezzetto di mondo unito. Frances Roble insegna ai bambini di prima elementare. Fra i suoi alunni quelli delle famiglie più povere non hanno il materiale scolastico per seguire le lezioni. Per assicurare loro la continuità degli studi, Frances ha fatto appello all’intera comunità dei Focolari affinché tutto l’occorrente venga loro donato: “Ci rialziamo insieme – spiega – aiutando gli altri nel bisogno a rialzarsi”. Ronald Allan Relador insegna in una scuola pubblica. Diversamente che in passato, all’inizio di quest’anno, per frequentare le lezioni i suoi studenti hanno dovuto iscriversi online. I più tuttavia non avevano né un pc né la connessione ad internet. Anche Ronald si è adoperato per raccogliere fondi destinati all’acquisto dei computer e per iscrivere lui stesso alcuni studenti. I soldi raccolti però non bastavano a coprire tutte le esigenze, finché una nota band musicale del Paese ha deciso di aiutarli con una importante donazione. “Mi sento appagato e benedetto dopo averlo fatto – racconta – la generosità di Dio è immensa!”. Anche Jaquilyn Marie  P. Jumuad insegna in una scuola elementare. Racconta che il  passaggio all’autoapprendimento online non è facile e mette in luce la difficoltà di molti genitori nel sostituirsi agli insegnanti, mancando loro stessi di una formazione di base. “L’aiuto offerto dai Giovani per un Mondo Unito – dice – ci consente di dare ai nostri studenti l’istruzione di qualità di cui hanno bisogno”.

Claudia Di Lorenzi

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Gen Rosso: concerti di Natale in arrivo

Gen Rosso: concerti di Natale in arrivo

Il 19 e 20 dicembre 2020, il complesso internazionale lancerà tre concerti natalizi dal titolo “Life, Love, Care”, in 3 orari differenti per favorire i singoli emisferi. L’epidemia che stiamo vivendo sta sconvolgendo il nostro modo di vivere e relazionarci con gli altri e con il mondo. Il suo impatto ci chiama ad una riflessione profonda su temi globali, come la sfida dell’interdipendenza per attuare un progetto di coesistenza umana che consenta un futuro migliore per tutti. In questi anni il complesso internazionale artistico musicale Gen Rosso ha portato in tutto il mondo la sua festa di celebrazione alla vita attraverso il concerto “Life”. Ora è tempo di rinascere e il Natale è il simbolo per eccellenza: nasce Gesù, il figlio di Dio. Ed è l’occasione per avviare una nuova rinascita che può costruire un futuro migliore che sarà possibile solo se ognuno di noi si mette in gioco prendendosi cura di chi e di cosa ha attorno attraverso gesti d’amore, anche piccoli, ma concreti e quotidiani. Il Gen Rosso si impegna in prima persona in questa sfida arrivando nelle case di ognuno per far sentire la propria vicinanza, portando un messaggio di fraternità. Quindi con il concerto di Natale vuole celebrare la vita in tutte le sue sfaccettature (LIFE), diffondere amore e bellezza, richiamare all’importanza di piccoli gesti quotidiani (LOVE), far sentire la vicinanza ad ognuno e diffondere il messaggio di prendersi cura di chi e cosa ci sta attorno (CARE). Così come faranno i Gen4 in tutto il mondo (i bambini dei Focolari) con l’azione “Hanno sloggiato Gesù”, anche il Gen Rosso contribuirà con una parte del ricavato dai ticket – secondo la formula di donazione libera e spontanea – per il Centro Educativo Fiore a Mixco in Guatemala, seriamente provato e compromesso dalla pandemia per Covid 19. È una scuola per bambini e ragazzi/e, e offre servizi qualificati nel campo dell’istruzione con un’enfasi sulla formazione umana. Ecco le date dei concerti: –Sabato 19 dicembre ore 1.00 p.m. e ore 9.00 p.m. (italian time) –Domenica 20 dicembre ore 11.59 p.m. (italian time) Per maggiori informazioni visita il sito www.genrosso.com

Lorenzo Russo

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