Ago 23, 2015 | Centro internazionale, Chiesa, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Fuori dell’azione centrifuga dell’amore, l’uomo a nulla tiene tanto quanto alla differenziazione. Trova mille ragioni nella stessa religiosità per separarsi, annullando, nel fatto, quella libertà di circolazione, ripristinata da Gesù, quando abbatté la parete divisoria, e fece che non ci fosse più né greco né giudeo, né servo né padrone, né maschio né femmina, ma fosse tutto e in tutti Dio. […] Ecco lo scopo dell’amore: ecco lo scopo dell’esistenza: far di tutti uno. Far di tutti, l’Uno, che è Dio. Per l’impulso della carità divina tutta l’esistenza, tutta la storia diviene una marcia di ritorno verso l’unità. Da Dio tutti si viene; a Dio tutti si torna. Farsi uno col fratello, è scomparire in lui, sì che tra Dio, me e il fratello, si stabilisca, mediante la mia soppressione, un passaggio diretto, una discesa senza ostacoli, – dall’Uno all’altro: ed ecco che io nel fratello trovo Dio. Il fratello mi serve di tempio per accendervi la luce di Dio. Così, Dio, io lo trovo nel sacramento dell’altare e nella persona del fratello, per effetto dell’amore. Il fratello rompe le barriere, e nella breccia fa passar la vita: la vita, che è Dio. Il fratello fa da “ianua caeli”, da porta al Paradiso. Ci sono cristiani, i quali vanno a servire gli umili, negli strati sociali più bassi, non tanto per convertire, quanto per convertirsi: dando amore sotto forma di servizi (a malati, disoccupati, vecchi, tutti i rifiuti sociali, come dicono), trovano Cristo; e così molto più di quanto donano, ricevono. Donano un pane, trovano il Padre. Si convertono gli assistenti e si convertono anche gli assistiti. Santificano sé e santificano i prossimi. Cioè, si sale a Dio scendendo sotto ogni livello umano, per servire, da laggiù, tutti gli uomini, in qualunque ripiano collocati. Così il samaritano trovò Dio scendendo da cavallo e raccogliendo il fratello dissanguato sulla terra riarsa; mentre il sacerdote ebreo, che non guardava il disgraziato in terra perché guardava Dio in cielo non trovò né Dio né fratello: non trovò Dio perché non si volse al fratello. È questo un modo di procedere del Padre, che proclama la sua gloria nel più alto dei cieli mandando il Figlio a nascere nel più obbrobrioso dei ricoveri: una stalla. Ciò stabilisce una linea diretta tra stelle e stalle, per il filo divinizzante dell’amore. Così, gli ultimi saranno i primi. È un capovolgimento. Ovvero è il modo di calcolare di Dio, il quale conta cominciando dal basso, mentre noi contiamo cominciando dall’alto: e quel che è primo per noi diventa ultimo per lui, e viceversa; onde, ricchezza, potenza, gloria, che per noi stanno in testa, per lui stanno in coda: sono lo zero. Con questo metro si misurano esattamente uomini e cose». (tratto da Igino Giordani,Il fratello, Città Nuova, Roma 2011, pp.78-80) (altro…)
Ago 22, 2015 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Dal 1994 sono impegnata nella Pastorale Penitenziaria dell’arcidiocesi di Santiago di Cuba che comprende anche la città di Guantanamo. Con altri volontari ci prendiamo cura di loro e dei loro famigliari, proprio perché sono i più poveri fra i poveri. Nel 2007, quando ho conosciuto la spiritualità dell’unità, un raggio di luce è penetrato dentro di me, che ha ancor più illuminato questo mio servizio in carcere e mi ha fatto comprendere che nella vita si deve ricercare ciò che unisce e non ciò che divide. Condividere con altri questo modo di vivere mi ha aiutato molto. Qualcuno mi dice: «Come fai a trattare con assassini e stupratori, sapendo che la maggior parte di loro nemmeno si accorge di chi li segue nel loro cammino…». È vero, a volte succede anche così, ma la spiritualità di Chiara Lubich mi aiuta a vedere in ciascuno di loro il volto di Gesù crocifisso e abbandonato. Noi dobbiamo soltanto seminare quel piccolo seme del Vangelo, senza aspettarci niente in cambio. Questa convinzione mi dà forza, mi sostiene e non mi fa sentire sola. Mi impedisce di cadere nella tentazione di lasciare questo servizio e scopro che alla fine sempre ricevo di più di quanto ho dato. Da qualche tempo, tutti i mesi abbiamo iniziato a portare il foglietto della Parola di Vita, per darlo sia ai carcerati che alle loro famiglie. Dopo un po’, grande è stata la sorpresa di sapere che nel settore a regime speciale è nata una piccola comunità di detenuti, guidata da un giovane. Insieme commentano il testo del foglietto e durante il mese cercano di metterlo in pratica per poi fare delle esperienze davvero significative. “Negli anni della gioventù – racconta Y, uno di loro – ho commesso dei reati che sto scontando con la reclusione a vita. Mi trovo nel carcere della città di Guantanamo (non lontano dal famigerato carcere americano di altissima sicurezza). Ho trovato la fede in Dio attraverso persone del Movimento dei Focolari che da diversi anni vengono regolarmente a trovarmi. Ho anche scritto la mia storia dove racconto del mio incontro con Dio e di come mi sia rinata la speranza nella Vita che non finisce. Ogni giorno m’impegno a mettere in pratica la Parola di Vita del mese». Y. un giorno al telefono ci diceva: «Ho la febbre e un forte mal di testa; avevo bisogno di sentirvi e ho sfruttato questo momento di permesso per farlo. Parlare con voi è un balsamo per me». Lo rassicuriamo che preghiamo per lui, che Gesù è venuto a salvarci per sempre, al di là della nostra vita terrena. Si dice certo di ciò e aggiunge che «è quello che ogni giorno mi dà le forze per andare avanti amando tutti». (Carmen, Santiago di Cuba) (altro…)
Ago 21, 2015 | Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo

Fot AP/Raad Adayleh
Il 7 agosto scorso, la chiesa cattolica in Giordania ha voluto ricordare, con una serata ecumenica di preghiera, il tragico fatto avvenuto un anno fa, con il conseguente sfollamento di più di 100.000 cristiani. «Più di 2000 fedeli, in maggioranza iracheni rifugiati, hanno pregato con solennità e con un dolore profondo nel piazzale della chiesa di Fuheis», scrivono da Amman. «È stata di grande consolazione la lettura della lettera scritta da Papa Francesco, ma anche la notizia dell’aiuto concreto che la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) ha deciso di far arrivare e che permetterà a 1400 bambini iracheni di andare a scuola quest’anno». Alla serata di preghiera erano presenti il Segretario Generale della CEI, Mons. Galantino, accompagnato da P. Ivan Maffeis; il Patriarca caldeo dell’Iraq Mons. Louis Sako, con i suoi vicari Mons. Salomone Warduni e Mons. Basil Yaldo; il Patriarca dei latini, Mons. Fuad Twal; l’attuale vescovo dei latini in Giordania, Mons. Marun Lahham; ed il vescovo emerito dei latini Mons. Salim Sayegh. Presente anche il Segretario della Nunziatura, Mons. Roberto Cona, con alcuni sacerdoti di vari riti, anche della Chiesa Ortodossa, presenti in Giordania ed Iraq, con alcune personalità civili. Un evento all’insegna dei cristiani che si radunano per pregare insieme.
«Dopo la preghiera – scrivono le focolarine di Fheis – era prevista una cena per le autorità religiose presenti, presso le suore del Rosario, offerta dalla Caritas locale. Ma, inaspettatamente, il vescovo latino di Amman, d’accordo con il Segretario della Nunziatura, ha desiderato che questa cena avvenisse a casa nostra! Quindi, sono scattati i preparativi all’ultimo momento, ma sempre con grande gioia ed emozione per questa inattesa benedizione di Dio di poter diventare una casa accogliente per la Chiesa». «Sono venuti circa 40 persone,tra cui anche il Sindaco della città con alcune personalità civili. I cardinali, patriarchi e vescovi hanno voluto pregare nella nostra cappella: un momento sacro». «In questo tempo di sospensione e di grande minaccia per la pace e per la presenza dei cristiani in Medio Oriente, è stato un forte richiamo questa preghiera dei cristiani insieme, in un’atmosfera di pace e di unità. Un sollievo per queste terre martoriate». (altro…)
Ago 20, 2015 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
[:zh]https://vimeo.com/131517252 Maika (英語+意大利語字幕): 名為『慶幸有差異,構建橋樑』是一個培育年輕領袖締造和平的計劃。在亞洲不同地方推行。 Nikko (英語+意大利語字幕): 二月份,大約30位來自印尼、泰國和菲律賓的學生,也有已踏入社會工作的青年參加這個活動。他們各自有不同的信仰,相聚在菲律賓馬尼拉附近的大谷地和平福音小城。 Maika(英語+意大利語字幕): 四天一起的生活有助練習『對談』的生活方式。對談是一條途徑來克服暴力與不能容忍。他們散發出富創造性的爆炸力。 Nikko(英語+意大利語字幕): 有反思和具體留心聆聽的時刻。以團隊方式工作,學會寬恕之道、犧牲與彼此信任的價值,視不同文化和宗教是充實自己之源。這些都是解決紛爭和成為推動和平使者的條件。 Maika (英語+意大利語字幕): 聚會隨後的幾個月,來自這三個國家的青年,在各自的地方為來自不同組織與團體的同齡青年舉行聚會,目的是分享他們在大谷地所體會到經驗,並明白到如何為各自城市和地區出現的問題尋找解決辦法,但首先要以身作則,由自己做起。 Nikko (英語+意大利語字幕): 菲律賓已開始進行具體的行動。在馬尼拉的一個地區舉行了一個同樂日,回教和天主教的兒童參加,加強彼此的認識和尊重。在菲律賓中部Tacloban,特別 為2013年因颱風受害的兒童舉辦一個提高自我形象和對未來充滿希望的工作坊。 Maika (英語+意大利語字幕): 要締造和平需要漫長的準備功夫。 Nikko (英語+意大利語字幕): 然而,如果我們現在不努力去建設,難有明天的成就。[:]
Ago 20, 2015 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
https://vimeo.com/131299835 (altro…)
Ago 19, 2015 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«Mi chiamo Marco e ho 35 anni. Dal 2008 svolgo – come supplente – il lavoro di insegnante di religione cattolica. Purtroppo – per situazioni burocratiche – sono chiamato a lavorare in modo sporadico e saltuario: tre giorni in una scuola, poi passano mesi, e vengo chiamato altrove per una settimana. Poi, qualche giorno da una parte e qualche giorno da un’altra. Insegno mediamente circa due mesi l’anno. In qualità di dipendente dello Stato non posso avere due lavori e devo essere sempre disponibile quando mi chiamano ad insegnare, altrimenti – se rifiuto – vengo superato da altri. Avendo tempo a disposizione mi dedico a varie mansioni in casa, vivo con i miei, poi alcuni impegni in parrocchia, dalla formazione dei giovani e adulti di un oratorio al coordinamento della Parola di Vita una volta al mese; faccio volontariato in una casa di cura per anziani e sono un componente dell’ufficio diocesano per l’ecumenismo ed il dialogo interreligioso. Tutte attività, le mie, che mi tengono impegnato e attivo. Ma quando manca il lavoro, inizia a crescere un velato senso di inadeguatezza, bassa autostima e tutto ti sembra sempre e gradualmente più difficile. Un giorno, un amico, sapendo della mia situazione lavorativa, mi telefona per dirmi che aveva conosciuto un ragazzo del Liceo classico che aveva bisogno di ripetizioni private di latino e di greco. Il mio amico confidava sulla mia propensione allo studio ed era certo che io potessi farcela benissimo. In effetti dopo il liceo non ho mai abbandonato del tutto le lingue antiche. Anzi, per guardare meglio anche l’Antico Testamento, negli ultimi tempi studiavo pure l’ebraico biblico. Tuttavia, a quella proposta, il mio primo stato d’animo è stato quello del rifiuto. Avrei avuto 10 giorni per decidere che cosa fare. Poi, il ragazzo si sarebbe rivolto ad altri professori privati. Chi ha familiarità con l’arte della traduzione e delle lingue antiche, sa bene che una cosa è tradurre per se stessi o divertirsi a tradurre per gioco, ben altra cosa è dare lezioni private a qualcuno che ha bisogno di progredire e che deve portare profitti in pagella. Avevo bisogno di lavorare, anche se significava per me dover riprendere le regole grammaticali della lingua greca e della lingua latina in dieci giorni, ricomprenderle e saperle comunicare. Avrei dovuto mollare tutti i miei impegni per sette giorni e studiare dalle 8 alle 10 ore al giorno, seduto davanti ai libri per farcela. Dovevo fare un salto nel buio. E così è stato: ho iniziato a studiare come un forsennato. E dopo qualche giorno lo stesso amico mi offre lo spazio della sua abitazione, dandomi pure le chiavi di casa. Un altro amico che è venuto a sapere del mio “nuovo lavoro”, mi fa presente che anche suo figlio ha bisogno di ripetizioni, ma più che un professore ha bisogno di un precettore: non solo ripetizioni di latino e di greco, ma anche di filosofia, letteratura italiana e inglese, coprire insomma tutta l’area umanistica. Il suo era un caso disperato. Non solo, infatti, si tratta di un ragazzo molto problematico dal punto di vista relazionale, all’ultimo anno delle superiori e in tutte le materie a fine gennaio aveva avuto un “non classificato”. Mi sono affidato a Dio e ho risposto positivamente. Oggi il ragazzo ha cominciato a collezionare diversi 8 e mezzo e 9 e ci ha preso gusto. Anche i suoi rapporti personali stanno cominciando a migliorare. Di recente ho fatto un mese intero di supplenza, ho continuato a dare ripetizioni private il pomeriggio e a mantenere gli impegni che avevo prima». (altro…)
Ago 19, 2015 | Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Ago 18, 2015 | Cultura
[:de]
Das vorliegende Buch bietet eine kurze Biografie mit Selbstzeugnissen, Erinnerungen ihrer Bezugspersonen und vielen Farbfotos. Autoren-/Herausgeber: Stefan Liesenfeld e Gudrun Griesmayr Chiara Badano kommt 1971 in einem kleinen Dorf in Norditalien zur Welt. Der Vater LKWFahrer, die Mutter Angestellte in einem Betrieb, der Amaretti herstellt. Chiara besucht den Kindergarten und die Grundschule im 2000-Seelen-Dorf Sasello, treibt Sport, lernt Klavierspielen. Als sie 14 Jahre alt ist, hat sie so manche Bewährungsprobe zu bestehen: Im Gymnasium muss sie die Klasse wiederholen, die Familie zieht in die Stadt Savona, ihre Freundin beginnt ihr Studium in Turin. Im Januar des Jahres 1989 wird ein Knochenkrebs diagnostiziert. Es folgen Operationen, Chemos, verschiedene Therapien, Hoffnungen, Enttäuschungen … Geprägt von einer tiefen Beziehung zu Jesus gestaltet Chiara ihren Umgang mit ihrer Familie, ihren Freundinnen und Bekannten und auch mit ihrer Erkrankung. Ihr Verhalten weckt Erstaunen, ihre innere Klarheit und die tiefe Freude in ihren Augen wirken anziehend. Als Chiara Badano am 7. Oktober 1990 stirbt, bleibt das Zeugnis eines jungen Menschen, der den Alltäglichkeiten des Lebens eine große Bedeutung geben konnte. Chiara Badano wurde am 25. September 2010 in Rom seliggesprochen. -[:]
Ago 18, 2015 | Chiara Lubich, Cultura, Spiritualità
Comme le Concile Vatican II l’a réaffirmé avec conviction, l’Eucharistie produit des fruits inattendus qui la révèlent « sacrement d’unité », faisant naître une communauté nouvelle et des germes de résurrection dans l’histoire et dans la nature. Tout au long de son livre, à travers des extraits de son journal intime, des passages inédits de conversations, des textes publiés mais peu connus et des épisodes vivants et concrets, Chiara Lubich raconte sa graduelle découverte de Jésus Eucharistie dans sa vie personnelle et dans celle du Mouvement qu’elle a fait naître. Une narration qui devient « mystagogie » : proposition discrète du mystère qui convainc et entraine le lecteur vers la même expérience. Un ouvrage fait pour un public large, extrêmement simple et complet à la fois, utilisable aussi bien comme outil de catéchèse que comme livre de méditation. Edition: Nouvelle Cité
Ago 18, 2015 | Focolari nel Mondo
“Contemplar, Sair e Inovar – O carisma de Chiara Lubich a serviço da Igreja e da humanidade”. É o título programático do primeiro Congresso Nacional para bispos, padres, religiosos e diáconos organizado pelo Movimento dos Focolares. “A escolha do título é inspirada pelo Papa Francisco” – explica dom Francisco Biasin, entre os promotores desse evento. “As três palavras que serão o fio de ouro que liga todo o congresso, são tiradas da mensagem que o Papa Francisco dirigiu ao Movimento dos Focolares, na audiência concedida aos membros da Assembleia geral em setembro de 2014. O Papa, reconhecendo em Chiara Lubich “a fonte geradora de um carisma do Espirito Santo para a Igreja e para o mundo”, impulsionou a oferecer, “com responsabilidade e criatividade, a sua peculiar contribuição a esta nova etapa da evangelização”. O Congresso quer ser uma resposta a este pedido. O evento será realizado na Mariapolis Ginetta (Vargem Grande Paulista – SP), a cidadezinha do Movimento dos Focolares, nos dias 21-25 de setembro próximo. No programa: experiências pastorais, testemunhos concretos de vida, aprofundamentos históricos, teológicos e espirituais. • 22.9: CONTEMPLAR – As palavras do Papa Francisco na Assembleia dos Focolares; experiências: dom Alberto Taveira, arcebispo de Belém do Pará; Ir Maria Inês presidente da CRB nacional. • 23.9: SAIR. As primeiras focolarinas com os pobres de Trento; experiências a partir da realidade de conflito social e respostas à luz do Carisma com os testemunhos de Pe Vilson Groh, Pe Renato Chiera e Frei Hans Stapel. • 24.9: INOVAR. O segredo: Jesus Abandonado e a unidade. Experiências no âmbito eclesial e na sociedade, na economia, política e educação. • 25.9: FORMAR. A Cultura que brota do carisma da unidade. Inscrição: www.cmginetta.org.br Mais informações: Pe Antonio Capelesso – E-mail: pe.capelesso@uol.com.br – Tel.: (11) 4158-3580 e (11) 98538-8145 Pe Fabiano Almeida: E-mail: fabianodigesu@ig.com.br – Tel.: (11) 4158-3580 e (11)98465-1655 Pe. Dionísio Zamuner: E-mail: difoza@hotmail.com – Tel.: (11)94992-0759 Ver também o site: www.focolares.org.br
Ago 18, 2015 | Chiara Lubich, Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Scrutando la composizione della sala del centro Chiara Lubich, a Trento, quest’anno, potremmo stupirci di una certa sua bizzarra eterogeneità: 250 giovani dai 16 ai 30 anni provenienti da più di 20 nazioni, 70 tra sacerdoti e seminaristi e una ventina di adulti che si impegnano a vivere la spiritualità dei Focolari a livello parrocchiale o diocesano. Quale idea c’è dietro quest’incontro previsto dal 2 al 7 agosto a Trento? Cosa lega così tante realtà culturali differenti? Una prima risposta la troviamo nel titolo dell’incontro: “Anche adesso come ieri”. Ed una seconda nella stessa città di Trento. Questi giovani, adulti e sacerdoti si riuniscono per riflettere sul primo nucleo generativo del proprio carisma spirituale e per ripercorrere (anche fisicamente) il cammino che dal 1943 ha ispirato ed informato il Movimento dei Focolari. «Abbiamo iniziato l’incontro in un clima esplosivo di gioia – raccontano Ludovico e Eleonora –. Il programma vuole essere un immersione nella vita dei primi tempi, con la radicalità del vivere la Parola».
Il programma si è alternato tra argomenti tematici e gite sui posti dove i Focolari hanno percorso i primi passi: Piazza Cappuccini, Fiera di Primiero, Tonadico, Goccia d’Oro … «Durante la Messa nella Chiesa dei Cappuccini – scrive Zbyszek – ci siamo dichiarati pronti, con la grazia di Cristo, a dare la vita l’uno per l’altro, a cominciare dalle piccole cose nel quotidiano. In quel luogo dove Dio ha sigillato il patto d’unità tra Chiara e Foco (Igino Giordani), anche noi abbiamo voluto rinnovare quell’amore reciproco, che “Anche adesso come ieri” vogliamo vivere». C’è stata, poi, l’opportunità di arricchirsi attraverso l’intervento di esperti della comunicazione, del dialogo interreligioso, anche di cooperazione e sviluppo dell’AMU (Azione Mondo Unito). Con il loro contributo abbiamo riflettuto sulla comunicazione e le sfide della nostra società multietnica e multi-religiosa. Molto spazio è stato inoltre dedicato all’approfondimento del tema dell’immigrazione e dell’accoglienza attraverso la preziosa collaborazione offerta dal “Progetto Cinformi”, che ha presentato il modello di accoglienza proposto ed applicato dalla città di Trento, mettendosi anche a disposizione con laboratori attivi realizzati tramite due visite ai campi d’accoglienza. Momenti indimenticabili di incontro con un centinaio di rifugiati che sono in attesa di un futuro.
Alcuni di loro sono venuti a trovarci alla scuola. Rita confida: «Mi ha molto colpito Lamin, un giovane musulmano del Ghana che ha scritto una poesia alla sua mamma e ce l’ha voluta leggere a tutti. Una poesia piena di nostalgia ma anche di speranza. Gli occhi di queste persone dicono tutto, non si possono dimenticare». A conclusione due mete, una a breve e altra a lungo termine: appuntamento alla Giornata mondiale della gioventù (GMG) che il prossimo anno si farà a Cracovia (Polonia); e l’unità del mondo come obiettivo – secondo la preghiera di Gesù “Che tutti siano Uno” –, per il quale siamo convinti che vale la pena spendere la vita. «Partiamo con l’impegno di essere “Parola viva” – scrivono Danilo e Emanuele – e di portare questa “acqua pura di sorgente” nei nostri paesi e nella quotidianità delle nostre periferie, donandoci ad ogni prossimo che ci passerà accanto». (altro…)
Ago 17, 2015 | Cultura
L’avventura appassionante di un uomo affermato, dal carattere indomito, dichiaratamente ateo, che in circostanze inusuali incontra Dio. Furbo e pieno di intuito. Come una volpe. Così ricorda Enrico Cavallini chi lo ha conosciuto. L’Autore ripercorre l’avventura di un uomo dal carattere indomito, semplice e focoso, dapprima rivoluzionario ateo e partigiano, quindi medico, professore, luminare e precursore in medicina, che in circostanze inusuali, entra in contatto con la spiritualità dell’unità del Movimento dei Focolari, fondato da Chiara Lubich, e viene conquistato dall’Amore. Una storia vera. Appassionante come un romanzo. Clicca per acquistarlo Città Nuova Editrice, Roma, 2010.
Ago 17, 2015 | Cultura, Focolari nel Mondo
Undici brani cantati in cinque lingue: inglese, italiano, spagnolo, portoghese e coreano. 47 minuti di pop-rock e world music , pieni di passione, forza, vitalità in musica e parole targati Gen Verde. Secondo Sally McAllister, manager della band, «si tratta di un album biografico e autobiografico al tempo stesso». Affermazione che ci trova le integranti del gruppo musicale tutte d’accordo. Infatti, spiegano che «è biografico perché la protagonista indiscussa di questo album è l’umanità che si racconta: la gente con le sue sfide di oggi, i drammi e le conquiste, la storia che segna il passo del mondo, popoli itineranti sulle strade del pianeta in cerca di terra, dignità, di un luogo da poter chiamare casa». Ma è anche un lavoro autobiografico «impregnato delle nostre storie e delle culture musicali da cui veniamo». «Ci siamo messe in gioco – dicono le ragazze del Gen Verde– e abbiamo voluto raccontare attimi e fatti che hanno segnato un punto di svolta nella nostra vita. Strade diverse, con partenze da luoghi fisici e dell’anima talvolta diametralmente opposti, ma che puntano tutti all’unico orizzonte della fraternità». Infatti, «ogni brano racconta una storia, come la Voz de la verdad, omaggio a Oscar Romero, raccontato da Xochitl Rodríguez, salvadoregna. Oppure Chi piange per te?: il grido delle migliaia di migranti attraverso la voce di una bambina che non arriverà mai sull’altra sponda del mediterraneo, ma che continua a riecheggiare dall’Africa all’Europa e in ogni continente in cui c’è gente costretta a partire per sopravvivere. Ancora: You’re Part of Me, è la storia spezzata di un popolo, quello coreano che non vuole arrendersi allo scandalo della separazione. L’arrangiamento musicale K-pop, genere amato oggi dai giovani coreani, dice che la voglia di unità non è affare di settant’anni fa ma di oggi, di questa generazione che non vuol mollare». (altro…)
Ago 16, 2015 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria
«Incontro da cuore a cuore», così una persona che partecipava per la prima volta ha definito la Mariapoli di Astorga, una delle tante manifestazioni dello stesso tipo che si sono svolte o sono in corso di svolgimento in tutta Europa e tanti altri paesi. L’evento, dal 2 al 6 agosto, ha pacificamente invaso la città con 800 persone di varie parti della Spagna ma anche da Francia, Italia, Germania e Brasile. All’uscita dalla visita ai monumenti e musei tipici, o dalla messa che si celebrava nella storica cattedrale gotica, o nelle serate in cui si organizzavano concerti di generi musicali sempre diversi, le strade e le piazze della città erano gremite da queste persone. E gli abitanti di Astorga, osservando il loro tipico modo di rapportarsi ispirato alla fraternità, incuriositi rispondevano ai loro saluti. Una signora ha fermato una ragazza che passeggiava per strada per ringraziarla della presenza in città di questo gruppo così gioioso. Particolarmente apprezzato è stato l’equilibrio fra i momenti più riflessivi e formativi e gli spazi dedicati al dialogo, alle testimonianze e alle attività ludiche. Un mix che ha ben contribuito agli obiettivi della Mariapoli: facilitare l’incontro con se stessi, con Dio, con gli altri. «Non è stato un crescendo – ha osservato un partecipante –, non si è iniziato cioè ad un certo livello per poi progredire in intensità e qualità. Ogni giorno è stato pieno, completo, ognuno di grande valore in se stesso». Fra i diversi incontri specifici per adolescenti e bambini, si è svolta anche una marcia nella città, con tappe in alcune vie e piazze dove in ognuna si sono realizzate varie attività. La Mariapoli di Astorga era presente anche su Facebook, uno spazio virtuale di incontro sia per i partecipanti stessi che per le persone che non avevano potuto presenziare. Tanti i contributi attraverso commenti e foto, cui tuttora si può accedere tramite cluster. Alcuni commenti: «È la mia prima Mariapoli – scrive Cati –. Sono stati giorni di fraternità, di amore e unità. Insieme alla mia figlia ringraziamo tutti quelli che hanno fatto possibile quest’incontro»; «Ancora in viaggio di ritorno verso Toledo – scrive Paco –, ne approfitto per ringraziare tutti per questi giorni. Posso dire che è stata una Mariapoli piena di grazie».
Nella prospettiva di attuare lo spirito della Mariapoli nella vita quotidiana, è stato proposto il progetto «Tutti siamo mediterranei», per sensibilizzare i cittadini europei sul dramma dell’immigrazione che investe il comune mar Mediterraneo, dai suoi confini del sud, dai paesi in guerra o svantaggiati economicamente, in cerca di condizioni migliori di vita. Questo progetto, in sintonia col tema della Mariapoli «Strade che si incontrano», si materializza in una raccolta di firme per chiedere all’Unione Europea un significativo cambiamento della politica migratoria. Nel giorno conclusivo, alla valutazione del programma svolto, i partecipanti si sono dichiarati tutti soddisfatti, specialmente riguardo all’accoglienza che ognuno ha sperimentato fin dal primo momento, anche chi veniva per la prima volta. La città di Astorga, per le sue dimensioni a misura d’uomo e per il suo clima moderato, riunisce molte caratteristiche che hanno facilitato le possibilità di incontro. In questo senso, «il Movimento dei Focolari – scrivono gli organizzatori – ringrazia vivamente il Vescovado e l’Amministrazione comunale per la loro squisita collaborazione». (altro…)
Ago 15, 2015 | Chiara Lubich, Spiritualità
Fra le tante parole che il Padre pronunziò nella Sua Creazione ve ne fu una tutta singolare. Non poteva esser tanto oggetto d’intelletto quanto d’intuizione, non tanto splendore di sole divino, quanto ombra soave e tiepida, quasi nuvoletta alacre e bianca che tempera e adatta i raggi del sole alla capacità visiva dell’uomo. Era nei piani della Provvidenza che il Verbo si facesse carne, che una parola, la Parola, fosse scritta in terra a carne e sangue, e questa Parola abbisognava d’uno sfondo. Le armonie celesti bramavano, per amor di noi, trasferire il loro concerto unico e solo, sotto le nostre tende: ed esse avevano bisogno d’un silenzio. Il Protagonista dell’umanità, che dava senso ai secoli passati e illuminava e convogliava dietro a Sé i secoli futuri, doveva apparire sulla scena del mondo, ma Gli occorreva uno schermo bianco che a Lui desse tutto il rilievo. Il più gran disegno che l’Amore-Dio potesse immaginare, doveva tracciarsi maestoso e divino e tutti i colori delle virtù dovevano trovarsi composti e pronti in un cuore per servirLo. Quest’ombra mirabile che contiene il sole e ad esso cede ed in esso si ritrova; questo sfondo bianco immenso quasi una voragine, che contiene la Parola che è Cristo ed in Esso si inabissa, luce nella Luce; questo altissimo silenzio che più non tace perché in esso cantano le armonie divine del Verbo ed in Lui diventa nota delle note, quasi il «la» dell’eterno canto del Paradiso; questo scenario maestoso e bello come la natura, sintesi della bellezza profusa dal Creatore nell’universo, piccolo universo del Figlio di Dio, che più non si osserva perché cede le sue parti ed il suo interesse a Chi doveva venire ed è venuto, a Quello che doveva fare ed ha fatto; quell’arcobaleno di virtù che dice «pace» al mondo intero perché la Pace al mondo ha dato; questa creatura immaginata negli abissi misteriosi della Trinità e a noi donata, era Maria. Di Lei non si parla di Lei si canta. A Lei non si pensa, La si ama ed invoca. Non è oggetto di studio, ma di poesia. I più grandi geni dell’universo hanno messo il pennello e la penna al Suo servizio. Se Gesù incarna il Verbo, il Logos, la Luce, la Ragione, Ella impersona l’Arte, la Bellezza, l’Amore. Capolavoro del Creatore, Maria, per la quale lo Spirito Santo ha sbizzarrito tutte le Sue invenzioni, ha versato molte Sue ispirazioni. Bella Maria! Di Lei mai abbastanza si dirà. (da Maria trasparenza di Dio, Città Nuova, Roma 2003) Fonte: Centro Chiara Lubich Immagine in evidenza: Ave Cerquetti, ‘Mater Christi’ – Roma, 1971 (altro…)
Ago 14, 2015 | Cultura, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
https://vimeo.com/131211773 (altro…)
Ago 13, 2015 | Focolari nel Mondo, Sociale
[:zh]https://vimeo.com/131558375 Andrei Papkouski (俄語+意大利語字幕)說「:我與安吉莉卡(Angelika)結婚26年,育有五子女,住在白俄羅斯首都明斯克(Minsk)。許多的鄰居都有各自的宗 教和信念,包括東正教徒、天主教徒、新教徒、無神論者等。我們每天盡量按照愛的原則生活,尊重所有人。城市有兩萬人口,但只有四座天主堂。我們的聖堂不 大,也是最近才興建。以前,我們一直在社區的一個禮堂祈禱。」 Anzhalika Papkouskaya (俄語+意大利語字幕)說:「小聖堂是由團體的奉獻建成,我們現在可以聚集祈禱,但只能容納50至60人。因此,每逢主日,大多數人要在聖堂外的道路上參與禮儀。我們的家庭按照合一理想生活,努力去打造有生命力的教會。」 Andrei (俄語+意大利語字幕)又說: 「我們發覺本堂神父辛勞地從事牧靈服務,明白到他需要幫助,於是對他說:「我們可以為堂區具體的做些什麼嗎?」他大受感動,建議我們購買一個可以改造成房 間的『貨櫃箱』,作為教授道理的課室,但要耗資3000美元,對我們是一筆龐大的費用。」 Angelika (俄語+意大利語字幕)說:「為了籌募龐大的經費,需要艱苦的工作。我們打電話給人家,解釋募款的目的。我們團體的家屬滿懷熱情的幫助我們。兩個月後,我 們的「貨櫃教理課室」開幕了。我們很高興能夠一起行動,相互信任和團結共融,達到具體又可見的成果。」[:]
Ago 13, 2015 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo

Plaza de la Revolución e monumento José Martí
C’è grande attesa nell’Isola per la visita del primo Papa nato in America Latina, prevista dal 19 al 23 settembre. Certamente un’attesa che si esprime in una grande varietà a seconda della coscienza e della conoscenza di chi sia il papa e cosa rappresenti. Se si chiede alla gente per la strada si sentono, infatti, risposte di ogni genere: “Credo che si tratti di una grande persona, mi auguro che da noi si senta come a casa sua”; “Speriamo che la sua visita porti cambiamenti benefici per la gente”; “Sembra un sogno! Ci sentiamo dei privilegiati”; “È una benedizione per questo piccolo popolo, di cuore grande, accogliere tre papi in soli 13 anni”. Infatti, solo Cuba e il Brasile possono vantare questo primato. E dello stesso parere sono tanti cubani che non nascondono l’orgoglio per la terza visita di un pontefice, credenti e non. I lavori di allestimento sono già in corso sulle strade e le facciate degli edifici di La Habana che si trovano lungo l’itinerario previsto e, in particolare, quelli della famosa “Plaza de la Revolución, José Martí” dove papa Francesco celebrerà la messa sono stati rimessi a nuovo. Così anche nella città di Holguín, mai visitata da un papa; nel Santuario nazionale di “La Vírgen della Caridad, del Cobre”; e anche a Santiago di Cuba, seconda città del Paese nella parte orientale dell’Isola, dove i restauri della bella e storica Cattedrale (1522) si sono ormai conclusi. Chiesa Cattolica e Stato. Con il trionfo di “La Revolución” (1959), a partire dal ’61 rapporti tra queste due realtà sono stati sempre più difficili e traumatici. “Il pensiero marxista derivato dal materialismo dialettico che verso la fine degli anni ’60 hanno portato avanti i giovani ribelli del governo rivoluzionario, ha condotto al secolarismo”[1]. Infatti, durante il Primo Congresso di Educación y Cultura (1971), si sono messe le basi per la secolarizzazione della società cubana, imponendo come dottrina ufficiale dello Stato il marxismo ortodosso, “l’asse rettore degli insegnamenti medi, medi superiori e universitari”. Nella Costituzione del 1976 si è determinata la regolamentazione delle attività religiose e si sono esclusi i credenti dal Partito Comunista Cubano (PCC). Durante gli anni ’80 si è allentata un po’ la morsa del regime, anche per “la partecipazione di sacerdoti cattolici ai diversi movimenti di liberazione in America latina, nelle guerriglie del Salvador, Honduras e Guatemala”, nonché per la visita, tra gli altri, di personalità religiose del calibro di Madre Teresa di Calcutta, del Gran Rabbino Israel Meir Lau e dei membri della Conferenza Episcopale Latinoamericana (CELAM). Nel IV Congresso del PCC (1991) si è aperta la partecipazione anche ai credenti all’unico partito politico. Da segnalare le importanti e storiche visite di Giovanni Paolo II (1998) e, poi, di Benedetto XVI (2012), che hanno segnato altri passi importanti verso la riconciliazione e la distensione che fanno ben sperare nell’ormai vicina venuta di papa Francesco. 
Il Santuario nazionale di “La Vírgen della Caridad, del Cobre”
Disgelo tra Avana e Washington. Per quanto papa Francesco cerchi di minimizzare il suo ruolo nella distensione dei rapporti tra i due Paesi, sia Barack Obama che Raúl Castro l’hanno riconosciuto non senza gratitudine. Il 20 luglio si sono riaperte le ambasciate in ambedue i Paesi in questione ed è prevista la presenza nell’Isola, il 14 agosto prossimo, del Segretario di Stato americano, John Kerry, per l’inaugurazione ufficiale dell’ambasciata USA. Si sa che ci vuole ancora l’approvazione da parte del Congresso americano, e non a caso il Pontefice dopo Cuba si recherà negli USA per ’8° Incontro Mondiale delle Famiglie (World Meeting of Families: WMOF) che si terrà a Philadelphia, dopo essere passato da Washington e New York. Sarà, infatti, il primo papa a parlare al Congresso degli Stati Uniti. In un’intervista rilasciata ai tanti giornalisti presenti sull’aereo che lo riportava a Roma, dopo l’impegnativo viaggio in tre paesi latinoamericani, a chi gli chiedeva sui benefici o svantaggi che potrebbe produrre questo “disgelo” tra Cuba e gli USA, Francesco ha risposto: “Tutti e due guadagneranno qualcosa e perderanno qualcosa. Perché in un negoziato è così. Quello che guadagneranno tutti e due è la pace. Questo è sicuro. L’incontro e l’amicizia e la collaborazione, questo è il guadagno!”.
I vescovi cattolici cubani. Ricordando le visite dei predecessori di papa Francesco “che arriverà come Missionario della Misericordia”, e tracciando una continuità spirituale tra le tre visite, la Conferenza dei vescovi cattolici, in un messaggio, si rivolge “ai figli della Chiesa Cattolica, ai fratelli di altre confessioni religiose, e a tutto il nostro popolo”. Si fa menzione della recente Lettera Pastorale di papa Francesco in preparazione all’Anno della Misericordia, che si aprirà il prossimo 8 dicembre. E i vescovi esortano tutti a prepararsi alla venuta del Papa, facendo “gesti di misericordia nell’agire quotidiano, come visitare i malati, condividere ciò che abbiamo, perdonare e chiedere perdono, consolare chi è triste, amare gli altri di più e meglio. Ci auguriamo – continuano – che questi giorni e sempre le nostre case siano luoghi di pace e di accoglienza per tutti quelli che sono in cerca di misericordia!”. Invitano, poi, ad “avere delle iniziative che dispongano il cuore dei cubani ad ascoltare e accogliere il messaggio di speranza e misericordia che ci porterà papa Francesco”. Un segnale positivo che non può certamente passare inosservato è la pubblicazione, in data 17 luglio, da parte di “Granma” – principale testata cubana e quotidiano ufficiale del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba -, del testo integrale di questo documento. Un gesto simile non accadeva da oltre 50 anni.
Il contributo del Movimento dei Focolari. I membri dei Focolari nelle varie comunità sparse sull’Isola, cercano di dare – insieme alla Chiesa – il proprio specifico contributo orientato principalmente alla formazione delle persone ai valori della fraternità, contro la “cultura della scarto”, privilegiando i più bisognosi, promuovendo l’unità nella diversità e proponendo il dialogo come metodo indispensabile per una convivenza pacifica in un Paese multiculturale.
Infine. Il messaggio dei vescovi cattolici ai cubani si conclude con la preghiera alla “Vírgen de la Caridad, Madre di Cuba, a Colei che invochiamo anche come ‘Regina e Madre della misericordia”, perché “abbia cura materna su questa tanto attesa visita. Lei, che ha accompagnato il nostro popolo nella buona e cattiva sorte, ottenga dal cielo una grande benedizione per Cuba e i suoi figli, dovunque si trovino, comunque la pensino e credano”.
Dall’inviato Gustavo Clariá
____________________________ [1] Dennys Castellano Mogena y Sergio L. Fontanella Monterrey, Sin pecado concebidas, La Caridad del Cobre en las artes visuales cubanas. Editorial UH, 2014, La Habana, pag. 66. (traduzione dell’autore) (altro…)
Ago 12, 2015 | Cultura
Is it possible for one person truly to love another? Am I able to love you for you and not for me? And when it comes to God, do I not use him as a prop for my own lack of maturity? This collection of short reflections will help us to see that true love between persons is possible and that our love of God is the fulfillment of our personal freedom. Again and again the meditations return to the first Christian, Mary, who emerges as the freest human being there has ever been. Available from New City Press (UK)
Ago 12, 2015 | Cultura
This book offers a faith perspective for reflecting on the experience of aging, drawing especially upon the wisdom of St. Ignatius of Loyola. It provides the reader with a context for understanding their spiritual journey and a variety of reflection questions aimed at deepening their gratitude and hope. The book uses poetry and quotations of well-known people to affirm the reader’s reflection process.
Available from New City Press (NY)
Ago 12, 2015 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria

Federico con suo papà
«Io sogno spesso e tanto. Un sogno ricorrente è una giornata di sole in cui i miei sentimenti e i miei pensieri si sciolgono in una sorgente di parole per tutti i miei amici. Che bello dev’essere poter parlare!». Federico non parla, anche se sa che la comunicazione non passa solo per il linguaggio. I primi sintomi sono evidenti già attorno al primo anno di età. Più cresce e più diminuisce la capacità di interazione con la realtà. A tre anni la diagnosi. È totalmente incapace di comunicare. Ha una delle forme più forti di Disturbo generalizzato di sviluppo, un disturbo gravissimo riconducibile all’ampio e variegato universo dell’autismo. A 8 anni avviene un fatto che cambia la traiettoria della sua incomunicabilità. Impara a scrivere con il computer e può finalmente digitare le sue prime parole, emozioni, sentimenti. È rotto il muro di silenzio con quelli che lui chiama i «neurotipici». Nell’agosto del 2002, la famiglia è in vacanza a Palinuro. Federico qualche parola l’ha sempre espressa, brevi frasi, ma intense. «Mamma cos’ho?». «Perché proprio a me?». E scrive sul suo computer la parola autismo. Ne è perfettamente consapevole. l 20 febbraio del 2010 scrive al suo amico Gabriele: «Ho bisogno che voi mi aiutate a uscire dalla mia prigione. Vedi, io sono molto solo perché non riuscire a comunicare a voce è un grosso limite. Non capisco come fate voi non autistici a trovare nella vostra testa al volo tutte quelle parole così giuste e a dirle così velocemente ed anche con espressioni del volto che contemplano ciò che voi volete comunicare. Per voi è normale ma a me sembra un miracolo. Io a fatica riesco a scrivere una lettera per volta e solo se papà mi è vicino».
Ora che sa scrivere, cresce l’autostima, fino a pubblicare un libro Quello che non ho mai detto dove per la prima volta possiamo vedere il punto di vista di un ragazzo che spiega con osservazioni rare e preziose la sua sindrome. Esce così dal suo isolamento, prova finalmente la gioia di condividere le sue emozioni, conclude con successo gli studi fino a raggiungere la Maturità scientifica. Ancora oggi Federico non dice quasi nulla. “Vi assicuro – scrive – che sono quasi incapace di parlare verbalmente, mi esprimo con parole singole, solo di rado con una piccola frase. So scrivere a mano solo in stampatello molto grande e incerto”. È grazie al computer che gioca per la prima volta con un amico, che si presenta ai suoi compagni di prima media e che, anni dopo, partecipa “attivamente” alle riunioni del gruppo cresima. “Piano piano – racconta – il mio pc portatile è diventato un compagno inseparabile. Con il mio computer e con il supporto di una persona preparata ad assistermi, posso veramente dire la mia in ogni situazione”. Oggi Federico studia percussioni, ha tanti amici, aiuta persone con autismo in famiglia con consigli di vita quotidiana, ha tanti progetti per il futuro. «Ora la mia vita ha trovato il suo corso», scrive, «grazie agli operatori che mi hanno insegnato il metodo, ai miei genitori che con entusiasmo si sono lanciati in questa avventura. Io oggi sono felice della mia vita e il merito, in gran parte, è loro». Ma non pensa solo a se stesso: «Quanti autistici mentalmente perduti avrebbero potuto essere altri Federico se diagnosticati presto, ben supportati nell’età dello sviluppo e molto amati?». Il suo sogno, quando sarà grande è: «Andrò in giro per il mondo a vedere donne incinte per capire se i loro bimbi sapranno parlare e curare l’autismo. Io giocherò con i loro bimbi per aiutarli a crescere e a imparare a parlare. Quando un bambino avrà bisogno di me, io sarò lì ad aiutarlo». Fonte: Città Nuova online (altro…)
Ago 11, 2015 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Anche alcuni monaci buddhisti che frequentano il Focolare la conoscevano bene. Benedetta era una donna che si lasciava avvicinare e conoscere, senza timore e con delicatezza. Sapeva accoglierti e da lei potevi andare in qualsiasi momento. Un problema, grande o piccolo, una necessità urgente, una cosa bella da condividere: lei non si scandalizzava di nulla, conosceva bene l’animo degli uomini e delle donne e li sapeva amare. Un vescovo una volta disse di Suor Benedetta che era “una suora d’oro e d’argento” per tutto il denaro che sapeva trovare per i poveri. Andando all’estremo nord della Thailandia era d’obbligo passare da lei e ‘chiacchierare’ un po’, come diceva lei. Gioiva di tutte le notizie della ‘sua grande famiglia’, come amava chiamare il Movimento, e ridonava questa vita a tante altre persone. Magari poi trovavamo in una delle Mariapoli estive persone a cui lei aveva parlato dello spirito dell’unità, oppure qualcuno che passava in focolare a trovarci perché ne aveva sentito parlare da Sister Bene. Insomma, Benedetta era una vera ‘madre spirituale’ che ha donato tanta vita soprannaturale a tanta gente presente al suo funerale, partecipato da vescovi, sacerdoti e da un foltissimo ‘popolo di Dio’ che ha riempito all’inverosimile la chiesetta di Wien Pa Pao, col convento adiacente, dove lei abitava.
Sister Bene, al secolo Benedetta Carnovali, classe 1925, è stata una colonna per il Movimento: tanti dei membri che compongono oggi la comunità dei Focolari in Thailandia sono stati avvicinati personalmente da lei (anche buddhisti). ‘Una vera suora di Maria Bambina ed una vera focolarina’, come è stata definita da qualcuno: una suora ‘fuori dal comune’, sempre di corsa per portare qualcosa a qualcuno e al tempo stesso ‘ferma’ ad amare personalmente chi incontrava. Un’amica che ti chiamava per farti gli auguri d’onomastico, anche se ogni anno la sua voce si faceva sempre più flebile, ma non la sua forza interiore. Avvicinandola non si aveva mai l’impressione di disturbarla: sembrava che aspettasse solo te e non avesse altro da fare. E non era così, a giudicare, per esempio, da tutte le adozioni ‘a distanza’ che portava avanti personalmente, fino ai suoi ultimi giorni. Sister Bene, ha conosciuto la spiritualità dell’unità da un religioso, nel 1963, e da quel momento ha dato la sua vita affinché tanti, in Myanmar, dove era in quel periodo, e poi in Thailandia (dopo che tutti i religiosi furono espulsi dal regime), potessero conoscere ed iniziare a vivere questa via dell’unità. Trasferitasi poi in Thailandia, ha continuato ed approfondito la sua amicizia con i Focolari. Quando aveva, raramente, l’occasione di poter passare qualche giorno con noi, si nutriva avidamente dei discorsi di Chiara Lubich. Come tutti coloro che realmente seguono Dio, Suor Benedetta ha incontrato anche lei la sua notte, ‘la tempesta’ nel seguire Gesù e l’ha affrontata da vera discepola di Gesù, con una carità eroica. Profondamente unita con Vale Ronchetti, una delle prime focolarine, è andata avanti, in mezzo a molte incomprensioni: “Com’è possibile che una suora faccia parte di un movimento laico?”, si è spesso sentita chiedere; e ad altre piccole e grandi ‘persecuzioni’ umanamente assurde. Eppure, sicuramente e misteriosamente, Dio si è servito anche di queste per rendere Suor Benedetta sempre più suora, sempre più ‘figlia spirituale di Chiara’ (come lei diceva spesso) e quell’apostola dell’unità che non ha pari nel sud est asiatico a giudicare dai frutti che ha portato. Ci lascia un’eredità di carità, di dolcezza, di tenerezza e di grande forza, d’amore e di servizio agli ultimi: alla gente della tribù Akha, per esempio. Ci lascia quel sorriso tipico di chi sperimenta che è possibile trasformare il dolore in Amore e ne fa il suo motivo di vita. Suor Benedetta è ‘volata’ in cielo all’età di 90 anni, dopo aver ascoltato la canzone che lei amava tanto: ‘Solo grazie’; è morta consumata ma serena, come aveva sempre vissuto; nella pace perché certa, che ‘quelle braccia’ che l’hanno accolta fin da bambina (lei era orfana dei genitori) e portata avanti nella sua vita di religiosa, la stavano aspettando per l’ultimo abbraccio e l’ultimo tratto di viaggio: il più importante. Una donna meravigliosa, insomma, che testimonia che anche oggi ci si può far santi. Luigi Butori (altro…)
Ago 10, 2015 | Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Giovani di 5 religioni e di varie denominazioni cristiane, appositamente selezionati come leader emergenti in campo ambientale, si sono dati appuntamento alla cittadella Luminosa dei Focolari (Stato di New York-USA) per riflettere sulla salvaguardia del pianeta inteso come casa comune. Guidati dalle idealità di Religions for Peace (RFP) e dei Focolari, il Teach-in è iniziato con un’analisi sulla realtà attuale dell’ambiente e il forte legame tra la stabilità globale e il cambiamento climatico. Un fenomeno, quest’ultimo, che richiede una nuova presa di coscienza anche nell’ottica, sottesa dal titolo dato a questi tre giorni, della pace nel mondo. E che forse troverà soluzione proprio grazie alla sinergia fra gli appartenenti ai diversi contesti religiosi. È quanto auspicavano gli organizzatori del Teach-in che si è svolto a fine luglio. Pur nella varietà dei loro credo, sono giunti alla comune consapevolezza che ogni sforzo per l’ambiente sarà tanto più efficace quanto più sarà fatto ‘insieme’. Tra gli interventi, quello del Rev. Richard Cizik (New Evangelical Partnership) e del rabbino Lawrence Troster, bioeticista, il quale ha affermato che “entro il 2050 potremmo avere 50 milioni di rifugiati climatici, con gravi conseguenze sulla pacifica convivenza fra i popoli”. A queste parole ha fatto eco Asma Mahdi, oceanografo e membro di Green Muslims, evidenziando che sono proprio i Paesi a maggioranza islamica i più vulnerabili: «In Bangladesh, ad esempio, se il livello del mare dovesse continuare ad innalzarsi, entro il 2050 il 17% del territorio risulterà allagato, costringendo 18 milioni di persone a spostarsi altrove». Cifre allarmanti queste, come alcune isole polinesiane a rischio di sommersione.
Fra i relatori c’era anche mons. Joseph Grech, della Rappresentanza della Santa Sede presso le Nazioni Unite, che riportando alcuni tratti dell’enciclica di Francesco «Laudato sì», ha sottolineato come l’economia e l’ecologia camminino di pari passo, proprio perché ogni nostra azione ha sempre un impatto sulla natura. Del medesimo avviso si sono dichiarati tre ricercatori ambientali di tre diverse Università americane: Robert Yantosca (Harvard), Valentine Nzengung (Georgia) e Tasrunji Singh (Ohio), per i quali le rispettive convinzioni religiose sono diventate fattore motivante e guida nell’impegno scientifico a favore dell’ambiente.
‘In uscita’ è la parola chiave che ha condotto la seconda parte del Teach-in e che ha permesso di delineare una serie di comportamenti da mettere in atto. John Mundell dei Focolari, titolare di una società di consulenze ambientali, ha fornito una panoramica di iniziative compreso il “Cubo della Terra”, le cui 6 facce riportano validi suggerimenti quotidiani per rinnovare e conservare un ambiente sano. C’è stata anche la visita a dei progetti di bonifica presso la vicina Federal Reserve Esuarine. Aaron Stauffer, direttore esecutivo di RFP, a conclusione ha affermato: “È stata una testimonianza del potere di cooperazione multireligiosa e di pace”. E Raiana Lira, brasiliana, che sta concludendo il suo dottorato in ecologia: “abbiamo sperimentato di avere almeno due cose in comune: un intenso interesse per la sostenibilità del pianeta e una credenza religiosa che ci offre le giuste motivazioni per prendercene cura. Ciascuno di noi eravamo venuti con le nostre convinzioni ed idee personali ed ora ci ritroviamo tutti uniti nel comune obiettivo di tanti: la tutela della terra e dei suoi abitanti”. (altro…)
Ago 9, 2015 | Centro internazionale, Spiritualità
«Stare ai campi, attendere alla vita delle piante, partecipare, dentro gli ampi silenzi, segnati dai cicli solari e lunari, all’opera di creazione della vita naturale, è compito, anch’esso, quasi sacerdotale, che vuole raccoglimento e sacrificio: vuole il coraggio di sapersi sentire a tu per tu con la propria anima, dentro l’aspettazione dell’universo e, nei contatti con la natura, che è un miracoloso vivaio, sapersi sentire, senza stramazzare, alla presenza di Dio». (FIDES, luglio 1938) «Ci volle una bellezza e una purezza superiore all’ideale umano perché l’uomo salisse sino a contemplare Maria. Fu lei che lo tirò su: e in quella contemplazione sbocciarono le aspirazioni più belle dell’anima, che cercarono di fermarsi in espressioni d’arte, le più alte mai raggiunte. La maternità, la tenerezza muliebre, la rassegnazione e la pietà trovarono in Maria un modello, e un alimento: e l’umanità ne nutre la sua passione più bella, nei momenti che più si solleva oltre la brutalità, per un impeto di divinizzazione». (FIDES, marzo 1938) «La rivoluzione cristiana non fece complotti, non sovvertì istituti, non uccise tiranni: ma immise nell’organizzazione fatiscente del mondo antico, nella famiglia logora, negli istituti giuridici affetti da decrepitezza, nei rapporti sociali intossicati dalla cupidigia, un fermento nuovo: il fermento dell’amore, che li rigenerò: quello per cui, di colpo, davanti al padrone venne a trasfigurarsi la natura dello schiavo, davanti all’uomo assunse un valore nuovo la donna, davanti al greco e al romano s’avvicinò dalle sue distanze abissali il barbaro e l’operaio». (FIDES, febbraio 1943) «II cristiano cosciente – il santo – è uno che utilizza il tempo con una cura d’ogni attimo, sommando quante più opere nello spazio breve, per l’onore del Capo di casa, per il buon nome comune, per la salute dei fratelli. Questa attività, questo apporto, si chiama nel linguaggio corrente apostolato. Un cristiano che non ne fa, nei modi e nel tempo consentitigli, è un cristiano che ignora il suo posto nella Chiesa: che ignora la Chiesa. La Chiesa nell’atto che vive, agisce: fa azione. Noi diciamo fa azione cattolica. E questa si fa in mille modi: c’è posto per tutti. La può fare un poeta e la può fare un deficiente; un anacoreta e un cenobita, un capo di famiglia e un caposezione, il metropolitano in istrada e il ciabattino in bottega». (FIDES, ottobre 1938) Fonte: Centro Igino Giordani (altro…)
Ago 8, 2015 | Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Ginevra, rue de Montbrillant n.3 Come ogni venerdì, mi reco al “Jardin de Montbrillant”, un luogo d’accoglienza e d’incontro per persone bisognose di questa città cosmopolita, dove è possibile consumare dei pasti. Oggi, come di consueto, accogliamo a mezzogiorno circa 150 persone di ogni nazionalità. La sala è già piena e tutto sembra svolgersi nel migliore dei modi. Fra gli abitudinari di questa folla variegata noto sempre qualche volto nuovo. Il mio compito è trovare un posto per ciascuno, negoziare con l’uno o cl’altro perché accetti un nuovo vicino, evitare che le tensioni degenerino in modo che il pasto possa venire consumato con tutta tranquillità, cosa non sempre facile dato lo stato fisico e psichico della maggior parte dei nostri ospiti. Ma a me interessa soprattutto riuscire a creare un contatto fraterno, confortare chi appare triste, depresso, ascoltare chi si sente angosciato, ridare speranza … Insomma, creare un’atmosfera di famiglia affinché tutti si sentano amati così come sono, al di là della diversità di età, nazionalità e religione. Mentre siamo a tavola, la porta della sala si apre e arrivano tre nostri amici arabi accompagnati da due nuovi venuti. Noto subito l’espressione minacciosa e dura del loro volto. Appena entrati, urlano che vogliono sgozzare tutti i presenti e dare fuoco al locale. Il motivo: si sentono gravemente offesi dalle caricature del Profeta apparse sulla stampa nei giorni precedenti, notizia principale dei giornali. Subito l’atmosfera si fa tesa e circolano propositi violenti. Vedo già volare piatti e piovere colpi. Occorre intervenire senza indugio perché la situazione può degenerare pericolosamente. Ma che dire, cosa fare? Mi sento impotente, ma riconosco in questa acuta sofferenza e nella nostra società che difende la libertà assoluta, a scapito dei valori profondi, il grido dell’Uomo-Dio sulla croce: “Mio Dio, perché mi hai abbandonato?”. E’ lui che si presenta ora, attraverso la reazione dei due seguaci dell’Islam. Metto tutto nelle sue mani e mi alzo per andare loro incontro. Dichiaro di condividere la loro pena e propongo di parlarne, ma dopo aver mangiato, se lo ritengono importante. Al mio invito pacato, si lasciano convincere a sedersi a tavola; di colpo l’aggressività scema e ritorna la tranquillità come se ciascuno avesse capito le motivazioni che hanno determinato quello scoppio di rabbia. Il pranzo termina nella calma. Resto accanto ai due per far sentire loro tutto il calore di cui sono capace. Dopo il pranzo, si scusano per le parole pronunciate e manifestano rammarico per aver esternato propositi di vendetta. Segue ancora un momento di scambio sulla nostra rispettiva fede nel pieno rispetto e comprensione reciproca. Prima di partire mi abbracciano, grati per essere stati ascoltati. Ora i loro volti distesi esprimono tutt’altri sentimenti che all’inizio. (Paquita Nosal – Ginevra) Fonte: Città Nuova – n.13/14 – 2015 (altro…)
Ago 7, 2015 | Cultura, Focolari nel Mondo
[:zh]https://vimeo.com/131558378 Polonia Boguslaw Musiolik, EKa 社會長 presidente società EKa (波蘭語+意大利語字幕): ……1991年,共融經濟計畫也傳到波蘭。起初,我們對這個概念不大認同,覺得是共產主義的一種回浪。不久,我們才瞭解到這完全是另一回事。共融經濟的理念幫助我們為別人著想。這種意識大大感染了我們。 不久,我們認識了兩位從Slesia來的青年。他們做糧食批發,也對共融經濟抱有很大的期望。我們便決定合作創辦一家共同企業。雖然我們從事的部門都各自不同,共融經濟的概念卻把我們緊緊地聯合在一起,產生強而有力的協同效應。公司發展得非常順利。 旁述:共產主義倒臺後,海外資金開始湧入波蘭。外資的巨型購物中心和超級市場,與本地商場形成劇烈的競爭。很多公司都倒閉。 Robert Szczepanski, CdA EKa (波蘭語+意大利語字幕): 當時危機四伏,不少公司沒有支付我們,所以我們要抵償相當的損失。不幸,正就在這一段時期,我中了風,一年半不能上班。當其他合夥人協力去推進營業時,我只可以為他們祈禱。 Alojzy Lazar (波蘭語+意大利語字幕): 有一家倒閉了的公司欠我們好幾萬波幣 (zloty)。我們有兩個選擇,用法律途徑追討債項, 或與他們展開對話。看見他們非常困難的處境,我們選擇了第二途徑。 旁述: 結論就是Eka聘用了債主的四名職工,他們又把店舖的物業轉讓給Eka, 包括店主的馳名製作 Zurek 濃湯, 是一味以黑麥製成的傳統食品,用家庭企業方式製造。 Alojzy Lazar (波蘭語+意大利語字幕): 由於這些變動,今天我們的產品也包括了Zurek 和Smalek湯, 也是我們最暢銷的兩種食品。 Robert Szczepanski (波蘭語+意大利語字幕): 現在我們一共有40名員工,六名波蘭合夥人和一名德國合夥人。我們一年接收九百萬波幣的訂單。我覺得經營一家以共融經濟價值觀為本的企業是非常值得的。[:]
Ago 7, 2015 | Cultura, Focolari nel Mondo
https://vimeo.com/131217663 (altro…)
Ago 6, 2015 | Chiara Lubich, Cultura, Focolari nel Mondo, Senza categoria, Spiritualità
Così è dell’editoriale a sua firma del 20 aprile 1958. Con scrittura incisiva ed efficace, Chiara Lubich tratteggia le impressioni riportate da una visita all’Expo ‘58 di Bruxelles nella primavera di quell’anno. Si era recata in Belgio per la settimana di Pasqua: il Movimento iniziava proprio allora a muovere i suoi primi passi oltre la cerchia delle Alpi, nel cuore dell’Europa. Si comprende allora la grande impressione suscitata dalla visita: «Il 17 aprile – scrive Chiara Lubich – s’è aperta la mostra internazionale di Bruxelles. […] È qualcosa di colossale. Le più grandi potenze, i più grandi Stati dei cinque continenti sono andati a gara nello sfoggiare il meglio della loro genialità. […] Alla vista di queste costruzioni modernissime, arditissime nelle linee, nei colori, nelle luci, ma spesso composte in un sano e artistico equilibrio, con espressioni architettoniche le più varie, le più strane, non si può non rimanere ammirati. […] Il padiglione, che ha attirato la nostra attenzione però in modo particolare, è stato quello della Santa Sede. Si erge quasi di fronte a quello sovietico ed accanto a quello americano. È denominato “Civitas Dei”. Porta nel cuore una chiesa, improntata a uno stile snello e armonico, forse perché ricco di contenuto, molto elegante e modernissima. […] Lì sotto s’erge un altare, dove saranno celebrate di continuo delle Sante Messe. […] Gesù vivo, quindi, che continuamente s’immola per tutti, e la parola della verità di un Re che non è di questo mondo, sono le ricchezze esposte a Bruxelles dalla “Città di Dio”, mentre accanto, fra il resto, un rompighiaccio atomico, lo Sputnik II, una monumentale statua di Lenin occuperanno il Padiglione sovietico; un teatro gonfiabile e molte espressioni dell’arte moderna e del folklore il padiglione americano. Sì, Gesù alla mostra di Bruxelles, come un giorno Gesù alle nozze di Cana. Il Figlio dell’Uomo non disdegna di mescolarsi a tutte le faccende umane e, attraverso l’armonioso suono delle campane, farà arrivare il ricordo dell’eterno e del divino a tutti coloro che si sono lì riuniti, ad esaltare le capacità dei popoli, che Egli ha creato. Gesù che muore sull’altare per tutti, anche per quelli che di Lui non si curano, gonfi magari della loro scienza, delle loro scoperte, o che, addirittura, Lo combattono. Gesù, che insegna ancora la Verità attraverso coloro di cui ha detto “chi ascolta voi ascolta Me”. Questi i doni, il «prodotto» della Chiesa Cattolica, che Lo continua. Gesù Eucaristia, il frutto della Chiesa, come già un tempo Gesù di Nazareth, il frutto del purissimo seno della Vergine Maria. E lì all'”Expo ’58”, come in ogni nostra chiesa, Gesù cercherà di saziare la sete di luce, di amore, di ardimento, di potenza, negli uomini. Gesù espone Se stesso, o meglio il suo concreto amore, e si offre per salvare gli uomini anche lì, dove tutto parla di energia atomica, di tecnica, di invenzioni, di novità. È Lui la più grande novità, l’eterna scoperta, mai scoperta; Colui Che rimarrà, anche quando nei secoli nessuno ricorderà i particolari della mostra di Bruxelles, come nessuno oggi sa il nome degli sposi di Cana. Sta lì per non lasciare delusi, per riempire il vuoto che si creerà in molte anime – nonostante lo sciorinamento delle ricchezze più belle di oggi – quando si sarà sperimentata la vanità di tutto, anche del meglio, che non sia radicato in Dio […]». Fonte: Centro Chiara Lubich. Leggi il testo integrale (altro…)
Ago 5, 2015 | Cultura, Focolari nel Mondo
Una nobiltà nascosta, nutrita di gesti semplici, poco eclatanti. Una naturale gentilezza e amabilità, una viva intelligenza del cuore che lo portavano a tessere rapporti veri e profondi con tutti.

Così era
Pier Giorgio Colonnetti (1930-2013). Così lo ricordano tutti. Così ritorna nelle parole dell’amico Franz Coriasco che nel volume ne riscostruisce la vita: la famiglia d’origine, piemontese, colta (il padre è lo scienziato Gustavo Colonnetti), di illustri frequentazioni (tra gli altri, Laterza, Casati, Gobetti, Croce); l’infanzia e l’adolescenza serene; il lavoro nella fabbrica Olivetti di Ivrea e l’impegno nel sindacato fino all’incontro con la spiritualità del Movimento dei Focolari di Chiara Lubich, alla quale aderirà insieme alla moglie Simonetta. Inizia per lui una nuova importante stagione di vita: l’impegno in prima linea nella realtà internazionale delle Famiglie Nuove; Presidente per 11 anni della ONG AMU, Azione Mondo Unito, il lavoro in Umanità Nuova, punta avanzata dell’ecosistema focolarino nel sociale, il dialogo con gli altri Movimenti nella Chiesa. Ed.
Città Nuova
Ago 5, 2015 | Chiara Lubich, Chiesa, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Con la realizzazione della seconda parte si è concluso il Corso per Educatori nei Seminari a Loppiano, del biennio 2014-2015, frequentato da una ventina di sacerdoti di Brasile, Kenia, Nigeria, Tanzania, Indonesia, Tailandia, Italia, Olanda, Spagna e Malta. “Guardando complessivamente il corso, mi sembra di poter dire che l’obiettivo di proiettare la luce del carisma dell’unità sul mondo della formazione nei seminari è sostanzialmente riuscito.” “La partecipazione al corso mi ha reso più attento al significato e al valore del mio servizio ecclesiale come formatore, particolarmente nella prospettiva di una chiesa-comunione: anche dal tipo di formazione che si vive nei seminari dipende il volto della Chiesa di domani.” “Questo corso mi interpella a vivere questo modello di vita contemplato insieme; a lasciarmi plasmare dalle circostanze, dai fratelli , a cambiare il mio modo di pregare , di pensare. Restare legato spiritualmente e per quanto possibile concretamente negli scambi virtuali e diretti con l’équipe che lo promuove e con tutti i partecipanti”. Sono alcune impressioni dei partecipanti. Il Corso si è strutturato in quattro settimane nell’arco di un biennio. Nella seconda parte, quella realizzata quest’anno, si è passati al concreto degli aspetti della formazione, suddividendola in sette grandi aree: Dono di sé e comunione; Apertura all’altro: dialogo e testimonianza; Unione con Dio: interiorità e santificazione; Vita a corpo mistico e corporeità; Armonia personale e edificazione della comunità; Sapienza, studio e cultura; Comunicazione e media al servizio della comunione. Tenendo sempre come filo conduttore del corso il trinomio preghiera-vita-pensiero, si è lavorato con un coinvolgimento reciproco tra i partecipanti e i relatori. Inoltre, corsi come questi si sono svolti a Bangkok, nel 2013, con una sessantina di partecipanti provenienti dei paesi al sud della Cina. E ne sono previsti altri simili nelle Filippine, in Kenia, Costa d’Avorio, in Brasile e Colombia. Negli ultimi 8 anni sono passati da questi corsi circa 200 formatori di seminari, provenienti da una trentina di paesi di quattro continenti. (altro…)
Ago 4, 2015 | Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo

Programma LoppianoLab 2015
Torna venerdì 25 e sabato 26 settembre prossimi, LoppianoLab, il laboratorio nazionale di economia, cultura, comunicazione e formazione promosso dal Polo Lionello Bonfanti, dal Gruppo editoriale Città Nuova, dall’Istituto Universitario Sophia e dal Centro Internazionale dei Focolari di Loppiano. IN DIRETTA STREAMING molti eventi: Venerdì 25 e Sabato 26 settembre, Giunto alla sesta edizione, quest’anno l’appuntamento porta il titolo “Oltre la paura. Cultura del dialogo, cittadinanza attiva, economia civile”. Di fronte ai ripetuti episodi di cronaca nazionale e internazionale che su vari fronti sembrano “seminare” ansia e preoccupazione, LoppianoLab propone piste di riflessione e di azione. Dibattiti, workshop e tavole rotonde affronteranno temi di grande attualità: dal gender all’immigrazione, dall’economia al dialogo interculturale e religioso, dalle relazioni interpersonali al tempo dei social. LoppianoLab guarda all’attualità con l’obiettivo di offrire un contributo positivo alla vita politica, culturale, sociale ed economica della nostra società. Insieme, come sempre, alle reti di cittadini, imprenditori e lavoratori, giovani e adulti, docenti, artisti, politici, uomini e donne che lavorano per il bene comune del nostro Paese. I laboratori 2015. I tradizionali laboratori tornano anche nella presente edizione con diverse tematiche al centro della vita e del dibattito del Paese: famiglia, periferie, dialogo con l’Islam, identità sociale e comunicazione. Esperti, professionisti, esponenti del mondo culturale, politico ed economico dialogheranno con i partecipanti alla ricerca di piste di lavoro e prassi da implementare nei quattro ambiti che toccano quotidianamente la vita personale e collettiva delle nostre comunità. Famiglia sotto tiro – si parlerà di Gender, politiche familiari, coppie di fatto. Periferie esistenziali – al centrò sarà il dramma della povertà nel nostro Paese ma anche nelle diverse aree del pianeta. Si affronteranno anche le tematiche dell’emarginazione e dell’infanzia disagiata. Dialogo con i musulmani –problema o risorsa? Un’occasione unica anche per conoscere il fenomeno dell’Isis all’interno del panorama del terrorismo nello scacchiere mondiale. Identità sociale al tempo della comunicazione 2.0 – Uno sguardo lucido e qualificato alle nostre relazioni, incoraggiate, mediate o condizionate dall’uso dei Social Media. Promotore di questi incontri che all’interno della manifestazione fungono da punto di raccordo tra idee, progetti e prassi, è il Gruppo Editoriale Città Nuova, che, sempre il 26 settembre prossimo, presenterà attività e progetti nel corso di un incontro dal titolo “Un anno con Città Nuova”. Programma – Prenotazione online – Tutte le dirette streaming Previsti alloggi economici per giovani e famiglie. Informazioni allo (+39) 055.9051102. Comunicato stampa n. 1 Comunicato stampa n. 2 Comunicato Stampa n.3 Comunicato Stampa n.4 Comunicato Stampa n.5 Comunicato Stampa n.6 Notizie e possibilità di prenotarsi sui siti dei 4 enti promotori: www.cittanuova.it – www.pololionellobonfanti.it –www.loppiano.it – www.iu-sophia.org e sul blog di LoppianoLab: www.loppianolab.blogspot.it Città Nuova
Ago 3, 2015 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria, Sociale
Baobab è uno dei tanti centri di raccolta profughi, nei pressi della stazione Tiburtina di Roma. Accoglie circa 400 eritrei, somali e sudanesi, giovani uomini e donne, cristiani e musulmani. «Li c’è un felice, caldo, libero, caotico e anarchico volontariato auto convocato – racconta S. –: ognuno va, vede cosa c’è bisogno, aiuta, chiama amici… E funziona benissimo! Ottenuto il consenso dei Responsabili del Banco Alimentare di Roma, insieme con un giovane che coordina tutto il volontariato del Centro Baobab, siamo andati a Fiano Romano ed abbiamo caricato una ventina di quintali di ottimo cibo (pasta, zucchero, carne in scatola, 600 yogurt, scatoloni di olio, 120 ananas, 30 cassette fra pesche e pesche noce, 100 pezzi di grana padano, e molto di più). Già alle 10 c’erano circa 40°! Siamo arrivati al Centro verso le ore 13 dove erano già in fila per il pranzo almeno 500 ragazze e ragazzi, ordinati e pazienti, nella maggioranza eritrei, tutti provenienti dagli sbarchi di quei famigerati barconi che vediamo al telegiornale. I gradi erano almeno 42° a quell’ora. Nell’arco di una decina di minuti, i ragazzi, senza nemmeno bisogno di chiederlo, si sono messi in fila ordinata ed hanno scaricato, molto ordinatamente, il ducato strapieno, portando tutto il materiale nel magazzino. Non un solo yogurt o una bibita è stata presa, tutto perfettamente riposto al posto giusto. Poi, sono tutti rientrati nella fila di attesa del pranzo. Anche a me è stato servito un piatto che ho condiviso con molta gioia con loro. Il Centro di accoglienza non punta alla assistenza soltanto, ma soprattutto al coinvolgimento ed alla integrazione dei rifugiati stessi. Questo garantisce il rispetto della dignità di ciascuna e ciascuno di coloro che vengono accolti. Molti poi, appena possono, raggiungono parenti ed amici in altri Paesi Europei. La fila dei cittadini romani che portano aiuti di ogni genere è costante e anche commovente. Arrivano tali e tanti aiuti che, spesso, portiamo scatoloni di roba ad altri centri di assistenza. Mentre ero lì a stringere mani, a fare delle conoscenze, è arrivata la prima bimba nata da una ragazza rifugiata accolta nel Centro. È arrivata dall’ospedale all’età di 20 giorni. Medici, infermieri, volontari, tutti intorno a farle un sorriso, volendo almeno vederla. Un segno di come la vita va avanti, sempre. Sono tornato a casa stanco, sudato come non mai … Ma nel cuore e nell’anima una gioia molto speciale, una serenità impagabile, la vera ricompensa per un piccolo gesto in favore di quelle bellissime creature che in questo momento vengono chiamati “rifugiati”… A fine mese siamo già d’accordo di fare un altro carico. Inoltre, attraverso un amico la cui famiglia gestisce cinque supermercati, organizziamo anche una raccolta periodica di quei prodotti che scadrebbero a breve e che, invece, portati al Centro possono essere consumati in un paio di giorni. Ringrazio i rifugiati eritrei ed i volontari del Campo Baobab per avermi dato l’opportunità di vivere un momento veramente bello, prezioso, che, sono certo, si ripeterà nei prossimi giorni e in futuro. Mi sento un privilegiato e lo sono veramente!» (S.D. Italia) (altro…)
Ago 2, 2015 | Chiara Lubich, Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Senza categoria
In vista del Convegno Nazionale della Chiesa in Italia (Firenze, 9-13 novembre 2015), la Rivista «gen’s» del Gruppo editoriale Città Nuova dedica l’ultimo numero a questo evento. Articoli e testimonianze mettono a fuoco nodi tematici, ma anche esempi di un’azione in sinergia per servire la persona e rinnovare la società. Sono molteplici gli approcci con cui la rivista si accosta alla sfida espressa dal motto dell’evento di Firenze «In Gesù Cristo il nuovo umanesimo». Un umanesimo che – secondo la Traccia preparatoria – non dovrà essere un progetto astratto, ma “in ascolto”, “concreto”, “plurale e integrale”, oltre che ancorato all’interiorità e alla trascendenza. E perciò da ricavare dal vissuto, con l’apporto di tutti, in un lavoro “collegiale” che mira – così la Presentazione della Traccia – a un “coinvolgimento diffuso”. Se l’Editoriale a firma dell’esperto di catechesi e di dottrina sociale Enrique Cambón esplora una delle chiavi di lettura del documento di lavoro – «la persona vive sempre in relazione» –, il docente di filosofia Claudio Guerrieri, membro del Comitato preparatorio, rilegge la “Traccia” e il cammino verso il Convegno dalla prospettiva di una “Chiesa in uscita” lanciata da Papa Francesco nella Evangelii gaudium. Vengono riportate poi riflessioni di fondo che risalgono agli incontri preparatori nel mese di maggio a Perugia e a Roma. Il teologo Piero Coda, in un’intervista, si sofferma sulla domanda di scottante attualità del rapporto fra il Dio Unico e la Pace, mentre l’economista Luigino Bruni riflette su “La forza del dono vulnerabile” e il coraggio di rischiare come presupposti di un rinnovamento. Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, osserva che il cammino verso Firenze richiede una conversione e scelte forti e in questa luce rivisita le cinque “vie” evidenziate dalla Traccia preparatoria: uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare. Patrizia Bertoncello, membro del direttivo della Consulta Nazionale per le Aggregazioni Laicali (CNAL), ha intervistato vari leader di aggregazioni sull’importanza del Convegno di Firenze e sul modo in cui si preparano a questo evento le realtà che essi rappresentano. Rispondono Mario Landi del Rinnovamento nello Spirito, Matteo Trufelli dell’Azione Cattolica, Roberto Fontolan di Comunione e Liberazione e Paola Dal Toso dell’Agesci. Due testimonianze, una raccolta al Nord e l’altra al Sud del Paese, portano esempi di feconde sinergie per mettere in moto un reale cambiamento: l’originale “Lettera alla Città” con cui le sette parrocchie del decanato di Cinisello Balsamo si rivolgono annualmente alla cittadinanza e alle istituzioni, e il “Festival dei diritti dei ragazzi” a Nola che a ritmo annuale vede convergere una ventina di scuole e altrettante realtà aggregative per una settimana di iniziative per riflettere sulla situazione delle nuove generazioni e riconvertire il territorio in comunità educante. Una raccolta di testimonianze e riflessioni, dunque, che guarda a questo momento di bilancio e di progettazione della Chiesa in Italia a metà decennio, ma è pervasa anche da un respiro universale. In questo senso, una terza esperienza presenta l’iniziativa Living Peace che, partita da un liceo del Cairo, ha raggiunto 103 Paesi del mondo, con il coinvolgimento di oltre 50 mila bambini, ragazzi ed adulti, portando a cambiamenti positivi nei diversi ambienti. Prospettiva universale che, del resto, si avverte sin dalle prime pagine del numero, con il testo di Chiara Lubich «Ho un sogno», quasi un manifesto per il nuovo millennio che l’autrice aveva scritto alla vigilia del 2000. Per accedere agli articoli: http://www.cittanuova.it/FILE/PDF_NUMERO_ALTRI/GENS_3_2015NUMERO.pdf Per l’acquisto di «gen’s» (5 euro cad.) e abbonamenti: abbonamenti@cittanuova.it
Ago 1, 2015 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale, Spiritualità
N
el 2012, mentre ero ospite della famiglia di un amico, sono entrati in casa tre uomini armati. Dopo averci malmenati e costretti a terra, puntandoci le pistole continuavano ad urlare: “dove sono i soldi?” Il padrone di casa, rivolto ad uno di loro ha provato a dirgli che lo perdonava, ma che quello non era il modo di fare le cose. A queste parole egli si è arrabbiato ancora di più e tutti noi avevamo paura che facesse qualcosa di terribile. Invece, sorprendentemente, il rapinatore si è messo a piangere e a chiedere scusa. Gli altri due, che nel frattempo avevano messo insieme il bottino, sono usciti per scappare con l’automobile di famiglia. L’uomo – che sembrava essere il capo del gruppo – prima di raggiungerli ha chiesto se fra quanto avevano preso ci fosse stato qualcosa di importante perché, nel caso, l’avrebbe riportato. Il papà ha detto di tenere pure tutto, che andava bene così, ma che aveva bisogno della macchina per lavorare. Al che il ladro ha promesso che l’avrebbero presto restituita. Prima di scappare ha chiesto perdono ad ognuno. Mezz’ora dopo la macchina è apparsa intatta riportata dalla polizia. Personalmente, anche se quell’uomo aveva chiesto scusa, avevo una certa difficoltà a perdonare. Non mi andava di accettare che al mondo ci fossero delle persone che possono decidere della mia vita o di quella di gente a me cara. Probabilmente avevo bisogno di tempo. Contemporaneamente però sentivo di dover fare qualcosa, quantomeno cercare di capire la radice di tanta violenza. Con alcuni amici dei Giovani per un mondo unito (GMU) ho cominciato a frequentare un asilo di uomini senza tetto. Forse il condividere il dolore e le difficoltà di chi si trova nelle periferie del mondo poteva aiutarmi a ‘capire’. A questo asilo ci stiamo andando tutti i sabati: facciamo dei giochi, suoniamo la chitarra, guardiamo una partita di calcio (la Coppa del Mondo è stata incredibile!) a volte ceniamo insieme. Così conosciamo le loro storie, alcune veramente allucinanti. Sono persone che hanno bisogno di tanta forza, sia per perdonare chi ha fatto loro del male sia per perdonare loro stesse. Ma più di tutto sono persone che hanno bisogno di ricominciare. Un gruppo di specialisti le aiuta nel processo di recupero mentre il nostro ruolo è di crescere con loro, senza smettere mai di far loro sentire l’affetto. Che ormai, lo sperimentiamo, è diventato reciproco. Stando con loro mi sono resa conto che per tanti di essi, rubare è l’ultima risorsa, da sempre trattati come persone che non esistono. Io stessa mi sono domandata: «Cosa farei io al loro posto, se – come accade a loro – nessuno ti guarda, nessuno ti risponde, nessuno ti considera?». Ed è stato così che ho sentito di perdonare i tre rapinatori di quella sera. E mi sono accorta che questo mio riconciliarmi con loro, metteva un mattone per la costruzione della pace del mio paese. A dicembre 2013, a causa di uno sciopero della Polizia, tante persone hanno approfittato per saccheggiare aziende e negozi. Hanno rubato perfino in una ONG che raccoglie e distribuisce cibo per i poveri. È stata una piccola guerra tra la gente, con disordini e caos. Il giorno dopo, attraverso le reti sociali, con i GMU abbiamo mobilitato gli amici per pulire la città e anche per raccogliere cibo per la ONG. Da 15 che eravamo all’inizio siamo diventati più di 100 persone (oltre a quelle che hanno portato cibo). La sera i media TV, che erano venuti a riprendere l’iniziativa, hanno detto che c’è anche un’altra faccia della cronaca e che non solo era stato tutto ripulito, ma che anche i bambini di un quartiere molto povero avevano potuto mangiare. https://www.youtube.com/watch?v=9WX_TbWHvVw&feature=youtu.be Da allora, mentre noi continuiamo ad andare all’asilo di uomini di strada, un altro gruppo di GMU ha fatto amicizia con l’asilo ‘Angolo di luce’ cui erano andati gli alimenti che avevamo raccolto. Per cominciare, data l’imminenza del Natale, i GMU hanno procurato regalini per tutti i bimbi e organizzato un presepe vivente. Poi c’era da pensare al miglioramento dell’infrastruttura, precaria e insufficiente. Così hanno promosso una raccolta fondi presso amici, colleghi di università, la propria famiglia e organizzato varie attività e vendite di torte. Alcuni dei giovani stanno aiutando anche nei workshop di igiene orale e di ortocultura, mentre il progetto continua con la costruzione dei bagni e il rifacimento dell’impianto elettrico. I GMU si stanno davvero dando da fare. Ma anche l’asilo sta facendo la sua parte, almeno così affermano loro stessi: «L’asilo ci ha dato la possibilità di sognare grandi cose e di credere che attorno a noi ci sono tutte le mani di cui abbiamo bisogno per portare avanti le cose. Basta fare il primo passo». Fonte: United World Project (altro…)
Lug 31, 2015 | Cultura, Focolari nel Mondo, Senza categoria
Frodo, Bilbo, Sam, los hobbits y el mago Gandalf, los personajes creados por J. R. R. Tolkien, son los protagonistas de dos grandes obras de la literatura universal: El Hobbit y El Señor de los Anillos. Presentamos este breve libro en el cual Ives Coassolo, profundo conocedor de la materia, nos introduce en el fecundo epistolario de Tolkien, ordenado y comentado, para descubrir aspectos novedosos sobre los personajes de la Tierra Media y el significado de la aventura del Anillo. Sin rebuscamientos, con entusiasmo genuino y contagioso, será una lectura feliz para cualquier lector amante o aficionado de la obra tolkeniana: un aporte tan ameno como enriquecedor. Datos del autor: Ives Coassolo, tiene 34 años, estudió Ciencias de la Educación y vive en Italia. A su tareas de profesor de religión, agrega una gran pasión por el teatro y la literatura, en especial por la obra de J.R.R. Tolkien. En 2007 con un grupo de amigos dio vida a la Asociación Senderos Tolkenianos. Grupo Editorial Ciudad Nueva – Buenos Aires
Lug 30, 2015 | Cultura, Focolari nel Mondo
Frodo, Bilbo, Sam, los hobbits y el mago Gandalf, los personajes creados por J. R. R. Tolkien, son los protagonistas de dos grandes obras de la literatura universal: El Hobbit y El Señor de los Anillos. Presentamos este breve libro en el cual Ives Coassolo, profundo conocedor de la materia, nos introduce en el fecundo epistolario de Tolkien, ordenado y comentado, para descubrir aspectos novedosos sobre los personajes de la Tierra Media y el significado de la aventura del Anillo. Sin rebuscamientos, con entusiasmo genuino y contagioso, será una lectura feliz para cualquier lector amante o aficionado de la obra tolkeniana: un aporte tan ameno como enriquecedor. Datos del autor: Ives Coassolo, tiene 34 años, estudió Ciencias de la Educación y vive en Italia. A su tareas de profesor de religión, agrega una gran pasión por el teatro y la literatura, en especial por la obra de J.R.R. Tolkien. En 2007 con un grupo de amigos dio vida a la Asociación Senderos Tolkenianos. Grupo Editorial Ciudad Nueva – Buenos Aires
Lug 30, 2015 | Centro internazionale, Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Abbiamo ricevuto con grande gioia la notizia della visita che papa Francesco farà al nostro Paese dal 19 al 22 settembre. Il Santo Padre vuole mostrarci la sua vicinanza in un momento in cui, grazie anche alla sua mediazione, si respira aria di speranza nella nostra vita nazionale di fronte alle nuove possibilità di dialogo in corso fra gli Stati Uniti e Cuba. È molto, molto, importante ciò che lui sta facendo, come Pastore universale della Chiesa, nella ricerca della riconciliazione e della pace tra tutti i popoli della terra!». Così scrivono, in un messaggio ai cubani, i vescovi cattolici di Cuba. Mentre l’isola caraibica si prepara per ricevere il primo papa dell’America Latina, dialoghiamo all’Avana con José Andrés Sardina Pereira, architetto spagnolo con una specializzazione in arte sacra e liturgia, nonché appassionato di cultura cubana. «Il progetto che stiamo portando avanti – spiega Sardina Pereira – vuole essere un contributo dell’arcivescovado di Santiago al lavoro iniziato già dalle istituzioni civili, capeggiate dall’Ufficio del Conservatore della città, per cercare di far includere il Centro Storico Urbano di Santiago (con il complesso delle sue chiese coloniali e delle frazioni del circondario) nella lista UNESCO dei patrimoni mondiali dell’umanità, come già lo sono i centri storici di: L’Avana, Trinidad, Camagüey e Cienfuegos». Nato da padre cubano, Sardina Pereira oltre ad essere un architetto è un appassionato della storia di Cuba. Questa nazione, conosciuta anche come “Isola Grande”, è stata anche «una delle ultime colonie spagnole ad ottenere l’indipendenza (1898) per cui il processo di “transculturazione” è stato il più prolungato. Gli studi sulle origini della cultura cubana, differenziatasi da quella spagnola, ne collocano la cristallizzazione nel corso del XVIII secolo, momento in cui si risvegliano, con un certo antagonismo rispetto ai modelli e agli interessi spagnoli, una serie di inquietudini sociali, economiche e culturali che contraddistinguono i nativi dell’isola (creoli) da quelli che provenivano dall’altro lato dell’Atlantico”. Sardina Pereira chiarisce che «nei processi etnici e culturali che hanno dato origine alla “cubanía”, gli spagnoli e africani che erano arrivati sull’isola hanno portato con loro culture molto di più complesse di quello che tradizionalmente si associa con i concetti “spagnolo” e “africano”» e ciò, spiega, non solo per le forti differenze culturali spagnole, ma anche per quelle degli schiavi portati dall’Africa sub-sahariana. «Arrivarono a Cuba uomini e donne provenienti da differenti gruppi linguistici, sociali e religiosi, con diverso grado di sviluppo economico, provenienti dagli attuali paesi di: Senegal, Gambia, Mali, Guinea, Costa d’avorio, Benin, Nigeria, Congo e Angola». Senza però dimenticare le persone provenienti da altri paesi europei, dall’Asia e dallo stesso continente americano. «Basta pensare alla presenza francese a Cienfuegos o nei campi di caffè dell’oriente dell’Isola». È in questa convivenza di un «ricco e variopinto ventaglio di individui provenienti da geografie differenti che nasce la cultura cubana, una della ultime culture che l’umanità ha generato: audace, integrante, creativa e allo stesso tempo aperta, accogliente e rispettosa della diversità».
Sardina Pereira sottolinea come il messaggio evangelico sia stato chiave in questa “genesi”, in quanto «questa nuova patria è stata fondata grazie alla convivenza di individui molto differenti tra loro: bianchi, di colore e meticci, schiavi e liberi; molti di loro uniti dall’amore che Gesù è venuto a insegnarci, un amore che arriva persino a dare la vita. Basta pensare all’eroismo, alla coerenza e all’amore di molti padri della nazione cubana e ai molti uomini e donne che, seguendo il loro esempio, l’hanno generata con la propria vita». Persone unite dalla loro fede che «viaggiano insieme su una nuova barca nel mare tempestoso della storia». A questo punto della conversazione il nostro esperto aggiunge un altro elemento, da lui ritenuto essenziale. I cubani sono: «un popolo benedetto da un incontro straordinario con la madre di Gesù». Tale affermazione allude a quello che la tradizione ricorda come “il ritrovamento”. Si racconta che nell’anno 1612, tre cercatori di sale (un meticcio, un negro e un bianco, tre etnie fino a quel momento in conflitto) trovarono una tavoletta di legno che galleggiava sul mare e su cui vi era l’immagine della Madonna con l’iscrizione: “Io sono la Madonna della Carità”. «È quest’incontro con una Madre – continua convinto l’architetto – uno degli elementi che permettono al popolo cubano di scoprire la vera fraternità, che si convertirà in un simbolo identificativo di tale nazionalità. Madre di tutti, di marinai di ogni approdo, colore e credo». Sardina Pereira ama paragonare questa mescolanza di etnie così ricca di diversità ad un piatto tipico del centro dell’Isola, composto da una grande varietà di ingredienti chiamato “ajiaco”. «In un mondo globalizzato e sempre più interdipendente – continua l’architetto – molte volte l’intolleranza verso la diversità etnica, culturale e religiosa continua ad essere la causa primordiale dei conflitti più gravi. Chiara Lubich, una grande personalità della Chiesa cattolica, nel suo intervento alle Nazioni Unite del 1997, arriva ad affermare che per costruire oggi un mondo più unito ed in pace, è necessario arrivare ad amare la patria dell’altro come la propria, la cultura dell’altro come la propria». Sardina Pereira conclude con una confessione personale: «Realizzando questo lavoro mi sono reso conto fino a che punto la conoscenza e la diffusione della cultura cubana può essere un contributo per la pace nel mondo, sempre se riesce a riscattare e a mantenere genuina la sua memoria storica e le sue profonde radici cristiane». A cura di Gustavo Clariá (altro…)
Lug 29, 2015 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
In Nigeria c’è un grande dislivello di sviluppo fra le città ed i villaggi rurali dove non ci sono quasi infrastrutture e mancano elettricità, cure mediche, strade, ecc. Yakoko è un uno di questi villaggi – vicino al deserto, in mezzo alle montagne – nel quale la comunità cristiana e quella musulmana vivono da sempre in grande concordia. La sera, dopo il lavoro nei campi, gli uomini si incontrano in piazza per discutere attorno ad una bevanda alcolica che producono dal loro Guinea corn. Alcuni anni fa una missionaria, Suor Patricia Finba, aveva portato a Yokoko la spiritualità dei Focolari e Felix, Abubacar, Nicodemus, Loreto, Father Giorge Jogo e altri l’hanno fatta propria. L’anno scorso hanno accolto nel loro villaggio più di 200 persone venute da varie regioni della Nigeria per approfondirne la conoscenza. Quest’anno un gruppo di giovani e adulti di Onitsha ha deciso di passare alcuni giorni lì. Dopo 24 ore di viaggio – a volte pericoloso – nei pulmini pubblici strapieni, carichi di borse e pacchi, sono stati accolti calorosamente dalla comunità nelle loro case. «Partecipiamo alla loro vita – racconta Luce – condividiamo tutto», «e – aggiunge Cike – ci siamo accorti che quello che ai giovani interessava non erano tanti i beni materiali, i vestiti e le medicine che avevamo portato, ma quelli spirituali: la nostra amicizia e il tesoro della nostra vita: la scoperta di Dio Amore». Perciò hanno deciso di passare insieme una giornata di riflessione, facendo un’escursione in montagna che, con la sua arida bellezza, invita alla meditazione. «È stata una giornata importante – racconta Imma -. In un atmosfera di amicizia profonda abbiamo condiviso i valori in cui crediamo e sui quali abbiamo impostato la nostra vita». Per poi, nei giorni seguenti, portare insieme gli aiuti a chi aveva bisogno, soprattutto ad anziani e bambini e ai molti rifugiati giunti dalle regioni del nord. Visitando ben cinque villaggi.
Una comunità musulmana li ha accolti con particolare gioia. Alcuni di essi vivono già per l’unità del mondo e con loro subito si è creato un clima di famiglia nel quale si sono potuti condividere gioie e dolori del posto. I villaggi stavano infatti passando un periodo molto difficile per la siccità e, secondo la tradizione, avevano chiesto ad un notabile del villaggio di pregare per la pioggia. Ma la pioggia non era arrivata e così avevano deciso di uccidere questa persona. «Sentendo tale decisione ci siamo spaventati e abbiamo pregato Dio che piovesse – racconta ancora Luce – e infatti il terzo giorno Lui ci ha benedetto con una bella pioggia! Ma oltre che per la pioggia in sé, eravamo contenti di aver salvato la vita a una persona». (altro…)
Lug 28, 2015 | Focolari nel Mondo
La Summer School si configura come un laboratorio rivolto a studenti e giovani psicologi. Le tematiche verranno affrontate con un approccio interattivo, con la possibilità di dialogo, condivisione e rielaborazione insieme ai docenti/esperti presenti, in un’ottica di reciprocità costruttiva attraverso seminari, workshop, dibattiti. Le tematiche proposte sono state analizzate e studiate da alcuni dei partecipanti. Tale approfondimento, supervisionato dagli esperti coinvolti in qualità di formatori, costituisce un materiale di base su cui si struttura il percorso formativo. La Summer School, rivolta a studenti e giovani psicologi provenienti da vari Paesi, si svolgerà in italiano e in spagnolo, e prevedere un numero massimo di 20 partecipanti. Per info: www.psy-com.org
Lug 28, 2015 | Parola di Vita
In questa parola è racchiusa tutta l’etica cristiana. L’agire umano, se vuole essere come Dio l’ha pensato quando ci ha creati, e quindi autenticamente umano, deve essere animato dall’amore. Il cammino – metafora della vita – per giungere alla sua meta deve essere guidato dall’amore, compendio di tutta la legge. L’apostolo Paolo rivolge questa esortazione ai cristiani di Efeso, come conclusione e sintesi di quanto ha appena scritto loro sul modo di vivere cristiano: passare dall’uomo vecchio all’uomo nuovo, essere veri e sinceri gli uni con gli altri, non rubare, sapersi perdonare, operare il bene…, in una parola “camminare nella carità”. Converrà leggere per intero la frase da cui è tratta la parola incisiva che ci accompagnerà per tutto il mese: «Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore». Paolo è convinto che ogni nostro comportamento deve avere come modello quello di Dio. Se l’amore è il segno distintivo di Dio, deve esserlo anche dei suoi figli: in questo essi devono imitarlo. Ma come possiamo conoscere l’amore di Dio? Per Paolo è chiarissimo: esso si rivela in Gesù, che mostra come e quanto Dio ama. L’apostolo lo ha sperimentato in prima persona: «mi ha amato e ha consegnato se stesso per me» (Gal 2, 20) ed ora lo rivela a tutti perché diventi l’esperienza dell’intera comunità. «Camminate nella carità» Qual è la misura dell’amore di Gesù, sul quale va modellato il nostro amore? Esso, lo sappiamo, non ha confini, non pone preclusioni o preferenze di persone. Gesù è morto per tutti, anche per i suoi nemici, per chi lo stava crocifiggendo, proprio come il Padre che nel suo amore universale fa splendere il sole e fa scendere la pioggia su tutti, buoni e cattivi, peccatori e giusti. Ha saputo prendersi cura soprattutto dei piccoli e dei poveri, degli ammalati e degli esclusi; ha amato con intensità gli amici; è stato particolarmente vicino ai discepoli… Il suo amore non si è risparmiato, giungendo fino al punto estremo di donare la vita. Ed ora chiama tutti a condividere il suo stesso amore, ad amare come lui ha amato. Può farci paura questa chiamata, perché troppo esigente. Come possiamo essere imitatori di Dio, che ama tutti, sempre, per primo. Come amare con la misura dell’amore di Gesù? Come essere “nella carità”, così come ci viene richiesto dalla parola di vita? È possibile soltanto se prima abbiamo fatto noi stessi l’esperienza di essere amati. Nella frase “camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato”, l’espressione nel modo in cui, può essere tradotta anche con perché. «Camminate nella carità» Camminare qui equivale ad agire, a comportarsi, come a dire che ogni nostra azione deve essere ispirata e mossa dall’amore. Ma forse non a caso Paolo impiega questa parola dinamica per ricordarci che amare si impara, che c’è tutta una strada da percorrere per raggiungere la larghezza del cuore di Dio. Egli usa anche altre immagini per indicare la necessità del progresso costante, quale la crescita che da neonati conduce fino all’età adulta (cf 1 Cor 3, 1-2), lo sviluppo di una piantagione, la costruzione di un edificio, la corsa nello stadio per la conquista del premio (cf 1 Cor 9, 24). Non siamo mai degli arrivati. Ci vuole tempo e costanza per giungere alla meta, senza arrendersi davanti alle difficoltà, senza mai lasciarci scoraggiare dai fallimenti e dagli sbagli, pronti sempre a ricominciare, senza rassegnarsi alla mediocrità. Agostino d’Ippona, forse pensando al suo sofferto cammino, scriveva in proposito: «Ti riesca sempre sgradito ciò che sei, se vuoi giungere a ciò che non sei ancora. Infatti là dove ti senti bene, ti fermi; e dici addirittura: “Basta così”, e così sprofondi. Aggiungi continuamente, cammina sempre, procedi in avanti di continuo: non fermarti lungo il cammino, non voltarti, non deviare. Resta indietro chi non avanza». «Camminate nella carità» Come procedere più celermente nel cammino dell’amore? Poiché l’invito è rivolto a tutta la comunità – “camminate” –, sarà utile aiutarsi reciprocamente. È infatti triste e difficile intraprendere un viaggio da soli. Potremmo iniziare col trovare l’occasione per ridirci ancora una volta tra noi – con gli amici, i familiari, i membri della stessa comunità cristiana…– la volontà di camminare insieme. Potremmo condividere le esperienze positive su come abbiamo amato, in modo da imparare gli uni dagli altri. Possiamo confidare, a chi può comprenderci, gli sbagli commessi e le deviazioni dal cammino, in modo da correggerci. Anche la preghiera fatta insieme potrà darci luce e forza per andare avanti. Uniti tra noi e con Gesù in mezzo a noi – la Via! – percorreremo fino in fondo il nostro “santo viaggio”: semineremo amore attorno a noi e raggiungeremo la meta: l’Amore. Fabio Ciardi (altro…)
Lug 28, 2015 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
https://vimeo.com/133758828 Il campo, da alcuni anni doveva essere sgomberato per seri motivi sanitari e ambientali, ma non era lavoro semplice, dato che lì abitava una comunità di trenta famiglie. Mario Bruno, sindaco di Alghero, ha deciso di farlo, nell’attenzione di coinvolgere le stesse famiglie rom nella scelta del luogo dove trasferirsi. Ad Alghero ci sono tanti disoccupati e c’è anche tanta gente in lista di attesa per avere una casa. Quindi, come diceva il sindaco, può essere difficile far capire ai cittadini «che ci sono finanziamenti ad hoc, che dobbiamo tutti avere a cuore l’inclusione sociale e a volte prendere anche delle decisioni che sono impopolari, che a volte non si capiscono». «I 30 minori rom, per me sono importanti come ciascun algherese proprio nello stesso modo, e devo cercare di mostrarlo con i fatti che questo è possibile», continua il sindaco Bruno «e aiutare anche gli algheresi a fare questo passo sapendo benissimo che io ho a cuore tutti i problemi e non solo quelli di una parte». Concretamente, trovare soluzioni per gli algheresi è un modo di dimostrare questo stesso valore per le persone. E l’ha fatto annunciando un finanziamento di 3 milioni e seicentomila euro per realizzare 28 alloggi per cittadini algheresi. Bruno, come uomo politico, si trova a volte anche in situazioni difficili che, ci racconta, cerca di affrontare «con buon senso, entrando dentro proprio nei provvedimenti amministrativi, senza sorvolare perché davvero ci troviamo a difendere i beni che sono di tutti non sono i nostri, noi siamo soltanto amministratori». Nel sindaco c’è l’«esigenza proprio di fare sintesi di fronte alla complessità del momento in cui viviamo (…) dove tu puoi essere parte di una risposta, e io credo che questa risposta la possiamo dare singolarmente ma anche collettivamente e dare una risposta collettiva significa vivere per un bene che vada al di là di noi». Risposte che, lui dice, gli sono state ispirate da Chiara Lubich e dal suo pensiero politico. (altro…)
Lug 25, 2015 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
«Jean Paul frequenta l’ultimo anno della facoltà di ingegneria civile, e già da alcuni anni ha conosciuto la spiritualità dell’unità. Il Burundi, come è noto a tanti, attraversa ora una difficile situazione politica a causa delle prossime elezioni. L’impasse politica ha provocato non poche controversie che danno luogo a manifestazioni e scontri. Qualcuno ha perso la vita. Ed è in questo contesto di grande instabilità e sofferenza che Jean Paul, insieme ad un amico, tornando a casa a piedi per non aver trovato un mezzo di trasporto pubblico, si trovano davanti ad un nuovo ed inaspettato volto di Gesù Abbandonato». A scrivere così è Marcellus, insieme a tutta la comunità dei Focolari del Burundi e del Rwanda. «Era la sera del 2 maggio quando i due giovani sono stati assaliti da un gruppo di malfattori. Li hanno picchiati brutalmente fino a far perdere loro conoscenza. Aiutati da alcuni poliziotti che li hanno trovati gettati in un tombino, vengono portati all’ospedale. L’amico ha delle leggere lesioni, ma la situazione di Jean Paul è grave: una frattura alla colonna vertebrale con paralisi degli arti inferiori. Nonostante la gravità del suo stato Jean Paul sorride sempre e spera di guarire. Si fida di Dio e di Chiara [Lubich]. “Se sono ancora vivo è già un miracolo suo” afferma. In poco tempo la notizia di quanto accaduto a Jean Paul arriva a tutta la comunità che, oltre a pregare per lui, si dà da fare per trovare il denaro necessario ed anche un’ambulanza per portarlo in Rwanda, dove potrebbe ricevere le cure adeguate. Assieme ad un infermiere e Séverin, un giovane del suo stesso gruppo Gen, parte il 12 maggio per Kigali/Rwanda. La catena d’amore e di preghiere per Jean Paul s’allarga, coinvolgendo la famiglia del Movimento dei Focolari in Rwanda e nel mondo, soprattutto i Gen. A Kigali/Rwanda, Jean Paul e Séverin danno una testimonianza dell’amore reciproco in maniera forte. In ospedale la gente si stupisce che le visite a questo ragazzo siano più numerose che a tutti gli altri ammalati. Ancora di più si meravigliano del fatto che Jean Paul e Séverin non sono fratelli, non vengono dello stesso villaggio e non sono neppure della stessa etnia. Loro spiegano a tutti che il motore del loro agire è un’altro: la spiritualità dell’unità basata sull’ amore reciproco, richiesto da Gesù. Dopo diversi accertamenti medici, Jean Paul viene operato alla schiena e al torace, il 10 giugno, all’ospedale “Roi Fayçal”. Il costo in questo ospedale è molto alto, ma l’intervento di Dio con la sua Provvidenza non è mancato. Jean Paul, che non si è mai scoraggiato, vede in questa esperienza un vero miracolo. L’intervento chirurgico è andato bene e questo è proprio un incoraggiamento per tutti. Jean Paul ora è stato trasferito in un’altra struttura dove ha iniziato la fisioterapia, seguito da vicino dal medico e dalla squadra che l’ha operato. La sua salute dà segni di ristabilimento incredibili. Ricomincia a sentire la fame, i bisogni fisiologici, il dolore, la sensibilità ai piedi. Ora può lasciare il suo letto e girare l’ospedale in una sedia a rotelle. Afferma che se non fosse per l’amore di questa famiglia allargata non sarebbe più in vita. Jean Paul è molto grato alla comunità dei Focolari in Rwanda, a tutti i Gen sparsi nel mondo, ai Centri Gen internazionali, e tutti coloro che hanno fatto arrivare il loro sostegno in denaro e in preghiera. Ora ci sgorga dal cuore un immenso grazie a Dio per averci dato la possibilità di vivere questa forte esperienza che ha suscitato un’attenzione, una comunione, un amore vero tra i suoi figli, una forte testimonianza dell’amore che vince tutto». (altro…)
Lug 23, 2015 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Dare risposta a una situazione di violenza che si vive nei Paesi Baschi a causa della lotta armata dell’ETA. Obiettivo: cercare di sanare ferite ancora aperte e tentare di assicurare un futuro di pace. C’è questo alla base del percorso del Movimento politico per l’Unità in Spagna. «Questa è un’utopia, ma è forse l’unica soluzione per il nostro popolo». È l’accorato moto di speranza di alcuni membri del Consiglio Provinciale di Gipuzkoa quando, una decina di anni orsono, alcuni esponenti del Movimento Politico per l’Unità (MppU) venuti dall’Italia, parlano loro della fraternità come categoria politica. Una prospettiva che, per il clima che si respira nei Paesi Baschi ad opera dell’ETA, risulta quasi uno shock. Con l’obiettivo di ottenere l’indipendenza per il popolo basco, i gruppi armati dell’ETA seminano in continuazione un’atmosfera di violenza e terrore. La tensione, infatti, è altissima. In quell’epoca – primi mesi del 2005 – un gruppo di politici, appartenenti non solo a partiti diversi, ma anche a ideologie diverse, si uniscono per iniziare insieme una strada che cerca la rigenerazione politica, basata sull’accoglienza reciproca dei popoli, senza esclusioni. Si apre così uno spazio di dibattito, di accettazione dell’altro, coinvolgendo politici di diverse sensibilità, lavoratori dello Stato, sindacalisti, cittadini… assetati di una convivenza normalizzata, di una pace vera. Gli incontri si tengono ogni due mesi, scegliendo ogni volta una sede diversa, alternando fra i diversi partiti. Fra i partecipanti c’è chi ha subito delle minacce per la sua appartenenza partitica e arriva sotto scorta, chi teme di non essere capito nel proprio partito o, addirittura, di essere estromesso; ma tutti si fanno coraggio e,
superando ogni diffidenza, vogliono testimoniare che la fraternità è possibile, a cominciare da loro. Col passare del tempo si vede opportuno lo scambio di esperienze con politici di altri territori, di altre comunità. E così alcuni del gruppo vanno a Madrid. Partecipano a una serie di incontri in cui conoscono altre esperienze e invitano tutti a riunirsi a Euskadi col gruppo di Gipuzkoa. È un momento storico: quattro ore di dialogo (dopo un pranzo insieme) per conoscersi, ascoltarsi, chiedersi perdono. In seguito nasce il bisogno di elaborare un documento come alternativa alla crisi, che ciascuno poi porta nel proprio partito per studiarlo. Tanti sentono ancora il bisogno di condividere il contenuto del documento e di indire seminari e tavole rotonde in altre comunità autonome, presentando anche l’esperienza della fraternità e di pacifica convivenza basata appunto, sulla fraternità. Con la cessazione dell’attività armata dell’ETA (2011) inizia un processo nuovo, anche se non semplice, che porta tanta speranza. Sono ancora molte le persone, famiglie, gruppi che pur condividendo la stessa identità, sono divisi, con continui scontri e serie difficoltà a dialogare. Il laboratorio politico che si era generato nei tempi duri – familiarmente denominato ‘laboratorio per imparare la pace’ – continua il suo cammino di pacificazione e di ricerca della pace, affrontando i diversi punti di vista sui fatti storici, risanando ferite ancora aperte. Elaborano un documento denominato “Per la via della riconciliazione della società basca” (gennaio 2013), che descrive le basi su cui camminare da quel momento in poi; questo documento è conosciuto informalmente come “I nostri confini etici”.
Ogni volta che il dialogo sembra bloccarsi, si cerca di riavviarlo aiutandosi a credere che ogni uomo è un fratello e che si può costruire qualcosa con tutti. Ciò non significa non riconoscere i delitti e il gran numero di persone che hanno pagato con la vita. Al contrario, accettando il passato e riconoscendo l’ingiusto e inesplicabile della violenza sofferta, si cerca di guardare alla storia come un lento e faticoso cammino verso la riconciliazione, verso la pace, in cui ciascuno può e deve dare il proprio contributo. Il 13 marzo, proprio alla vigilia dell’anniversario di Chiara Lubich in cui si approfondiva in tutto il mondo la sua visione della politica, questo gruppo si è riunito a “Las Juntas Generales de Gipuzkoa” (parlamento provinciale) a San Sebastian, invitando vari esperti, intellettuali, personalità politiche. Il dibattito era sul ‘Rapporto tra il bene comune e i beni comuni nella globalizzazione’, il cui documento base, mandato in anticipo a tutti e molto apprezzato, era stato predisposto dal ‘laboratorio per imparare la pace’. In un clima di accoglienza reciproca sono emersi validi contributi che sono poi stati integrati nel documento stesso e che verrà poi divulgato per promuovere a tutti i livelli il valore della fraternità. (altro…)
Lug 22, 2015 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
In sala d’aspetto – «Nostro figlio e la sua compagna erano in carcere per spaccio di droga. Nelle lunghe attese prima dei colloqui coi parenti reclusi, abbiamo conosciuto a una ragazza straniera dal volto triste: da tre anni, facendo un lungo percorso a piedi, faceva regolarmente visita al il suo compagno in carcere. Quando ha sentito che poteva contare da allora in poi su un passaggio nella nostra auto, finalmente si è aperta al sorriso e non finiva di ringraziarci. La volta seguente, per rendere meno pesante l’attesa soprattutto ai bambini venuti con le mamme, abbiamo portato loro giocattoli, dolci e frutta. Quando ha saputo ciò che accadeva in sala d’aspetto, dove c’era un clima più sereno, anche nostro figlio ha cambiato il suo rapporto con noi». (Italia) Perdono – «Ero andato a vivere con una collega, lasciando moglie e quattro figli. Mentre il maggiore l’ha presa male ed è andato via di casa, lei con gli altri tre ha cominciato a chiedere a Dio la grazia del mio ritorno. A poco a poco ho trovato la forza di lasciare quella donna; per evitare di rivederla (lavorava nella mia stessa azienda) ho lasciato anche il lavoro. E sono tornato dai miei, rimanendo disoccupato finché ho trovato un impiego molto semplice. Vivere l’umiltà mi faceva bene. Ringrazio Dio per il sostegno avuto da altre famiglie e soprattutto per il perdono di mia moglie dei miei figli, con i quali ho cominciato un nuovo cammino». (Usa) Al telefono – «Anni fa mio figlio è morto a 23 anni in un incidente d’auto. Da allora mi ha accompagnata un sottile rancore nei confronti dell’amico che era al volante, rimasto illeso: lo ritenevo responsabile di quella morte. Ora lui è sposato, ha figli. Ma in chiesa il prete ha parlato di riconciliazione, di perdono. Parole che ho sentito rivolte a me. Con le mani che tremano digito il suo numero telefonico. Risponde la moglie, sorpresa e imbarazzata quando le dico chi sono. Le apro il cuore: «Ho pensato tanto a voi in questi giorni, vorrei vedervi, conoscere i vostri bambini… Sarei felice se voleste venirmi a trovare». Lei, commossa, promette che presto verranno… Mi scopro felice e leggera». (Svizzera) I conti tornano – «Madre di cinque figli con problemi di salute, droga e alcolismo, scelte di vita che hanno dato origine a famiglie quasi tutte irregolari, fra tensioni e litigi, sono oggi vedova. Sola, alle prese con problemi
che la gente neanche s’immagina, per il fatto che appaio così serena, devo dire che sono aiutata dal mio carattere, ma ho potuto reggere a certe situazioni soprattutto grazie al dono della fede e al sostegno delle amicizie. Oggi vivo con la sola pensione, ma riesco lo stesso ad aiutare mensilmente qualche persona bisognosa. A volte verrebbe da dire basta: in fondo farebbe comodo metter da parte qualcosa per la vecchiaia. Ma è più forte di me. E vedo che la provvidenza arriva puntuale e i conti mi tornano sempre». (Italia) (altro…)
Lug 20, 2015 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«Siamo onorati, grati e felici che il messaggio dell’unità che cerchiamo di comunicare è stato premiato. Un grazie speciale ai nostri lettori che ci incoraggiano e ci aiutano su questa strada!», scrive il team di Living City alla notizia della premiazione. Living City ha ricevuto un premio per il numero di Aprile 2014 sul tema dell’immigrazione per gli articoli di Marilyn Boesch, Susanne Janssen e Lori Chesser. Motivazione della giuria: “Queste storie sono travolgenti ed importanti, e mettono il fattore umano prima e al centro”. Nella categoria “La migliore spiegazione della posizione della Chiesa sul matrimonio”, Living City ha ricevuto il terzo premio per gli articoli nella rivista di luglio 2014, scritti da Michael e Julie James, Pietro Riccio, Sarah Mundell e Emilie Christy. “La prospettiva della diversità in queste storie è di grande valore. Invitano all’azione chi vuole creare dialogo e costruire ponti attraverso la fede”, affermava ancora il Catholic Press Award (CPA). Potete leggere e condividere questi articoli dal sito livingcitymagazine.com
Lug 20, 2015 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Ore aguije Papa Francisco pe,
ha peeme avei pe ñembo’ehaguere ore rehe. In guaraní: «Il nostro grazie a papa Francesco e a tutti voi per la vostre preghiere per questi giorni». «Come ci eravamo immaginati, e molto di più, sono state sovrabbondanti le grazie cadute sull’intero popolo paraguayano, durante la presenza di sua Santità tra di noi», scrivono Nelson Benítes e Margarita Ávalos, responsabili dei Focolari in Paraguay, dopo il passaggio del Papa dalla loro terra. «I bambini, i malati, i più poveri e i giovani sono stati i protagonisti principali della visita. Più di 80,000 “servidores”(quasi tutti giovani) di tutto il paese hanno lavorato giorno e notte per tre giorni. Ma i preparativi sono durati almeno tre mesi. Un fatto concreto che dà una speranza vera!». «Sono stato un ‘servidor’ del Papa – racconta Nahuel Espinola – È stato geniale! Ho 15 anni e non so quando tornerò a vivere cosa del genere. Spero che i suoi messaggi arrivino a tutti giovani». «Un feeling immediato con la gente», e alcune immagini che non si cancelleranno dalla memoria: i bambini del coro di Luque che corrono verso Francesco per un abbraccio collettivo, le migliaia di persone si sono riversate per le strade, la sosta di fronte al carcere femminile. «I bambini ammalati di cancro in un ospedale, quando hanno saputo che veniva il Papa, non volevano essere rimandati a casa!». E ancora, la visita al “Bañado Norte”, uno dei quartieri più poveri della capitale, dove il Papa si è intrattenuto in casa di una signora ammalata. «Per l’occasione, lei aveva preparato la “chipa” e la “sopa paraguaya”, piatti tipici che piacciono al Papa. O il fuoriprogramma della visita alla parrocchia di Cristo Re, per visitare il cuore incorrotto del martire e primo santo paraguayano: san Roque González de Santa Cruz». A Caacupé Francesco ha consacrato a Maria tutto il Paraguay. Poi l’incontro con la società civile. Uno dei momenti più forti, dove lancia un magistero sul dialogo, invitando a dialogare perdendo tutto per capire l’altro, entrare nell’altro. «Concetti come: sviluppo con volto umano, mettere la persona al primo posto, non usare i poveri come oggetto, mi hanno colpito molto», afferma Julia Dominguez, del gruppo dell’Economia di Comunione del Paraguay, «adesso non dobbiamo rimanere nel sentimentalismo, ma vivere questo ogni giorno». E César Romero, impegnato nel mondo della famiglia, aggiunge: «Nella freschezza e nel dinamismo del programma ho visto una Chiesa che fa uno sforzo enorme per aggiornarsi nei suoi metodi e messaggi». «In questi tre paesi della “periferia” della “sua America Latina” Francesco si è schierato decisamente per gli “scartati”, vittime dell’ingiustizia e dell’inequità, ma per farlo non ha “attaccato” nessuno se non le miserie umane, uniche fonti dei gravi e drammatici problemi di questi paesi (corruzione, egoismo, democrazia di bassa qualità)», scrive Silvano Malini, giornalista in Paraguay. «Le esortazioni del Pontefice sono cadute nel terreno preparato dalla Chiesa in Paraguay, come si è potuto apprezzare nel meeting con i rappresentanti di ben 1.500 organizzazioni della società civile». «A loro “Francisco” – continua Malini – ha autorevolmente tenuto una lezione di dialogo pratico, di quello che costa ma che permette di avanzare a piccoli ma sicuri passi verso un progetto comune».
«Al campo Ñu Guasú, lo hanno atteso almeno un milione di fedeli. Il sole brilla sulla folla che stava aspettando anche da 15 ore nel fango, a causa della pioggia degli ultimi giorni. Ma nulla ferma la festa». «Né il fango né la stanchezza ci hanno fatto perdere la gioia immensa che sentivamo», racconta Esteban Echagüe, «mi ha impressionato l’affermazione del Papa che le parrocchie siano veramente punti di incontro con il fratello, di accoglienza, di fraternità. Perché se non è così, non siamo veri cristiani». «Dopo un momento breve ma intenso con i vescovi paraguaiani, il Papa si riprende come per “miracolo” da un viaggio pastorale intensissimo! Si sentiva la normale stanchezza di una persona di 78 anni!… ma tutti erano convinti che con i giovani Francesco si sarebbe trasformato». In più di 200.000, infatti, lo aspettano sul lungofiume del fiume Paraguay! L’invito ad avere sempre un cuore libero e poi, «continuate a fare “chiasso”», «ma un chiasso organizzato». «Il Papa ha risvegliato nei giovani e in tutti il desiderio di essere migliori… perché ci ha visto nel nostro dover essere – confida Leonor Navarro – e attraverso i suoi occhi il mondo ci ha scoperti. Ora tutti desideriamo rispecchiare ciò che i suoi occhi hanno visto!». Sulla strada di ritorno verso l’aeroporto, si commuove nella benedizione di un luogo che ricorda tanto dolore nel paese. Sono i ruderi di un ipermercato nel quale dieci anni fa sono morte 400 persone in un incendio. «Attraverso il vescovo mons. Adalberto Martínez, segretario generale della Conferenza Episcopale Paraguayana, abbiamo fatto sapere al Papa che il Movimento dei Focolari prega per lui. Come regalo abbiamo mandato un libro sulla cultura guaraní e sullo sviluppo dell’Economia di Comunione nel Paese», spiegano Nelson e Margarita. «Questa visita – concludono – come quella di San Giovanni Paolo II, 27 anni fa, porterà importanti frutti positivi, spirituali e anche nella vita civile del paese. Francesco ci ha parlato chiaro ma con la tenerezza di un Padre! Sta a noi fare di questi momenti di grazia, “un prima e un dopo” “della visita del primo Papa latinoamericano in Paraguay». (altro…)
Lug 18, 2015 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
https://vimeo.com/131222276 (altro…)
Lug 18, 2015 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
[:zh] https://vimeo.com/131558377 好景不常,生意不景,困難重重,但我們本着這精神來生活,因為我們聽說有一位『幕後股東』,我們確信不疑。真的是可行!每次我們遇上困難都會一起商討,分擔困難,一起解決,彼此鼓勵,分工合作。現在已經從一千雞隻增加到四千……,四年內,一共有32個家庭從我們的利潤中受惠。事實上,由於人們生活困苦,許多家庭都是營養不良,尤其缺乏動物的蛋白質。 因為人們確實缺乏日常所需,所以我們每次出售的雞隻,一隻或兩隻,都按他們家庭的人數計算。事實上,我們沒有虧本,反而獲利,可以提供整家公司的電力供應,事半功倍。我想共融經濟帶給我們一個深刻的體驗,因為『共享』的意念在我們的文化中已存在。現在,我只希望擴大我們人際關係這方面的『本錢』。」 [:]
Lug 15, 2015 | Cultura, Focolari nel Mondo
Um encontro muda a vida de Alberto. Leva-o a sair de sua pequena Salto (Uruguai), rumo à Argentina. Mais tarde, rumo à Itália, à África e ao Brasil. Leva-o, principalmente, a comprometer a própria vida com Deus e com o próximo. Médico, ele aprende a captar o sofrimento humano. https://vimeo.com/132712963 Este livro narra as duas longas semanas entre o desaparecimento até o encontro de seu corpo, contrapondo a voz dos que acompanham as investigações à voz de Alberto que, em seus últimos instantes, relembra sua vida, descobrindo o “fio de ouro” que liga toda essa trajetória: tudo é amor, e por amor vale a pena doar-se integralmente. vendas@cidadenova.org.br Coleção Retratos da Vida
Lug 15, 2015 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
L’amore in tempi di contabilità – Roma, Università degli Studi La Sapienza, 7 ottobre 2015 (scarica programma) L’amore al tempo della globalizzazione. Per un nuovo umanesimo Università LUMSA – Sala Convegni “Giubileo” Via Porta di Castello, 44 Roma, Università LUMSA, 15 ottobre, 2015 – ore 15,00-18,00 (scarica programma) Per informazioni: www.social-one.org Tel. 06 945407212 E-mail info@social-one.org