Movimento dei Focolari
L’Ideale: Gesù abbandonato

L’Ideale: Gesù abbandonato

«Il padre spirituale, un giorno, chiede a Chiara: “Quale fu il momento in cui il Signore sofferse di più?”. “Nell’orto degli Olivi, suppongo”. “No, a mio parere, sofferse di più sulla croce, quando emise il grido: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Mt 27,46; Mc 15,34)”. Egli uscì, e Chiara discorrendo con Dori (una sua allieva, tra le prime a seguirla, n.d.r.) e poi con altre cominciò a polarizzare il suo amore – e il suo studio – su quel grido: su quel momento d’angoscia, in cui Cristo si era sentito abbandonato persino dal Padre, per il quale s’era fatto uomo. “Sono convinta che Gesù abbandonato sarà l’ideale che risolverà tutti i problemi del mondo: esso si diffonderà sino agli ultimi confini della terra”. Questa convinzione si doveva consolidare, di anno in anno, nelle prove d’ogni sorta, mercé cui il suo ideale si impiantava tra gli uomini. Gesù abbandonato così divenne l’amore di Chiara. E divenne l’amore – l’ideale, lo scopo, la norma – dell’Opera di Maria (o Movimento dei Focolari, n.d.r.). Un giorno ella ci spiegò: “Se, quando sarò anziana cadente, verranno dei giovani a chiedermi di definire loro, stringatamente, il nostro ideale, con un filo di voce risponderò: È Gesù abbandonato!”». Fonte: “Erano i tempi di guerra…”, Chiara Lubich – Igino Giordani, Città Nuova Ed., Roma, 2007, pp. 122-123. (altro…)

L’Ideale: Gesù abbandonato

Richiamo al mistero del Natale

«Il Natale è il sublime mistero dell’amore di un Dio che amò talmente gli uomini da farsi uomo. Come è stato scritto il mistero dell’Incarnazione è il documento della  eccesiva carità di Dio. Per abbracciare in essa tutti, Egli, nascendo in una grotta, tra capi di bestiame, si mise sotto a tutti: i poveri più poveri lo contemplarono al di sotto della loro stessa miseria. Celebrare il Natale vuol dire ravvivare la coscienza dell’amore portato dal cielo in terra da Gesù, e distribuito da Lui con la vita e con la parola. Oggi si ha un bisogno speciale di ravvivare – e ripulire – il concetto dell’amore, perché la convivenza umana rischia di farsi sempre più triste in quanto difetta d’amore. L’amore colloca l’uomo sul livello di Cristo, difatti il bene (o il male) fatto al prossimo è valutato, al giudizio supremo, come fatto a Cristo. Ora, dalla penuria di amore – da questa incapacità di volersi bene –, si distilla la noia, con la tristezza. Ridare oggi l’amore ai fratelli è ridar loro la gioia, la pace, la vita, e a questo fine il Natale risuscita il gusto dell’innocenza e della semplicità; riscopre quella fonte di letizia che è Cristo in mezzo a noi, come al presepio in mezzo a Maria, Giuseppe e i pastori. Il Signore è nato perché rinascessimo noi. Egli è la vita, e noi eravamo – siamo, nelle tenebre –. Passiamo dalle tenebre alla vita se amiamo i fratelli. L’impegno cristiano esige eroicità, una riscossa contro la mediocrità, una vittoria sul compromesso. Vuole vita nella libertà, che è libertà dal male, comunque si presenti: prostrazione di forze fisiche, fallimento finanziario, delusione in rapporti umani, desolazione in mezzo al mondo… Importante è non cedere, nessuno forse ti dirà «bravo»! Le onorificenze s’appuntano su altri petti. Magari certa gente ti chiamerà fanatico o ingenuo. Tu dovrai spremere da tutta la desolazione che ti assale, una più ardente fame di Dio, e già da questa trai stimoli. Ci sono frasi semplici e profonde, della profondità del divino, che esprimono questo compito. Frasi di Gesù: «Voi siete il sale della terra…». «Voi siete la luce del mondo…». Il sale da sapore agli alimenti nascondendosi in essi. La luce illumina, come silenzio che penetrando rischiara. La condotta del cristiano deve essere tale da dare un sapore (un sale) alla vita (se no non si sa che si vive a fare) e un indirizzo ad essa. Non si può non pensare alle miserie del mondo, dovute in gran parte alla mancanza di amore… L’amore è vita per l’uomo. In Gesù fu l’Amore che, incarnatosi in Maria, assunse la nostra umanità, inserendovi la vita di Dio». Igino Giordani in: Città Nuova, 25.12.1967 – n.23/24 (altro…)