Ago 3, 2018 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Spiritualità

Maria Voce
«Chiara Lubich era una ragazza ventitreenne che cercava un Ideale nella vita e l’aveva trovato in Dio, e per questo aveva scelto di vivere il Vangelo integralmente. Da questa sua scelta lei aveva capito che poteva derivare un cambiamento personale e intorno a lei, e quindi si era lanciata in questa rivoluzione evangelica. […] Chiara Lubich ci ha indicato una strada di santità che in questo momento viene guardata anche dalla Chiesa, che sta studiando l’eventuale sua canonizzazione. Ma non è solo questo. Chiara ci ha fatto capire che la santità si costruisce facendo la volontà di Dio, momento per momento; che la santità non è una questione di estasi, di miracoli, o di cose straordinarie. Facendo la volontà di Dio, momento per momento, tutti la possono raggiungere. Anche nel nostro Statuto c’è scritto, come primo e generale scopo, la “perfezione della carità”. Ma questa perfezione, che è poi la santità, si raggiunge momento per momento nella volontà di Dio che è varia per ciascuno, ad esempio per una mamma di famiglia è fare bene la mamma di famiglia, per uno studente è fare bene lo studente, ma può condurci a questa perfezione della carità. E questo, mi sembra, è un messaggio sempre attuale, che trascina le persone, perché non è una santità straordinaria fatta di immagini o di culto. Ma è costruire, attimo per attimo, un rapporto con Dio e con gli altri, nell’amore. Questo è il primo tratto fondamentale.
Il secondo è che questa santità, poi, deve servire agli altri. Non è una santità fine a se stessa, perché nessuno di noi vive per se stesso. Dio ci ha creati e redenti insieme. Gesù è venuto sulla terra per redimerci tutti come suo popolo, Chiesa, Corpo di Cristo, e quindi vuole che questa santità sia allargata all’umanità intera. Chiara ci lascia un messaggio che è quello di aprirsi a tutti, di non guardare nessuno come se fosse diverso da te, ma ognuno come se fosse tuo fratello. E questo “ognuno” significa la persona della stessa patria come di un’altra, il cristiano come il non cristiano, il credente come il non credente, chi comprende e accetta quello che dico e chi mi combatte, perché anche la persona che mi combatte è un fratello. Questo ci ha insegnato Chiara vivendolo in prima persona, avendo un cuore capace di accogliere ciascuno come se fosse l’unica persona al mondo, che fosse un capo di Stato o un bambino, un parente o un responsabile di un’altra chiesa o di un’altra religione. Chiara aveva per tutti lo stesso amore. E questo, io credo, è il messaggio più importante anche oggi, mentre vediamo rinascere tensioni, violenze, egoismi, indifferenze reciproche. Per costruire un mondo che, animato dal Vangelo, possa diventare il mondo della fraternità, della vera famiglia umana».
Sulla Via di Damasco, puntata del 28/07/2018 (altro…)
Lug 8, 2018 | Centro internazionale, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
«Sono davvero felice di vivere qui il Genfest con voi e con quelli che sono collegati. Vi saluto tutti con tutto il cuore! Sono testimone del rapporto di Chiara con migliaia di giovani di tutto il mondo: il suo dialogo con loro è stato sempre appassionante, aperto, sincero, caratterizzato dalla fiducia. Era esigente così come voi lo siete e convinta che le nuove generazioni con in cuore l’ideale dell’unità formano uomini e donne nuovi che irradiano questa luce, testimoniando che il mondo unito è possibile, perché è già presente e vivo tra noi, come qui, oggi. Anch’io ho avuto il dono di conoscere giovani di tutte le parti del mondo e sono sempre stata affascinata e arricchita dalla vostra vitalità, creatività, coraggio. Chiara vi ha sfidati ad essere uomini e donne dell’unità, che riescono a portare nel proprio cuore i tesori caratteristici di ogni cultura e a donarli agli altri: donne e uomini mondo. Al Genfest del 2012 avete lanciato un progetto ambizioso, il Progetto Mondo Unito. In questi anni avete portato avanti tante concretizzazioni e la proposta fondamentale del progetto – promuovere e diffondere la cultura della fraternità – si è estesa a molti altri, anche adulti e ragazzi. So che tra poco verrà lanciato un nuovo percorso in continuità con il progetto già in atto, che ci incamminerà tutti nelle molte vie per realizzare un mondo unito. Abbiamo un obiettivo grandissimo, ma sappiamo che sono i grandi ideali che fanno la storia. Il nostro obiettivo è: “che tutti siano uno”. Quel “tutti” è il nostro orizzonte! Fare nostro quel sogno di Dio ci lega al Cielo e nello stesso tempo ci inserisce fortemente nella storia dell’umanità per farne emergere il cammino verso la fraternità universale. Co
n la proposta, che ora verrà lanciata, il Genfest si conclude; tutti torniamo nei nostri Paesi, nelle nostre città. Cosa faremo? Quel mondo unito, che qui stiamo vivendo, lo porteremo dappertutto, lì dove andiamo per realizzarlo nella nostra famiglia, nell’ambiente di studio, di lavoro, nello sport … C’è un segreto per non perdere più questa mèta, che qui al Genfest ci appare così bella, così viva, così affascinante. Vorrei riassumerlo in tre parole: Amare, ricominciare e condividere! Amare è il segreto di una vita felice, piena, interessante, sempre nuova, mai noiosa, sempre sorprendente! Ricominciare quando le difficoltà, lo scoraggiamento, i fallimenti, ci sconvolgono, facendo vacillare la nostra passione per il mondo unito. I campioni del mondo si allenano e si rialzano dopo ogni caduta fino a raggiungere il traguardo. Condividere le nostre esperienze, le nostre gioie, le nostre difficoltà, i nostri talenti, i nostri beni. Usiamo tutti i mezzi utili per fare rete; lanciamo le più varie iniziative per costruire l’unità: operazioni su vasta scala, locale e mondiale, e rendiamo visibile la fraternità universale. Sappiamo che la parte emersa di un iceberg poggia su una base sommersa: così la fraternità si costruisce su gesti quotidiani e azioni fatte con la forte convinzione che il mezzo più potente, che possiamo usare per rinnovare il mondo, è il nostro cuore. Finché il nostro cuore batte, possiamo amare, possiamo ricominciare, possiamo condividere. La fraternità universale comincia dal mio – dal nostro cuore. È la sfida affascinante che vogliamo vivere assieme, perché il mondo unito diventi un sogno realizzato». (altro…)
Giu 21, 2018 | Centro internazionale, Chiesa, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Il rapporto tra i giovani e Chiesa vive un momento particolarmente felice. Una nuova occasione di confronto e scambio di esperienze su “giovani, fede e discernimento vocazionale” viene dall’incontro annuale dei movimenti ecclesiali, organizzato dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, della Santa Sede. L’incontro coincide con la pubblicazione dello “Strumento di lavoro” su cui i vescovi si confronteranno durante il prossimo Sinodo di ottobre, tutto dedicato ai giovani. Si tratta di un documento articolato e ricco, frutto anche del contributo dei giovani di tutto il mondo.
Introdotta da Kevin Farrell, il cardinale prefetto del Dicastero, la giornata ha visto i contributi di monsignor Carlos Simón Vázquez, delegato per la Famiglia e la Vita, che ha presentato gli aggiornamenti relativi al IX Incontro Mondiale delle Famiglie, che avrà luogo a Dublino dal 21 al 26 agosto, e di p. Alexandre Awi Mello, segretario del Dicastero, che ha aggiornato sugli sviluppi della preparazione al Sinodo di ottobre, mentre Giovanna Guerrieri Nalin, dell’Ufficio Giovani, sulla preparazione della Giornata mondiale della Gioventù, in calendario a gennaio 2019 a Panama. Nel pomeriggio, il segretario generale del Sinodo dei vescovi, cardinale Lorenzo Baldisseri, ha illustrato le finalità, le attese e le prospettive del Sinodo.
Tra i partecipanti, anche il Movimento dei Focolari, nelle persone di un giovane, Nelson Vanegas del Salvador, e della stessa presidente, Maria Voce, che spiega: «Le iniziative apostoliche rivolte ai giovani nei due diversi ambiti dell’annuncio della fede e della vocazione mettono radici nell’esperienza caratteristica che nasce dal carisma dell’unità». Era ai giovani, in particolare, che si rivolgeva Chiara Lubich, fin dagli anni ‘60. Suo l’appello ad un nuovo tipo di rivoluzione, ispirata all’amore evangelico (“Giovani di tutto il mondo unitevi”), che ha dato vita, nel tempo, a strumenti e luoghi di formazione e testimonianza, vissuti insieme ai giovani stessi, lungo tre direzioni: il dono reciproco tra giovani e adulti, il binomio tra vita e pensiero, la fraternità vissuta concretamente per rispondere alle esigenze e problematiche del mondo di oggi. Nelson, già presente alla riunione presinodale di marzo, espone quanto viene portato avanti dai Focolari: «Negli annuali corsi estivi di formazione per giovani – è la sua testimonianza – si aprono percorsi di approfondimento teologico e morale, frutto di un cammino insieme, secondo uno stile di accompagnamento che trova conferma in quello suggerito da Papa Francesco. Una esperienza analoga si ritrova nelle cosiddette “Scuole di discernimento vocazionale”, un vero e proprio percorso di formazione e accompagnamento per giovani dai 23 ai 30 anni, una fascia d’età cruciale per affrontare scelte decisive nel personale progetto di vita». Ma, spiega, ci sono anche le occasioni in cui i giovani sperimentano che la vita e lo studio sono un tutt’uno: «L’Istituto Universitario Sophia, con sede a Loppiano, nasce per favorire l’interazione tra i saperi in un orizzonte sapienziale, con un progetto accademico centrato sull’esperienza di una comunità di studio in cui si condividono ricerca, pensiero e vita, non solo tra studenti di diversa provenienza, ma anche tra studenti e docenti». Non mancano altri spazi, come le scuole gen o i congressi nazionali e internazionali. Infine, i Genfest: «un’esperienza formativa, che si fonda sullo sforzo continuo di inclusione, accoglienza e ascolto dell’altro, che porta al dialogo vero e alla costruzione di rapporti profondi. Sono soprattutto una profonda esperienza spirituale, in cui tanti giovani hanno sentito o maturato la chiamata di Dio, a vivere per qualcosa di grande, a realizzare il sogno di Gesù». Il prossimo è imminente. A Manila, dal 6 all’8 luglio, avrà per titolo “Beyond all borders”. Chiara Favotti Vedi la breve intervista a Maria Voce (altro…)
Mag 22, 2018 | Centro internazionale, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Foto: Federico Patti
Alla presenza delle autorità civili e religiose del capoluogo della Sicilia, di esponenti del mondo della cultura e dell’informazione, si è svolto il convegno ecumenico “Insieme nella Carità, dal Dialogo alla Cooperazione”. Protagonisti numerosi pastori e responsabili delle varie Chiese storiche e di recente costituzione, insieme a Maria Voce e Jesús Morán (presidente e copresidente dei Focolari). Alcuni brani dell’intervento di Maria Voce: «Questo Convegno è particolare e nuovo nel suo genere: non punta in modo esplicito al dialogo ecumenico, ma vuole crearne le condizioni, lavorando insieme come Chiese a partire dai rapporti personali costruiti nel tempo fra i membri delle stesse. Il Convegno intende porsi, quindi, come punto di rilancio e di valorizzazione di questa reciprocità, come momento di riflessione e di stimolo a operare congiuntamente per il bene dell’umanità. Vedo in questo particolare impegno delle nostre Chiese una risposta concreta a uno degli imperativi della dichiarazione della Commissione internazionale luterano-cattolica, ‘Dal conflitto alla comunione’ (del 2013), riconfermato da cattolici e luterani a Lund, il 31 ottobre 2016. 
Foto: Federico Patti
È un appello a “rendere insieme testimonianza alla misericordia di Dio nell’annuncio del Vangelo e nel servizio al mondo”. Il punto di partenza deve essere, dunque, quello dell’unità e della comunione, per poter testimoniare insieme la fede in Cristo e rendere un servizio utile all’umanità intera. […] cosa può offrire la spiritualità del Movimento dei Focolari, chiamata anche “spiritualità dell’unità” o “di comunione”, alla realizzazione di questo scopo? Dio ha usato verso Chiara Lubich, fondatrice del nostro Movimento, e verso le sue prime compagne fin dal 1943 come una pedagogia divina, insegnando loro passo dopo passo come realizzare l’unità. Davanti al crollo di tutti gli ideali, anche dei più sublimi, ha fatto scoprire che solo Dio non passa ed è Amore. Per rispondere al Suo Amore, esse vogliono vivere alla lettera le parole di Gesù, e Gesù insegna loro che tutti gli uomini sono figli di un solo Padre e, dunque, tutti sono fratelli gli uni degli altri. Identificandosi con ogni creatura, Gesù spiega loro che ogni prossimo va amato, senza distinzioni, con i fatti. E, se le difficoltà, ostacoli, dolori non mancano lungo la strada, Gesù ha svelato a Chiara il segreto per trasformare ogni dolore in nuova vita. Se ci uniamo a Lui, quando in croce e abbandonato ha preso su di sé ogni male e divisione dell’umanità per redimerla, avvertiremo rinascere in noi la forza e la luce per ricominciare sempre ad amare. Poi, se questo amore viene vissuto da due o più, diventa reciproco, attuandosi quell’ “amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato” (cf Gv 15, 12). Succede allora che Gesù è attirato da questo amore e viene a stabilirsi tra quei “due o più riuniti nel suo nome” (cf Mt 18, 20). È così. È proprio Gesù presente in mezzo a noi che può fare di tutti “una sola famiglia cristiana, una famiglia che nessuno potrà separare, perché è Cristo che ci lega tutti insieme” . Questa sua presenza tra cristiani di Chiese diverse ha aperto, già da anni, un nuovo tipo di dialogo: il dialogo della vita, il dialogo del popolo, che comprende l’intero popolo di Dio, laici e responsabili di Chiese, e fa da lievito nel grande Movimento ecumenico per svegliare e far crescere nei cristiani il desiderio dell’unità. […] Se il mondo potrà incontrare Gesù, presente tra noi per l’amore scambievole, rinascerà in molti la fede, il modo di pensare e di comportarsi cambieranno, la ricerca della pace e di soluzioni di giustizia vincerà e fiorirà l’impegno per la solidarietà tra i popoli. […] Il mio augurio: che, insieme, possiamo rimanere “in cammino” con Gesù tra noi “affinché il mondo creda”». Leggi il discorso integrale (altro…)
Mag 16, 2018 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Cultura, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
Maria Voce, Presidente del Movimento dei Focolari, ha concluso questi giorni, ricchi di eventi dedicati alla cultura dell’unità e della fraternità, con un incontro di famiglia dedicato alla comunità dei Focolari del capoluogo siciliano, lanciando una sfida: «Che Palermo diventi capitale della cultura della risurrezione, capitale nel senso de “il capo”, quella da cui parte questa cultura della risurrezione per invadere il mondo intero». 20 anni fa Chiara Lubich riceveva la cittadinanza onoraria del capoluogo della Sicilia. Da allora la comunità ha proseguito in questo percorso per cercare di attualizzare le parole pronunciate da Chiara in quell’occasione: «Promettiamo che Palermo sarà sempre presente nei nostri cuori, affinché, per l’audacia e il coraggio dei suoi cittadini, sappia arrivare ad essere modello per molte altre città di Italia e fuori, come vera “città sul monte”». Le iniziative, all’interno del programma di “Palermo Capitale della Cultura 2018”, promosso dal Comune, hanno abbracciato diversi campi: diritto e legalità, dialogo ecumenico, musica e spettacolo con il Gen Verde, workshop, flashmob e tavole rotonde promosse dai giovani. Nella sede del Parlamento Regionale, Palazzo dei Normanni, sabato 11 maggio, oltre 120 persone hanno partecipato al Convegno “Relazionalità e diritto. Il bene relazionale e i beni comuni”. Dopo gli interventi da parte di alcune personalità del mondo della giustizia, magistrati, avvocati, studenti, docenti, ha concluso i lavori Maria Voce affermando che l’ambito del Diritto e la Giustizia ha «estrema necessità di persone che abbiano il cuore aperto al grande ideale dell’unità della famiglia umana e che per questo impegnino tutto se stessi ad operare nel concreto per risanare ogni rapporto, senza paure e senza compromessi».
Nel pomeriggio e nella serata, oltre 300 giovani sono stati protagonisti del programma su ”Identità digitale”, promosso dall’Istituto Universitario Sophia, e “Siamo le nostre scelte. Il coraggio di partire, il coraggio di restare”, presenti Jesús Morán, copresidente dei Focolari, e il Sindaco Leoluca Orlando. I giovani hanno offerto le testimonianze sulla scelta che spesso li mette in crisi: restare in Sicilia o scommettere la propria vita in altre città e Paesi? Jesús Morán ha incoraggiato i giovani, attentissimi, a trovare la strada nel “sapersi donare”. La scelta ricade su «dove posso donarmi di più e dove posso sviluppare di più i miei talenti. […] Se parto non posso andare per scappare, e se resto non posso restare per paura». Il Sindaco Orlando ha sottolineato quanto sia difficile cambiare una città che proviene da anni di sottomissione a regole e comportamenti mafiosi, ma che cerca di riscattarsi attraverso un cambiamento culturale. Nella mattina della domenica 13 maggio, un momento “di famiglia” con la Santa Messa, seguita dall’incontro con le famiglie del quartiere del centro storico Albergheria/Ballarò e con momenti artistici realizzati dai bambini. Nel pomeriggio, 500 rappresentanti di circa 20 chiese cristiane hanno partecipato, presso il Teatro Golden, al Convegno “Insieme nella carità, dal dialogo alla cooperazione”. Sono intervenuti l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, Maria Voce, e il direttore dell’Ufficio regionale per l’Ecumenismo, Erina Ferlito. Le testimonianze hanno raccontato il cammino ormai intrapreso con decisione in varie città della Sicilia: dall’aiuto ai carcerati, all’attenzione per i poveri, per i senza casa, per gli immigrati. Quindi, “On the other side”, il concerto del Gen Verde con più di 800 partecipanti. Il giorno precedente si erano esibiti i giovani partecipanti ai workshop promossi dalla band e che hanno poi partecipato al flashmob in una delle strade principali della città. Anche questa è stata un’esperienza travolgente, che ha entusiasmato giovani e adulti, all’insegna del messaggio di fraternità che la band internazionale porta in tutto il mondo.
Il programma è proseguito lunedì 14 maggio con il Convegno che si è tenuto presso la Pontificia Facoltà teologica con la tavola rotonda su “Il contributo della cultura dell’Unità all’umanesimo popolare”, dove è stato approfondito il pensiero di Chiara Lubich per la Chiesa del Terzo millennio. La professoressa Ina Siviglia, che aveva accolto Chiara nel 1998 insieme ai Cardinali Pappalardo e Di Giorgi, ha moderato i lavori, con gli interventi di Mons. Corrado Lorefice, Maria Voce e Jesús Morán. La figura di Chiara è stata non soltanto ricordata, perché lei è sempre presente con il suo carisma e la sua gente. E come ha affermato Maria Voce, con il carisma dell’unità è nata una “via nuova” nella Chiesa. (altro…)