I colori del silenzio
http://vimeo.com/95298218 A Trento, tranquilla cittadina del Nord Italia, si riacutizza inaspettatamente il fenomeno del razzismo, fino ad arrivare ad episodi di intolleranza estrema. In questa cornice viene in evidenza la vita di una famiglia, di una comunità e di alcuni ragazzi che si trovano coinvolti, loro malgrado, in una realtà più grande di loro. La tolleranza, l’accoglienza, l’ascolto reciproco e la ricerca di un’amicizia vera si rivelano ingredienti utili a sciogliere il nodo della discordia, dell’odio e la paura del diverso. (altro…)
Haiti. Verso una cultura dell’incontro
“Desde la vida de la Palabra la urgencia de comunicar. Hacia una verdadera cultura del encuentro”. Con este lema, del 17 al 23 de febrero se desarrolló en la diócesis de Anse à Veau- et Miragoane, Haití, el Seminario Interdiocesano de Comunicación, organizado por el Departamento de Comunicación del CELAM (Consejo Episcopal Latinoamericano). Los participantes, 79 en total, llegaron de ocho de las diez diócesis haitianas: Les Cayes, Gonaïves, Cap-Haitien, Jeremie, Hinche, Port-aut-Prince, Port-de-Paix y de la diócesis sede. El Seminario, que había sido pedido por Mons. Pierre A. Dumas, obispo de Anse à Veau et Miragoane, fue desarrollado por un equipo de 5 comunicadores de distintos países de América Latina y el Caribe (Argentina, Perú y Cuba) pertenecientes a Netone de América Latina. Los profesores, después de un año de trabajo a distancia para preparar juntos el programa y cada uno de los temas, llegaron a Haití con algunos días de anticipación, lo que les permitió sumergirse en la realidad del pueblo y la Iglesia local.
“Visitamos Radio-Tele Soleil -cuentan- que está funcionando en una sede provisoria en Puerto Príncipe ya que el edificio del Arzobispado donde tenía sus estudios, fue destruído durante el terremoto y murieron varios de sus colaboradores. Es la más importante emisora de la Iglesia católica con cobertura nacional. También pudimos recorrer el centro de Puerto Príncipe, con la Catedral destruida por el terremoto del 2010, casi como un símbolo del dolor de este pueblo”.
El seminario superó todas las expectativas: en 5 jornadas intensas se partió desde la visión trinitaria de la comunicación con la propuesta de la vida de la Palabra, aún antes del hecho comunicativo. Así cada mañana se iniciaba con intercambio de experiencias sobre cómo cada uno había tratado de vivir la frase del Evangelio propuesta el día anterior y la meditación de una nueva frase para ese día. Cada día eran muchos los que contaban a todos cómo habían tratado de poner en práctica el Evangelio. Después se fueron afrontando los distintos medios de comunicación con exposiciones teóricas y talleres: radio, prensa escrita, teatro, televisión e internet. El diálogo, las preguntas, los talleres contaban con muchísima participación e integración de todos. El idioma (se exponía en castellano, las diapositivas y los temas escritos estaban en francés y la traducción era en créole) no significó una barrera para nadie. La Eucaristía final, presidida por Mons. Pierre Dumas, fue un momento de mucha alegría y emoción. Se había construido entre todos un espacio de humanidad renovada.
“Para nosotros –dice el equipo de Netone– fue la posibilidad de cambiar la mirada sobre este pueblo maravilloso, que muchas veces no es reflejado así en los medios de comunicación de nuestros países. Nos hemos enamorado de la sencillez, la alegría, el entusiasmo y la esperanza de los haitianos. Constatamos ser una misma Iglesia, que comparte como hermanos la reciprocidad entre América Latina y el Caribe. Nos llevamos de Haití mucho más de lo que fuimos a dar”.
Malta: “L-Arti tal-Imħabba”
“Abbiamo avuto l’opportunità di proporre un libro di Chiara Lubich tradotto in maltese, e ne siamo felicissimi!”; così si esprimono Marisa e Mario, responsabili della comunità dei Focolari dell’Isola, all’indomani della presentazione de “L-Arti tal-Imħabba”, ossia L’Arte di Amare. Il 17 gennaio, di fronte ad una sala gremita, si sono succeduti sul palco cinque relatori dalle differenti competenze: la professoressa Marie Alexander dell’Istituto di Linguistica dell’Università di Malta; Natalino Camilleri, superiore generale della Società della Dottrina Cristiana (M.U.S.E.U.M.); padre Karm Debattista, noto a Malta negli ambiti della musica e della comunicazione; il reverendo Canonico Simon Godfrey, cancelliere della Chiesa Anglicana e il dottor J. Mifsud, avvocato, giornalista e presentatore di programmi televisivi.
Gli interventi hanno messo in evidenza come l’arte di amare, proposta da Chiara Lubich, sia attinta direttamente dal Vangelo e si articoli in alcuni punti: amare tutti, senza alcuna discriminazione, fare il primo passo, riconoscere nel fratello la presenza di Gesù, e “farsi tutto a tutti”, secondo l’indicazione di san Paolo. L’impegno a far proprio questo modo di vivere richiede un esercizio costante, quotidiano, ma produce una nuova disposizione d’animo che è il primo passo per una rivoluzione pacifica, capace di cambiare il cuore dei singoli e di costruire una civiltà dell’amore. Il reverendo Simon Godfrey ed il dottor J. Mifsud hanno anche voluto esprimere i parallelismi esistenti tra i concetti espressi da Papa Francesco e da Chiara. Al termine degli interventi, una famiglia, una giovane ed un ragazzo hanno raccontato esperienze dell’arte di amare vissuta ed è stato presentato il “Dado dell’Amore”. Molti presenti, a conclusione del
la serata hanno espresso gioia per aver scoperto un nuovo modo di affrontare la quotidianità: “Il messaggio è forte, bello, semplice – afferma padre Silvestro -, a portata di mano e che tutti possono vivere”. Altri hanno colto varie sfaccettature : “Dostoevskij scrive che sarà la bellezza che salverà il mondo – ricorda Stephanie -; oggi abbiamo vissuto un momento armonioso e bello, perché ciò che si diceva aveva attinenza con Dio Bellezza”. Miriam, invece, sottolinea: “Non c’era credente o non credente: nell’amore ci siamo sentiti tutti famiglia e si poteva parlare liberamente”. E ancora Ezio: “Conoscevo questo libro in italiano, ma ne ho riscoperto il valore. Desidero vivere sempre meglio l’arte dell’amare, ed escogitare, col cuore e con la mente, mille modi per renderlo più bello, più efficace nei suoi intenti, più intenso, più diffusivo, più creativo, mai scontato”. (altro…)
Donne e Chiesa, questione da affrontare
Donna del carisma o donna dell’azione. Eppure dovrebbe esserci posto anche per la donna del pensiero, mentre non viene avvertito come essenziale il suo contributo al magistero. Poche donne sono coinvolte nella pastorale familiare, poche hanno cattedre di teologia e rarissima è la loro presenza nella formazione dei sacerdoti. «La fotografia della situazione attuale è abbastanza esatta. La donna è poco considerata nel suo contributo di pensiero, anche perché ha avuto scarse possibilità di svilupparlo. Solo di recente è stata ammessa nei collegi pontifici, dove si studia la teologia. Certo, è vero che ci sono state donne sapienti e donne che hanno dato un contributo di pensiero, ma qualche volta più per ispirazione diretta dello Spirito Santo – come le grandi donne che sono state fatte dottori della Chiesa –, che non per aver sviluppato il loro pensiero attraverso lo studio e il confronto con altri pensatori. La donna ha dovuto sempre ricoprire altri ruoli nella Chiesa e nell’umanità». Sul tema della donna, Francesco ha offerto solo degli accenni. Lui si affida più che a momenti speculativi alla fecondità degli incontri. Come valuteresti una sua iniziativa che desse vita a un comitato permanente, un F8, formato da donne con grandi responsabilità nella Chiesa? «Reputo che ci sia ancora da aspettare per vedere un corpus solo femminile a disposizione del magistero della Chiesa. Preferisco comunque che la donna stia insieme con gli uomini, non staccata a manifestare la propria differenza. Serve perciò entrare negli organismi di consultazione, di pensiero o di decisione, che piano piano si stanno sviluppando nella Chiesa e far ascoltare la sua voce femminile. Non penso perciò a un F8 ma a un 8 di qualche tipo dove siano rappresentati uomini e donne, perché ognuno ha la sua peculiarità, ed è quella peculiarità che serve alla Chiesa. Un organismo del genere mi entusiasmerebbe». Come vedresti il conclave con la presenza di superiori e superiore generali di ordini religiosi e di presidenti di aggregazioni ecclesiali internazionali? Sarebbe un riconoscimento per la donna? «Vorrei distinguere il conclave come assise in cui si prepara l’elezione del papa e il conclave come momento di votazione per l’elezione del papa. Mi sembrerebbe particolarmente utile se nella prima fase ci fosse la presenza anche di persone che svolgono un ruolo nella Chiesa e possono apportare il contributo della loro esperienza, sicuramente diverso ma non meno importante di quello dei cardinali. «Da quello che riferisce papa Bergoglio, le riunioni precedenti l’elezione si sono rivelate determinanti per le sue attuali prese di posizione e per il suo modo di condurre la Chiesa verso determinati traguardi. Allora, se quelle analisi fossero maturate in un contesto ecclesiale più vasto di quello limitato ai soli cardinali, sono sicura che sarebbero stati offerti all’attuale papa contributi più preziosi. Poi, che queste persone siano ammesse a votare per l’elezione del papa, è al momento secondario. Vedremo gli sviluppi, la storia della Chiesa è guidata dallo Spirito Santo». Domani squilla il tuo cellulare. È papa Francesco che ti invita a raggiungerlo per un dialogo su donna e Chiesa. A quali argomenti porresti la priorità nell’incontro con lui? «Proprio a lui che ci ha parlato della sua nonna e di sua mamma, chiederei se questa esperienza con le donne della sua famiglia non lo aiuti a ispirare anche un’apertura alle donne nel magistero della Chiesa. Insomma, mi piacerebbe se si rifacesse a quegli esempi domestici per mettere in luce che le donne possono avere un’influenza pure maggiore di quella di un direttore spirituale o di un professore. Inoltre, nel suo lungo servizio pastorale in Argentina avrà pure conosciuto tante donne, anche responsabili di ordini religiosi. Il suo tratto, infatti, il suo modo di relazionarsi e di comportarsi mi fanno ritenere che abbia avuto contatti profondi e autentici con le donne. Si affidi a quelli oggi per tirare fuori il meglio dalle donne nella Chiesa». Leggi l’intervista integrale Intervista a Maria Voce pubblicata su Città Nuova n.21/2013 (altro…)